I desideri di un duca

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Il calendario 2016 con le serie più avvincenti: 2 gennaio, 2 marzo e 4 maggio - VONDA SINCLAIR Un tuffo nella storia con The Higland adventures. 2 Gennaio e 2 marzo - SARA BENNETT Ultimi appuntamenti con la serie Caccia al marito. 3 Febbraio, 1° aprile, 1° giugno e 3 agosto ELIZABETH BOYLE Rhymes with love: una donna bellissima, ammiratori in cerca di fortuna. 3 Febbraio e 3 agosto - Michelle Willingham Warrior of Ireland… siete pronte ad una battaglia per vincere l’amore? 4 Maggio, 1° luglio, 1° settembre - Caroline Linden Lasciatevi travolgere da Scandalous. 1 Giugno, 1° luglio e 3 agosto - Julianne MacLean American Heiresses: tutti i segreti dell’alta società. 1° Giugno, 1° ottobre e 1° dicembre - Brownyn Scott I segreti dell’arte di amare: Rakes on tour. 3 Novembre e 1° dicembre - Eva Leigh Appuntamento con The wicked quills of London.

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Inghilterra, 1364 - Quando Isabella, figlia del sovrano, si innamora di un bel conte nemico, Lady Cecily, Contessa di Losford, ritiene suo preciso dovere separare i due giovani amanti. E per riuscirci è disposta a tutto.

Inghilterra, 1837 - Per salvare la famiglia dalla rovina, Tina Smythe è determinata a sposare il ricchissimo amico Lord Horace Gilfoyle, Così, per sedurlo, decide di ricorrere ai servigi di Richard Eversham, un noto libertino. Inghilterra, 1815 - Accusato di aver tentato

di uccidere il Duca di Wellington, il colonnello Ian Ferguson è costretto a darsi alla macchia. Gravemente ferito , si ritrova alla mercé di Lady Sarah Clarke, una gentildonna che nasconde segreti più pericolosi dei suoi.

Inghilterra - Scozia, 1618 - Alasdair, laird dei MacGrath, sogna da sempre di porre fine alla faida con il clan dei MacIrwin. Ecco perché vorrebbe garantire protezione a Gwyneth Carswell, lontana cugina di Donald MacIrwin, una donna in grado di accendere i suoi sensi.

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ANNA CAMPBELL

I desideri di un duca


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: What a Duke Dares Mills & Boon © 2014 Anna Campbell Traduzione di Anna Polo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special gennaio 2016 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 216 del 13/01/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Houghton Park, Lincolnshire, maggio 1819 Ogni giovane donna sognava di ricevere una proposta di matrimonio dall'erede di un ducato, soprattutto quando l'erede era ricco, osannato, in pieno possesso delle sue facoltà mentali e abbastanza giovane da avere ancora tutti i denti. Ogni giovane donna, tranne, a quanto pareva, Penelope Thorne. Dal centro della biblioteca del padre della giovane, Camden Rothermere, Marchese di Pembridge, guardava la ragazza che conosceva fin dalla culla e si chiedeva dove diavolo avesse sbagliato. Raddrizzò le spalle e abbozzò un sorriso nel tentativo di colmare il silenzio imbarazzato sceso tra di loro. Maledizione! Non si era mai sentito a disagio con Pen Thorne. Fino a quando non aveva pronunciato le fatidiche parole. Fino a quando, invece di illuminarsi deliziati all'idea di sposarlo, gli occhi neri di Pen avevano mostrato la scintilla ribelle che annunciava sempre guai. «Perché?» Non era la prima volta quel pomeriggio che gli poneva quella domanda. Cam non riusciva a trovare una risposta adeguata. Era 5


arrivato impreparato a quell'incontro. Colpa sua. Conoscendo Pen, avrebbe dovuto stilare un'esauriente lista di ragioni prima di sollevare l'argomento. In quel momento era pentito di averlo affrontato, ma ormai era troppo tardi, almeno se voleva conservare uno straccio di rispetto verso se stesso. «Al diavolo, Pen. Tu mi piaci» sbottò impaziente. Era vero, nonostante il comportamento inspiegabile e irritante di quel giorno. Non c'era ragazza al mondo che gli piacesse quanto quella che ora lo fissava come se fosse strisciato fuori da un buco nel terreno. La conosceva meglio di qualunque altra ragazza, compresa sua sorella Lydia. Durante l'infanzia aveva salvato Pen da innumerevoli pasticci: era un tipo scatenato, sempre pronto a balzare in sella ai cavalli più selvaggi delle scuderie paterne, ad arrampicarsi sugli alberi più alti del parco e a gettarsi in una rissa per difendere un amico o un animale maltrattato. Lui aveva sempre ammirato il suo spirito, la sua lealtà e il suo coraggio. Erano qualità che desiderava nella sua duchessa. Se Pen avesse avuto bisogno di una guida in quel nuovo ruolo, era più che disposto a insegnarle il comportamento adeguato. Era una Thorne, una famiglia non proprio nota per la prudenza, ma, per quanto impulsiva, Pen era intelligente. Una volta diventata la Duchessa di Sedgemoor, era sicuro che si sarebbe calmata. O almeno lo era prima che rispondesse con totale mancanza di entusiasmo alla sua proposta. «Anche tu mi piaci» rispose lei, fissandolo con incrollabile attenzione. Cam si chiese perché quell'ammissione non lo rassicurasse affatto. Inspirò a fondo e fece appello alla pazienza che gli era rimasta. «Allora è tutto a posto» dichiarò. La nota amara nella risata di Pen era insolita. Cam non 6


riusciva quasi a crederci, eppure la possibilità di un fallimento non era più tanto remota. Pen era intelligente, determinata, testarda e incline a adottare un punto di vista positivo, o almeno così aveva creduto fino a quel momento. Aveva anche creduto che avrebbe colto al volo l'opportunità di sposarlo, ma evidentemente si era sbagliato. Cam non era abituato a sbagliarsi e la cosa non gli piaceva affatto. «Mi dispiace, Cam. "Allora è tutto a posto" non è sufficiente a superare l'esame» chiarì lei con voce piatta. «Vedi di fare di meglio.» Ferma davanti all'alta finestra divisa da sottili colonnine, lo studiava come un'insegnante davanti a un allievo poco promettente. Cam respinse a fatica la tentazione di passare un dito nella cravatta stranamente troppo stretta. Cielo, quella era Pen! Non era il tipo da sottoporre un uomo a un esame severo prima di arrendersi. Non gli avrebbe mai chiesto più di quello che poteva dare né l'avrebbe mai sottoposto a una scenata emotiva. Pen non avrebbe mai mentito, imbrogliato o tradito. In effetti, era l'opposto della defunta duchessa madre. Cam non era abituato a sentirsi uno stupido, soprattutto con il gentil sesso. Non era un tipo vanitoso, ma si aspettava una reazione migliore alla sua proposta. Lord Wilmott, il padre di Pen, aveva accolto con gioia l'idea che la figlia diventasse duchessa. Pen non condivideva quell'entusiasmo, era chiaro. E invece avrebbe dovuto, perché dopotutto era solo figlia di un barone – e non troppo irreprensibile, per giunta – mentre lui era l'erede del ducato più ricco del paese. I Thorne erano una famiglia antica, ma erano famosi per le loro pessime scelte: nei periodi di tumulti politici si schieravano con la parte sbagliata. Se riuscivano a mettere 7


le mani su un po' di denaro lo perdevano subito, in genere in imprese poco raccomandabili. Il motto di famiglia avrebbe dovuto essere Vino, donne e canzoni, piuttosto del rispettabile e inappropriato Risoluti e fedeli. La generazione precedente aveva prodotto diversi personaggi eccentrici, compreso uno zio che aveva sposato la governante ed era poi risultato bigamo. Lord Wilmott aveva dilapidato la dote della moglie con una sfilza di amanti e la zia di Pen frequentava un ambiente dissoluto sul Continente. La generazione attuale non era da meno: Peter, amico di Cam e attuale erede, era dedito al gioco d'azzardo e a investimenti disastrosi. Se la madre di Cam non fosse stata una grande amica di Lady Wilmott, le due famiglie non avrebbero avuto molti contatti. Ciò che rendeva ancora più incomprensibile la tiepida risposta di Pen alla proposta di Cam era il fatto che lei lo aveva sempre venerato. O era lui lo stupido, a dare per scontata quell'adorazione infantile? Un orribile sospetto lo invase: era forse troppo arrogante? Nonostante il comportamento dei genitori e i pettegolezzi sulla sua nascita, la buona società riservava un trattamento di favore al futuro Duca di Sedgemoor. Possibile che quelle continue adulazioni lo avessero trasformato in un idiota pieno di sé? Se Pen lo riteneva un insopportabile arrogante, non c'era da stupirsi che la sua proposta non le avesse fatto perdere la testa. Cam sospirò, disgustato di se stesso, e si passò impaziente una mano tra i capelli. «Sto proprio combinando un disastro, vero?» Il corpo snello di Pen perse la sua rigidità e un sorriso ironico le incurvò le labbra. Labbra rosee e tumide, notò Cam riluttante, che avrebbe baciato volentieri. Come mai non se ne era mai accorto?, si chiese stupito. Pen era stata una tale costante nella sua vita che non si era 8


mai dato la pena di notare quanto fosse cambiata. Ancora restio ad ammettere che non era più la ragazzina che ricordava, Cam la osservò meglio e scoprì sgomento che l'adolescente simile a una vivace puledra stava per diventare un'autentica bellezza. E il suo turbamento aumentò quando avvertì un inconfondibile e inopportuno fremito di desiderio. «Sì, ma non è tutta colpa tua.» Con una grazia che Cam non aveva mai notato in lei, indicò le poltrone di pelle disposte intorno al camino spento. «Siediti, per l'amor del cielo, e smettila di incombere su di me.» Non era proprio così, anche se con la sua altezza Cam dava quasi sempre quell'impressione. Nella sua mente Pen era sempre stata una spilungona, più simile a un maschio che a una femmina, ma in quell'attimo sconcertante cessò di essere soltanto la sorellina a volte irritante del suo amico Peter. In effetti, non c'era nulla di maschile in Miss Penelope Thorne. Era cresciuta dall'ultima volta che l'aveva vista, anche se non riusciva proprio a ricordare quando fosse stato. Il corpo magro aveva acquisito curve affascinanti e il viso appuntito, che era sempre sembrato troppo piccolo per i suoi tratti marcati, si era come raffinato, acquisendo un incredibile fascino. E quando aveva domato la massa ribelle dei capelli, trasformandola in lucenti boccoli color ebano? Un'amara apprensione lo invase. Quella nuova Penelope era un maledetto disastro. Cam strinse gli occhi per osservare la sirena che aveva misteriosamente sostituito il ragazzaccio intrepido quanto i suoi amici – maschi – e si rese conto di avere davanti una donna capace di rendere gli uomini degli idioti. Non voleva sposare una donna del genere, era proprio quello che sua madre aveva fatto con suo padre. L'idea 9


che la mancanza di evidenti attrattive facesse parte del fascino della sposa da lui prescelta era però alquanto offensiva per la fanciulla in questione, doveva ammetterlo. D'altra parte, l'esempio paterno dimostrava i risultati catastrofici a cui andava incontro chi prendeva in moglie una tempestosa bellezza. Lui era cresciuto ascoltando piccanti pettegolezzi sulla relazione tra la madre e il giovane cognato. Nessuno, lui compreso, sapeva chi fosse davvero suo padre. Era un Rothermere, su questo non c'erano dubbi, ma non necessariamente il figlio del duca. Aveva deciso molto tempo prima di sposare una donna con cui stabilire un rapporto di amicizia. Una donna che non costituisse una sfida per ogni dannato libertino di Londra. Voleva una moglie che lo aiutasse a ridare rispettabilità al nome dei Rothermere, superando lo scherno e le battute spinte che aveva dovuto sopportare per tutta la vita. I pettegolezzi sulle sue origini lo avevano perseguitato fin da quanto era ragazzo. La scuola era stata un incubo. Ormai fingeva di non curarsene più, ma sapeva che le voci sulla sua nascita illegittima riemergevano ogni volta che veniva fatto il suo nome. Be', non aveva la minima intenzione di sottoporre i propri figli a un simile tormento. Ricordò a se stesso che aveva davanti la coraggiosa e onesta Penelope Thorne, la ragazza capace di rischiare la pelle per salvare un gattino dai ragazzi del villaggio, tutti molto più grossi di lei. Guardandola adesso, però, non vedeva la ragazzina capace di tante bravate, ma una donna che gli altri uomini avrebbero desiderato. Una donna pronta a soccombere alla tentazione, com'era successo a sua madre. La bellezza in boccio di Penelope gli faceva venir voglia di portarsela a letto, ma non prometteva certo una tranquilla vita domestica. Colto da un lieve malessere, Cam accettò la sua offerta 10


di sedersi e la guardò mentre si accomodava sulla poltrona di fronte alla sua. Dio del cielo, quando aveva sostituito il suo vivace galoppo con quei gesti morbidi e aggraziati? Quella era Pen e allo stesso tempo non lo era più. Cominciava a dubitare che l'antica compagna di giochi fosse la moglie adatta a lui, eppure non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Dove diavolo si trovava, quando era avvenuta quella trasformazione? A diciannove anni Pen era già un po' in ritardo per la sua prima stagione, ma si poteva prevedere che avrebbe fatto scalpore nella buona società. La immaginava mentre entrava nei saloni da ballo londinesi con quelle sue lunghe gambe, come una tigre in mezzo a una schiera di graziose farfalle. «Capisco che tu stia compiendo il tuo dovere nei riguardi delle nostre madri. Hanno sempre desiderato un'unione tra di noi.» Il suo sguardo serio era familiare, eppure gli sembrava di essere stato scagliato in aria per poi atterrare in un altro paese. «Ma siamo realisti: io non sono la donna che fa per te.» I dubbi che lo avevano colto parevano darle ragione, tuttavia il suo orgoglio si ribellò a una simile dichiarazione. «Ci conosciamo così bene...» «Proprio per questo sono convinta che un'unione tra di noi sarebbe disastrosa.» «Perché?» Le labbra di Pen vibrarono e lui si rese conto che l'amarezza non era del tutto svanita. «Non dovrei essere io a chiederlo?» Poi sospirò. «Cam, tu hai bisogno di una duchessa che sfoggi dignità e decoro. Ti sei dimenticato di tutte le volte che mi hai salvato da un disastro?» «Sei ancora giovane. Puoi essere addestrata.» Si pentì subito di quel commento; in genere diceva le cose giuste, ma quell'incontro stava mettendo a dura prova il suo sangue freddo. 11


Pen si era ammansita, ma ora lo guardò gelida. «Non sono un cane pronto ad accorrere al tuo fischio.» «Non è questo che voglio in una moglie, lo sai» sospirò Cam. «Ah, sì?» chiese Pen inarcando le sopracciglia. «Hai dedicato la vita a elevarti al di sopra dell'esempio sciagurato dei tuoi genitori. Non hai mai fatto mistero del desiderio di avere una moglie ineccepibile.» Cam si irrigidì. Ogni accenno all'adulterio della madre lo faceva infuriare. «Pen, non è un argomento di cui ho voglia di parlare.» «Che tu ne voglia parlare o meno, gli scandali hanno sempre influenzato ogni tua azione» gli ricordò lei. Cam trasalì sotto il suo sguardo colmo di compassione. «Così mi fai apparire un idiota completo.» «Non è vero.» «Puoi aiutarmi. Saresti una duchessa fantastica.» «Ti sbagli.» Cam non avrebbe mai immaginato quel sorriso da donna di mondo sul volto di Penelope. «Sono troppo indipendente per essere la duchessa di qualcuno, soprattutto la tua.» «Puoi sempre cambiare» insistette lui disperato. Perché non aveva accettato l'offerta di un brandy fatta da Lord Wilmott? Non era abituato a ritrovarsi così spiazzato con una donna. Dov'era finita la sua famosa sicurezza di sé? «Forse potrei, se lo volessi, ma non voglio.» Penelope sospirò con un'aria di sopportazione che acuì il risentimento di Cam. «Scambieresti gli scandali della tua famiglia con quelli della mia e i pettegolezzi continuerebbero a perseguitarti per tutta la vita. Io seguo il cuore, prima della testa, e dico sempre quello che penso. Prima ancora che l'inchiostro si sia asciugato sul contratto matrimoniale farei qualcosa che scandalizzerebbe le vecchie zitelle inacidite. Ti ritroveresti immerso fino al collo nelle maldicenze 12


e lo odieresti. E poi incominceresti a odiare me.» «Sei l'unica donna che mi sia mai immaginato come mia moglie. Ho deciso di sposarti quand'ero ragazzo.» Si raddrizzò sulla sedia e parlò in tono aggressivo, prima di ricordarsi che era venuto là per corteggiarla, non per intimidirla. «Le nostre famiglie si aspettano che tu diventi la mia duchessa.» Il rimpianto che affiorava nel suo sorriso non contribuì certo a ravvivare l'ottimismo di Cam. «Mi dispiace. Per una volta nella vita dovrai deludere le aspettative generali.» Il suo sguardo acquistò una luce tagliente che lui non riuscì a capire. «So benissimo che non mi ami.» Cam trasalì come se Pen l'avesse colpito. Maledizione, maledizione, maledizione! L'amore. La riteneva troppo intelligente per cedere a quel melenso sentimentalismo. «Ti stimo, ti ammiro e sto bene in tua compagnia. Conosci la tenuta di Fentonwyck. Conosci me.» «Tutto molto gratificante» commentò lei con un sorriso acido. «Io però non intendo sposarmi senza amore.» Cam balzò in piedi. «I nostri genitori si sono sposati per amore. Come risultato mio padre è sprofondato nella crudeltà e nell'ossessione e mia madre è diventata il simbolo della promiscuità. Scusami se te lo dico, ma i tuoi genitori non sono molto migliori. Tutto questo non ti fa capire che l'amicizia e la stima sono una base ben più forte per un matrimonio rispetto a una passeggera passione fisica?» «Dubito che i miei genitori e i tuoi capiscano cosa sia davvero l'amore.» L'emozione incrinava la voce di Pen e rafforzava la premonizione di fallimento che ormai incombeva su di lui. «Amore significa volere il meglio per l'amato, qualunque sia il prezzo. Significa sacrificare tutto per la sua felicità.» «Sei un'idealista» disse Cam sprezzante. «Sì, lo sono.» Pen si alzò con una circospezione che 13


non le avrebbe mai attribuito e lo scrutò con un'espressione indecifrabile. Per una donna che si definiva priva di controllo, appariva decisamente padrona di sé. «Credo che l'amore renda la vita degna di essere vissuta. Nessuno dovrebbe sposarsi senza. Sei troppo giovane per accontentarti di una seconda scelta.» Cam si sforzò di tenere a bada la collera. Si infuriava di rado, ma in quel momento aveva voglia di scagliare nel camino uno dei cani di porcellana Ming disposti sulla mensola. «Ho ventisette anni.» Lei sbuffò spazientita. «Io ne ho solo diciannove. Decisamente troppo giovane per accontentarmi di una seconda scelta.» «Non mi pare che diventare la Duchessa di Sedgemoor rientri in questa categoria» rispose Cam gelido. Dov'era finita la sua amica d'infanzia? Pen sospirò come se capisse il tumulto di emozioni che lo sconvolgeva. «Sì, invece, quando il duca offre solo un tiepido sentimento.» Il risentimento gli contrasse lo stomaco. Cam non voleva la sua comprensione e sperava che non si fosse accorta del riluttante desiderio sensuale che l'aveva invaso. Se Pen lo avesse notato mentre lo respingeva senza tanti giri di parole, per lui sarebbe stata un'umiliazione tremenda. «Avresti preferito una bugia?» ringhiò. Lei sussultò come se l'avesse colpita. «Anche se mentissi non ti crederei comunque, Cam. Ti conosco da troppo tempo e so che hai deciso di escludere l'amore dalla tua vita.» Lui cercò di adottare un tono ragionevole. Le scenate l'avrebbero solo indotta a irrigidirsi di più. Quell'incontro stava rischiando di trasformarsi in un litigio. «Pensa ai vantaggi.» Il mento di Pen assunse una piega ostinata. «In questo 14


momento non ne vedo nessuno, a parte l'ovvio particolare della tua ricchezza.» Quell'accenno agli interessi materiali l'aveva delusa, era chiaro. Cam avvertì una morsa di vergogna e ricordò con rimpianto i tempi in cui ai suoi occhi era praticamente perfetto. Si eresse in tutta la propria altezza e la fissò torvo. «Non prendere quell'aria ducale, Cam» lo rimbrottò lei, per nulla intimidita. «Quell'espressione ha perso ogni effetto su di me prima che tu partissi per Eton.» Pen allungò una mano verso la mensola del camino. Cam notò le sue dita tremanti e dovette ammettere una sgradevole verità: nonostante la facciata calma, quell'incontro la stava turbando. Naturalmente. Le sue emozioni erano sempre intense. Più di una volta l'aveva sorpresa a piangere da sola, dopo che le punzecchiature dei fratelli l'avevano ferita. Penelope Thorne era anche orgogliosa, un'altra qualità desiderabile in una duchessa. Non la sua duchessa, però. Pen non aveva il monopolio dell'orgoglio. Cam la guardò dall'alto in basso e assunse il tono gelido che avrebbe riservato a un conoscente presuntuoso. «Mi stai respingendo, insomma.» Le nocche della mano che stringeva la mensola del camino divennero bianche, ma la voce rimase ferma. «Sì. Apprezzo la tua condiscendenza» aggiunse Pen dopo una pausa. Non era vero e in altre circostanze Cam sarebbe scoppiato a ridere, ma in quel momento il risentimento offuscava il suo senso dell'umorismo. Per quanto furioso, sapeva di aver gestito male la situazione. Non era giusto, lo sapeva, eppure incolpava Pen anche di quello. Accennò un breve inchino. «In questo caso, Miss Thorne, non sprecherò ancora il vostro tempo... prezioso» di15


chiarò, scandendo ogni parola. «Vi auguro ogni bene.» Qualcosa che avrebbe potuto essere dolore lampeggiò negli occhi scuri della giovane, ma lui era troppo arrabbiato e ferito, per quanto odiasse ammetterlo, per prestarvi attenzione. Pen fece un passo avanti. «Cam...» «Buona giornata, signora.» Girò sui tacchi e se ne andò. Pen guardò Cam che usciva dalla biblioteca di suo padre, la schiena rigida per il furore, e si disse che aveva fatto la cosa giusta. L'unica scelta onorevole che le restava. In quel momento però non si sentiva affatto contenta. Le pareva di avere ingoiato un rospo. Si aggrappò alla mensola del camino per non crollare a terra. L'angoscia non cambiava la spietata realtà: Cam non l'amava e non l'avrebbe mai amata. L'incontro imbarazzante e doloroso appena concluso lo confermava. Da vera sciocca, aveva sognato che si innamorasse follemente di lei. Quale ragazza cresciuta accanto al magnifico erede dei Rothermere non avrebbe immaginato un futuro da fiaba? Soprattutto quando la madre la incoraggiava a sperare in quel senso. Questo però avveniva prima che Pen crescesse e accettasse la dura verità. Una verità confermata in modo spietato quando aveva sedici anni. Un'estate a Fentonwyck aveva origliato la conversazione tra Cam e il suo amico Richard Harmsworth rispetto al modo migliore di scoraggiare gli approcci di una bellezza locale. Richard aveva attribuito all'amore l'atteggiamento della ragazza e Cam aveva risposto con tagliente disprezzo che quella era una ragione in più per stare alla larga dalla poveretta. Non c'è posto nella mia vita per l'amore, vecchio mio, né ora né mai. Preferisco lasciare che siano gli altri a fare la figura degli idioti. Ho visto troppi danni causati da 16


quell'emozione velenosa. È una trappola, un inganno e una dannata seccatura. Non sposerò mai una donna che si aspetti di essere amata da me. Pen si sentiva male anche solo a ricordare quella dichiarazione pronunciata in tono di assoluta sicurezza. Forse avrebbe potuto liquidarla come una bravata giovanile, ma nei tre anni successivi tutto ciò che aveva osservato nell'amico aveva confermato in pieno quelle parole. Cam conservava una parte di sé al di fuori della portata perfino delle persone più vicine: lei stessa, Richard, sua sorella. E nel corso degli anni quella distanza non aveva fatto che crescere. Camden Rothermere era ricco, bello, intelligente, onorevole, coraggioso e del tutto autosufficiente. Pen aveva pregato che ignorasse i desideri della defunta madre, ma evidentemente lui considerava proprio dovere chiederla in sposa. Così come considerava un dovere informarla che il suo interesse era soltanto dinastico. Se avesse nutrito anche la minima speranza di poter sciogliere il suo cuore di ghiaccio, Pen avrebbe ignorato questioni come la reputazione della famiglia Thorne e la propria indole ostinata. Avrebbe perfino provato a adattarsi all'immagine di moglie che Cam desiderava. Lo conosceva come conosceva se stessa, però, e non era mai stata una sciocca. Cam non poteva nemmeno concepire un matrimonio basato sull'amore e lei non ne poteva concepire uno che ne fosse privo. Non faceva mai nulla a metà e sapeva che un'unione senza amore l'avrebbe distrutta. Rimase tremante accanto al camino, consapevole che la famiglia aspettava la notizia del fidanzamento tra lei e il futuro Duca di Sedgemoor. Il suo rifiuto del partito migliore del regno avrebbe scatenato un putiferio. In quel momento il suo controllo era così precario che non se la 17


sentiva di affrontare le sfuriate e le insistenze della madre. Lottò contro l'infantile impulso di scoppiare a piangere. Se lo avesse fatto, avrebbe solo provocato una pioggia di domande e scenate senza fine. La madre considerava le lacrime un'occasione per la manipolazione, più che una richiesta di conforto. Pen trasse un respiro tremante. Aveva giurato a se stessa di non farlo, ma non riuscì a trattenersi e corse alla finestra che dava sul lungo viale d'accesso. Cam si stava allontanando sul suo magnifico baio. Non si girò per vedere se lei lo stesse osservando. Perché avrebbe dovuto? Desiderava certo lasciarsela in fretta alle spalle. Per un uomo famoso per il proprio autocontrollo, quel pomeriggio Cam era stato pericolosamente vicino a perdere le staffe. Pen era rimasta sorpresa. Non immaginava che tenesse tanto al loro matrimonio. In realtà, era convinta che non ci tenesse affatto. D'altra parte Cam si aspettava che accettasse senza esitazione la sua proposta, anche se Penelope Thorne era la donna sbagliata per lui sotto ogni aspetto. Tranne uno: il fatto che l'avrebbe amato fino alla morte.

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I desideri di un duca ANNA CAMPBELL Inghilterra - Europa, 1828 - Cresciuto all’ombra dei numerosi scandali in cui sono stati coinvolti i suoi genitori, Camden Rothermere, Duca di Sedgemoor, è convinto che nel matrimonio l’amicizia e il rispetto contino più della passione e dell'amore. Per questo è deciso a sposare una pacata fanciulla senza grilli per la testa, che lo aiuti a restituire rispettabilità al nome della famiglia. Proprio quando crede di aver individuato la donna adatta, però, un amico in punto di morte gli chiede di rintracciare la sorella sul Continente e riportarla in Inghilterra. È un favore che Cam non può rifiutarsi di esaudire, anche se lei, Penelope Thorne, nove anni prima ha respinto la sua proposta di matrimonio. Quel rifiuto gli brucia ancora, e la cosa peggiore è che non appena la rivede si riaccendono in lui le stesse, conturbanti sensazioni di un tempo...

Un'innocente avventura JULIA LONDON Inghilterra, 1816 - L'eco dei pettegolezzi suscitati dal comportamento poco ortodosso di Honor e Grace si è ormai spento, eppure Prudence Cabot è convinta che le ripercussioni sulla sua vita siano evidenti anche a quattro anni di distanza. Altrimenti perché, alla sua età, nessuno l'ha ancora chiesta in moglie? Poco importa che la sua condotta sia stata irreprensibile; le conseguenze dei temerari piani delle sorelle per trovare marito hanno condannato lei a rimanere zitella e questo la rende triste e intrattabile. Così accetta l'invito di una cara amica, nella speranza che allontanarsi da casa possa risollevarle il morale... e finisce per cacciarsi in un mare di guai. Durante il viaggio, infatti, si lascia coinvolgere nelle peripezie di un affascinante straniero appena giunto dall'America e...


L'intrigante Miss Cynster ANNA CAMPBELL Inghilterra - Scozia, 1837 - Conosciuta nella buona società di Londra come la scombina-matrimoni, Henrietta Cynster ha la straordinaria capacità di intuire se l'unione tra due aspiranti fidanzati funzionerà, dono che le ha permesso di aiutare molte giovani debuttanti a non cadere vittime di una sciocca infatuazione prima di compiere un errore irrimediabile. Ma quando manda a monte il fidanzamento di James Glossup la sua stessa abilità le si ritorce contro, perché per farsi perdonare la deprecabile interferenza si sente in dovere di aiutare l'intrigante gentiluomo a trovare una sposa adatta... un compito che si rivela terribilmente complicato a causa dell'insaziabile attrazione che giorno dopo giorno li incatena l'uno all'altra. A quel punto convincersi di poter sfuggire agli strali di Cupido diventa sempre più difficile.

Tra inganno e verità JULIA LONDON Londra - Parigi - Atene, 1890 - A distanza di due anni dalla morte del marito Emily scopre che era molto diverso da quello che immaginava: non solo era uno studioso e un collezionista d'arte antica, ma era anche profondamente innamorato di lei. Il ritratto che emerge dalle pagine del suo diario è così affascinante da spingerla a studiare le civiltà del passato nella speranza di apprendere qualcosa di più sul suo conto, e la conduce nelle sale del British Museum che lui amava tanto. E qui scopre un pericoloso segreto che riguarda dei reperti trafugati dalla collezione di antichità greche e romane. Decisa a vederci chiaro, l'intraprendente Emily inizia a indagare, sfidando le convenzioni della società vittoriana e cercando al tempo stesso di tenere a bada due affascinanti corteggiatori il cui interesse, però, sembra scaturire da ragioni oscure e ambigue, piuttosto che da sentimenti sinceri.

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