Gli uomini del destino di Diana Palmer

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DIANA

PALMER COLLECTION


Diana Palmer

Gli uomini del destino


Immagine di copertina: courtneyk / E+ / Getty Images Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Diamond in the Rough Cattleman's Pride Harlequin Mills & Boon Romance Silhouette Romance © 2009 Diana Palmer © 2004 Diana Palmer Traduzioni di Anna Sibilia e Rita Orrico Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Harmony Serie Jolly agosto 2009; aprile 2005 Questa edizione Harmony Collezione Sensual marzo 2022 HARMONY COLLEZIONE SENSUAL ISSN 1970 - 0377 Periodico mensile n. 108 del 12/03/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 619 dello 09/10/2006 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Un milionario in incognito Pagina

Romanzo


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La cittadina di Hollister non era molto più grande di Medicine Ridge nel Montana, dove John Callister e suo fratello Gil avevano un grosso ranch. Ma avevano deciso che non era conveniente confinare tutto il bestiame in un'unica area. Avevano bisogno di espandersi un pochino, di sperimentare qualcosa di diverso. Nel ranch principale praticavano l'allevamento con tori di razza purada riproduzione, mentre a Hollister si sarebbero specializzati in giovani torelli di razza da vendita, servendosi delle ultime tecnologie per ottenere tratti specifici, come peso contenuto e prestanza ottimale. Oltre a quello, intendevano testare nuovi programmi di coltura che combinavano specifiche piante organiche con sementi selezionate per migliorare la produzione. John e Gil non tenevano manzi e vitelli, ma i loro torelli di razza sarebbero stati richiesti anche dagli allevatori di quel settore. Non era più possibile portare avanti programmi di sviluppo unicamente naturali, e l'espansione di un allevamento andava programmata in modo scientifico. E John e Gil erano molto attenti alle innovazioni. Per quanto riguardava le colture, era indispensabile una attenta selezione, una sorta di agricoltura ad alta tecnologia. Inoltre, erano stati pionieri nell'uso di alcuni programmi elaborati al computer che riuscivano a combinare alti profitti e strategie improntate al minimo spreco. Per esempio, Gil aveva sentito parlare di un programma 7


che usava i gas del letame per produrre energie. La spesa iniziale era stata alta, ma stavano già vedendo dei risultati. Gran parte dell'energia impiegata per illuminare le stalle e dare corrente alle attrezzature del ranch derivava dalla nuova tecnologia. E quello che c'era in più lo si poteva rivendere alla compagnia che forniva l'elettricità. I due fratelli avevano anche installato dei pannelli solari per riscaldare l'acqua in casa e far funzionare gli impianti idraulici delle stalle. Una delle riviste più note del paese aveva dato largo spazio alle loro innovazioni. Era stata pubblicata anche una foto di Gil, con la moglie e le due figlie di primo letto. Non c'erano foto di John perché, quando era venuto il fotografo, era fuori per una fiera. Ma non se n'era curato. Lui non amava stare sotto i riflettori. E nemmeno Gil. Semplicemente, non si erano lasciati sfuggire l'occasione per fare un po' di pubblicità al loro bestiame selezionato. In genere era John che andava in giro per il paese, a esporre le loro bestie nelle fiere. Ma quella vita cominciava a stancarlo. Ora che Gil aveva sposato Kasie, la loro segretaria, e le due figlie del suo primo matrimonio, Bess e Jenny, andavano a scuola, si sentiva più solo che mai. Non che avesse puntato gli occhi su Kasie, ma col secondo matrimonio del fratello si era reso conto del passare del tempo. Non stava ringiovanendo ed era sulla trentina. I viaggi lo stancavano. Benché non fosse un dongiovanni, aveva delle storie ma sino ad allora non aveva trovato la donna che voleva al suo fianco per tutta la vita. E al ranch si sentiva quasi di troppo. Così si era offerto di andare a Hollister per rimettere in piedi il ranch che lui e Gil avevano acquistato e vedere se un po' di fondi, il bestiame di razza e la nuova tecnologia potessero salvarlo dalla bancarotta e rilanciarlo nel mondo degli affari. La casa, che John aveva visto solo da una foto aerea, era un vero disastro. Il vecchio proprietario non aveva fatto manutenzione per anni. Quando il mercato del bestiame era crollato, l'uomo aveva dovuto licenziare molti dei suoi cow8


boy e con quelli part-time non era riuscito a tener dietro alle esigenze del ranch. Gli steccati si erano rotti, il bestiame era fuggito, i pozzi si erano prosciugati e le stalle erano bruciate. Alla fine il vecchio proprietario aveva deciso di arginare le perdite e aveva messo in vendita il ranch che i fratelli Callister avevano poi acquistato. Dopodiché era tornato nella terra d'origine, dove avrebbe vissuto con la figlia. Ora John stava prendendo visione del lavoro monumentale che lo attendeva. Avrebbe dovuto assumere degli uomini, ricostruire le stalle, spendere un bel po' di soldi per rendere di nuovo abitabile la casa, rimettere a posto gli steccati, comprare l'attrezzatura... Gli sfuggì un gemito al pensiero di ciò che lo aspettava. Il ranch di Medicine Ridge era un gioiello di tecnologia, mentre questo sembrava appartenere all'epoca medievale. Per quel lavoro ci sarebbe voluto ben più che un mese o due. E doveva essere tutto pronto prima che il bestiame potesse essere portato sul posto. Quello che all'inizio era apparso come un passatempo, adesso sembrava essere diventato un'impresa titanica. C'erano due cavalli nel recinto, tutto quello che rimaneva della forza lavoro del ranch. Gli altri erano stati venduti e il vecchio proprietario aveva mandato via tutti gli uomini quando aveva venduto. Per fortuna, John era riuscito a rintracciarli e a offrir loro un'occupazione a tempo pieno. Erano ansiosi di cominciare. Vivevano tutti nel raggio di qualche chilometro e sarebbero arrivati con i loro cavalli a lavorare mentre lui rimetteva in piedi il ranch. John aveva in mente di ristrutturare la casa e riempire di nuovo i recinti il prima possibile. Una stalla per i vitelli e per gli animali malati era la prima priorità. Quello, e la casa. Al momento dormiva per terra in un sacco a pelo, per radersi riscaldava l'acqua su un fornello da campo e si lavava nel torrente. Grazie a Dio, pensò, era primavera e non inverno. A pranzo e cena mangiava panini che acquistava al piccolo super9


mercato della stazione di servizio ai margini della cittadina. Era dura vivere così per un uomo abituato ad alberghi a cinque stelle e pasti da gourmet. Comunque, rammentò a se stesso, era stata una scelta sua. Andava in città con un pick-up di seconda mano; non era il caso di far sapere a tutti che era ricco. I prezzi per lui sarebbero saliti alle stelle, visto che lì non aveva amici. Sinora aveva avuto contatti solo con qualche cowboy. In città non conoscevano neppure il suo nome. Il posto più ovvio da cui cominciare, pensò, era il magazzino delle sementi. Vendeva merce per i ranch, e forse il proprietario era in grado di dirgli dove trovare un bravo costruttore. John posteggiò davanti al negozio ed entrò. Il posto era polveroso e mal tenuto. Sembrava esserci un'unica commessa, una ragazza snella con corti capelli neri, in jeans e stivali. Stava sistemando delle briglie, ma alzò lo sguardo quando lui entrò. Come molti cowboy, sugli stivali John aveva degli speroni che tintinnavano a ogni suo passo. Sul fianco portava una colt 45, che si intravedeva da sotto la camicia di jeans. Era una terra selvaggia quella zona del Montana, e lui si era ripromesso di non uscire dal ranch senza un'arma per proteggersi da eventuali aggressori. La ragazza lo fissò in modo strano. Strano a suo modo di vedere, perché non si rendeva conto di avere l'aspetto di un attore. I capelli biondi sotto lo stetson avevano striature dorate, il volto aveva linee perfette e il corpo era atletico e armonioso. «Che diavolo stai facendo?» tuonò una voce rabbiosa dal retro. «Ti ho detto di portar dentro quei sacchi di sementi prima che inizi a piovere, non di giocare con le briglie! Datti una mossa, ragazza!» La giovane arrossì, lo sguardo impaurito. «Sì, signore» rispose subito, scattando a eseguire l'ordine. A John non era piaciuto il tono di quel tipo. La ragazza 10


era giovane, forse ancora adolescente, Nessuno avrebbe dovuto parlare in quel modo a una bambina. Si avvicinò all'uomo con espressione neutra. Solo lo scintillio degli occhi tradiva la sua collera. L'uomo, sovrappeso e più vecchio di lui, si voltò. «Posso fare qualcosa per lei?» chiese in tono annoiato, come se non gli importasse di concludere o meno una vendita. «Lei è il proprietario?» domandò John. «Sono Bill Tarleton, il gestore.» John scostò all'indietro il cappello. «Mi serve qualcuno che sappia costruire una stalla.» Tarleton inarcò le sopracciglia. Squadrò il suo abbigliamento modesto e scoppiò a ridere. «Ha un ranch qui nei paraggi?» gli chiese incredulo. John si sforzò di tenere a bada la collera. «Ce l'ha il mio capo» ribatté. «Sta assumendo personale. Ha appena comprato il ranch di Bradbury, in Chambers Road.» «Quel vecchio ranch diroccato?» Tarleton fece una smorfia. «È un disastro. Bradbury l'ha lasciato andare in malora. Nessuno sa perché. Aveva delle belle bestie anni fa. Gli allevatori venivano dall'Oklahoma e dal Kansas per comprare da lui.» «È diventato vecchio» disse John. «Già. E lei vorrebbe costruire una stalla... Be', Jackson Hewett ha un'impresa edile. Costruisce case di lusso, ma immagino che potrebbe anche costruire una stalla. Sta appena fuori città, vicino alla vecchia stazione. È nel consiglio direttivo della compagnia telefonica locale.» «Grazie.» «Il suo capo avrà anche bisogno di attrezzatura, no?» aggiunse Tarleton. Lui annuì. «Se non ne ho in magazzino, posso ordinarla.» «Lo terrò a mente. Per ora mi serve una cassetta di utensili.» «Sassy!» gridò Tarleton. «Quest'uomo vuole una cassetta 11


di utensili! Portane una della nuova marca.» «Subito, signore.» «Non è di grande aiuto» borbottò Tarleton. «A volte non viene neanche a lavorare. Sua madre ha il cancro e lei deve badare a una sorella di sei anni che è stata adottata. Finirà da sola, come la mamma e la bambina.» «La madre non ha sussidi?» chiese John incuriosito. «No» replicò Tarleton. «Dicono che non ha mai fatto granché, oltre a stare accanto ai malati, anche prima che le venisse il cancro. Il salario di Sassy è l'unico introito che hanno. Il suo vecchio se n'è andato con un'altra. È sparito dal giorno alla notte. Perlomeno hanno un tetto sulla testa. La madre è riuscita a farsi assegnare la casa quando hanno divorziato.» John si sentì stringere il cuore quando vide la ragazza trascinare la pesante cassetta. Era così minuta che sembrava aver a malapena la forza per sollevare delle briglie. «Lascia, la prendo io» disse. Le prese di mano la cassetta, la posò sul bancone e la apri. Inarcò le sopracciglia mentre esaminava gli utensili. «Bella.» «E costosa anche, ma ne vale la pena» disse Tarleton. «Il capo aprirà un conto a suo nome, ma per questa volta pagherò in contanti» affermò John, tirando fuori il portafogli. «Mi ha dato qualche bigliettone per le spese primarie.» Tarleton sgranò gli occhi mentre lui cominciava a contare banconote da venti dollari. «Va bene. Che nome devo mettere sul conto?» «Callister» rispose John senza battere ciglio. «Gil Callister.» «Ehi! Ne ho sentito parlare» ribatté Tarleton. «Ha un grosso ranch a Medicine Ridge, vero?» «Sì, è proprio lui» confermò John, sempre imperturbabile. «Lo ha mai visto?» «Chi, io?» Tarleton rise. «Non bazzico in quei giri, signore. Siamo gente semplice qui, non milionari.» John tirò un sospiro di sollievo. Sarebbe tornato a suo 12


vantaggio che la gente del posto non lo conoscesse. Non ancora, almeno. Per l'immediato futuro non aveva in programma di partecipare ad altre fiere, per cui non c'erano molte probabilità che le sue foto apparissero sui giornali. Sarebbe stato bello essere accettato come un uomo normale, pensò. La sua ricchezza sembrava creargli infinite opportunità, soprattutto con le donne. Sarebbe stato molto divertente interpretare per un po' il ruolo del semplice cowboy. «Quindi non è un problema aprire un conto qui se le diamo subito del denaro come credito?» «Affatto» sogghignò Tarleton. «Lo apriamo subito. Dica al signor Callister che posso trovargli qualunque cosa di cui abbia bisogno.» «Riferirò.» «E il suo nome è...?» «John Taggert.» Taggert era il suo secondo cognome. John lo aveva ereditato dal nonno materno, un pioniere del South Dakota. «Taggert?» ripeté Tarleton, poi scosse la testa. «Mai sentito.» Lui sorrise. «Non è famoso.» La ragazza era ancora lì accanto al bancone. John le diede i soldi per la cassetta. Lei aprì la cassa e contò il resto. «Grazie» disse lui, sorridendole. Lei ricambiò il sorriso, timidamente. Gli occhi verdi erano dolci e caldi. «Di nulla.» «Torna al lavoro» si intromise Tarleton. «Sì, signore» replicò lei, avviandosi verso i sacchi sul carrello elevatore. John aggrottò la fronte. «Non è troppo esile per sollevare sacchi di quelle dimensioni?» «Fa parte delle sue mansioni» ribatté l'altro sulla difensiva. «Avevo un ragazzo che mi aiutava, ma i suoi si sono trasferiti a Billings e ha dovuto seguirli. Sassy è tutto quello che sono riuscito a trovare. Mi ha giurato che era in grado di fare questo lavoro, così l'ho presa.» 13


«Magari è più forte di quanto sembra...» rimarcò John, anche se non gli piaceva per niente quello che stava vedendo. Tarleton annuì con aria distratta. Stava scrivendo il nome di Gil Callister nel suo registro. «Tornerò presto» si congedò John, prendendo la cassetta. Tarleton annuì di nuovo. Un'ultima occhiata alla ragazza, che stava spostando un grosso sacco, e John uscì, accigliato. Una volta fuori, si fermò. Non avrebbe saputo dire perché. Guardò indietro e vide Tarleton che, accanto al carrello elevatore, stava osservando la sua commessa. Non era lo sguardo che un datore di lavoro avrebbe dovuto rivolgere a una dipendente. John restrinse gli occhi a due fessure. Doveva fare qualcosa al riguardo, pensò. Uno dei vecchi cowboy, Chad Dean, lo stava aspettando davanti a casa. «Roba di lusso!» commentò, indicando la cassetta degli attrezzi. «Il suo capo deve essere ricco sfondato.» «Già» ribatté John. «E paga anche bene.» Dean ridacchiò. «Sarebbe bello poter prendere una paga sostanziosa con cui sfamare i miei figli. Non potevo trasferirmi altrove senza vendere la terra appartenuta a mio nonno, così sono rimasto. Ma è stata dura con i prezzi del gasolio e del cibo che andavano alle stelle.» «Avrai la paga regolare più le spese di viaggio» gli assicurò John. «Se dovremo mandarti da qualche parte, pagheremo noi tutto quanto.» «Fantastico!» «E, se lavorerai sodo, la paga aumenterà di conseguenza.» «Lavoreremo tutti sodo» promise Dean in tono solenne. «È già una benedizione che abbiamo un lavoro.» John si fece pensieroso. «Conosci una ragazza di nome Sassy? Lavora per Tarleton.» 14


«Sì» rispose Dean. «Lui è sposato, ma le ha messo gli occhi addosso. Sassy ha bisogno di lavorare. Sua madre sta morendo, e c'è una bambina di sei anni con loro di cui deve prendersi cura. Non so come faccia, con la miseria che prende. Senza parlare del fatto che deve sopportare le avance di Tarleton. Mia moglie le ha consigliato di denunciarlo, ma lei ha detto che non può permettersi di perdere il posto. La città è piccola e Tarleton si adopererebbe affinché nessuno la assuma più.» John annuì, l'espressione pensierosa. «Con il tempo le cose le andranno meglio.» «Crede davvero? Me lo auguro di cuore. È una ragazza dolce, sempre pronta a dare una mano.» Dean sorrise. «Mio figlio è stato operato di appendicite ed è stata Sassy a capire che cosa aveva. Era al magazzino quando si è sentito male. Ha chiamato subito il medico, che, dopo aver visitato Marc, ha confermato la diagnosi e lo ha fatto portare di corsa in ospedale, a Billings. Sassy è andata a trovarlo. Dio solo sa come ha fatto ad arrivare sin là. Il suo macinino non riuscirebbe mai ad arrivare tanto lontano. Immagino si sia fatta dare un passaggio da Carl Parks. Ha solo diciassette anni, ma è sempre pronto a dare una mano a Sassy e a sua madre. È un gran bravo ragazzo.» John annuì. «Quanti anni ha Sassy?» «Diciotto o diciannove. Ha appena finito le superiori.» «Lo immaginavo.» John era deluso, anche se non ne comprendeva la ragione. «D'accordo, ecco che cosa faremo per sistemare almeno temporaneamente quegli steccati...» Nei due giorni seguenti, John fece qualche indagine. Telefonò a un detective privato che lavorava per i Callister e gli chiese di indagare su Tarleton. Il rapporto non tardò ad arrivare. Il gestore del magazzino era stato licenziato a Billings per ragioni sconosciute, ma il detective era riuscito a mettersi in contatto con una commessa che gli aveva parlato di molestie 15


sessuali nei confronti di una collega. Non aveva accuse a suo carico, comunque. Si era trasferito a Hollister con la famiglia quando il proprietario del negozio, un tale di nome Jake McGuire, aveva messo un annuncio sul giornale per cercare qualcuno che gestisse il locale. A quanto sembrava, Tarleton era l'unico che aveva risposto e, visto che McGuire era alla disperazione, aveva ottenuto il posto. «Questo McGuire...» chiese John al cellulare, «quanti anni ha?» «È sulla trentina» fu la risposta del detective. «Tutti quelli con cui ho parlato affermano che è una brava persona.» «In altre parole, non ha idea che Tarleton sta infastidendo la ragazza.» «Credo di no.» Gli occhi di John si accesero. «Pensi che sarebbe disposto a vendere?» Dall'altro capo del filo gli arrivò una risatina. «Ha perso un sacco di soldi con quel posto. Mi hanno riferito che era quasi sul punto di regalarlo.» «Grazie» disse John. «Puoi trovarmi il numero di McGuire?» «Ce l'ho già. Eccolo.» John scribacchiò il numero su un foglietto e la mattina dopo telefonò alla McGuire Enterprise di Billings.» «Vorrei acquistare un'attività commerciale di una cittadina di nome Hollister» disse, dopo essersi presentato. «Qualcuno mi ha detto che potreste conoscere il proprietario del negozio.» «Il negozio di sementi e attrezzature per ranch?» replicò McGuire. «Vuole comprarlo davvero?» Dal tono era evidente lo sbigottimento. «Potrei essere interessato» replicò John. «Se il prezzo è ragionevole.» Ci fu una pausa. «Il punto è che quel negozio è stato aperto da mio padre quarant'anni fa. L'ho ereditato quando è morto e non voglio venderlo.» 16


«È sulla soglia del fallimento.» Un'altra pausa. «Sì, lo so» fu la risposta. «Sono stato costretto a darlo in gestione, e mi è costato caro. Ho dovuto pagare il trasloco di quel tipo e della sua famiglia da Billings.» McGuire sospirò. «Mi sento tra l'incudine e il martello. Ho diverse attività e non ho il tempo di occuparmi di tutte quante. Quella ha un valore sentimentale. Il gestore sta lavorando bene e potrebbe risolvere la crisi.» «È molto più probabile che si ritrovi coinvolto in una denuncia.» «Come? E per cosa?» «Ha perso il posto precedente per molestie sessuali, o almeno è quello che è saltato fuori da un piccolo giro di indagini. Ci sta riprovando a Hollister, con una ragazzina appena uscita dalle superiori che ha assunto come aiutante.» «Buon Dio! Aveva delle ottime referenze.» «Può anche darsi. Ma non mi sorprenderebbe scoprire che ha perso altri posti per lo stesso motivo. L'ho visto all'opera con quella ragazza. Qui circolano voci che potrebbe denunciarlo se non si decide a lasciarla in pace.» «Be', ecco cosa succede quando sei a corto di personale» ribatté McGuire circospetto. «Non sono riuscito a trovare nessun altro interessato a quel lavoro. Non posso licenziarlo senza giusta causa e ho tirato fuori un sacco di soldi per le spese di trasloco. Che pasticcio!» «Non vuole vendere l'attività, d'accordo. E se la desse in gestione a noi? Licenzieremmo Tarleton su due piedi e subentreremmo con un nostro gestore. Farebbe un mucchio di soldi. Ritornerebbe in pari nel giro di un paio di mesi.» «E chi sarebbero questi... noi?» volle sapere McGuire. «Io e mio fratello. Siamo proprietari terrieri.» «Perché mai volete prendere in affitto un negozio in questo posto così isolato?» «Abbiamo appena acquistato il ranch di Bradbury. Rimetteremo in piedi la casa e ricostruiremo le stalle. Abbiamo intenzione di avviare un allevamento di torelli di razza. Il ne17


gozio farà ottimi affari quando cominceremo ad allargare il personale.» «Il vecchio Bradbury e mio padre erano grandi amici» disse McGuire. «Era un bravo allevatore e un vero gentiluomo. Quando ha cominciato ad avere problemi di salute, però, gli affari sono andati a rotoli. Mi fa piacere sentire che il ranch tornerà a funzionare.» «La terra è fantastica. La faremo rendere.» «Come ha detto che si chiama?» «Callister. Io e mio fratello abbiamo un ranch a Medicine Ridge.» «Quei Callister? Santo cielo, la vostra attività rende milioni!» «Già...» ridacchiò John. McGuire emise un piccolo fischio. «Be', se mi promette che farete ordini anche a me, potrei decidere di affittarvi il negozio.» «E il gestore?» «L'ho appena fatto trasferire lì» gemette McGuire. «Gli pagheremo il ritorno a Billings e gli daremo due mesi di buonuscita» disse John. «Non voglio che resti a Hollister.» «Potrebbe farci causa.» «Si accomodi pure» replicò John tranquillo. «Se ci prova, farò in modo di portare alla luce tutti gli scheletri che ha nell'armadio. Può riferirglielo.» «Lo farò.» «Se mi dà il numero del suo avvocato, lo faccio contattare dal nostro ufficio legale» riprese John. «Credo che troveremo un accordo.» McGuire ridacchiò. «Lo credo anch'io.» «Ah, ci sarebbe un altro problema.» «Sì?» John ebbe un attimo di esitazione. «Lavorerò qui anch'io, ma non voglio che la gente del posto sappia chi sono. Per tutti sarò John Taggert, il sovrintendente del ranch. Intesi?» 18


Un'altra risata. «Certo. Appoggerò la sua copertura.» «Soprattutto con Tarleton e la sua dipendente» precisò John. «Stia tranquillo. Gli dirò che mi ha telefonato il suo capo.» «La ringrazio molto.» «Prima di siglare l'accordo, ha in mente qualcuno che possa sostituire Tarleton nell'arco di un paio di settimane?» «Sì, è un dirigente di cooperativa in pensione, che è stufo marcio di stare in casa con le mani in mano. Ha acume per gli affari. Farebbe soldi anche nel deserto.» «Sembra l'uomo giusto per quel posto.» «Sarà a Hollister entro due settimane.» «Affare fatto, allora.» «Ci risentiamo quando sono pronte le carte da firmare.» «Va bene.» John chiuse la comunicazione. Si sentiva meglio. Non che si aspettasse che Tarleton se ne andasse senza fare storie, ma si augurava che la minaccia di disseppellire tutti i suoi scheletri nell'armadio facesse miracoli. Il pensiero di Sassy costretta a subire le indesiderate attenzione di quell'uomo lo mandava su tutte le furie. Il giorno seguente John telefonò all'architetto e fissò un appuntamento al ranch per discutere dei progetti per la stalla. Commissionò a un elettricista il lavoro di ripristino dell'energia nella casa e negli edifici che sarebbero stati costruiti. Assunse anche sei cowboy e un ingegnere. Fissò le paghe attraverso l'ufficio amministrativo di Medicine Ridge, quindi mise in moto la riparazione degli steccati e il ripristino del pozzo. Poi chiamò Gil per farsi mandare una squadra di tecnici che installasse i pannelli solari per la produzione dell'energia. Una volta finito, si recò a Hollister per vedere come andavano le cose al negozio. L'investigatore aveva scovato altre tre denuncie per molestia sessuale a carico di Tarleton nei 19


luoghi in cui aveva vissuto prima di trasferirsi nel Montana. Sfortunatamente, erano sfumate nel nulla. Ma le denunce potevano essere sufficienti. Con quell'arma in mano, di certo non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad affrontare uno scontro diretto con Tarleton, se fosse stato necessario. E, a quanto sembrava, sarebbe stato necessario. Nel momento stesso in cui varcò la soglia del magazzino, capì che c'erano guai in vista. Tarleton stava parlando con un cliente, ma gli indirizzò un'occhiata eloquente. Terminata la trattativa, attese che l'uomo fosse uscito, quindi si diresse verso di lui con aria minacciosa. «Che cosa diavolo ha raccontato il suo capo al proprietario del negozio?» gli domandò furibondo. «Mi ha detto che è in procinto di vendere, a condizione che io me ne vada!» «Non è un problema mio» ribatté John, gli occhi che mandavano lampi. «È una decisione del mio capo.» «Be', non mi licenzierà!» gridò Tarleton, arrossendo di collera. «Lo denuncerò. E denuncerò anche lei!» John gli si avvicinò e si curvò in avanti, enfatizzando la differenza di altezza. «Faccia pure. Il mio capo andrà dal giudice di Billings con le denunce per molestia sessuale che ha accumulato negli ultimi tempi.» Tarleton impallidì. «Lui... che cosa?» Le labbra di John si incurvarono in un sorriso freddo. «E io incoraggerò la ragazza che sta lavorando per lei» aggiunse, accennando col capo a Sassy, «a raccontare come la tratta. Credo che la polizia riuscirebbe a convincerla a sporgere denuncia.» A quelle parole, l'arroganza di Tarleton evaporò come per magia. Aveva l'aria sgomenta. «Segua il mio consiglio» continuò John in tono pacato. «Se ne vada finché è in tempo. Il mio capo non avrà esitazioni. Ha due figlie anche lui.» Restrinse gli occhi a due fessure e seguitò: «Uno dei nostri cowboy ha infastidito la ragazza delle pulizie e rischia dai tre a i cinque anni per molestie». Sorrise. «Sa, noi abbiamo ottimi avvocati.» 20


«N... noi?» balbettò Tarleton. «Sono un sovrintendente dei Callister» replicò John in tono soave. L'uomo serrò la mascella. «Quindi sono licenziato.» «Ha dato le dimissioni» lo corresse John. «Perciò può tornare a Billings a spese del ranch, con due mesi di paga. Inoltre eviterà problemi con la legge e altri... guai.» Tarleton ci pensò su per un attimo. «Che diavolo!» sbottò infine. «Non mi piaceva neppure questo dannato posto!» Poi girò sui tacchi e se ne andò. Sassy aveva seguito la conversazione con evidente curiosità. Quando John si voltò, arrossì e tornò subito al lavoro.

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DIANA

PALMER COLLECTION

La nuova raccolta dell’autrice ai vertici delle classifiche internazionali, capace di incantare e appassionare con i suoi intensi romanzi d’amore.

Questo mese i primi due titoli: GLI UOMINI DEL DESTINO LA PRIMAVERA DEL CUORE

Ecco il piano completo della raccolta: 11 maggio:

GIOCHI DI SEDUZIONE BATTAGLIA D’AMORE

7 luglio:

INCONSAPEVOLE PASSIONE L’ILLUSIONE DI UN BACIO

7 settembre:

L’ATTRAZIONE DEL POTERE DESIDERIO IMPREVISTO 8 novembre:

EMOZIONI TRAVOLGENTI UN LEGAME INDISSOLUBILE


DIANA

PALMER COLLECTION

NON PERDERE LA PROSSIMA USCITA!

Dall’11 MAGGIO IN EDICOLA e sul nostro store PRENOTALI SUBITO SU primaedicola/harmony.it www.eHarmony.it





Questo volume è stato stampato nel febbraio 2022 da CPI Moravia Books


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