Sherryl Woods
La voce del vento
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Wind Chime Point Mira Books © 2013 Sherryl Woods Traduzione di Fabio Pacini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance febbraio 2015 Questo volume è stato stampato nel gennaio 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 145 del 13/02/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Disoccupata e incinta! Due termini che Gabriella Castle non aveva mai immaginato di dover applicare a se stessa, almeno non assieme. Invece, in virtù di un capriccio del destino che non era stata in grado di anticipare, si ritrovava senza lavoro e, fatto non meno scioccante, in attesa di un figlio. Con tanti saluti alla sua carriera fulminante, frutto di anni di dedizione maniacale al lavoro! Seduta nell'elegante salotto del suo appartamento a Raleigh, in North Carolina, Gabi fissò il quadro che le era costato più di quanto molte persone guadagnavano in un anno. Era stata sua sorella Emily a convincerla a comprarlo. Lo aveva visto sul catalogo di un'importante casa d'aste... Sotheby's, o giù di lì... e aveva deciso che era quello che ci voleva per mettere assieme i vari elementi dell'arredamento del suo salotto. «Oltretutto, è un grande investimento» aveva affermato entusiasticamente Emily. «Nel giro di pochi anni, il suo valore triplicherà.» Gabi si domandò se, rivendendolo adesso, sarebbe riuscita a recuperare i soldi che aveva speso. Probabilmente ne avrebbe avuto bisogno. In alternativa, sua sorella sarebbe potuta venirsene fuori con un quadro... o una formula magica... capace di rimettere assieme la sua vita. Sebbene fossero passati tre giorni da quando era entrata 5
nell'ufficio della sua direttrice aspettandosi di venire lodata per l'ultima campagna di pubbliche relazioni che aveva messo in piedi per la loro compagnia biomedica, salvo poi uscirne venti minuti piĂš tardi con in mano l'assegno della liquidazione, faceva ancora fatica a realizzare quello che era successo. Lavorava dall'etĂ di diciotto anni e a ventuno era entrata nella New Future Biomedic. Spinta dall'ambizione e animata dal desiderio di dimostrare qualcosa a suo padre, aveva cominciato a elaborare un piano per la carriera mentre frequentava ancora l'universitĂ , facendo diversi lavori da interna per acquisire l'esperienza che le avrebbe permesso di ottenere un posto di primo livello dopo la laurea. Gabi aveva sperato che quel posto glielo offrisse suo padre, ma Sam Castle glielo aveva rifiutato senza pensarci due volte. Assunta da una compagnia concorrente e piĂš determinata che mai, aveva compiuto un'ascesa vertiginosa, diventando, ad appena ventotto anni, la top manager del reparto di pubbliche relazioni. Tutti vedevano per lei, in un futuro nemmeno troppo lontano, la carica di vicepresidente. Se la sarebbe certamente meritata. Invece, purtroppo, era saltato fuori che quel particolare percorso professionale non era compatibile con lo status di madre non sposata, almeno in determinati circoli. Non che la sua direttrice avesse avuto l'ardire di licenziarla. No, Amanda Warren aveva fatto in modo che per lei fosse impossibile restare. Aveva delineato una situazione volta a tenerla al riparo dai giudizi del mondo per l'intera durata della gravidanza. Il resto, Gabi lo aveva letto tra le righe. I suoi giorni come portavoce ufficiale della New Future Biomedic erano finiti. Avrebbe potuto puntare i piedi e combattere, ma, ancora sconvolta dalla scoperta di aspettare un bambino, non aveva avuto l'energia per iniziare una battaglia legale. Pertanto, aveva negoziato una buonuscita che, oltre a salvare 6
quel che restava della sua dignità, le aveva messo in tasca una sostanziosa liquidazione, il che significava tempo per considerare le sue opzioni per il futuro. Futuro che includeva un figlio! Perché era questa, ovviamente, la vera bomba... l'inatteso colpo di scena che l'aveva lasciata tramortita e sgomenta, dando il via a quella spirale degradante. Gabi aveva sempre saputo che nessun metodo di contraccezione era al cento per cento sicuro, ma aveva pensato che la pillola fosse una soluzione ragionevolmente efficace. Il suo partner di cinque anni, Paul Langley, ne era stato ugualmente convinto. A tal punto che la sua prima reazione era stata di negare la possibilità che quel bambino fosse suo. Poi, una volta rassicurato su quell'aspetto, l'aveva mollata, dicendole che non voleva avere niente a che fare con la faccenda, che un figlio non faceva parte del loro accordo. Gabi non era stata nemmeno consapevole del fatto che la loro relazione fosse un accordo, e per di più solo finché conveniva a lui. Mentre era lì che rifletteva sul disastro che, nello spazio di pochi giorni, si era abbattuto sulla sua ordinata esistenza, il telefono iniziò a squillare. Sullo schermo era apparso il nome di Samantha, la sua sorella maggiore, e, sapendo che Sam avrebbe continuato a insistere a oltranza, Gabi alzò la cornetta, cercando di colorare con una nota di entusiasmo la voce. «Quando ho visto che il tuo cellulare era spento, ho chiamato in ufficio e mi hanno detto che non lavori più lì» disse Samantha in tono comprensibilmente sbalordito. «Cosa diavolo succede?» Gabi sospirò, dicendo addio a qualunque speranza di tenere ancora per qualche giorno la sua famiglia all'oscuro della catastrofe professionale che si era abbattuta su di lei. «Mi sono licenziata» spiegò succintamente. «O sono stata 7
costretta a licenziarmi, a seconda dei punti di vista.» «Ma perché?» chiese Samantha, indignandosi. «Non per via dei giorni liberi che ti sei presa per andare ad aiutare la nonna dopo l'uragano, mi auguro!» «Certo che no. Avevano capito la situazione e in ogni caso mi spettavano un sacco di ferie arretrate. Se il problema fosse stato quello, mi avrebbero scaricata mesi fa.» «Allora perché?» insistette Sam, suonando sempre più incredula. «Hai dato alla New Future una notorietà nazionale. Non sanno cos'è la gratitudine, quei bastardi?» Gabi sorrise della sua ferocia. «A dire il vero, la notorietà l'hanno acquisita grazie a quello che fanno. Io mi sono limitata a raccontarlo in giro.» «Sì, va bene, fai pure la umile, ma noi due sappiamo come stanno veramente le cose.» Samantha esitò, poi chiese: «Cosa farai adesso, Gabi? Hai già deciso? Questo lavoro era tutta la tua vita». «Patetico, eh?» mormorò Gabi, vedendo per la prima volta l'enormità dell'errore che aveva commesso concentrandosi anima e corpo sul lavoro. «Be', per lo meno sei avvertita per la prossima volta» disse Samantha con dolcezza. «Adesso starai bene attenta prima di donare tutto il tuo tempo e la tua energia a gente che non se li merita. Hai già cominciato a guardarti attorno?» «Sto ancora cercando di venire a patti con quello che è successo» ammise Gabi, descrivendo così lo stato di caos nel quale era precipitata. «Con la liquidazione che mi hanno dato, posso riflettere con calma.» «Sarai assunta prestissimo, ne sono sicura. Appena si spargerà la notizia che sei sul mercato, verranno a cercarti a casa. Chiama papà. Lui ha un milione di contatti nel mondo della ricerca biomedica. È addirittura possibile che riveda la sua posizione sull'assumere i familiari e ti offra un posto nella sua compagnia.» 8
«Non ora» disse Gabi. Suo padre era un tradizionalista e lei non aveva nessuna voglia di scoprire che opinione aveva delle figlie che restavano incinte senza essere sposate. «Perché no?» insistette Samantha. «Questa è una delle rare occasioni nelle quali papà potrebbe essere davvero di aiuto. Forse sarebbe persino contento di farlo.» «Non ne sono molto sicura.» Sam Castle era prima di tutto un uomo d'affari, ben cosciente della necessità, specialmente nell'ambiente della biomedica, di proiettare all'esterno un'immagine di rigore etico e serietà. Gli sbagli, di natura professionale o personale, non erano permessi. E lui aveva portato quei principi anche all'interno della famiglia. «C'è qualcosa che non mi hai detto?» chiese sospettosamente Samantha. «Io ti conosco. Non sei una che sta lì a girarsi i pollici senza fare nulla. Mi sorprende che tu non abbia già un paio di offerte di lavoro sotto la lente di ingrandimento.» «Non hai sentito? Sono tempi difficili.» «E tu sei molto brava in quello che fai e hai uno sponsor perfetto in papà. Perché non vuoi chiedergli aiuto?» Dal momento che era chiaro che Samantha non aveva intenzione di mollare l'osso, Gabi inspirò a fondo e, tutto d'un fiato, disse: «Perché aspetto un bambino. Capisci, adesso?». L'annuncio venne accolto da un silenzio di tomba, al termine del quale, con una voce strozzata, Samantha esclamò: «Per tutti i santi del Paradiso! Un bambino, Gabi? Sei sicura?». «Se non fossi sicura non l'avrei detto alla mia direttrice, ti pare?» ribatté Gabi, asciutta. «E ti hanno licenziata per questo?» chiese Samantha, scioccata. «Ma non è illegale?» «Tecnicamente non mi hanno licenziata. Mi hanno demotivata, inducendomi a negoziare una buonuscita. Una situazione vincente per entrambe le parti, almeno stando 9
ad Amanda, la quale... chi l'avrebbe immaginato?... si è rivelata ancora più brava di me a raccontare storie in giro.» Gabi non era riuscita a nascondere la sua amarezza, ma Samantha decise di ignorarla. «Okay, per adesso lasciamo perdere il lavoro. Non è così importante. Il bambino è di Paul.» Era un'affermazione, non una domanda e Gabi le fu grata per questo. «Naturalmente.» «Come l'ha presa?» «Come se avessi commesso un reato. Inutile aggiungere che è sparito di scena alla velocità della luce.» «Il verme» disse Samantha con sentimento. «Non mi è mai piaciuto.» A dispetto della tensione, Gabi sorrise. «Non l'hai neanche conosciuto.» «È proprio per questo che non mi piaceva. Che razza d'uomo si rifiuta di incontrare la famiglia della sua ragazza? Non si è fatto vivo nemmeno quando siamo andate ad aiutare la nonna dopo l'uragano.» «Il che probabilmente è stato una benedizione. Non oso pensare ai guai che avrebbe potuto combinare con un martello in mano.» «Non è quello che ci si aspetterebbe da un uomo» sentenziò Samantha. «Che te ne pare di Wade Johnson, invece? Lui sì che è uno da avere attorno in tempi di crisi.» Gabi si irrigidì all'inattesa menzione dell'uomo che era stato sempre tra i piedi mentre eseguivano le riparazioni al ristorante di famiglia, Castle's by the Sea, rimasto danneggiato dall'uragano. «Perché lo tiri in ballo?» «Perché ha risposto presente nel momento del bisogno, esattamente come Boone. E ho visto come ti guardava: sembrava che non avesse mai visto niente di così perfetto in vita sua.» «Tu sei pazza.» «Ti faccio notare che avevo detto la stessa cosa a nostra 10
sorella riguardo a Boone e guarda dove sono adesso. Fra pochi mesi Emily e Boone si sposeranno, sempre che lui riesca a convincerla a fissare finalmente una data. Io sono brava in questo genere di cose, Gabi. So riconoscere l'attrazione tra un uomo e una donna, anche quando entrambi si sforzano di negarla.» «Be', stavolta ti sbagli. Non fosse altro perché, tra sei mesi, darò alla luce il figlio di un altro uomo.» Samantha, che per un attimo se n'era dimenticata, emise un sospiro. «Però sei contenta, no?» chiese in tono esitante. «Un bambino, Gabi! È incredibile.» Gabi si posò una mano sul ventre. La prima volta che aveva sentito un fremito di vita lì dentro, si era innamorata. Certo, la gravidanza poteva essere una gran seccatura, specialmente quando non era il risultato di un incontro d'amore e se ti costava il posto di lavoro, ma lei adorava già il suo bambino. Avrebbe fatto quanto in suo potere per proteggerlo e assicurarsi che avesse tutto quello che si meritava... inclusi due genitori capaci di fare tesoro del preziosissimo dono che avevano ricevuto. «Sto pensando all'adozione» disse a Samantha, decidendo di sperimentare su di lei l'idea della quale non aveva parlato a nessuno. Le sue parole vennero seguite da un profondo silenzio. «Samantha? Sei ancora lì?» «Vorresti dar via il bambino?» Gabi chiuse gli occhi. «Penso che sia l'unico modo per essere sicura che abbia una buona vita. Inoltre, a essere sincera, non voglio essere legata a Paul tramite lui. Non voglio un solo centesimo dei soldi di quell'uomo. Una persona così egoista non deve avere nessun ruolo nella vita di questo bambino.» «Oh, tesoro, lascia perdere Paul» protestò Samantha. «Tu sei in grado di offrirgli una buona vita senza alcun sostegno esterno. Puoi farlo nascere in una famiglia che si 11
innamorerà di lui un secondo dopo la sua nascita.» «I bambini non dovrebbero venire al mondo con una madre single e disoccupata» disse Gabi a bassa voce. «Questa non è una situazione permanente. Troverai un altro lavoro» insistette Samantha. «E poi ti aiuteremo tutti. Io, Emily, la nonna. Perfino papà sarà della partita. Il suo primo nipote? Andrà in brodo di giuggiole!» «Ne sei proprio convinta?» Gabi non fece nulla per nascondere lo scetticismo, pur sapendo di assomigliare molto a Emily mentre lo diceva. La sorella sosteneva da sempre che Sam Castle fosse solo vagamente consapevole di avere delle figlie e non provasse nulla di profondo nei loro confronti. L'immagine di lui seduto in poltrona con il bambino tra le braccia era talmente incongrua da risultare ridicola. «Be', non è una cosa che devi decidere in questo preciso istante» disse Samantha, facendo marcia indietro per non metterle troppa pressione addosso. «Ne riparleremo quando sarò lì.» «Quando sarai qui?» ripeté Gabi, subito sospettosa. «Non sapevo che avessi intenzione di venire da queste parti.» «Partirò domani mattina» disse Samantha, come se il viaggio fosse in programma da settimane e non da due secondi. «Incontriamoci a Sand Castle Bay. Non hai niente che ti trattenga a Raleigh al momento. Non ti sei nemmeno messa in cerca di un nuovo lavoro. Tanto vale che ti goda questa inattesa vacanza. Il sole e l'aria di mare ti aiuteranno a vedere la situazione nella giusta prospettiva. Tu sai che è così.» «Non sono sicura di essere pronta a scaricare questa notizia sulla nonna» disse Gabi in tono dubbioso. «Fatti trovare lì, altrimenti Emily e io verremo a prenderti con la forza» minacciò Samantha con autorità. «Emily è a Sand Castle?» chiese Gabi, stupita. «Credevo che fosse presissima dal nuovo lavoro a Los Angeles.» 12
«Ha anche un matrimonio da organizzare. E spera ancora di riuscire a convincere la nonna a modernizzare l'arredo del ristorante. Lei e Boone sono arrivati due giorni fa. Vuole la nostra opinione sui piani per le nozze. È per questo che ti ho telefonato, per informarti del fatto che siamo state convocate d'urgenza.» Gabi rise. «E da quando in qua Emily ha bisogno di noi per decidere della sua vita?» «Ha detto che in tutti i telefilm nei quali ho recitato c'erano sempre dei matrimoni fantastici, ragion per cui un paio di cosette dovrei averle imparate. Inoltre, in quanto sorelle della sposa, avremo un ruolo preciso durante la cerimonia. In altre parole, se non vuoi essere costretta a indossare uno degli orribili colori che vanno di moda adesso a Hollywood, è necessario che tu venga a Sand Castle Bay e parli per te stessa. Dammi retta. Sono la maggiore. So come funzionano certe cose.» Gabi rise di nuovo. «Veramente la più intelligente sono io. Lo sanno tutti.» «Se fosse vero, non ti ritroveresti in questo pasticcio» ribatté prontamente Samantha, unendosi alla sua risata. «Ci vediamo domani, tesoro. Non preoccuparti. Si risolverà tutto. Te lo prometto.» Gabi abbassò la cornetta e sospirò. Sand Castle Bay era l'ultimo posto al mondo in cui sarebbe voluta andare in quel momento, però su un punto Samantha aveva ragione. Era la loro casa, il luogo al quale appartenevano. Wade era seduto sul pavimento del salotto di sua sorella con due bambini sotto i tre anni che gli si arrampicavano addosso. Be', una cercava di arrampicarsi. L'altro si faceva cullare fra le sue braccia, sbavando. «Zio Wade?» sussurrò Chelsea, salendogli in grembo e premendosi sul suo torace. «Che c'è, scricciolo?» chiese lui, spostando il piccolo 13
Jason da una parte per farle il giusto spazio. «Voglio un gattino per il mio compleanno» annunciò solennemente la bambina. Lui sorrise, consapevole di essere vittima di un tentativo di manipolazione. Ogni volta che uno dei suoi nipoti gli puntava addosso gli occhioni azzurri, aveva l'impulso di dargli tutto quello che chiedeva. Però, un gattino? A Louise sarebbe venuto un colpo. Aveva giurato che in casa sua non sarebbe entrato nemmeno un criceto finché l'ultimo dei suoi figli non avesse smesso di portare i pannolini... e, preferibilmente, si fosse anche laureato, conoscendola. «La mamma cosa dice?» chiese alla bambinetta, che aveva reclinato il capo sulla sua spalla emettendo un sospiro straziante. «No» ammise lei in tono dolente. «Allora ho paura che sia no. Forse quando sarai più grande e potrai prenderti cura del gattino da sola.» «Ma fra pochi giorni avrò tre anni» gli ricordò lei. «Credo che dovrai aspettare di essere ancora più grande» disse Wade. «Tenere un gattino è una considerevole responsabilità.» Alzò lo sguardo e vide sua sorella che gli torreggiava davanti, le mani sui fianchi. «Buona risposta» approvò lei, salvo poi accigliarsi all'indirizzo di sua figlia. «E tu, signorina. Non avevamo parlato della tua brutta abitudine di andare da tuo padre, o tuo zio, per ottenere una cosa che io ho già detto che non puoi avere?» Chelsea le lanciò un sorriso che sarebbe stato capace di intenerire persino una pietra. «Ma io lo voglio davvero davvero tanto, questo gattino.» «E io ti ho risposto davvero davvero di no» ribatté Lou, imponendosi di restare seria. «E adesso va' a lavarti le mani prima di metterti a tavola. Papà sarà a casa da un momento all'altro.» 14
Chelsea cacciò un altro sospirone, ma partì in direzione del bagno. «Quella bambina diventerà un politicante trafficone» predisse cupamente Lou. «Oppure un avvocato di successo, come la sua mamma» suggerì Wade, ridacchiando. «Un uomo più debole le avrebbe portato un gattino domani mattina per prima cosa, ma io so come opera. Inoltre, grazie ai suoi fratelli, avevo già sentito la regola del niente animali domestici almeno un milione di volte.» Louise si lasciò cadere sul divano e per un istante dal suo viso trapelò un'immane stanchezza. Lui aggrottò la fronte, strisciò verso di lei e le passò il bambino, osservandola di sottecchi mentre sfiorava con la punta delle dita la guancia vellutata di Jason. «Tutto a posto, sorellina?» «Sì, è solo che faccio troppe cose contemporaneamente. Come diavolo mi è venuto in mente di mettere al mondo tutti questi bambini continuando a lavorare?» «Sentivi che saresti stata una madre fantastica e sapevi che tu e Zack avreste avuto dei figli stupendi. Inoltre, eri certa che avresti sempre potuto contare su di me.» Lei abbozzò un mezzo sorriso. «Tu sei una manna dal cielo» ammise. «Averti qui per un paio d'ore quando torno a casa dallo studio mi aiuta a mantenere un minimo di sanità mentale. I bambini ti adorano e io ho tempo per respirare un po' e riacquistare una parvenza di umanità prima che Zack entri dalla porta. Mio marito lo apprezza moltissimo, credimi.» «Stare con i bambini funziona anche per me» disse Zack in tono sommesso. «Specialmente adesso.» Louise si piegò in avanti e gli diede una stretta alla spalla. «Tu sei sempre così allegro e sereno che ho la tendenza a dimenticare che negli ultimi due anni la tua vita non è stata esattamente un letto di rose.» 15
«Non cominciare» implorò lui. «Parlare di Kayla e del bambino... non me la sento.» «Sono passati due anni» disse quietamente Louise, ignorando la sua richiesta. «So che perdere tua moglie e tuo figlio ti ha devastato, Wade, ma tu non ne parli mai. Tenersi dentro un simile dolore non fa bene alla salute.» Lui le lanciò un'occhiata sardonica. «Mi viene naturale. I Johnson non parlano dei loro sentimenti. Non è questa la lezione che abbiamo imparato da papà? Dopo che mamma se ne andò, lui non la menzionò mai più. E anche noi avevamo il divieto di nominarla.» «E sappiamo entrambi il prezzo che ha dovuto pagare nel tenere fede a questo proposito» ribatté Louise. «Non ti permetterò di seguire le sue orme. Se non vuoi parlare con me, vai da qualcun altro.» «Uno strizzacervelli? Non ci penso neanche.» «Hai intenzione di restare in lutto per il resto dei tuoi giorni, di non uscire mai, di non sposarti e avere dei bambini?» chiese lei. «Sarebbe uno spreco terribile. Tu sei nato per fare il papà, Wade. Chiedilo a uno qualunque dei miei figli. Sarebbero tutti pronti a testimoniare in tuo favore.» Lui sorrise. «Risparmiati la predica, sorellina. In questo periodo sto bene. Non vivo come un monaco, se è questo che ti preoccupa.» Louise cambiò immediatamente espressione. «Davvero? Racconta.» Cosa doveva dirle? Che aveva finalmente incontrato una donna capace di attrarre la sua attenzione? Che lei non se lo era filato neanche un po'? Che viveva a Raleigh e non tornava a Sand Castle Bay da settimane? Che l'unico contatto che aveva passava attraverso le notizie di quell'intrigante di sua nonna? Oh sì, Louise si sarebbe sentita molto rassicurata... «Quando ci sarà qualcosa da raccontare, sarai la prima a 16
saperlo» disse alla fine, tirandosi in piedi. «Ora è meglio che vada.» Lou lo guardò, sorpresa. «Non ti fermi a cena?» «Non stasera. Ho iniziato un nuovo intaglio e ho voglia di andare avanti con il lavoro. Mi sento ispirato.» «E non puoi rimandare di un'ora per mangiare un piatto di spaghetti con i tuoi familiari?» chiese lei, scettica. «A me non la dai a bere, Wade Johnson. Stai cercando di sottrarti alle mie interferenze.» Lui sogghignò. «Che ti serva da lezione, allora. Piantala di interferire.» Lei si alzò, cingendolo con il braccio libero. «Mai. Sei mio fratello e ti voglio bene. Ho il dovere di preoccuparmi per te, tormentarti e assicurarmi che tu sia felice.» «Sono ragionevolmente felice» disse lui. «Non hai niente di cui preoccuparti.» Mentre si allontanava, la macchina di suo cognato si infilò nel posto che aveva appena liberato. Wade lo salutò con un cenno della mano. Zack era molto fortunato ad avere una famiglia così e lui si augurava che ne fosse consapevole. Continuò a guidare, riflettendo sulla sua situazione. L'attrazione che provava nei confronti di Gabriella Castle era reale, ma lui non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di perseguirla, esponendosi di nuovo al rischio di soffrire come aveva sofferto nel suo primo matrimonio. Quante possibilità aveva un uomo di sopravvivere due volte a un simile dolore? Gabi arrivò sulla costa all'una e mezza e si diresse subito verso il Castle's by the Sea. A quell'ora, sua nonna era sempre lì e probabilmente avrebbe trovato anche Emily, che, un po' alla volta, stava trasformando l'arredo del ristorante. I suoi sforzi progredivano a passo di lumaca perché la nonna era allergica ai cambiamenti e perché ormai E17
mily viveva in pratica a Los Angeles, dove seguiva un progetto molto caro e vicino al suo cuore. Gabi giunse a destinazione quando mancavano dieci minuti alle due. Dal momento che il ristorante serviva soltanto colazioni e pranzi, la clientela si era già assottigliata e la porta d'ingresso era stata chiusa per impedire l'accesso ai ritardatari. Gabi girò sul retro e si infilò nella cucina. Come previsto, trovò sua sorella asserragliata nel piccolo ufficio, intenta a studiare dei campioni di tappezzerie. Gabi mise dentro la testa e chiese: «Hai avuto fortuna nel proporre l'idea di una nuova tappezzeria per i séparé?». Per un attimo, sul volto di Emily fece capolino la frustrazione, ma poi balzò in piedi e le gettò le braccia al collo. «Un bambino? Che meraviglia!» Gabi batté le ciglia. «Lo sapete già?» «Samantha ha chiamato ieri sera e ci ha raccontato tutto. Ha pensato che per te sarebbe stato più facile non dover dare l'annuncio di persona.» «Sul serio?» borbottò Gabi, poco convinta. «Sei sicura che non stesse cercando di arruolarvi nel suo schieramento?» «Non sapevo che ci fossero degli schieramenti» ribatté Emily, tentando di assumere, senza molto successo, un'aria innocente. Samantha l'attrice avrebbe anche potuto riuscirci, ma Emily fallì miseramente. «Sto pensando di dare il bambino in adozione. Samantha disapprova. Ti suona familiare?» «In effetti, potrebbe aver accennato alla cosa» ammise Emily. «Ma non addentriamoci in questa faccenda adesso. Non sai come sono felice di vederti. Boone e io abbiamo delle novità.» «Avete fissato la data del matrimonio» indovinò Gabi, senza sforzarsi molto, visto che ne discutevano da prima di Natale. Emily si aprì in un sorriso raggiante. «Il 2 giugno. Tutto 18
a un tratto mi sono resa conto che volevo un tradizionale matrimonio di giugno.» Fece una smorfia. «O forse lo voleva la nonna. Comunque sia, la data è quella. Tu e Samantha sarete bellissime negli abiti color pastello che sceglierò per voi. Ho considerato anche questo.» «Tu sai che a giugno io sarò molto, molto incinta, vero? Sei sicura che il corridoio della chiesa sia abbastanza largo per me?» «In caso contrario, rimuoveremo una parte dei banchi. Ne parlerò a Wade.» Gabi strinse gli occhi di fronte al tentativo di tirare in ballo quel tizio. Era la seconda volta in due giorni. Prima Samantha, adesso Emily. Non poteva essere un caso. «Wade?» «Be', sì, è un maestro falegname di ottimo livello» disse gaiamente la sorella. «Di tanto in tanto fa una capatina da queste parti, in cerca di te, credo. La nonna ne è convinta.» Gabi scosse la testa, posando una mano sulla piccola, ma chiaramente visibile protuberanza del suo ventre. «Non ti sembra un po' inopportuno giocare a trovarmi un fidanzato?» «Nessun gioco» insistette Emily. «Dico solo che lui è spesso nei paraggi, ansioso di rendersi utile. In realtà, potrebbe anche darsi che stia facendo la corte alla nonna. Ho notato che è molto affezionato alle sue torte.» «Come vuoi» bofonchiò Gabi con un sospiro. «Sarà meglio che vada di là e affronti il mio destino. La nonna è molto arrabbiata?» «Quando ha saputo la notizia, le si sono illuminati gli occhi. Se ti aspettavi riprovazione e sgomento, resterai delusa. Lei è sempre stata dalla nostra parte, indipendentemente dagli sbagli che facevamo.» Emily si coprì la bocca, assumendo un'espressione contrita. «Non che il bambino sia uno sbaglio, Gabi. Non intendevo dire questo. Tu lo sai, vero?» 19
Gabriella l'abbracciò. «Certo che lo so. E, incredibilmente, considerando l'intero contesto, non l'ho mai pensato nemmeno io. Anche se dovessi darlo in adozione, sarà una benedizione per due genitori che desiderano disperatamente un figlio.» Tuttavia, mentre pronunciava quelle parole, avvertì nuovamente un sommovimento nel ventre e si ritrovò con il cuore in gola. All'inizio, decidere in favore dell'adozione era stato facile. Era stata furiosa con Paul e ancora di più con se stessa. Il bambino non era stato reale per lei. Ora lo stava diventando. E, sospettava, questo fattore avrebbe complicato non poco il suo desiderio di fare la cosa giusta.
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La voce del vento di Sherryl Woods Gabriella Castle è sempre stata dedita al proprio lavoro più che a qualunque altra cosa. Ora che tutto quello per cui ha tanto lavorato le è stato portato via, Gabriella è disorientata e ha bisogno della serenità che si respira a casa della nonna, a Sand Castle Bay. Ha decisioni importanti da prendere riguardo al proprio futuro, e non ha certo il tempo di perdere la testa per l'affascinante Wade Johnson, a cui, a quanto pare, piace vestire i panni del cavaliere nella sua scintillante armatura. Quale ragazza sana di mente potrebbe resistergli? Gabi, però, rimane un osso duro. Non è il tipo da sciogliersi come neve al sole per un sorriso da svenimento. O forse sì?
Baci alla vaniglia di Christie Ridgway Beach House 9 è il luogo ideale dove passare un po' di tempo in tranquillità in riva al mare. È per questo che il medico militare Vance Smith ha deciso di affittarla per un mese e regalare una vacanza indimenticabile alla bambina di un suo commilitone caduto in guerra. Gli ha promesso di prendersi cura di lei, e così farà. Non aveva certo immaginato che la bambina è, a dire il vero, un po' cresciuta. Molto cresciuta: è infatti una donna con tutte le curve al posto giusto, capelli di seta, dolci occhi castani e un vago sentore di quei cupcake che sforna per la sua pasticceria ambulante. Non sarà un mese facile, per Vance, perché tenere giù le mani da Layla Parker richiederà tutto il suo autocontrollo.
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A rischio innamoramento di Lori Foster Per Margaret "Margo" Peterson, tenente di polizia di Cinncinnati, Ohio, il lavoro viene prima di tutto. Quando si trova a dover smascherare uno squallido giro di rapimenti, decide di offrirsi come esca. È addestrata ad affrontare il pericolo, ma non quello rappresentato da Dashiel Riske, partner "non ufficiale" che ha deciso di aiutarla. Dash è un metro e novanta di fascino e muscoli, un uomo che ama la vita e le donne, fin troppo. Ma quando Margo ha bisogno di lui svela un lato del tutto inaspettato che lo avvicina a lei in maniera molto intima. Sotto la facciata Margo nasconde una sensualità che incendia i sensi di Dash fin quasi alla pazzia. Dovranno lavorare fianco a fianco e pelle a pelle se vogliono portare a termine l'indagine.
Dal 10 aprile
OCEAN BREEZE La serie firmata dall’amatissima Sherryl Woods, autrice ai vertici della New York Times Bestseller list da oltre 8 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Tre sorelle e tre splendidi romanzi d’amore. Emily, Gabriella e Samantha vi porteranno nella splendida Nord Carolina e vi scalderanno il cuore.
“Sherryl Woods sa incantare i lettori ad ogni romanzo, me inclusa.” NYT Bestselling Author
Il prossismo appuntamento con OCEAN BREEZE è a GIUGNO Oltre a La voce del vento, scopri anche il primo volume della serie, La Baia, su www.harlequinmondadori.it.
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