LYNDA AICHER
LASCIATI LEGARE traduzione di Alessandra De Angelis
ISBN 978-88-6183-495-8 Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Bonds Of Courage Carina Press © 2014 Lynda Aicher Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione HM febbraio 2015
Lasciati legare
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Vanessa Delcour fece una smorfia d'incredulità. «Mi prendi in giro?» «Assolutamente no.» «Fantastico» borbottò. Mentre parlava al telefono, si strofinò la fronte e cercò la posizione più comoda sullo schienale della poltroncina, poi come al solito sollevò lo sguardo al soffitto dell'ufficio. Lavorava come PR da otto anni e i problemi da risolvere erano all'ordine del giorno. In quella stanza era così abituata ad alzare gli occhi al cielo, con aria infastidita, che conosceva a menadito tutti i buchini del controsoffitto. A essere precisi, quel problema non la riguardava personalmente, ma avrebbe rischiato di diventare indirettamente un incubo se non fosse intervenuta prontamente. «Quando è arrivato?» «La scorsa settimana» rispose Seth con la sua consueta precisione. «Rock ha terminato tutti i controlli di routine e ha dato il via libera. Ho chiamato il club che aveva citato nella domanda di ammissione e anche da quel versante era tutto ok.» «Quindi la tua è una telefonata puramente di cortesia per informarmi.» Non le serviva che Seth glielo confermasse. Da nove mesi era socia del Den, l'esclusivo e trasgressivo club di Minneapolis con una clientela dai gusti prevalentemente sadomaso, ma era Seth ad avere l'ultima parola sulle nuove iscrizioni. «Hai già programmato il colloquio?» 7
«No.» Vanessa rifletté rapidamente, indecisa se farsi coinvolgere o no. A malincuore, capì che non poteva restare in disparte. «Fissa l'appuntamento per domani alle cinque nel tuo ufficio. Lo incontrerò da sola.» «Non pensavo che fosse un tuo cliente.» «Difatti non lo è. Ma conosci la storia...» Vanessa fece una breve pausa e non gli fornì spiegazioni più approfondite. Seth acconsentì ad affidarle l'esame del futuro iscritto al Den e promise d'inviarle il dossier per email. «Non dimenticare l'altro appuntamento alle sei di domani pomeriggio» le rammentò. «No, certo.» Era proprio per quel motivo che aveva fissato il colloquio alle cinque. Salutato Seth, si massaggiò il collo nel vano tentativo di allentare la tensione, poi digitò il nome di un certo Holden Hauke nel motore di ricerca del suo computer. Le bastò cliccare con il mouse per avere davanti agli occhi informazioni esaurienti su un giocatore di hockey professionista: ventinove anni, ala destra dei Minnesota Glaciers... Vanessa sapeva già tutto della sua carriera, dagli infortuni subiti alle squadre in cui aveva giocato, ma voleva rinfrescarsi la memoria. Quando era poco più che ventenne, era stato una promessa dell'hockey. Era ancora un bravo giocatore, ma non era diventato un fuoriclasse e si era accontentato di una carriera tranquilla, leggermente sopra la media. Vanessa scrutò le fotografie apparse sullo schermo. Holden Hauke era di una bellezza mascolina, con lo sguardo concentrato di uno sportivo che s'impegna con disciplina e dedizione per raggiungere i propri obiettivi. L'abnegazione e l'impegno erano due qualità che attiravano sempre l'interesse di Vanessa. Un altro clic e aprì il database che conteneva informa8
zioni che non erano di dominio pubblico. Era prodotto da un software personale, creato apposta per lei, una vera miniera d'oro. Frequentava il mondo dello sport come PR e addetta stampa, rappresentando vari atleti. Sapeva perfettamente che l'immagine di un campione non era basata solo sui risultati delle partite giocate o sui record battuti e sugli incontri disputati. Digitò il nome di Hauke e sullo schermo comparve una serie di link che lo riguardavano, divisi per siti sportivi, di gossip e d'informazione. Ovviamente era la stampa scandalistica ad avere l'importanza maggiore agli occhi dell'opinione pubblica. Le bastò una rapida occhiata per accertare che il legame tra Hauke e un club sadomaso del North Carolina non era ancora di dominio pubblico, nonostante il fatto che tra gli addetti ai lavori si fosse sparsa in fretta la diceria che il vero motivo per cui Hauke era stato venduto ai Glaciers a metà campionato erano le sue tendenze sessuali. Forse era stato furbo o anche solo fortunato se lo scandalo non era trapelato, oppure era merito degli addetti stampa della squadra della Carolina. A mali estremi, estremi rimedi. Vanessa sapeva bene che sarebbe bastato un accenno a una notizia così piccante perché si diffondesse come un incendio tra la sterpaglia. Gli scandali a sfondo sessuale finivano sempre in prima pagina e facevano notizia al telegiornale. Però il codice professionale tra PR imponeva che non si divulgassero notizie di seconda mano. In generale nessuno voleva distruggere la carriera di uno sportivo o la propria, affidandosi a fonti anonime. E perché poi? La vera fonte delle notizie non firmate si scopriva sempre. Vanessa aprì la sua casella di posta elettronica interna al Den e trovò il messaggio di Seth. Scorse rapidamente la domanda di ammissione di Hauke e subito le balzò agli occhi un particolare strano. Si concentrò, ripensando alle informazioni in suo pos9
sesso. No, Seth non le aveva mandato il file sbagliato. Un sorriso le incurvò le labbra quando capì. Il giocatore di hockey sosteneva di essere un dominatore. C'era da aspettarselo; era quello che ci si sarebbe attesi da uno come lui. I preconcetti generici riguardo al mondo del sadomaso etichettavano i succubi come persone deboli, e un atleta professionista non poteva apparire tale. Sarebbe andato contro tutti gli stereotipi. Lo scandalo mai trapelato che aveva costretto Hauke a cambiare squadra non era dovuto solo al fatto che era stato colto sul fatto in un club sadomaso, benché già questo avesse messo a dura prova la mentalità conservatrice del presidente della squadra. Il vero problema era rappresentato dalla foto che lo ritraeva legato su una panca mentre una dominatrice lo fustigava. Quell'unica immagine avrebbe potuto distruggere la sua carriera più di qualsiasi infortunio. Essere coinvolto in risse, essere un donnaiolo, comportarsi da arrogante maschilista era più accettabile per uno sportivo, invece la società non avrebbe chiuso un occhio se Holden Hauke avesse rivelato le proprie tendenze da succube. Hauke non lo sapeva, ma era stata proprio l'intercessione di Vanessa presso Vincent Segar, il presidente dei Glaciers, a fargli ottenere la possibilità di giocare con loro. Quando Segar le aveva chiesto consiglio, Vanessa gli aveva parlato molto bene di lui. Bisognava dire, a onor del vero, che Hauke era riuscito a tenersi fuori dai guai da quando era arrivato in Minnesota. Allora cos'era cambiato? Per rischiare lo scandalo una seconda volta doveva avere proprio bisogno di provare certe sensazioni. Per Vanessa era comprensibile; molte persone nel mondo del sadomaso non sceglievano razionalmente il loro ruolo di succube o dominatore, perché certe tendenze facevano parte della loro natura: si potevano re10
primere, negare, ma prima o poi sarebbero riemerse. Almeno aveva avuto il buonsenso di fare domanda al Den. Il fatto che fosse un club molto esclusivo assicurava la privacy degli iscritti, anche se non era possibile garantire la riservatezza assoluta nei confronti della stampa; ne era prova la foto dell'attrice Quinn Andrews che era finita in prima pagina l'anno prima. Vanessa aveva avuto la possibilità di acquistare delle quote di proprietà del club e ne aveva approfittato subito perché era un investimento vantaggioso, nonostante il rischio che le sue voglie inconfessabili venissero scoperte da colleghi e familiari. Ma se una nota e stimata PR non era in grado di proteggere la propria vita privata non valeva nulla professionalmente. E in un mondo dominato dal testosterone se non fosse stata furba e determinata non sarebbe diventata una delle migliori PR... nonché una dominatrice rispettata. Quando sentì bussare alla porta, abbandonò le sue riflessioni, alzò la testa di scatto e uscì da internet. «Avanti!» La segretaria di Vanessa si affacciò sulla soglia. «C'è il signor Ramsey» annunciò. Angie era una donna efficiente e pragmatica, Vanessa era sicura che non si sarebbe lasciata distrarre dalla processione di uomini aitanti e famosi che passavano per l'ufficio: più che per la sua età, che nascondeva bene perché era sempre curatissima, perché sapeva che era troppo innamorata della sua compagna Sandy, con cui stava da più di quindici anni. «Grazie.» Vanessa sollevò un sopracciglio e Angie arricciò il naso. Erano abituate a comunicare senza parlare e, dall'espressione della segretaria, lei capì che il giocatore di baseball dei Minnesota Flash era di pessimo umore. Fantastico... «Fallo entrare.» 11
Si sforzò di sorridere e si alzò per accogliere il cliente, mettendo da parte le questioni private per concentrarsi sul lavoro. Il campionato di baseball era in pieno svolgimento e Ramsey era spinto da una fortissima ambizione; peccato che non fosse dotato di altrettanto buonsenso. L'elenco dei potenziali clienti di Vanessa si allungava sempre di più man mano che gli atleti cercavano di spingersi oltre i riconoscimenti sportivi, per diventare veramente famosi. Quello era il principale motivo per cui avevano bisogno di una professionista come lei, che gestisse la loro immagine pubblica; il secondo motivo era la necessità di avere qualcuno che rimediasse agli errori causati dalla loro stupidità. La vita di Vanessa era tutta dedicata a far fare bella figura ai suoi clienti; dopo dodici anni di attività nel campo, era diventata imbattibile nel rafforzare la loro autostima, nell'adottare strategie vincenti e scambiare favori. Sapeva prendersi cura degli uomini, sia in campo professionale sia nel privato, era la sua specialità... e il signor Hauke l'avrebbe scoperto molto presto.
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