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CAROL MARINELLI
Dolci evasioni per la principessa
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Protecting the Desert Princess Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2014 Carol Marinelli Traduzione di Leonora Sioli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony ottobre 2015 Questo volume è stato stampato nel settembre 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3027 del 23/10/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 «Principessa Layla, è emozionata per...» Layla aspettò con pazienza mentre la ragazzina sullo schermo del computer cercava di trovare le parole più adatte. Tramite connessione video, la principessa Layla parlava periodicamente alle bambine e alle ragazzine di Ishla, per incoraggiarle a studiare l'inglese e a impegnarsi nello studio. Dedicando a ogni classe un'ora, riusciva a comparire virtualmente in ognuna di esse almeno una volta al mese. Le piaceva conversare con le giovani studentesse ed era felice che quel progetto stesse riscuotendo tanto successo. «Principessa Layla» ricominciò la ragazzina, «è emozionata all'idea di andare in Australia con il principe Zahid e la principessa Trinity, per la loro luna di miele?» Appena vennero pronunciate quelle parole, luna di miele, l'intera classe scoppiò a ridere e Layla dovette trattenersi per non unirsi alla loro risata. La classe era costituita da bambine di dieci anni, tutte grandi ammiratrici dell'affascinante principe e della sua splendida moglie inglese e tutte interessate al tema matrimonio. E luna di miele, ovviamente. «Brava, ti sei espressa molto bene» si complimentò 5
Layla, quando in classe tornò il silenzio. «La domanda era formulata in maniera corretta. E, sì, sono emozionata e felice all'idea di partire con mio fratello e sua moglie per Sydney. Sapete che questa è la mia ultima ora di lezione prima di salire sull'aereo reale, questa sera?» Il matrimonio di Zahid e Trinity era stato un evento che tutti a Ishla avevano seguito con grande partecipazione, nonostante poco prima della cerimonia fosse stata divulgata la scioccante notizia che la sposa era già incinta. Layla era solita rispondere nel modo più esauriente possibile a chi le rivolgeva domande in maniera educata. Quando le erano state chieste informazioni riguardo alla gravidanza di Trinity, però, si era sentita a disagio. Non tanto perché si trattasse di un argomento delicato a Ishla, quanto piuttosto perché non conosceva le risposte. Era stato allora che si era resa conto che non poteva continuare a essere così ingenua e che doveva uscire dagli stretti confini del suo bel palazzo per scoprire che cosa ci fosse al di fuori. In realtà aveva sempre sognato di fare un viaggio lontano da Ishla, tanto che, prima ancora di sapere chi avrebbe sposato suo fratello, Layla lo aveva convinto a permetterle di accompagnarlo in luna di miele. In quanto futuro re, in effetti, Zahid non avrebbe potuto dedicarsi completamente alla moglie e così era stato deciso che Layla sarebbe partita con gli sposi per tenere compagnia, appunto, alla consorte di Zahid. Ora, però, sapendo quanto fossero innamorati, Layla aveva la sensazione che Zahid e Trinity avrebbero preferito partire da soli. Lei, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla possibilità di realizzare il suo grande sogno, e non se ne sentiva affatto in difetto. O forse sì. Il suo senso di colpa, però, non dipendeva dal fatto che sarebbe stata di troppo, quanto piuttosto dall'idea di ciò che aveva deciso di fare una volta arrivata in Australia. 6
«Principessa Layla ha paura?» le chiese un'altra ragazzina. «Un po'» rispose lei, anche se in realtà era letteralmente terrorizzata. «Dopotutto non sono mai uscita da Ishla e non so che cosa aspettarmi. Sono anche molto contenta, però. Sarà una grande avventura ed era da tanto tempo che desideravo fare questo viaggio.» «Principessa Layla...» Le mani di tutte le bambine erano alzate. Le sue studentesse la adoravano e proprio per poter parlare con lei, si impegnavano molto a scuola e facevano sempre i compiti. Layla avrebbe voluto rispondere a ogni loro domanda, ma prima di partire doveva incontrare suo padre, il re Fahid, e così dovette terminare la lezione. «Purtroppo non c'è più tempo per chiacchierare. Che ne dite, invece, di augurarmi buon viaggio?» Le bambine la accontentarono facendola sorridere. «Le mancheremo?» le domandarono. Layla alzò l'indice e il pollice, tenendoli a poca distanza tra loro. «Così» rispose, ma quando le bambine protestarono, Layla aprì le braccia più che poté. «O forse così! Sapete che mi mancherete da qui fino alla luna.» Avrebbe sentito davvero la loro mancanza, rifletté lei poco più tardi, mentre era sdraiata sul letto a pancia in giù, davanti al computer. Chissà se suo padre le avrebbe permesso di insegnare ancora, dopo che... Alt. Layla si impose di non pensarci. Qualsiasi sarebbero state le conseguenze delle sue azioni, le avrebbe subite. Avrebbe avuto una settimana di totale libertà. Il resto, per ora, non contava. Certo, la spaventava da morire l'idea di salire su un taxi da sola, a Sydney, ma aveva visto innumerevoli video al computer ed era sicura che avrebbe saputo come comportarsi. 7
Adorava il suo computer! Il re Fahid stava invecchiando e, anche se nessuno doveva saperlo a Ishla, era molto malato, quindi non riusciva più a tenerla sotto controllo come faceva in passato e non si era minimamente reso conto del fatto che il computer le aveva aperto un mondo intero. Layla aveva sempre vissuto una vita molto protetta, non le era mai stato consentito di avere un telefono né di guardare la televisione. Le era stato concesso di usare il computer solo perché era lo strumento che le permetteva di insegnare e il re Fahid aveva visto in quell'attività un modo per tenerla occupata e lontano dai guai. Layla aprì la pagina che aveva studiato attentamente per settimane, vale a dire da quando aveva scoperto quale sarebbe stata la meta della luna di miele di Zahid e Trinity. Eccolo! Sorrise di fronte al suo viso dai lineamenti decisi, duri. Mikael Romanov era, secondo quanto Layla aveva letto, un affermato avvocato penalista, e uno dei più conosciuti in Australia. Russo d'origine, aveva studiato in Australia, dove si era fatto conoscere per il suo temperamento caparbio e spietato, che molto spesso gli aveva consentito di vincere cause in apparenza impossibili. Ottimo, pensò Layla. Per tenere testa a Zahid e, eventualmente, al re, il signor Romanov avrebbe dovuto fare appello a tutta la propria determinazione. Secondo le ultime notizie, al momento era impegnato nella difesa di un uomo accusato di avere assassinato la propria compagna. Layla aveva seguito il caso con interesse, leggendo gli aggiornamenti sul computer ogni sera, prima di addormentarsi. Adorava gli ultimi video caricati, nei quali Mikael u8
sciva dal tribunale e camminava in mezzo ai giornalisti che lo assalivano di domande. Tutti si chiedevano come potesse difendere un mostro, ma a lui non importava. Forse gli avrebbe fatto piacere concentrarsi su questioni familiari e prendersi una pausa da quel terribile caso. Perché, in effetti, Mikael non sembrava contento di doversene occupare. Non c'era una sola fotografia nella quale Mikael Romanov sorridesse. Layla fu percorsa da un brivido mentre ingrandiva un'immagine del suo viso. Le sue labbra avevano un aspetto così dolce, a dispetto della sua espressione seria. Aveva capelli neri che risaltavano sulla carnagione pallida, ed era sempre elegante, impeccabile. E la sua voce... Quella voce... Cliccò sul video di una sua intervista di un paio di anni prima. Mikael teneva testa al giornalista, parlando con quella voce decisa, profonda, che aveva il potere di ipnotizzarla. «Stia attento a quello che dice» affermava l'avvocato puntando l'indice verso il cronista. «Devo forse ricordarle che il verdetto è stato unanime?» Layla non lo aveva scelto per la sua bellezza, eppure più guardava le sue immagini, più informazioni scopriva su di lui e più sentiva il desiderio di conoscerlo. Guardò i suoi occhi grigi, occhi di ghiaccio, che però avevano la capacità di scaldarle il cuore. C'erano poi alcune immagini che, invece, non le piacevano affatto. Immagini in cui Mikael era circondato da splendide donne. Molte splendide donne. In una, Mikael era su uno yacht con un'avvenente signorina bionda in topless. O almeno Layla immaginava che fosse in topless visto che la parte del seno era oscurata. Piegò le labbra in un'espressione imbronciata, e poi si strinse nelle spalle. 9
Suo fratello Zahid era stato ribelle da ragazzo. Lei non voleva seguire le sue orme. Desiderava solo divertirsi e sognare un po'. E ovviamente sarebbe tornata a Ishla vergine. Prima di sposare un uomo che non amava, sperava di poter fare solo alcune semplici cose. Chiuse il computer e si girò, sdraiandosi sulla schiena. Rimanere un'intera giornata a letto, per esempio, senza doversi vestire né parlare con qualcuno. Oppure godersi una cena romantica, una passeggiata mano nella mano e poi magari un ballo, cosa che era vietato fare a Ishla. E infine concludere la serata con un dolce bacio... Spalancò gli occhi quando si rese conto di avere immaginato di baciare Mikael Romanov. No. Layla si impose di togliersi dalla mente quel pensiero. Mikael era un mezzo per raggiungere un fine. E non era di sangue blu. Si mise di nuovo a pancia in giù e aprì il computer per controllare se per caso qualche altra principessa aveva in programma un viaggio in Australia, così magari avrebbero potuto incontrarsi, ma purtroppo non trovò notizie incoraggianti. Quando Jamila, la sua balia, bussò alla porta, Layla cliccò su un gioco di scacchi, quindi la fece entrare. Jamila le preparò il bagno, quindi la svestì e, infine, le diede la mano per aiutarla a entrare nella vasca. «L'acqua è perfetta» le disse Layla, mentre Jamila cominciò a lavarla. «Jamila?» le chiese poi cercando di usare un tono tranquillo. «Ti fa paura l'idea di partire per l'Australia? Perché, se è così, posso parlare con mio padre e spiegargli che non è necessario che tu mi accompagni.» «Sarei molto più agitata, principessa, se sapessi che è in un paese straniero, senza che io mi possa prendere cura di lei» le rispose Jamila. Jamila sentiva un profondo legame nei confronti di 10
Layla. Aveva cominciato a prendersi cura di lei appena era nata, pochi attimi prima che la madre di Layla morisse, e da allora le aveva sempre voluto bene come se fosse stata sua figlia. Ovviamente, però, la principessa non doveva saperlo. Come nessuno doveva sapere che Jamila era segretamente innamorata del re Fahid, e che si incontravano di nascosto per amarsi. «Ecco qui» Jamila passò alla principessa un salviettone e poi cominciò a lavarle i capelli. «Potresti riposarti, mentre noi siamo in Australia» continuò Layla. «Meriti anche tu di fare una vacanza.» «Principessa Layla!» la riprese Jamila, mentre le stava spargendo sui lunghi capelli neri dell'olio di bellezza, «che cosa ha in mente?» «Niente. Pensavo solo che ti avrebbe fatto piacere rilassarti un po'.» Layla non aggiunse altro, ma era preoccupata per come Jamila avrebbe reagito di fronte alle sue azioni. Zahid e Trinity non avrebbero dato un gran peso alle sue piccole follie, del resto anche loro si erano divertiti. La povera Jamila invece... D'altra parte, rifletté Layla, non poteva rinunciare al suo piano solo per non fare soffrire la propria balia. «È troppo magra principessa» commentò Jamila, guardando le ginocchia ossute e le braccia sottili di Layla. «Se anche occupassi tutta la vasca, Jamila, mi diresti comunque che sono troppo magra. Ricordi quando ero piccola, e avevo sempre fame e tu mi dicevi che ero troppo cicciottella?» Jamila si bloccò. Layla non avrebbe dovuto ricordare quei tempi. In effetti, per un certo periodo, Layla era stata una bimba paffuta e molto irrequieta. Voleva mangiare sempre, ma quella sua necessità di cibo era un modo per sopperire alla totale mancanza di attenzioni da parte 11
del padre. Il re Fahid era rimasto distrutto dalla morte della moglie Annan e non era stato in grado di occuparsi della figlioletta. Jamila allora aveva cercato di consolare la piccola principessa accontentandola in tutto, pur di non sentirla piangere, poiché c'erano già troppe lacrime in quel palazzo. Erano stati anni così tristi. «Ora deve vestirsi» le disse poi allontanando dalla mente quei dolorosi ricordi. «Il re vuole parlarle, prima che parta.» Layla aveva scelto di indossare una tunica arancione molto semplice, per il viaggio, Jamila però le aveva preparato anche una veste d'argento e sandali gioiello decorati da fili d'argento, perché al loro arrivo in Australia avrebbero potuto trovare ad accoglierli dei dignitari. Splendidi anelli le ornavano le dita affusolate, mentre orecchini preziosi le illuminavano il viso, messo in risalto da un elegante chignon sulla nuca. «Ora puoi andare» disse Layla a Jamila, ma la donna non si mosse. «Ascolterà quello che le dirà suo padre, non è vero?» le domandò preoccupata la donna. «Puoi andare Jamila» le ripeté Layla. Rimasta sola, lei uscì sul balcone. Il sole stava tramontando tingendo il cielo di un bel rosso infuocato. Il deserto sembrava una distesa dorata. Era una vista straordinaria, ma Layla sapeva che c'era molto di più da vedere e da scoprire. Presto sarebbe partita per la sua grande avventura. Non avrebbe rispettato le regole. Per troppo tempo si era sforzata di comportarsi in maniera impeccabile. E una volta tornata dal suo viaggio, sarebbe stata una principessa perfetta, giurò. Ora, però, voleva vivere. Questa era la sua ultima possibilità. Quattro anni prima, a vent'anni, vestita di bianco e o12
ro, era stata condotta giù dalla scalinata verso un grandissimo salone dove avrebbe dovuto scegliere il suo futuro marito, tra gli uomini che avrebbe avuto davanti a sé. Hussain avrebbe dovuto essere il prescelto. Avevano giocato insieme da piccoli e suo padre le aveva spiegato che sposando lui, avrebbe garantito grandi benefici agli abitanti di Ishla. Mentre scendeva la scalinata, però, le era tornato in mente quanto fosse odioso Hussain da bambino, e così si era buttata sul pavimento e aveva cominciato a sbraitare. La dottoressa di palazzo l'aveva tranquillizzata e poi aveva spiegato che la giovane principessa aveva avuto una crisi epilettica a causa dell'ansia. Layla sorrise guardando verso il cielo. Non aveva scelto il suo futuro marito quel giorno. Non aveva avuto una crisi epilettica, le era tornato in mente un episodio che l'aveva fatta rabbrividire. «Sei capace di far bruciare un fiammifero due volte?» le aveva chiesto Hussain quando Layla aveva nove anni. «No, fammi vedere.» Sgranando gli occhi, lei lo aveva guardato accendere il fiammifero per poi spegnerlo, e infine affondarle la punta rovente sul polso. Le era rimasta una piccola cicatrice e ora, guardandola, Layla si domandò se Hussain fosse rimasto meschino come allora o se con il tempo fosse cambiato. C'era da augurarsi che avesse smesso di fare assurdi giochetti con i fiammiferi. Rientrò e aprì il cassetto dell'armadio, da cui tolse un piccolo pacchetto. Il rubino scuro che vi era contenuto si chiamava Opium e le era stato regalato alla nascita dal re di Bishram. Doveva valere molto. O almeno Layla si augurava che così fosse, perché aveva letto che Mikael Romanov era 13
un avvocato molto costoso e dubitava che per lei avrebbe fatto un'eccezione. Infilò il gioiello in tasca, cercando di convincersi che sarebbe andato tutto bene, quindi attraversò il palazzo per raggiungere lo studio del padre. Qui Abdul, il consigliere del re, la fece entrare e poi andò via, per lasciarla sola con Fahid. «Non vedi l'ora di partire?» le domandò il padre. «Sì, è vero.» «In albergo avrai la tua stanza, comunicante con quella di Jamila. Lei si prenderà cura di te, ma quando non sarai con Jamila dovrai essere sempre o con Zahid o con Trinity, d'accordo?» «Lo so.» «Se andrai al ristorante, Trinity dovrà accompagnarti e se avrai bisogno di andare...» «Papà» lo interruppe Layla, «conosco le regole.» «Le regole servono per proteggerti» le spiegò Fahid. La guardò attentamente. L'amava così tanto. Layla era testarda, ribelle e anche un po' arrogante, proprio come lo era stata sua madre. Avendo sempre vissuto a palazzo, però, era molto ingenua. «Layla, non ti ho fatta venire qui per farti la predica, ma ti prego di ascoltare quello che ho da dirti. Là fuori, è tutto diverso rispetto a qui. Le persone sono diverse. C'è traffico e...» Il re fece una smorfia sconfortata pensando alla figlia in una città straniera, in mezzo alla confusione. Di fronte alla sua espressione intristita, Layla avvertì una stretta al cuore. «So che sei preoccupato per me» gli disse, «so che mi hai sempre voluto bene.» Il re chiuse gli occhi, ascoltando queste parole. La verità era che non le aveva sempre voluto bene. Per tutto il suo primo anno di vita, lui l'aveva rifiutata e a volte si domandava se non fosse per questo che Layla era così irrequieta. Si preoccupava così tanto per lei, tanto più ora che si 14
rendeva conto che presto la figlia avrebbe cominciato una nuova vita. Di sicuro le avrebbe fatto bene avere un marito con un carattere forte come Hussain, vero? Era solo che gli sarebbe mancata così tanto la vitalità di Layla... «Hai delle domande da farmi?» le chiese Fahid. «Sì» reagì lei annuendo. «Mi sono informata sulle usanze australiane, per capire se anche loro hanno l'abitudine di inchinarsi davanti a una principessa o di scambiarsi dei regali come segno di rispetto, ma ho letto che in aeroporto vengono controllati tutti i bagagli, e quello che si ha addosso...» si bloccò, quando lo vide ridere. «Che cosa c'è di così divertente?» «Oh, Layla, non te ne devi preoccupare. Si occuperà di tutto la tua scorta, e saranno i diplomatici a pensare ai regali.» «D'accordo. Grazie papà.» «Ti voglio bene, Layla.» «Sì, anch'io te ne voglio e mi dispiace se a volte ti faccio arrabbiare.» «Lo so.» Quello che il re non sapeva era che Layla non si stava scusando per il passato, ma per quello che aveva in mente in fare una volta arrivata in Australia.
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