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CARLA KELLY

Il viaggio di Mary Rennie


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Wedding Ring Quest Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2014 Carla Kelly Traduzione di Anna Polo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici dicembre 2014 Questo volume è stato stampato nel novembre 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 951 del 23/12/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Quello non era un normale ritorno a Plymouth, il capitano Ross Rennie se lo sentiva nelle ossa. Un altro capitano di fregata, molto piÚ saggio di lui, morto come tanti amici, aveva descritto quella sensazione nel modo migliore durante una delle chiacchierate all'altro capo del mondo, quando un'altra fregata accostava sottobordo per fare una visita e prendere in consegna le lettere. Durante un pasto a base di carne rimasta troppo a lungo in salamoia e acqua verdastra, gli ufficiali avevano descritto i recenti scontri con francesi o spagnoli, a seconda delle altalenanti alleanze in quella guerra infinita. Il capitano ormai defunto da tempo aveva guardato Ross diritto negli occhi e sentenziato: a volte, la vittoria è migliore della sconfitta solo per un soffio. All'epoca Ross era un giovane capitano, cosÏ aveva annuito, per poi chiedersi cosa diavolo avesse voluto dire l'altro. Mentre l'Abukir, la sua fregata da trentasette cannoni, entrava a Plymouth in una giornata piovosa, 5


Ross avvertì quella pesante sensazione di sconfitta, quando invece avrebbe dovuto essere al settimo cielo dalla gioia. Quell'emozione si era fatta sempre più intensa dal momento in cui aveva ricevuto l'ordine di unirsi al convoglio che scortava Napoleone e il suo seguito all'Isola d'Elba, dove gli alleati lo avevano mandato in esilio nel 1814. Durante il breve viaggio dalla Francia gli era capitato un paio di volte di osservare dal cassero della sua nave Bonaparte a bordo della fregata Undaunted, comandata dal capitano Thomas Ussher. Ross si odiava quasi per il fascino che quell'uomo esercitava su di lui, ma l'imperatore al confino pareva esigere l'attenzione altrui. Ross aveva notato altri telescopi puntati su Napoleone. Più lo osservava, più cresceva in lui un senso di inquietudine e disfatta. In genere era un tipo ottimista, eppure ora avvertiva una strana cupezza. È così piccolo e tozzo, così ordinario, pensava. Poi aveva portato le proprie riflessioni in un territorio pericoloso. Com'è possibile che quest'uomo abbia dominato la mia vita per ventiquattro anni?, si era chiesto. Era andata proprio così. Per più di una generazione Ross aveva navigato dove voleva il tiranno, combattuto contro navi francesi e spagnole, passato per due volte ore terribili in prigione, perso una gamba e trovato il vero amore per poi perderlo. In teoria era al servizio di Re Giorgio III, ma come tutti gli ufficiali e gli uomini della Marina Britannica, sapeva che senza Napoleone non ci sarebbe mai stata una guerra così lunga. Senza quell'ometto tozzo, forse si sarebbe ritrovato a comandare una nave mercantile. 6


Hai rovinato la mia vita, aveva mormorato un pomeriggio mentre si avvicinavano all'Isola d'Elba. L'unico che potesse sentirlo era il timoniere, ormai abituato ai suoi borbottii. Visto che in genere era ottimista e razionale, Ross si era chiesto se le cose stessero davvero cosÏ. La guerra era finita, quindi aveva compiuto un gesto senza precedenti: appoggiati i gomiti alla murata della nave, aveva sollevato lo sguardo verso le vele ed era scoppiato a ridere, pur sapendo che quell'improvvisa infrazione alla disciplina avrebbe fatto perdere la concentrazione al timoniere. Imbarazzato, Ross si era raddrizzato e aveva lanciato all'uomo la sua famosa occhiata fulminante. Il timoniere aveva corretto in fretta il proprio errore. Era un bravo marinaio e Ross non voleva prolungare il suo turbamento, cosÏ gli aveva rivolto un cenno del capo. Lo rifarò, Carter, aveva annunciato, per poi riprendere la postura abituale. L'Abukir aveva mantenuto la rotta. Ross aveva fatto un elenco mentale dei pro e dei contro. Era vero, aveva passato la vita a bordo di navi da combattimento, ma quell'esperienza era probabilmente piÚ interessante di una navigazione tranquilla lungo le coste inglesi o scozzesi, o magari del trasporto in America di un carico di aringhe secche, scarpe o busti. E se la Marina non l'avesse condotto nell'esotico Portogallo non avrebbe mai conosciuto Inez Veimira, il cui amore lo faceva ancora sorridere. E non avrebbe mai generato il bambino che ora lo aspettava a Plymouth, con i capelli scuri come i suoi, ma ric7


ciuti, le labbra carnose e la carnagione olivastra ben diverse dai tipici tratti scozzesi. Gli occhi castani di Nathan erano uguali a quelli della madre. Guardandoli, Ross sentiva piĂš che mai la mancanza di Inez, finchĂŠ il suo naturale ottimismo aveva trasformato i rimpianti nella gioia che un figlio sano gli procurava. Anche la perdita della gamba nella battaglia di Trafalgar, nel 1805, non era stata una tragedia completa, visto che il chirurgo l'aveva amputata al di sotto del ginocchio. Nonostante la difficoltĂ della sua nuova situazione e la lunga degenza all'ospedale di Plymouth, il chirurgo gli aveva assicurato che un ufficiale ancora in possesso delle sue ginocchia poteva muoversi sul cassero e ricevere una promozione. E cosĂŹ era stato. E le benedizioni non erano finite. La stupida guerra di Napoleone aveva trasformato Ross Rennie in un vero capo, un tipo solido e sensato che aveva reso l'Abukir un posto ideale per uomini come lui. Il timoniere era un caso esemplare al riguardo. Una volta catturati dalla rete ferma e benevola di Rennie, gli uomini tendevano a restare con lui per anni, sapendo di essere in buone mani. Vista sotto questa luce, forse la guerra che aveva attraversato i sette mari ed era passata da un secolo a quello seguente non era stata un disastro totale. Quando l'Undaunted e la sua scorta avevano gettato l'ancora a Portoferraio, all'Isola d'Elba, Ross era di nuovo calmo. La guerra contro Napoleone era finita e, in quanto apprezzato capitano di vascello, lui sapeva che la Marina gli avrebbe assegnato qualche 8


nuova missione. Come padre, non vedeva l'ora di sbarcare a Plymouth e di passare un po' di tempo con suo figlio. Restava da vedere se sarebbe riuscito a fare entrambe le cose, ma era fiducioso. E in effetti era andata cosĂŹ. Certo, il ritorno a Plymouth era stato rimandato a novembre, mentre l'Abukir e altre navi continuavano a pattugliare il Canale. Intanto che la gente in Inghilterra esultava all'idea che Napoleone fosse relegato all'Isola d'Elba, la Marina aveva assunto un atteggiamento piĂš cauto e continuato a pattugliare acque ora meno ostili. Le chiatte facevano la spola per raggiungere le navi come la sua, in mare da tempo, e consegnare la corrispondenza. Ross passava spesso le serate a rileggere le lettere del figlio e sperava che lui facesse lo stesso con le sue missive, unite ai regali esotici che solo un ufficiale di Marina poteva inviare: arance e limoni, un tappeto di preghiera proveniente dal Nordafrica, una forma di formaggio Gouda dei Paesi Bassi riservata a Maudie Pritchert, la donna che si prendeva cura di Nathan. Se solo Ben Pritchert, il suo ufficiale di rotta, fosse vissuto abbastanza da vedere Napoleone in esilio all'Elba! In quell'ultimo viaggio dal Canale a Plymouth Ross sentiva piĂš che mai la mancanza di Ben. Era stato il suo navigatore e come padre gli aveva suggerito di portar via il figlio neonato dal Portogallo e affidarlo a sua moglie a Plymouth. Nel 1804, l'anno della nascita di Nathan, la cittĂ di Oporto era stata colpita da un terremoto. Non era niente di paragonabile alla distruzione del 1755, ma la casa dei Veimira era crollata uccidendo tutti i suoi abitanti, 9


tranne un neonato protetto dal corpo della madre. Le suore del vicino convento lo avevano raccontato a Ross, quando era arrivato in città una settimana dopo il terremoto e si era messo a invocare il nome di Inez in mezzo alle macerie. Durante il viaggio di sette mesi fino al Mar Baltico Ross sapeva che Inez aspettava un figlio da lui, ma questo era tutto. Quella missione inattesa aveva rovinato i loro piani matrimoniali, costringendoli a rinunciare a nozze sontuose e a ripiegare su una cerimonia veloce, visto che Inez era già incinta. La Marina non si interessava delle faccende private dei suoi uomini e lui non aveva potuto fare altro. Le suore si erano occupate del neonato e glielo avevano messo tra le braccia mentre le lacrime gli rigavano ancora il volto. Avevano accolto il bambino, di nome Nathan Thomas Fergusson Rennie, e lo avevano battezzato con una cerimonia cattolica. Tre mesi dopo, quando la sua nave era stata inviata a Plymouth per lavori di manutenzione, le suore gli avevano consegnato Nathan insieme a una capra. Ross era sicuro che qualche marinaio avrebbe saputo cosa fare con una capra da latte e in effetti i suoi uomini non lo avevano deluso. Ciò che lo aveva commosso profondamente era l'interesse mostrato da tutto l'equipaggio per suo figlio. Quando Ross era stato sul punto di crollare per la stanchezza, non erano mancati i volontari pronti a camminare avanti e indietro sul ponte tenendo in braccio un neonato che strillava per una colica. Le prime ninne nanne di suo figlio erano state canzoncine marinare non proprio adatte a orecchie infantili. 10


Maudie Pritchert aveva accolto il bimbo a braccia aperte. Due anni dopo era rimasta vedova. Con il denaro ricevuto come ricompensa per le sue imprese, Ross aveva comprato una casa più grande per lei, i suoi figli e Nathan. Le dava una paga generosa per allevare il figlio che vedeva di rado. Ora la guerra era finita e lui stava tornando a casa, ma avrebbe comunque continuato a sostenere la donna gentile che aveva salvato la vita al suo bambino. Il suo debito nei confronti dei Pritchert era ancora maggiore. Dopo che aveva imparato a muoversi sul cassero con una gamba di legno, Ben gli aveva salvato la vita durante una scaramuccia indegna di comparire nella Cronaca Navale, la pubblicazione mensile della Marina Britannica colma di aneddoti, saggi e storie di argomento nautico. Stavano navigando al largo delle coste spagnole quando era comparsa una grande fregata nemica. Nel mezzo dell'azione Ross aveva perso l'equilibrio; il suo navigatore era corso a sostenerlo ed era stato trafitto dalla letale scheggia che avrebbe tagliato Ross in due. Sarebbe stato in debito con i Pritchert per il resto della vita. Entrare nel porto di Plymouth gli provocò una strana sensazione agrodolce. Preso dalla nostalgia, assaporò quel momento e lanciò un'occhiata alle case che si inerpicavano sul lieve pendio lontano dal centro della città, chiedendosi se Nathan lo stesse guardando. Durante la sua ultima visita, un anno prima, gli aveva regalato un telescopio e magari di lì a qualche tempo gli avrebbe dato un sestante. Secondo Maudie Pritchert il ragaz11


zino dimostrava una chiara propensione per la matematica. Su consiglio del capitano del porto, frastornato dalla quantità di navi che tornavano tutte insieme, gettò l'ancora ed esaminò i ponti disordinati dell'Abukir. Secondo gli ordini ricevuti, la nave sarebbe rimasta nel bacino di carenaggio per due mesi, per essere riparata e rimessa a nuovo. Poi sarebbe salpato per una destinazione al momento ignota. Due mesi di licenza a terra erano molto di più dell'abituale settimana che gli era stata concessa fin dalla pace di Amiens nel 1802. Con una riluttanza che lo sorprese, Ross affidò la nave al suo secondo, assicurandogli che sarebbe tornato entro un paio di giorni per risolvere eventuali complicazioni sorte nel bacino di carenaggio. Come lui, i suoi ufficiali non vedevano l'ora di scendere a terra; chi aveva una casa vi sarebbe tornato, mentre gli altri sarebbero rimasti a gironzolare nel porto, spendendo il loro denaro. Due mesi dopo lo avrebbero accolto con gioia, ammesso che non si fossero imbarcati su un'altra nave con l'equipaggio ridotto. L'ufficiale responsabile delle sartie e dell'equipaggiamento insistette per aiutarlo a scendere nella lancia, il che non era facile, con una gamba e mezza. Ross fece del suo meglio per calarsi con dignità e quando fu al sicuro nella piccola imbarcazione si tolse il cappello per salutare l'equipaggio. Sono soltanto due mesi, ricordò a se stesso, mentre un insolito fiotto di lacrime gli saliva agli occhi. Nonostante l'abbondanza di carrozze a nolo pronte a portarlo dovunque in città, Ross preferì cammi12


nare dal porto fino alla casa di Maudie Pritchert. Sapeva che la gamba avrebbe cominciato a fargli male prima di arrivare a destinazione, ma aveva bisogno di un po' di tempo per abituarsi a muoversi sulla terraferma. Nelle zone dell'Inghilterra lontane dalla costa con ogni probabilità le guardie avrebbero fermato qualsiasi uomo che barcollasse per strada, ma Plymouth era una città marinara e conosceva la difficoltà di adattamento una volta sbarcati. Una gamba di legno causava ulteriori problemi, ma Ross riuscì ad arrivare sano e salvo all'inizio di Flora Street, con le sue belle case color pastello. Come sempre, rimase fermo a lungo, chiedendosi quanto fosse cambiato suo figlio. Nathan aveva ormai dieci anni. Nessuno conosceva la sua esatta data di nascita, giacché non c'era stato il tempo di registrarlo prima del terremoto. Durante una visita padre e figlio avevano scelto il 7 giugno, compleanno di Ross. Quando aveva chiesto al figlio come mai volesse condividere il suo compleanno, la risposta di Nathan aveva confermato che per quanto fosse possibile portare uno scozzese lontano dalla terra dei suoi avi, la tendenza a risparmiare rimaneva. È semplice, papà: così avremo una torta una volta all'anno, ma grossa il doppio! La madre di Nathan, una portoghese dagli occhi a mandorla, adorava le torte, dunque il figlio rappresentava una combinazione perfetta di Dumfries e Oporto. D'accordo!, aveva accettato Ross. Ora che la guerra era finita aveva dei piani per la 13


lunga licenza che sarebbe arrivata fino a Natale e anche oltre. Avrebbe portato il figlio a Dumfries, dove sua sorella Alice Mae Gordon viveva con il marito chirurgo. Non si vedevano da anni, ma avevano supplito alla lontananza con una fitta corrispondenza. Alice aveva fatto grandi promesse per la loro visita e accennato a una proprietà che aveva bisogno di un padrone nella vicina Kirkbean. Con una magnifica vista sul mare, aveva specificato, nel chiaro tentativo di allettarlo. Ross indugiò ancora un momento. Sperava che il figlio non fosse cambiato dalla sua ultima visita, ma d'altra parte sapeva che i bambini crescevano in fretta. Si ricorderà di me?, si chiedeva sempre. Se lo incrociassi per strada, lo riconoscerei? Come al solito fece un respiro profondo e si rimise in moto lungo Flora Street, lo sguardo puntato su una casa gialla, dove i fiori lottavano ancora contro il primo freddo autunnale. In Scozia si erano già arresi all'inverno, ma là nel Devon il clima era più mite. Rallentò perché la gamba gli doleva e anche perché arrivava sempre un momento in cui si chiedeva chi lo avrebbe accolto. Per la prima volta dalla morte di Inez, per la prima volta negli anni carichi di dolore seguiti al suo terribile arrivo a Oporto, si rese conto di desiderare una moglie che lo accogliesse a casa. Era un pensiero inebriante, da considerare con cautela. Ricordò tutte le volte in cui aveva assicurato ai suoi ufficiali e ai confidenti del quadrato che alla fine della guerra si sarebbe risposato. Forse era giunto il momento di trovare un'altra moglie. 14


Si fermò davanti al numero 6 di Flora Street e sollevò lo sguardo sulla finestra del secondo piano che corrispondeva alla stanza di Nathan. Il cuore gli mancò un battito quando il figlio ricambiò la sua occhiata, per poi scomparire alla vista. Poco dopo la porta d'ingresso venne spalancata e Nathan si gettò tra le sue braccia. Era tornato a casa.

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