H2918 per una notte col capo

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LYNN RAYE HARRIS

Per una notte col capo


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Unnoticed and Untouched Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2012 Lynn Raye Harris Traduzione di Silvia Paola Bazoli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony settembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 2918 dello 02/09/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 «Miss Black, stasera sarà lei ad accompagnarmi.» Faith sollevò la testa di scatto. Lorenzo D'Angeli, il suo capo, era sulla soglia del suo ufficio ed emanava una sensazione di superiorità e distacco. Era il classico uomo d'affari italiano, elegantissimo nel suo abito di sartoria e con le scarpe fatte a mano. Ebbe un tuffo al cuore di fronte a quel bel volto dagli zigomi marcati e gli occhi azzurri come un cielo estivo. Non era la prima volta e probabilmente non sarebbe stata neppure l'ultima, eppure la infastidiva il pensiero che – inevitabilmente – ogni volta che lo vedeva, reagisse in quel modo inappropriato. Eppure conosceva bene gli uomini come lui. Arroganti, egoisti e presuntuosi. Le bastava vedere il modo in cui lui trattava le donne che entravano e uscivano dalla sua vita senza sosta per sapere che non si trattava di pregiudizi. Era un dongiovanni incallito, benché con lei si fosse comportato sempre in maniera corretta. «È una serata elegante» riprese lui. «Se ha bisogno di un abito, si prenda il pomeriggio libero e addebiti le spese sul mio conto.» Il battito di Faith era decisamente accelerato. Lavorava per il suo capo da sei mesi ed era stata spes5


so a far compere per lui, sia che si trattasse di acquistare le cravatte di seta o i gemelli che lui le indicava, o dei piccoli regali per la donna di turno. Fino a quel momento, però, non le aveva mai detto di comprare qualcosa per sé. Del tutto inaspettato, pensò, ma, soprattutto, impossibile. «Mi dispiace, Mr. D'Angeli» replicò in modo cortese, «ma temo di non aver capito.» Lui rimase imperturbabile. «Miss Palmer non verrà e io ho bisogno di un'accompagnatrice.» Faith si irrigidì. Ecco spiegata la novità. Il suo capo aveva litigato con l'ultima fiamma e lei doveva sostituirla. Non le risultava rientrasse nelle sue competenze. «Mr. D'Angeli...» cominciò. Lui non le permise di continuare. «Miss Black, ho bisogno di lei.» Poche parole, ma sufficienti a lasciarla senza fiato e a farla tremare. Perché quell'uomo aveva tanto potere su di lei? Perché il solo pensiero di presentarsi in qualsiasi luogo sottobraccio a lui la emozionava, quando in realtà avrebbe dovuto essere l'ultima persona al mondo con la quale avrebbe desiderato stare? Faith si sforzò di essere razionale. Non aveva detto di aver bisogno di lei in quanto persona, si ammonì, richiedeva soltanto la presenza della sua assistente personale, nota per la sua efficienza. Non la voleva come donna. Lorenzo D'Angeli non aveva bisogno di nessuna donna, rammentò a se stessa. «Non mi sembra il caso, Mr. D'Angeli. Non posso venire con lei.» «Faith, lei è l'unica sulla quale posso contare» dichiarò lui. «L'unica a non avere mire su di me.» Lei si sentiva il volto in fiamme. «Sono la sua assi6


stente personale, Mr. D'Angeli» gli fece notare. «Ed è proprio per questo che ho bisogno di lei. Posso essere certo che saprà come comportarsi.» Aveva sentito bene? Provò la tentazione di tirargli uno schiaffo, ma si limitò a fissarlo negli occhi, mentre il suo cuore andava alla velocità di una delle famose motociclette da corsa della D'Angeli Motors. Faith non sapeva spiegarsi come potesse essere attratta da un uomo del genere. Era indubbiamente bello e affascinante, però era anche convinto che il mondo girasse intorno a lui. A quanto pareva, non aveva dubbi che la cosa valesse anche per lei. «Vuole che telefoni a Miss Zachetti?» si offrì. «Oppure potrei chiamare Miss Price. Sono certa che saranno liete di accettare il suo invito.» Un eufemismo per dire che si sarebbero buttate nel fuoco pur di poter trascorrere un'altra notte con lui. Faith non aveva ancora incontrato una donna che la pensasse diversamente. Renzo si avvicinò alla scrivania di lei, si appoggiò con i palmi e la guardò negli occhi. Era talmente vicino che Faith avvertiva il profumo della colonia di lui, una fragranza costosa ed esclusiva che ormai associava a quell'uomo. Era sofisticato, elegante... praticamente perfetto. Eppure ciò che lo rendeva irresistibile era il lato selvaggio che si intuiva in lui. Era famoso in tutto il mondo per il coraggio spregiudicato che mostrava quando sfidava la morte correndo a più di duecento all'ora sui tracciati con le moto che lui stesso costruiva. Aveva vinto cinque titoli mondiali, prima che un incidente lo lasciasse claudicante e costretto a usare un bastone. Ovviamente lui non aveva accettato il destino. Aveva 7


lavorato duramente per liberarsi del bastone e ancora di più per poter tornare in pista. La sua determinazione gli aveva fatto meritare altri quattro titoli e il soprannome di Principe d'Acciaio. Quell'uomo risoluto e indistruttibile la stava fissando con i suoi occhi azzurri che sembravano volerle scrutare l'anima. Faith allungò la mano verso il telefono con il cuore che le batteva all'impazzata. «Chi sarà la fortunata?» domandò, tentando di dissimulare la propria agitazione. Renzo la bloccò, posando la mano su quella di lei. Fu come prendere la scossa. Faith avvertì un'ondata di calore, una corrente di energia passare tra loro. «C'è un premio per lei, Miss Black» pronunciò lui con voce carezzevole. «Potrà tenere l'abito che sceglie e le pagherò un mese supplementare di stipendio per aver soddisfatto la mia richiesta fuori orario. Pensa che possa andare bene?» Lei chiuse gli occhi. Se andava bene? Era fantastico! Un mese di stipendio extra le avrebbe fatto comodo. Sarebbe stato un passo avanti per raggiungere il suo obiettivo: acquistare un appartamento. Avere una casa tutta sua le avrebbe dato la sensazione di aver realizzato qualcosa, al contrario di quello che aveva decretato suo padre il giorno in cui aveva lasciato la Georgia. Era tentata, ma sapeva che sarebbe stata costretta a rifiutare. Lorenzo D'Angeli era braccato dai fotografi e dai paparazzi. Non voleva essere ripresa al suo fianco in occasione di una serata di gala. Si sarebbe ritrovata sulla prima pagina di qualche giornale scandalistico... E poi la foto sarebbe sparita. Sarebbe rimasta in edi8


cola qualche giorno, non di più. Quante possibilità esistevano che qualcuno, vedendo quella foto, collegasse Miss Black a Faith Louise Winston? La povera Faith Winston. Rabbrividì al solo pensiero. Non avrebbe vissuto in preda al terrore per quell'unico, singolo errore. Era una donna adulta, non era più un'adolescente ingenua. «Dove si terrà l'evento?» domandò infine, rassegnandosi al proprio destino. Renzo sollevò la mano da quella di lei. Per un attimo le sembrò che gli occhi di lui brillassero, ma era chiaro che doveva trattarsi di un'allucinazione. «Manhattan, Fifth Avenue» le rispose. Si sollevò e le rivolse un sorriso soddisfatto. «Si faccia trovare pronta alle sette. Manderò la mia auto a prenderla.» «Non ho ancora accettato» ribatté Faith, anche se entrambi sapevano che non era vero. Eppure la parte più ostinata di lei le impediva di cedere così supinamente. L'unica volta che un uomo l'aveva convinta a fare qualcosa contro la sua volontà, si era rivelata un disastro. Solo che, al momento, si trattava del suo datore di lavoro. Non stava fingendo di provare dell'affetto per lei solo per costringerla a soddisfare una sua richiesta. E lei non era un più una diciottenne suggestionabile. «Non ha niente da perdere e molto da guadagnare, Faith» le fece notare lui, pronunciando il suo nome in modo sensuale. «Non fa parte delle mie mansioni» insistette lei, aggrappandosi all'unica verità. «No, ha ragione.» Si fissarono in silenzio, poi lui si chinò di nuovo all'altezza di lei. «Però mi farebbe un grandissimo favore» aggiunse. «E aiuterebbe anche la D'Angeli Motors.» Le rivolse uno dei suoi sorrisi irresistibili, capaci di 9


far cadere ai suoi piedi top model, attrici famose e reginette di bellezza. «Ovviamente è libera di rifiutare, Faith, ma le sarei davvero grato se non lo facesse.» «È un'uscita di lavoro» asserì lei con fermezza. Lui scoppiò a ridere, facendola arrossire per l'imbarazzo. Perché aveva detto quella sciocchezza? Era ovvio che lui non la considerava altro che un'assistente. Era troppo scialba perché potesse prenderla in considerazione come donna. «Non si preoccupi, cara» concluse lui, regalandole un altro sorriso. «Si prenda il pomeriggio libero e vada da Saks. La mia auto la sta aspettando.» «Sono certa di avere qualcosa di adatto, a casa» ribatté lei. Dallo sguardo che le rivolse era chiaro che Mr. D'Angeli nutriva non pochi dubbi, al riguardo. «Forse ha l'ultima creazione di uno stilista di moda, nell'armadio, Miss Black? Qualcosa di appropriato per un evento cui parteciperà la crema della società di New York?» Faith era a disagio. Il suo stipendio era buono, ma lei preferiva risparmiare per comprare un appartamento piuttosto che spendere in abiti di moda. «Probabilmente no» ammise sottovoce. L'espressione di lui si fece indulgente. «Allora vada. Fa parte del nostro accordo.» Quindi scomparve nel proprio ufficio come se non avesse dubbi che lei avrebbe ubbidito. Faith avrebbe voluto protestare, invece si limitò a sospirare, spense il computer e prese la borsa. Non aveva scelta: bere, o affogare. Quella notte la gamba gli faceva più male del solito. Renzo mise da parte il computer portatile e si passò una mano sul punto dolente, mentre la Escalade si muoveva 10


nel traffico di Brooklyn in direzione dell'appartamento della sua assistente. Più i mesi passavano, più il dolore aumentava, anziché diminuire. Imprecò sottovoce. I medici gli avevano detto che poteva accadere, ma lui non aveva intenzione di arrendersi. Aveva sconfitto il dolore una volta, ci sarebbe riuscito di nuovo. Strinse la mano a pugno e se la passò sul muscolo dolente. Non era ancora finito. Si rifiutava di darsi per vinto. Niccolò Gavretti, il titolare delle imprese omonime, era il suo maggior concorrente e avrebbe goduto un mondo se Renzo avesse perso il titolo del mondo e con esso il dominio sul mercato mondiale. Renzo si incupì al pensiero di Niccolò. Un tempo erano stati amici, o almeno, lui aveva creduto che lo fossero. Aveva imparato a proprie spese che si era trattato di un errore. Non avrebbe perso. Sarebbe stato lui a riportare in pista la Viper D'Angeli e a provare che aveva creato la moto più fantastica mai esistita al mondo, e così facendo avrebbe vinto un altro campionato. I suoi investitori avrebbero esultato, il denaro sarebbe affluito nelle casse della società e il modello che sarebbe andato in produzione avrebbe riscosso il successo del pubblico. Solo a quel punto Renzo si sarebbe ritirato dalle corse e avrebbe lasciato che fosse il team D'Angeli a dominare nel circuito del Moto Gp. Un ultimo titolo, un'ultima vittoria e poi si sarebbe ritirato. Quella serata era fondamentale per il successo della sua azienda e si augurava di non aver commesso un errore a chiedere alla sua segretaria di accompagnarlo. Miss 11


Black era una persona efficiente, ma piuttosto scialba. D'altronde, nei casi disperati bisognava ricorrere a misure estreme. Avrebbe potuto presentarsi alla festa di Robert Stein da solo e forse tutto sarebbe andato per il meglio, ma non aveva voglia di trascorrere la serata a evitare la figlia di Stein. Lissa era troppo giovane, viziata e sfacciata. Robert Stein, ovviamente, non gradiva affatto che sua figlia nutrisse un interesse per Renzo. Di solito lui non si curava dell'opinione dei padri, ma in quel caso voleva mettere bene in chiaro che non aveva mire su Lissa e, per risultare convincente, doveva presentarsi con un'accompagnatrice. Tutto era andato alla perfezione finchĂŠ quella mattina non si era ritrovato a fare a Katie Palmer il discorso che abitualmente riservava alle donne quando si stancava di loro. Uscivano insieme da un mese ormai e lei si stava rivelando troppo possessiva. Poteva tollerare lo spazzolino e i trucchi, nel suo bagno, ma quando aveva visto lo shampoo nella doccia, aveva perso la pazienza. Gli faceva piacere che una donna trascorresse una notte con lui, dietro suo invito, ma lo irritava scoprire che, dopo una dozzina di notti insieme, Katie stesse cercando di crearsi un proprio spazio. Il sesso era importante per Renzo, ma non intendeva confonderlo con una convivenza. Non aveva bisogno di vivere con una donna e aveva sempre messo bene in chiaro cosa si aspettasse dalla compagna di turno. Non appena la diretta interessata superava il confine, usciva dalla sua vita. Katie Palmer era splendida ed eccitante, eppure aveva cominciato a staccarsi da lei ancora prima di trovare lo shampoo nella doccia. 12


Non avrebbe saputo dire perché. Corrispondeva in tutto al tipo di compagna che di solito sceglieva: bella, superficiale e intellettualmente non impegnativa. Riprese in mano il computer portatile e fissò il rendiconto al quale stava lavorando. Forse avrebbe dovuto seguire il consiglio di Faith e invitare nuovamente la sua ex ragazza, quella sera. Mentre era seduto alla scrivania, però, e fissava la relazione perfettamente dattiloscritta con un post it rosso a indicare dove avrebbe dovuto apporre la sua firma, era balenata in lui l'idea che farsi accompagnare dalla sua efficiente assistente sarebbe stato meglio che non avere a fianco qualcuna che avrebbe preteso le sue attenzioni. Con Faith, si sarebbe trattato di un incontro di lavoro. Era una ragazza tranquilla e competente. Non che fosse brutta, in realtà non l'aveva mai osservata con attenzione. Perché mai avrebbe dovuto? Era la sua assistente, era brava e lui non aveva di che lamentarsi. Faith era perfetta, anche se non era una bellezza mozzafiato. Indossava completi scuri che nascondevano le forme e teneva i capelli biondi raccolti in code severe o chignon ordinati. Per completare il quadro, portava anche degli occhiali dalla montatura scura. Però aveva gli occhi verdi. Li aveva notati ogni volta che lo aveva fissato con attenzione. Non erano scuri come smeraldi, ma chiari come foglie primaverili. E aveva sempre un buon profumo. Ricordava la pioggia mattutina, con una vaga reminiscenza di fiori esotici. Quel pomeriggio c'era stato un attimo inspiegabile in cui lei aveva sollevato su di lui gli occhi sgranati, le guance leggermente soffuse di rossore, facendogli provare il desiderio di prenderla fra le braccia e baciarla appassionatamente. Non aveva senso. 13


Faith Black era efficiente, competente, aveva un buon profumo, ma non era il suo tipo di donna. Le piaceva perché era professionale, ma non era attratto da lei. Era un'anomalia. Indice dello stress con il quale conviveva da mesi, mentre i suoi ingegneri erano impegnati a perfezionare la Viper. C'era ancora qualche piccolo problema da risolvere, per essere certi che la moto non fallisse, in pista. Renzo non poteva permettersi di sbagliare. Aveva investito tempo e denaro nella creazione di quella nuova motocicletta e aveva bisogno che avesse successo. Il successo per lui era tutto. L'aveva compreso fin da adolescente, quando aveva scoperto di avere un padre che non era interessato a conoscerlo. Lui non vantava discendenze nobili come il Conte de Lucano o come i figli che l'uomo aveva avuto dalla moglie. Renzo era l'outsider, lo sfortunato esito di una relazione con una cameriera. Nessuno si aspettava che riuscisse, nella vita, e invece era esattamente ciò che aveva fatto e che aveva intenzione di continuare a fare. Lorenzo D'Angeli non rinunciava mai a una sfida. Al contrario, le cercava. La limousine si fermò di fronte a un edificio anonimo in un quartiere periferico. Renzo trasalì quando mosse la gamba. Sarebbe stato meglio che non scendesse, ma non voleva lasciare spazio alla vulnerabilità. Uscì e si diede un'occhiata intorno. La zona non sembrava pericolosa, ma di sicuro era poco curata. Gli tornò alla mente la sua infanzia e involontariamente scosse la testa. 14


Un altro periodo... quasi un'altra vita. A quell'epoca aveva dovuto lottare per poter dare da mangiare a sua sorella minore e a sua madre. Era stato un giovane pieno di rabbia e convinto che se sua madre fosse stata più forte e più esigente, avrebbe potuto pretendere che il conte provvedesse a garantire loro una casa e il cibo da mettere in tavola. Invece lei era stata troppo debole per combattere, ma nonostante ciò, lui l'amava profondamente. Scacciò la sensazione di impotenza che i ricordi risvegliavano, quindi si diresse verso l'edificio che era privo di ascensore e salì al secondo piano. La gamba gli faceva sempre più male, uno scalino dopo l'altro, e quando raggiunse l'appartamento di Faith fu costretto a fermarsi un attimo, prima di suonare il campanello. La porta si aprì quasi subito e la visione di lei lo lasciò a bocca aperta. Faith Black era... diversa. Non che fosse diventata una bellezza voluttuosa, però sembrava trasformata ed emanava qualcosa di indecifrabile, ma incredibilmente affascinante. Gli occhiali erano spariti ed era truccata. Renzo non era certo che si truccasse anche al lavoro, ma di certo non in modo così marcato. Aveva labbra rosse e scintillanti. Labbra da baciare. «Mr. D'Angeli!» esclamò lei, sorpresa. «Aspettava qualcun altro?» ribatté lui. Quel pensiero stranamente lo irritò. «Io, be'... ecco, pensavo che avrebbe mandato l'autista e che ci saremmo incontrati direttamente all'evento.» «Come vede, ho deciso diversamente.» La studiò per un attimo, prima di fissarla di nuovo negli occhi. Faith sembrava sorpresa e anche vagamente in15


fastidita. Si era sempre comportata in modo molto professionale, ma qualcosa nel suo sguardo insinuò in Renzo il dubbio di non piacerle. Impossibile! Non aveva mai conosciuto una donna alla quale riuscisse indifferente. La gratificò di uno dei suoi sorrisi più smaglianti. «Ha un aspetto incantevole, Miss Black.» Era anche molto elegante, e il pensiero lo turbò. Aveva i capelli raccolti sulla sommità del capo, ma un paio di riccioli erano sfuggiti a incorniciarle il viso. L'abito color lavanda pallido era senza maniche con il collo alto e le accarezzava il seno, mettendolo in risalto. Era sorprendente scoprire che la sua assistente avesse un fisico così bello. Era curvilinea, seducente, flessuosa. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Lei arrossì lievemente, notando il suo sguardo, il che lo fece sentire molto compiaciuto. «Grazie» replicò. «Stavo cercando la chiusura del mio orecchino. Mi è caduto e non so dove sia finito.» Lui notò che portava un piccolo brillante all'orecchio. «Lasci che l'aiuti» si offrì, spalancando la porta. Lei si fece da parte con riluttanza e lo lasciò entrare. L'appartamento era piccolo, ma gradevole. I mobili erano semplici e sul tavolo del soggiorno c'erano diverse riviste, fra cui un paio di motori, come notò lui divertito. La sua immagine era raffigurata sulla copertina di entrambe, accanto a un prototipo della Viper. Distolse l'attenzione dai giornali e continuò a osservare la casa di Faith. Una lunga libreria era addossata a un muro su un lato. Le pareti erano bianche, ma lei aveva tentato di ravvivare l'ambiente con quadri colorati e cuscini fantasia. C'era un tocco femminile ovunque, ma niente in quell'ambiente era sdolcinato, o lezioso. 16


A Renzo tornò in mente come sua madre fosse solita decorare il loro piccolo appartamento di Positano con i fiori freschi o i tessuti colorati, e si rabbuiò. Anche Faith accoglieva in casa sua gli uomini nella speranza che si innamorassero di lei? Anche lei piangeva, di notte, quando si rendeva conto che l'uomo di turno non sarebbe più tornato? «Qui.» Faith lo condusse in una piccola cucina, dove c'era spazio a sufficienza per due adulti. Il profumo di lei lo aveva colpito, quella fragranza fresca che aveva imparato a riconoscere negli ultimi mesi. «Mi è caduto qui e deve essere finito da qualche parte. Non può essere lontano» gli spiegò lei. Per un attimo lui si chiese di cosa stessero parlando. Fu una frazione di secondo, ma provò la tentazione di stringerla a sé, di scioglierle i capelli e di affondarvi il viso dentro. «Se permette» mormorò, passandole accanto. Lei lo sfiorò, nel farsi da parte, e Renzo provò un brivido di piacere. Tutta colpa dello stress. «Come mai si è messa gli orecchini in cucina?» le domandò, mentre si inginocchiava a terra. «Ero di fretta. Volevo scendere giù in tempo.» Lui sollevò lo sguardo. «Voleva stare ad aspettarmi in strada vestita così?» si stupì. «Sì, be'... io avrei aspettato nell'androne» rispose Faith, meravigliata dalla sua domanda. Renzo vide il bagliore di qualcosa di dorato e trovò la chiusura dell'orecchino. Strinse i denti per sopportare il dolore, mentre si rialzava da terra. «Miss Black, io non faccio troppi complimenti, come lei ben sa, ma non sono così maleducato da far aspettare una signora in un androne.» 17


«No, certo che no» replicò lei tranquillamente e allungò la mano per farsi dare la chiusura dell'orecchino. Renzo esitò un attimo. Avrebbe potuto lasciarla cadere nel palmo della sua mano. Sarebbe stato normale e anche più prudente. Invece si accorse di provare il desidero di toccarla ancora per scoprire se avesse avvertito di nuovo una scossa, come quel pomeriggio. Sfiorò il polso di lei e Faith trasalì, richiuse istintivamente le dita, quindi si sforzò di riaprirle. Lui le tenne la mano, mentre le restituiva la chiusura. La pelle di lei era calda, vellutata, e si chiese se fosse così tutto il suo corpo. Un'ondata di desiderio lo colse alla sprovvista e lasciò andare la mano di lei come se si fosse scottato. Oh, Signore! Lei aveva gli occhi sgranati e Renzo non ebbe dubbi che avesse provato la stessa, identica sensazione. Cos'era quell'alchimia? Da dove veniva? E perché aveva ancora voglia di toccarla? «Sono pronta» mormorò lei. «Bene. Allora possiamo andare.» L'aiutò a infilare il cappotto e attese che richiudesse la porta. Quando giunsero in strada, l'autista li stava aspettando con lo sportello aperto. Renzo porse la mano a Faith per aiutarla a salire sulla Escalade, ma lei fece da sola e a lui non rimase che accomodarsi al suo fianco. Dopo diversi minuti lei si volse a guardarlo. «C'è qualcosa di particolare che devo sapere, riguardo a stasera, Mr. D'Angeli?» gli domandò. Renzo si girò verso di lei. Lo stava fissando con quello sguardo attento che aveva sempre, in ufficio. Finalmente si trovavano in un territorio neutro. Forse 18


avrebbe dovuto smettere di pensare al suo profumo, al suo aspetto così delicato e femminile. Perché non l'aveva mai notata, prima? «Si tratta di una cena a casa di Robert Stein» rispose. «Sono certo che lei comprenda perché si tratta di una serata importante.» Lei annuì. «La Stein Engineering ha brevettato un nuovo pneumatico e a lei piacerebbe che lo realizzassero in esclusiva per la Viper. Si tratterebbe di una collaborazione estremamente vantaggiosa.» «Non le sfugge proprio niente, durante i miei incontri» scherzò lui. Lei parve sorpresa e stranamente anche risentita. «È il mio lavoro, Mr. D'Angeli.» Sì, giusto, la pagava per quel motivo. E quella sera la stava pagando per qualcosa di diverso. Lui, Lorenzo D'Angeli, stava pagando una donna perché fingesse di essere la sua compagna. Era ridicolo, eppure era più eccitato di quanto non lo sarebbe stato se avesse avuto Katie Palmer seduta al suo fianco. Le donne come Katie erano troppo ovvie per lui, così sicure della loro capacità di seduzione, possessive in modo insopportabile. All'inizio potevano essere divertenti, poi diventavano noiose. Renzo sapeva che era colpa sua, ma aveva sempre evitato il tipo di donna che gli ricordava sua madre, una creatura fragile e fiduciosa che non riusciva a capire che l'amore e il sesso non sempre coincidevano. Faith era diversa dalle donne che aveva frequentato fino a quel momento. Non era superficiale e non era neppure fragile. A dirla tutta rappresentava una sfida, e in quel momento Renzo non chiedeva di meglio. Senza riflettere, le prese la mano e cominciò a dise19


gnare dei piccoli cerchi sul palmo di lei. L'avvertì fremere leggermente e si sentì invadere dalla soddisfazione. Dunque neppure Miss Black era insensibile al suo fascino, anche se fino ad allora aveva mantenuto un atteggiamento distaccato e vagamente ostile. «Non sarebbe meglio che mi chiamassi Renzo?» le sussurrò.

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2918 - Per una notte col capo di L. Raye Harris Lorenzo non aveva previsto l'effetto che gli avrebbe fatto vedere Faith, la sua assistente, in eleganti abiti da cocktail. Torna A LETTO COL CAPO.

2919 - Il gioco del greco di D. Collins Ricco, potente e sposato con una donna splendida, Gideon ha tutto ciò che si può desiderare. All'apparenza. Scopri come arde il FUOCO GRECO.

2920 - Caldo ricordo di E. Power Magenta ha finalmente la sensazione di poter rimettere la propria vita sul binario giusto. Nell'istante in cui vede gli occhi di Andreas, però...

2921 - Scandalo in alto mare di C. Crews Abbandonato dalla futura sposa a un passo dall'altare, Alessandro decide di sfuggire ai gossip... Settimo episodio de LA DINASTIA DEI CORRETTI.

2922 - Intrigante visione

di K. Lawrence Quando Miranda si accorge che accanto a lei, sotto le lenzuola, c'è un uomo, è convinta di stare ancora dormendo. Sei FATTA PER L UI?

2923 - Il profumo della tentazione

di M. Cox Drake si è lasciato alle spalle gli anni della giovinezza ed è diventato un architetto di fama mondiale. Non perdere il nuovo SELF-MADE MAN.

2924 - La musica della vendetta di M. Yates Noelle aveva tutto, ma si ritrova con un pugno di mosche in mano, costretta ad accettare la proposta di Ethan. Leggi il tuo CONTRATTO D'AMORE.

2925 - L'assistente dello sceicco di S. Kendrick Tariq ha sempre vissuto alla massima velocità: non è abituato ad affidarsi agli altri, fatta eccezione per Isobel... Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.


Dal 14 ottobre

2926 - Le regole dei Caffarelli di M. Milburne La tranquillità di Poppy è minacciata: Raffaele vuole acquistare la residenza della sua famiglia... Prima puntata de GLI SCANDALOSI CAFFARELLI.

2927 - Un'offerta irrinunciabile di C. Marinelli Famoso, bello, ricco. A Raoúl Sanchez Fuente non manca proprio nulla. O quasi... Ogni donna vorrebbe essere FATTA PER L UI.

2928 - Rivincita d'amore di T. Morey Luca ha dovuto attendere tre lunghi anni, ma ora è pronto a cogliere la propria rivincita su Valentina. Preparati alla prossima SUBLIME VENDETTA.

2929 - Il fascino del proibito di M. Yates Alessia è una vera e propria visione celestiale, in abito bianco mentre fugge dall'altare... Si conclude L A DINASTIA DEI CORRETTI.

2930 - Una deliziosa distrazione

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2931 - Dubbi e peccati

di D. Collins Paolo ha chiuso per sempre le porte del proprio cuore a Lauren. Il destino, però, ha deciso che... Firma un nuovo CONTRATTO D'AMORE.

2932 - La fidanzata del milionario di C. Williams Damien deve fingere di essere fidanzato, e Violet potrebbe essere la persona giusta... Non perdere l'appuntamento con l'INTERNATIONAL TYCOON.

2933 - Una sfida dal passato di K. Lawrence Sei anni prima Alex ha mostrato a Angel cosa significhi la vera passione, ma poi lei l'ha fatto uscire dalla sua vita... Ecco UN NUOVO INIZIO.


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