NICOLA CORNICK
La dama dai due volti
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Claimed by the Laird HQN Books © 2014 Nicola Cornick Traduzione di Maria Grazia Bassissi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special novembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 198 del 5/11/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Prologo Edimburgo, aprile 1817 «Non capisco perché vi stia dando il mio aiuto» asserì Jack Rutherford. Lucas Black si mise a ridere. «Forse perché il mio club serve il miglior brandy di Edimburgo?» suggerì, riempiendo di nuovo il bicchiere dell'amico. «È vero» riconobbe Jack, «tuttavia non è questa la ragione.» «Perché mi dovete dei soldi, allora?» Sul tavolo di ciliegio in mezzo a loro stavano abbandonate le carte da gioco. I due uomini erano soli in una delle salette private del club. Al di là della porta si trovava il salone principale della casa da gioco, affollato da una clientela formata dagli uomini più ricchi di Edimburgo. A Lucas non interessava il lignaggio dei suoi clienti, ma solo che fossero in grado di saldare i loro debiti. E poteva anche permettersi di selezionarli, giacché un invito alla casa da gioco The Chequers rappresentava uno dei privilegi più ambiti dagli scozzesi dell'alta società. Jack prese il libretto per compilare un ordine di pagamento. «Venticinque ghinee, giusto?» Lucas liquidò il debito con un gesto della mano. «Preferisco il vostro aiuto.» 5
Con la fronte aggrottata, il suo amico fissò il brandy che stava facendo roteare nel bicchiere e non rispose. «Un conflitto di lealtà?» volle sapere Lucas. Lui e Jack erano soci in affari; si erano aiutati reciprocamente a uscire da situazioni difficili più volte di quante Lucas riuscisse a ricordare. Il che rendeva piuttosto interessante il fatto che quella sera Jack rifiutasse di impegnarsi. «Non si tratta di questo.» Jack alzò lo sguardo. «Non stimo particolarmente mio suocero. Aveva cercato di far contrarre sia a mia moglie sia a sua sorella dei matrimoni che le avrebbero rese infelici. La gente lo giudica un simpatico eccentrico, ma a me questo giudizio sembra eccessivamente generoso.» Cambiò posizione sulla sedia. «No, quello che mi preoccupa è l'inganno. Vi ho sempre creduto il tipo d'uomo che affronta di petto una situazione e spiega chiaro e tondo le sue condizioni. Non vi ci vedo nei panni del domestico che si introduce in una casa per spiare.» «È vero, di solito preferisco l'approccio diretto» confermò Lucas. Poi però soggiunse: «Ma riuscite a immaginare che cosa accadrebbe se mi presentassi al castello di Kilmory annunciando che sospetto che qualcuno di loro abbia ucciso mio fratello e che sono deciso a trovare il colpevole per consegnarlo alla giustizia? Mi caccerebbero via... oppure mi farebbero rinchiudere in manicomio». Si fermò. Aveva usato un tono aspro per mascherare delle emozioni intense, ma Jack non si lasciò ingannare. E Lucas lesse la compassione nei suoi occhi. «Sono molto addolorato per Peter» disse infatti il suo amico, in tono così sincero che Lucas non dubitò neppure per un istante della sua partecipazione. «È comprensibile che desideriate sapere come sono andate realmente le cose...» Lucas lo interruppe con un gesto brusco. «Voglio giu6
stizia» dichiarò a denti stretti. «Non è stato un incidente.» Subito vide che Jack stava cercando le parole adatte per rispondere. Non fatelo, pensò Lucas, feroce. Non dite che capite quel che provo. Non dite che sono state fatte delle indagini sulla morte di Peter e che se gli altri non hanno trovato un colpevole, non ci riuscirò nemmeno io. Fu pervaso da una collera mista a frustrazione che gli fece serrare i pugni. Aveva incontrato il fratellastro una sola volta da adulto, dopo anni di separazione. In quell'occasione avevano gettato delle fondamenta che, secondo le speranze di entrambi, avrebbero portato col tempo alla costruzione di un solido legame. Ma quasi subito Peter era morto, privandoli di quell'opportunità, di quel futuro. Aveva soltanto diciannove anni, poco più di un ragazzo. Quando il fratellastro gli aveva scritto la prima volta per informarlo che sarebbe andato in Scozia e che voleva incontrarlo, Lucas aveva ignorato la lettera. Non aveva più avuto contatti con la sua famiglia dalla morte della madre e non ne voleva neppure avere. I ricordi che conservava dell'infanzia trascorsa in Russia erano tutt'altro che felici. Tu sei un bastardo e tua madre è una puttana, erano soliti bisbigliargli gli altri bambini. Quelle parole rozze e crudeli suonavano tremendamente incongrue, nella bellezza opulenta del palazzo del suo patrigno. Bastardo, bastardo... L'insulto gli echeggiava nella testa e lui lo scacciò, escludendolo, chiudendo la porta alle emozioni e alle reazioni, come faceva fin da quando aveva cominciato a comprendere il significato delle ingiurie. La sua discendenza non era importante. Anzi, era addirittura grato delle offese ricevute da bambino perché alla fine erano 7
state proprio quelle a fornirgli l'incentivo che gli serviva per dimostrare chi era. Aveva lavorato senza sosta per costruire un impero economico che gli aveva fruttato abbastanza ricchezza e potere da superare i beni della sua famiglia d'origine, spinto com'era dall'odio che nutriva verso i suoi parenti. Poi, con l'arrivo di Peter, tutto era cambiato. Gli sembrava ancora di vedere il fratellastro davanti alla porta della sua casa in Charlotte Square: un giovane alto e sottile, non del tutto adulto, nel cui portamento, tuttavia, si vedeva già l'uomo che un giorno sarebbe diventato. Peter stava ingobbito per difendersi dal vento che soffiava dalla collina sulla quale si stagliava il castello di Edimburgo, massiccio contro lo sfondo azzurro pallido del cielo autunnale. «Buon Dio, che freddo fa in questo paese!» Suo fratello era entrato senza aspettare di essere invitato. Aveva parlato in russo mentre abbracciava con calore Lucas, immobile e attonito. Poche cose avevano il potere di sorprenderlo; ebbene, Peter ci era riuscito in cinque secondi. «Ti ho scritto!» aveva esordito Peter con entusiasmo. «Lo so» era stata la secca replica di Lucas. «E io non ti ho risposto.» Ben presto aveva scoperto che era impossibile resistere a Peter il quale, dietro una vivacità incontenibile che a Lucas ricordava quella di un cucciolo, nascondeva una determinazione ferrea. Lucas aveva riconosciuto la sua forza di volontà perché anche lui la possedeva e non aveva potuto opporsi all'affetto che il suo fratellastro gli dimostrava. Avevano vissuto insieme due sfrenate settimane a Edimburgo; Peter si era ubriacato e Lucas aveva dovuto tirarlo fuori dalla prigione municipale dove era stato rinchiuso per fargli passare la sbornia; Peter si era lanciato nel vortice delle feste, dei balli e delle cene alle 8
quali, essendo un principe russo, aveva spopolato. Il precettore di Peter, un uomo indulgente che si era assunto il non facile compito di accompagnare il ragazzo e tre suoi amici in giro per l'Europa, aveva insistito affinché i quattro giovani assistessero anche alle conferenze e alle mostre per le quali Edimburgo era famosa. Una volta Peter era sgusciato fuori a metà di una conferenza per andare in un bordello. E Lucas aveva dovuto salvarlo anche in quell'occasione. Trascorse quelle due settimane, Peter e i suoi amici erano partiti per le Highlands. «Devo assolutamente vedere la grotta di Fingal!» aveva esclamato Peter. «Così selvaggia, così romantica.» Dopo l'escursione in barca all'isola di Staffa aveva scritto a Lucas un'entusiastica descrizione del luogo, aggiungendo che ora si trovavano ad Ardnamurchan, lungo la strada verso meridione. Il giovane voleva visitare la punta più occidentale della Gran Bretagna. Pochi giorni più tardi era giunta la notizia della morte di Peter. Il suo corpo era stato ritrovato sulla scogliera di Kilmory, il villaggio all'estremità del promontorio di Ardnamurchan. Lui e i suoi compagni avevano cenato quella sera al castello di Kilmory, ospiti del Duca di Forres e della sua famiglia. Dopodiché Peter era tornato alla locanda di Kilmory per uscire di nuovo più tardi, da solo. Nessuno sapeva perché o chi avrebbe dovuto incontrare, solo che il suo corpo senza vita era stato scoperto la mattina successiva, semivestito. Peter era stato percosso e derubato. Nelle Highlands i casi di rapina e omicidio erano sporadici, benché la regione e i suoi abitanti avessero fama di essere selvaggi; questo tuttavia non era stato di conforto a Lucas, il quale piangeva amaramente la perdita del fratellastro che aveva appena avuto modo di conoscere. Il ceppo che si spaccò sulla grata del camino gli ricor9
dò dove si trovava e si accorse anche che Jack stava parlando. Con uno sforzo accantonò il dolore e la rabbia, imponendosi di ascoltare. «Penso sul serio che Lord Sidmouth si stia servendo di voi per i suoi scopi, Lucas» stava ipotizzando Jack con prudenza. Nei suoi occhi c'era qualcosa che sembrava quasi, ma non del tutto, compassione. «Usa il vostro dolore per manipolarvi.» Lucas scosse la testa, ostinato. «Mi sono offerto spontaneamente di aiutare Sidmouth» replicò, «in cambio di informazioni e di supporto.» Dopo la morte di Peter, il Ministro dell'Interno aveva mandato da Londra degli uomini con l'incarico di ricercare il suo assassino; le indagini tuttavia non avevano dato alcun esito. Il ministro era sicuro che il caso fosse da collegarsi alla distillazione clandestina e al commercio illegale di whisky, attività molto fiorenti nelle Highlands. Riteneva che Peter si fosse inavvertitamente imbattuto nella famigerata banda di contrabbandieri di Kilmory e che fosse stato ucciso perché non parlasse. Lucas non aveva ragione di dubitare delle supposizioni di Sidmouth e bruciava dalla voglia di vendicarsi della banda di criminali che aveva spento la giovane vita di Peter. «So che è l'ultima risorsa, ma potrei sempre trovare qualcosa che è sfuggito a quegli idioti di Londra. Se i contrabbandieri di whisky sono i responsabili della morte di Peter, è più probabile che lo scopra io degli uomini di Sidmouth, ma per farlo non posso presentarmi apertamente a Kilmory.» Lucas fissò il fuoco. Le fiamme diffondevano luce e calore nella saletta, eppure lui aveva freddo. Non ricordava l'ultima volta che aveva sentito caldo, anzi, a dire il vero gli sembrava di non avere mai avuto caldo dentro. Lucas Black era il figlio illegittimo di un laird scozze10
se e di una principessa russa, concepito in una notte di giovanile passione durante un viaggio in Russia di suo padre. La sua nascita aveva scandalizzato l'aristocrazia russa e sua madre era caduta in disgrazia. Cinque anni dopo la principessa aveva contratto un matrimonio di pura convenienza dinastica con un uomo disposto a sorvolare sulla sua reputazione rovinata perché era rimasto abbagliato dalla favolosa dote di lei. Lucas aveva seguito la madre quando lei si era sposata, ma nella casa del patrigno non era stato il benvenuto perché era considerato un bastardo, ed era stato acutamente consapevole della differenza tra lui e gli altri bambini. Suo nonno aveva chiesto alla Zarina Caterina di legittimarlo, ma questo non aveva fatto altro che peggiorare le cose. I bambini di casa e il patrigno continuavano a chiamarlo bastardo e sua madre lo guardava sempre con lo stesso dolore e la stessa vergogna negli occhi. L'unico a ignorare l'ombra cupa che l'esistenza di Lucas gettava sulla casa era stato Peter, poco più che un infante, aperto, fiducioso e amorevole. Il suo fratellino. E la sua vita era stata spenta da uno sconosciuto in una terra straniera. Il gelo si impadronì un'altra volta di Lucas, portando con sé una ferrea determinazione a scoprire la verità. «Peter merita giustizia» ripeté. «Non posso semplicemente lasciar correre, Jack. Lui era tutta la mia famiglia.» «No, non è vero» lo corresse Jack. «Smettete di commiserarvi. Non avete forse vostra zia?» Lucas sorrise, riluttante. «D'accordo, ve lo concedo.» La sorella di suo padre, entrata nella sua vita quando lui viveva per le strade di Edimburgo come un miserabile, era una forza della natura. Nonostante le avesse detto di lasciarlo in pace, sua zia si era rifiutata di abbandonarlo. Lucas era allora un ragazzino scontroso e ingrato, divo11
rato dal risentimento nei confronti della famiglia di suo padre, ma la duchessa aveva spazzato via la sua amarezza con la forza di un ciclone. L'aveva obbligato a sollevarsi dalla miseria nella quale era caduto e lui l'amava profondamente per questo. Era l'unica donna alla quale teneva e anche l'unica che riteneva di poter mai amare. Nella sala era sceso il silenzio. «Non vi ho mai sentito parlare di vostro padre» disse Jack dopo un istante. Lucas si strinse nelle spalle. Un gesto quasi doloroso, data la tensione che gli contraeva di nuovo quei muscoli. «Non c'è niente da dire.» «Vi lasciò la tenuta di Black Strath» osservò Jack. «Vorrà pur dire qualcosa.» Per Lucas non contava assolutamente nulla. Dentro di lui la rabbia e l'odio risollevarono la testa. In quei giorni gli sembrava di essere perennemente in collera: per la morte di Peter, perché nessuno era stato chiamato a rispondere di quel crimine, perché a nessuno importava. Jack aveva ragione: lui sapeva che Lord Sidmouth lo stava usando. Sidmouth voleva fare piazza pulita dei contrabbandieri di whisky che sfuggivano ai suoi ufficiali addetti alla riscossione delle imposte sulla vendita degli alcolici. Il ministro voleva che quei criminali venissero identificati e messi in prigione. La morte di Peter era stata un ottimo pretesto per assicurarsi l'aiuto di Lucas. Ma non aveva importanza, a ciascuno dei due interessava soltanto raggiungere il proprio scopo. «Mi sono sempre chiesto perché vostra madre avesse aspettato tanto prima di parlarvi della vostra eredità» riprese Jack. «Vostro padre morì quando eravate ancora in fasce.» «Credo che avesse paura» disse lentamente Lucas. Ricordava bene la stretta delle dita della madre, fredde e umide, e la sua espressione disperata. Non biasimare tuo padre, gli aveva detto. Era buono e io lo amavo. 12
Invece Lucas aveva dato a Niall Sutherland la colpa di tutto. Non gli aveva mai perdonato di aver abbandonato sua madre, la vigliaccheria, la debolezza. La loro storia d'amore era rimasta segreta, la gravidanza di lei era stata scoperta solo mesi dopo che Sutherland aveva lasciato la Russia. La Principessa Irina gli aveva scritto per informarlo, ma Sutherland non era mai ritornato da lei. Lucas provava soltanto disprezzo per l'uomo che aveva condannato Irina alla vergogna, all'onta di mettere al mondo un figlio illegittimo, e lui – suo figlio – a essere bersaglio di insulti e scherno a causa della sua nascita. Di una cosa però gli era grato. Il suo comportamento gli aveva insegnato a essere l'opposto di lui: duro, forte e spietato. Jack lo stava scrutando e Lucas bevve un lungo sorso di brandy. Posò di scatto il bicchiere, perché il liquore aveva un sapore amaro. «Era infelice» disse. «Forse temeva che la lasciassi per venire in Scozia a prendere possesso della mia eredità. Sono sempre stato molto ostinato, anche da bambino.» Rivolse all'amico un sorriso un po' mesto. «Si sbagliava, naturalmente. Non l'avrei mai lasciata.» «Eppure siete venuto qui quando lei morì» gli fece notare Jack. «Allora non c'era più niente che mi trattenesse in Russia.» Lucas attraversò la sala e andò a gettare un paio di ceppi nel fuoco. Si udì un sibilo e le fiamme divamparono. «Il mio patrigno mi cacciò di casa a colpi di frusta il giorno stesso della morte di mia madre.» La sua voce era priva di emozione, nonostante il ricordo fosse ancora vivo: i colpi attraverso il tessuto sottile della camicia, il rumore della stoffa che si lacerava, il dolore bruciante alla schiena. Avvertì una morsa nel petto mentre rammentava il panico che l'aveva colto nel sentire la frusta che gli si attorcigliava come un serpente attorno al collo, 13
soffocandolo. Era fuggito in Scozia, dove però gli amministratori fiduciari del patrimonio di suo padre erano rimasti ben poco impressionati da un ragazzino che non poteva provare di avere diritto all'eredità. Scosse con forza la testa per disperdere i ricordi del passato. Sua zia aveva fatto in modo che ricevesse la proprietà che gli era stata lasciata, ma lui non aveva assunto il ruolo di laird. Lucas aveva affittato Black Strath subito dopo esserne entrato in possesso; aveva interesse per gli affari, non per la terra. «Peter vi idolatrava» disse Jack. «Evidentemente suo padre non era riuscito a metterlo contro di voi.» Lucas sorrise suo malgrado. «Peter aveva un'indole molto amabile. Assomigliava a nostra madre.» Jack fece un cenno d'assenso. «Capisco.» Ma poi si corresse. «Intendo dire che capisco il vostro bisogno di assicurare il suo assassino alla giustizia.» Lasciò uscire un lungo respiro. «Detto per inciso, sarete un pessimo valletto.» «E perché mai?» obiettò Lucas. «So cosa vuol dire lavorare sodo.» «Non siete capace di obbedire a degli ordini» gli rammentò Jack, vuotando il bicchiere. «Perché siete abituato a darne, immagino.» «Secondo voi, quindi, non possiedo le caratteristiche specificate nell'annuncio?» Lucas si mise a sedere e diede un colpetto al giornale aperto sul tavolo in mezzo a loro. «Cercasi valletto per il castello di Kilmory» lesse ad alta voce. «Si richiedono diligenza, affidabilità, perfetto addestramento, deferenza.» «È impressionante come non abbiate nessuna di queste caratteristiche» ironizzò Jack. Lucas scoppiò a ridere. «Non chiederò a voi di scrivere le mie referenze, allora.» Raccolse una carta da gioco e cominciò a giocherellare, rigirandola pigramente tra le 14
dita. «Raccontatemi qualcosa di più di quel posto» riprese. «Così sarò preparato.» «Non sono mai stato a Kilmory» rispose Jack, «ma so che è un castello del XIV secolo. Dovrebbe avere ancora tubazioni e riscaldamento originali, per cui sarà scomodo e inospitale come l'inferno. Nonostante tutto, però, è la residenza preferita del duca.» Alzò le spalle. «Mio suocero fa solo quello che gli pare.» «Qualcuno della famiglia vive a Kilmory con il duca?» si informò Lucas. Sapeva, perché gliel'aveva detto Sidmouth, che alcuni membri del clan MacMorlan erano a Kilmory quando Peter era morto. «In questo periodo vi abitano diversi di loro. Anzi, ve li troverete spesso tra i piedi.» Jack cominciò a contare sulle dita. «Attualmente vivono là Angus e Gertrude – vale a dire l'orribile fratello maggiore di Mairi, Marchese di Semple, e la sua ancora più detestabile consorte. Lui è l'erede del duca, un tipo estremamente arrogante. Di sicuro ci sarà anche la loro unica figlia, Allegra.» Lucas fece una smorfia. «E io dovrei fare da servitore a questa gente?» «L'avete scelto voi» ribatté Jack senza traccia di commiserazione. «Mmh. Qualcun altro?» «Lachlan.» Jack sogghignò. «Il figlio minore. Uno spreco di spazio. Sua moglie l'ha lasciato qualche mese fa e da allora si è dato al bere per consolarsi.» Lucas fischiò tra i denti senza emettere alcun suono. «Non è mai una buona soluzione.» Alzò il bicchiere per un beffardo brindisi. «Ce ne sono altri?» «No» rispose Jack. «Sì» si corresse in fretta. «C'è Christina, la figlia maggiore del duca.» Aggrottò la fronte. «Ci dimentichiamo sempre di Christina.» «Per quale motivo?» indagò Lucas. «Perché...» Jack fece una pausa. «È facile trascurarla» 15
disse dopo un istante. Sembrava quasi che si vergognasse. «Christina, la sorella riservata e zitella. Passa inosservata.» Lucas faceva fatica a crederci, visto che Lucy e Mairi MacMorlan, la moglie di Jack, erano donne incredibilmente belle, diamanti di qualità purissima. Provò un subitaneo moto di pietà per la scialba Lady Christina e il desiderio di proteggere la donna che viveva all'ombra dei fratelli, unica figlia nubile del Duca di Forres. Lasciò che la carta gli scivolasse tra le dita e finisse silenziosamente sul tappeto. In quel momento qualcuno bussò discretamente alla porta. Il direttore della casa da gioco, Duncan Liddell, mise dentro la testa. «Tavolo quattro» disse. «Lord Ainsley. Non può pagare i debiti. O non vuole. Non so di preciso.» Era un uomo di poche parole. Lucas annuì e si alzò in piedi. A volte capitava che i rampolli della nobiltà alzassero un po' troppo il gomito e si convincessero che avevano il diritto di giocare gratis. Di solito era sufficiente qualche parola sussurrata all'orecchio del gentiluomo in questione per risolvere la faccenda. «Vi lascio al vostro lavoro» dichiarò Jack. Anche lui si alzò e strinse la mano all'amico. «Buona fortuna. Spero che scoprirete la verità.» Esitò. «Non mi interessa quel che succede al resto dei MacMorlan» aggiunse, «ma non fate del male a Christina, altrimenti Mairi mi castrerà per avervi aiutato.» Lucas sorrise. «Vostra moglie è una tiratrice infallibile. Non vorrei mai averla come nemica.» Poi ridivenne serio. «Avete la mia parola, Jack. Io non ho niente contro il clan dei Forres. Anzi, dubito che avrò a che fare con loro. Desidero soltanto infiltrarmi nella banda dei contrabbandieri e scoprire cos'è successo a Peter.» 16
Mentre si alzava per seguire Duncan nel salone, lo sguardo gli cadde sulla carta da gioco che era finita sotto il tavolo. Si chinò a raccoglierla. Era il fante di quadri. La rimise in cima al mazzo. La figura era quella che meglio rispecchiava il figlio illegittimo di un laird e di una principessa, che si era creato da solo la sua fortuna e che era duro come il diamante rappresentato dal simbolo a forma di losanga.
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La dama dai due volti NICOLA CORNICK Scozia, 1817 - C'è un'unica parola che definisce, agli occhi della buona società scozzese, una donna come Lady Christina MacMorlan, ed è zitella. Figlia del potente Duca di Forres, ha ormai passato la trentina senza trovare marito, perciò non può che rassegnarsi a vivere nella casa dell'illustre genitore, gestendola come la più squisita delle padrone e rinunciando all'idea di avere una famiglia tutta sua. Ma Christina non ha tempo di annoiarsi. Se di giorno è impegnata nelle incombenze domestiche, di notte, al comando di un manipolo di contrabbandieri di whisky, ha il suo daffare, innanzitutto a evitare gli agenti della Corona, determinati a smascherarla. I guai veri iniziano quando uno di loro, l'affascinante Lucas Black, tenta di farsi assumere come valletto al castello dei MacMorlan, con il chiaro scopo di intralciare i piani dei distillatori clandestini e del loro incantevole capo.
In viaggio con il duca SABRINA JEFFRIES Inghilterra - Francia, 1828 - Maximilian Cale, Duca di Lyons, credeva di aver seppellito sotto il peso degli anni il dolore per la scomparsa del fratello maggiore, Peter, rapito e mai più ritrovato. Quando però gli viene recapitato un biglietto in cui si asserisce che l'uomo è vivo, Max si precipita alla Manton's Investigations, sperando di trovarvi Tristan Bonnaud, l'autore della missiva. Ad accoglierlo, invece, è la sorella Lisette. E il duca ne resta soggiogato. Calma e padrona della situazione, bellissima e per nulla intimidita dal lignaggio di Max, Lisette gli rivela di non sapere dove si trovi il fratello e presto nella mente di entrambi si forma un piano: raggiungere Parigi, fingendo di essere marito e moglie, in cerca di Tristan e di una spiegazione che dipani una volta per tutte quell'intricata matassa. La strada per Parigi, però, riserva imprevisti e... colpi di fulmine.
Il bacio di un dissoluto ANNA CAMPBELL Inghilterra, 1827 - Sir Richard Harmsworth, il più affascinante dei libertini, croce e delizia della buona società inglese, sembra incurante della propria nascita illegittima che fa di lui un bastardo, per quanto di rango. Le sue origini dubbie, invece, rappresentano una ferita aperta che Richard ha forse trovato il modo di guarire. La chiave della sua identità potrebbe celarsi in un prezioso artefatto, attualmente in possesso di un colto vicario di campagna e di sua figlia, Genevieve Barrett. Quando il piano di introdursi in casa degli ignari proprietari per sottrarlo va storto, a Richard resta un'unica opzione: farsi accettare dal vicario come studente, sotto mentite spoglie. Ma come mantenere il proprio sangue freddo accanto a Genevieve, creatura tanto intelligente quanto seducente? E come essere sicuro che lei non l'abbia riconosciuto nel maldestro ladro che ha tentato di derubarla?
L'ultima debuttante JULIA LONDON Inghilterra - Scozia, 1811 - Miss Daria Babcock ha deciso di allontanarsi per qualche tempo da Hadley Green e di cercare un pizzico di avventura altrove. E nel momento in cui raggiunge il cottage dell'amata nonna, in Scozia, pare proprio che il destino l'abbia accontentata. C'è un uomo ospite dell'anziana parente, un uomo aitante, attraente... e nudo! È davvero stato trovato ferito nel bosco, come le viene raccontato, oppure nasconde qualche altra verità? Ed è sincero Jamie Campbell nel sostenere di non ricordare nulla dell'aggressione subita? Quello che è certo è che l'affascinante laird colpisce l'immaginazione di Daria come nessuno ha mai fatto prima d'ora. E quando stabilisce di prenderla in ostaggio e portarla nel suo castello, lei non sa se disperarsi o compiacersi per l'inaspettata fortuna.
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