Gli eredi dello sceicco

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AMORI, SEGRETI, TRADIMENTI. CHELSEA CAMERON È TORNATA ,

UN NUOVO TRAVOLGENTE APPUNTAMENTO CON LA SERIE BEHIND YOUR BACK VI ASPETTA. “Interrogativi, sospetti, amori, questo romanzo ha tutto… Chelsea Cameron non delude mai.” Goodreads Reviews Lui mi ha sottovalutato. La dolce ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi. Ma ammetto che anche io ho fatto lo stesso. Siamo entrambi molto bravi in ciò che facciamo e insieme siamo una bomba, nessuno è in grado di fermarci. Ma devo stare all’erta. L’ultima volta ho giocato e lui non è tipo da prendere il tradimento alla leggera. Dovrò guardarmi le spalle... ma anche preservare il mio cuore.

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E SE LA SECONDA IMPRESSIONE FOSSE QUELLA CHE CONTA? Il brutto anatroccolo si è trasformato in un’affascinante trentenne. ed è pronta a conquistare il suo primo amore (forse). “Assolutamente brillante.” The Sun

Aureliana non è mai stata la ragazza più popolare della scuola, era una sorta di brutto anatroccolo, schernita per le sue origini italiane. Oggi però, a trent’anni, è decisamente cambiata, una splendida donna che gli ex compagni di classe faticano a riconoscere. Ma è difficile fronteggiare l’adolescente timida che è stata un tempo… soprattutto di fronte a James, la sua cotta senza speranza.

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LYNNE GRAHAM

Gli eredi dello sceicco


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Sheikh's Secret Babies Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2015 Lynne Graham Traduzione di Anna Vassalli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony settembre 2016 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3114 del 20/09/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Re Jaul, salito al trono di recente alla morte del padre Lut, lasciò scorrere lo sguardo sul cortile ricco di palme da datteri di fronte al proprio studio. Una bellissima bruna giocava a palla con i due nipotini. Si chiamava Zaliha. Era colta, elegante, di carattere dolce e di classe; sarebbe stata una regina perfetta. Marwan era uno Stato del Golfo, piccolo ma ricco di petrolio e molto conservatore. Un re non poteva restare celibe a lungo. I consiglieri non avevano fatto mistero di questa necessità, esercitando delicate pressioni sul sovrano. Una dinastia reale non è stabile finché non c'è un erede e Jaul era figlio unico, figlio di un uomo, a sua volta, figlio unico. Sui giornali si facevano continue illazioni. Il re non poteva essere visto in compagnia di una giovane donna senza sollevare speculazioni. Jaul serrò le labbra al riaffiorare di ricordi bollenti del giovane che un tempo era stato. Se fosse stato onesto con se stesso, avrebbe saputo perché era tanto indeciso a prendere moglie. Inoltre sapeva perfettamente che, per quanto bella fosse Zaliha, tra loro non c'era la minima attrazione. Ma, in fondo, non era ciò che voleva? Non certo un matrimonio basato su un'eccitazione selvaggia che un tempo l'aveva portato alla delusione. Un lieve bussare alla porta segnalò l'arrivo di Ban5


dar, consigliere legale della famiglia reale. «Mi scuso per essere in anticipo» esordì l'ometto inchinandosi in modo solenne. Jaul lo invitò a sedersi e tornò alla scrivania, inquieto alla prospettiva di un'approfondita discussione su qualche aspetto legale della costituzione che affascinava Bandar più di chiunque altro. «È una questione molto delicata» disse Bandar a disagio, «ma è mio dovere, in qualità di consigliere, di portarla alla vostra attenzione.» Chiedendosi a cosa diavolo si riferisse il vecchio, Jaul lo fissò. «Non c'è nulla di cui non si possa discutere...» «Sì, ma questa è una questione che ho già sollevato diciotto mesi fa con il mio predecessore Yusuf, che mi ha impedito di farne parola, perché vi avrei turbato.» Bandar gli rivolse un'occhiata cauta. «Se così è, vi prego di accettare in anticipo le mie scuse.» Yusuf era stato il consigliere di suo padre ed era andato in pensione quando Re Lut era morto, dando modo a Bandar di succedergli. Jaul arcuò le sopracciglia nere, assalito da un misto di curiosità e di costernazione, chiedendosi quale oscuro segreto su suo padre gli sarebbe stato rivelato. A cos'altro poteva riferirsi questa questione molto delicata? «Non mi turbo facilmente, e il tuo ruolo è di proteggermi da inghippi legali» rispose. «Naturalmente rispetto questa tua responsabilità.» «Allora è meglio che cominci» mormorò Bandar a disagio. «Due anni fa avete sposato una giovane donna inglese e, benché pochi ne siano a conoscenza, è giunto il momento in cui si debba affrontare questa situazione nel modo appropriato.» Era difficile che Jaul, la cui natura testarda, aperta e appassionata era ben nota entro le mura del palazzo, 6


restasse senza parole, ma questa breve premessa lo scosse. «Non si è trattato di un vero matrimonio» ribatté teso. «Mi hanno informato che la cerimonia non era legale perché non avevo ottenuto prima il consenso di mio padre.» «Temo che sia stata una speranza infondata da parte di vostro padre. Voleva che il matrimonio non fosse legale, e Yusuf non ha avuto il coraggio di comunicargli che, invece, lo era...» Il colore defluì dal viso di Jaul, gli occhi scuri che esprimevano stupore a questa rivelazione. «Era un matrimonio legale?» domandò attonito. «Nella nostra costituzione non c'è nessuna legge che impedisca al principe ereditario di Marwan di scegliersi la sposa. Voi avevate già ventisei anni, e non eravate più un adolescente, e il matrimonio è ancora valido, perché non avete fatto nulla per scioglierlo.» Le ampie spalle rigide sotto la tunica, Jaul aggrottò la fronte, cercando di valutare l'entità dell'inattesa notizia che si frapponeva ai suoi piani matrimoniali. Era già sposato. Cioè, era ancora sposato. Di conseguenza, anche se aveva vissuto con la moglie solo poche settimane, ciò che gli stava dicendo Bandar gli provocava un vero e proprio shock. «Non ho fatto nulla per sciogliere quel legame, perché mi era stato detto che il matrimonio non era valido e, di conseguenza, nullo» ammise. «Disgraziatamente non è così.» Bandar sospirò. «Per essere di nuovo celibe dovete ottenere il divorzio, sia per la legge del Regno Unito, sia per Marwan.» Jaul tornò alla finestra dalla quale poteva vedere Zaliha che giocava ancora con i nipotini, ma la mente era altrove. «Non avevo il minimo sospetto. Sarei do7


vuto essere informato della situazione diversi mesi fa...» «Come vi ho detto, Yusuf era il mio superiore e mi ha impedito di sollevare l'argomento...» «Sono trascorsi tre mesi dalla morte di mio padre» gli ricordò aspro Jaul. «Dovevo accertarmi che i miei timori fossero fondati prima di esporvi il problema. Adesso ho appurato che, nonostante la separazione, neppure vostra moglie ha chiesto il divorzio...» Jaul gelò. «Non riferirti a lei come a mia moglie, ti prego» mormorò con tono piatto. «Dovrei riferirmi alla persona in questione come vostra regina?» incalzò Bandar senza il minimo tatto. «Perché è questo che è Chrissie Whitaker. La moglie del Re di Marwan è sempre la regina.» Jaul, impotente, sospirò mentre serrava le mani a pugno in un gesto di aggressività. Aveva commesso un gravissimo errore nella vita, e adesso gli veniva presentato il conto nel momento meno opportuno. Aveva sposato una cacciatrice di dote, che l'aveva abbandonato alla prima occasione, in cambio di sporco denaro. «Naturalmente rispetto l'opinione che vostro padre aveva di lei e che l'ha spinto a non approvare il matrimonio, ma forse adesso...» «No, mio padre aveva dato il giudizio esatto. Era una donna inadatta sia come moglie, tanto più come regina» ammise a denti stretti Jaul, il colore che gli saliva agli zigomi mentre faceva quell'ammissione che lo feriva nell'orgoglio. «Ero un ragazzo ribelle, Bandar... ma ho imparato la lezione.» «Le lezioni che si apprendono in gioventù sono sempre parecchio dolorose» commentò quietamente Bandar, rilevando che l'attuale sovrano era ben diver8


so dal precedente, che si sarebbe infuriato e avrebbe condannato chiunque gli avesse riferito una notizia sgradita. Jaul ascoltava a stento. Era bombardato da ricordi spiacevoli, riaffiorati da un angolo recondito della mente in cui li aveva sepolti. Gli pareva ancora di vedere Chrissie che se ne andava, i meravigliosi capelli biondo argento che ondeggiavano al vento, le lunghe gambe perfette che si muovevano con la grazia di quelle di una gazzella. Ma si era sempre tenuta lontano da lui, ricordò con freddo cinismo. Fin dall'inizio, Chrissie aveva condotto un calcolato gioco di seduzione. Di sangue caldo com'era, e mai respinto da una donna, era stato solleticato nell'ego da lei, che simulava indifferenza. C'erano voluti due anni di insistenza per conquistarla, e lei si era concessa soltanto quando le aveva messo l'anello al dito. Non c'era da sorprendersi se, durante quei due anni di castità forzata, Chrissie Whitaker fosse diventata un'ossessione alla quale non era stato capace di resistere. Il prezzo da pagare, però, per la sua debolezza non si era fatto attendere. Quando aveva lasciato Oxford per tornare a Marwan senza di lei, avevano avuto una lite furibonda e, incredibilmente, da quel giorno non si erano mai piÚ visti. A quel punto, per sua fortuna, era intervenuto il destino a liberarlo da quell'ossessione per lei. In seguito a un incidente molto serio, Jaul si era svegliato in un letto d'ospedale, con il padre seduto al suo fianco, il viso rugoso segnato dalla preoccupazione. Prima di dargli la brutta notizia, Re Lut aveva preso tra le proprie la mano del figlio in un gesto affettuoso di conforto. Chrissie, gli aveva poi annunciato Lut, non sarebbe venuta a trovarlo in ospedale. Il loro ma9


trimonio, aveva proseguito il re, non era valido, e lei aveva accettato una consistente somma di denaro per dimenticare che Jaul fosse mai entrato nella sua vita. Re Lut, praticamente, aveva comprato il suo silenzio e la sua discrezione con una somma davvero ingente che, evidentemente, l'aveva compensata per la supposta perdita di un marito che avrebbe provveduto al suo futuro. Per un attimo, Jaul ricordò una delle pazze fantasie che l'aveva colto mentre giaceva impotente nel letto d'ospedale. Consapevole dell'immunità diplomatica di cui godeva nel Regno Unito, aveva sognato di rapire Chrissie. Adesso scuoteva il capo, stupito per quell'idea balzana che gli era saltata in mente mentre lottava per venire a patti con il fatto terrificante che non solo la moglie non era sua moglie, ma anche che, per un notevole vantaggio economico, non aveva voluto più essere sua moglie. Appena ottenuti i mezzi per essere ricca senza di lui, Chrissie era stata felice di liberarsi del suo principe arabo. E lui, mentre lottava per rimettersi dalle ferite, era stato ossessionato solo da pensieri di vendetta. «Ho bisogno di sapere come intendete gestire questa situazione» riprese Bandar, riportando Jaul al presente. «Con l'assistenza del nostro ambasciatore a Londra ho incaricato uno studio legale di preparare i documenti per il divorzio. Dopo una separazione tanto lunga, ritengono che si tratti di una mera formalità. Posso incaricare lo studio di mettersi in contatto con Chrissie Whitaker?» «No...» In un istante, Jaul si voltò, i tratti del viso irrigiditi. «Se lei non è consapevole di essere ancora mia moglie, non deve assolutamente intromettersi una terza persona. Informarla della situazione è una responsabilità mia.» 10


Bandar aggrottò la fronte, colto alla sprovvista da questa decisione. «Ma, Altezza...» «Glielo devo. Dopotutto è stato mio padre a trarla in inganno sulla validità del nostro matrimonio. Chrissie ha un carattere forte. Ritengo che un approccio personale porti più facilmente a una conclusione positiva. Le porterò io i documenti del divorzio.» «Capisco.» Dopo aver seguito il ragionamento del re, Bandar annuì. «Un approccio discreto e diplomatico.» «Come dici tu» ammise Jaul, meravigliandosi per l'entusiasmo che l'aveva colto all'idea di rivedere Chrissie. Era qualcosa che non aveva niente di diplomatico, né di discreto. Ma, d'altra parte, nessuna donna l'aveva eccitato come lei. Naturalmente, adesso che sapeva quanto fosse interessata e venale, quell'attrazione sarebbe stata sopita, rifletté con assoluta certezza. Era intelligente, e non più vittima degli ormoni. Aveva lavorato molto su questo aspetto della propria natura, non appena si era reso conto di quanto la libido potesse ingannarlo. Con Chrissie aveva imparato una lezione che non avrebbe più scordato. Non si sarebbe mai messo nella situazione di essere vulnerabile nei confronti di una donna. Perciò aveva deciso di non evitare più il matrimonio, e di scegliersi una sposa al più presto. Questa considerazione lo rasserenò un poco ma, rendendosi conto dell'ostacolo che ancora doveva superare prima di raggiungere l'obiettivo, incurvò la bocca in una smorfia di disgusto. Lo urtava l'idea di avvicinare Chrissie con modi civili. Non c'era niente di lontanamente civile in ciò che provava per lei... Non c'era mai stato. Le braccia cariche di regali, Chrissie aprì con la 11


spalla la porta della scuola elementare in cui insegnava, e si avviò alla macchina. «Dai, permetti che ti dia una mano...» Un giovane alto con capelli neri e un sorriso aperto la avvicinò, togliendole dalle braccia alcuni pacchetti per consentirle di aprire la portiera. «Parola mia, sei molto apprezzata dalla tua classe!» «Non hanno fatto anche a te dei regali?» chiese Chrissie a Danny, il collega che insegnava all'ultimo anno. «Certo. Bottiglie di vino, dopobarba» cominciò a elencare divertito, aprendo il bagagliaio in modo che lei potesse riporre i pacchetti. «In questo angolo privilegiato della classe media di Londra, l'ultimo giorno del trimestre è come vincere alla lotteria.» Senza volerlo, Chrissie sorrise, il viso adorabile animato, gli occhi turchesi ridenti. «Questa abitudine è ormai sfuggita di mano» convenne. «I genitori esagerano.» Danny chiuse il bagagliaio e vi si appoggiò. «Allora, che programmi hai per il resto dell'estate?» «Starò con mia sorella... farò qualche viaggetto» disse cauta. «Quella sorella che ha sposato il milionario italiano?» indagò Danny. «Ho una sola sorella» precisò Chrissie, scuotendo le chiavi della macchina in modo che lui recepisse l'allusione e si togliesse di torno. Danny aggrottò la fronte. «Sai, si è giovani una volta sola. Non hai voglia di prenderti una pausa dalla famiglia e fare qualcosa di più divertente?» A fatica, Chrissie mantenne fisso il sorriso. Due anni prima aveva imboccato la strada sbagliata e si era rivelato un vero disastro. Adesso era molto più cauta e voleva fare di tutto per riassestare i rapporti con la so12


rella. Adorava Lizzie, maggiore di cinque anni, e quando la sua vita era andata a catafascio, la delusione di Lizzie, la convinzione che, in qualche modo, lei fosse responsabile, le aveva fatto provare un enorme rimorso del quale non era ancora riuscita a liberarsi del tutto. «Lizzie ti vuole bene... vuole solo che tu sia felice» le aveva detto una volta Cesare, suo cognato. «Se ti decidessi a raccontarle l'intera storia, la faresti sentire meglio.» Ma Chrissie non aveva mai raccontato a nessuno la storia della sua rovina. Aveva preso una decisione stupida e ne stava pagando ancora le conseguenze. Già era difficile vivere con i propri errori, ma sarebbe stato ancora peggio condividere la verità con altri, e leggere nel loro sguardo la perdita di stima nei suoi confronti. «Ovviamente io andrò in Cornovaglia» le ricordò Danny come se lei già non lo sapesse. Erano mesi che tutti i colleghi sentivano Danny raccontare dei propri programmi di surf. «Ti auguro buon divertimento.» Chrissie lo aggirò per aprire la macchina. Danny le posò la mano sul polso per trattenerla e le rivolse uno sguardo mesto. «Mi divertirei di più se tu venissi con me» ammise. «Da amici, naturalmente, senza alcun tipo di impegno. È l'ultima opportunità, Chrissie. Perché non godersi la vita e lasciarsi andare un poco?» Gli occhi azzurri che lampeggiavano di una penosa insofferenza, Chrissie liberò il polso dalla sua stretta. «Come ti ho detto, ho altri programmi...» «Qualche tipo ti ha deluso, eh?» rimarcò Danny, il viso rosso per la sconfitta, mentre arretrava di un passo ficcandosi le mani in tasca. «Ma non tutti i gatti so13


no neri, di notte, Chrissie. Se vuoi ancora vivere la tua vita, devi andare avanti.» Il respiro affannoso, lei salì in macchina e chiuse la portiera. Aveva voluto una vita, una vita del tutto diversa da quella che conduceva adesso. Aveva sognato di continuare gli studi e accedere a un dottorato che le avrebbe aperto una carriera permettendole, una volta qualificata, di essere veramente libera. Ma la vita, aveva scoperto, ha l'abitudine di pugnalarti alla schiena quando meno te l'aspetti, di costringerti a recedere proprio quando sei alle soglie del successo. Adesso di possibilità non ne aveva più, perché era gravata da responsabilità che le limitavano l'indipendenza e la libertà. A suo modo di vedere, l'aspetto più penoso era di non poter fare a meno della generosità della sorella. Eppure sarebbe stato tutto così diverso, se solo avesse preso la decisione giusta... Tempo prima di conoscere Jaul, Chrissie e Lizzie avevano ereditato dalla madre un'isoletta greca. Il marito di Lizzie, Cesare, aveva acquistato l'isola dalle sorelle per una piccola fortuna. La vendita aveva avuto luogo prima che i gemelli di Chrissie fossero concepiti. Così lei aveva deciso di vincolare la maggior parte della propria quota in un fondo al quale avrebbe potuto accedere solo al compimento dei venticinque anni. Al momento le era parsa un'idea ragionevole. Il denaro di cui era entrata in possesso le aveva fatto girare la testa e aveva il timore di aver ereditato la prodigalità e l'irresponsabilità della madre. Francesca Whitaker era stata stravagante e irresponsabile, anche per quanto riguardava il denaro, e Chrissie aveva voluto prendere delle misure che le assicurassero in futuro una vita agiata. E adesso, a ventiquattro anni, doveva riconoscere 14


che se avesse avuto la possibilità di entrare in possesso di quel denaro, se non altro, sarebbe stata finanziariamente indipendente. Invece, per poter insegnare, doveva condividere la babysitter della sorella, Sally, in quanto lo stipendio non le avrebbe certo permesso di assumerne una per badare ai propri bimbi. Fortunatamente, seguendo il consiglio di Cesare, aveva preso una buona decisione usando parte del denaro, prima di vincolarlo, per acquistare in contanti un appartamentino con due camere da letto e una macchina, e aveva trattenuto una piccola somma che le permetteva di contribuire al salario di Sally. Ovviamente, a sentire Lizzie, Chrissie faceva loro un grosso piacere a tenere impegnata Sally quando loro erano all'estero. Quando invece Cesare, Lizzie e i bambini erano nella casa di Londra, Chrissie si trasferiva da loro finché non ripartivano. Adesso, carica dei vari pacchetti, Chrissie aprì la porta dell'appartamento al piano terra. Sally apparve sulla porta della cucina. «Una tazza di tè?» chiese la brunetta con un amichevole sorriso. «Sì, grazie. Non esci questa sera?» la prese in giro Chrissie, perché Sally conduceva una vita sociale intensa e tornava spesso di corsa nella casa di Lizzie per prendere gli abiti. «Questa sera no... a meno che non voglia andare in rosso» scherzò la giovane facendo una smorfia. Chrissie posò i pacchetti sul tavolo e andò in soggiorno. Due bimbi giocavano con i mattoncini di plastica al centro del tappeto. Avevano entrambi riccioli neri e occhi così scuri da sembrare neri. Tarif lasciò cadere il proprio mattoncino e, con un sorriso aperto, cominciò a gattonare verso di lei. Soraya rise e, meno avventurosa del fratello, tese le manine per essere presa in braccio. 15


«Ciao, tesori miei» li salutò con affetto Chrissie, il viso che si addolciva mentre si chinava per prenderli in braccio entrambi. «Ma-ma» mormorò Soraya posando la manina paffuta sulla guancia della madre. Tarif si aggrappò ai suoi capelli e le piantò un bacio umido sulla guancia, raggomitolandosi il più possibile contro di lei. In quel momento, per Chrissie, tutti i pensieri e le preoccupazioni della giornata si dissolsero. Dal giorno della loro nascita i gemelli le avevano preso il cuore. Era stata così preoccupata, convinta di non farcela con due bambini, ma Lizzie l'aveva ospitata a casa propria a Londra e le aveva insegnato come gestirsi. «Ce la farai... ce la fanno tutti» l'aveva rassicurata la sorella. Nessuno, però, l'aveva avvertita che, guardando i suoi bambini, si sarebbe sciolta d'amore per loro. Durante la gravidanza aveva cercato di considerarli i bambini di Jaul, che aveva odiato per la situazione in cui l'aveva messa. Non era pronta per essere madre, e tantomeno una madre single. Ma non appena i piccini erano nati, l'unica sua preoccupazione era stata che stessero bene e fossero felici. «Oggi pomeriggio li ho portati al parco. Tarif ha fatto un capriccio quando l'ho tolto dall'altalena» raccontò Sally. «Ma non stava fermo nel seggiolino e ho avuto paura che cadesse. Che capricci!» «Ti ha sfidato» mormorò Chrissie. «Anche Soraya lo fa quando le impedisci di fare ciò che vuole. Vogliono metterti alla prova. Sono entrambi ostinati.» Come il loro padre, rifletté mesta. Le balenò in mente un'immagine di Jaul, i lunghi capelli neri sulle spalle larghe, occhi neri fantastici che lampeggiavano per la collera. Sangue caldo, temperamento forte, ap16


passionato a letto, deciso in ogni aspetto della vita. Un brivido di desiderio proibito s'insinuò in lei. Ma Jaul era anche incredibilmente testardo, impulsivo e imprevedibile. «Si sente bene?» chiese Sally, prendendo i bimbi. «Mi sembra pallida. È meglio che stia un po' tranquilla.» «Sto bene» la rassicurò Chrissie arrossendo fino alla radice dei capelli, mentre si affrettava a rialzarsi per precipitarsi in cucina a preparare il tè. Talvolta i ricordi del passato la assalivano senza preavviso, come un pugno in faccia, e il tempo si congelava catapultandola nel passato. Una parola particolare, una canzone, un odore familiare, potevano spezzarle il cuore nel giro di un secondo, precipitandola di nuovo nella vecchia, atroce sofferenza. Se non avesse amato Jaul, ne sarebbe uscita più facilmente. Ma poi si ripeteva che era felice di averlo amato perché adesso aveva i bambini, anche se non era durata, anche se lui l'aveva usata e le aveva mentito, e probabilmente anche tradita. Il denaro che le aveva offerto suo padre era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, e le aveva chiarito tutto ciò che c'era da sapere su quel mascalzone che le aveva detto che erano sposati e sarebbero stati insieme per sempre. Jaul riteneva che il denaro fosse la soluzione perfetta per qualsiasi problema, che sanasse magicamente qualsiasi ferita dello spirito e qualsiasi speranza delusa. La sua immensa ricchezza gli aveva fornito una tranquilla via d'uscita da tutte le fastidiose complicazioni. Insieme per sempre era durato soltanto finché lui non si era stancato. Sfortunatamente, a Chrissie non era mai passato per la testa, quando erano insieme, che lei sarebbe rientrata nella categoria delle fastidiose complicazioni. 17


«La gente si aspetta che io sia generoso» le aveva detto una volta. «Solo perché hai molto denaro, non significa che tu lo debba sciupare» aveva replicato Chrissie. «È una stravaganza davvero inutile e un incredibile spreco, e dà l'impressione che tu voglia metterti in mostra.» «Non voglio mettermi in mostra» aveva ribattuto Jaul, offeso. Naturale che non avesse bisogno di mettersi in mostra per attrarre l'attenzione. Era bello da togliere il fiato e attirava lo sguardo femminile ovunque andasse e, se non fosse stato sufficiente l'aspetto, rincaravano la dose le fantastiche macchine sportive, la falange di guardie del corpo e lo stile di vita straordinario fino all'incredibile. Chrissie porse una tazza di tè a Sally che aveva sistemato di nuovo i bimbi sul tappeto. «Ho impacchettato tutti i loro giocattoli preferiti e li ho sistemati nella mia macchina, per risparmiarle un po' di lavoro quando domani farà i bagagli» la avvertì la ragazza. Sbattendo la porta in faccia ai ricordi che ricominciavano a tormentarla, Chrissie sorrise. «Grazie, ma sono ospite in città da mia sorella talmente spesso, che potrei fare i bagagli anche a occhi chiusi. Non vedo l'ora di abbracciare Lizzie e i bambini» le confidò felice. «Max e Gianna saranno affascinati dai gemelli adesso che giocano» considerò Sally. «A Gianna darà fastidio che adesso non stiano più dove li metti.» Chrissie sorrise pensando alla nipotina prepotente, che trattava Tarif e Soraya come due bambole. «E, soprattutto, che mettano le mani sui suoi giocattoli.» Uscita Sally, Chrissie diede da mangiare ai piccini, 18


poi fece loro il bagno e li mise a letto. Mentre leggeva la solita favola serale si chiese se avrebbe avuto un lavoro finita l'estate. Sostituiva una collega in maternità con contratto a termine, e passare di ruolo era difficile. Con questa preoccupazione si coricò, ma riuscì a dormire senza problemi. Il giorno successivo si alzò e preparò i bambini affinché fossero pronti per andare dalla zia, poi li sistemò a riposare nella loro cameretta. Si aggirava per casa riordinando, ancora in maglietta e calzoncini, quando squillò il campanello. Da quando Bandar gli aveva fornito l'indirizzo, Jaul era roso dalla curiosità. Chrissie abitava in un condominio in un'area residenziale. La bocca s'incurvò in una smorfia sarcastica. Poteva anche non aver pagato gli alimenti alla moglie, ma la somma che le aveva dato suo padre, evidentemente, le aveva permesso una vita più che dignitosa. Non che desiderasse che morisse di fame, si disse, turbato dai pensieri di vendetta e dalle reazioni spropositate che l'avevano assalito alla velocità della luce. Due anni prima, costretto in un letto d'ospedale, quando aveva pensato che lei si divertisse con altri uomini, aveva provato un violento senso di aggressività, ma questo era tanto tempo prima, convenne circospetto. Ora, tutto ciò che voleva era tracciare una linea definitiva sull'intera, confusa questione di un matrimonio che non avrebbe mai dovuto aver luogo. Chrissie guardò dallo spioncino e aggrottò la fronte. Davanti alla porta c'era un uomo alto, con i capelli scuri, che voltava la schiena al battente, così che non poteva vederlo in viso. Mise la catena di sicurezza e socchiuse la porta. «Sì?» «Apri la porta» ordinò lui. «Sono Jaul.» Incredula, lei sbarrò gli occhi e guardò nuovamente 19


dallo spioncino. Vide di sfuggita la sua pelle dorata, la mascella squadrata, e poi lo sguardo salì con impazienza agli occhi scuri orlati da folte ciglia. Indimenticabile. Era decisamente indimenticabile, e il cuore le balzò in gola, rendendole impossibile sia respirare sia parlare. In un lampo, una reazione istintiva ebbe la meglio su di lei, e chiuse di scatto la porta, appoggiandosi al battente perché le gambe non la reggevano più. Jaul imprecò e premette di nuovo il campanello con impazienza. Chrissie si lasciò scivolare a terra, le braccia che circondavano le ginocchia. Era Jaul... Due anni troppo tardi, era Jaul. Provò un profondo senso di angoscia, un acuto dolore che aveva sepolto tanto tempo prima per la necessità di sopravvivere al suo tradimento. Non poteva credere che Jaul si presentasse così, senza motivo. Ma del resto era anche sparito senza nessun motivo, ricordò rabbiosa. Il campanello continuava a suonare come se qualcuno avesse un dito incollato sopra il pulsante e lei vacillò. Jaul era molto impaziente. Lei trasse un profondo respiro cercando di calmarsi. Cosa diavolo faceva a Londra? E perché veniva da lei dopo tutto quel tempo? Aveva qualcosa a che fare col fatto che il padre era morto di recente e aveva ereditato il trono? Dopo la visita di suo padre, Chrissie aveva rifiutato di cedere al morboso interesse di assumere notizie di Jaul su Internet. Aveva chiuso decisa la porta a quel genere di curiosità ma, incidentalmente, nella primavera precedente, aveva letto su di un quotidiano qualche riga sulla recente e improvvisa morte di Re Lut. «Chrissie...» insisteva lui al di là della porta, la vo20


ce che risvegliava un'ondata di ricordi che non voleva riaffiorassero. Affossò queste memorie cosÏ velocemente, che mentre si alzava la testa le doleva. Non si sarebbe mai nascosta dietro una porta dall'uomo che le aveva distrutto la vita.

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3110 - Matrimonio a Parigi di A. West Imogen decide di concedersi un lungo viaggio in giro per il mondo, e a Parigi incontra Thierry... Una nuova firma sul CONTRATTO D'AMORE!

3111 - Baci e segreti di A. Green Raffaele gestisce il suo impero e la sua vita privata con la stessa gelida spietatezza, così... Sta per prendere vita UN NUOVO INIZIO.

3112 - Persuasione milionaria di K. Lawrence Nonostante la sua reputazione, Lara è una ragazza inesperta, così quando viene travolta dal fascino di Raoul... Torna INTERNATIONAL TYCOON.

3113 - Il delizioso debito del magnate di S. Carr Cooper sa che Serena può rovinarlo schioccando le dita, ma non ha intenzione di piegarsi al suo volere. Settima puntata di CHATSFIELD HOTEL.

3114 - Gli eredi dello sceicco

di L. Graham Lo sceicco Jaul di Marwan ha il dovere di sposare una donna all'altezza del suo lignaggio, ma prima... Seconda e ultima parte di LEGAMI DORATI.

3115 - Un'inaspettata scoperta

di K. Hewitt Marco non aspettava altro che gustare il sapore della vendetta, e ora che Sierra è di nuovo lì con lui... Non rinunciare a una SUBLIME VENDETTA!

3116 - Il gelido re del deserto di K. Walker Nabil non è più la persona di un tempo: responsabilità e potere lo hanno cambiato profondamente. Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.

3117 - La sfida del greco di A. McAllister Proprio quando Holly ha deciso di ricostruirsi una vita altrove, Lukas irrompe di nuovo nella sua esistenza. Lasciati ammaliare dal bollente FUOCO GRECO.


Dall'11 ottobre

3118 - Scandalosa ereditiera di L. Monroe Viktor sogna da sempre di espandere il suo impero, e se questo significa sposare Madison... Prima parte di DALLA RUSSIA CON AMORE.

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3122 - La vendetta del russo

di D. Collins Aleksy insegue la vendetta definitiva nei confronti dell'uomo che odia da sempre, e ora... Goditi una nuova e imperdibile SUBLIME VENDETTA.

3123 - Impossibile resistergli

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