GRS807_MAGIA DI NATALE

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Dall’8 febbraio, a grande richiesta, una nuova, eccitante collana di romanzi storici ti accompagnerà alla scoperta del desiderio e del piacere. Cerca il filo rosso di

e lasciati catturare dal fascino proibito di una seduzione senza tempo e senza confini...


782 - Misteri e sospetti - M. Nichols 783 - Il cavaliere della contessa - A. Herries 784 - Una lettera dal passato - L. Lael Miller 785 - Scandalosa Isabella - J. Ashley 786 - Al servizio della regina - A. J. Forrest 787 - Scacco al visconte - L. Allen 788 - La resa del guerriero - M. Willingham 789 - Una moglie sconveniente - M. Nichols 790 - L'ombra del destino - D. Hale 791 - Il corsaro gentiluomo - A. Lethbridge 792 - Prigioniera del guerriero - J. Fulford 793 - Tentazione segreta - S. Laurens 794 - Per amore di una nobildonna - D. Hale 795 - L'onore in gioco - C. Merrill 796 - Partita col destino - K. Hawkins 797 - Una moglie per il barone - M. Nichols 798 - Fiore di Scozia - S. Auci 799 - Notti d'Oriente - D. Hale 800 - Misteri a Londra - G. Ranstrom 801 - Desiderio di seduzione - S. Bennett 802 - Bacio tentatore - S. James 803 - Vendetta d'amore - J. Justiss 804 - La dodicesima notte - A. McCabe 805 - La moglie del maggiore - C. March 806 - Il Cavaliere Bianco - C. Mason 807 - Magia di Natale - AA.VV.


L. STONE - C. KELLY - G. RANSTROM

Magia di Natale


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: A Regency Christmas © 2009 Harlequin Books S.A. Scarlet Ribbons © 2009 Lynda Stone Christmas Promise © 2009 Carla Kelly A Little Christmas © 2009 Gail Ranstrom Traduzione di Anna Massera Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici dicembre 2011 Questo volume è stato stampato nel novembre 2011 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 807 del 22/12/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Romanzo

PARTE TERZA Un bacio nella neve


Care lettrici, quando mi è stato proposto di contribuire a questa antologia, ero entusiasta. Poi mi sono resa conto che avrei dovuto inventare una storia. Per immergermi nell'atmosfera, ho iniziato a intonare dei canti natalizi e, ben presto, quello che ha colpito la mia immaginazione è stato We Need a Little Christmas di Jerry Herman. Anche se la canzone è più recente della mia storia, il testo ha ispirato il forte desiderio di Sophia per quel pizzico di Natale. Vi auguro tantissimi ritorni felici! Gail


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Nei pressi di Greystoke, Cumberland 17 dicembre 1818 «Gli avvoltoi si stanno radunando, milord» disse il maggiordomo, un uomo anziano e severo con folti capelli grigio argento, mentre gli serviva del punch. «Allora sono arrivati tutti, Potter?» Il Visconte Sebastian Selwick era in piedi nella biblioteca di Windsong Hall e si stava scaldando le mani accanto al fuoco. Probabilmente, però, non sarebbe riuscito a scacciare dalle proprie ossa il gelo, causato solo in parte dall'aria fredda. Il resto, accidenti, era dovuto al compito che aveva davanti. «Mr. e Mrs. Evans sono arrivati con i loro domestici. Li ho fatti sistemare nell'ala est. Mr. Jonathan Arbuthnot è arrivato stamattina presto e si trova nell'ala sud. Anche Mrs. Emma Grant e suo figlio, che sono giunti dopo, alloggiano nell'ala est.» Sebastian si chiese se ci fossero motivi particolari dietro le assegnazioni delle stanze da parte di Potter. C'erano forse delle liti in atto che era meglio tenere sedate? Desiderò, e non per la prima volta, conoscere meglio la famiglia. «In quanti devono ancora arrivare?» 201


«Credo che manchi solo Miss Sophia Pettibone. Ho fatto preparare ai domestici una stanza per lei nell'ala sud.» «Ah, sì. La nipote zitella.» Il gentiluomo guardò il cielo buio di mezzogiorno, fuori dalla finestra dietro il maggiordomo. Molto probabilmente stava per arrivare un temporale. «Dovremmo mandare qualcuno a vedere se è rimasta bloccata per strada?» Potter alzò le spalle. «Di certo non le mancherà ancora molto. Se per cena non sarà ancora arrivata, potremo mandare qualcuno, signore.» Per cena. Sebastian sospirò. Doveva prima superare il pranzo. Non gradiva l'idea di sedere a tavola con degli estranei e dividere il pane con loro. Avrebbe preferito di gran lunga brindare vicino al fuoco nella sua biblioteca a Londra evitando le baldorie e gli scambi di auguri. Almeno lì non avrebbe dovuto preoccuparsi per la baldoria. Tutto quel che doveva fare era redigere l'inventario degli effetti personali di Mr. Oliver Pettibone, controllarne la sepoltura, leggerne il testamento agli eredi riuniti e tornare alla sua vita beata e tranquilla a Londra. Solo una cosa lo preoccupava. «Perché questa specifica parte del testamento di Mr. Pettibone deve compiersi a Windsong Hall? Non poteva andare bene anche Londra?» «È stata la sua ultima richiesta, signore. È sempre stata sua intenzione tornare in Inghilterra, una volta smesso di lavorare, e questa è la ragione per cui ha comprato Windsong Hall.» Potter rimase un attimo in silenzio per schiarirsi la gola prima di proseguire e a Sebastian venne il dubbio che stesse ancora piangendo la perdita del padrone. «Così, quando venne a sapere che stava, ehm, morendo e che non 202


avrebbe mai vissuto a Windsong Hall, espresse il desiderio che almeno la celebrazione del funerale e la lettura del testamento avvenissero qui, il prima possibile dopo la sua dipartita.» Per quanto potesse avere senso, Sebastian era ancora infastidito dal disagio di un viaggio che l'aveva portato nella contea del Cumberland, un viaggio che aveva dovuto affrontare solo perché era il figlio maggiore del defunto socio di Oliver Pettibone e aveva studiato legge a Cambridge. E forse anche perché si sarebbe sentito in colpa se non avesse rispettato la memoria di suo padre. Sospirò. «Ah, le famiglie...» «Sono una grande fonte di problemi, signore. Non sono per tutti, a mio parere» convenne Potter, cupo. Sicuramente non per Sebastian, comunque. Dopo che suo padre si era risposato con una madre di tre figlie, in casa non c'era più stato un attimo di pace. E la situazione era solo peggiorata, una volta morto suo padre. Avrebbe preferito affrontare l'esercito di Napoleone, anziché l'ira della matrigna e delle sorellastre. Sorseggiò il punch, rilassandosi mentre l'infuso caldo allentava il nodo che gli serrava lo stomaco. «E le sue spoglie?» domandò a Potter sospirando. «Dovrebbero arrivare domani, signore. O dopodomani. Lo spedizioniere mi ha assicurato che avrebbe usato tutta la premura necessaria.» Maledizione! Era bloccato a Windsong fino a quando non fossero arrivate le spoglie di Mr. Pettibone. Non c'era ancora nulla da seppellire, nel cimitero gelato che dava sulla valle, e prima di allora non si sarebbe potuta dare lettura del testamento. Almeno avrebbe potuto sfruttare quel tempo per sti203


lare l'elenco delle proprietà personali di Pettibone. La campanella del pranzo suonò e lui finì il punch in un sorso, per farsi coraggio. Era giunto il momento di affrontare la prima delle faccende che gli competevano: la riunione di famiglia. Drizzò le spalle e si diresse verso la sala da pranzo. Pregò Dio di salvarlo dalle famiglie. Dopo le presentazioni, si misero a sedere, dopodiché venne servito il pranzo, un'eccellente minestra di pollo. Innaturale in un primo momento, la conversazione prese ben presto di mira l'unica ospite assente. «Non mi sorprende, milord, che sia in ritardo. Be', non mi stupirei nemmeno se non arrivasse affatto» sentenziò Mrs. Marjory Evans, alle prese con la zuppa. Una donna imprevedibile, pensò Sebastian. «Una ragazza davvero ribelle» convenne Thomas, suo marito. «Mai accomodante... Ha rifiutato un duca, capite... e i disastri la seguono ovunque.» Persino licenziosa? Mr. Arbuthnot, un affascinante giovanotto londinese che sembrava infastidito pressoché da tutto, arricciò il naso come se avesse sentito un odore sgradevole. «Davvero, Thomas? Fatico a credere nella vostra imparzialità. Il duca non è stato l'unico pretendente che ha rifiutato, se non ricordo male.» «Jonathan, intendete forse dire che io sono un ripiego, per Thomas?» domandò Mrs. Evans inarcando il sopracciglio. «Quel che intendo dire, Marjory, è che forse Thomas non è il più imparziale dei critici, nel giudicare Sophia. Per quanto riguarda i suoi rifiuti, mi pare di ricordare alcune chiacchiere sul fatto che 204


non gradisse essere controllata. Sophia non sarebbe zitella, se non lo desiderasse lei stessa.» Sebastian serrò la mascella, cercando di farsi coraggio in previsione di un'altra settimana – o forse due – di battibecchi. Non potendo fare affidamento sulla famiglia per avere una descrizione imparziale, cercò di ricordare quel che sapeva di Miss Sophia Pettibone. Unica figlia vivente del fratello maggiore di Oliver Pettibone, ancora bambina Miss Sophia era andata ad abitare dai parenti materni. Anni dopo, a Londra, era scoppiato uno scandalo: probabilmente per via del rifiuto che Mr. Evans aveva appena menzionato. L'aveva sentita definire testarda, stravagante ed esotica. Aggiungendovi bisbetica, ritardataria, licenziosa e sciagurata, non riusciva a immaginare una creatura del genere. Doveva essere una seccatura, senza dubbio, e lui non poteva soffrire le donne fastidiose. Si domandò se i domestici che aveva mandato a cercarla l'avessero trovata. «Stavo solo spiegando che non possiamo aspettarci che si comporti in maniera normale» disse Mrs. Evans sottovoce. «Sono certa che arriverà senza chaperon.» «Vedrete, signore, quando avrete a che fare con lei! Non vi invidio proprio» aggiunse Mrs. Emma Grant, solitamente schiva. «Mmh» fu la sua unica risposta, quindi si alzò e lasciò cadere il tovagliolo sulla sedia. Dopo un breve inchino rivolto alle signore, lasciò la stanza. Se quella donna era davvero così disgraziata, forse avrebbe dovuto aiutare i domestici a cercarla. Finché fosse stato lui il responsabile di quello che accadeva a Windsong Hall, a quella strana ragazza non sarebbe dovuto succedere nulla. 205


Sophia Pettibone passò la mano inguantata sul finestrino ghiacciato della carrozza, cercando di guardare la campagna. Era sempre più agitata. Quanto sarebbe stato bello rivedere i parenti dalla parte di suo padre! Certo, sarebbe stata senza dubbio l'occasione buona per instaurare un rapporto con loro. Si vedevano talmente poco da non potersi nemmeno definire parenti stretti, eppure desiderava poterli considerare tali. Far parte di qualcosa che non si limitasse a se stessa. Sospirando, mise da parte i pensieri malinconici. «Ho sentito dire che il Lake District è il paesaggio più incantevole di tutto l'impero» disse alla sua cameriera. «Ho portato i colori. Se non altro, potrò fare qualche bozzetto da completare in seguito.» «Certo, signorina. Sono certa che avrete moltissimo tempo libero, ma cosa potreste dipingere se le foglie sono ormai cadute e tutto è così freddo e desolato?» «Desolato? Non notate la bellezza del cielo invernale? I disegni del gelo e la coperta immacolata della neve che cade? Mi affascina il modo in cui i rami nudi degli alberi delineano sagome che si stagliano sul grigiore.» Sophia afferrò la maniglia interna per restare in equilibrio mentre la carrozza traballava, incontrando una buca. «Cielo! Tenetevi forte, Janie! Spero che il resto del viaggio non sia così disagevole.» «Dovremmo essere quasi arrivate, signorina. Lo staffiere dell'ultima locanda ha detto che mancavano solo poche ore. Temo che abbiamo già saltato il pranzo.» Prima che Sophia potesse rispondere, la carrozza sbandò e cominciò a scivolare di lato. «Santo cielo! Signore, cos'è successo? Abbiamo 206


rotto una ruota?» urlò la giovane al cocchiere. Proprio allora, lentamente e inesorabilmente, la carrozza s'inclinò su un lato. Sophia allungò il braccio verso Janie e la tirò verso il proprio petto, per attutire la caduta. Atterrarono con forza sullo sportello. Sophia pregò che il finestrino non si rompesse, rischiando così di tagliarla. Aveva il ginocchio incastrato nella maniglia e un dolore lancinante alla gamba. Lei e Janie si rialzarono a fatica, stringendosi l'una all'altra nella fioca luce che penetrava dall'unico finestrino ghiacciato, sopra di loro. Janie si lamentava e tremava e Sophia sperò che non le venisse una crisi isterica. A un tratto, si udì un vociare che non poteva essere soltanto del cocchiere e del valletto, anche se i rumori erano ovattati a causa della neve e della posizione della carrozza. «Signorina? Signorina! State bene?» gridò il cocchiere. «Siamo tutte intere, signore!» urlò Sophia. «Potete tirarci fuori?» La carrozza oscillò mentre qualcuno saliva sull'assale e, un attimo dopo, lo sportello sopra di loro si spalancò. Apparve la sagoma della testa e delle spalle di un uomo – scura contro il cielo grigio ma, a giudicare dall'altezza, non si trattava del cocchiere. Lo sconosciuto allungò con decisione la mano inguantata verso di lei, ma Sophia la respinse spingendo la cameriera ormai sull'orlo di un attacco isterico. «Vi prego, prendete prima Janie.» L'uomo sollevò la cameriera grassottella senza il minimo sforzo, poi i due sparirono. Sicuramente il nuovo arrivato doveva controllare che Janie non fosse ferita. Sophia trattenne il fiato quando la carrozza continuò a scivolare e strinse le labbra per non gridare. Pregava solo che la carrozza non si 207


trovasse sull'orlo di un precipizio! «Tenete fermo l'assale!» gridò una voce sconosciuta. La carrozza cigolò quando l'uomo salì di nuovo e apparve dal finestrino. «Ora tocca a voi, signorina.» Sophia si tolse i guanti in modo che potesse stringerla meglio e allungò le mani verso di lui. Quando la mano dell'uomo le afferrò il polso, lei la strinse a sua volta e si sollevò senza alcuno sforzo. In quella stretta sentì forza e sicurezza, nessun tentennamento. Prima che lei riuscisse a vederlo, la posò sulle braccia tese del cocchiere che, afferrandola, vacillò appena. «State bene, Miss Pettibone? Sembrate... sconvolta.» «Sottosopra è il termine più adatto, Mr. York. Comunque sto abbastanza bene. E Janie?» «Eccomi, signorina!» gridò la cameriera dalla strada. «Sto bene.» Sollevata, Sophia riprese a respirare dopo che, senza accorgersene, aveva trattenuto il fiato. «Grazie al cielo! Ora potete mettermi giù, Mr. York.» Il cocchiere la rimise in piedi, ma lei sentì un dolore lancinante al ginocchio destro. Con una smorfia afferrò il braccio di Mr. York per riprendere l'equilibrio. «È solo un livido» lo rassicurò. «Datemi un attimo per riprendermi e non ci saranno problemi.» «Siete sicura, signorina?» «Io...» «Io non la sforzerei, se non dopo essermi fatto visitare.» Sophia si girò verso la gradevole voce maschile che aveva terminato la sua frase e riconobbe la sagoma dell'uomo che l'aveva tirata fuori dalla car208


rozza. Perbacco! Era proprio bello. Il vento gli aveva scompigliato i capelli scuri e un ricciolo gli cadeva sulla fronte a incorniciare gli occhi più intriganti che avesse mai visto, a metà tra il grigio e il verde. Aveva il mento pronunciato, con l'ombra di una fossetta. Profumava di biancheria fresca e lana, con una nota di sapone da barba – una fragranza molto gradevole che le diede un fremito. Mentre si chinava su di lei, però, fece una smorfia di preoccupazione. Prima che lei riuscisse a rispondere, quell'uomo la sollevò ancora per portarla in una carrozza poco distante. Un campanello d'allarme le squillò nella mente. Certo, quell'uomo era attraente, ma come poteva accertarsi delle sue intenzioni? Si dimenò nel tentativo di scendere. «Signore, mettetemi giù.» «Non credo proprio, Miss Pettibone. Dobbiamo portarvi subito a Windsong Hall.» Windsong Hall? «Siete uno degli ospiti, signore?» «Sono l'esecutore testamentario del vostro compianto zio.» Sophia aveva ricevuto la lettera di un certo Visconte Selwick che la pregava di raggiungere al più presto Windsong Hall per la lettura del testamento. Costui, dunque, doveva essere quel visconte sconosciuto, anche se la cosa non l'aiutava minimamente a risolvere il dilemma. «Lord Selwick? Davvero, non c'è bisogno che mi portiate in braccio, e poi devo aspettare qui con Janie e la carrozza.» «Mi sono già assicurato delle condizioni di Janie. Se c'è una cosa che ho imparato dalle mie sorellastre, è proprio quella di ignorare le obiezioni. Ri209


sparmiate il fiato, Miss Pettibone.» Lei lo guardò sbalordita nell'udire quel tono. «La mia borsetta a rete...» «Se ne occuperà la vostra cameriera.» Sophia non era abituata a ricevere ordini. In una casa di sole donne, di solito era lei quella che comandava. Eppure, quella curiosa situazione in qualche modo la intrigava.

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La moglie del maggiore CATHERINE MARCH LONDRA - SAN PIETROBURGO, 1876 - Quando il maggiore Bowen chiede a Georgia di sposarlo, non sa che all'altare si presenterĂ la sorella Sasha, innamorata da sempre di lui!

Il Cavaliere Bianco CONNIE MASON GALLES, 1258 - Dopo essersi impadronito del maniero gallese di Cragdon, il valoroso Lionheart cerca di conquistare anche il cuore della bella e fiera castellana, Vanora.

Magia di Natale L. STONE - C. KELLY - G. RANSTROM INGHILTERRA, 1812 - 1818 - Per Alexander, Jeremiah e il Visconte Selwick le feste natalizie non sono certo una gioia. L'incontro con tre splendide donne cambierĂ la loro vita.


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Il perfetto gentiluomo JULIA JUSTISS INGHILTERRA, 1820 - Sporco, malvestito e dalla reputazione discutibile, Greville non è il gentiluomo che Amanda cerca per cambiare vita. Ma sotto la magia dei suoi occhi verdi...

Promessa di matrimonio HELEN DICKSON EUROPA - AFRICA, 1721 - Per liberare la sorella rapita dai pirati, Rowena chiede aiuto a Tobias. E solcando mari tempestosi, tra mille avventure, la passione divampa.

Il visconte libertino MICHELLE STYLES SCOZIA, 1837 - Quanto ci metterà l'attraente Visconte Ravensworth a convincere Daisy Milton, integerrima istitutrice, a cadere fra le braccia di un libertino come lui?

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