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Londra, 1811 - Pierson Stratton, Visconte Wakefield, un tempo aveva tutto, ma la guerra ha rovinato ogni cosa. Ora vorrebbe solo un po’ di solitudine, ma Louisa, giovane vivace e molesta, non è per nulla disposta a lasciarlo in pace. - LE ADORABILI ZITELLE DI KEMPTON.
Inghilterra, 1815 - Convinto con l’inganno
a prendere in moglie Lillian e a partire per la guerra in cerca di onore, dopo sette anni Gerry torna in Inghilterra coperto di gloria. La sua casa, però è stata trasformata in un covo di corruzione e malaffare. Lillian è davvero truffatrice senza scrupoli?
Inghilterra, XIII secolo - Rimasta vedova subito dopo le nozze, Lady Eleanor Peyton dovrà lavorare fianco a fianco con William Rudhale, amministratore del maniero del padre. Bello, brillante, rispettoso… ma il suo comportamento fosse solo frutto di una scommessa?
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I CONFINI DEL PECCATO VICKI LEWIS THOMPSON
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Rolling Like Thunder Harlequin Blaze © 2015 Vicki Lewis Thompson Traduzione di Lucia Panelli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation agosto 2016 Questo volume è stato stampato nel luglio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY TEMPTATION ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 350 dell'11/08/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Finn O'Roarke scrutò l'area imbarchi per l'ennesima volta. I passeggeri di prima classe erano già stati imbarcati ma di Chelsea non c'era ancora traccia. Lui sarebbe passato a prenderla volentieri invece di incontrarla direttamente lì, ma non erano riusciti a mettersi d'accordo sull'orario. Lui preferiva arrivare con ampio anticipo e lei era una dell'ultimo momento. Letteralmente. Meno male che non volava con lei regolarmente, perché lo avrebbe fatto diventare... ah, eccola. Inspirò profondamente e si ripromise di non dire una parola. Chelsea gli stava facendo un piacere ad andare con lui. Trascinandosi dietro il trolley e con la borsa del computer a tracolla, camminava verso l'area imbarchi con la sua classica falcata. Non era alta ma il suo look dava l'impressione che lo fosse: jeans neri a sigaretta, sandali con tacco alto e una morbida camicia multicolore con cintura bassa sui fianchi. I capelli biondi dalle ciocche color lavanda, una novità recente, le danzavano morbidamente sulle spalle a ogni passo. Avvicinandosi, lasciò vagare lo sguardo sui pas5
seggeri che affollavano l'area e gli occhi scuri si spalancarono quando lo vide. Affrettò il passo. «Accidenti, sei vestito come un cowboy! Non me lo aspettavo.» Un tempo Finn si sarebbe seccato. Ma dopo cinque anni trascorsi a Seattle come proprietario di un microbirrificio con birreria annessa, non si considerava più un cowboy. Non poteva però aspettarsi che anche lei la pensasse così. Ma avrebbero trascorso parte del fine-settimana nel ranch Last Chance a Jackson Hole. Finn non lo aveva mai visto, però ne aveva sentito parlare. La famiglia Chance era una potenza nel Wyoming. Così aveva ritirato fuori il suo Stetson grigio, le camicie a scacchi, i Wranglers e gli stivali neri. Guardò Chelsea e si strinse nelle spalle. «Faremo la presentazione a gente che vive in un ranch. Mi è sembrata una buona idea.» «Avrei dovuto vestirmi così anch'io? Oh cavolo, forse mi sono bruciata. Ho solo questi sandali e un paio di scarpe da ginnastica.» «Tranquilla, Chels. Vai benissimo.» Altro che se andava bene. Dalla prima volta che l'aveva vista, cinque anni prima in un bar, aveva capito che lei era troppo figa e alla moda per lui. Ma incontrarla era stato un dono del cielo. Chelsea era una PR ed esperta di marketing. Dopo averle illustrato il suo progetto, che prevedeva l'apertura di un microbirrificio e di una birreria in centro a Seattle, lei gli aveva consigliato di avviare una campagna di raccolta fondi con Kickstarter, al fine di recuperare un vecchio edificio destinato alla demolizione. Poi gli aveva offerto il suo aiuto propo6
nendogli, come suo compenso, una percentuale sugli utili. Finn aveva salvato e ristrutturato l'edificio e lanciato la O'Roarke Brewhouse grazie a Chelsea Trask. Quel viaggio lo avrebbe reso ancora piÚ debitore nei confronti di Chelsea. I suoi genitori adottivi, Herb e Rosie Padgett, avevano problemi finanziari e correvano il rischio di perdere il ranch dove lui e molti altri ragazzi senza casa e famiglia avevano trovato rifugio. Un gruppo di loro stava cercando di salvare il ranch, e poichÊ Chelsea conosceva la storia di Finn e ammirava i Padgett, aveva accettato di aiutarlo un'altra volta. Grazie a Chelsea, in giugno era stata lanciata una campagna Kickstarter per l'Accademia Thunder Mountain, un programma di formazione rivolto agli adolescenti interessati a lavorare in ambito equestre. Ma il primo settembre, data ultima per la raccolta di fondi, era drammaticamente vicino ed erano ancora molto lontani dall'obiettivo prefissato. Tutti quelli coinvolti nel progetto, Finn incluso, avevano iniziato ad agitarsi. Quel fine-settimana avrebbe significato la svolta, in un senso o nell'altro. Cade Gallagher, che come Finn aveva trascorso molti anni al ranch diventando uno dei suoi migliori amici, aveva appena scoperto di essere cugino dei Chance. Grazie a quel legame, Finn e Chelsea erano stati invitati a presentare il progetto a potenziali donatori nel corso di un evento organizzato dai Chance. Chelsea era l'esperta in materia, perciò avrebbe condotto la presentazione ma Finn avrebbe cercato di far capire ai presenti quanto il ranch fosse stato importante per 7
dare una svolta importante alla sua vita. Mentre il primo gruppo di passeggeri della classe economica veniva invitato a imbarcarsi, Chelsea diede a Finn un'altra attenta occhiata. «Sai una cosa? Mi sa che hai avuto un'ottima idea ad agghindarti così.» «Mi fa piacere che approvi.» Certo, agghindarti non gli era piaciuta come parola ma decise di lasciar perdere. Venendo da Chelsea era un commento tutto sommato gentile. Quando era nervosa sapeva essere davvero tagliente. Era stata irritata con lui per mesi, cosa che rendeva il lavorare insieme su quel progetto piuttosto difficile. Chelsea si era convinta che loro due si sarebbero messi insieme dopo il suo divorzio da Alison avvenuto l'anno prima ma proprio lei, fra tutti, avrebbe dovuto rendersi conto che lui era sposato con il suo lavoro, motivo per cui Alison lo aveva lasciato. Certo, lui aveva fatto non pochi sogni a luci rosse con Chelsea come protagonista, ma non aveva nessuna intenzione di farli diventare realtà. Era sicuro che se si fossero messi insieme, la routine che con tanta fatica si era creato ne avrebbe risentito, proprio quando aveva bisogno di tutte le sue energie per mantenere in attivo la sua impresa. Il divorzio era stato dispendioso. Inoltre, lui aveva già dimostrato di non essere capace di gestire un'attività imprenditoriale e al tempo stesso di tenere in piedi una relazione. Aveva spiegato tutto ciò a Chelsea quando aveva rifiutato il suo invito a cena ma lei non l'aveva presa bene. Avendo acquistato i biglietti tardi, sarebbero stati nell'ultimo gruppo a imbarcarsi, così Chelsea eb8
be il tempo di osservarlo. «Mi ricordo il cappello e gli stivali che hai indossato quando abbiamo realizzato il servizio fotografico per il calendario de Gli uomini di Thunder Mountain, però in quelle foto dovevi mostrare i muscoli. L'abbigliamento di oggi è più ricercato, ma efficace.» «Efficace per che cosa?» Il mese precedente aveva trascorso un'ora a soffrire perché un qualche genio aveva deciso di realizzare un calendario da regalare a coloro che avessero fatto donazioni per l'Accademia di Thunder Mountain. Chelsea si era offerta di scattargli le foto così da evitargli di perdere tempo per andare fino nel Wyoming. «Per l'immagine.» Gli lanciò un'altra occhiata di apprezzamento. «Mentre si susseguiranno le diapositive della mia presentazione, tu te ne starai accanto a me e sembrerai anche tu un cowboy capace di cavalcare e tirare il lazo; insomma uno in grado di lanciarsi nelle attività che verranno insegnate all'Accademia.» Be', questa volta non poteva lasciar correre. «Si dà il caso che io sappia cavalcare e tirare il lazo. Forse oggi non potrei più competere con i migliori cowboy, perché sono fuori allenamento, ma me la caverei egregiamente.» «Non ne dubito.» Lo sguardo di Chelsea si addolcì, prima che lei interrompesse il contatto visivo. «Ehi, tocca a noi.» E agitò la carta d'imbarco. «È ora di salire.» «Bene.» Lei aveva catturato a tal punto la sua attenzione, da non fargli nemmeno sentire l'annuncio dell'imbarco. Esempio perfetto di quanto Chelsea lo distraesse. Sistemata la tracolla del computer e 9
afferrato il manico del trolley, la seguì. Chelsea aveva la capacità di scuoterlo da una sorta di torpore. A un tratto, avvertì infatti il desiderio di cavalcare e lanciare il lazo per dimostrarle le proprie capacità. Ovviamente non al ranch Last Chance, ma una volta terminata la presentazione avevano in programma di trasferirsi al ranch Thunder Mountain. Dopo tutta la fatica fatta per sviluppare l'idea e dare consigli, gratuitamente, Chelsea si meritava di vedere il ranch e conoscere i suoi genitori adottivi. Anche questi ultimi erano ansiosi di conoscerla. Si chiese se lei sapesse cavalcare, perché non glielo aveva mai domandato. Mentre salivano a bordo, una bionda assistente di volo gli sorrise e commentò: «Gran bel cappello». «Grazie.» «Se vuole, glielo metto in una cappelliera nei primi posti.» «Sarebbe fantastico, signora.» Il cowboy che era in lui si era improvvisamente risvegliato. Si tolse il cappello e glielo porse. «Ci mancherebbe.» Gli rivolse un altro sorriso smagliante. «Me ne prenderò cura.» «La ringrazio.» Quando raggiunse Chelsea, quest'ultima combatteva con il trolley per infilarlo nella cappelliera, così l'aiutò. Lei borbottò un ringraziamento e dopo aver sistemato anche la sua valigia, Finn si sedette. La disposizione dei sedili ne prevedeva due su un lato del corridoio e tre sull'altro e quando Chelsea aveva fatto le prenotazioni era riuscita a blocca10
re due posti l'uno accanto all'altro. Lei aveva scelto il lato finestrino, particolare che a Finn andava benissimo, considerato che preferiva il corridoio. Una volta allacciata la cintura di sicurezza, Chelsea disse: «Grazie, signora?». «È colpa del cappello. È bastato che lo mettessi in testa per parlare diversamente.» «Lo portavi anche per il sevizio fotografico ma non mi sembra tu mi abbia mai chiamato signora.» Lui rise. «Perché tu non hai fatto altro che torturarmi obbligandomi a tenere per ore una botte di birra sulla spalla nuda.» «Per pochi minuti, O'Roarke. Pochi minuti. Mi sembrava di avere a che fare con un bambino quel giorno.» «È stato imbarazzante posare senza camicia e sapere che ad aprile sarò appeso alla parete di perfetti sconosciuti.» «A proposito... ho portato il calendario.» Lui gemette. «Temevo che lo avresti fatto.» «È uno strumento di vendita. È logico che lo abbia portato. Non hai ancora visto il prodotto finale, vero?» Estrasse la custodia con il computer che aveva sistemato sotto il sedile davanti a sé. «No, e non voglio nemmeno vederlo.» «Ma dai, devi vederlo. Non dimenticare che i fratelli Chance si sono offerti di parteciparvi, così almeno ti farai un'idea di che faccia hanno prima di conoscerli di persona.» Fece scorrere la cerniera della custodia e tirò fuori un calendario. Sulla copertina compariva Cade: a torso nudo, se ne stava appoggiato a un palo con una fune gettata su una spalla. Un macho dalla testa ai piedi. «Non 11
ho bisogno di farmi un'idea dei fratelli Chance, grazie mille.» «Le foto non sono tutte come questa.» Chelsea cominciò a sfogliare il calendario. «Guarda! Questo è Jack Chance, completamente vestito, seduto su Bandit, il suo cavallo. Sembra un indiano, non trovi?» «Già.» Finn dovette ammettere che vedere i volti in anticipo gli avrebbe consentito di ricordare i nomi quando fosse giunto il momento di incontrare i Chance di persona. «E questo è Nick Chance, il marito di Dominique. La foto che ti ho scattato è bella, ma sono felice che il progetto sia stato realizzato da Dominique, perché è una fotografa davvero eccezionale. E ovviamente è innamorata di Nick.» Finn guardò il primo piano di un cowboy sorridente dai capelli scuri e gli occhi verdi. Il cappello, spinto indietro sulla testa, gli conferiva un aspetto amichevole, simpatico; il classico bravo ragazzo con il quale sarebbe stato piacevole andare a bere un birra. «Hai ragione. È una buona idea. Dov'è Gabe?» «Qua.» Chelsea aprì il calendario sull'immagine di un uomo biondo con i baffi. «Dominique ha detto che ha dovuto minacciarlo per convincerlo a slacciarsi la camicia, ma alla fine ce l'ha fatta.» «Almeno a lui ha concesso di tenere la camicia.» Finn guardò l'immagine di Gabe che trascinava fuori dal granaio una balla di fieno. «Alcuni di noi non sono stati così fortunati.» «Ehi, che cosa avete lì?» L'assistente di volo si fermò accanto al sedile di Finn. «Fatemi vedere!» 12
Prima che lui potesse protestare, Chelsea le porse il calendario. «Mi piace! Posso darci un'occhiata e restituirvelo dopo il decollo?» «Ma certo» rispose Chelsea. «Faccia con comodo.» Mentre la donna se ne andava verso la parte anteriore del velivolo, Finn si girò verso Chelsea. «Ma sei matta?» «Sei tu quello che ha cercato di affascinarla con il cappello e quell'aria sorniona.» «Cercavo solo di essere gentile, ma adesso lei...» «Potrebbe diventare una sostenitrice del nostro progetto. Il fatto che tu sia un cowboy sarà indubbiamente un vantaggio questo fine-settimana. Non mi era venuto in mente che avresti dovuto vestirti così, perciò ti faccio i miei complimenti. Una mossa brillante. Da vero PR.» «Non pensavo fosse una mossa da PR.» In un certo senso era un tentativo di proteggere se stesso. Quando finisci in una casa famiglia, dove in realtà non hai nessuno che sia veramente tuo parente, cerchi sempre di fare del tuo meglio ogni volta. Finn possedeva anche un abito elegante, ma era nato nel Wyoming e sapeva che giacca e cravatta non avrebbero colpito la famiglia Chance quanto un bel capello e un paio di stivali lucidi. «È un look che ti si adatta, Finn. Dovresti vestirti così più spesso.» Lui scosse la testa. «Perché no?» «Perché mi rifiuto di essere come uno di quelli che si vestono così perché pensano di essere fighi, 13
ma non sono mai saliti su un cavallo o non hanno mai pulito una stalla.» Quanto avrebbe voluto che l'assistente di volo non avesse preso il calendario. Sapere che sarebbero stati spediti a persone che non conosceva e probabilmente non avrebbe mai conosciuto era una cosa. Ma adesso la situazione era completamente diversa. «Ma tu sai cavalcare e hai sicuramente pulito una stalla.» Chelsea lo osservò. «Ti ci vedo impegnato in simili attività, soprattutto adesso che ti ho visto vestito da vero cowboy. Spero però che per pulire una stalla non indosseresti quello splendido copricapo.» «No, questo è il cappello buono. Herb ha dei cappelli di paglia per i lavori di tutti i giorni.» «Oh, è vero. Quando in giugno eri al ranch e ci siamo sentiti via Skype, portavi un cappello del genere. Be', questo grigio è tutta un'altra cosa.» «Grazie.» «Come? Niente grazie, signora?» Finn decise di darle una lezione. Le rivolse il suo sorriso più affascinante accompagnato da un'occhiata maliziosa. «Grazie, signora.» Lei lo fissò per tre secondi buoni. Poi deglutì a vuoto e distolse lo sguardo. «Prego.» Oh-oh. Lui intendeva essere sarcastico però sembrava che lei non l'avesse intesa in quel modo. Forse si sbagliava, ma aveva la netta impressione di averla eccitata. E quello poteva essere un problema. Accidenti, ma chi voleva prendere in giro. Avevano sempre avuto un problema. Dal giorno in cui l'aveva conosciuta in un bar di Seattle, era rimasto affascinato dalla creatività e dalla gioia di vivere di 14
Chelsea. Adorava guardarla parlare e sentirla ridere. La sua bocca era perfetta e la sua pelle era meravigliosamente morbida, non che si permettesse di toccarla, se non per caso. Il pensiero di interagire con lei anche a livello personale e non solo professionale lo spaventava a morte. Se avesse ceduto anche una sola volta e l'avesse portata a letto, era certo che non avrebbe combinato più niente. Aveva fatto in modo di concentrarsi esclusivamente sul loro rapporto di lavoro, perlomeno quando era sveglio. Sui sogni non aveva alcun controllo. Poi aveva conosciuto Alison. Tranquilla e metodica, era l'esatto opposto di Chelsea. Alison aveva messo subito in chiaro che lo voleva e aveva insistito per fare le cose seriamente. E lui si era messo in testa che lei fosse quel genere di donna pratica e con i piedi per terra di cui aveva bisogno nella sua vita. Sposarla, soprattutto così rapidamente, era stato un grosso errore. Alison non assorbiva tutte le sue attenzioni, ma nemmeno il suo interesse. Era comprensibile che fosse andata su tutte le furie davanti alla completa e totale concentrazione di Finn sul lavoro. Quest'ultimo si sentiva ancora terribilmente in colpa per quel matrimonio. E si era ripromesso di non ripetere mai più lo stesso errore. Ormai consentiva solo a due cose di occupare la sua mente: la O'Roarke Brewhouse e la crisi finanziaria dei genitori adottivi. Quella settimana, assicurarsi che non fossero obbligati a vendere era la sua priorità. Mentre l'aereo prendeva il volo, tornò a promettere a se stesso che il ranch 15
Thunder Mountain sarebbe rimasto in famiglia. Chelsea lasciò vagare lo sguardo sulle nuvole candide disposte come panna montata nel cielo. E a proposito di panna montata, non le sarebbe dispiaciuto trovarsi da sola con Finn, nudo, e una confezione di panna. Erano appena partiti ed era già nei guai. I suoi lucenti capelli neri e i sensazionali occhi azzurri l'avevano colpita subito quando si erano conosciuti in quel bar cinque anni prima. E anche il fisico era da sogno. Quando era arrivato a Seattle era abbronzato e sebbene l'abbronzatura fosse svanita con il passare del tempo, il suo sex appeal non lo aveva abbandonato. Finn O'Roarke era un figo spaziale. Sebbene tra di loro ci fosse un'evidente alchimia, lui aveva messo subito in chiaro che non era interessato a ciò che andava al di là dell'amicizia e del rapporto professionale. Non poteva negare di esserne rimasta delusa, ma aveva imparato a conviverci. Perlomeno aveva la possibilità di vederlo spesso e aveva notato, non senza soddisfazione, che lui trascorreva tutto il suo tempo a lavorare e non usciva con nessuna donna. Poi il diavolo ci aveva messo lo zampino ed era comparsa Alison e in men che non si dica si erano sposati. Chelsea non aveva preso bene quella svolta degli eventi e quando il matrimonio era andato all'aria, dopo avere aspettato un adeguato periodo di tempo, aveva invitato Finn a cena. Lui aveva rifiutato. Non era giusto. Solo perché Alison si era lamen16
tata della mancanza di attenzioni da parte del marito non significava che lei si sarebbe comportata allo stesso modo. Sapeva quanta dedizione richiedesse il suo lavoro e, comunque, anche lei aveva una professione totalizzante e molti impegni. Ma lui si era ritratto nel suo guscio e non intendeva uscirne. Tutto sommato non vedeva l'ora di sbarazzarsi di lui come un caso perso, però ogni mese Finn le mandava un assegno e così le era impossibile dimenticarlo. Poi le difficoltà dei genitori adottivi li avevano riavvicinati e adesso si trovava di nuovo presa da lui. A peggiorare le cose, con quel suo nuovo look da cowboy era diventato ancora più irresistibile. Non si era mai resa conto di essere sensibile ai cowboy. O forse era solo il cowboy Finn che le faceva battere forte il cuore. Be', visto che avrebbe trascorso il fine-settimana circondata da cowboy, lo avrebbe presto scoperto. Il mese precedente si era ritrovata ad affrontare la prima grande sfida. Ovviamente, era stata lei a doversi occupare degli scatti di Finn per il calendario e aveva contato sulla propria irritazione nei confronti del comportamento dell'amico per superare le difficoltà. Non aveva funzionato. Era giunta a incolpare quella seduta a torso nudo per il suo stato di sovreccitazione. Le bastava guardare i capelli di Finn per sentire le mani pruderle dal desiderio di passarci le dita; e vedere quella peluria scura che dal torace si assottigliava fino al bassoventre, era stata una vera tortura. Il servizio fotografico aveva richiesto più tempo del previsto perché lei aveva perso tempo a fanta17
sticare su cosa lui nascondesse dietro alla cerniera dei jeans. Sospettava che avesse un attrezzo degno di quel nome e con il quale sarebbe stato divertente trastullarsi, ma Finn non era quel tipo d'uomo. E ciò lo rendeva ancora più attraente. Dopo averlo fotografato a torso nudo e con indosso lo Stetson, i jeans e gli stivali, era corsa a casa a consolarsi con il vibratore. Purtroppo era così che andava ultimamente la sua vita sessuale. Dopo il matrimonio di Finn, si era concessa un paio di storie che però non avevano portato a niente. La fiamma ardeva ancora per Finn, nonostante tutti i suoi sforzi per spegnerla. Aveva cercato di proteggersi assumendo un atteggiamento freddo e sarcastico, che aveva funzionato fino a un attimo prima, quando lui le aveva rivolto un sorriso disarmante accompagnato da un sensuale grazie, signora. A un uomo bello come Finn non avrebbe dovuto essere permesso di parlarle in quel modo. E non avrebbe dovuto nemmeno indossare camicie a scacchi che mettevano in risalto le spalle larghe e jeans aderenti che fasciavano il sedere più sexy di tutta Seattle. Ma lui non aveva idea di essere una fantasia sessuale fatta persona. L'assistente di volo gli aveva inviato chiari segnali sulla propria disponibilità, eppure lui non sembrava essersene nemmeno accorto. Ora che la donna aveva il calendario, Finn avrebbe probabilmente trovato un numero di telefono infilato nel cappello. Ma per i prossimi sette giorni lui sarebbe stato solo suo. Aveva persino lasciato i suoi preziosi affari nelle mani di Brad, il suo collaboratore e forse, 18
con un po' di fortuna, lui si sarebbe reso conto che, dopotutto, non era così indispensabile. Ma lei non poteva permettere che i propri desideri riguardo a Finn la distraessero dal primo obiettivo del fine-settimana: trovare nuovi sostenitori, e finanziatori, per l'Accademia di Thunder Mountain. Aveva lavorato alla presentazione del progetto fino a notte inoltrata, motivo per cui era arrivata in aeroporto all'ultimo momento. Ma ora che era in volo, poteva dare un'altra occhiata al proprio lavoro. Finn, notò, era già concentrato sul suo file Excel. Aveva appena aperto il computer sul tavolino difronte a lei, che l'assistente di volo tornò con il calendario. Tutta la sua attenzione era su Finn, che sembrava non essersi accorto di niente. «Lei è Mr. Aprile, vero?» Finn sollevò la testa di scatto e arrossì mentre guardava la donna, costernato. «Ehm, sì.» «Splendido.» Lui deglutì a vuoto. «Era... avevamo bisogno...» «Che cos'è l'Accademia di Thunder Mountain?» «È... è...» «Un programma residenziale incentrato sui cavalli per ragazzi dai sedici ai diciotto anni» intervenne Chelsea. «Sarà una splendida opportunità per ragazzi che vorrebbero lavorare in ambito equestre. Impareranno a addestrare cavalli e anche ad accudirli, sia per quanto riguarda la cura quotidiana sia per quel che concerne la salute fisica. Inoltre, un artigiano maestro nell'arte di lavorare il cuoio per creare selle li avvierà ai rudimenti di quella professione.» 19
L'assistente di volo annuì. «Sembra fantastico, ma non ho figli. Posso limitarmi a comprare il calendario?» «Viene offerto in regalo a coloro che fanno una donazione al fondo Kickstarter per l'Accademia.» Chelsea estrasse un biglietto riportante l'indirizzo del sito Web. «Su questo sito potrà farà la donazione e troverà tutte le informazioni.» «Grazie.» L'assistente di volo prese il biglietto e, riluttante, restituì il calendario. «Forse alcune delle mie amiche vorranno fare un'offerta.» Lanciò un'occhiata a Finn. «Adoro la birra.» Lui si schiarì la gola. «Bene.» «Non si dimentichi il cappello prima di scendere dall'aereo.» «Grazie.» «Arrivederci.» Agitò le dita in segno di saluto e si allontanò. «Porca miseria.» Finn si lasciò andare contro lo schienale e respirò profondamente. «Grazie per averle spiegato dell'Accademia. Ho avuto un vuoto di memoria.» «Ho visto.» «È chiaro che non sono preparato all'effetto che può fare il calendario.» «Non è solo il calendario.» Chelsea lo guardò. «Allora, da quanto tempo non ti vesti da cowboy?» «Da circa cinque anni. Praticamente da quando mi sono trasferito a Seattle. Perché?» «Oh, è solo che ci sono uomini che diventano più affascinanti con il passare degli anni e altri no. Forse tu appartieni alla prima categoria.» Finn scoppiò a ridere e scosse la testa. «No. È il 20
calendario. D'ora in poi devo solo abituarmi alla reazione che può avere la gente.» «Se lo dici tu.» Chelsea tornò a infilare il calendario nella borsa del computer. Poi si mise a cercare le cuffiette per ascoltare la colonna sonora che aveva scelto come sottofondo per la presentazione in PowerPoint e per i video. Quando le trovò, le collegò al computer e le infilò nelle orecchie. «Si torna al lavoro.» Finn la toccò su una spalla e lei si sfilò un auricolare. «Cosa c'è?» «Posso sentire anch'io?» «Va bene.» Quando furono sistemati, Chelsea avviò la presentazione. Concentrarsi su di essa con Finn così vicino non era facile, ma era un ottimo test per capire se il lavoro era buono o meno. Iniziava con un brano musicale travolgente e il logo dell'Accademia: un ferro di cavallo sovrastato dall'acronimo TMA creato per ricordare i picchi innevati delle montagne. A seguire, una diapositiva della catena del Big Horn incappucciata di neve e la scritta: Accademia di Thunder Mountain – Costruita su fondamenta di amore. Rosie le aveva inviato alcune vecchie foto del ranch quando era ancora in funzione come casa famiglia e Chelsea le aveva montate, accompagnate da alcune righe di spiegazione. Finn da adolescente appariva in molte immagini. Lo sentì trattenere il fiato mentre guardava. Il segmento successivo era intitolato L'alba di un nuovo inizio, seguito da una breve presentazione del programma. Poi, aveva incluso un video di Le21
xi, la fidanzata di Cade, impegnata a dare lezioni di equitazione, più uno di Cade mentre addestrava un cavallo. Herb, veterinario in pensione, era ritratto mentre faceva nascere un puledro. Ben Radcliffe avrebbe insegnato come costruire una sella e aveva mandato alcune splendide foto dei suoi lavori. Dopo alcune righe sui benefici accademici del programma, appariva Rosie, immortalata nel corso di una festa all'aperto intorno a un fuoco. Un breve video accompagnava virtualmente in un tour del ranch, mostrando anche il granaio e i quattro bungalow di legno dove gli studenti avrebbero vissuto. La presentazione terminava con un'istantanea nella quale apparivano Rosie, Herb, Cade, Lexi e Ben sorridenti davanti all'ingresso del ranch e con indosso magliette riportanti il logo TMA. La musica saliva in un crescendo per poi scemare insieme all'ultima immagine sullo schermo. A Chelsea sembrava una buona presentazione. Certo, non era perfetta, ma d'altronde non era mai completamente soddisfatta del proprio lavoro. Accanto a lei, Finn trasse un respiro profondo mentre si sfilava l'auricolare. «È splendida.» «Oh, splendida magari no, però...» «No, Chels, è splendida, credimi.» Posò su di lei uno sguardo intenso. «E non ci fai nemmeno pagare un centesimo. Non so come potrò mai sdebitarmi.» Mentre lei guardava in quei profondi occhi azzurri, le vennero in mente svariati modi, ma era certa che lui non volesse nemmeno sentirli. «Questa sera non dobbiamo incontrare la famiglia 22
Chance nel saloon Spirits and Spurs?» «Esatto.» «Bene, quando saremo là, mi offrirai da bere.» Non era proprio quello che voleva da lui, ma per il momento doveva accontentarsi.
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349 Il mio obiettivo sei tu di Erin McCarthy Emma prende il proprio mestiere di giornalista molto seriamente ed è per questo che, quando in città arriva un celebre fotografo di nudo, lei non ha alcun problema a farsi ritrarre vestita soltanto di pittura. Unica nota stonata in una giornata perfetta: la presenza di Kyle, suo collega e inguaribile seduttore.
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I confini del peccato di Vicki Lewis Thompson Benvenuti al Thunder Mountain. Tornato a casa con l'intento di salvare il ranch dei genitori, Finn si vede costretto a collaborare con un guru del marketing, nonché l'unica donna che l'abbia mai indotto in tentazione. Chelsea intanto si rende conto che Finn si è trasformato da serio imprenditore in cowboy irresistibile.
351 Seduzione ai Caraibi di Jillian Burns Per salvare il suo blog Carly si è dovuta inventare un vero e proprio concorso di bellezza, ma non si aspettava che il vincitore fosse così sexy. Joe è un concentrato di carisma e ormoni, ma se a letto fanno scintille, fuori sono l'uno l'opposto dell'altra. La loro storia è destinata a finire non appena scesi dalla nave, a meno che...
352 Una lista provocante di Susanna Carr Christine ha deciso che è giunta l'ora di spuntare qualche voce dalla sua lista di cose da fare prima di morire risalente a dieci anni prima. A quella lista però si è aggiunta una voce: andare a letto con Travis Cain. Ma quando la sua avventura di una notte si presenta alla sua porta, cominciano i guai.
DAL 6 OTTOBRE 353 Seduzione sotto pelle di Kira Sinclair Un guaio senza precedenti ha colpito l'imbarcazione di Knox McLemore, un guaio con curve mozzafiato e folti capelli rossi. Ma Knox sa esattamente come tenere la situazione sotto controllo, soprattutto dal momento che la bella archeologa decreterà il successo della sua missione... o il suo completo fallimento. Avery dal canto suo è consapevole di avere un lavoro da portare a termine e alcuni piccoli segreti da difendere, ma è ancora più consapevole dello sguardo provocante di Knox su di sé. Riuscirà a non cadere in tentazione?
354 Un eccitante equivoco di Tanya Michaels Sean non pensava che una donna potesse avere un effetto così devastante su di lui. Eppure una perfetta sconosciuta è riuscita a sedurlo e a farlo suo in tutti i modi possibili. Peccato che Danica - questo il suo nome - sia convinta di essersi portata a letto il suo fratello gemello. Sean sa perfettamente che prima o poi dovrà dirle la verità e convincerla che il fratello sbagliato può essere l'uomo giusto! Danica però non si rivela una preda facile, anche perché ha da poco perso tutto quello che aveva e ha deciso di farla finita con gli uomini... tranne che in camera da letto.
IL RITORNO DEI MONTORO CHI SALIRÀ SUL TRONO DELL’ISOLA DI ALMA? DOPO OLTRE MEZZO SECOLO UN MONTORO SARÀ DI NUOVO RE.
Ora che è riuscito ad evitare un matrimonio di convenienza con la principessa, Will Rowling sposerà la cameriera? I Montoro, una lettura… da cinque stelle!
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