Fotografie molto piccanti

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Le più belle saghe storiche d’autore, da collezionare.

Inghilterra, XIX secolo. A volte basta uno sguardo per innamorarsi. Quando la felicità sembra a portata di mano, una serie di imprevisti rischia di cambiare il corso delle loro vite per sempre… ma l’amore è più forte di tutto.

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FOTOGRAFIE MOLTO PICCANTI REGINA KYLE


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Triple Dare Harlequin Blaze © 2015 Denise Smoker Traduzione di Elisabetta Elefante Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation giugno 2017 Questo volume è stato stampato nel maggio 2017 da CPI, Barcelona HARMONY TEMPTATION ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 361 dello 01/06/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 «Andiamo, Cade, che aspetti? Datti una mossa o giuro che vengo lì dietro e ti strappo i vestiti di dosso.» Cade fissò accigliato il costume che aveva in mano. Ammesso che un perizoma di raso rosso potesse essere definito un "costume". Aveva dato per scontato che gli avrebbero chiesto di posare in divisa, o tutt'al più a torso nudo, con i pantaloni sbottonati e abbassati sui fianchi. Dopo tutto, il calendario CUORI E FIAMME era un'istituzione, un appuntamento fisso per i Vigili del Fuoco di Stockton che accettavano di spogliarsi per devolvere il ricavato delle vendite in beneficenza. Ogni anno a una associazione diversa: stavolta toccava a un rifugio per cani e gatti abbandonati, una causa che Cade appoggiava al cento per cento. Ma apparire su un calendario con un perizoma... Non era mica uno spogliarellista, che diamine! «Con questo addosso sarò praticamente nudo.» Così dicendo, appese il minuscolo indumento all'indice e lo lasciò penzolare oltre il bordo superiore del paravento. «Non sto scherzando, Mister Dicembre. Ho i minuti contati, forza: mettitelo e vieni fuori.» 5


Con un grugnito, Cade cominciò a togliersi le scarpe. «Conto fino a tre. Uno...» La maglietta venne sfilata rapidamente. «... due...» I pantaloni e i boxer finirono sul pavimento. «... e tre!» Cade si infilò il perizoma, guardò in basso e... cavoli! Era talmente minuscolo che non copriva quasi niente. Provò a sistemarselo, senza riuscirci più di tanto. «Ehm, Ivy... mi sa che abbiamo un problema.» «Direi di sì, visto che il tempo a tua disposizione è scaduto e ancora ti nascondi lì dietro come una prostituta al ballo dell'oratorio.» Cade soffocò una risatina. Ivy riusciva sempre a farlo ridere. Ne avevano combinate insieme, da ragazzi, lui, Ivy e il suo gemello Gabe, che guarda caso era il suo migliore amico. Le matite infilate nel naso alla scuola materna, le sigarette fumate di nascosto nella palestra del liceo, il furto della mascotte della squadra di football loro avversaria nella finale del campionato studentesco – una capretta recalcitrante che avevano tentato di nascondere nella casetta di legno costruita sull'albero del giardino dei Nelson... Un momento: quelle ultime due imprese in realtà erano state opera sua e di Ivy. Quella benedetta ragazza era audace, avventurosa, sempre pronta ad accettare qualsiasi sfida le lanciassero i due amici, pur di poterli seguire nelle loro scorribande. Una volta lo aveva persino visto nudo. Ma all'epoca Cade avuto sei anni e correva nell'erba alta del giardino, sotto gli schizzi dell'irrigatore acceso. 6


«E va bene, te la sei cercata. Pronto o non pronto, vengo a prenderti.» «Eccomi, arrivo!» Cade respirò a fondo, ricordandosi per la centesima volta che lo faceva per beneficenza, e uscì dal paravento. «Un momento, quasi dimenticavo...» Cade ammirò uno scorcio del fondoschiena di Ivy che spariva nello sgabuzzino all'angolo dello studio fotografico. L'aveva trovata lì, al suo arrivo; gli aveva urlato di spogliarsi e di sbrigarsi perché era già in ritardo con la tabella di marcia. La fronte aggrottata, ora Cade osservò con attenzione la sala. Parquet per terra, pareti nude, sfondo bianco, fari attenuati da grossi ombrelli aperti. La macchina fotografica montata su un cavalletto, pronta a entrare in funzione. C'era praticamente tutto. «Che cosa hai dimenticato?» «Il tocco finale per il tuo costume.» «Vuoi dire che c'è un qualche accessorio che completa questa specie di filo interdentale?» «Non proprio.» Lei riemerse dallo sgabuzzino con un berretto rosso di Babbo Natale in una mano e un micetto grigio e bianco nell'altra. Ma non fu né il gatto né il cappello a catturare l'attenzione di Cade. Fu Ivy. No, dico, era proprio lei!? Era andata via da Stockton da almeno dodici anni e ci tornava molto di rado; Cade l'aveva vista di sfuggita forse... tre, quattro anni prima. Ma davvero, era cambiatissima. E in meglio! «Come ti sei vestita?» Il cuore gli sussultò nel pet7


to alla vista dei pantaloncini cortissimi e della T-shirt attillata che le fasciava le morbide curve dei seni. Che fine avevano fatto i jeans coi tasconi e le felpe enormi che era solita indossare da ragazza? Anche i capelli erano diversi: la massa ribelle di riccioli ramati era ora serrata in una specie di banana trattenuta da uno spillone dietro la nuca. Un'acconciatura pratica, arrangiata. Perché all'improvviso la trovava terribilmente sexy? «Meglio di te, poco ma sicuro.» Così dicendo, Ivy gli consegnò il micetto e gli sistemò il berretto sulla testa, lasciandoglielo un tantino inclinato. «Ehi, non te la prendere con me. Sei tu che hai scelto questo coso» borbottò, mentre indicava il perizoma con la mano libera. Il micetto prese ad agitarsi e se lo posò su una spalla, lasciando che la bestiola gli si strofinasse sotto il mento. «Veramente è stato Hank a sceglierlo» precisò Ivy, nominando il fotografo che aveva sempre realizzato il calendario. Si era tirato indietro all'ultimo momento e lei, che casualmente si trovava in città, si era offerta di rimpiazzarlo. «Io ho solo finito quello che ha cominciato lui.» «Nessuno dei miei colleghi era vestito come uno spogliarellista, mi pare.» «Nessuno dei tuoi colleghi ha il tuo fisico.» Ivy si girò a sistemare un obbiettivo, ma non prima di aver dato una sbirciatina al davanti del... perizoma di Cade. Interessante. Aveva sempre pensato a lui come a una specie di fratello. Per lo meno, fino all'ultimo anno del liceo. «Hank mi ha detto che ti hanno fatto la corte per anni, ma che non erano mai riusciti a con8


vincerti a posare» continuò. «Come mai hai cambiato idea?» Con un'alzata di spalle, lui raggiunse il telo bianco che faceva da sfondo. «Mia madre si sarebbe sentita in imbarazzo con le amiche del Club del Giardinaggio sapendo che il suo pargolo aveva posato quasi senza veli. Ma l'anno scorso mio padre è andato in pensione e si sono trasferiti a Chapel Hill, e così...» «Occhio non vede, cuore non duole.» «Esatto. E ammesso che i miei lo scoprissero, sarebbero a duemila miglia da qui» concluse Cade. Sebbene, conoscendola, sua madre avrebbe sicuramente trovato il modo di fargliela pagare, anche a distanza. Ivy sbirciò nell'obbiettivo fingendo di fissare qualcosa, poi si raddrizzò con le mani sui fianchi. Nel movimento, sporse i seni con un gesto inconsapevole. E Cade deglutì a fatica. Accidenti, ma era sempre stata così ben accessoriata? A questo erano servite le felpe enormi che indossava da ragazza? A nascondere tutto quel ben di Dio? Ehi, bello, datti una calmata. Ivy è sempre stata una sorella per te. «Bene.» Ivy si sistemò dietro un orecchio un ricciolo che continuava a caderle sul viso. «Diamoci una mossa, allora.» Cade lisciò il musetto del gattino. «Dove ci mettiamo?» «Per ora resta dove sei: devo sistemare le luci.» Lui si spostò da un piede all'altro, accarezzando il gatto e ordinando a se stesso di non fissare troppo sfacciatamente le sinuose curve della giovane donna che raddrizzava il faretto. 9


«Come si chiama questo piccoletto?» «Bilbo.» «Che sarebbe il protagonista di The Hobbit, o sbaglio?» «Il guardiano del canile è un appassionato di film di fantascienza.» Ivy raggiunse un secondo faretto. «Per la cronaca, cerca casa anche lui.» «Il guardiano del canile?» «Ma no, Bilbo.» Ivy smise di fingersi indaffarata e gli scoccò un'occhiata di sbieco. «Ti interessa?» «No, grazie. Personalmente preferisco i cani. Non potevate procurarmi un rottweiler? O un bel dobermann?» «Il rottweiler lo ha voluto il tuo capitano. E il dobermann non ce lo avevano.» Ivy bighellonò fino al treppiede. «E poi un bel maschione tutto muscoli che accarezza un micetto peloso vende di più.» Quell'uscita diede a Cade l'imbeccata per prenderla in giro. «Un bel maschione tutto muscoli? È questo che pensi di me?» «Ma fammi il piacere!» Ivy roteò gli occhi. «Tutte le femmine di Stockton ti muoiono dietro, e lo sai benissimo.» Cade afferrò Bilbo, che gli si stava arrampicando sulla schiena. «Ti riferisci a Maude, della tavola calda, che l'altro giorno ha compiuto ottantacinque anni? O alla signorina Frazier, la bibliotecaria che fischietta sempre quell'aria de La Traviata nella dentiera?» «Gabe dice che ultimamente te la fai con la nuova cassiera di Gibson. Quella con quel gran...» «Sorriso?» Lui alzò e riabbassò le sopracciglia. «Cervello? No, davvero, è bravissima a fare a mente 10


le moltiplicazioni a tre cifre. Un vero talento naturale.» «Stavo per dire quel gran paio di tette» puntualizzò Ivy, spostandosi verso un tavolo. «Metti giù Bilbo e resta lì fermo, coi piedi allargati e le braccia aperte.» Il gatto venne adagiato sul pavimento, ma Cade allacciò le braccia. «Perché dovrei?» Quando Ivy si girò, aveva in mano una boccetta spray di liquido incolore. Gli si avvicinò col passo felino di una leonessa pronta a scagliarsi sulla sua preda. «Cos'è quella roba? Non vorrai mica...» «Sì, bravo, hai indovinato. Bagnato sembrerai ancora più figo. Ora piantala di fare tutte queste storie e apri le braccia.» Ivy Nelson faceva del proprio meglio per mostrarsi distaccata e professionale, mentre avanzava stringendo in mano la boccetta di acqua e glicerina, ma non era affatto facile. Cade Hardesty con indosso nient'altro che un perizoma era infinitamente più sexy di come lo avesse immaginato. E sì che lei lavorava parecchio di immaginazione! Rallentò il passo fino a fermarsi, sentendo che le gambe stentavano a reggerla. La mano in cui stringeva la boccetta scivolò lungo un fianco mentre quella libera abbassava il bordo della T-shirt, che si sollevava lasciando scoperti troppi centimetri di pancia bianchissima. Non ricominciare, stupida! Non entrerai mai in una quaranta, e forse nemmeno in una quarantadue, 11


ma chissenefrega? Non sei più Ciccia Salsiccia da un bel pezzo! Tornò a serrare la boccetta con forza. Aveva fotografato centinaia di modelli e celebrità, toccato con le sue mani alcuni dei corpi più belli del pianeta. Perché per Cade doveva essere diverso? Perché Cade era stato il suo primo amore; il ragazzo per cui aveva passato interi pomeriggi a struggersi, sebbene ai suoi occhi non fosse mai stata altro che la sorella pestifera di un amico, il facile bersaglio di scherzi adolescenziali, la occasionale compagna di ragazzate, una persona con la quale tutt'al più farsi quattro risate. «Ci mettiamo al lavoro o cosa?» Il ragazzo di un tempo era diventato un uomo, e che uomo! L'immagine della virilità dirompente con le braccia allacciate sull'ampio torace abbronzato dai muscoli armonici e ben delineati. Gli anni di intensa attività sportiva, prima al liceo e poi al college, erano stati seguiti dall'addestramento presso il corpo dei Vigili del Fuoco e gli anni di servizio attivo: tutto questo aveva contribuito alla perfezione di quel fisico maschio. I bicipiti sodi. Gli addominali scolpiti. Fianchi snelli e glutei poderosi. Caviglie ben modellate... persino i piedi erano incredibilmente sexy. Per non parlare di quel che il perizoma copriva a malapena! Un brivido caldo percorse Ivy da capo a piedi, facendole accapponare tutta quanta la pelle. «Ehi, sei connessa?» Cade le scostò un ricciolo ramato dalla fronte. «Hai presente il mio fondoschiena? Ancora un po' e si congela e casca per terra.» Lei allungò il collo per dare una sbirciatina. Niente 12


affatto: quel fantastico fondoschiena era ancora al suo posto. «Riscaldo un po' l'ambiente» decise. Si ricompose e raggiunse il termostato, per alzare la temperatura. Per lei, in realtà, faceva anche troppo caldo: ora sarebbe andata letteralmente a fuoco. Accidenti a Hank e al suo colpo della strega! E stupida lei, a offrirsi di sostituirlo. Era a Stockton da meno di una settimana; era rientrata in fretta e furia per accudire suo padre, reduce da un infarto, non per sbavare su una squadra di vigili del fuoco mezzi nudi. Uno in particolare, che conosceva sin dalle elementari. Vabbe', l'importante era tenere duro fino alla conclusione di quella seduta fotografica. Poi sarebbe rimasta a Stockton solo per lavorare nel vivaio dei suoi genitori, assicurarsi che suo padre prendesse tutti i farmaci e seguisse alla lettera la dieta a basso contenuto di colesterolo che gli era stata prescritta. Non avrebbe avuto il tempo di continuare a struggersi per Cade. Né ci sarebbero state altre occasioni di incontrarlo, o di rivedersi con i compagni dei vecchi tempi. Tempi che, francamente, avrebbe preferito dimenticare. «Va meglio?» Tornò a girarsi: Cade aveva ripreso in braccio Bilbo e il gattino faceva le fusa mentre lui gli percorreva il pancino con un dito, disegnando lenti cerchi. Beato te, piccolino! «Scusa.» Cade le rivolse un sorriso che la sciolse tutta. «Deve sentirsi così solo, poverino.» «Sicuro di non volertelo portare a casa?» 13


«Te l'ho detto, preferisco i cani.» Il gatto teneva la testa reclinata all'indietro e gli occhietti socchiusi: sembrava in estasi. «Bilbo non è d'accordo.» «Tempo due giorni e lo adottano. Magari trova una famiglia con qualche bambino che lo soffocherà di coccole.» Cade non aveva tutti i torti. I cuccioli e i micetti trovavano casa subitissimo, a differenza delle bestiole più grandicelle. Ivy non avrebbe esitato ad adottarne una se la sua professione non l'avesse portata troppo spesso fuori sede. Ma Cade non aveva questo problema. «E un bel cagnolone, allora? Non te lo prenderesti in casa? Ce ne sono tanti, di trovatelli.» «Chi lo sa? Un giorno, magari. Ora sono troppo impegnato tra il lavoro... e tutto il resto.» «Il resto sarebbe la cassiera di Gibson's?» Ivy si pentì di quella uscita infelice prima ancora di aver ultimato la frase. Che diritto aveva di essere gelosa? Cade aveva trent'anni, non voleva legami ed era un gran bel fusto. Poteva darsi alla pazza gioia con tutte le ragazze che voleva. Peccato che tra quelle ragazze non ci fosse lei. Oh, be', al diavolo. C'erano tanti bei ragazzi in giro... «Ma cos'è, una seduta fotografica o un interrogatorio della Santa Inquisizione?» Il lento sorriso che accompagnò quella frase lasciava intendere che Cade non se l'era presa. «Pensavo che fosse Gabe il re degli interrogatori.» «Sì, figuriamoci.» Lei tornò al cavalletto e batté una mano sulla sua Nikon D3. «Lui farà anche l'avvo14


cato, ma se c'è da tirare fuori qualcosa da una persona, con questa qui sono molto più brava di lui.» «Allora incominciamo, no?» Cade indicò la boccetta che Ivy ancora stringeva in mano. «Hai deciso di usarla o la tieni per compagnia?» Lei fece un passo indietro e lo studiò con tutta l'obiettività di cui era capace, cioè sfilandosi metaforicamente gli occhiali della ragazzetta alla prima colossale cotta della sua vita e inforcando quelli della fotografa che aveva fatto incetta di premi in mezzo mondo. Si morse un labbro e annuì, notando che la luce si rifletteva nel modo giusto sui pettorali gonfi, sulla leggera peluria chiara che scendeva fino all'ombelico... e più in basso. «No.» Posò la boccetta sul pavimento, fissò meglio la macchina fotografica sul cavalletto e svitò il copriobbiettivo. Cade era la quintessenza del maschio americano forte e vigoroso. Il sogno di qualsiasi donna. Non aveva bisogno di filtri o di trucchi particolari per essere immortalato: era naturalmente fotogenico. Le sue foto sarebbero state fantastiche. Ma forse poteva inventarsi qualcosa per renderle ancora più accattivanti. Qualcosa di insolito. Di avventuroso, perché no? «Girati.» «Cosa?» «Hai capito, girati. E mettiti Bilbo su una spalla.» Lui eseguì. «Stai cercando di immortalare il mio lato migliore?» «Qualcosa del genere.» Ivy accese la macchina fotografica e sbirciò nell'obbiettivo. «Perfetto. Ora guarda Bilbo.» 15


Cade girò la testa e fissò il gatto. «Rilassati.» Ivy abbassò di qualche centimetro il cavalletto. «Accarezzalo e prova a parlargli.» «E che dovrei dirgli, di grazia?» «Improvvisa.» Ivy guardò nell'obbiettivo decisa a mettere a fuoco l'interazione tra il suo modello e il gattino, invece che i glutei sodi lasciati scoperti dal perizoma. «Digli quant'è carino, raccontagli i particolari della tua ultima conquista o recitagli una filastrocca. Strapazzalo di coccole.» «Hai sentito, piccoletto?» Cade gli grattò la testolina. «Dovrei strapazzarti di coccole.» Senza smettere di fare le fusa, Bilbo si allungò a dargli una leccatina sul mento. Cade reclinò il capo all'indietro e rise, sfoderando quel sorriso a duemila volt che lo rendeva ancora più bello di quanto già non fosse. «Benissimo» osservò Ivy. Sfilò la macchina fotografica dal cavalletto e gli girò intorno, con l'intento di immortalarlo da ogni angolazione. «Continua a guardarlo così... Sì, perfetto...» Nell'ora che seguì, lo ritrasse in diverse pose. In piedi. Seduto. Semisdraiato su un divanetto impolverato che tirarono fuori dallo sgabuzzino. E dovette tenere a freno una incandescente inquietudine ogni volta che, suo malgrado, doveva toccarlo per sistemargli un braccio, o una gamba. Fu per lei un vero tormento. Eppure aveva fatto quel genere di lavoro decine e decine di volte. Ma non le era mai capitato di provare quel senso di vertigine, quel fiato corto con nessuno dei modelli, 16


degli attori, delle celebrità che aveva fotografato nel corso degli anni. Quel brivido caldo che, a ogni leggero sfioramento, le accendeva dentro un desiderio incandescente. Per sua fortuna – o sfortuna – ben presto le fu risparmiato il supplizio di doverlo anche solo sfiorare per aiutarlo a mettersi in posa, perché Cade si rilassò: era un talento naturale, addirittura meglio di molti dei modelli professionisti con cui aveva lavorato. E Bilbo era un vero coccolone: continuava a strofinarglisi addosso senza avere bisogno di ulteriori incoraggiamenti. La macchina fotografica non sembrava incutergli soggezione. Insieme formavano una coppia affiatatissima: con loro sulla pagina del mese di dicembre, il calendario sarebbe andato a ruba. E tutte le donne avrebbero perso la testa per Cade. Ivy richiuse l'obbiettivo con più forza del necessario, sforzandosi di ignorare la fitta di risentimento che le bucava lo stomaco e il dolore sottile che le trafiggeva il cuore a quel pensiero. «Va bene.» Risistemò la macchina fotografica sul cavalletto e si allungò verso il gatto. «Ho fatto diversi scatti interessanti. E credo sia ora di riportare Bilbo al canile.» «Lo porto io.» Cade trattenne il micetto. «Tanto ci passo davanti.» «Davanti per andare dove?» Asciugandosi la fronte, Ivy si apprestò ad abbassare il riscaldamento. «La caserma è da tutt'altra parte.» «Oggi non sono in servizio. Ho un appuntamento.» 17


«Con la cassiera di Gibson's? Il genio della matematica?» Lui si tolse il berretto di Babbo Natale e se lo premette sul petto, simulando una espressione inorridita. «Un gentiluomo non va in giro a vantarsi delle sue conquiste.» «E da quando saresti un gentiluomo?» Ivy si riprese il gatto e lo spinse verso il paravento. «Vestiti, dai. Io intanto sistemo Bilbo nel trasportino, così lo riporti in fretta e corri al tuo appuntamento rovente.» A lei invece non restava che tornarsene a casa da suo padre, a occuparsi del vivaio. E a convincersi che doveva smetterla di struggersi per un uomo che sembrava nato per far sognare tutto l'universo femminile. Se solo fosse stato facile...

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361 Fotografie molto piccanti di Regina Kyle Eccitante come il teatro. Coinvolgente come la pittura. Accecante come la fotografia. Sensuale come la danza. Anche la seduzione è un'arte, la più importante di tutte... Abituata a girare il mondo e ad avere a che fare con star di calibro internazionale, la fotografa di moda Ivy Nelson si trova improvvisamente costretta a tornare nella sua città natale. Lì si troverà faccia a faccia con Cade Hardesty, l'uomo che ha popolato i suoi sogni di timida adolescente, pronto a spogliarsi per una buona causa.

362 Addestrato a sedurre di Vicki Lewis Thompson Benvenuti al THUNDER MOUNTAIN, dove all'insegna del coraggio, dell'onore e della passione nascono nuovi eroi. L'indole tranquilla e rassicurante di Brant Ellison lo ha reso uno dei più quotati addestratori di tutta la contea. Niente lo eccita di più di una nuova sfida, in questo caso addestrare un puledro appena arrivato al Thunder Mountain Ranch. Niente eccetto Aria Danes, la sua sexy proprietaria, a cui vorrebbe letteralmente strappare i vestiti di dosso...


DAL 3 AGOSTO 363 Calde note di passione di Regina Kyle Eccitante come il teatro. Coinvolgente come la pittura. Accecante come la fotografia. Sensuale come la danza. Anche la seduzione è un'arte, la più importante di tutte... Un infortunio ha costretto la prima ballerina Noelle a un ritiro forzato presso una prestigiosa clinica di riabilitazione. Tutto quello che le interessa adesso è guarire al più presto per poter tornare in scena. E allora perché Jace Monroe, il cattivo ragazzo del baseball e altro ospite illustre della clinica, con il suo sorriso malizioso e un corpo da sogno riesce a distrarla dal proprio obiettivo?

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Notti di peccato di Vicki Lewis Thompson Benvenuti al THUNDER MOUNTAIN, dove all'insegna del coraggio, dell'onore e della passione nascono nuovi eroi. Liam, pur essendo una guida di rafting, rimane pur sempre un cowboy nel cuore ed è felice di tornare al Thunder Mountain Ranch per il matrimonio del suo fratellastro. E, quando incontra Hope Caldwell, anche lei ospite della tenuta, non può fare a meno di pensare che il suo soggiorno nei luoghi della propria infanzia è destinato a diventare sempre più eccitante. Soprattutto perché anche lei sembra condividere i suoi progetti.


Un nuovo appuntamento con la serie

~ I segreti del Cattleman’s Club ~

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