Grs202s l'amante del libertino

Page 1


VICKY DREILING

L'amante del libertino


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: What a Wicked Earl Wants Grand Central Publishing - Forever © 2013 Vicky Dreiling This edition published by arrangement with Grand Central Publishing, New York, New York, USA. All rights reserved. Traduzione di Elena Vezzalini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special marzo 2015 Questo volume è stato stampato nel febbraio 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 202 del 4/03/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Ballo di Lady Atherton, Londra, 1819 Andrew Carrington, Conte di Bellingham, era in cerca di una nuova amante. Fece il suo ingresso nell'elegante dimora di Lady Atherton volutamente in ritardo, onde evitare di mettersi in fila per salutare la padrona di casa. Mentre consegnava soprabito, cappello e guanti al maggiordomo pensò al tipo di donna che gli sarebbe piaciuto. La bellezza era imprescindibile, ma per lui l'intelligenza era altrettanto importante. Non tollerava infatti le donne stupide, per quanto graziose. Ovviamente evitava le donne sposate e le vergini: con le prime correva il rischio di rimetterci la vita, con le seconde di dover rinunciare al celibato. Dopo avere raddrizzato la spilla del fazzoletto da collo entrò nel grande vestibolo; ai piedi della scala c'era una statua di Augusto, il fondatore dell'Impero Romano, che indicava la via per salire ai piani superiori. Bell salì una delle due rampe, abbellita da una balaustra di ferro battuto. Un rumore sordo uscì dalla sala da ballo quando un gruppetto di ospiti si rifugiò sul pianerottolo per sfuggire al caldo prodotto da troppi corpi stipati in un'unica stanza. Dopo averli raggiunti, entrò nella sala dove un'orchestra suonava un motivo vivace e le voci erano più forti. Si fece strada tra la folla per cercare gli amici, e dopo qualche passo fu notato da una donna robusta che, afferrata per un braccio 5


una fanciulla esile, presumibilmente sua figlia, corse verso di lui. A quel punto Bell si girò e si allontanò a grandi passi nella direzione opposta. Dannazione. Cinque minuti in una sala da ballo e aveva già dovuto evitare una madre in cerca di un marito per la figlia. Fu assalito dalla tentazione di fuggire, quando vide i suoi amici Harry e Colin vicino a una credenza. Li raggiunse, sistemando il fazzoletto da collo. «Ho bisogno di bere.» Harry Norcliffe, Visconte Evermore, gli porse un bicchiere di brandy. «Ti sei salvato per il rotto della cuffia, vecchio mio.» Colin Brockhurst, Conte di Ravenshire, scoppiò a ridere. «Abbiamo visto Lady Coburn e la figlia che ti inseguivano.» Bell si accigliò. «Non la conosco.» «È la moglie di Sir Harold Coburn» gli spiegò Harry. «La figlia, Miss Anne Coburn, è al suo debutto.» Bell tracannò il brandy in due sorsate. «Immagino che tu l'abbia saputo dalle tue cugine.» «Il salotto di mia zia è una fonte inesauribile dei migliori pettegolezzi» confermò Harry. Bell si accigliò. «Ne ho avuto abbastanza. Perché non andiamo a casa mia a giocare a biliardo?» propose. «Aspetta, ieri sera hai detto che sei in cerca di un'amante» gli ricordò il visconte. Bell posò il bicchiere sulla credenza. «Qui potrei trovare solo donne sposate e annoiate, e non amo invadere i territori altrui.» «Sei fortunato, è arrivata una nuova vedova in città.» Colin sbuffò. «È vero, e anche questa notizia viene dal salotto di tua zia.» Harry annuì. «Sì, e si dice che sia alquanto misteriosa.» Colin si versò del brandy. «Harry, come puoi crederci? Le tue cugine non fanno che prenderti in giro.» «Dicono che sia giovane e bella.» «È più probabile che sia anziana e brutta» borbottò Bell. «Sei il solito ottimista» commentò Colin. «Sono solo realista» ribatté Bell. Harry si strinse nelle spalle. «Io non l'ho ancora vista, po6


trebbe essere sotto il nostro naso proprio in questo momento.» «Sul pavimento, vuoi dire?» scherzò Colin. «È un modo di dire. Devi prendere sempre tutto alla lettera?» Bell roteò gli occhi. Come solito, quei due discutevano per un nonnulla. «In altre parole, Harry non sa come si chiama né che aspetto ha. A questo punto, direi che le probabilità di incontrarla sono inesistenti.» «Perché lei non esiste» rimarcò Colin. Harry trangugiò il brandy e se ne versò un altro bicchiere. «Si chiama Lady Chesfield, viene dall'Hampshire. È nuova in città ed è amica di Lady Atherton.» «Amica di Lady Atherton?» Gli occhi scuri di Colin scintillarono alla luce delle candele. «Immagino che Bell sarà entusiasta... nonostante i trent'anni d'età di differenza!» Harry socchiuse gli occhi. «Ti sbagli. Scommetto dieci sterline che nel giro di due settimane, se non prima, sarà la sua amante.» «Non le possiedi» gli ricordò Colin. «Le avrò quando avrai perso la scommessa» ribatté Harry stringendosi nelle spalle. Quando l'orchestra suonò le prime note di una contraddanza, Harry e Colin andarono a cercare le rispettive dame che li aspettavano per ballare. Bell si versò un altro brandy e si girò per guardare la folla. Quando un gruppo di invitati si spostò di lato vide Barbara, una sua ex amante. Posato il bicchiere, si incamminò verso di lei. «Bellingham, siete più che bello che mai» lo accolse la donna. Lui accennò un inchino. «Come va la vita matrimoniale?» «Sapete che mi sono sposata per interesse.» Un sorriso malizioso le incurvò le labbra. «Se avessi dovuto aspettare voi...» Qualcosa nella sua espressione lo portò a pensare che non stesse scherzando. «Avete la sicurezza.» E non era poco per una donna. «La sicurezza è noiosa.» Bell osservò l'anello che portava al dito, un rubino circon7


dato da diamanti. «Avete anche un titolo e una certa ricchezza, ora.» «Ho fatto un cattivo affare.» Lui le lasciò la mano e non si diede la pena di ricordarle che il matrimonio era per sempre e che solo la morte poteva dividere due coniugi. Barbara alzò su di lui il suo sguardo sincero. «Di nuovo il destino mi ha riservato un matrimonio infelice.» Non era la prima volta che proclamava la sua visione fatalista della vita. Forse tutto era iniziato quando il precedente marito era deceduto in guerra. Certo, lei aveva approfittato della libertà di essere vedova e aveva avuto diversi protettori. Poi, probabilmente dopo avere speso ogni penny della pensione vedovile, aveva accettato la seconda proposta di matrimonio spinta dalla disperazione. «Detesto Norris. Cerco di fingere che siate voi, tuttavia non c'è paragone. Fisso il baldacchino e...» «Non desidero conoscere i particolari dei vostri incontri intimi.» Bell ricordava che Barbara era solita parlare con il cuore in mano, con l'ingenuità di una fanciulla. «Mi mancate» insistette la donna, attorcigliandosi una ciocca scura su un dito. Fra loro c'era stata solo una breve storia. Bell era stato chiaro fin dall'inizio e aveva troncato la relazione quando lei gli aveva confessato di amarlo. Colmata la distanza che li separava, Barbara gli fece scivolare una mano coperta da un guanto sul gilet. «Potremmo incontrarci più tardi, per ricordare i vecchi tempi.» Bell le afferrò la mano, la sollevò fingendo di baciarla come voleva l'etichetta e la lasciò andare. «Credo che Norris non sarebbe d'accordo.» «Non deve necessariamente scoprirlo.» «In questo momento ci sta fulminando con lo sguardo.» «Non mi importa.» «Vi importerà, se non starete attenta. Non commettete un gesto di cui potreste pentirvi.» «Il mio rimpianto è di avervi lasciato andare via.» «Non dovreste avere dei rimpianti, allora. Io non resto mai a lungo con una donna» disse Bell con un sorriso cinico. 8


«Avevo quasi dimenticato che siete un bastardo senza cuore.» «Convengo sul senza cuore, ma sono un figlio legittimo.» Dopo una pausa, lui aggiunse: «Scherzi a parte, se continuerete a parlare con me andrete incontro a dei guai seri». «Permettetemi di venire da voi questa notte.» Era folle da parte sua anche solo pensare di correre un tale rischio, tuttavia Barbara sembrava decisa a recitare la parte fino in fondo. «Spiacente, non sarò io la causa della vostra rovina.» A quel punto Bell si allontanò, pensando che prima o poi Norris avrebbe colto in fallo la moglie. C'erano uomini disposti a chiudere un occhio, anche se secondo la legge il marito di Barbara avrebbe potuto picchiare la moglie e fare causa all'amante. Non restava che augurarsi che in futuro fosse più prudente. Tornato vicino alla credenza, Bell si impose di non pensare più a Barbara. Si versò due dita di brandy e quando si girò notò una donna bionda, non tanto alta, che si guardava intorno da sopra una spalla. Aveva un incarnato perfetto, color crema, e un naso minuscolo. Quando incontrò il suo sguardo, spalancò gli occhi. Bell si aspettava che avrebbe guardato altrove, la donna però sembrava vittima di un incantesimo. Accigliato, si domandò se l'avesse mai incontrata prima, poi capì che era impossibile. Non avrebbe mai scordato il modo in cui incurvava le labbra leggermente agli angoli in quello che non era un vero sorriso. Sicuramente da un momento all'altro si sarebbe ricomposta e avrebbe distolto lo sguardo da lui. Invece la sconosciuta, continuando a fissarlo, socchiuse appena le labbra. Non era certo la prima volta che una donna gli lanciava una seconda occhiata dopo averlo incontrato, tuttavia quella lo mangiava con gli occhi senza pudore. La bocca di Bell si incurvò in un sorriso malizioso mentre decideva di scoprire come avrebbe reagito se l'avesse guardata a sua volta. Lentamente il suo sguardo si spostò dagli occhi al lungo collo, poi al seno pieno per posarsi sulla vita esile e sui fianchi sottili. Mentre osservava la gonna dell'abito, immaginò che nascondesse gambe snelle come le braccia. Con la stessa 9


lentezza lo sguardo risalì per fermarsi sul seno: dannazione, gli parve di vedere i capezzoli rosa pallido! Quando i loro sguardi si incontrarono, il cuore di Bell accelerò i battiti al pensiero che si trovava al centro di una sala da ballo e non aveva compiuto alcuno sforzo per nascondere il fatto che la stesse spogliando con lo sguardo. Ovviamente la bionda gli stava lanciando un invito. O lo aveva solo immaginato? C'era un unico modo per scoprirlo. Bell le strizzò l'occhio. Mentre un lieve rossore le imporporava le guance, la donna si girò su se stessa, facendo volteggiare la gonna leggera, poi mosse il ventaglio con la minuscola mano per coprire la parte inferiore del viso. Bell pensò che l'avrebbe sbirciato da dietro le stecche d'avorio, invece la vide farsi strada tra la folla come se intendesse fuggire. Un istante dopo si accorse che Lady Atherton le dava un colpetto su una spalla, facendola trasalire. Era forse la vedova misteriosa? La padrona di casa condusse l'ospite in disparte e le due donne cominciarono a parlare. Quando la sconosciuta scosse il capo con decisione, gli orecchini di zaffiri seguirono il movimento. Per qualche bizzarra ragione, Bell ne fu affascinato. Quando si rese conto che non aveva inteso amoreggiare con lui provò un senso di delusione, il che era ridicolo. Ammetteva di essere stato attratto, tuttavia sapeva di dover mantenere le distanze. Lady Atherton era una donna dai rigidi principi e l'avrebbe rimproverato aspramente se l'avesse visto spogliare la giovane amica con lo sguardo. Harry lo raggiunse e si versò del brandy. «Hai già conosciuto la vedova?» «No.» Non si erano presentati, tuttavia lei l'aveva intrigato, cosa che a sua memoria non accadeva da tempo. Harry sospirò. «Credo che le mie cugine mi stiano facendo perdere tempo.» «È probabile» confermò Bell. «Ho promesso il prossimo ballo a Miss Martindale, meglio che vada a cercarla.» Mentre si faceva strada tra la folla, Bell notò che Lady 10


Atherton era ancora insieme alla bionda. Con ogni probabilità era un tipo troppo rispettabile per accettare il ruolo di amante. Per quanto ne sapeva lui, poteva essere la moglie di qualcuno. Stanco del rumore, Bell decise di andare in giardino a fumare. Anche se non conosceva bene la dimora, riuscì a trovare la porta che conduceva all'esterno. Alla luce delle lanterne appese agli alberi vide che il giardino era deserto. Una folata di vento freddo gli sollevò le code della giacca mentre accendeva il sigaro. Inspirando, si godette il silenzio. Nel disegnare un anello di fumo con la bocca, si domandò quale fosse il metodo migliore per trovare una nuova amante. La settimana successiva i Cyprian avrebbero organizzato una festa, magari lì avrebbe trovato una donna di suo gradimento. Per qualche strana ragione non riusciva a scacciare dalla mente la sconosciuta dai capelli biondi. Era ovvio che era una protetta di Lady Atherton, il che non escludeva che fosse una vedova disponibile per un'avventura. Solo il cielo sapeva dove o come fossero iniziate quelle voci, tuttavia Bell si ritrovò a pensare che una vedova potesse fare al caso suo, a patto che fosse chiaro fin dall'inizio che non l'avrebbe mai sposata. Sarebbe stato divertente cercare di capire se la bionda misteriosa era disposta ad avere una relazione con lui. Se si sbagliava, sarebbe stato un vero affronto. Un sorriso gli incurvò le labbra. Quando mai aveva perso l'occasione di convincere una donna a rinnegare i suoi principi morali? Spense il sigaro con un tacco e ne accese subito un altro. Il suono grave di risate maschili gli fece sollevare le sopracciglia. Malgrado la nebbia, vide tre giovanotti emergere dalla parte opposta del sentiero, che si fermarono e si passarono un oggetto. Bell immaginò fosse una fiaschetta. Quando il trio scomparve dalla sua visuale, lui si strinse nelle spalle. In quel giardino non correvano il rischio di incontrare ladri o borseggiatori. Come si sarebbero sentiti dopo avere bevuto tutto il contenuto della fiaschetta era un'altra faccenda. Probabilmente avrebbero pagato il loro gesto con un feroce mal di testa la mattina seguente. 11


Qualche minuto più tardi, Bell spense anche il secondo sigaro. Pensò di rientrare in casa, poi decise di fermarsi per qualche momento ancora. Di quando in quando gli giungevano alle orecchie le risate dei tre giovanotti; a un certo punto gli parve di udirne uno che urinava in giardino. Stanco del ballo e di quei tre balordi, si girò. In quell'istante la porta che conduceva in giardino fu aperta con un cigolio, poi richiusa. Bell si stava chiedendo se fossero due amanti usciti di soppiatto per scambiarsi un paio di baci, o qualcosa di più, quando udì una voce femminile gridare: «Justin?». I tre giovani tacquero immediatamente. Indeciso se smascherarli oppure no, Bell preferì restare zitto. In fondo non erano affari suoi. Le scarpe della sconosciuta scricchiolavano sulla ghiaia del sentiero. Una nebbia fitta e bassa impediva la visuale. «Justin? Se sei qui, rispondi per favore.» Si stava avvicinando a Bell, che non era sicuro che potesse vederlo. Finalmente uscì dalla nebbia proprio davanti a lui. Al bagliore di una lanterna Bell riconobbe la donna dai capelli biondi. Persino in quella luce fioca era bellissima. Lei lo guardò e rimase a bocca aperta. «Aspettate» disse Bell, «lasciate che vi aiuti.» «No.» Mosso qualche passo indietro la sconosciuta sollevò un poco le gonne, girò su se stessa e cominciò a correre come se avesse incontrato Lucifero in persona. Il conte si lanciò all'inseguimento, poi rallentò. Lei aveva pronunciato l'unica parola che un uomo doveva rispettare: no. Il rumore sordo di voce maschili echeggiò di nuovo nella notte. Sospirando, Bell osservò i tre che si dirigevano furtivamente verso la casa come ladri notturni e li vide fermarsi a pochi passi dalla porta per l'ultima bevuta. Santo cielo, erano davvero spudorati! Finalmente entrarono con passo incerto, senza preoccuparsi di nascondere le loro risate. Anche Bell ritornò verso la casa a grandi passi. A quel punto, dato che non aveva trovato un'amante, tanto valeva 12


andarsene. L'indomani avrebbe pensato a un nuovo piano. Mentre percorreva il corridoio notò che qualcuno aveva acceso una candela. Giunto in fondo, udì un gran vociare che proveniva dalla sala da pranzo, ma quella sera non aveva voglia di essere gentile con chicchessia. Si avviò quindi verso l'ingresso, poi si fermò quando udì una voce femminile che veniva dalla scala. «Justin?» Dal punto in cui si trovava non riusciva a vederla. Udì uno strano rumore e vide qualcuno calciare una fiaschetta sotto la tromba della scala, poi dei passi risuonarono sul pavimento di marmo. «Sono qui» disse il ragazzo, avvicinandosi al primo gradino. Bell riconobbe uno dei giovanotti che aveva visto in giardino, quello con incredibili capelli colore del grano. «Dove sei stato?» domandò una donna in tono severo. «Ti ho cercato ovunque.» «Abbiamo gironzolato nella sala da ballo e nelle altre stanze.» Che bugiardo, pensò Bell. «Hai il viso arrossato» notò la donna scendendo le scale. A quel punto Bell la vide: era la bionda che aveva incontrato in giardino. «Spero che tu e i tuoi amici non abbiate bevuto di nuovo.» «Siete sempre sospettosa.» «È tardi, vorrei tornare a casa.» Dopo qualche minuto le voci si affievolirono. Dei passi che si avvicinavano misero Bell in allerta. Si girò e vide Lady Atherton che lo fissava con un sorriso d'intesa. «Avete l'abitudine di origliare, Bellingham?» gli chiese. «Solo quando non posso farne a meno. E voi?» «Io sono solo la padrona di casa di questo ricevimento affollato.» «Chi è lei?» Prima di rispondere, Lady Atherton inspirò a fondo ed espirò lentamente. «Non è il tipo che fa per voi, Bell.» «Non vi ho chiesto se è adatta a me» replicò lui, ricordando quando la sconosciuta l'aveva fissato con le labbra socchiuse. «Voglio solo sapere come si chiama.» 13


«Lasciatela perdere, è vedova e ha un figlio da crescere. Non credo che vogliate entrare a far parte della sua vita.» «Temo che sia già accaduto, mio malgrado.» La bionda doveva essere la vedova di cui gli avevano parlato i suoi amici, tuttavia non ne fece cenno a Lady Atherton. Si avvicinò alla tromba delle scale e raccolse la fiaschetta. «Credo di doverla avvertire che il figlio le mente in maniera spudorata.» «Già, mi ha detto che è in un'età difficile.» «Lo definirei un eufemismo.» Con un sospiro, Lady Atherton gli tese una mano. «Datemi la fiaschetta, la farò consegnare al proprietario.» Quella era l'occasione per scoprire le vere intenzioni della bionda. Bell si disse che voleva solo metterla in guardia, che aveva il diritto di sapere cosa combinava il figlio. Si convinse anche che il giovane avrebbe potuto trovarsi nei guai se lui non l'avesse avvisata. In realtà, sapeva che non sarebbe riuscito a smettere di pensare a lei finché non le avesse parlato. «Sta approfittando della madre, qualcuno deve spaventarlo.» Lady Atherton spalancò gli occhi. «E quel qualcuno sareste voi? Ah!» «Io sono un testimone oculare.» Dopo una pausa, Bell aggiunse: «Voglio il suo nome». «Solo se giurate che lo fate per il ragazzo.» Bell riuscì a nascondere l'entusiasmo per essere riuscito a convincerla. «Il nome e l'indirizzo, per favore.» «Si chiama Laura Davenport, per voi Lady Chesfield» rivelò Lady Atherton. La sua espressione si era fatta severa. «Abita al numero 10 di Grosvenor Square. E, Bellingham, parlavo sul serio... È una vedova rispettabile e non è il tipo adatto a un libertino come voi.» Forse, ma intendo scoprirlo, si disse Bell. «Mi sembra molto ingenua nei confronti del figlio.» Lady Atherton si strinse le mani nervosamente. «Sì, sono d'accordo, Justin dovrebbe mostrare più rispetto per la matrigna.» Bell la salutò con un inchino. «Grazie per la serata, davvero interessante» dichiarò prima di uscire dal portone. 14


Il pomeriggio seguente Una volta congedato il segretario, Bell aprì il cassetto dello scrittoio dove aveva riposto la fiaschetta la sera prima. Dopo avere riflettuto a lungo sull'intenzione di portarla a Lady Chesfield, aveva cambiato idea. Cosa diavolo si aspettava di ottenere? L'ultima cosa che desiderava era essere coinvolto nei problemi di quella donna. In fondo era una sconosciuta. Anche se nessuno li aveva presentati, aveva estorto il suo nome e l'indirizzo a Lady Atherton. A quel punto era costretto a restituire quella dannata fiaschetta. Per curiosità la aprì, pensando che contenesse del gin scadente, ma gli bastò una fiutata per capire che si trattava di brandy. Lo assaggiò, era di ottima qualità. Con ogni probabilità il giovane lo aveva preso da una caraffa in casa. Non era lui responsabile di quel giovanotto ribelle. Se avesse mandato un valletto a consegnare la fiaschetta, Lady Chesfield non avrebbe capito. Sospirando estrasse carta, penna e inchiostro con l'intenzione di raccontare ciò che aveva visto la sera prima. Poi ci ripensò, troppe complicazioni. Le avrebbe semplicemente riferito di avere trovato la fiaschetta di suo figlio. Ciò che era accaduto in seguito non lo riguardava. Bell stava per chiudere il cassetto quando vide il taccuino con la copertina di pelle che era appartenuto a sua madre. Sentì il sangue pulsargli nelle orecchie. Il giorno che una cameriera l'aveva trovato in soffitta lui aveva guardato una pagina, poi l'aveva riposto nel cassetto. In quel momento rimpianse di non averle chiesto di riportarlo dove l'aveva rinvenuto, per non vederlo più e dimenticarlo per sempre. Si avvicinò al campanello per chiamare la governante e affidarle quel compito ma esitò, perché non voleva che lo toccasse. Dopo quattro anni avrebbe dovuto lasciarsi il passato alle spalle. Se durante il giorno riusciva a sospingerlo in un angolo remoto della mente, di notte gli incubi ricorrenti gli ricordavano tutto ciò che aveva amato e perduto. Tornò allo scrittoio deciso a chiudere il cassetto, poi cambiò idea. Nelle orecchie sentì il boato del sangue mentre a15


priva il taccuino in una pagina qualsiasi, dove erano raffigurati un bambino seduto su un divano con in braccio un neonato. Strinse i denti quando lesse la didascalia in fondo alla pagina: Andrew, due anni, con Steven a un mese dalla nascita. Il cuore gli balzò in gola nel vedere se stesso con il fratellino. Dannazione. Avrebbe dovuto immaginare che rivangare vecchi ricordi non avrebbe portato nulla di buono. Erano scomparsi per sempre. E lui era arrivato troppo tardi, tanti anni prima. Bell chiuse il taccuino e lo ripose in uno scomparto segreto dello scrittoio. Il passato non esisteva più, c'erano solo il qui e l'ora. Stringendo i denti si avvicinò a grandi passi al campanello e lo suonò. Quando Griffin, il maggiordomo, si presentò, il conte gli chiese di far preparare la carrozza. Avrebbe consegnato la fiaschetta a Lady Chesfield e chiuso la faccenda una volta per tutte. Laura Davenport, Lady Chesfield, si sedette con il suo nuovo scrittoio da viaggio da cui estrasse carta, penna e inchiostro pensando a cosa raccontare alla sorella della sua avventura londinese, come la chiamava Rachel. Fino a quel momento avevano partecipato a un unico ballo, quello organizzato dalla sua amica Lady Atherton la sera prima. Non osava confidare a Rachel l'atteggiamento ribelle assunto da Justin. Da quando erano giunti a Londra, frequentava i compagni di scuola ed era diventato scontroso. Peggio ancora, aveva incominciato a uscire la sera e rientrava dopo la mezzanotte. A lei aveva raccontato che si recava alle feste organizzate dai genitori degli amici, a cui Laura non era invitata perché non li conosceva. Anche se Rachel era sempre stata la sua confidente, Laura temeva che avrebbe letto la sua lettera a tutta la famiglia. Non voleva allarmarli, anche se era preoccupata. La notte precedente Justin si era assentato dalla sala da ballo per lungo tempo. Lei era andata in giardino a cercarlo, ma aveva incontrato di nuovo quel libertino di Bellingham, che in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi. 16


Quando finalmente aveva trovato Justin ai piedi della scala aveva notato che il suo alito puzzava di brandy e, una volta saliti in carrozza, l'aveva rimproverato aspramente per averle mentito e per avere bevuto. Naturalmente lui le aveva giurato che non sarebbe accaduto mai più, tuttavia a Laura non piacevano i giovani che frequentava e la cattiva influenza che esercitavano su di lui. Ripose inchiostro e penna e chiuse lo scrittoio. Era molto in collera con il figliastro. Quando l'aveva supplicata di lasciarlo andare a Londra con gli amici, si era opposta perché non conosceva le famiglie. Lui aveva insistito ogni giorno e alla fine avevano raggiunto un compromesso: l'avrebbe accompagnato per poterlo tenere d'occhio. Un colpo fu bussato alla porta. «Avanti» disse Laura, sperando che fosse Justin. Invece entrò Reed, il maggiordomo. «È arrivata la posta, milady.» Laura prese le lettere e lo congedò. Lesse velocemente le prime missive, inviate dall'amministratore di Hollwood Abbey che la informava che tutto procedeva bene. Poi ruppe il sigillo di un'altra lettera e cercò la firma. Era di Montclief, il tutore di Justin, che da quattro anni non rispondeva alle lettere che lei gli inviava. Sentì una fitta al petto quando iniziò a leggere, perché il tono era talmente offensivo da lasciarla a bocca aperta. Avreste dovuto interpellarmi prima di portare mio nipote a Londra. Mi auguro che abbiate il denaro per coprire tutte le spese, perché mi rifiuto di dargli l'assegno mensile per un viaggio che non approvo. In futuro vi invito a consultarmi prima di prendere decisioni che coinvolgono il ragazzo. Il suo tutore sono io, il vostro ruolo è seguire le mie istruzioni. Laura si alzò in piedi, le mani strette a pugno. Come osava quell'uomo decidere all'improvviso di entrare nella loro vita quando per anni non aveva alzato un dito per aiutare il nipote? In realtà le aveva confessato di essere troppo occupato con i suoi figli per curarsi anche di Justin. E ora, di colpo, era salito in cattedra e aveva iniziato a impartire ordini. 17


L'amante del libertino VICKY DREILING Inghilterra, 1819 - Andrew Carrington, Conte di Bellingham, sta cercando una nuova amante, impresa non facile visto che lui è piuttosto esigente in proposito, e quella sera al ricevimento di Lady Atherton sembra che siano presenti solo sciocche debuttanti in cerca di un buon partito o gentildonne felicemente sposate, che non fanno al caso suo. Annoiato, sta per andarsene quando rimane abbagliato dalla provocante sensualità di una dama bionda che risveglia all'istante il suo istinto di conquistatore. È Laura Davenport, una giovane vedova virtuosa e dai modi irreprensibili che non esita a voltargli le spalle, indignata e imbarazzata da tanta spudorata arroganza. Una reazione che per Andrew è un ulteriore stimolo: quando mai, infatti, ha perso l'occasione di convincere una donna a rinnegare i propri principi morali?

Il tempo della passione ANNE BARTON Inghilterra, 1817 - In quanto sorella del ricco Duca di Huntford e fanciulla di notevole bellezza, Olivia Sherbourne è abituata a ottenere tutto ciò che desidera. Tutto, tranne l'uomo dei suoi sogni, che dieci anni prima l'ha stregata con un sorriso e ancora adesso sa colpirla dritto al cuore con una semplice occhiata. James, però, coltiva sogni ben diversi da quelli matrimoniali, ed è in partenza per un viaggio alla ricerca di manufatti antichi, che lo terrà lontano per mesi. A Olivia, dunque, non resta che smetterla di perdersi in fantasticherie e sfruttare i pochi giorni a disposizione per far innamorare di sé il gentiluomo. Ma l'amore rende ciechi, e così quello che doveva essere il tempo della passione si rivela il tempo degli equivoci, e quella che doveva essere una proposta di matrimonio si tramuta in un frettoloso saluto...


Inganno e verità CANDACE CAMP Scozia, 1807 - Jack Kensington è riuscito a vincere al gioco la fiorente tenuta di Baillannan, ma non sembra altrettanto bravo a sconfiggere la determinazione di Lady Isobel, disposta a tutto pur di rimanere nella dimora che appartiene da tempo immemorabile alla sua famiglia... persino a proporgli un'unione di convenienza.

L'onore di una dama JULIA LONDON Inghilterra, 1812 - In un momento di difficoltà in famiglia, tocca a Miss Honor Cabot cercare una soluzione, e se per riuscirci dovrà stringere un patto con il diavolo lo farà. Solo non credeva che il demonio avesse le sembianze seducenti e il fascino letale di George Easton, il più noto libertino di tutta Londra.

Il galateo del duca MEGAN FRAMPTON Inghilterra, 1840 - Quando Marcus, Duca di Rutherford, capisce di non sapersi comportare come il suo rango prevede, decide di prendere lezioni di galateo. Invece di aiutarlo, però, quelle lezioni si rivelano una tortura, perché conciliare l'etichetta con i pensieri a dir poco licenziosi che la giovane insegnante gli ispira è impossibile!

La via della seduzione ALISON DELAINE Francia - Inghilterra, 1768 - 1769 - Curare un famoso libertino senza fargli capire di essere una donna si rivela per Millicent Germain un'impresa più difficile del previsto. Perché quando le mani esperte del Duca di Winston la sfiorano, in modo tutt'altro che casuale, risvegliano con prepotenza la sua femminilità...

Dal 20 maggio


Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

A B B ON ATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a I Grandi Romanzi Storici Special. Speditemi bimestralmente 2 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 6.90 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 11.70 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

5B0142

Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici Special. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2015. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.