802 - Bacio tentatore - S. James 803 - Vendetta d'amore - J. Justiss 804 - La dodicesima notte - A. McCabe 805 - La moglie del maggiore - C. March 806 - Il Cavaliere Bianco - C. Mason 807 - Magia di Natale - AA.VV. 808 - Sposa gitana - G. Wilson 809 - Il perfetto gentiluomo - J. Justiss 810 - Promessa di matrimonio - H. Dickson 811 - Il visconte libertino - M. Styles 812 - Il principe del deserto - M. Kaye 813 - L'ereditiera scozzese - M. Moore 814 - La figlia del nemico - T. Brisbin 815 - Timida duchessa - A. McCabe 816 - Un conte da sedurre - C. Merrill 817 - Il cuore e la ragione - M. Jarrett 818 - Tra le braccia di un barbaro - C. Townend 819 - Una proposta inattesa - A. Burrows 820 - Prigioniera del cavaliere - M. Fuller 821 - La sfida di Sir Ashley - M. Nichols 822 - La dama del vascello - T. Albright 823 - Un matrimonio sconveniente - S. Fraser 824 - Fiore d'Arabia - M. Kaye 825 - L'irreprensibile Lady Dru - C. Merrill 826 - Il guerriero vichingo - J.Fulford 827 - L'ombra del sospetto - M. McPhee
CHRISTINE MERRILL
L'irreprensibile Lady Dru
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Lady Drusilla's Road to Ruin Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2011 Christine Merrill Traduzione di Mariadele Scala Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici maggio 2012 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2012 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 825 dello 08/05/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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John Hendricks tirò fuori la fiaschetta dalla tasca della marsina e ingollò un lungo sorso di brandy prima di tornare a rincantucciarsi nell'angolo del sedile della diligenza diretta a nord, allungando le gambe nello sforzo di porre la maggior distanza possibile fra sé e gli altri passeggeri. Non era dell'umore adatto per un'eccessiva vicinanza né per fare comunella con estranei. Mr. Hendricks, se c'è altro che dovete dire riguardo alle vostre speranze per il mio futuro, farete meglio a parlare subito, per chiarire la situazione fra noi due. Ma sappiate che avevo deciso che cosa volevo nello stesso istante in cui ho posato gli occhi su Adrian Longesley, molti anni fa, prima di conoscere voi. Nessuno potrà mai farmi cambiare idea adesso, qualunque cosa possiate dire. A pochi giorni di distanza dal momento in cui erano state pronunciate, quelle parole gli risuonavano ancora nelle orecchie come un incessante ritornello. E immancabilmente il suo 5
imbarazzo aumentava. Santo cielo, quella donna era sposata, e apparteneva a un rango superiore al suo! Per giunta aveva sempre dimostrato di non nutrire alcun interesse nei suoi confronti. Se aveva sofferto in silenzio per anni, avrebbe potuto resistere ancora un po' per salvaguardare il proprio lavoro e l'orgoglio. Invece aveva lasciato trapelare l'infatuazione che aveva per lei in modo tanto esplicito da obbligarla a parlargli chiaro. John sorbÏ un altro sorso di liquore. Se le sue guance arrossate per la vergogna si potevano vedere nel buio della diligenza, sarebbe stato meglio che gli altri avessero attribuito quel rossore all'alcol che aveva ingurgitato piuttosto che all'umiliazione di un amore non corrisposto. Adrian lo aveva sempre saputo, naturalmente, e gli avrebbe permesso di continuare a fargli da segretario, se non si fosse reso ridicolo. Ma quando i suoi sentimenti erano stati troppo evidenti non c'era stato altro da fare che rassegnare le dimissioni e andarsene da Londra alla chetichella. I sentimenti che provava in quel momento per il suo vecchio amico erano un confuso groviglio di gelosia, compassione e imbarazzo per il proprio comportamento. Nonostante ciò che era successo, voleva bene e rispettava Adrian e lavorare per lui era stato un piacere. Ma aver pensato di rubare la moglie a un uomo che aveva piÚ che mai bisogno dell'aiuto, del sostegno e dell'amore della sua compagna in un momento tanto doloroso e delicato della sua vita – 6
stava perdendo la vista in maniera progressiva e inarrestabile – era un inconfutabile indizio di che genere di uomo fosse. E come aveva potuto essere tanto stupido da illudersi che Emily avrebbe lasciato un conte cieco per mettersi con un figlio naturale non riconosciuto? Un bastardo, per dirla con una parola brutale, ma appropriata. Poteva avere un aspetto distinto e modi raffinati come Lord Folbroke, ma non possedeva titoli nobiliari né ricchezze. E se la sua vista era migliore di quella di Adrian, non poteva affermare che fosse perfetta, dal momento che era costretto a portare gli occhiali. Infilò la fiaschetta in tasca e si tolse gli occhiali per ripulire le lenti. Nessuna donna avrebbe lasciato il marito per un uomo il cui unico patrimonio erano due occhi dalla vista appena più acuta di quella del legittimo consorte, pensò, fissando i due passeggeri seduti di fronte a lui come se volesse sfidarli a fare commenti sul fatto che aveva ecceduto nel bere. Quando aveva acquistato il biglietto, aveva pensato che partire per la Scozia sarebbe stato come avventurarsi in una landa deserta, dove avrebbe potuto curare l'anima e i nervi scossi in completa tranquillità e solitudine. Non aveva considerato che per arrivare al suo eremo sarebbe dovuto rimanere stipato in un ambiente angusto proprio con esponenti di quell'umanità che rifuggiva e disprezzava. Da ore, ormai, lui e i suoi compagni di viaggio erano sballottati all'interno della diligenza come dei fagioli in una bottiglia. John sentiva 7
in tutto il corpo la ripercussione dei sobbalzi delle ruote sul fondo accidentato della strada, mentre la pioggia e il vento, che battevano contro il tetto e i fianchi della vettura e penetravano attraverso le fessure del finestrino, rendevano il viaggio ancora più disagevole e faticoso. Mentre cercava di rilassarsi contro la spalliera del sedile, John pensò all'orario che gli avevano fornito quando aveva acquistato il biglietto e che teneva in tasca. Ci volevano più di trenta ore per raggiungere Edimburgo, ma aveva il sospetto che con il buio e le strade bagnate ne avrebbero impiegate molte di più. Non che la durata del viaggio avesse importanza, beninteso. Adesso era un libero cittadino, non aveva obblighi o impegni di lavoro, né tanto meno orari da rispettare. Avrebbe voluto rallegrarsi di quella nuova condizione, ma non ci riusciva. Grazie al cielo, era semiubriaco. Quando gli effetti dell'alcol fossero svaniti, sarebbe subentrato il panico che prova chi ha distrutto la propria esistenza. Tuttavia, ubriacarsi non era un buon inizio per la nuova vita che lo attendeva. Ma quando si era recato alla locanda il Cigno con due colli per acquistare il biglietto della diligenza, aveva già bevuto parecchi gin di troppo per prendere una decisione a mente lucida e adesso avrebbe dovuto accettarne le conseguenze. «Che tempo schifoso!» commentò l'uomo seduto di fronte a lui, con l'intenzione di avviare una conversazione. John lo ignorò. Era stato obbligato a lasciare 8
Londra perché non era riuscito a tenere a freno la lingua con il proprio datore di lavoro, ma ciò non significava che avesse intenzione di confidarsi con un estraneo. A quanto pareva, osservò, la donna che viaggiava con loro era della stessa opinione. Infatti, quando udì la voce dell'uomo che le sedeva accanto, la gonna di lei frusciò mentre sollevava il libro di sermoni che stava leggendo per catturare la debole luce del lume a olio appeso nell'angolo. Quando l'altro uomo si rivolse a lei, John notò che si ritrasse un po'. «Viaggiate sola, signorina?» domandò l'importuno passeggero. Lei sollevò per un istante gli occhi per rivolgere al suo vicino l'occhiata gelida di chi non intendeva parlare con persone sconosciute. Poi tornò ad abbassarli sul libro. Ma l'altro non si lasciò scoraggiare e proseguì: «Sarei felice di scortarvi fino alla vostra destinazione». Anche se c'era spazio all'interno della carrozza, l'uomo aveva scelto di sedersi proprio di fianco alla giovane signora e approfittava di ogni oscillazione e sobbalzo della diligenza per pencolare verso di lei. In quel momento stava sbirciando nella sua direzione con fare subdolo. Per un istante, John temette che lei fosse tanto ingenua da accettare l'offerta, ma poi si disse che non erano fatti suoi. La gonna frusciò di nuovo mentre lei la raccoglieva attorno alle gambe, quasi volesse rattrappirsi per evitare qualsiasi contatto con lo 9
sconosciuto. Ma le riuscì impossibile, poiché era molto alta. E di certo non si rese conto che la tensione del tessuto sulle gambe metteva in evidenza parti del suo corpo che potevano attirare l'interesse dell'uomo che le sedeva accanto. Come attirarono quello di John, a essere sinceri. Erano gambe lunghe e dovevano essere ben tornite, a giudicare dallo scorcio di caviglia che riuscì a intravedere. Era un peccato che avesse un'espressione tanto cupa e austera. Una faccia da funerale, per usare un'espressione popolare. Se avesse sorriso, sarebbe stata molto leggiadra. Benché l'espressione della sconosciuta indicasse che si stava recando a un funerale, non era vestita a lutto. L'abito azzurro intenso che indossava faceva risaltare la sua carnagione chiara e rendeva i suoi occhi castani ancora più scuri e profondi. Il tessuto era costoso, ma la foggia era classica, come se preferisse rinunciare a seguire gli ultimi dettami della moda per una questione di praticità o di modestia. E i capelli neri erano raccolti sotto un cappello dal quale non sfuggiva che una piccola ciocca. Non doveva essere sposata, congetturò John. Tuttavia era troppo giovane per essere definita zitella. Di certo era ricca, ma con tutta probabilità non aveva pretendenti. Piuttosto insolito, giacché la ricchezza determinava spesso una numerosa schiera di corteggiatori. Ma leggere sermoni in pubblico era indizio di un rigore morale che avrebbe reso la sua compagnia tediosa, se solo si fosse degnata di aprire bocca. 10
Gli occhi della sconosciuta incrociarono i suoi per un istante e nella penombra della diligenza sembrarono sfavillare, freddi e imperiosi come quelli di un falco. Fate qualcosa. Aveva parlato? O era stato frutto della sua immaginazione?, si chiese John. Se fossero state pronunciate dalla giovane donna, quelle parole sarebbero di sicuro suonate meno perentorie, più addolcite da una cortese richiesta di aiuto. Quel tono autoritario era senza dubbio un'invenzione della sua mente ottenebrata dall'alcol. «È triste viaggiare soli» sentenziò l'altro uomo. Doveva essere un commerciante, pensò John, incapace di resistere alla tentazione di fare congetture sugli altri passeggeri. E anche lui doveva essere benestante, a giudicare dall'aspetto florido e dal prezioso broccato con cui era confezionato il panciotto che gli fasciava lo stomaco prominente. Ma un'incipiente calvizie, che tentava in ogni modo di nascondere, faceva sembrare enorme la sua fronte, che in quel momento si stava tamponando con un fazzoletto. «Qualcuno vi attende, alla prossima fermata?» chiese ancora l'importuno compagno di viaggio alla giovane, che non aveva risposto alla sua precedente osservazione, mentre la scrutava attentamente per cogliere qualche indizio o segno di conferma che non fosse sola come sembrava. Anche John la guardò, ma non scorse niente 11
di particolare. Il mistero si stava infittendo. Lei gli lanciò un rapido sguardo con gli occhi acuti e taglienti come la lama di un coltello. Ebbene, vi decidete a intervenire? Già. L'unico vantaggio di essere un gentiluomo sfaccendato era quello di non dover essere sempre agli ordini di qualcuno. Nemmeno delle giovani donne con enormi occhi scuri e l'espressione severa. Non era gentile da parte sua, ma era così. Se non altro, le ultime settimane gli avevano insegnato a non farsi più coinvolgere in ambigui piani di azione da una bella donna, la quale, come aveva imparato a proprie spese, una volta raggiunto il suo obiettivo lo avrebbe congedato con tanti ringraziamenti e nient'altro. Con un sonoro sbadiglio, John chiuse gli occhi, fingendo di dormire. Ma subito li socchiuse un po' per continuare a osservare i suoi compagni di viaggio. Il bagliore di un lampo, seguito dallo scoppio di un tuono, fece sobbalzare l'altro uomo sul sedile. Ma la donna rimase immobile. Solo la sua espressione mutò, passando dalla contrarietà a un improvviso sollievo. Avete intenzione di permettere tutto questo? Dal momento che John non mostrò alcuna reazione, lei si girò a guardare l'uomo che le sedeva al fianco. Il commerciante doveva essere insensibile a qualsiasi messaggio che lei gli inviava, altrimenti si sarebbe guardato bene dal rivolgerle ancora la parola. Invece non si diede per vinto. «Vi ho chiesto se c'è qualcuno ad attendervi 12
all'arrivo» insistette, come se pensasse che lei non avesse udito la domanda. John scorse il guizzo che passò negli occhi della donna, segno che non c'era nessuno ad attenderla. Anche l'altro dovette aver tratto la medesima conclusione, perché soggiunse: «Durante l'ultima sosta, ho visto che non avete mangiato. Se non avete denaro, non dovete preoccuparvi. Il Berretto a Sonagli, in cui ci fermeremo fra poco, è un'ottima locanda e sarei felice di dividere la mia porzione con voi. E magari anche un bicchiere di brandy e un catino d'acqua calda per riscaldarvi». Così le aveva offerto di dividere anche la stanza, pensò John. Il bell'esemplare di londinese che aveva di fronte stava facendo aperte proposte alla giovane donna seduta al suo fianco. Se nessuno fosse intervenuto a difesa della signora, avrebbe continuato a molestarla fino al termine del viaggio. John rivolse una silenziosa invocazione al proprio senso del dovere, che lo aveva indotto a intromettersi negli affari altrui parecchie volte, implorandolo di rimanere silente come aveva fatto fino a quel momento. «Non sono sola» pronunciò a un tratto la ragazza. «Viaggio con mio fratello» soggiunse, sferrando un rapido calcio nella caviglia di John. Sembrava l'incubo che aveva avuto una volta, nel quale era un attore spinto sul palcoscenico senza conoscere la parte che doveva recitare. La giovane seduta di fronte a lui sembra13
va pensare che fosse obbligato a salvarla, anche se non conosceva le sue intenzioni e ignorava se fossero diverse e più nobili di quelle dell'altro uomo. D'accordo. Al diavolo il suo senso dell'onore, che lo ammoniva di non prendere parte a quella farsa. John si agitò sul sedile, sbuffò come se fosse stato svegliato di soprassalto e aprì gli occhi gridando: «Cosa c'è? Siamo già arrivati?». Poi fissò la giovane negli occhi, rimanendo colpito dall'improvvisa intesa che si era creata fra loro. Sembrava che le bastasse un'occhiata per comunicargli ciò che stava pensando. Quindi spostò lo sguardo sull'individuo che sedeva accanto a lei, come se lo notasse solo in quel momento, e chiese: «Quest'uomo ti sta molestando, tesoro?». «No» protestò l'altro. «E non credo che conosciate questa ragazza più di me, dato che non le avete mai rivolto la parola da quando siamo partiti.» «Non ho sentito il bisogno di parlare con una persona che conosco da quando è nata» replicò John, asciutto. «E quanto a voi» incalzò l'altro rivolgendosi alla giovane, «scommetto che non sapete come si chiama quest'uomo.» Coraggio, la esortò silenziosamente John guardandola negli occhi. Scegliete il nome che preferite e io confermerò che è il mio. «Si chiama John» proferì lei. Lui cercò di controllare il proprio stupore. Dopotutto, aveva scelto il nome più comune 14
che potesse esserci. Era piuttosto deludente pensare che fosse tanto appropriato per lui. «Se avessi intenzione di concedervi il permesso di parlare con lei, e vi assicuro che non è così, dovreste chiamarla Miss Hendricks» intervenne, guardando in cagnesco l'importuno compagno di viaggio. «Mia cara?» soggiunse, porgendo la mano alla sconosciuta. Quando lei la accettò senza esitare, la fece alzare in piedi e la fece sedere accanto a sé. La carrozza sobbalzò e la ragazza gli cadde quasi sulle ginocchia. Quell'improvviso contatto fu molto piacevole e per un momento John non pensò a lei come a una sorella. Ma nemmeno l'ombra di un lieve rossore colorì la pelle candida del volto della sconosciuta, mentre afferrava la maniglia accanto alla portiera e si accomodava sul sedile accanto a lui senza bisogno di aiuto. Per dissimulare quel momento di imbarazzo, John si tolse gli occhiali e ripulì le lenti con il fazzoletto. Quando tornò a indossarli, vide che la donna seduta accanto a lui rivolgeva un'occhiata colma d'ira all'altro passeggero. Siete bella quando vi arrabbiate, pensò. Poi si diede dello stupido. Conosceva i guai che ciò poteva provocare. Quale uomo sano di mente avrebbe voluto far arrabbiare una donna?, si ammonì. Ma in lei l'indignazione accentuava una forza e un'energia particolari. Si trattenne a stento dall'allungare la mano e fargliela scorrere lievemente lungo la schiena come facevano i falconieri accarezzando le piume di un falco agitato per acquietarlo. 15
«Vi domando scusa» borbottò l'altro, lanciandogli uno sguardo sospettoso. «Se le cose stanno così, avreste dovuto dirlo prima.» «E voi avreste dovuto ricordarvi come ci si comporta con una signora» replicò John, contrariato per la sfacciataggine dell'uomo e per i propri pensieri assurdi. Poi tornò a chiudere gli occhi, fingendo di appisolarsi. La giovane tirò fuori dalla borsetta un piccolo orologio e fece scorrere gli occhi da quello al finestrino. Fuori continuava a piovere. Nel bagliore di un lampo, John scorse un brusco movimento, come se gli alberi e le siepi venissero sferzate dal vento, mentre la diligenza avanzava nel buio traballando e sobbalzando. Anche se era solo mezzanotte, sembrava che il loro viaggio stesse prendendo una brutta piega.
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Fiore d'Arabia MARGUERITE KAYE ARABIA, 1820 - Cassie è la più seducente istitutrice che lo Sceicco Jamil abbia mai incontrato. Tanto da mettere a dura prova l'incrollabile senso dell'onore dell'austero principe.
L'irreprensibile Lady Dru CHRISTINE MERRILL INGHILTERRA - SCOZIA, 1816 - Nell'avventurosa ricerca della sorella minore, l'irreprensibile Lady Drusilla affida se stessa... e il proprio cuore all'ex capitano John Hendricks!
Il guerriero vichingo JOANNA FULFORD ANGLIA ORIENTALE, 889 - Anwyn ha bisogno di protezione e per ottenerla è disposta a tutto. Anche a concedersi a un feroce guerriero vichingo che sembra incapace di amare.
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Cavaliere del desiderio MARGARET MALLORY GALLES, 1405 - William FitzAlan reclama le terre di confine che il sovrano gli ha assegnato. Ma un ulteriore premio lo attende al castello di Ross: la bella e indomita Catherine!
Una moglie per il visconte ANNE HERRIES INGHILTERRA, 1838 - Lord Luke, in cerca di una moglie, convince l'attraente Roxanne a interpretare il ruolo di aspirante contessa. E recitando la parte degli innamorati...
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