Grs952 il tradimento di miss cassandra

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SOPHIA JAMES

Il tradimento di Miss Cassandra


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Scars of Betrayal Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2014 Sophia James Traduzione di Laura Guerra Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici gennaio 2015 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 952 dello 02/01/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Londra, giugno 1851 L'uomo che scendeva gli ampi scalini della sala da ballo di de Clare era Nathanael Colbert. Cassandra Northrup era certa che fosse lui. Lo sapeva dal profondo di un orrore crescente e di un assoluto sollievo. Pari forza e altezza, gli stessi capelli neri, più corti ma non meno scuri. Non riusciva a respirare, la colpa e la rabbia che aveva confinato e nascosto per tanto tempo stillarono fuori, avvolgendola con la loro intensità. Lord Hawkhurst, erede delle ricchezze degli Atherton, scendeva al fianco di Colbert, ridendo di qualcosa che lui gli aveva detto. L'incredulità le fece girare la testa. Perché mai si trovava lì in tale compagnia e vestito come un lord inglese? Non aveva alcun senso e l'illogicità di quella situazione la confuse. Con dita tremanti Cassandra strinse il frammen5


to di ceramica che portava sempre al collo, mentre il sangue che le pulsava nelle orecchie le faceva venire la nausea. Che cosa avrebbe significato tutto ciò per lei? Con cautela spiegò il ventaglio per coprirsi gran parte del volto e si girò in direzione opposta a quella che i due stavano prendendo. Doveva andarsene prima che lui la vedesse. Doveva scappare, ma la cosa si faceva sempre più difficile poiché il turbamento offuscava la realtà. Maureen le strinse la mano e Cassie fu grata di quell'ancora. «Sei pallida, Cassandra. Ti senti bene?» «Alla perfezione.» Nemmeno la sorella era a conoscenza dei dettagli di ciò che le era accaduto nel sud della Francia tanti anni prima, perché non ne aveva parlato ad anima viva. Era un tormento privato, i cui particolari erano racchiusi nella vergogna. «Be', non si direbbe proprio.» La volontà di sopravvivere si stava risvegliando in lei, il colpo iniziale attutito grazie alla ragione. Dubitava che Colbert l'avrebbe riconosciuta a colpo d'occhio, così decise di lasciare la sala non appena si fosse presentata l'occasione di farlo senza sollevare future domande. Futuro. Bastò la parola per farla irrigidire. Avrebbe avuto un futuro se lui l'avesse vista? Si sentì come se si trovasse nel mezzo della sala da ballo con indosso nient'altro che gli abiti nei quali lui l'aveva trovata un tempo, gli eventi accaduti quasi cinque anni prima impressi a fuoco nella sua 6


memoria, tutta rabbia e paura e rimpianto. No. Lei era più forte. Ancora un attimo e si sarebbe allontanata tra la folla, attenta e silenziosa per non richiamare su di sé alcuna attenzione. Era diventata un'esperta nell'arte del camuffamento in società e il nascondersi tra la gente era ormai per lei un'abitudine radicata. Era così che era sopravvissuta, scaraventata di nuovo in quel mondo di cui pensava non avrebbe più fatto parte, con la sua ferrea osservanza dei modi e delle regole. Il banale grigio tortora dell'abito di Cassie rispecchiava il suo anonimato. Intorno a lei, tutte le giovani facoltose della buona società sbocciavano come fiori, vestite di giallo, rosa e azzurro, pieghe, collari, balze e gale ad adornare i loro bustini, le maniche e gli orli. Le sue gramaglie vedovili non erano altro che l'ennesimo espediente per nascondersi sotto gli occhi di tutti. Passati cinque secondi, poi dieci, iniziò a tranquillizzarsi, distratta dal rumore e dal movimento della schiera degli invitati. Va tutto bene... è tutto a posto. Osservò la stanza, ma Colbert non si vedeva da nessuna parte. «Non sarei dovuta venire, Reena» disse, girandosi verso la sorella. «Tu riesci a gestire queste situazioni con maggior accortezza. Per me è solo una perdita di tempo essere qui.» Maureen rise. «Anch'io odio queste cerimonie, ma Mr. Riley è stato categorico nell'invitare tutte e due, Cassie, e le sue sono tasche generose.» «Be', visto che ancora non si è presentato, dubi7


to che avrebbe notato la differenza se non fossi venuta.» Cassandra doveva andarsene, dirigersi alla porta come se non avesse alcun pensiero al mondo. La pena che sentiva dentro tuttavia si accentuò. Una volta aveva amato Nathanael Colbert, dal più profondo della sua vita spezzata. Il pensiero di ciò che era accaduto in seguito le fece venire un groppo in gola, ma non volle pensarci. Non qui, non ora. Con un sorriso scolpito in volto, ascoltò la sorella che discorreva della bellezza della stanza, dei vestiti e degli alberelli potati disposti vicino all'orchestra per dare l'impressione di una grotta naturale. Un mondo fantastico dove tutto era possibile, un mondo più buono lontano da ciò che era squallido, meschino e sporco. Tutto intorno a lei risuonavano motteggi allegri, le conversazioni serene di chi aveva poche preoccupazioni nella vita oltre a che cosa indossare alla prossima occasione mondana o all'eredità generosa ricevuta dall'ultimo parente spirato. Poi uno strano rumore sopra di lei attirò la sua attenzione. Alzando lo sguardo, Cassie notò uno dei lampadari oscillare da un lato e le candele nei globi sfrigolarono. Quel congegno stava forse per cadere? L'orrore al pensiero di ciò che forse stava per accadere le seccò la gola. Non se ne era accorto nessun altro? Urlare avrebbe diretto su di lei quegli sguardi che voleva evitare, ma, se non lo 8


avesse fatto, la morte di qualche anima ignara le sarebbe rimasta sulla coscienza per sempre. «Attenzione! Il lampadario sta per cadere!» La sua voce sovrastò facilmente il chiacchiericcio circostante, ma un gruppo di ragazze da un lato della sala non fu abbastanza veloce. Con un tonfo, il ramo adorno di foglie e di fiori in ferro battuto colpì la gamba di una bella giovane dai capelli biondi. Nella confusione Cassie si precipitò da lei e si inginocchiò contemporaneamente a un'altra persona che le urtò il braccio. Monsieur Nathanael Colbert. Vicino. A un soffio di distanza, una furia smodata negli occhi. Occhi grigi, screziati appena di azzurro. Cassandra si sentì mancare la terra sotto i piedi e provò sgomento, mentre posava lo sguardo sul profilo della sua mascella solcata dalla cicatrice che gli aveva procurato lei. L'ultima volta che l'aveva vista, la ferita era aperta e il sangue gli macchiava la camicia a fiotti. Avrebbe voluto allungare la mano e tracciarla con un dito, nel tentativo di fargli comprendere con quel tocco quanto le dispiacesse. Sapeva che lui non avrebbe gradito il gesto, ma il tradimento aveva sempre due facce e quella era una. La sola presenza fisica dell'uomo le annientava la mente, ma quando le urla della giovane si fecero più acute, la guaritrice che era in lei prevalse. Non era quello il momento di occuparsi delle conseguenze dell'incontro con Colbert. 9


Abbassando lo sguardo, premette con forza la mano dietro il ginocchio della ragazza per tamponare il flusso del sangue, il cui rosso le gocciolò sulla gonna creando uno strano miscuglio di colori. «Non muovetevi. State perdendo molto sangue e bisogna fermare l'emorragia.» A quelle parole la giovane singhiozzò ancora più forte e le afferrò la mano libera in una morsa d'acciaio. «Morirò?» «No. Una persona può perdere anche il venti per cento del proprio sangue e non provare che un leggero freddo.» Gli occhi grigi la scrutarono senza alcuna parvenza di calore. «Quanto credete che ne abbia già perso?» La voce della ragazza ferita era strozzata dalla paura. Cassandra controllò attentamente, alzando la caviglia della giovane per accertarsi di cosa ci fosse sotto la gamba. «Poco più della metà di quanto vi dicevo, quindi sarebbe bene mantenere la calma.» Il grido di paura che seguì le trafisse le orecchie. «Sono certo che non sia poi così grave, Miss Forsythe.» La voce che Cassie aveva rievocato nei propri sogni per anni era pacata. Era la prima volta che lo udiva parlare inglese, con la raffinata pronuncia rapida e asciutta dell'aristocrazia che marcava o10


gni parola. Non sopportò di sentire il proprio cuore battere all'impazzata. «Siccome il taglio sulla vostra gamba è profondo, è importante che voi...» Un'ombra da un lato le fece distogliere lo sguardo e poi non ci fu altro che il buio. Sandrine Mercier? Che parlava un inglese perfetto? Colpita da ciò che ancora rimaneva del lampadario e priva di sensi. Il disprezzo che provava nei confronti di quella donna gli salì alla gola. Un altro inganno. L'ennesima menzogna. Era distesa su un fianco, le sue ciglia in risalto sullo sfondo delle piastrelle lucide di de Clare, i capelli più corti e più lisci di un tempo. Era ancora magra, ma la bellezza che una volta era solo promessa era nel frattempo sbocciata in tutto il suo splendore. Che se ne vada al diavolo! Voleva alzarsi e andarsene, ma così facendo avrebbe suscitato dei sospetti e nel suo lavoro attirare l'attenzione non era mai una buona idea. Lydia Forsythe strillava con quanto fiato aveva in gola, tuttavia il sangue si era quasi del tutto arrestato. Un dottore nel frattempo era arrivato di corsa, così come la madre sconvolta della giovane e una miriade di amiche. Attorno a Sandrine erano invece rimasti solo lui e una ragazza, con un cipiglio incerto sulla fronte e lacrime che le riempivano gli scuri occhi marroni. Albi de Clare, l'anfitrione della serata, gli si 11


chinò di fianco. «Mio Dio, non capisco come sia potuto accadere. I lampadari sono stati montati solo pochi mesi fa e mi avevano assicurato che erano ben fissati. Se poteste sollevarla, Nathaniel, c'è una stanza fuori dal salone che può offrire maggiore riservatezza.» Un altro tocco. L'ennesima punizione. Quando Nat la prese in braccio, gli occhi verdazzurri della giovane si aprirono all'improvviso e l'orrore si tramutò in panico. «Io... io non svengo mai» balbettò lei. «Non lo avete fatto nemmeno questa volta. Siete stata colpita da un pezzo del lampadario» ribatté lui. La giovane tremava di paura, il volto girato dall'altro lato. Arrivati nel salottino, lui la stese su un divano, desideroso di andarsene. «Il mio dottore è fra gli ospiti, Nathaniel, e sta visitando Miss Forsythe proprio in questo momento.» Il tono di voce di Albi de Clare era pacato, ma Nat notò lo sguardo di Sandrine che saettava attorno a lei e riconosceva la presenza degli altri che li avevano seguiti. «Dopodiché verrà da voi.» «No.» Cassandra aveva già appoggiato i piedi a terra e se ne stava seduta lì, con la testa fra le mani. «Vi prego di non prendervi il disturbo di chiamarlo, milord. Non voglio incomodare nessuno e mi sento già molto... meglio.» A quella parola si alzò in piedi per risedersi immediatamente, con un velo di sudore sul viso. Albi, però, non si fece dissuadere dal volere 12


un'opinione medica e così fece un cenno al dottore non appena questi entrò nella stanza. «Mr. Collins, potreste dare un'occhiata a questa ferita? Il capo della paziente è venuto in contatto con ciò che rimaneva del lampadario.» Il vecchio dottore appoggiò la borsa di pelle su un tavolino di fianco al divano, quindi estrasse un paio di occhiali da una tasca esterna e se li posò sul naso. «Certamente, signore. Gli ospiti fuori mi hanno fatto capire che siete stato uno dei primi sulla scena, Lord Lindsay. La giovane è rimasta priva di sensi a lungo, dopo l'incidente?» «Soltanto pochi secondi» rispose Nat. «Non appena l'ho sollevata da terra ha ripreso conoscenza.» Niente di più. Le complicazioni sarebbero arrivate più tardi. Sedutosi, il dottore alzò due dita. «Quante dita vedete, mia cara?» «Quattro.» La donna vicino a Sandrine scosse il capo e la guardò con occhi preoccupati. «Tre. Due.» Cassandra tirò a indovinare, sforzandosi il più possibile. «Vi duole la testa?» «S... solo un poco.» «E il vostro braccio destro è intorpidito?» La giovane non rispose mentre premeva le unghie sulla pelle sopra il gomito. Era davvero tanto anchilosato che addirittura non sentiva nulla? Alla porta si era radunato un gruppetto di spet13


tatori curiosi e Sandrine, macchiata del sangue dell'altra vittima, sembrava confusa e vulnerabile. Aveva anche iniziato a tremare. Molto. Nathaniel si sfilò la giacca e gliela mise sulle spalle, perché il rischio di collasso era pericoloso tanto quanto la ferita stessa. Si odiò però subito per essersi preoccupato in quel modo. «Il caldo aiuterà» affermò. Notò per la prima volta il ciondolo che portava al collo, quello che le aveva donato a Sainte Estelle prima che lo tradisse. Il tessuto grigio del bustino era sceso e aveva svelato la rotondità del suo seno, così la donna alta che li aveva seguiti nel salottino si inginocchiò per risistemarle la veste, le guance in fiamme. «Stai ferma, Cassie.» Cassie? La rabbia negli occhi di Sandrine fu accentuata da un sorprendente bagliore verde. La voce di Albi interruppe i pensieri di Nat. «Se accompagnate Miss Cassandra da questa parte, Nathaniel, c'è già una carrozza ad attenderla. Miss Northrup, potreste raccogliere la borsetta di vostra sorella e seguirci?» Northrup? Maureen e Cassandra... Northrup? Quelle erano due delle figlie di Lord Cowper? Dannazione! Un'ombra era calata sullo sguardo della giovane quando aveva sentito pronunciare il proprio nome, una certa circospezione e una fredda ondata di inquietudine. «Non mi serve altra assistenza, signori. Mia s... 14


sorella mi aiuterà a raggiungere il nostro mezzo di trasporto.» A quelle parole, l'altra fece un passo avanti, grata di potersi rendere utile in quella stanza piena di curiosi e inondata da un silenzio a dir poco imbarazzante. Se ne andarono in un baleno, entrambe, lasciandosi alle spalle solo il profumo di un fiore che lui non riconosceva. Cicuta? Digitale? Mughetto? Fiori velenosi e letali. Albi le guardò uscire con un cipiglio stampato in fronte. «Le sorelle Northrup avranno pure i loro detrattori, ma è mia opinione che con un po' di tempo e di sforzo potrebbero far scendere le Originali dal piedistallo. Escono di rado in società, ma a detta di tutti anche la loro madre era bellissima. Credo che ci sia una terza sorella, sposata e che vive in Scozia. Dovrete andare a riprendervi la vostra giacca.» «Può darsi.» Il tono di Nat era piatto. «Vivono in Upper Brook Street. Avalon, l'obbrobrio dei Northrup, non può sfuggirvi.» Nathaniel non attese di sentire altro e se ne tornò invece nella sala da ballo, dove fu immediatamente circondato dalle più belle e fresche debuttanti della Stagione. Giovani dal gusto impeccabile e dalla buona educazione, dai passati senza macchia e senza inganno. Sorrise mentre camminava fra loro. 15


A Cassie faceva male la testa e le doleva il collo. Sapeva che la cera delle candele l'aveva bruciata, ma ci si era dovuti preoccupare della salute dell'altra ragazza ferita e non c'era stato tempo per pensare alle sue lesioni. Lord Lindsay. Il dottore si era rivolto a lui in quel modo e de Clare lo aveva chiamato Nathaniel. Lord Nathaniel Lindsay, erede diretto al titolo di Conte di St. Auburn. Cassandra non riusciva a crederci, non riusciva a capire come l'uomo pericoloso dal corpo ricoperto di cicatrici e dagli agili riflessi che l'aveva salvata a Nay fosse diventato un damerino impomatato, conosciuto in tutta l'Inghilterra per ricchezza e potere, con un albero genealogico che si snodava nei secoli. Lontano dagli sguardi, Cassie si sentì molto meglio. La giacca che lui le aveva prestato era calda e i fremiti si mitigarono al contatto con la lana. Inoltre poteva sentire il suo odore, lì nella carrozza, la sua profondità e la sua forza, e se la sorella non le fosse stata seduta al fianco avrebbe inalato ancora il suo aroma per far sì che i colori di quella bellezza le esplodessero dentro, stuzzicanti e tentatori. L'odore di un uomo che poteva rovinarla. Poiché la pelle del collo le bruciava sotto la seta pesante della veste, Cassie desiderò spogliarsi e immergersi nella piscina poco profonda di Avalon. La piscina della madre, con l'abito di Alysa ancora appeso al gancio e le sue perle che penzo16


lavano dall'unica sedia laminata d'oro. Papà aveva insistito affinché rimanessero lì. «Lord Lindsay è rientrato in società soltanto di recente, ma ho sentito diverse storie su di lui.» Maureen guardò la sorella con attenzione e Cassie capì che era curiosa. «Storie?» «Si dice che abbia trascorso del tempo in Francia. Lo hai per caso incontrato lì? Ho avuto l'impressione che vi conosceste.» Cassandra scosse il capo, la verità troppo orribile da rivelare, e si strinse nella giacca. Lui l'aveva riconosciuta, ne era certa, e sotto il sorriso che ostentava per tenere a bada la curiosità di Maureen, Cassie sapeva anche che doveva stare alla larga da lui il più possibile. Quando le luci di Avalon si profilarono in lontananza, fu felice di vederle. Nathaniel Lindsay osservò la casa nella notte, mentre la luna sopra il tetto levigato ne delineava ghimberghe e abbaini. Lo stile gotico nel cuore di Londra. Anche gli alberi si erano conformati al profilo austero dell'edificio e avevano perso delle foglie come se fosse già stato inverno. Non doveva essere lì, lo sapeva bene, ma era stato il ricordo a spingerlo, il tradimento nella voce calma di Sandrine a Perpignan nell'attimo in cui lo aveva spedito all'inferno... Lo conosco a malapena, ma è un soldato fran17


cese, quindi sarebbe meglio lasciarlo vivo. Fate come vi pare, a me di certo non importa. Nathaniel si girò imprecando, ma non prima che una pallida sagoma con una candela in mano attraversasse il secondo piano, scendesse le scale e uscisse sul portico, lo sguardo perso nel buio della notte. Era impossibile che lo avesse visto, nascosto com'era all'ombra di un muro di mattoni. Eppure per un secondo, prima che lei spegnesse la candela, il mondo sembrò inondato dalla luce sprigionata dalla fiamma e quello sguardo gli penetrò nel profondo del cuore. Poi ci fu solo oscurità e lei era sparita. A volte il suo mondo riportava in vita fantasmi dal passato, ma mai nessuno preoccupante quanto quello di Sandrine Mercier. Nathaniel aveva solo vent'anni quando era entrato nell'esaltante mondo dello spionaggio, l'atteggiamento distante del nonno come stimolo determinante sulla sua scelta di far parte di un ristretto gruppo di uomini che agivano per i Servizi Britannici. L'amico, Stephen Hawkhurst, ne era già membro e quando suo nonno, il Conte di St. Auburn, aveva sbraitato e farneticato per l'ennesima volta riguardo alla sua inutilità come unico erede, Nathaniel lo aveva seguito. Era stato mandato in Francia per verificare l'attendibilità delle voci che volevano un matrimonio fra le corone di Francia e di Spagna, poiché la sua 18


ottima conoscenza di entrambe le lingue gli permetteva facile accesso sia negli strati più alti della società sia in quelli più bassi. I rapporti esistenti fra l'Inghilterra e la Francia erano sempre più tesi e si portavano dietro un clima di sospetto e di paura. Un fronte unito avrebbe isolato l'Inghilterra e avrebbe reso la battaglia per il controllo dell'Europa ancora più ardua da combattere. La missione di Nathaniel era stata quella di sondare il terreno, per così dire, e fare da collegamento con una manciata di agenti inglesi che si erano integrati nella società francese per tenere d'occhio le attività di un alleato politico di cui non era facile fidarsi. Per scoprire l'attendibilità di una tale alleanza, Nathaniel si era recato alla corte di Madrid. Di ritorno attraverso i Pirenei, diretto a Parigi, era stato avvertito dell'assassinio di uno dei suoi agenti sulla strada per Bayonne. Intento a cercare i colpevoli, si era ritrovato nelle grinfie di un gruppo di briganti francesi vicino a Lourdes. E lì aveva incontrato Sandrine. Cassandra sentì che era lì, in silenzio, nascosto nella notte. Aveva provato la stessa cosa a Nay, quando nella confusione lo spazio attorno a lui si era riempito di una certa fermezza, minacciosa e pericolosa, con la luce del tardo pomeriggio che gli illuminava i capelli scuri dopo che aveva sbaragliato i tirapiedi di Anton Baudoin. 19


Il solo nome la fece tremare e lei ripensò a Celeste. Una settimana prima e forse anche sua cugina sarebbe sopravvissuta, sarebbe stata strappata da una lunga notte e riportata al calore. Al tempo non sapeva che Lord Lindsay fosse inglese, vestito com'era con un paio di pantaloni da contadino, la pelle marchiata dai segni della guerra. Nemmeno i bastardi francesi lo avevano immaginato, la sua vera natura mascherata dall'accento caldo del sud e dalla cadenza melodiosa di un'infanzia provenzale. Nathanael. Le aveva detto di chiamarsi Monsieur Nathanael Colbert. Almeno una parte del nome era stata vera. Allora le sue mani erano più ruvide, segnate dai calli del lavoro, e non soffici come quelle di un lord. Portava ancora lo stesso anello, però, con un capriolo d'oro su sfondo blu all'anulare della mano destra. Un movimento alle spalle la fece girare. «Signora, Katie sta piangendo ed Elizabeth non riesce a farla smettere.» Una delle domestiche dei Northrup era sulla soglia, un'espressione preoccupata che le corrugava la fronte, così Cassandra, scacciando ogni altro pensiero dalla mente, corse in casa. Quella sera sentiva che tutto era in subbuglio e Lord Lindsay ne era la causa principale. Lo capì con una chiarezza inequivocabile mentre le urla della bambina la risvegliavano da quel sogno a occhi aperti. Elizabeth, la sua cameriera, si trovava nella dé20


pendance sul retro della casa usata quando c'erano donne che avevano bisogno di un letto per una notte o due prima di essere alloggiate da qualche altra parte. Stava lavando le bruciature sulle gambe magre della bambina, le ferite rosso vivo sotto il tocco lieve del cotone; un'altra piccola vittima che doveva i propri mali al commercio di bambini nei bassifondi di Londra. «Ti sei assicurata di avere le mani pulite, Lizzie, prima di toccarle le ferite?» domandò Cassandra. «Sì, signora.» «E hai usato l'acqua di calce?» «Proprio come mi avete detto, signora.» L'odore, pungente e forte, era ancora nell'aria e si insinuava in ogni angolo della stanza. Alysa, la madre francese di Cassie, era sempre stata una fervida sostenitrice dell'igiene quando si trattava di curare malattie e quegli insegnamenti erano ormai radicati in lei. Insaponatasi le mani, le sciacquò e asciugò, quindi tastò la fronte della bambina. La febbre si stava stabilizzando, il rossore sulle guance di Katie rubicondo e ben marcato. Prese un grembiule pulito da un gancio sulla porta, se lo infilò e si avvicinò alla bimba, le ferite gonfie sulla sua pelle che stillavano. Estrasse quindi dei grossi chicchi verdi dall'armadietto dei medicinali e ne spremette il succo in un mortaio, quindi sputò sul miscuglio. Era stata sua madre a mostrarle come fare e quella procedura senza vo21


lere la trasportò in un altro luogo e in un altro tempo. Aveva quasi diciotto anni, era ancora una ragazzina piena di speranze, pervasa dalle possibilità della vita. Completamente sciocca. Totalmente ingenua. Tremendamente affranta a causa del senso di colpa che provava per la morte della madre.

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Il tradimento di Miss Cassandra SOPHIA JAMES INGHILTERRA - FRANCIA, 1851 - La passione può nascere dal più atroce degli inganni? È quello che si chiede Nathaniel quando rivede Cassandra, che lo aveva crudelmente tradito.

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