H2985 dolce azzardo

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Benvenuti nella meravigliosa opulenza degli hotel più eleganti al mondo, frequentati dalle persone più ricche e famose del pianeta. Che vi troviate in America, Europa o Australia, le nostre porte saranno sempre aperte.

CHATSFIELD HOTEL Sinonimo di Stile, esclusività e lusso Per anni i figli di Gene Chatsfield hanno scandalizzato i media di tutto il mondo con le loro gesta. Ora però le cose stanno per cambiare! Quando Gene, per rimetterli in riga, nomina Christos Giatrakos nuovo amministratore delegato della sua catena alberghiera non sa a cosa ha dato inizio... La prima decisione di Christos è spedire i membri della famiglia ai quattro angoli del mondo. Saranno all’altezza della sfida lanciata da un uomo che nasconde nel proprio passato degli oscuri segreti?

Che i giochi abbiano inizio! La vostra suite è stata riservata, dunque entrate e godete delle passioni e degli scandali che vi regaleremo...


Antonio Chatsfield

Lucilla Chatsfield

Nicolò Chatsfield

Hena Amari

Franco Chatsfield

Orso Chatsfield

Gene Chatsfield

I Chatsfield m

Luca Chatsfield

Aaliyah Amari

Liliana Chatsfield

Cara Chatsfield


MICHELLE CONDER

Dolce azzardo


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Socialite's Gamble Mills & Boon The Chatsfield © 2014 Harlequin Books S.A. Special thanks and acknowledgement are given to Michelle Conder for her contribution to The Chatsfield series Traduzione di Velia De Magistris Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony maggio 2015 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 2985 del 15/05/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Di regola avrebbe dovuto sentirsi pazza di gioia, ragionò Cara. E lo era stata il giorno prima, quando la sua agente le aveva comunicato che si era aggiudicata il favoloso contratto con la Demarche Cosmetics, un contratto che avrebbe dato un decisivo impulso alla sua carriera di fotomodella. Ancora non riusciva a credere di aver ottenuto un simile risultato e con ogni probabilità l'ansia l'avrebbe divorata per altri otto giorni, cioè fino al momento dell'annuncio ufficiale che sarebbe stato fatto durante una serata di gala a Londra. Si trattava di un evento importantissimo, e nonostante la sua vasta esperienza di vita sociale, già sapeva che avrebbe avuto i nervi tesi come corde di violino in quanto – e davvero non si spiegava perché – i momenti migliori della sua vita avevano la pessima tendenza a trasformarsi in catastrofi. Questa volta però non avrebbe permesso che qualcosa andasse storto. Non quando Harriet, la sua nuova agente, si era impegnata tanto per presentarla sotto una buona luce, per convincere i committenti che era cambiata, che non era più la ragazza sfrenata e irrispettosa il cui unico scopo era il divertimento. Personalmente riteneva che dipingerla quasi come una 5


santa fosse stato un po' esagerato, ma era un'occasione che non poteva lasciarsi sfuggire, specialmente considerando lo scandalo che era scoppiato in seguito alla sua apparizione in un video rock, l'anno precedente. Un video che era stato censurato, dopo aver fatto letteralmente impazzire il popolo di Internet. Si era persuasa che nessuno le avrebbe più offerto un lavoro decente dopo quell'episodio, e suo padre, il noto uomo di affari Gene Chatsfield, ne era stato altrettanto certo. Un motivo in più per non abbassare la guardia. Intanto era in ritardo. Molto in ritardo. Non per colpa sua però... Come avrebbe potuto prevedere di restare bloccata sulla pista di Los Angeles per cinque ore da una violenta tempesta che aveva impedito all'aereo di decollare? E, a giudicare dalla pioggia che continuava a cadere scrosciante, doveva considerarsi fortunata se il jet infine era atterrato a Las Vegas, e non era stato dirottato in Uzbekistan! Sarebbe stato un avvenimento perfettamente consono al modo in cui si stava svolgendo la giornata. Forse, una volta saputo di doversi recare a Las Vegas, avrebbe fatto meglio a prendere un volo diretto da Londra, invece di fare tappa a Los Angeles per pranzare con la sua agente. Dove, chissà perché, il pranzo si era protratto fino al pomeriggio inoltrato e... no, decise. Non era il caso di perdere tempo con inutili recriminazioni. Oltre i suoi fratelli, Harriet era stata l'unica a offrirle sostegno, e Harriet aveva detto che era importante incontrarsi per definire alcuni dettagli. «Più importante di stasera» borbottò fra sé, poi lasciò andare un sospiro di sollievo mentre i passeggeri cominciavano a muoversi verso le uscite dell'aereo. In effetti il poker al momento era l'ultimo dei suoi pensieri, anche se il torneo che avrebbe dovuto gestire in 6


uno degli alberghi del padre era un evento a risonanza mondiale. Restava, comunque, solo un gioco. Lanciò uno sguardo all'orologio e si affrettò verso il bus che attendeva sulla pista. Un'ora. Un'ora che includeva anche il tragitto in taxi di trenta minuti dall'aeroporto al Chatsfield International, lo scintillante albergo situato nella strada principale di Las Vegas. Nel passato aveva goduto della reputazione di essere il miglior casinò della città. La recente decisione di suo padre di assumere un nuovo amministratore delegato, l'affascinante ma dispotico Christos Giatrakos, aveva come scopo anche riportare la struttura ai fasti di una volta. Il compito del greco, per la precisione, era rivalutare tutti gli alberghi Chatsfield sparsi un po' ovunque nel mondo, e di conseguenza rivalutare anche il buon nome della famiglia, riportandolo alla gloria di un tempo. Cioè esattamente prima che sua madre fuggisse da casa e che suo padre cercasse conforto nell'alcol e nel letto di innumerevoli amanti. Ora però Gene aveva incontrato un'altra donna e, sorpresa delle sorprese, aveva ritrovato un nuovo equilibrio emotivo e sentimentale. Onestamente riteneva che Christos avesse preso il suo incarico un po' troppo seriamente. In effetti aveva coinvolto tutti i fratelli Chatsfield nell'impresa, cosa di cui nessun fratello Chatsfield era entusiasta, lei inclusa. Perché, per giusto o sbagliato che fosse, gli affari di famiglia non le interessavano. Inoltre doveva ammettere – ma solo a se stessa – di aver provato un certo risentimento per essere stata spedita in California con la scusa del torneo di poker più importante della stagione. Sospettava che il vero scopo di Christos fosse stato quello di allontanarla, in modo da affidare ai fratelli compiti ben più delicati. 7


Era stata sul punto di mandarlo al diavolo, ma quando il greco aveva precisato che un suo rifiuto avrebbe comportato la sospensione del generoso assegno mensile che percepiva, come lo percepivano i suoi fratelli, aveva ovviamente cambiato idea. Non solo, ma l'amministratore delegato si era rivolto a lei con quel tono di sufficienza, lasciandole intendere che non la riteneva in grado di portare a termine neppure una missione facile come quella. Perché lei, la ragazzina sfrenata e inquieta, non era all'altezza del suo cognome. E questo l'aveva ferita, vero, ma l'aveva anche spinta a una reazione. Avrebbe dimostrato a quel tiranno che anche lei valeva qualcosa. Lo avrebbe dimostrato a lui e al padre. Non che suo padre le avrebbe fatto i complimenti se avesse svolto un buon lavoro. Con ogni probabilità, non lo avrebbe nemmeno notato. Senza dubbio, tagliarsi i capelli in un corto caschetto e tingerli di rosa non era stata la più saggia delle mosse, ragionò. Forse sua sorella Lucilla non si era sbagliata quando le aveva detto che il suo era stato solo un modo per replicare all'odioso discorso che Christos le aveva fatto. È ora che tu faccia qualcosa per onorare il cognome che porti, aveva sentenziato Giatrakos. Dopo tutto, la tua famiglia ti ha permesso di studiare nelle scuole più prestigiose, e ti ha dato quello che il tuo cuore desiderava. Oh, quanto lo aveva odiato in quel momento! E quanto avrebbe voluto spiegargli che la sua famiglia non le aveva dato ciò che il suo cuore avrebbe voluto. Non le aveva dato due genitori che la amavano. Adesso, però, grazie al contratto con la Demarche, avrebbe avuto la sua rivincita. E poi il padre non solo avrebbe dovuto riconoscere la sua esistenza, ma anche scusarsi per averla tanto sottovalutata. Animata da una nuova determinazione, Cara attraver8


sò il terminal con passo sicuro, accompagnata da luci brillanti e dal tintinnio delle monete erogate dalle slot machine. Benvenuta a Las Vegas, pensò scuotendo la testa, un mondo così diverso dal suo da farle quasi venire nostalgia di casa. Percorse lunghi corridoi e oltrepassò i tanti negozi trascinando il suo trolley, ignorando gli sguardi dei curiosi. A causa del nome, del lavoro di fotomodella e della sua tendenza a dare scandalo – anche se involontariamente – il suo viso era molto conosciuto, ragionò sospirando. Sì, la sua vita si svolgeva sotto i riflettori, ed era sempre stato così. Allora, se non era mai stato un problema prima, perché se ne preoccupava adesso?, si chiese. Perché adesso stava per giocarsi il tutto per tutto, capì. Respirò a fondo nel tentativo di allentare un improvviso nodo alla gola. Sarebbe andata bene, decise. Un'ora – d'accordo, cinquanta minuti – era un tempo sufficiente per raggiungere l'albergo, fare una veloce doccia, cambiarsi, e informarsi sugli illustri ospiti che avrebbero partecipato al torneo. Informazioni di cui sarebbe già stata a conoscenza se la direzione dell'hotel non le avesse mandato un file illeggibile. Comunque, era brava a improvvisare. Doveva solo arrivare a destinazione, e il resto sarebbe venuto da solo. L'attendeva una serata da affrontare con fermezza, con lo spirito di un conquistatore. Certo, il suo fisico snello non era precisamente quello di un guerriero, considerò sorridendo. L'orgoglio però le avrebbe fornito la forza per lottare. Lo squillo del cellulare la sottrasse a quei ragionamenti. Continuando ad avanzare, si fece da parte per non intralciare le persone che le camminavano alle spalle e affondò la mano nella grande borsa a tracolla per recuperare il telefono. Abbassò lo sguardo per guardare il display, e così non 9


si accorse dell'uomo alto e ben vestito che veniva in tutta fretta dalla direzione opposta alla sua, finché l'uomo in questione praticamente non la travolse. Cara gemette e vacillò sulle scarpe dal tacco alto che calzava, e avrebbe perso l'equilibrio se il tizio, dimostrando un'ottima prontezza di riflessi, non l'avesse afferrata per le spalle per sostenerla, comunicandole la più bizzarra delle sensazioni, una sorta di scossa elettrica che, partendo da dove le mani di lui la toccavano, le attraversò tutto il corpo. Reclinò la testa per guardarlo, e per un attimo l'aria smise di arrivarle ai polmoni. Occhi blu come il mare la fissavano, occhi che illuminavano un viso dai lineamenti stupendi, per quanto un po' duri. Nel tempo di un battito di cuore, notò tutto. I capelli biondi e corti, il naso dritto, la bocca sensuale dall'espressione severa. Sconcertata per quella reazione a un perfetto sconosciuto, Cara scosse la testa. «La prossima volta le dispiacerebbe fare un po' più di attenzione?» «Dovrei fare un po' più...?» Aidan Kelly lasciò la frase in sospeso e osservò la donna che aveva davanti. Era esausto dopo essere partito dall'Australia quasi trentatré ore prima, aveva fame, era in ritardo, e quella strana creatura dai capelli rosa aveva l'audacia di rimproverarlo? «Signorina, io faccio sempre attenzione» replicò. «Piuttosto era lei a non guardare dove andava!» «Io mi sono fatta da parte, e...» replicò Cara, poi abbassò lo sguardo. «Oh, no!» esclamò. «Si è rotto il cinturino del sandalo, ed è colpa sua!» «Colpa mia? Sta scherzando, ovviamente» sbuffò Aidan. Un crampo di inaspettato desiderio gli aggredì il bassoventre mentre, contro la sua stessa volontà, seguiva con gli occhi la mano di lei che scivolava lungo una gamba snella e abbronzata, fino alla caviglia. Di conseguenza il suo malumore aumentò. 10


Probabilmente la signorina lo aveva fatto di proposito, un modo per farsi notare, pensò. «Accidenti. È rotto.» Aidan si strinse nelle spalle. Quello di certo non era un suo problema. «Così imparerà a stare più attenta» borbottò. Cara lo fulminò con lo sguardo. «Magari dovrebbe imparare lei a rispettare lo spazio altrui. Erano i miei sandali preferiti» aggiunse. «Interessante. Ora, se vuole scusarmi, devo andare.» Cara scosse la testa e saltellò fino a una fila di sedili, borbottando parole del tipo maleducato, irresponsabile e così tipicamente maschilista. Aidan, già in procinto di riprendere la marcia, s'immobilizzò. «Che cosa ha detto?» sibilò fra i denti, perché se c'era una cosa di cui nessuno avrebbe potuto accusarlo, era d'irresponsabilità. E non importava se degli affari urgenti lo attendessero al Chatsfield Casinò, non avrebbe permesso a quella bizzarra donna dai capelli rosa di cavarsela così. Avanzò fino a torreggiare su di lei, esitò un istante chiedendosi dove l'avesse già vista. Non gli interessava, decise. Non la conosceva, e non la voleva conoscere. Affondò la mano nella tasca per prendere il portafogli, estrasse una banconota da cinquanta dollari e gliela porse. «Ecco» disse con tono di superiorità. «Questo dovrebbe bastare a risarcirla del danno.» «Niente affatto» precisò Cara, scostandosi una ciocca di capelli dal viso. Un viso davvero molto bello, notò Aidan. Labbra del colore delle fragole, zigomi alti, occhi verdi ombreggiati da ciglia folte. Grazie al sapiente uso del mascara, ovviamente. «Questi sandali valgono almeno un migliaio di sterline.» Aidan scosse la testa, come per sottrarsi alla sua con11


templazione e tornare alla realtà. «Ne dubito, tesoro.» «Tesoro?» «Mi ascolti bene, è un trucco vecchio come il mondo. Purtroppo per lei però io non sono così facilmente raggirabile.» «Raggirabile?» Se possibile, gli occhi di lei divennero ancora più luminosi, ma lui rifiutò di lasciarsi incantare. Così come rifiutò di soffermarsi con lo sguardo sulla perfezione di quelle lunghe gambe esposte dai cortissimi pantaloncini di denim che la donna indossava. «Io non so se lei è una turista squattrinata, o se aggancia estranei per lavoro, ma so che non mi piace essere trattato come un idiota» puntualizzò Aidan. «Aggancio estranei...» Il viso in fiamme, Cara balzò in piedi e sollevò una mano con l'intenzione di schiaffeggiarlo. «Lei è davvero un uomo orrendo» si limitò invece a commentare, il piccolo naso arricciato in una smorfia di disgusto. Una critica che non lo turbò affatto. Non aveva tempo per i giochetti. «Per quello che ne so, la scarpa poteva essere già danneggiata» dichiarò Aidan. «Per quello che preferisce sapere, vuol dire» lo corresse, poi afferrò il manico del suo trolley. Ora le avrebbe spiegato esattamente cosa pensava di lei e dei suoi goffi tentativi di estorcergli del denaro, decise Aidan, tuttavia una voce femminile che risuonò alle sue spalle glielo impedì. «Signor Kelly? Oh, signor Kelly?» Aidan si girò per ritrovarsi davanti l'hostess che lo aveva soffocato con le sue non richieste attenzioni per tutta la durata del volo. «Oh, signor Kelly, sono così felice di averla trovata!» esclamò la donna, esibendo un sorriso a trentadue denti. «Ho qualcosa per lei.» Aidan si girò appena in tempo per vedere la tizia dai 12


capelli rosa sparire tra la folla. Irritato per non avere avuto la possibilità di replicare a tono alla sua impertinenza, scoccò un'occhiata di fuoco all'assistente di volo. «Spero per lei che si tratti di qualcosa di interessante.» Quando vide la hostess appoggiarsi la mano dalle unghie laccate di rosso sul petto, quasi il cuore le stesse per scoppiare... il classico atteggiamento che lasciava intendere che nulla le sarebbe piaciuto di più se non spalmarsi su quello che lei aveva appena soprannominato l'odioso bruto, Cara capì che era il momento di sparire. Senza dubbio la donna voleva dargli il suo numero di telefono, o magari trascinarlo nel più vicino sgabuzzino e fare buon uso di quel magnifico corpo. In ogni caso, a lei non interessava e, stizzita per il prezioso tempo che aveva sprecato, decise di fare quello che sapeva fare meglio, cioè rinunciare al confronto e tirare dritto. Così raddrizzò le spalle e marciò a testa alta verso l'uscita del terminal, il suo unico sollievo era la certezza di non dover mai più rivedere quello sgradevole individuo. Varcò le grandi porte di vetro e fu accolta da un violento acquazzone. Una tempesta, davvero. Ma come era possibile che piovesse a Los Angeles e anche a Las Vegas?, si chiese. Si supponeva che in California splendesse sempre il sole. La città del gioco di azzardo, poi, sorgeva in mezzo al deserto, avrebbe dovuto far caldo, invece una folata di vento gelido la sferzò, togliendole il respiro. Massaggiandosi le braccia, e tentando di impedire alle ginocchia di tremare per il freddo, guardò la lunga fila di passeggeri – tutti poco vestiti come lei – in attesa allo stazionamento dei taxi. Taxi inesistenti. Perché mai i taxi sparivano sempre quando c'era maltempo, imprecò. A Londra non sarebbe successo. A Londra una delle tante grosse vetture nere sarebbe stata disponibile per portarla alla sua meta in orario. 13


Purtroppo, non era a Londra ma doveva arrivare in orario. Controllando a stento l'insorgere di una crisi di panico, girò sui tacchi, rientrò nel terminal e puntò verso l'ufficio di un noleggio di auto. Ma si fermò di scatto. Dovevano essere almeno duecento. Duecento persone che apparentemente avevano avuto la sua stessa idea, e che si accalcavano davanti al banco. Scosse la testa e tornò sui suoi passi. Tre taxi intanto si stavano avvicinando allo stazionamento. Fu questione di secondi. Tre fortunati riuscirono a salire al volo, un'espressione di sollievo sul viso. Una limousine grigio argento parcheggiò accanto al marciapiede. Tutti gli sfortunati viaggiatori la guardarono con occhi avidi, incluso lei. Vide il giovane autista scendere dalla berlina e scrutare fra la folla. Cara aspettò di scoprire chi doveva prelevare, poi, quando nessuno si fece avanti, avanzò di un passo. L'autista reggeva fra le mani un cartello sul quale era scritto Signor Kelly. Signor Kelly? Signor Kelly? La voce stridula dell'hostess le risuonò nelle orecchie. Socchiuse gli occhi. Il signor Kelly, cioè l'odioso bruto con il quale si era appena scontrata? Perché quel nome le risultava così familiare? Non che le importasse. Probabilmente era solo un presuntuoso divo del cinema, pensò mentre l'idea di impadronirsi della sua lussuosa Mercedes si materializzava dal nulla per farsi prepotentemente strada nella sua mente. Una lussuosa, calda Mercedes. Ovviamente non avrebbe fatto nulla del genere, ma quanto era tentata! Sarebbe stato il modo giusto per ripagarlo della sua scortesia. Si voltò verso il terminal per controllare se il bruto fosse apparso, magari con l'hostess appesa al braccio. 14


Davvero, quel tizio non meritava l'auto, decise mentre una nuova folata di vento rubava altra aria gelida dal Circolo Artico per portarla fino a Las Vegas. Un bambino starnutì e cominciò a piangere. «A Las Vegas non dovrebbe piovere mai» sentenziò una donna che stringeva a sé due ragazzini. «Non dovrebbe nemmeno fare così freddo» puntualizzò Cara. «Oh, ma lei è Cara Chatsfield!» «In carne e ossa» replicò Cara, certa che ora la donna le avrebbe lanciato un'occhiata di biasimo, oppure si sarebbe dichiarata elettrizzata per averla incontrata. «Poveretta» commentò la donna, sorprendendola. «Sa, ho letto dello scandalo che l'ha coinvolta l'anno scorso... Secondo me, ha fatto bene a licenziare il suo manager su due piedi!» Veramente aveva licenziato il suo agente, ma era così colpita da quell'inaspettato sostegno che evitò di evidenziare l'errore. «Grazie» disse Cara. «Detesto le persone che approfittano degli altri. E tutti hanno criticato lei per quel video solo perché è una donna. Ho notato che l'uomo che appariva al suo fianco non è stato mai citato dai giornali, eppure era altrettanto poco vestito.» «Infatti.» «Oh, mi scusi. Sto parlando a vanvera» sospirò la donna, accarezzando i capelli di uno dei figli. Cara sorrise. «Niente affatto. Continui pure.» L'altra sorrise a sua volta. «Vorrei che quella limousine stesse aspettando me... Secondo lei chi sarà il passeggero? Uno sceicco?» «No, non credo proprio» replicò Cara scuotendo la testa. Si guardò intorno. Forse l'odioso bruto aveva davvero fatto una sosta nello sgabuzzino. E l'idea di rubargli la limousine tornò a riproporsi nella sua mente. «Forse saremo noi» ipotizzò. 15


«Sì, come no» sospirò la donna. Uno dei ragazzini starnutì di nuovo, e a quel punto, quasi quello starnuto fosse stato un segnale, Cara raddrizzò la schiena e si avvicinò all'autista. «Mi dispiace se mi sono fatta attendere» esordì. «Ma sa, ho incontrato un vecchio amico.» «Signora?» domandò il giovane con tono sorpreso. «Lei sta aspettando me, giusto?» «Ah, no, signora. Sto aspettando il signor Kelly.» Cara chinò la testa da un lato e gli scoccò uno dei suoi sorrisi assassini, di quelli che inducevano gli uomini a dimenticare persino il loro nome. «Il cartello è sbagliato. Dovrebbe essere signorina Kelly, ma non si preoccupi. È tutto a posto.» «Lei è la signorina Kelly?» «No... Sì» rispose Cara. «Cioè, viaggio in incognito. Sono costretta a farlo, sa, dopo il video dell'anno scorso...» A quell'indizio, l'autista la riconobbe e il suo viso avvampò, esattamente come lei aveva previsto. «Oh, io non...» Lei lo zittì agitando una mano. «Per favore, preferirei non parlarne. Ora, ho promesso un passaggio ai miei amici, è un problema? I bambini hanno freddo e non ci sono taxi nei paraggi.» «No, no, nessun problema, signorina Chats... signorina Kelly.» Avvertendo un lievissimo senso di colpa, ma decisa a ignorarlo, Cara fece cenno alla signora di raggiungerla. «Sembra che la limousine fosse per me, dopo tutto. Volete uno strappo?» «Oh, wow. Davvero?» «Certo, ma dobbiamo affrettarci.» I sensi di colpa tornarono a farsi sentire durante il tragitto per l'albergo e, se avesse avuto la possibilità di mettere indietro le lancette dell'orologio, probabilmente non 16


avrebbe preso quella decisione, ma ormai era troppo tardi per inutili pentimenti, e poi i suoi compagni di viaggio sembravano così felici da indurla a sorvolare su qualsiasi scrupolo di coscienza. Inoltre, e per fortuna, non avrebbe mai più rivisto l'affascinante, presuntuoso signor Kelly. Forse però avrebbe cercato di rintracciarlo e gli avrebbe mandato – in forma anonima, ovviamente – una bottiglia di champagne per ringraziarlo. Un sorriso le curvò le labbra a quel pensiero. L'odioso bruto sarebbe andato su tutte le furie scoprendo che qualcun altro stava viaggiando comodamente sulla limousine al suo posto. Quasi avrebbe voluto vederlo... Di sicuro la sua faccia sarebbe stata paonazza.

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2982 - Una bollente scoperta di L. Graham Emmie si sente oltraggiata quando scopre che il suo capo l'ha assunta come accompagnatrice... Terzo appuntamento con LE SORELLE MARSHALL.

2983 - Una questione d'onore di K. Walker Karim ha un semplice incarico da portare a termine: andare a prendere Clementina e riportarla a casa. Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.

2984 - Un matrimonio di facciata? di A. Oliver Per Jordan il matrimonio non è un impegno in agenda: c'è andato vicino già una volta, e... Dai uno sguardo al tuo CONTRATTO D'AMORE!

2985 - Dolce azzardo di M. Conder Aidan disprezza le donne come Cara, ma quando il suo avversario la usa per rilanciare la posta in gioco... Terzo episodio di CHATSFIELD HOTEL.

2986 - Le tentazioni della governante

di S. Kendrick Luis, celebre pilota da corsa, è annoiato, irritabile e frustrato. Decide così di affidarsi alle amorevoli cure di Carly... Scopriti A L ETTO COL CAPO!

2987 - La principessa dello scandalo di M. Yates

Quando il destino chiama, non si può far altro che obbedire. Non perdere la storia di Eva e Makhail, prima puntata de IL RICHIAMO DEL DOVERE.

2988 - Una pericolosa infatuazione di C. Shaw Nemmeno nei suoi sogni Emma avrebbe immaginato di potersi ritrovare, un giorno, al fianco di un uomo come Rocco. E tu sei FATTA PER LUI?

2989 - La magia di un bacio di L. Ellis Gianluca può non averla riconosciuta subito, ma basta una semplice occhiata alle curve di Ava sotto gli abiti castigati per... Ecco a voi UN NUOVO INIZIO.


Dal 9 giugno

2990 - Una sfida intrigante di L. Graham Diffidente nei confronti di Topaz, la nuova assistente di sua madre, Dante è deciso a cacciarla dal suo castello. Termina LE SORELLE MARSHALL.

2991 - Un diamante proibito di S. Stephens Tyr è tornato a casa col cuore indurito da ciò che ha affrontato, ma una persona riesce ad abbattere le sue difese. Una donna... FATTA PER LUI.

2992 - Sedotta dal greco di J. Hayward Il fascino di Alexios è famoso nel mondo, così quando si ritrova fra le braccia la bella Isabel... Un nuovo FUOCO GRECO sta per scaldarti il cuore.

2993 - Il segreto del milionario di C. Shaw Un tempo playboy seriale e anima di ogni festa, ora Nicolò vive recluso nella residenza di famiglia. Quarto episodio di CHATSFIELD HOTEL.

2994 - Il tocco dello sceicco

di C. Crews Quando i viaggi di Cleo la portano a incrociare la strada di Khaled, sultano dello Jhurat... Anche questo mese tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.

2995 - Per volere di sua maestà

di M. Yates Combinare matrimoni che funzionino è la specialità di Jessica, ed è questo che cerca Drakos. Seconda puntata de IL RICHIAMO DEL DOVERE.

2996 - Due settimane col capo di C. Williams Quando Emily, la sua assistente, gli presenta le dimissioni, Leandro va su tutte le furie. E se anche tu rischiassi di ritrovarti A L ETTO COL CAPO?

2997 - Contratto matrimoniale di R. Thomas Georgina farebbe qualunque cosa per garantire la felicità della sorella, persino sposare l'enigmatico Santos! Leggi il CONTRATTO D'AMORE.


Michelle Conder

ha sempre sognato di diventare una scrittrice. Il suo primo tentativo di scrivere un romanzo d'amore risale agli anni delle scuole superiori, ma è dovuta passare attraverso tanto studio, diversi lavori di vario tipo, un super-comprensivo marito e tre iper-pazienti figli prima di poter finalmente trasformare quel sogno in realtà . Michelle vive in Australia, e quando non è immersa nella scrittura si dedica all'equitazione, ai viaggi e allo yoga.


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