SYLVIA DAY
IL CALORE DELLA NOTTE traduzione di Giorgia Lucchi
ISBN 978-88-6905-018-3 Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Heat Of The Night Published by arrangement with Avon Red, an imprint of HarperCollins Publishers. © 2008 Sylvia Day Traduzione di Giorgia Lucchi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione HM giugno 2015
Il calore della notte
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Il Crepuscolo Connor Bruce eliminò la guardia più vicina centrandola con un dardo soporifero. L'attacco fu fulmineo, ma il tranquillante ci mise qualche secondo per fare effetto: la guardia ebbe il tempo di strapparsi la freccia e impugnare la spada prima di crollare a terra, roteando gli occhi all'indietro e accasciandosi in un mucchio di vestiti macchiati di rosso. «Spiacente, amico» borbottò Connor, mentre si chinava sul corpo privo di sensi e raccoglieva il comunicatore e la spada della guardia. Al risveglio l'uomo avrebbe avuto solo l'impressione di essersi appisolato, forse per la noia. Connor si rialzò e fischiò, imitando il richiamo gorgheggiante di un uccello per avvertire il luogotenente Philip Wager che ce l'aveva fatta; il fischio che gli rispose gli confermò che anche le altre guardie lungo il perimetro erano state neutralizzate. Poco dopo fu raggiunto da una dozzina dei suoi uomini: indossavano abiti da battaglia grigio scuro, tuniche con le maniche aderenti e pantaloni morbidi coordinati. Connor indossava abiti ana7
loghi, ma i suoi erano neri, come si confaceva a un Capitano dei Guerrieri d'Élite. «Dentro vedrete cose che vi lasceranno a bocca aperta» li mise in guardia Connor. La sua spada sibilò mentre la estraeva dal fodero che portava sul dorso. «Concentratevi sulla missione. Dobbiamo capire come gli Anziani siano riusciti a riportare il Capitano Cross nel Crepuscolo dal piano di esistenza dei Sognatori.» «Sì, Capitano.» Wager puntò un trasmettitore a impulsi verso l'imponente Portale Torii che conduceva all'ingresso del complesso del Tempio, creando un'interferenza temporanea che avrebbe disturbato le unità video che riprendevano i visitatori in ingresso. Connor fissò il portale con un misto ribollente di orrore, confusione e rabbia. La struttura era tanto imponente da costringere ogni Guardiano a fissarla e leggere l'iscrizione incisa in lingua antica: Guardati dalla Chiave che apre la Serratura. Per secoli lui e ogni membro della sua squadra avevano dato la caccia al Sognatore che, secondo le profezie, sarebbe arrivato nel loro mondo in sogno e li avrebbe distrutti. Il Sognatore li avrebbe visti per quello che erano e avrebbe capito che non erano una finzione frutto di una fantasia notturna, ma esseri reali che vivevano nel Crepuscolo, il luogo in cui la mente umana si recava nel sonno. Connor, tuttavia, aveva già incontrato la famigerata Chiave e sapeva che non era lo spettro che li avrebbe condannati all'annientamento: era una veterinaria bionda, snella ma con le curve al punto 8
giusto, grandi occhi scuri e compassione inesauribile. Quante menzogne, quanti anni sprecati! Fortunatamente per tutti la Chiave, nota anche con il nome apparentemente innocuo di Alyssa Bates, era stata rintracciata in tempo dal Capitano Aidan Cross, guerriero leggendario nonché migliore amico di Connor. L'aveva trovata, se n'era innamorato ed era fuggito con lei nel piano dei mortali. A quel punto toccava a Connor svelare i misteri degli Anziani nel Crepuscolo, e tutto ciò che doveva sapere era custodito nel Tempio degli Anziani. Andiamo, disse senza emettere suoni. Muovendosi con tempismo perfetto, lui e i suoi soldati attraversarono il portale, per poi dividersi in due gruppi, correndo lungo i lati del cortile centrale di pietra e procedendo a zig-zag tra le colonne di alabastro scanalate. Il vento soffiava gentile, portando con sé la fragranza dei fiori e dei prati erbosi vicini. A quell'ora del giorno il Tempio era chiuso al pubblico e gli Anziani si erano già ritirati a meditare: era il momento ideale per penetrare all'interno e carpire tutte le informazioni e i segreti su cui fossero riusciti a mettere le mani. Connor entrò per primo nella haiden. Alzate tre dita, indicò a destra, mentre lui si dirigeva a sinistra. Tre Guerrieri obbedirono al comando silenzioso e proseguirono lungo il lato est della sala circolare. Le due squadre si mossero nell'ombra, consapevoli che ogni passo falso avrebbe consentito alle 9
unità video lungo il perimetro di captare la loro incursione. Al centro dell'ampio spazio si trovava un semicerchio di file di seggi, rivolto verso il colonnato d'ingresso dal quale erano appena entrati. I seggi erano disposti su più livelli ed erano talmente tanti che i Guardiani avevano perso da tempo il conto del numero di Anziani che vi si sedevano. Quello era il cuore pulsante del loro mondo, il centro da cui venivano emanati gli ordini e le leggi, la sede del potere. Quando il gruppo si fu ricomposto di nuovo nel corridoio centrale che conduceva allo honden, Connor si fermò e gli altri attesero i suoi ordini. Il corridoio a ovest proseguiva verso gli alloggi degli Anziani, quello a destra portava a un cortile appartato per la meditazione all'aria aperta. La galleria centrale era il luogo dove le cose cominciavano a essere strane. Dopo la sua prima, nonché unica, incursione nel Tempio, lui era preparato a quelle stranezze inspiegabili, ma i suoi uomini no: li guardò sollevando un sopracciglio, ammonendoli muto di seguire i comandi ricevuti in precedenza. Loro annuirono, seri; poi Connor cominciò ad avanzare. Mentre camminavano, una vibrazione sotto i loro piedi attirò lo sguardo di ciascuno sul pavimento. La pietra brillò e divenne trasparente, dando l'impressione che il pavimento si fosse dissolto e tutti stessero per precipitare su una coperta di stelle infinita. Connor annaspò per istinto verso la parete, stringendo i denti; poi lo spazio sottostante si trasformò in un caleidoscopio turbinante di colori. 10
«Che io sia fottuto» mormorò Wager. Connor aveva detto la stessa cosa la prima volta che aveva percorso quel corridoio: ogni passo creava delle increspature nei colori, indicando che, di qualunque cosa si trattasse, reagiva alla loro presenza. «È reale?» sussurrò rabbioso il Caporale Trent. «Oppure è una specie di ologramma?» Connor lo zittì alzando la mano, e ricordò di nuovo a tutti di restare in silenzio. Non aveva idea di cosa fosse quella diavoleria, sapeva solo che non poteva guardarla, se non voleva rischiare di vomitare per la nausea. Oltrepassarono la biblioteca privata degli Anziani per raggiungere la sala di controllo: là si trovava un Anziano, una sentinella solitaria sperduta in un ambiente immenso, dominato da pareti altissime, tutte rivestite di libri su più ripiani, e alla cui base c'era un'ampia console. Com'era consuetudine, uno degli Anziani era rimasto là quando gli altri si erano ritirati nel pomeriggio: fu lui lo sfortunato bersaglio di una freccia soporifera che lo colpì al collo. Connor trascinò via il corpo privo di conoscenza per consentire a Wager di accedere alla tastiera a mezzaluna del pannello di controllo. «Metto i video in loop in modo che non ci registrino.» Wager si avvicinò e si mise all'opera, la postura eretta, le gambe leggermente divaricate, concentrato sulla sua missione: con i lunghi capelli neri e gli occhi grigio tempesta aveva l'aspetto di un fuorilegge che ben si abbinava alla sua reputazione di 11
testa calda. Data la sua natura esplosiva e un po' indisciplinata, era rimasto luogotenente per molti più secoli di quanto non succedeva normalmente agli altri. Di recente Connor lo aveva promosso primo luogotenente: non che la cosa cambiasse molto la situazione, erano e restavano tutti degli insorti, avendo disertato dai reggimenti autorizzati dei Guerrieri d'Élite per comandare la fazione ribelle. Certo che Wager sarebbe stato capace di gestire la parte della missione che lo riguardava, cioè la ricerca di dati, Connor lo lasciò da solo; mise due uomini di guardia all'ingresso e ne prese altri due con sé per perlustrare l'edificio. Era passato poco tempo da quando aveva fatto irruzione nel Tempio, accompagnato unicamente da Wager: quella incursione aveva indotto gli Anziani a incrementare il numero di guardie attorno al Tempio e perciò questa volta Connor era stato costretto ad attaccare il complesso con una dozzina di uomini scelti, sei lasciati all'esterno e sei all'interno con lui. Avanzarono con passo veloce lungo il corridoio, distogliendo gli sguardi dal pavimento turbinante. La luce cadeva dai lucernari soprastanti e una porta trasparente in fondo al passaggio lasciava intravedere l'estremità soleggiata del cortile per la meditazione. Raggiunta un'entrata, Connor fece cenno a uno dei suoi uomini di fare attenzione a qualunque cosa sembri insolita. L'uomo annuì ed entrò nella stanza priva di porta, la spada sguainata. Connor ripeté l'ordine al secondo soldato, e poi proseguì da solo, entrando 12