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JULIA LONDON

Il segreto di Lady X


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Seduction of Lady X Pocket Books A Division of Simon & Schuster, Inc., New York © 2012 Dinah Dinwiddie Traduzione di Teresa Rossi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special settembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 197 del 17/09/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Inghilterra, 1809 Ventotto anime erano al servizio della famiglia Carey a Everdon Court, e ciascuna di esse, dalla sguattera che sbucciava le patate in cucina a Mr. Brock, il maggiordomo, sapeva che doveva tenersi alla larga da Lord Carey, se voleva conservare il posto. Sua Signoria aveva un carattere freddo e calcolatore, e dopo un paio di bicchieri di whisky poteva venire provocato dalla più innocua delle sciocchezze. Con qualche bicchiere in più, poteva facilmente essere indotto a licenziare un giardiniere che lo serviva senza interruzione da vent'anni, ma non aveva potato i cespugli secondo i severi standard del marchese nel giorno in cui gli aveva ordinato di farlo. O imporre a un giovane mozzo di stalla di fare fagotto e andarsene subito perché Lady Carey aveva riso per qualcosa che il ragazzo aveva detto mentre lei saliva a cavallo. I domestici evitavano il marchese, potendo. E quando non potevano permettersi quel lusso tenevano gli occhi bassi e la bocca cucita. Lady Carey, però, non poteva evitare il marito. Come riuscisse a sopportare il matrimonio con un uomo così freddo era un quesito che non cessava mai di affascinare due vecchie amiche fra i dipendenti della famiglia, Miss Foster, la cuoca, e Mrs. Perry, la governante. Miss Foster era convinta che l'abilità di Lord Carey nel letto coniugale fosse l'unica cosa che doveva avergli 5


mantenuto fedele la marchesa nei sei anni da quando erano sposati. «Una donna può essere indotta a sopportare molte cose, se è trattata nel modo giusto fra le lenzuola, no?» aveva ipotizzato allegramente. Mrs. Perry, che era sposata da assai più di sei anni, aveva ribattuto: «Siete pazza se credete che basti un ruzzolone. Scommetterei che quello che la mantiene docile è piuttosto la minaccia di essere trattata in un modo che non trova minimamente piacevole». «Sciocchezze» aveva replicato Miss Foster. «Se fosse vero, lo avremmo saputo da Nancy» aveva aggiunto, riferendosi alla cameriera personale di Lady Carey. «E inoltre la marchesa non è disposta a rinunciare a niente di tutto questo, vero?» Naturalmente Miss Foster parlava della mostruosità che era Everdon Court. Era stata una fortezza, un tempo, ma nel corso dei secoli i Carey – il cui cognome, come il titolo, derivava dalle terre di confine un tempo note come Careyridge – avevano aggiunto ali alla torre centrale e abbattuto merlature. Ora il palazzo vantava diciotto camere da letto, due cortili e una sala dei banchetti, annessa al salone da ballo, che poteva accogliere cento ospiti. Era arredato con i migliori mobili francesi, ottenuti grazie all'annientamento dell'aristocrazia in Francia negli ultimi vent'anni. «Già, ma a che cosa le serve tutto questo se è sposata a un uomo come lui?» ribatté Mrs. Perry. C'era ben poco che l'avrebbe spinta a restare con suo marito, se l'avesse trattata con la villania con cui il marchese trattava la moglie. «Queste sono soltanto cose materiali. Lady Carey merita l'affetto di un uomo.» «Forse quello di cui ha bisogno è un figlio» suggerì Miss Foster. «Le servirebbe un erede per tutto questo.» Mrs. Perry la incenerì con un'occhiata. «Se fosse dovuto nascere un figlio da questa unione, sarebbe nato da molto tempo.» Ognuno dei ventotto membri della servitù conosceva i problemi su quel fronte. Aspettavano ogni mese 6


con ansia. La marchesa era... o non era...? «Allora credete che Sua Signoria sia sterile?» chiese Miss Foster. «No» ribatté Mrs. Perry. «Credo piuttosto che lo sia lui, con tutto quel whisky.» «Forse avete ragione» convenne Miss Foster. «Anzi, forse è impotente.» Le due donne si guardarono ridacchiando. Quello che non sapevano era che il matrimonio fra il Marchese e la Marchesa di Carey sussisteva, in modo meccanico e superficiale, fra le lenzuola, e per il resto era praticamente inesistente. Per lo più Lord Carey non era né esigente né eccitante, come amante. Compiva i suoi doveri coniugali poiché era necessario per procurarsi un erede e riservava le sue personali preferenze a una giovane donna in città, che era felice di riceverlo ormai da quattro anni. Quattro anni prima Lady Carey aveva creduto di essere incinta. Come avrebbe fatto qualunque donna, aveva comunicato la gioiosa notizia al marito, che era stato sopraffatto dal sollievo e dalla gratitudine. Purtroppo, passati due mesi Lady Carey si era resa conto che non era più, o non era mai stata incinta, e la delusione del marchese era stata così grande che non si era mai ripreso del tutto. Lady Olivia Carey, che aveva avuto una cerimonia di nozze molto divulgata e molto alla moda fra la buona società inglese, aveva da molto tempo abbandonato ogni speranza di un matrimonio basato su rispetto e stima reciproci. Non c'era niente che odiasse di più delle bisettimanali visite del marito nella sua camera da letto – a parte la sua tendenza a bere all'eccesso – ed era grata che tutto finisse in pochi minuti. A volte, quando restava passiva mentre Edward cercava di ingravidarla, Olivia si chiedeva come doveva essere avere un amante eccitante. O uno a cui importasse di lei. Si sarebbe accontentata di un amante che non si comportasse come un animale che rispondeva al primitivo bisogno di 7


procreare. A volte se ne stava distesa a contare le mattonelle sul soffitto, cercando di indovinare a che numero poteva arrivare prima che lui avesse finito. Altre volte, quando lui puzzava di whisky e la palpeggiava maldestramente, Olivia passava il tempo immaginando i modi in cui avrebbe potuto uccidere suo marito ed evitare di essere scoperta. Sparargli era troppo rischioso, e comunque non era del tutto certa di saper sparare. Si immaginava ad annaspare maldestramente con l'arma e perdere l'elemento sorpresa. Spingerlo gi첫 dalla cima di Everdon Court sembrava un'alternativa migliore, ma se l'avesse invitato a un incontro sul tetto poteva destare attenzione. E poi, naturalmente, avrebbe avuto bisogno che Edward si mettesse sull'orlo, preferibilmente dove lei avrebbe potuto prendere la rincorsa per avere la forza sufficiente a fargli perdere l'equilibrio. Il veleno sembrava la soluzione pi첫 sensata, ma Miss Foster non avrebbe mai permesso a Olivia di avvicinarsi al cibo di Sua Signoria. Quella donna era di gran lunga troppo coscienziosa e orgogliosa delle vivande che serviva. Sarebbe stato difficile convincerla che tutto a un tratto Olivia era interessata a preparare un piatto per suo marito. E in effetti, quanto veleno era necessario per uccidere un uomo? E se non ne avesse usato abbastanza? Oppure tanto da rovinare il sapore del cibo? Ultimamente, quei pensieri omicidi avevano perso le loro attrattive per Olivia. Tanto per cominciare, Edward non era stato in grado di compiere il suo dovere, come lo chiamava, per pi첫 di un mese, a causa del troppo amore per l'alcol. Di sicuro questo non gli impediva di provarci, ma rinunciava rapidamente e Olivia rotolava via e fissava i cordoni di seta dorata che fermavano le pesanti tende del baldacchino. Inevitabilmente provava ogni volta un'ondata d'invidia per sua sorella minore, Alexa. Non che invidiasse la disastrosa situazione di Alexa. 8


Quello che invidiava era che sua sorella si era innamorata cosĂŹ perdutamente di un uomo da andarsene in giro con un'espressione di ansiosa bramosia negli occhi. Alexia rifiutava di confessare a Olivia chi fosse l'uomo che si era guadagnato da lei tanta devozione. La sola cosa che Olivia sapeva era che si trattava di un gentiluomo che Alexa aveva conosciuto in Spagna, mentre si trovava in viaggio con Lady Tuttle. Alexa praticamente non parlava d'altro che della tonalitĂ di marrone dei suoi occhi, o del suono della sua risata, o dell'intelligenza dei suoi discorsi. Oh, come invidiava Olivia la silenziosa, disperata nostalgia che Alexa sembrava avvolgersi attorno come un pesante scialle invernale! Avrebbe voluto sapere com'era, che sensazioni dava. Avrebbe voluto provare le stesse emozioni. Per le prime due settimane dopo il suo ritorno dalla Spagna, Alexa non aveva rivelato di aspettare un figlio da quell'uomo. Olivia l'aveva indovinato dal modo in cui la sorella si posava inconsciamente la mano sull'addome quando parlava d'amore. E mentre ammirava la feroce determinazione di Alexa a proteggere il suo amante dalla disapprovazione e dallo scandalo, Olivia avrebbe voluto strangolare quella sciocca ragazza per aver portato il suo insormontabile problema a Everdon Court. Quando Olivia l'aveva affrontata, Alexa aveva tentato di negare. Tipico! Era stata viziata, da bambina. Le era sempre stato consentito di svicolare fuori dai guai e non aveva mai imparato l'arte di rimediare ai propri errori. Preferiva negare e attribuire la colpa ad altri, quando poteva... E Olivia raccoglieva sempre i cocci. Specialmente dopo la morte della loro madre. Alexa aveva otto anni meno di Olivia ed era la sua unica sorella, figlia del secondo matrimonio della loro genitrice. Era bionda, come Olivia e la madre, tuttavia gli occhi erano marrone, non azzurri come quelli di Olivia e appariva piĂš piccola di statura. 9


La madre aveva sempre avuto un debole per Alexa. Era così per tutti. Alexa era stata una deliziosa bambina con i riccioli, le fossette e un'incontenibile joie de vivre. «Il diavolo l'ha baciata alla nascita» diceva la madre, ed era vero che, da bambina, Alexa aveva combinato continue marachelle. Crescendo era diventata uno spirito libero, che disdegnava le regole della società che governavano la loro vita. Non aveva mai realmente calcolato le conseguenze delle proprie azioni, mentre Olivia era sempre stata circospetta. E quieta. E responsabile. E tuttavia Alexa non era mai stata così sconsiderata come in quell'occasione. Quando finalmente aveva ammesso la verità, era caduta in ginocchio, scossa dai singhiozzi. «Che cosa devo fare, Livi?» aveva supplicato. «Non so cosa fare!» Olivia si sentiva spezzare il cuore vedendo la sorella così disperata, tanto più che davvero Alexa non sapeva che cosa fare. Olivia poteva indovinare che non aveva affatto pensato alle conseguenze delle sue azioni, fino a quel momento. Purtroppo non c'era niente che potesse fare, tranne parlarne a Edward, e non sarebbe stato facile. Edward non poteva soffrire lo spirito di Alexa. «Non rispetta mai le regole, e dopo pensa di rimediare facendo gli occhi dolci» si era lamentato una volta, quando Alexa era intervenuta a un ballo a Londra e aveva ballato quattro volte con lo stesso giovane gentiluomo. Quando Olivia le aveva spiegato che, semplicemente, non si doveva fare, a meno che non ci fosse un'intesa con il giovanotto in questione, Alexa era stata tutta contrita. «Scusami» aveva detto. «Non lo sapevo.» Edward non si era lasciato ammansire. «Non ha riguardo per il nome dei Carey, e io sono secondo cugino del re» aveva brontolato con Olivia, come se qualche ballo fosse stato in un certo modo paragonabile all'alto tradimento. «Che cosa dobbiamo fare, Livi?» aveva chiesto Alexa, una mano sull'addome. Aveva abilmente trasformato la 10


propria gravidanza in un dilemma di entrambe. «Non abbiamo altra scelta che dirlo a Edward» aveva risposto Olivia. Alexa aveva sussultato e si era gettata ai suoi piedi, supplicandola di non farlo. «Oh, Alexa» aveva detto lei tristemente, chinandosi sulla sorella. «Che cosa ti aspettavi? Non sarà evidente per tutti fra poche settimane?» «Sì, ma pensavo che mi avresti aiutata senza dirlo a lui.» «Devo dirlo a lui! Come potrei mai nasconderglielo?» C'erano tante cose che Alexa non capiva... in particolare quanto era impotente una donna in quel mondo dominato dai maschi. Una volta sposata, era destinata a fare qualunque cosa il marito decretasse. Non c'era scampo. «Devi dirglielo adesso?» aveva chiesto Alexa, in lacrime. «C'è in programma la cena per il Duca di Rutland, e sai come può essere il marchese.» Olivia lo sapeva meglio di chiunque. Edward non avrebbe tollerato neppure l'ombra di uno scandalo, con il Duca di Rutland a cena. «Dopo la cena» aveva intimato ad Alexa. «Ma non più tardi.» E non era sicura di chi fosse più sollevata, se lei o sua sorella.

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Sulle tracce della passione ALISON DELAINE Inghilterra - Francia, 1767 - Lady India Sinclair è esattamente dove agognava essere: sul ponte della Possession, con la pelle sferzata dalla brezza salmastra e un euforico senso di libertà nel cuore. Decisa a vivere la vita secondo la sua volontà e non secondo le imposizioni del padre, è fuggita dall'Inghilterra e ora fa rotta sull'esotica Malta. Ma una giovanissima debuttante non può certo scorrazzare per il Mediterraneo a suo piacimento e infatti qualcuno è già sulle sue tracce, pronto a riportarla a una vita fatta di doveri e convenzioni sociali. Il Barone Nicholas Warre ha un forte interesse a riacciuffare la fuggitiva. Assediato dai creditori, ha barattato la tranquillità economica con la propria libertà – e quella di India – acconsentendo a diventarne il legittimo consorte. Prima, tuttavia, deve prenderla, e poi sperare di non perdersi nell'oceano blu dei suoi occhi...

Il segreto di Lady X JULIA LONDON Inghilterra, 1809 - L'incredibile notizia che Harrison Tolly, amministratore dei Marchesi di Carey, nonché figlio illegittimo del Conte di Ashwood, è l'erede designato della tenuta del padre giunge in un momento molto delicato. Harrison, infatti, si è appena offerto di sposare la cognata del marchese, incinta, per salvare il buon nome dei Carey. Ma il nobile gesto non è dettato dall'attaccamento al suo datore di lavoro, quanto a un amore segreto, profondo e disperato per l'irraggiungibile marchesa, Lady Olivia, la sua misteriosa Lady X. Quando, accidentalmente, il marchese muore, Harrison si trova di fronte a un dilemma: sciogliere la promessa di matrimonio con la sorella di Olivia, perdendo l'onore? O rinunciare per sempre al suo unico amore, e alla felicità, comportandosi come il suo nuovo status di conte esigerebbe?


La dama dai due volti NICOLA CORNICK Scozia, 1817 - C'è un'unica parola che definisce, agli occhi della buona società scozzese, una donna come Lady Christina MacMorlan, ed è zitella. Figlia del potente Duca di Forres, ha ormai passato la trentina senza trovare marito, perciò non può che rassegnarsi a vivere nella casa dell'illustre genitore, gestendola come la più squisita delle padrone e rinunciando all'idea di avere una famiglia tutta sua. Ma Christina non ha tempo di annoiarsi. Se di giorno è impegnata nelle incombenze domestiche, di notte, al comando di un manipolo di contrabbandieri di whisky, ha il suo daffare, innanzitutto a evitare gli agenti della Corona, determinati a smascherarla. I guai veri iniziano quando uno di loro, l'affascinante Lucas Black, tenta di farsi assumere come valletto al castello di Forres, con il chiaro scopo di intralciare i piani dei distillatori clandestini e del loro incantevole capo.

In viaggio con il duca SABRINA JEFFRIES Inghilterra - Francia, 1828 - Maximilian Cale, Duca di Lyons, credeva di aver seppellito sotto il peso degli anni il dolore per la scomparsa del fratello maggiore, Peter, rapito e mai più ritrovato. Quando però gli viene recapitato un biglietto in cui si asserisce che l'uomo è vivo, Max si precipita alla Manton's Investigations, sperando di trovarvi Tristan Bonnaud, l'autore della missiva. Ad accoglierlo, invece, è la sorella Lisette. E il duca ne resta soggiogato. Calma e padrona della situazione, bellissima e per nulla intimidita dal lignaggio di Max, Lisette gli rivela di non sapere dove si trovi il fratello e presto nella mente di entrambi si forma un piano: raggiungere Parigi, fingendo di essere marito e moglie, in cerca di Tristan e di una spiegazione che dipani una volta per tutte quell'intricata matassa. La strada per Parigi, però, riserva imprevisti e... colpi di fulmine.

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