Laura Carter
Disposta a tutto
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Vengeful Love Carina Press © 2016 LBM Media Limited Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2018 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion marzo 2018 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 138 del 15/03/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
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Una folata di vento mi spinge mentre attraverso la porta girevole ed entro in uno dei grattacieli a specchio della City di Londra, sede dello studio legale Saunders, Taylor & Chamberlain, in cui lavoro. Scuoto la testa e ravvio con la mano i lunghi capelli castani scompigliati dal vento, poi salgo in ascensore fino al decimo piano. Mi tolgo l'impermeabile con una certa goffaggine cercando di non far cadere la cartella portacomputer e la borsetta mentre percorro il corridoio dal pavimento grigio, tra due lunghe pareti di vetro dai profili cromati. «Buongiorno, signorina Heath... ehm, Scarlett» si corregge in fretta la mia nuova segretaria, spingendo in alto gli occhiali dalla montatura di tartaruga, appollaiati sulla punta del naso e appesi al collo con una sottile catenina dorata. Ricambio il suo sorriso smagliante, notando la dentatura candida. «Buongiorno, Margaret. Fuori c'è un tempaccio! Posso darti questo?» le chiedo, porgendole l'impermeabile nero. «Ma certo. Gradisce un caffè?» mi domanda mentre mi dirigo verso il mio ufficio. «Sì, grazie. Ma ti avevo pregato di darmi del tu!» le ricordo. «Puoi portare un caffè anche a Jack, per favore? Abbiamo una riunione alle nove e mezza nel suo ufficio.» «Ve li porto subito.» Poso le borse sulla scrivania, tiro fuori il portatile e lo collego, poi lo accendo. «Grazie, Margaret» dico ad alta voce, perché si è già allontanata. Mi siedo sulla poltrona dietro alla scrivania e accavallo le gambe; mentre aspetto che si carichi il programma di posta elettronica mi guardo intorno in quella che è la mia umile dimora per circa settanta ore alla settimana, ora più, ora meno. 5
L'ufficio è piuttosto angusto e sufficiente per una sola persona. Quasi tutti gli avvocati che non sono ancora associati devono condividere la loro stanza, ma la collega che era nel mio ufficio, Cynthia, è rimasta incinta. In uno studio legale come questo, una gravidanza equivale a una certezza di licenziamento. Non c'è tempo da dedicare alla famiglia in questa professione. I soci dello studio hanno un quoziente intellettivo tra i più alti del paese e sanno bene come sbarazzarsi di una donna senza infrangere la legge sulle Pari Opportunità del 2010 o senza lasciare alcun margine per un eventuale ricorso al Tribunale del Lavoro. Non sono d'accordo con tali pratiche ma so come vanno le cose. È per questo che l'avvocatura è ancora un mondo dominato dagli uomini e le donne non devono soltanto essere altrettanto brave, ma devono sforzarsi per essere migliori. Grazie a Cynthia, dunque, ora ho un ufficio tutto mio, con una piccola scrivania angolare, schedari a tutte le pareti e un tavolinetto basso al posto della sua scrivania. Il programma di posta elettronica si apre. Ho ricevuto novantasette e-mail solo domenica. Come ho osato non controllare la posta per un giorno? Passo in rassegna le e-mail e le archivio in varie sottocartelle, poi le contrassegno in ordine di priorità. Ho appena il tempo di leggere un paio di messaggi urgenti prima della riunione con Jack. È stato in ferie per quindici giorni e, stando alle chiacchiere che girano in ufficio, la sua ultima moglie ha scoperto la sua ennesima tresca. Prevedendo, quindi, che fosse ancora più scontroso del solito, oggi per venire al lavoro ho indossato il mio tailleur-pantalone più sobrio e professionale. Jack è il genere di uomo che una ragazza può affrontare più agevolmente se porta i pantaloni. I maschi si trastullano con le automobiline, gli avvocati con le segretarie..., penso. Il fatto è che fare l'avvocato a Londra non è come negli Stati Uniti, o almeno non come viene raffigurata la professione legale in serie televisive come Suits o The Good Wife. In Inghilterra si frequenta la facoltà di Giurisprudenza per quattro anni e si fa praticantato per due, quindi si studia per meno tempo che negli Stati Uniti. Forse è per questo che non siamo in grado di occuparci di diritto penale un giorno e di far quotare un'azienda in Borsa il giorno dopo. Ci specializziamo in un'unica area e io ho 6
scelto il diritto societario, in particolare il ramo fusioni e acquisizioni. In pratica, i miei clienti rilevano e vendono aziende oppure le quotano in Borsa. Un'altra differenza tra inglesi e americani è che noi veniamo pagati meno dei colleghi d'oltreoceano; i nostri stipendi sono decenti, sufficienti per farci rientrare nei ranghi della borghesia, ma senza guadagnare le loro cifre astronomiche. Quello che non è solo finzione televisiva è il fatto che dobbiamo essere sempre impeccabili; non siamo chic come gli avvocati delle serie TV, ma abbastanza eleganti e ben pettinati, e le donne hanno la messa in piega sempre fresca, in modo che il cliente sappia che paga profumatamente un pacchetto completo: una persona istruita, professionale, esperta ma anche con l'aria patinata di chi sa il fatto suo o, almeno, sembra saperci fare. Comunque, la triste verità è che i miei colleghi non sono azzimati come Harvey Specter di Suits né eleganti e snob come Mark Darcy in Bridget Jones. No, gli avvocati del mio studio hanno l'aspetto e l'atteggiamento di Jack. «Scarlett!» tuona Jack dal suo ufficio, adiacente al mio. Balzo in piedi all'istante, sbattendo il ginocchio sotto la scrivania. Isterico imbecille! Sono solo le nove e ventinove! Prendo le cartelle delle pratiche di cui mi occupo con lui e mi dirigo verso il suo ufficio a passo deciso. Fa parte dello studio solo da poco più di un anno e mi ha preso subito sotto la sua ala scorbutica. All'epoca ero laureata da quasi due anni. Ormai mi sarei già liberata dalla sua presa ferrea, se non fosse stato per il fatto che mi ha proposto per una promozione anticipata ad avvocato associato di livello senior, perciò lo sopporto anche se a denti stretti. «Hai passato delle belle vacanze, Jack?» gli chiedo con disinvoltura. Immediatamente ho una stretta allo stomaco perché lui mi fulmina con lo sguardo, seduto sulla poltrona di pelle dietro la scrivania. Dovrei correggermi? Decido di sedermi e tacere. «A che punto siamo con l'accordo Portman?» sbotta, quasi sputando sotto i baffi macchiati di whisky e nicotina. «Venerdì abbiamo lavorato fino a notte fonda. Ho fatto venire in ufficio entrambe le società. Ci sono stati momenti di tensione ma abbiamo discusso gli ultimi punti e raggiunto e 7
sottoscritto un accordo quasi all'alba. Oggi redigerò le condizioni sospensive e dovrebbe essere effettuato anche il pagamento.» «Quanto hanno voluto alla fine?» Jack si sforza di nascondere il fatto che è colpito dai miei risultati. Lavora a questo accordo quasi sin dal primo giorno in cui è entrato nello studio legale, ma c'è sempre stato un impedimento ogni qualvolta ha tentato di concluderlo. «Centododici milioni alla stipula. Con la componente aggiuntiva variabile di prezzo potrebbero diventare centoquaranta.» «Uhm.» Jack si appoggia meglio allo schienale. Il suo ventre prominente tende così tanto la camicia da farmi scorgere la pelle e i peli grigi tra un bottone e l'altro. «E il progetto Amber?» «Abbiamo completato la prima fase della verifica di due diligence e intendo inviare oggi per e-mail l'elenco delle nostre domande alle altre sedi.» «Non l'hai ancora fatto?» mi chiede seccamente Jack. No, Jack, ero troppo impegnata a evadere la tua posta e tutte le altre seccature che mi hai lasciato da gestire. «Lo farò al più presto» rispondo in tono remissivo. Passiamo in rassegna tutti gli accordi, undici in totale, e ciascuno con lo stesso ritmo lento e faticoso. Accolgo con riconoscenza la pausa che mi offre Margaret quando ci porta il caffè, permettendomi di riprendere fiato nell'interrogatorio pressante di Jack. «È tutto» dichiara lui infine. Mi precipito quasi letteralmente verso la porta. «Scarlett» mi ferma quando sto già per abbassare la maniglia. «Non credere che non abbia notato l'allusione alla mia vita privata.» Mi trafigge con uno sguardo penetrante e imperscrutabile. Rabbrividendo, esco e chiudo la porta alle mie spalle. Tornata alla scrivania vedo che ci sono già otto o nove e-mail. Apro quella della mia migliore amica nonché mia collega. Da: Amanda Darling A: Scarlett Heath Inviato: lunedì 5 ottobre 2015, 09.48 Oggetto: Vecchio barbogio Cos'ha da urlarti contro oggi? Non è possibile che sia sessual8
mente frustrato, visto che si è dato parecchio da fare! Sorrido e trattengo una risatina. Da: Scarlett Heath A: Amanda Darling Inviato: lunedì 5 ottobre 2015, 10.16 Oggetto: Re: Vecchio barbogio Non puoi scrivere queste cose sull'e-mail dell'ufficio! Sai come vanno le cose, un socio anziano tratta gli associati come un burattinaio e tira i fili delle sue marionette. Quello che dice lui è LETTERALMENTE legge! Da: Amanda Darling A: Scarlett Heath Inviato: lunedì 5 ottobre 2015, 10.18 Oggetto: Re: Vecchio barbogio Non preoccuparti, un giorno saremo noi ad avere lo scettro del comando! Ci tiriamo su con un aperitivo post-finesettimana dopo il lavoro? Da: Scarlett Heath A: Amanda Darling Inviato: lunedì 5 ottobre 2015, 10.19 Oggetto: Re: Vecchio barbogio Di lunedì? Suvvia! Vorrei ma non posso proprio, scusa. Magari la prossima settimana. Da: Amanda Darling A: Scarlett Heath Inviato: lunedì 5 ottobre 2015, 10.20 Oggetto: Re: Vecchio barbogio Vada per la prossima settimana. Ci conto! Mi metto d'impegno a stilare la lista delle cose da fare, di cui ho appena parlato con Jack. Ben presto sono immersa nel lavoro e solo il brontolio dello stomaco mi fa rendere conto che è passata l'ora di pranzo. «Le... ti ho portato un latte macchiato e un panino. Devi mangiare qualcosa.» 9
Margaret ha la sorprendente abilità di leggermi nel pensiero. È con me da poco ma fa questo lavoro da così tanti anni che è abituata a prendersi cura dei suoi superiori, e sono contenta che il suo precedente capo sia andato in pensione. «Sei un tesoro!» esclamo. Lei alza gli occhi al cielo come per dire che il mio complimento è immeritato e che sta solo facendo il suo dovere, ma so che le fa piacere essere apprezzata. Mi sto lentamente abituando ad avere una segretaria tutta per me, è uno dei vantaggi che ha comportato la mia promozione. Prima ne avevo una in comune con Amanda, ma devo ringraziare Jack per questo. «Scarlett!» Resto con il braccio a mezz'aria mentre sto portando alla bocca il panino, fermandomi così di scatto da far cadere qualche foglia d'insalata sulla tastiera del computer. Ingoio in fretta un boccone e mi stampo in faccia un sorriso falso mentre entro nell'ufficio di Jack, staccando il pane dai molari con la lingua. «Sì?» Avverto un vago olezzo di alcol. Sono da poco passate le tre ma Jack è seduto in penombra, illuminato solo dalla lampada da tavolo verde che getta un cono di luce sui documenti sparsi sulla scrivania. «Abbiamo un nuovo affare, una cosa grossa. Fai piazza pulita di tutti i tuoi impegni. Passa il tuo lavoro ad Amanda e al ragazzo, quello lì, capito chi? Poi affida tutto quello che puoi alla segretaria Comesichiama» mi ordina. «Doug e Margaret.» «Come?» Alza la testa di colpo e mi guarda come se volesse incenerirmi. «Il praticante è Doug e la segretaria si chiama Margaret» mormoro. Ignora la mia precisazione e mi dà indicazioni per organizzare una riunione domattina alle otto e mezza. «E... Scarlett?» «Sì?» «È un accordo importante. Non combinare casini.» Io? E quindi sarebbe colpa mia se non andasse in porto? So come funzionano le cose e so anche che ho ancora davanti a me molti anni di queste angherie, però non posso fare a meno di es10
sere ugualmente indignata e furibonda. Purtroppo non ho tempo da perdere a rimuginare. Margaret si affaccia nel mio ufficio al termine della giornata. «Hai bisogno di qualcosa prima che vada?» «Assolutamente no. Vai a casa, Margaret! E grazie per oggi. C'era tanto da fare e mi sei stata di grande aiuto.» «Di niente. Allora ciao. Non permettergli di farti restare fino a tardi.» «Mai.» Sorrido, strizzandole l'occhio. Accendo la lampada da tavolo e continuo a prepararmi per la riunione di domani, esaminando i documenti relativi al potenziale nuovo cliente, i dati della società, i bilanci, clienti e fornitori, la natura dei beni e servizi forniti, per assicurarmi di essere pronta a rispondere a qualsiasi domanda. Sento dei tacchi a spillo ticchettare lungo il corridoio e riconosco il passo deciso di Amanda. Poco dopo entra e si ferma davanti alla mia scrivania, stupenda come sempre, inguainata in un abito verde scuro aderentissimo. È alta e formosa ma ha il ventre piatto e un fondoschiena tondo e sodo che qualsiasi donna invidierebbe, nonché capelli rossi che ondeggiano in una piega perfetta, come se fosse appena uscita dal parrucchiere. «Sicura di non voler venire a bere qualcosa? Vengono anche gli altri.» Devo veramente tornare a casa. Le prometto che andrò con lei senz'altro la prossima volta e le auguro buona serata. Quando sento che anche Jack va via chiudo tutto e prendo i fascicoli che mi serviranno nella riunione di domani per portarli a casa. Appena metto piede in strada vengo investita dall'aria gelida; sembra più inverno che autunno. Abbottono l'impermeabile e allaccio il cinturino del colletto per ripararmi meglio. «Scarlett. Vuoi un passaggio a casa?» mi chiede Jack con voce roca. Butta in terra il mozzicone della sigaretta e lo schiaccia con la punta della scarpa di coccodrillo. Ha lo stesso sguardo truce di prima. «No, grazie. Sono soltanto poche fermate in metro, è più rapido che andare in macchina.» Mi sforzo di sorridere. «E poi per te è fuori strada.» «Non mi dispiace fare una deviazione per te, Scarlett» replica con una voce strana che mi fa rabbrividire. 11
Disposta a tutto di Laura Carter Lui è terribilmente ricco e bello, lei è una delle avvocatesse più promettenti di Londra. Quando si incontrano, tutto quello di cui hanno bisogno sembra essere una sala riunioni per discutere di un'acquisizione societaria ostile. Scarlett è una donna seria e ambiziosa, rispettosa delle regole, con una storia faticosa alle spalle... finché il milionario Gregory Ryans non irrompe nella sua vita. Se in principio sembra solo business, quando le labbra di quell'uomo così sexy si posano sulla sua pelle, ogni resistenza risulta vana. Scarlett non può reprimere i sentimenti che stanno nascendo dentro di lei e si scopre disposta ad assecondare tutti i desideri di quell'uomo, anche i più biechi. Gregory, però, non le ha detto tutta la verità: il suo passato rischia di schiacciare il loro promettente futuro insieme...
Vanilla di Megan Hart Elise sa cosa vuole a letto, e fa sempre in modo di ottenerlo. Da tempo ormai placa la sua sete di dominio con una serie di uomini ben felici di sottomettersi e inchinarsi davanti a lei. Ma la soddisfazione sessuale è ben altra cosa rispetto all'amore. Elise lo sa bene, in passato è rimasta scottata, avendo donato il proprio cuore avventatamente. Quando incontra Niall, l'intesa che prova è intensa ed elettrizzante. Quell'uomo è bello, intelligente e dolce come la vaniglia. Elise, nonostante i suoi tentativi, non riesce a impedirsi di amarlo. I gusti sessuali di Niall, però, sono molto lontani da ciò che lei cerca da un uomo. Come può funzionare una relazione dove entrambi gli amanti vogliono essere il partner più forte?
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Questo volume è stato stampato nel febbraio 2018 da CPI Moravia Books