Grs939 il tocco di uno sconosciuto

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ANNE HERRIES

Il tocco di uno sconosciuto


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Stranger's Touch Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2012 Anne Herries Traduzione di Federica Isola Pellegrini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici settembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 939 del 23/09/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo

«Avete capito bene, Melford? È una missione molto rischiosa, poiché vi sono coinvolti uomini del tutto privi di scrupoli. Se venissero a conoscenza della vostra identità e del motivo per cui vi trovate in Cornovaglia, la vostra vita non avrebbe più alcun valore.» «Sì, ho compreso, signore. Terrò la bocca chiusa. Mi rendo conto che la vita di Sua Maestà potrebbe essere in pericolo e vi prometto che servirò lealmente sia lui sia il governo inglese.» Lord Rupert Melford aggrottò la fronte. La sua famiglia serviva la Corona da diversi decenni. Quando Enrico Tudor aveva spodestato l'ultimo sovrano Plantageneto, Sir Robert Melford si era schierato al suo fianco. Da allora, la casata si era arricchita e i suoi rami si erano estesi in tutta l'Inghilterra e perfino in Francia e nel Nuovo Mondo. Sebbene lui non avesse mai conosciuto i suoi cugini americani, era in contatto con quelli francesi e si stava preparando a recarsi in Normandia per visitare Stefan de Monfort, l'attuale signore del ramo francese, 5


quando era stato convocato d'urgenza da Sir Henry Cecil. «Conoscevo vostro nonno Anton e vostro padre Richard» continuò Lord Henry. «Richard ha subito un fiero colpo quando ha perduto la prima moglie, ma per fortuna ha poi conosciuto e sposato vostra madre. La vostra nascita e quella di vostra sorella sono state una benedizione, per lui.» «Grazie, signore. Mio padre era un uomo ammirevole.» «E voi gli assomigliate moltissimo. Quando questa malaugurata faccenda è stata portata alla mia attenzione, mi sono subito reso conto che eravate l'uomo più adatto a cui affidare l'incarico. Siete coraggioso e intelligente, ma è necessaria anche la massima discrezione. Corrono della voci... niente di concreto, in realtà. Comunque, se quei furfanti scoprissero chi siete, resterebbero nascosti e non riusciremmo mai a catturarli.» «Una famiglia composta da due fratelli e una sorella. Tutti spietati contrabbandieri, avete detto?» «Se non si trattasse che di contrabbando, toccherebbe alla guardia costiera occuparsene. Alcuni barilotti di cognac francese e alcune pezze di seta che non pagano il dazio sono una cosa, ma quei Morgan sono al centro di un covo di spie, oltre che nemici giurati della Corona. È grazie a loro che gli informatori entrano e lasciano il paese clandestinamente... e sono quegli stessi uomini spietati a tramare per detronizzare il re.» «Giacomo non è molto amato, tanto meno dalle famiglie cattoliche» osservò Rupert. «Tuttavia è 6


l'unico erede della nostra compianta Regina Elisabetta e quindi il legittimo sovrano inglese. Quegli individui meritano di essere impiccati se sono in combutta con dei traditori. Perché non vi limitate a mandare dei soldati ad arrestarli?» «Se ordinassi di arrestarli, scomparirebbero nella nebbia del mare o in una delle grotte che costellano quel tratto di costa. È una zona impervia e frastagliata, Melford. Come vi ho già spiegato, se si trattasse solo di contrabbando lascerei perdere, ma quei tipi sono troppo scaltri per la guardia costiera e molti dei nostri agenti segreti hanno già perduto la vita nel tentativo di catturarli. Non vi sarà facile indagare su ciò che sta succedendo e salvarvi la pelle.» «L'intera famiglia è implicata in questa faccenda... compresa la ragazza?» «Sono convinto che il capo sia il fratello maggiore, Michael Morgan, ma non fidatevi di alcuno di loro, né di nessun altro nel circondario. Si sostengono a vicenda su quel tratto di costa ed è per questo che non siamo mai riusciti ad avvicinarci a sufficienza da coglierli con le mani nel sacco.» «Farò del mio meglio, signore. Come ben sapete, possiedo un certo talento artistico e spargerò la voce che mi trovo in Cornovaglia per disegnare e ritrarre il fascino della sua costa.» «Fascino?» Sir Henry scosse la testa con aria sprezzante. «È un posto dimenticato da Dio, a mio avviso. In ogni modo, immagino che quel pretesto vi fornirà un'ottima copertura. Vi auguro buona fortuna, Melford. Se verrete a conoscenza di qualcosa 7


di rilevante, comunicatemelo al più presto.» «Darò disposizioni affinché i miei uomini viaggino separatamente e se avrò un'informazione da riferirvi, uno di loro vi porterà subito un messaggio.» «Che Dio vi accompagni e vi protegga, in tal caso. Sua Maestà ve ne sarà grato.» «Non chiedo alcuna ricompensa» ribatté Rupert, gli occhi azzurri sfavillanti di ilarità. «In effetti, sono felice che mi sia stata affidata una missione, dal momento che mi sentivo tediato e irrequieto.» «Ho sentito dire che avete perduto la fanciulla che dovevate sposare. Mi dispiace, Rupert.» «Il nostro matrimonio era stato combinato quando eravamo ancora in fasce.» Un'ombra scura gli passò sul viso. «Amavo la mia dolce Jane, ma una febbre maligna me l'ha portata via prima che potessimo sposarci. La sua dipartita mi ha addolorato e suppongo sia per questo che provavo la necessità di riempire in qualche altro modo la mia esistenza. Se non avessi ricevuto la vostra missiva, domani mi sarei imbarcato per la Normandia per andare a trovare i miei cugini francesi.» Benché, in realtà, il motivo che lo aveva spinto a prendere quella decisione fosse assai più profondo, Rupert non desiderava parlarne, trattandosi di una sofferenza sepolta nei più remoti recessi del suo animo. Pur avendo tentato sovente di sbarazzarsene, tornava a perseguitarlo quando meno se lo aspettava. «È solo per caso, allora, che vi ho trovato a Londra» dedusse Sir Henry. «Vi auguro il buongiorno, Melford... e buona fortuna.» 8


Rupert annuì. Era assorto nei propri pensieri mentre lasciava il Palazzo di Westminster e percorreva le strade londinesi. La sua goletta era già equipaggiata, pronta a salpare. Si sarebbe recato in Cornovaglia via mare, mentre i suoi uomini lo avrebbero seguito via terra, alloggiando nei dintorni senza dare nell'occhio. Se doveva avere a che fare con dei contrabbandieri, sarebbe risultato utile avere la goletta a portata di mano. Per un istante pensò a Jane Follet, la fanciulla con cui era stato fidanzato da quando erano bambini. Per quanto le fosse stato affezionato, non si era trattato di una passione travolgente. Aveva desiderato sposarla, prendersi cura di lei, poiché i figli che avrebbero avuto avrebbero potuto colmare il vuoto che si portava dentro. Il destino aveva deciso altrimenti e lui si era rassegnato. Aveva promesso di impalmare una giovane di nobili natali per il bene della sua casata e prima o poi avrebbe mantenuto la sua parola, ma fino ad allora era stato incapace di risolversi a chiedere la mano di una delle fanciulle che gli erano state proposte. Si lasciò sfuggire un'imprecazione. Sebbene si sforzasse di ignorarlo, quella prospettiva lo angustiava. Purtroppo aveva dato la sua parola e doveva mantenerla a causa di quel tragico episodio del suo passato. Ma non ancora. Non era pronto a prendere moglie. Jane era mancata da troppo poco tempo. Aveva un'amante, una vivace ragazza dai capelli scuri che andava a trovare ogniqualvolta ne sentiva la necessità. Dal momento che sarebbe stato assente per qualche settimana, forse di più, sarebbe passato 9


da Mollie per accertarsi che avesse abbastanza denaro per mantenersi finché non avesse trovato un nuovo protettore... nel caso in cui lui non fosse tornato. Mollie era l'unica che avrebbe sentito la sua mancanza, l'unica che gli dimostrasse un minimo di affetto... o forse gli era soltanto affezionata perché la circondava di tutti i lussi che il denaro era in grado di procurare? Sarebbe mai riuscito a trovare l'amore? Una donna capace di far cantare il suo cuore e pulsare di passione il suo corpo? Mollie soddisfaceva le sue necessità elementari, ma non mitigava la sua solitudine interiore. Pur essendo un termine alquanto eccessivo, da quando era stato poco più di un bambino e il fratello maggiore era morto, aveva provato quell'incolmabile senso di vuoto. Si accigliò. Era sciocco pensare al passato, o al cocente rimorso con cui era costretto a convivere giorno e notte. Gli era stata affidata una missione e intendeva compierla al meglio delle sue capacità, anche se nel farlo avesse dovuto rischiare la vita. Dopotutto, chi avrebbe pianto la sua morte?

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«È colato a picco un veliero a Deacon's Cove.» Morwenna Morgan alzò lo sguardo allorché il fratello maggiore, Michael, irruppe nella cucina in cui stava cenando con il fratello minore, Jacques, e la loro fantesca, Bess. «Scendo a vedere se posso trarre in salvo i superstiti.» «Ti accompagno.» Jacques balzò in piedi, subito imitato da Bess e Morwenna, e la cucina si trasformò in un turbine di attività mentre radunavano corde, ganci, rampini, armi e lanterne. La notizia di un naufragio avrebbe fatto accorrere sulla spiaggia gli abitanti del villaggio e, come sempre, si sarebbero accapigliati per impossessarsi del bottino. Occorreva un pugno di ferro per tenerli sotto controllo e in diverse occasioni Michael era stato costretto a sparare un colpo di moschetto al di sopra delle loro teste. «Tu no, Morwenna» le ordinò Michael, vedendola allungare la mano verso lo scialle. «Non è necessario che venga con noi.» «Non vi intralcerò.» 11


«Obbedisci!» ringhiò lui. «Resta qui e renditi utile. Avremo bisogno di bevande e cibi caldi, al nostro ritorno.» Morwenna lasciò ricadere la mano lungo il fianco. Quando Jacques le sorrise, sollevò il mento in un gesto orgoglioso. Attese che le voci degli uomini si fossero allontanate, quindi afferrò di nuovo lo scialle e se lo avvolse attorno alla testa. «Dove state andando?» domandò Bess. «Avete sentito cos'ha detto vostro fratello. Vuole trovarvi qui, al suo ritorno.» «Rientrerò in tempo per darti una mano. Non posso stare ferma, quando ci sono delle persone in difficoltà. Non appartengo a Michael, come crede lui.» «Sapete quanto sia irritabile, bambina. I vostri fratelli faranno tutto ciò che è necessario.» Lei scrollò le spalle e uscì, ignorando l'occhiataccia di Bess. Un brivido gelato la percorse mentre si dirigeva verso la scogliera che sovrastava la baia. La spiaggia sottostante brulicava di gente. Un veliero aveva urtato contro gli scogli e si stava inabissando. Riusciva a scorgere delle sagome, nell'acqua, erano gli uomini che stavano nuotando verso il relitto. I suoi fratelli sarebbero stati fra i primi, una fune legata attorno alla vita, l'altra estremità tenuta da coloro che si trovavano sulla riva. Forse la sua presenza non era necessaria sulla spiaggia principale, ma, come sapeva per esperienza, talvolta la corrente trascinava dei naufraghi in un'insenatura più piccola al di là dello sperone roccioso. Girando sui tacchi, imboccò il viottolo 12


che scendeva lungo la scogliera. Come aveva immaginato, nessuno aveva pensato alla piccola cala e la spiaggia era deserta... fatta eccezione per un uomo che l'attraversava vacillando. Dalla sua postura appariva chiaro che era ferito. Mentre si precipitava verso di lui, l'uomo si accasciò al suolo e giacque a faccia in giù sulla sabbia. Inginocchiandosi, Morwenna lo fece rotolare supino. Il chiaro di luna le consentì di scorgere una profonda lacerazione che gli solcava la tempia e da cui sgorgava uno spesso rivolo di sangue. Dato che aveva gli occhi chiusi, lei temette che fosse morto, poi lui emise un gemito, batté le palpebre e la fissò. «Chi siete?» «Mi chiamo Morwenna Morgan e sono qui per soccorrervi, signore. Il vostro veliero è colato a picco e la corrente vi ha trascinato in questa insenatura.» «Mor...» Un altro gemito. «Mi duole la testa... non posso... non riesco a ricordare...» L'uomo chiuse gli occhi e lei comprese che aveva perduto i sensi. Avrebbe avuto bisogno di aiuto per trasportarlo fino a casa. Si rialzò e si stava accingendo a correre nella spiaggia adiacente, quando notò che un uomo si stava avvicinando e si rese conto che si trattava di Jacques. «Ero sicuro che fossi qui» dichiarò lui quando la raggiunse. «È in questa cala che hai trovato gli altri. È ancora vivo?» «È stato cosciente per un istante, ma credo che sia di nuovo svenuto.» Jacques si chinò su di lui. «Aiutami a metterlo 13


in piedi, Wenna. Me lo caricherò su una spalla. Aveva qualcosa con sé?» «Sì, c'è una sacca, sulla riva. Deve averla lasciata cadere.» Lei si affrettò a raccogliere quello che con ogni probabilità era tutto ciò che restava del bagaglio dello sconosciuto. Raggiungendo il fratello, accennò in direzione dell'uomo privo di sensi. «Ha una brutta ferita alla testa, Jacques. Dovremo curarlo, altrimenti potrebbe morire.» «È una fortuna per lui che tu lo abbia trovato. La maggior parte degli uomini che abbiamo tirato fuori dall'acqua era già affogata. Uno è gravemente ferito ed è probabile che non superi la notte, ma non abbiamo visto né donne né bambini. C'erano diversi barilotti di rum o di brandy. Gli abitanti del villaggio li porteranno via prima dell'arrivo dei miliziani. Dammi una mano, in modo che possa issarmelo su una spalla.» Al pari dei suoi fratelli, Morwenna apparteneva a una stirpe robusta e non ebbe difficoltà ad aiutare Jacques a sistemarsi l'uomo sulla spalla. Precedendoli, tenne alta la lanterna per illuminare il viottolo. Dato che la piccola insenatura era più vicina alla casa della spiaggia principale, avrebbero avuto il tempo di mettere a letto il ferito prima dell'arrivo degli altri soccorritori. Bess li fissò e scosse il capo al loro ingresso. «Che cos'avete combinato, ragazza?» brontolò. «Procurerete dei guai a tutti noi, tenete a mente le mie parole.» «Non potevamo certo lasciarlo a morire» si dife14


se lei. «Lo porteremo nella stanza per gli ospiti.» Morwenna seguì il fratello, ignorando i rimbrotti di Bess. Dato che il letto era già rifatto, tirò giù le lenzuola fresche di bucato, anche se piuttosto lise. Jacques si affrettò a liberare l'uomo degli stivali e degli indumenti bagnati mentre lei tornava in cucina e aiutava Bess a scaldare l'acqua e la birra. Lo stufato veniva sempre lasciato a sobbollire in un canto del fuoco, in serate come quella, e limitandosi ad aggiungere della carne e delle verdure agli avanzi della cena, riuscivano a preparare una zuppa nutriente. Quando Michael rientrò con due membri del suo equipaggio, la zuppa era pronta. Morwenna la scodellò nelle ciotole di terracotta. Servita con delle fette di pane costituiva un pasto sostanzioso per uomini che avevano lottato contro il mare. «Ho trovato un naufrago nell'insenatura» annunciò Jacques, entrando in cucina e lanciando alla sorella un'occhiata di avvertimento. «Si trova nella stanza per gli ospiti. Per il momento è privo di sensi, ma credo che si riprenderà... a meno che non gli venga la febbre.» Michael lo guardò torvo. «Che tipo di uomo è? Hai trovato qualcosa di valore su di lui, qualcosa che ci faccia capire se potrebbe valere la pena di chiedere un riscatto? O che indichi la sua identità?» «Indossava delle brache e degli stivali di buona fattura. Non aveva niente nelle tasche e le onde devono aver portato via la sua giubba. A giudicare 15


dal suo aspetto, però, direi che appartiene a una famiglia aristocratica. Probabilmente, se Morwenna si prendesse cura di lui, la pagherebbe bene per il disturbo.» Michael portò lo sguardo su di lei. «Sei disposta a farlo, ragazza?» «Sì, certo. Mia madre non avrebbe mai lasciato morire un uomo per mancanza di cure, chiunque fosse stato. Non mi interessa se mi pagherà o no.» «Sei una sciocca, in tal caso. Lavoriamo duramente per procurarci quel poco che abbiamo e lui dovrebbe pagarti, se può. Ma del resto, tua madre non è mai stata una di noi» borbottò Michael. «Ti permetterò di tenere il tuo naufrago... e non illuderti che non sappia che tu e lei eravate in combutta. Curalo, ma stai attenta. Ricordati che è un estraneo e tieni a freno la lingua. Non una parola sulla nostra attività. È di vitale importanza. Ascoltatemi bene, tutti e due. Un errore da parte vostra e potremmo finire nei guai fino al collo. Non sarei il solo a penzolare da un cappio. Impiccherebbero entrambi i tuoi fratelli, Morwenna... e se sospettassero che eri nostra complice, potresti ritrovarti incatenata alla parte posteriore di un carro. Se non in prigione.» «Non direi mai una parola, neanche se fossi a conoscenza della vostra attività, e non lo sono.» Un lampo di collera le sfrecciò negli occhi verdi. «Sei mio fratello, Michael. Non vorrei mai che uno di voi due venisse impiccato.» «Be', tienilo a mente quando quell'uomo comincerà a riprendersi e a ficcare il naso ovunque.» 16


«Non sono una sciocca» lo rimbeccò lei. «Ho avuto una madre diversa, ma sono una Morgan quanto te.» «Non dimenticarlo e non ci accadrà niente.» Michael finì di mangiare la zuppa e si rivolse a Bess. «Era ottima. Va' a letto adesso. Anche tu, Morwenna, e a meno che non ti serva qualcosa per il tuo paziente, non scendere di nuovo. Devo parlare con Jacques e con i miei uomini... e se non sai niente, non potrai spifferare niente.» Ribollendo di rabbia, lei non lo degnò di una risposta, limitandosi a riempire una brocca d'acqua pulita e seguire Bess lungo la scala. Un silenzio di tomba era calato nella cucina. Michael stava aspettando che si fosse allontanata a sufficienza prima di comunicare a Jacques e ai suoi uomini qualunque cosa non voleva che lei udisse. Sebbene si sentisse offesa per la sua mancanza di fiducia, sapeva che con ogni probabilità era convinto di proteggerla. In effetti, se avesse potuto dichiarare onestamente di essere all'oscuro dei suoi misteriosi traffici, sarebbe sfuggita alla giustizia, qualora lui e gli altri fossero stati arrestati. Dio non volesse! Benché non desiderasse che né i suoi fratelli né i membri della ciurma di Michael morissero di una morte crudele, Jacques era l'unico a cui si sentiva veramente legata, il solo che si fosse mai preoccupato per lei. Michael dava il suo lavoro per scontato, dimenticando che avrebbe dovuto essere servita, anziché servire loro. Accantonò il pensiero dei segreti di Michael in un minuscolo recesso della sua mente, mentre var17


cava la soglia della stanza in cui giaceva il suo paziente. Appariva tranquillo, le palpebre abbassate. Gli tastò la fronte e constatò con suo enorme sollievo che non aveva ancora la febbre, anche se, ovviamente, gli sarebbe potuta venire nei due giorni successivi. Versò dell'acqua in una bacinella e vi immerse un panno, quindi si chinò su di lui e lavò la lacerazione che gli solcava un lato della testa. Benché avesse sanguinato copiosamente, non era abbastanza profonda da avergli incrinato le ossa del cranio. Poteva ringraziare il cielo, si disse, avendo visto estrarre diversi uomini da quegli scogli micidiali con la testa spaccata e il cervello che ne fuorusciva. Non c'era mai speranza, per loro, e se erano ancora vivi, Michael li finiva con una coltellata. Una morte meno penosa di una lenta agonia per coloro che erano rimasti fatalmente feriti. «Potete considerarvi fortunato» bisbigliò, notando che era un uomo oltremodo attraente. Jacques aveva ragione affermando che aveva l'aspetto di un aristocratico. «Se non vi avessimo trovato, sareste rimasto sulla spiaggia per tutta la notte e sareste morto di freddo.» L'uomo batté le palpebre, ma non le sollevò. Morwenna versò dell'acqua in una coppa di corno e la depose sulla cassa posta accanto al letto, quindi estrasse alcuni unguenti e una lunga striscia di lino dal cesto che teneva in quella stanza e gli bendò la testa. Lo sconosciuto batté di nuovo le palpebre, senza però aprire gli occhi. «Siete al sicuro, qui» mormorò lei. «Jacques vi 18


ha portato in casa nostra e Michael mi ha permesso di prendermi cura di voi. Dubito che riusciate a udirmi, ma fate attenzione, signore. Mio fratello non ama i forestieri. Non andatevene in giro di notte, altrimenti potreste trovarvi in pericolo.» Lui rimase immobile, inerte. «Tornerò più tardi. Ignoro la vostra identità, ma vi raccomando di essere prudente.» Con l'intenzione di lasciarlo riposare, Morwenna varcò la soglia e si chiuse la porta alle spalle. Si augurò che Jacques non l'avesse aiutata a portare una spia in casa loro. Non sarebbe stata la prima volta che le autorità mandavano un agente segreto per tentare di apprendere in cosa consistessero le attività del fratello. Se Michael avesse scoperto che era uno di loro, non avrebbe esitato a ucciderlo... e sarebbe stato un peccato, oltre che pericoloso per tutti. Se avesse agito per difendere la propria famiglia, Michael non si sarebbe reputato un assassino. Era diventato crudele da quando il loro padre era mancato e lui era stato costretto a ricavare dal mare i mezzi di sostentamento. Eppure, c'erano volte in cui riusciva ancora a scorgere in lui il fratello che l'aveva portata sulle spalle quando era stata troppo stanca per arrampicarsi lungo la scogliera. Sorrise fra sé. Pur essendo abituata alla presenza di uomini forti e attraenti, le piaceva l'aspetto dello sconosciuto e non avrebbe permesso che gli accadesse qualcosa di male, se avesse potuto evitarlo.

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Il tocco di uno sconosciuto ANNE HERRIES INGHILTERRA, 1606 - Morwenna soccorre un naufrago e se ne innamora. Scoprire che lui è Lord Melford, inviato per indagare sulla sua famiglia, è un colpo durissimo, eppure...


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