H2923 il profumo della tentazione

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MAGGIE COX

Il profumo della tentazione


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: What His Money Can't Hide Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2012 Maggie Cox Traduzione di Anna Vassalli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony settembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 2923 del 19/09/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 «È come la ricordava, signor Ashton?» La domanda innocente di Jimmy, l'autista che lo stava conducendo a una destinazione poco gradita, fu simile a una ferita da arma da taglio. Sì... la sua cittadina natale era proprio squallida e deprimente come ricordava. La memoria non l'aveva ingannato. Guardando dal finestrino e notando gli edifici cadenti e quel diffuso senso di disperazione che aleggiava nell'aria come una nube oscura, provò una sensazione alla bocca dello stomaco che somigliava molto alla nausea. Cosa gli era venuto in mente di tornare in quel luogo che non gli aveva causato altro che sofferenza? Era incredibile che avesse accettato l'incarico da parte del Consiglio di creare un complesso edilizio a prezzo contenuto, esteticamente gradevole, per attrarre nell'area nuovi residenti. Drake attribuì quella decisione a un momento di follia. Non riusciva proprio a immaginare chi, sano di mente, decidesse di abitare in un tale buco senz'anima. Guardandosi intorno riviveva con immutata sofferenza squallide scene del passato. Accantonando queste immagini, si rese conto che Jimmy era ancora in attesa di una risposta. 5


«Sì, mi dispiace ammetterlo, ma è esattamente come la ricordavo.» «Così, a occhio, ha proprio bisogno di un restauro.» Il viso simpatico riflesso nello specchietto esprimeva simpatia. «Dove sei cresciuto, Jimmy?» chiese Drake. «Sono nato e cresciuto nell'Essex. Non avevamo molti soldi, ma ce la siamo cavata. Eravamo uniti, e in casa nostra c'erano risate oltre alle lacrime.» Sorrise. Drake esibì un sorriso forzato. Avrebbe voluto poter dire lo stesso della propria infanzia, ma purtroppo c'erano state ben poche risate dopo che sua madre se n'era andata. L'aveva allevato il padre, ma con un'amarezza e un risentimento tali che gli avevano impedito di chiedere qualsiasi cosa. Persino la benché minima richiesta lo faceva infuriare, rendendolo particolarmente crudele. Ben presto aveva imparato a essere autosufficiente e a trovare risorse... semplicemente perché era costretto. Smettila con quest'inutile, penosa introspezione! Borbottando, Drake si sporse in avanti. «Conducimi alla strada principale, poi vai a parcheggiare, Jimmy. Ho appena visto un bar e ho bisogno di un caffè. Devo anche controllare alcuni documenti. Dammi un paio d'ore, poi ti chiamo e passi a prendermi.» «Certo, signor Ashton. Vuole portare con sé il giornale?» «Grazie.» L'aroma di caffè agì come il richiamo di una sirena mentre apriva la porta di vetro del bar che aveva notato. Anni prima, quando andava a scuola, quel vecchio edificio vittoriano aveva ospitato il negozio di giornali e tabacchi dove il padre acquistava il quotidiano e il 6


tabacco, e in seguito, quando si era trasformato in un mini market, anche le lattine di birra. I ricordi dolci e amari rischiarono di rovinargli l'idea di un buon caffè, così li cacciò in un angolo recondito della mente, nello stesso modo in cui eliminava le mail indesiderate. Si concentrò invece sulla vetrinetta che esponeva dolci, croissant e muffin da far venire l'acquolina in bocca. Al diavolo la solita tazza di caffè e pane tostato bruciacchiato... la mia colazione tipica, perché sono inevitabilmente di fretta. Appunto mentale: assumere al più presto una governante che sappia cucinare. L'ultima che aveva assunto era bravissima a rifare i letti, pulire il bagno e spolverare, ma riusciva a stento a far bollire un uovo, figurarsi preparargli una colazione decente! Così l'aveva licenziata. Quella mattina aveva bisogno di qualcosa di sostanzioso... soprattutto in vista del compito che lo attendeva. In ogni caso, qualsiasi fossero i sentimenti nei confronti della sua città natale, avrebbe portato a termine quel sopralluogo con l'abituale professionalità. Si trattava del necessario preliminare per organizzare il lavoro con altri professionisti per la riqualificazione di un'area che era sempre stata squallida e fatiscente. Quando era stato contattato da un funzionario del Consiglio era stato tentato di rifiutare. I ricordi relativi a quella cittadina erano difficilmente collegabili a un'infanzia felice... tutt'altro. La maggior parte del suo lavoro, poi, riguardava il settore privato, e Drake era ben felice che fosse così. Dopo tutto, si era arricchito oltre ogni immaginazione e, grazie al cielo, era riuscito a prendere le distanze dalle sofferenze dell'infanzia e dell'adolescenza. Eppu7


re, alla fine, aveva accettato l'incarico come se fosse una sorta di esercizio catartico, un'opportunità per liberarsi dalle sofferenze del passato. Per quanto riguardava un eventuale restauro, Drake aveva già deciso che era inutile. Meglio abbattere buona parte degli edifici e ricostruire. Suo padre era morto da tempo, e questa drastica azione l'avrebbe aiutato a liberarsi definitivamente dalla sua influenza. Si vedeva affrontare il padre e dirgli: a dispetto di tutto ciò che mi hai fatto quando ero bambino, il tuo comportamento deprecabile non avrà nessuna influenza sulla mia vita. Ora sono io che ho il controllo. Demolirò questi edifici dimenticati da Dio, e costruirò al loro posto qualcosa che testimoni che un membro della famiglia ha, come minimo, una certa integrità... che si preoccupa di rendere questa città un po' migliore! Drake avrebbe fatto questo. Aveva avuto problemi quando abitava lì, ma nessuno poteva accusarlo di essere un codardo e di non combattere i propri demoni. Per tenere separato il privato dal professionale, si era ripromesso di considerare questo incarico come qualsiasi altro lavoro e intendeva dedicarvisi con la consueta abilità professionale che l'aveva reso un architetto di grande successo. Fino a quel momento aveva sempre creduto che il modo migliore per venire a patti con i ricordi della sua infanzia infelice fosse di affossarli e dimenticarsene. Non sempre aveva funzionato ma, se non altro, la politica di focalizzarsi esclusivamente sul futuro l'aveva ricompensato al di là di ogni immaginazione. «Buongiorno. Cosa desidera?» Interrompendo l'occhiata distratta alla vetrinetta dei dolci, Drake alzò lo sguardo su un paio di occhi casta8


ni incredibili. Ammesso che nella sua mente in quel momento ci fosse qualche pensiero, avrebbe detto che si sentiva semplicemente incantato. Quegli occhi appartenevano a una ragazza bella da mozzare il fiato. Indossava una semplice maglietta con il logo del bar e un paio di jeans, con un grembiule legato intorno ai fianchi. L'abbigliamento semplicissimo enfatizzava la sua bellezza. I capelli scuri erano legati in una coda di cavallo e il viso era semplicemente sublime. L'unica traccia di trucco era del rimmel sulle ciglia. Fantastico, pensò. Troppe donne, al giorno d'oggi, si vestivano per andare al lavoro come se dovessero recarsi al night. L'altra cosa che notò era una certa somiglianza con un'attrice italiana con la differenza che questa ragazza era più bella. Era del tutto impreparato alle sensazioni che lo assalirono. Mentre con lo sguardo avido indugiava su viso di lei, aveva l'impressione di perdersi in quegli occhi. Continuò a fissarla impotente, come un adolescente ammutolito. «Vorrei un caffè lungo, un paio di croissant e... avete dei panini?» chiese, la voce strozzata perché la visione di quella bellezza l'aveva spiazzato. «Questa mattina sono affamato.» La giovane spalancò gli occhi immensi come se fosse divertita, poi li abbassò velocemente. «Non abbiamo panini, ma se vuole le porto un muffin caldo con del bacon, o bacon e uova?» Quando, per un attimo, i loro sguardi si incrociarono di nuovo, Drake notò che il sorriso gentile era guardingo. Aveva registrato la sua ammirazione? Una giovane di quella bellezza doveva essere abituata all'ammirazione e probabilmente ne aveva la 9


nausea. Non c'era da stupirsi per quell'apparente cautela. «Va benissimo il muffin con il bacon.» «D'accordo.» La cameriera già stava raccogliendo delle tazze quando, guardandolo, gli propose: «Perché non si siede a un tavolo? Le porto le consumazioni». «Certo... grazie.» Drake aveva notato che il piccolo bar non era particolarmente affollato in quella fresca mattina di settembre. Controllò i dettagli con più attenzione. La tinteggiatura delle pareti era un po' scolorita, ma c'erano dei divani ricoperti da cuscini etnici e una libreria ricolma di libri che aiutavano a dare al locale un aspetto accogliente e amichevole. Inoltre, tutto appariva scrupolosamente pulito. Tuttavia un bar in quella posizione, lungo la strada principale, a quell'ora sarebbe dovuto essere affollato. Per di più i prezzi che aveva letto sul menù erano bassi. Il proprietario, ovviamente, non aveva una mente commerciale. Aggrottò la fronte, provando all'improvviso un senso di rimpianto. Evidentemente quella zona non era prosperata nel corso degli anni. Si sentì fortunato per essere fuggito dalla povertà che attanagliava buona parte dei residenti, e che il clima economico attuale non aveva fatto altro che peggiorare. In ogni modo, scelse un divano d'angolo, si passò le mani sui capelli e si ritrovò a fissare di nuovo la splendida cameriera. La grazia con cui si muoveva mentre preparava le sue ordinazioni gli ricordò una farfalla. Nel bel mezzo di quelle fantasie, fu assalito da una certa irritazione. Normalmente niente lo distoglieva dal lavoro, ma in quel preciso momento l'istinto lo portava a focalizzarsi esclusivamente su di lei. Di conseguenza le planimetrie dell'area che gli erano state 10


consegnate dal Consiglio e che aveva nella ventiquattrore, rimasero lì. Preferì dare un'occhiata al Financial Times, che il previdente Jimmy gli aveva consegnato prima che scendesse dalla macchina ma, di tanto in tanto, lo sguardo correva alla cameriera. Come architetto di successo, a Drake non era mai mancata l'attenzione femminile. Tuttavia ormai erano trascorsi sei mesi da quando Kirsty, la progettista sua amante da un anno, aveva rotto con lui, definendolo troppo ossessionato dal lavoro per realizzare le sue aspettative di creare una famiglia. Lui non aveva negato le accuse. Francamente era sorpreso che la storia fosse durata così a lungo. Di solito le sue relazioni non superavano i tre, quattro mesi. Per la verità, Drake non era interessato a un impegno duraturo. Preferiva la propria libertà. L'unico problema era che, avendo una libido sana, non era incline a incontri casuali per fare sesso. Lui e Kirsty non erano stati una coppia perfetta, ma negli ultimi sei mesi gli era mancata. «Ecco.» La cameriera che aveva preparato la colazione gli rivolse un altro sorriso cauto mentre posava il caffè e i muffin sul tavolo. «Spero che vada bene» aggiunse con il chiaro intento di tornare il più rapidamente possibile al proprio lavoro. «Come si chiama?» La domanda sfuggì a Drake prima che potesse trattenerla. Lei irrigidì impercettibilmente le spalle. «Perché?» La sua reticenza non lo turbò. Drake alzò le spalle. «Perché sono curioso.» Ribaltando la domanda, lo sfidò: «E lei come si chiama?». «Drake.» «È il nome o il cognome?» 11


«Il nome completo è Drake Ashton.» «Naturalmente.» Gli occhi castani riflettevano la consapevolezza. «Lei è il famoso architetto che riqualificherà la zona, creando abitazioni moderne per eventuali, potenziali residenti.» Avrebbe potuto concludere con così si suppone, perché il tono suggeriva che dubitava che lui fosse in grado di fare qualcosa del genere. Drake, oltre che irritato, si sentì a disagio. «Non solo io... siamo una squadra.» «Ma, se c'è da credere ai giornali, è lei che ha riscosso l'interesse.» Aggrottò la fronte, fissandolo con fastidioso candore. «La città natale del ragazzo che ha avuto successo... questo è quanto raccontano.» Appoggiando meglio la schiena contro la pelle rossa dello schienale, Drake sostenne il suo sguardo indagatore con altrettanta franchezza. «È così che si dice? Be', visto che sono nato qui, è normale che abbia interesse per questa zona, non crede, signorina...?» Chinò il capo cercando di leggere sulla maglietta la targhetta con il suo nome, senza tuttavia distogliere lo sguardo quando si accorse che non c'era nessuna targhetta. «Non son affari miei le motivazioni che l'hanno portata qui. Mi scuso se le sono sembrata scortese.» Arrossendo leggermente, la giovane alzò le spalle. «Mi spiace, ma devo tornare al lavoro.» «Non mi ha ancora detto come si chiama. E, nel caso non l'abbia notato, me compreso, ci sono solo tre avventori. Non credo che sia molto indaffarata» osservò acido Drake guardandosi intorno. Lei arrossì di nuovo, ma se fosse per l'imbarazzo o l'irritazione per la sua insistenza, Drake non avrebbe saputo dirlo. «Mi chiamo Layla Jerome, e che le sem12


bri strano o meno, devo tornare al lavoro. Non mi limito a preparare drink e a servirli» ritorse, mettendosi sulla difensiva a braccia conserte. «In un bar ci sono mille cose da fare. Ha detto di essere affamato, quindi è meglio che beva il suo caffè e mangi il muffin prima che si raffreddi.» E, senza aggiungere altro, andò dietro il bancone, mostrandosi visibilmente sollevata quando entrò una donna con un bimbo. Layla... Il nome era adatto al suo splendido aspetto esotico, rifletté Drake soddisfatto. Sorridendo tra sé si portò la tazzina alle labbra, quindi prese il muffin. Prima di uscire dal bar avrebbe ottenuto il suo numero di telefono, e allora sì che sarebbe stata una giornata migliore di quanto aveva previsto. Gli altri tre avventori, inclusa la donna con il bambino, avevano consumato e se n'erano andati, ma lui era ancora lì, assorto in quello che pareva un progetto. Layla lo sapeva perché l'aveva chiamata per ordinare un altro caffè. Aveva respirato più liberamente quando lui non aveva cercato di avviare una conversazione, limitandosi a tenere gli occhi sui fogli sparsi sopra il tavolo, eppure l'aroma seducente della sua colonia l'aveva disturbata. L'aveva colpita al plesso solare, facendole girare la testa. L'altra cosa che l'aveva infastidita era lo sguardo vagamente divertito di quegli incredibili occhi grigi nel momento in cui gli aveva servito il caffè. Perché quello sguardo?, si chiese. Credeva forse che fosse la classica ingenua che gli cadeva ai piedi solo perché le aveva sorriso? Comunque, la preoccupava aver sprecato anche un solo secondo a domandarselo... soprattutto quando avrebbe dovuto sapere come funzionava. La sua esperienza con uomini del genere – sicuri di sé, 13


ricchi, affascinanti, che si arrogavano il diritto di prendersi ciò che volevano – non la faceva sentire a proprio agio in loro compagnia ma, soprattutto, non si fidava di loro. Sfortunatamente era giunta a quella conclusione nel modo più doloroso. Era stato il motivo per cui aveva rinunciato al prestigioso lavoro di segretaria di un ambizioso broker della City, ed era tornata a casa a lavorare nel bar del fratello Mark. Le sue entrate erano calate drammaticamente ma, se non altro, la vita era molto meno complicata. Non più un affitto astronomico per un appartamentino a Londra grande come un bagno, non più tintoria per gli abiti che dovevano sempre essere perfetti, su richiesta specifica dell'ambizioso capo, per offrire un'immagine di lusso ed efficienza. Cambiare lavoro aveva posto fine anche a pranzi dispendiosi in ristoranti di lusso con i colleghi, che volevano essere visti nei posti giusti, nella speranza di essere assunti dalla concorrenza e salire i gradini della scala sociale. Per Layla, la cosa più importante era lavorare per qualcuno di cui si fidava. Mark, suo fratello, la rispettava, sapeva quali erano le sue capacità ed era onesto a differenza del precedente datore di lavoro, che si era appropriato di tutti i suoi risparmi con la promessa di un fantastico investimento che l'avrebbe sistemata per la vita. Non era stato così. Al contrario, il fantastico investimento le era costato fino all'ultimo penny dei suoi risparmi. Così aveva scelto di lasciare un lavoro remunerativo ma che odiava e si era ripromessa di non finire più nelle grinfie di una persona senza alcuno scrupolo morale. Sospirando, lasciò scorrere lo sguardo su Drake Ashton che aveva la testa china sulle planimetrie e 14


mordicchiava la matita con aria preoccupata. L'immagine le richiamò alla mente uno scolaretto impegnato con i compiti a casa, e l'ondata di tenerezza la colse alla sprovvista. Il rinomato architetto era l'ultima persona sulla terra ad avere bisogno di tenerezza! Lasciandosi trasportare dai pensieri, Layla si chiese se, entrando in quel piccolo bar, Drake Ashton non volesse offrire di sé un'immagine più democratica del solito. Il quotidiano locale affermava che era un tipo tosto. Abitava in una casa che valeva milioni a Mayfair, e possedeva anche una villa nel sud della Francia e un appartamento a Milano. Aveva fatto fortuna progettando residenze per milionari. Senza dubbio, era abituato a fare colazione in locali di un'altra classe. Layla provò una punta d'irritazione. Cosa le importava dove quel tipo faceva colazione abitualmente? Ciò che contava era il rischio che potesse riferire al Consiglio che il bar era gestito male e, a giudicare dalla scarsità di avventori, che sarebbe stato il caso di abbatterlo per costruire qualcosa di più intrigante. L'idea la fece infuriare, una collera che ben presto si mutò in terrore. Per suo fratello Mark quel bar era tutto. Se gli fosse giunto all'orecchio che era stata poco cortese con il noto architetto, sabotando così le sue chance d'investimento, solo perché lei era ancora amareggiata per l'esperienza con l'ex datore di lavoro, si sarebbe infuriato con lei. Provò una fitta di rimorso. I rappresentanti del governo e i membri del Consiglio che avevano organizzato un incontro pubblico, al quale lei e Mark avevano partecipato per conoscere i programmi per la riqualificazione della cittadina, ave15


vano dichiarato che tutti avrebbero dovuto mostrare disponibilità nei confronti dei professionisti che avrebbero lavorato nell'interesse dei residenti. Bene, una cosa era certa... lei non era stata un esempio di cordialità con il noto architetto. C'era qualche remota possibilità di dare una migliore impressione di sé senza compromettersi troppo?, si chiese. «Layla?» Sobbalzò quando l'uomo la chiamò di nuovo, il cuore che batteva forte. Passandosi la lingua sulle labbra improvvisamente secche, Layla si avvicinò al tavolo di Drake. «Desidera un altro caffè?» Insieme al sorriso amichevole, fece in modo che il tono fosse cortese. I fastidiosi occhi grigi si alzarono su di lei. «Due tazze al mattino sono il mio limite, altrimenti divento troppo nervoso per ragionare. Quindi no... Non voglio un altro caffè. Può sedersi un attimo? Vorrei scambiare due parole con lei.» Colta dal panico, Layla deglutì a fatica. Nonostante la decisione di dare una buona impressione di sé, lo sguardo corse alla ricerca di una via di fuga... un nuovo avventore, o Mark che tornava... Mai avrebbe avuto una tale fortuna! «E se entra un cliente? Lei capisce che devo stare al banco.» «Ma, sicuramente, può concedermi un paio di minuti del suo tempo. Se entra un cliente, andrà a servirlo, ma al momento è tutto tranquillo. Voglio conoscere la sua opinione su qualcosa.» «Sì?» «Si sieda, Layla... la prego. Vederla in piedi mi mette a disagio. Ha per caso compilato uno dei que16


stionari che il Consiglio ha fatto recapitare ai residenti?» Il sollievo di Layla fu palpabile. Lui voleva solo chiederle il parere sulla riqualificazione della città. Niente di pericoloso. Sedendosi di fronte a lui, si posò le mani in grembo. «Sì, l'ho compilato.» «Bene. Le dispiace illustrarmi il suo punto di vista? Quali miglioramenti ritiene particolarmente utili per la comunità?» Il bel viso virile di fronte a lei era serio, l'aria professionale. Layla non era spaventata. Era un argomento che affrontava molto seriamente. «Ma lei non s'interessa in particolare dell'estetica delle nuove costruzioni?» «Sì, tuttavia l'incarico è molto più ampio. Non mi è stato richiesto solo di progettare case per nuovi residenti, ma anche di valutare quali altri edifici possano essere utili alla comunità.» Sistemandosi una ciocca dietro le orecchie, Layla si sporse in avanti. «Questa è musica per le mie orecchie, perché a mio parere alla nostra comunità servono ritrovi per i giovani... in particolare per gli adolescenti. Il motivo per cui tanti ragazzi ciondolano per strada con gli amici e si mettono nei pasticci è che non hanno un luogo di riferimento in cui trovarsi e socializzare. Sono troppo giovani per recarsi al pub e gironzolano qui davanti. Non hanno bisogno di un posto dove acquistare da bere. Gli alcolici sono venduti liberamente nei supermercati. No, quello di cui hanno bisogno è un luogo tutto per loro. Quella definita pomposamente sala della comunità li tiene lontani. Le persone che la gestiscono non si preoccupano di capire le esigenze dei ra17


gazzi, sono solo capaci di giudicare e condannare. Un luogo dove incontrarsi, ascoltare musica... sarebbe fantastico. Potremmo trovare dei volontari che si assumano il compito di gestirlo. In questo modo giovani e vecchi imparerebbero a conoscersi, e sarebbe un bene per tutti.» «Lei lotta per un ideale.» «E me ne vanto. È giusto che ci siano tante iniziative per aiutare gli anziani... ma anche i giovani hanno bisogno di aiuto. Non crede?» Ripensando alla propria infanzia vuota e solitaria, quando aveva disperatamente desiderato un luogo in cui andare dove poter essere se stesso, e dimenticare l'infelice vita famigliare, Drake non poteva che convenirne. Il tono appassionato di Layla mentre dava voce a quelle opinioni l'aveva colto alla sprovvista, mostrandogliela sotto una nuova luce. E aveva rafforzato il desiderio di avere il suo numero di telefono. Nel suo ambiente raramente incontrava gente che si preoccupava del benessere degli altri, per di più lei era anche bellissima... «Sono d'accordo» convenne pensieroso. «Nello stendere il progetto terrò conto di ciò che mi ha detto. Ovviamente, posso solo dare dei suggerimenti, perché la decisione finale spetta al Consiglio. Sono loro che stanziano i fondi.» «Lo so, ma una persona importante come lei...» Gli occhi le brillavano. «Una persona che è cresciuta qui... deve avere di sicuro una certa influenza. Sarebbe fantastico se lei potesse fare qualcosa.» Guardarono entrambi verso la porta che si apriva mentre entrava una coppia di anziani. «Sembra che lei abbia dei clienti.» Drake sorrise, 18


ma lei era già in piedi diretta al banco. Mezz'ora dopo Layla notò che Drake stava riponendo le planimetrie nella ventiquattrore. Si mordicchiò il labbro mentre lui attraversava il locale per raggiungerla. Drake era veramente imponente, valutò. Le spalle sotto la giacca firmata erano ampie e le gambe lunghe lasciavano intendere che sarebbe stato elegante qualsiasi cosa indossasse, anche con un paio di jeans e una maglietta. All'improvviso, fu consapevole di qualsiasi aspetto di lui. Quell'uomo si muoveva come se lo spazio gli appartenesse, insieme a tutto ciò che conteneva. E il bagliore divertito nel suo sguardo le provocò una stretta allo stomaco. «Il caffè e i muffin erano fantastici... il caffè in particolare» commentò Drake posando la ventiquattrore sul pavimento. «Mi fa piacere. Mio fratello, il proprietario del bar, acquista soltanto ottimo caffè. Vuole offrire il meglio ai clienti.» «Negli affari è una scelta perfetta... questa e trarne un profitto. Avevo intenzione di chiederle chi è il proprietario. Così, è suo fratello? Come si chiama?» «Mark Jerome.» Drake si passò le lunghe dita tra i capelli. «Ha sempre lavorato per lui?» «No.» Un sospiro le sfuggì dalle labbra. «Non sempre.» Drake era incuriosito. «Non le fa piacere parlarne?» «Ho lavorato a Londra per qualche anno, ma avevo voglia di cambiare, così... così alla fine ho deciso di tornare a casa.» Layla alzò lievemente il mento, era un po' riluttante a rivelare di più. 19


«E cosa faceva a Londra?» «Ero la segretaria personale di un broker della City.» Drake inarcò un sopracciglio. Pareva ancora più perplesso. «Un cambiamento notevole, quindi?» «Sì, in effetti. Vuole chiedermi qualcos'altro prima che torni al lavoro, signor Ashton?» «Sì.» Lo sguardo divenne fastidiosamente intenso. «C'è qualcos'altro, Layla. Vorrei il suo numero di telefono.» «Perché?» «Per telefonarle e invitarla per un drink. Vuole darmelo?» Lo shock la fece fremere come l'acqua di un torrente gelido. Non le era sfuggito lo sguardo di ammirazione quando l'aveva vista, ma non si era aspettata che la invitasse o che le chiedesse il suo numero. «Se vuole, le do il numero di mio fratello, così può sentire le sue opinioni in merito alle necessità della comunità. A essere sincera io non ho l'abitudine di dare il mio numero a sconosciuti.» «Lei sa chi sono. Voglio dire, non sono uno sconosciuto che l'ha fermata per strada. E, pur apprezzando molto che sia disposta a darmi il numero di suo fratello, al momento è il suo che m'interessa di più.» «Mi dispiace.» Tormentandosi le mani a disagio, s'impose di sostenere lo sguardo di lui. «La mia risposta è no. Mi ha fatto piacere la chiacchierata sulle necessità della nostra cittadina, e il suo interesse in merito mi incoraggia ma... be'... lasciamo le cose come stanno, d'accordo?» La necessità di proteggersi da un altro uomo sicuro di sé e arrogante e potente come il suo ex capo, era un punto fermo. 20


Con un sospiro, Drake esibì un sorriso forzato. «Forse lasceremo le cose come stanno. E forse no.» Non pareva offeso. Mentre prendeva la ventiquattrore, le rivolse un'occhiata enigmatica. «Questa non è una cittadina molto affollata, e senza dubbio ci imbatteremo l'uno nell'altro qualche volta. Anzi, ne sono certo. Buona giornata. Oh... perché non dà il mio numero a suo fratello? Mi farebbe molto piacere fare una chiacchierata con lui.» Posò il biglietto da visita sul banco senza aspettare che lei lo prendesse. Aprì la porta di vetro e uscì in strada, mentre Layla lo osservava, e passarono diversi secondi prima che lei si rendesse conto di aver trattenuto il respiro.

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2918 - Per una notte col capo di L. Raye Harris Lorenzo non aveva previsto l'effetto che gli avrebbe fatto vedere Faith, la sua assistente, in eleganti abiti da cocktail. Torna A LETTO COL CAPO.

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di M. Cox Drake si è lasciato alle spalle gli anni della giovinezza ed è diventato un architetto di fama mondiale. Non perdere il nuovo SELF-MADE MAN.

2924 - La musica della vendetta di M. Yates Noelle aveva tutto, ma si ritrova con un pugno di mosche in mano, costretta ad accettare la proposta di Ethan. Leggi il tuo CONTRATTO D'AMORE.

2925 - L'assistente dello sceicco di S. Kendrick Tariq ha sempre vissuto alla massima velocità: non è abituato ad affidarsi agli altri, fatta eccezione per Isobel... Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.


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2926 - Le regole dei Caffarelli di M. Milburne La tranquillità di Poppy è minacciata: Raffaele vuole acquistare la residenza della sua famiglia... Prima puntata de GLI SCANDALOSI CAFFARELLI.

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2928 - Rivincita d'amore di T. Morey Luca ha dovuto attendere tre lunghi anni, ma ora è pronto a cogliere la propria rivincita su Valentina. Preparati alla prossima SUBLIME VENDETTA.

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