Hl1 oltre il limite

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Vicki Lewis Thompson

Oltre il limite


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Acting on Impulse Talking About Sex... Harlequin Blaze © 2002 Vicki Lewis Thompson © 2005 Vicki Lewis Thompson Traduzione di Paola Picasso Traduzione di Giorgia Lucchi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation giugno 2002 - agosto 2006 Questa edizione HOTLIT febbraio 2015 Questo volume è stato stampato nel gennaio 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HOTLIT ISSN 2385 - 1899 Periodico mensile n. 1 del 12/02/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 369 del 19/11/2014 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


L'amante perfetto


Prologo

E cosÏ tutti i suoi piani erano andati all'aria. Trudy Baxter prese un altro bicchiere di spumante dal vassoio che un cameriere stava offrendo agli invitati al matrimonio e sospirò. Dal gennaio successivo, lei e Meg, la sua migliore amica, non avrebbero condiviso un appartamentino per single a New York e lei avrebbe dovuto affrontare quell'esperienza da sola. Per sei mesi, Trudy aveva egoisticamente sperato che Meg non si sposasse, ma quel mattino quasi tutti gli abitanti di Virtue, nel Kansas, erano convenuti nella chiesa battista per assistere al matrimonio di Meg con Tom Hennessy e poi erano corsi al Grange Hall per partecipare al ricevimento. Adesso, a cose fatte, Trudy si rese conto che Meg aveva compiuto la scelta giusta. Brillante e autoritaria, Meg era sempre stata un tipo intraprendente e non avrebbe potuto trovare un marito migliore del simpatico ed esuberante Tom, un uomo che avrebbe saputo tenerle testa. Naturalmente, Meg le aveva assicurato che quando Trudy fosse arrivata a New York sarebbero state insieme, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Meg aveva lasciato Virtue tre anni e mezzo prima, pronta a sperimentare la vita in una grande città , mentre Trudy era stata trattenuta a casa da impegni familiari che non si era sentita di ignorare. Durante quel periodo, mentre lei aiutava in casa e seguiva dei corsi per corrispondenza, Meg aveva conosciuto Tom e se ne era innamorata. Con tutta probabilità , era stata affascinata dal suo carattere allegro e dal fatto che fosse un bravissimo agente di borsa. 7


Trudy si chiese che cosa pensasse Tom di quel ricevimento alla buona, dove era stato offerto dello spumante al posto dello champagne francese e dove la musica era fornita da uno stereo invece che da una orchestra. Era un bene che il testimone di Tom, anche lui agente di borsa, non fosse riuscito a venire. Un tipo come Linc Faulkner non si sarebbe trovato a suo agio in quel posto. Da quello che Tom aveva detto, la famiglia di Linc era molto ricca. «Ehi, Trudy è ora dell'Irish jig» gridò Tom dalla pista da ballo. «Sei pronta?» Kenny, fratello di Trudy, scoppiò a ridere. «Chi ti dice che sappia ballare l'Irish jig?» Trudy si limitò a dargli un colpetto sul braccio, con aria superiore. «So ballarlo» dichiarò con finta sicurezza. Aveva guardato il video di Riverdance decine di volte, e mentre con gli amici cantava in coro nel fienile, si era scatenata ballando scalza sull'assito di legno. «Senti, sorellina, guardare un video non è la stessa cosa di...» «Tieni questo» lo interruppe lei, dandogli il proprio bicchiere. «E preparati a stupirti» concluse, aggiustandosi sul capo il cappello a fiori che continuava a scivolarle di lato. Kenny si sentiva importante perché all'ultimo minuto era stato chiamato a sostituire il testimone di Tom e adesso, grazie a qualche spillo appuntato qua e là, indossava lo smoking di Linc. Sue Ellen, la sua sorellina di tre anni, batté forte le mani. «Vai, ragazza!» «È quello che farò.» Le aveva insegnato Trudy quella frase, e il fatto che la bimba la ripetesse, la estasiò. Adorava Sue Ellen anche se per colpa sua era dovuta restare a Virtue tutti quegli anni. Senza il suo aiuto, la madre, che doveva accudire altri cinque figli sotto i quattordici anni e il cui marito aveva già abbastanza da fare per poter sfamare tutti, non se la sarebbe cavata. «Scommetto dieci dollari che non ci riesce!» gridò Clem Hogarth. «Chi vuole puntare?» «Perderai, Clem.» Trudy era convinta che Clem ce l'avesse 8


con lei perché lo aveva lasciato circa sei mesi prima. Una sera, le aveva detto di avere una sorpresa per lei, e Trudy aveva pensato che volesse portarla in un motel, invece le aveva mostrato i sedili posteriori della sua macchina rivestiti di nuovo. Trudy si era rifiutata di fare l'amore con lui sia quella sera sia le successive, e in seguito aveva giurato di non farlo mai più sui sedili di una macchina. Per una ragazza di Virtue, quell'atteggiamento significava votarsi alla solitudine, ma a New York sarebbe stata tutta un'altra storia. Non vedeva l'ora di essere là. «Accetto la scommessa, Clem» dichiarò Tom, deciso. «Se Trudy dice che può farlo, le credo.» «Ecco qui dieci dollari da parte mia.» Meg sollevò il pollice e ammiccò all'amica. Mentre la musica cominciava, Trudy sorrise a entrambi, poi sollevò la gonna e diede inizio alla propria esibizione.

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«Oh, Tommy, hai una macchia sul mento.» Meg si protese verso il marito e lo pulì con un tovagliolo. Tommy. Linc si mise in bocca un pezzetto di arrosto e ringraziò Dio di essere un uomo libero. Nei matrimoni, quei diminutivi nauseanti erano solo la punta di un iceberg. Un anno prima, quando aveva conosciuto Meg, Tom aveva perso la testa e, abbandonando tutti gli amici, si era dedicato solo a lei. Finite le partite di tennis, le notti al club, finiti perfino i pomeriggi trascorsi a guardare il football, bevendo birra e sgranocchiando popcorn. Dopo sei mesi di matrimonio, Tom ricominciava a comportarsi in modo normale, ma Linc dubitava che sarebbe mai tornato quello di prima. Adesso avevano ripreso a giocare a tennis e a guardare delle partite alla televisione, però non era più come ai vecchi tempi. Meg era diventata il centro del mondo di Tom e, secondo Linc, questo fatto rendeva il suo amico molto vulnerabile. Il matrimonio era un'avventura rischiosa. Tom sembrava felice, ma era così preso dalla sua nuova vita che non riusciva a sentire lo scroscio della cascata verso cui stava andando. Tom guardò con amore il ventre arrotondato della moglie. «Forse mi sono macchiato il mento per vedere se tu me lo avresti leccato.» Linc posò la forchetta. «Siete sicuri di non voler restare da soli? Oggi sono sei mesi che vi siete sposati.» Quando lo avevano invitato a cena, non si era reso conto che quei due volessero festeggiare. Non gli era mai venuto in mente che si festeggiassero sei mesi di matrimonio. Poi, sconvolto, aveva 10


saputo che Tom e Meg festeggiavano ogni mese. Linc sospirò. Non ricordava che i suoi genitori avessero festeggiato qualche anniversario, e adesso, con la mamma che viveva a Parigi e il papà che viveva nella sua proprietà, non festeggiavano di certo. Molti anni prima, Linc aveva udito la frase matrimonio di convenienza e si era reso conto che quella definizione calzava perfettamente ai suoi genitori come a molte altre coppie piene di soldi. Quante di quelle coppie avevano cominciato come Meg e Tom?, si chiese. Forse la maggior parte. Meg e Tom non erano ricchi, ma lui sapeva che i divorzi stavano aumentando anche tra la classe media. Sperava che i suoi amici non finissero come i suoi genitori, ma non ci avrebbe certo scommesso sopra. «Possiamo stare soli più tardi.» Meg gli fece l'occhiolino. «Questa sera ti abbiamo invitato perché dobbiamo farti una sorpresa.» «Davvero?» Linc si domandò che razza di sorpresa potesse essere. Sapeva già della gravidanza, e sarebbe stato impossibile non accorgersene, dato che Meg era incinta da sei mesi. Poi, un'idea gli attraversò la mente come un lampo. «Sono per caso due gemelli?» Tom rise. «No, a meno che uno dei due si nasconda.» «Niente gemelli» confermò Meg. «Il nostro album di fotografie è finalmente arrivato.» «Sul serio?» Linc cercò di mostrarsi entusiasta. Le foto dei matrimoni lo rendevano nervoso. «Dato che non eri presente, abbiamo pensato che avresti gradito vedere le foto» spiegò Meg. «Sono delle belle immagini» rincarò Tom. «Il fratello di Trudy sta abbastanza bene con il tuo smoking.» «Già. Mi dispiace per quella faccenda del morbillo» rispose Linc. «Chi lo avrebbe detto?» Aveva contratto il morbillo a trentun anni perché da piccolo lo avevano tenuto troppo protetto. Ma poi si era domandato se non fosse stato il destino a mandargli quella malattia per tenerlo lontano da quel matrimonio. Stare con quei due piccioncini era già abbastanza difficile, 11


ma essere presente mentre si scambiavano i voti lo avrebbe fatto sentire a disagio. Molti uomini giuravano di non volersi sposare, però mentivano. Lui no. L'idea di finire come i suoi genitori lo spaventava a morte. «Trudy appare in molte inquadrature» affermò Meg. «E dato che si trasferirà a New York la prossima settimana, ho pensato che fossi curioso di vederla.» «Già.» Linc si mise all'erta. Non era affatto curioso di vederla, ma presagiva che Meg gli avrebbe fornito una ragione per esserlo. Meg spinse di lato il piatto e posò i gomiti sul tavolo. «Ho una confessione da farti.» «Davvero?» Una sirena d'allarme suonò nelle orecchie di Linc. Odiava le confessioni. «Speravo che all'inizio fossi disposto a occuparti di Trudy.» Mentre Linc la guardava, cercando un modo gentile di mandarla al diavolo, Tom intervenne. «Di che stai parlando, Meg? Non mi hai mai detto niente in proposito.» «Non te l'ho detto perché temevo che avresti bocciato la mia idea.» «Cosa che sto per fare adesso.» Linc ritrovò la voce. «Parliamone. Anni fa, Tom e io ci siamo promessi di non cercare mai di accoppiarci a qualcuno.» «Non preoccuparti, amico» intervenne Tom. «Gliel'ho detto. Niente accoppiamenti. Te l'ho detto, vero, Meg?» «Me l'hai detto» confermò la moglie. «Vedi?» Ma Tom sembrava ancora teso. «Gliel'ho detto.» «Questo non è un accoppiamento» spiegò Meg. «Ho solo bisogno che qualcuno si prenda cura di lei per un po', e ti sarei grata se lo facessi tu, Linc.» «A me sembra un tentativo di accoppiamento» insistette suo marito. «Invece non lo è, perché Trudy, dopo aver allevato tutti i suoi fratelli, rifugge dai legami più di Linc.» Tom parve sollevato. «Meno male. Quanti fratelli e sorelle ha, Trudy? Sono tanti che non riesco mai a fare il conto.» 12


«Sei, e con Trudy fanno sette» rispose Meg. «E lei li ha cresciuti tutti.» «Sette figli.» Linc non riusciva a immaginarselo. Lui era cresciuto da solo in una grande casa. «È per via della loro religione o che cosa?» Tom gli lanciò uno sguardo da cospiratore. «È perché a Virtue non ci sono molte cose da fare.» «Già» commentò Linc. «Ma puoi fare quello senza avere delle conseguenze.» «Non a Virtue.» Tom indicò il ventre gonfio della moglie e rise. «Prima dimostrazione.» «Oh, per l'amore del cielo. Anche a Virtue conoscono i contraccettivi. È solo che i genitori di Trudy fanno dei figli belli e pare che non resistano alla tentazione di continuare a farli. Odiano l'idea che Trudy si trasferisca a New York. Forse speravano che restasse con loro e finisse per sposare un bravo agricoltore della zona.» «A quanto pare, non è andata così.» «Ovvio. Infatti sta venendo qui. Grazie al cielo, abbiamo avuto un'opportunità al Babcock and Trimball, altrimenti mi sarei preoccupata per il suo lavoro.» Tom si schiarì la voce. «Secondo me, abbiamo fatto abbastanza procurandole quel posto di pubbliche relazioni. Non vedo perché tu debba chiedere a Linc...» «Non capisci. Trudy e io siamo state grandi amiche fin dalle elementari e abbiamo sempre sognato di venire a New York e fare carriera. Sarei dovuta essere al suo fianco quando fosse arrivata qui, però non credo che voglia come accompagnatrice una donna incinta.» «Me ne rendo conto» assicurò Tom. «Ma non potresti rivolgerti a qualche sua collega?» «Non me ne viene in mente nessuna. Trudy non è mai stata a est del Mississippi e non ha mai frequentato un ragazzo di città, e dato che è molto impulsiva, temo che possa mettersi nei guai alla velocità della luce.» Linc cominciò a rilassarsi. «Non è mai uscita dal Kansas?» Meg scosse la testa. «L'ultimo anno del college siamo andate a Kansas City per un fine settimana. Questa è tutta l'e13


sperienza che Trudy ha di una città grande. Adesso capisci che cosa intendo?» «Immagino di sì.» Dunque Trudy era una ragazza di campagna. Non avrebbe dovuto rappresentare una sfida difficile. Meg gli avvicinò un piatto da portata. «Prendi ancora una fetta di arrosto e delle patate, Linc.» «Grazie.» Linc accettò l'offerta, rendendosi conto che aveva accettato anche il compito di fare da babysitter alla sua amica. Tom Hennessy era il suo amico più caro. A Tom la sua ricchezza non importava, e difficilmente Linc trovava quella qualità in altre persone. Come risultato, doveva fare qualcosa per lui, e dato che adesso Tom era sposato con Meg, le richieste di Meg erano importanti quanto le sue. Tuttavia, non c'era bisogno che si arrendesse in modo totale. «Ho sempre la sensazione che questa storia assomigli a un accoppiamento» dichiarò. Meg scosse la testa. «Come può esserlo, visto che Trudy non ha nessuna voglia di trovare un ragazzo fisso? Ascolta, non sarà poi tanto penoso accompagnare Trudy in giro. Anche Tom la trova simpatica e divertente, non è vero, Tommy?» «Sì, ma...» «Lasciate che vada a prendere le fotografie.» Quando Meg fu uscita dalla stanza, Linc si protese verso Tom. «Tu puoi dirmelo. È un orrore? Non mi importa, ma desidero saperlo. Con tutta probabilità accetterò questo compito, però...» «Non è un orrore» rispose Tom. «Ma non direi che è il tuo tipo. A te piacciono alte ed eleganti, mentre lei è... ecco è minuta e impertinente.» «In ogni caso, visto che questo non è un accoppiamento, non ha importanza che sia il mio tipo o no» replicò Linc. «Giusto.» «Pensi che sia un accoppiamento?» «Meg dice di no.» Linc sapeva che Tom non poteva contraddire sua moglie, quindi decise di lasciar perdere. Comunque fosse, era in grado di gestire una campagnola del Kansas con una mano lega14


ta dietro la schiena. «Va bene. Dunque è un tipo impertinente. Mi chiedo se sia un elemento importante nelle pubbliche relazioni.» «Già.» Tom parve felice di abbandonare l'argomento accoppiamento. «Farà strada. Meg è una specie di rullo compressore quando vuole convincere qualcuno a fare quello che desidera, ma Trudy ti conquisterà facendoti ridere. Ha i capelli rossicci, le fossette e le piace chiacchierare. Ti assorderà.» Linc tornò ad avere delle perplessità. «Insomma è una spina nel fianco. Puoi dirmelo.» «No, non è una spina nel fianco. A meno che non la contrasti quando ha fatto un piano. Sotto il suo sorriso dolce, ha un carattere di ferro.» «Impertinente e ostinata» tradusse Linc. «Puoi dire che è determinata.» «Ecco qui l'album» annunciò Meg, posando sul tavolo un album rilegato in pelle dello spessore di un dizionario. «Eccola qui che avanza lentamente lungo la navata.» Linc guardò l'immagine che Meg indicava e vide una ragazza dall'apparenza troppo dolce per un tipo cinico come lui. Il suo abito color lavanda con le maniche a sbuffo la faceva sembrare la fatina di una favola. Sulla testa aveva un'acconciatura di fiori, i suoi capelli erano molto vicini al rosso e aveva le fossette proprio come aveva detto Tom. «È carina, vero?» domandò Meg. «Non dovrebbe essere difficile mostrarsi in giro con lei, ti pare?» «Penso di no.» Linc studiò la foto più da vicino. Trudy aveva quel genere di sorriso che ti faceva venire voglia di sorridere a tua volta. Accorgendosi di aver fatto proprio quello, si ricompose. «Ti piacerà, Linc» gli promise Meg. «È facile parlare con lei.» «Lo ha detto anche Tom.» Una chiacchierona, l'aveva definita Tom. Ma questo era meglio di una donna silenziosa e sempre imbronciata e lui dovette ammettere che gli piaceva il modo in cui camminava, con le spalle dritte e la testa eretta. La ragazza aveva dei seni pieni e la vita sottile, ma non pote15


va giudicare le gambe perché portava un abito lungo fino alle caviglie. «Allora lo farai?» domandò Meg. «Per quanto tempo pensi che dovrò tenerla d'occhio?» «Oh, non lo so. Una settimana, due al massimo. Lei è una che impara presto.» Linc annuì. Adesso che sapeva che Trudy non avrebbe minacciato la sua condizione di scapolo, non gli sembrava che quell'accordo fosse troppo oneroso. Se non si era fatto accalappiare da donne che parlavano tre lingue e indossavano solo capi firmati, di certo non avrebbe avuto dei problemi con una ragazza che aveva ancora dei fili di paglia nei capelli. «Arriverà giovedì?» «Esatto.» Meg sfogliò l'album. «Durante il fine settimana, Tom e io l'aiuteremo a sistemarsi nel suo appartamento. Se tu potessi venire a darci una mano domenica, sarebbe una buona occasione per presentartela. Poi, magari, domenica sera potresti offrirle una pizza in modo da fare amicizia.» «Mmh, d'accordo.» L'attenzione di Linc era stata attirata da una foto che doveva essere stata scattata durante il ballo. «Questa è lei?» domandò, indicandola. Meg rise. «Sì. È Trudy. A quel punto avevamo bevuto molto vino e lei voleva dimostrare di saper ballare il jig irlandese. Molti ci avevano scommesso sopra.» «Ed è stata terribile» dichiarò Tom, ridendo. «Ma i tipi che avevano scommesso che non ci sarebbe riuscita erano così intenti a guardarle le gambe che non si sono accorti dei suoi errori e così Meg e io abbiamo vinto.» Dalla foto, Linc non poteva giudicare se lei avesse ballato male, ma adesso le sue gambe non erano più un mistero. Trudy si era sollevata la gonna e le sue gambe erano... tentatrici. Non si stupiva che qualche giovanotto si fosse lasciato incantare. Lui stesso avvertiva una sensazione che non voleva sentire, perché poteva significare solo guai. Osservando quella versione di Trudy Baxter, si sentì meno sicuro di se stesso e comprese perché Meg fosse preoccupata per l'amica. 16


New York! Trudy ridacchiò mentre saliva in ascensore al quarto piano di un palazzo insieme a Meg e a Tom, diretta verso il suo primo appartamento. Le poche cose che si era portata dietro da Virtue si trovavano dentro alcune scatole impilate vicino ai suoi piedi e dentro un carrello che Tom aveva noleggiato. Che momento! Non riuscendo a trattenersi, intonò New York, New York. «Coraggio» incitò, rivolta a Meg. «Canta con me, ragazza.» Meg obbedì e Tom roteò gli occhi. Continuò a cantare anche quando arrivarono al quarto piano. «Ricordati i tuoi vicini» l'avvertì Tom. «Oh, capiranno» replicò Trudy. «Capita una sola volta nella vita che una ragazza si trasferisca per la prima volta a New York.» «Ha ragione» approvò Meg. «Siamo cresciute cantando questa canzone. Era una specie di rituale ogni volta che ci sentivamo giù di corda e disperavamo di venire qui.» «Ecco perché dobbiamo cantarla adesso» aggiunse Trudy. «Per festeggiare il mio arrivo qui.» Tom scrollò le spalle. «D'accordo, ma non venire a piangere da me se qualcuno si lamenterà con l'amministratore già dal primo giorno.» Trudy guardò le porte chiuse degli altri appartamenti. Forse Tom aveva ragione. Non aveva mai vissuto in un condominio e immaginava che se tutti fossero saliti in ascensore cantando a squarciagola, quel palazzo sarebbe diventato molto rumoroso. «Scusatemi!» gridò. «È il mio primo giorno qui.» Poi si voltò verso Tom. «Così va meglio?» «Oh, molto meglio» rispose lui, ridacchiando. «Comunque è probabile che nessuno sia in casa» commentò Meg. «Dov'è la tua chiave?» «Eccola.» Trudy frugò nello zainetto e tirò fuori la chiave. Poi la baciò prima di inserirla nella serratura. «È un altro rituale?» domandò Tom. «Non proprio» rispose Trudy. «Ma devi capire il significa17


to. Questa è la mia prima chiave che apre un appartamento tutto mio.» Spalancò la porta ed entrò. «Ta-ta... brrr... che freddo fa qui dentro. Accendiamo il riscaldamento» concluse, correndo ad alzare il termostato. Che cosa importava che il suo appartamento fosse gelido e poco allegro in quella grigia giornata di gennaio? Che cosa importava se le finestre erano prive di tende e la stanza non aveva mobili? Se ne sarebbe occupata una volta iniziato il suo lavoro di pubbliche relazioni. Il mobile più importante le sarebbe stato recapitato entro un paio d'ore. Il giorno prima aveva comprato un letto. E che letto! Era enorme e aveva intorno un baldacchino. Quando lo aveva visto, aveva chiuso gli occhi e aveva tirato fuori la sua carta di credito per pagarlo insieme a un set di lenzuola di seta nera. Prendi questo, Clem Hogarth! Niente più sedili posteriori per questa ragazza. La sua prossima relazione si sarebbe conclusa su un comodo materasso. Quello che aveva in mente era un sesso sostanzioso. «Sarà grazioso quando lo avrai messo a posto» sentenziò Meg, rimanendo in piedi al centro del salotto vuoto. «Certo.» Trudy si accorse che, mentre sognava a occhi aperti, Tom aveva portato in casa tutte le scatole. «Grazie, Tom» gli disse sorridendo. Tom era davvero una cara persona e Meg aveva fatto bene a sposarlo. «Dovresti sederti» dichiarò, guardandola. «Non ho nemmeno una seggiola, ma puoi sederti su quella scatola. Dovrebbe reggere il tuo peso.» «Grazie tante» replicò Meg, andando a sedersi. «Ricordami di fare una battuta come questa quando sarai nelle mie condizioni.» «Oh, non intendevo quello! Oh, Meg, sai che sei bella anche incinta. Non è bella, Tom?» «Sì. Lei non ci crede, ma lo è.» «Va bene. Va bene» concordò Meg. «Sono splendida. E affamata. Perché non vai a prendere dei sandwich, caro?» concluse, togliendosi il cappotto e posandolo per terra. «Sì, certo» approvò Trudy. «Oh, mio Dio, il mio primo pa18


sto, il primo giorno nel mio primo appartamento.» «Ti porterò un caffelatte decaffeinato e prenderò delle birre per Trudy e per me» dichiarò Tom. «Anche Linc vorrà una birra?» «Linc?» Trudy pensò che quel nome le sembrava familiare, ma non riuscì a ricordarlo. «Chi è Linc?» Tom lanciò uno sguardo alla moglie. «Non le hai detto niente?» «Stavo per farlo» rispose lei. «Appena te ne fossi andato. Sono discorsi da donne.» «E quando ne hai parlato con Linc, allora? Non erano...» «I sandwich, Tom.» Il marito si strinse nelle spalle. «Va bene. Volevo solo dire...» «Per me, al tonno e pomodoro» disse Meg. «Per te, Trudy?» «La stessa cosa.» Anche Trudy non vedeva l'ora che Tom se ne andasse per capire che cosa avesse in mente la sua amica. «Sparisco.» Tom corse via. Appena la porta si chiuse, Trudy si tolse il parka e si sedette a gambe incrociate davanti a Meg. «Va bene, parla.» «L'altro giorno mi è venuta un'idea brillante.» «Sentiamo.» Trudy rifiutò di lasciarsi contagiare dal suo entusiasmo. «Ha qualcosa a che fare con questo Linc, vero?» «Esatto. È lui che avrebbe dovuto fare da testimone a Tom, ma non poté venire, ricordi?» Trudy annuì, tuttavia mantenne un tono cauto. «Sì, sì, adesso ricordo. Linc Faulkner. All'ultimo minuto dovemmo cambiare il suo nome con quello di Kenny sul programma. Morbillo. Il tipo che hai detto che è tanto ricco che i suoi genitori conoscono i Donald.» «Sì.» Meg si abbracciò le ginocchia. Linc è adorabile. Lavora con Tom ed è un suo caro amico.» «Fermati.» Trudy le posò una mano sul braccio. «Questo è il genere di discorso che mi facevi quando volevi accoppiarmi con qualcuno. Non voglio essere accoppiata con questo Linc. Sta cercando una ragazza fissa o... una moglie?» 19


«Linc? No. Lui è...» «D'accordo, ma è sempre un amico di Tom e io voglio incontrare degli sconosciuti. Ti rendi conto di quanta poca gente ho conosciuto in vita mia? Quanti pochi misteri ho svelato? E adesso tutto questo mi sta aspettando. Ho steso una lista» annunciò. «Per prima cosa, voglio uscire con un tipo di Wall Street.» «Sarebbe Linc.» Trudy proseguì. «E poi con un artista, un costruttore, un vigile del fuoco e...» «Sì, ma quando formulammo questo piano, l'idea era che tu e io saremmo dovute uscire insieme con questi uomini.» «Ah! Sei invidiosa perché ti sei legata a Tom prima di fare queste esperienze fantastiche.» «Nemmeno un po'. Mi preoccupa pensarti là fuori da sola. Potrebbe non essere una buona idea.» Trudy la guardò. «Ehi, stai dicendo che non ti fidi di lasciarmi andare in giro per New York da sola?» Lo sguardo di Meg si addolcì. «Dico che trasferirsi da Virtue a New York è un grosso passo. Dico che hai immagazzinato tanto vapore da essere pronta a scoppiare e che non ti farebbe male trascorrere le prime due settimane con un tipo come Linc, che può mostrarti i posti più interessanti e insegnarti quali sono i quartieri meno frequentabili della città.» Trudy la studiò con aria sospettosa. «Non ti starai trasformando in mia madre adesso che sei sposata e incinta?» «No» rispose Meg, ridendo. «Linc è il tipo contro cui le madri ti mettono in guardia. È bello in modo peccaminoso ed è anche molto sensuale e non ha alcuna intenzione di sistemarsi con una donna.» «Davvero?» La cosa cominciava a farsi interessante. Forse lui sarebbe potuto essere il suo tipo di Wall Street, e cioè il primo della lista. Aveva tanto da imparare su come viveva la gente fuori del Kansas e intendeva farlo divertendosi. Ogni tipo d'uomo diverso avrebbe aggiunto qualcosa alla sua esperienza. «Sei sicura che non stia cercando una brava moglie, vero? Voglio dire, è il migliore amico di Tom.» «Sì, e la pensano allo stesso modo quasi sempre, ma non 20


riguardo al matrimonio. Linc è molto contrario ai legami. Non ce lo direbbe mai in faccia, però si aspetta che Tom e io ammettiamo di aver commesso un errore.» Trudy sbarrò gli occhi. «Ma non l'avete commesso! Siete perfetti l'uno per l'altro. Perché diavolo la pensa in questo modo?» «Credo sia colpa dei suoi genitori e dei loro amici dell'alta società. Sebbene suo padre e sua madre non siano divorziati, vivono separati.» «Uh.» Trudy sollevò le ginocchia e vi premette sopra il mento. «Ma non si dovrebbe generalizzare sui matrimoni solo perché uno è andato male.» «Forse, però si tratta di quello che Linc conosce meglio. Ammettiamolo, ci sono molte coppie infelici là fuori, specie tra la gente ricca, che è quella che frequentano i suoi genitori. In più, ho l'impressione che suo padre e sua madre si aspettino che sposi una del loro giro. Non essendo un ribelle, lui ha scelto semplicemente di non sposarsi.» «È triste.» «Non tutti devono sposarsi. So che tu non lo desideri.» «Per il momento no di certo, ma non dico che non succederà mai.» Trudy ridacchiò. «Dopo che avrò fatto le mie esperienze.» «Senti, so quello che vuoi fare, però penso che avere un tipo come Linc che ti porta in giro all'inizio, ti aiuterà a inserirti nella tua nuova vita. Sarà un cavaliere perfetto.» «Non lo so. Mi sembra di avere una babysitter o qualcosa del genere. Io...» Un trillo improvviso la costrinse a interrompersi e Trudy si guardò intorno. «Il mio campanello!» gridò, balzando in piedi. «È il primo squillo del mio primo giorno nel mio primo appartamento. So che è solo Tom con i sandwich, ma è emozionante comunque» dichiarò, dirigendosi alla porta. «Prima di aprire, guarda attraverso lo spioncino» le gridò dietro Meg. «Oh, già. Devo farlo anche se penso che sia Tom, vero?» Sorridendo, Trudy incollò l'occhio allo spioncino e fece un salto indietro. «Ma non è Tom!» Non conosceva quell'uomo, 21


eppure anche visto così le sembrava molto attraente. «Ha i capelli neri e gli occhi azzurri?» «Già.» «Allora è Linc.» «Il mio babysitter?» sussurrò Trudy, tornando a guardare attraverso lo spioncino. Jeans, camicia grigia, giacca a vento blu, scarpe da ginnastica. Un bell'insieme. «Hai intenzione di farlo entrare?» domandò Meg. «Sì.» Trudy aprì la porta con un senso di viva anticipazione. Il suo primo visitatore, nel suo primo giorno, nel suo primo appartamento a New York. «Sì, credo che lo farò.»

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Questo mese Vicki Lewis Thompson scatena l'istinto mettendo a tacere la ragione. Scopri in Oltre il limite fino a che punto sono disposte a spingersi Trudy e Katie. Jo Leigh, invece, vuole aiutare Amelia e Susan a costruirsi una vita sessuale travolgente. Per farlo si serve di due "cattivi" ragazzi come David e Jay. Segui le loro avventure in Voglia di averti.

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