I segreti del principe

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TUTTI HANNO DEI SEGRETI. ALCUNI POSSONO COSTARTI LA VITA.

Leah Mills vive una vita da fuggitiva - inseguita dal ricordo di un avvenimento terribile del suo passato - finché non incontra Julian e per la prima volta intravede la possibilità di una vita normale. Ma nel quattordicesimo anniversario di quel giorno maledetto, riceve un biglietto misterioso. Qualcuno conosce la verità… chi è lei veramente?

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CAT SCHIELD

I segreti del principe


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Royal Baby Surprise Harlequin Desire © 2015 Catherine Schield Traduzione di Lucilla Negro Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny giugno 2016 Questo volume è stato stampato nel maggio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 2186 del 28/06/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Oltre al fruscio del vento tra le fronde dei cedri sparsi lungo i fianchi della collina, Nic Alessandro udì un calpestio di passi sul pavimento della terrazza e capì di non essere più solo. «Ecco dove ti eri nascosto.» La voce di Brooke Davis assomigliava alla sua vodka preferita, piena e vellutata, con una nota sexy che gli dava alla testa. Proprio come l'alcol che aveva bevuto in quantità la sera prima. Non aveva ancora smaltito i tremendi postumi della sbornia e l'emozione di vederla gli diede il colpo di grazia. Ma non poteva gioire del suo arrivo inaspettato sulla sperduta isola greca dove si era rifugiato. Il futuro che aveva in mente per loro due si era rivelato purtroppo impossibile da realizzare. Il fratello maggiore, Gabriel, si era sposato con una donna che non poteva dargli l'atteso erede al trono di Sherdana, il principato europeo governato da secoli dalla famiglia Alessandro. Essendo il secondo nella linea di successione, toccava ora a Nic trovarsi una moglie che le leggi del suo Paese potessero accettare come madre del futuro erede. Essendo americana, purtroppo Brooke non era idonea al ruolo. 5


«Sarebbe questa la stamberga arroccata sulla montagna di cui mi parlavi? Quella che dicevi che non mi sarebbe piaciuta perché priva di acqua corrente e servizi igienici?» gli domandò. Nic percepì il disappunto che cercava di camuffare dietro il tono scherzoso. Che cosa ci faceva lì? L'aveva forse mandata suo fratello Glen per convincerlo a tornare in California? Non poteva davvero credere che si fosse presentata di sua spontanea volontà dopo il modo in cui l'aveva lasciata. «E io che ti credevo a soffrire in un angolo sperduto del mondo. Che scema. Sei qui invece a soggiornare in una villa lussuosa affacciata sulla baia più incantevole che abbia mai visto.» La sua voce proveniva dal lato della terrazza che portava alla spiaggia. Il che significava che era arrivata via mare e si era inerpicata su per i centocinquanta scalini che conducevano alla villa. E non aveva per nulla il fiatone. Era abituata a fare esercizio fisico. Era così che manteneva il suo corpo flessuoso in perfetta forma. Come aveva potuto illudersi di essersi messo al riparo dalla potente attrazione che provava per lei semplicemente rintanandosi su quell'isoletta del Mediterraneo? Tanto per cominciare, non avrebbe proprio dovuto arrendersi a essa, dopo essere stato così bravo a resistere per ben cinque anni, valeva a dire da quando aveva conosciuto la bella sorella del suo amico Glen. Era stato troppo precipitoso nel pensare che i suoi doveri, nei confronti della corona e del suo Paese, si fossero esauriti nel momento in cui Gabriel aveva sposato Lady Olivia Darcy. 6


«Ti starai probabilmente chiedendo come abbia fatto a scovarti.» Nic aprì gli occhi e guardò Brooke che incedeva regale verso di lui. Indossava una camicetta di cotone stile impero e un paio di pantaloncini di jeans scoloriti dall'orlo sfilacciato. La sciarpa grigia avvolta intorno al collo era una delle sue preferite. Sfiorava ogni cosa al suo passaggio... lo schienale della sedia a sdraio, il muro di cemento che cingeva la terrazza, i vasi di terracotta con le loro piante rigogliose e i fiori variopinti. Nic provò invidia per i petali fucsia di buganvillea accarezzati dalle sue dita affusolate. A quell'ora del mattino, il sole era dietro la villa, a scaldare il giardino anteriore. Nelle giornate d'inverno, preferiva prendere il caffè sul patio laterale, sfruttando al massimo il tepore del sole. In pieno luglio, invece, prediligeva la terrazza posteriore, molto più fresca, da dove si godeva una splendida vista sul villaggio di Kioni oltre la baia. Il vento che soffiava dal mar Ionio mitigava l'umidità e rendeva quell'angolo dell'abitazione il posto ideale dove trascorrere gran parte della mattinata. «Immagino ti abbia mandata Glen.» «Invece, no» ribatté lei, piccata. «È stata una mia iniziativa.» Doppia bastonata. Non solo perché Brooke dimostrava di non voler accettare la fine della loro storia, ma anche perché poteva significare che Glen non lo rivolesse più a lavorare con lui al progetto del razzo, dopo l'esplosione che era costata la vita a un membro del loro staff. Un'esplosione provocata da un'anomalia nel sistema di propulsione a cui Nic stava lavorando. 7


Quando il Griffin era esploso, il suo sogno di privatizzare i viaggi nello spazio era andato in fumo con esso. Aveva lasciato la California con la coda fra le gambe, per scoprire, di ritorno a Sherdana, di avere degli obblighi nei confronti della sua famiglia e del suo Paese. Peggio di così... «Hai portato qui mio fratello per uno di quei vostri weekend di soli uomini, dopo la buona riuscita di una prova di lancio, ricordi? Glen se ne tornò con storie allucinanti di estenuanti arrampicate fra le montagne aspre, in mezzo a una natura inospitale e a una fauna selvaggia. Mi rendo conto, ora, che le arrampicate erano su per le scale che collegano la villa alla spiaggia privata qui di sotto e che la fauna selvaggia è quella che si aggira per i bar della città. Vergognatevi, tutti e due. Siete dei gran bugiardi.» Nic si sfregò la barba ispida intorno alla bocca, celando un sorriso. «Altro che vacanza spartana. Avete vissuto come dei re.» Aveva detto re. La scelta di quella parola lo ghiacciò. L'aveva usata di proposito? Glen aveva tradito il suo segreto? «Come fai a permetterti un posto del genere? Non stavate cercando degli sponsor? Uno che possiede una villa così è anche in grado di finanziarsi il progetto da solo.» Parte della tensione si sciolse, anche se non si tranquillizzò del tutto. Brooke non sapeva nulla di lui, per fortuna. Ma quando lo avrebbe scoperto... Devi dirle la verità. Devi dirle chi sei. Saggio consiglio. Peccato che non riuscisse a metterlo in pratica. Era da troppo tempo, ormai, che le te8


neva nascosta la sua vera identità. Sarebbe stato un duro colpo per lei scoprire fino a che punto le avesse mentito. Tempo una settimana, però, e i media avrebbero scoperto che il principe di Sherdana cercava moglie. E da sconosciuto ingegnere aerospaziale sarebbe balzato agli onori della cronaca internazionale. Sperava solo che, una volta appurata la verità, con il senno del poi Brooke apprezzasse la sua discrezione e si ritenesse contenta che non avessero sbandierato ai quattro venti la loro breve relazione. Si credeva innamorata di un uomo che non esisteva. Una persona seria, onesta, di sani principi morali. Valori con i quali era cresciuto, ma a cui purtroppo era venuto meno nell'istante in cui aveva attirato Brooke fra le sue braccia, la prima volta, e l'aveva baciata. «La villa è mia e dei miei fratelli» confessò, desiderando che la realtà dei fatti fosse diversa da quella che era. La compostezza di Brooke rassomigliava tanto alla calma che precede la tempesta. «Capisco.» Tutto qui? Nessuna sfuriata? «E che cos'è che avresti capito?» «Che abbiamo un bel po' di cose da raccontarci.» Ma lui non voleva parlare. Voleva prenderla fra le sue braccia e fare l'amore con lei finché non fossero rimasti entrambi senza fiato. «Io ho già detto tutto.» «E invece no. Non credi di dovermi delle spiegazioni?» «E va bene» concesse. «Cos'è che vuoi sapere?» «Hai fratelli, quindi?» «Sì. Due.» «Non mi hai mai parlato della tua famiglia. Come mai questo silenzio?» 9


«Non c'è molto da dire.» «Non sono d'accordo.» Brooke avanzò. Un aroma di miele e vaniglia lo avvolse, più intenso dell'odore di cipresso e brina portato dal venticello del mattino. Con un dito gli abbassò gli occhiali scuri e gli catturò lo sguardo. Una piccola ruga le increspò la fronte. Nic si schermì contro il turbine di emozioni che gli si agitò dentro sotto l'esame dei suoi occhi grigioverdi. Avrebbe dovuto dirle di andarsene, ma era così felice di vederla che le parole gli restarono intrappolate in gola. «Hai un aspetto terribile.» «Sto bene» rispose con voce roca, allontanandole la mano e risistemandosi gli occhiali. Lei, al contrario, era uno schianto. La sfolgorante chioma rossa con striature color miele le incorniciava magnificamente il viso ovale. La pelle di porcellana, perfettamente levigata, le deliziose fossette e gli zigomi pronunciati erano uno spettacolo di grazia e perfezione. Una ciocca ribelle gli solleticò la pelle mentre si protendeva verso di lui. Sollevando lo sguardo, Nic non seppe resistere alla tentazione di afferrarla, facendosela scivolare fra le dita come un nastro di seta. «Che ci fai tutto solo in questa splendida villa?» «Dovresti saperlo. Sto lavorando.» «A giudicare dall'intensità dell'abbronzatura, non si direbbe. Né dagli evidenti postumi della sbornia di ieri sera» aggiunse, arricciando il naso. «Hai l'aria stravolta, gli occhi gonfi.» «Perché ho lavorato fino a tardi.» «Certo» replicò, dubbiosa. «Vado a prepararti un caffè; mi sembra la cosa migliore.» 10


Al sicuro dietro le lenti scure degli occhiali, Nic la osservò allontanarsi, rapito dal suo sinuoso ancheggiare. Aveva gambe lunghe e affusolate, modellate dallo yoga e dalla corsa. Il cuore accelerò i suoi battiti quando se le ricordò avvinghiate intorno ai fianchi. Nonostante l'aria fresca del mattino, il corpo si surriscaldò. Al risveglio, aveva sentito di non farcela. Era depresso e costernato per l'incidente verificatosi durante il test di lancio del loro prototipo di navicella spaziale. L'arrivo di Brooke sulla sonnacchiosa isola greca era stato come una ventata di aria fresca che lo aveva risvegliato dal suo torpore. «C'è qualcuno, a quanto pare, che si prende cura di te» intonò Brooke qualche minuto più tardi, tornando con del caffè nero fumante. «C'era la caffettiera già pronta sul fornello. Ho dovuto solo accendere il gas.» Nic annusò l'aroma corroborante che normalmente bastava da solo a resuscitarlo. Lei si sedette al suo fianco, stringendo la tazza fra le mani. Mandò giù un sorso della bevanda aromatica e fece una smorfia. «Accidenti. Mi ero dimenticata che ti piaceva bello forte.» Nic emise un sommesso grugnito di approvazione e attese che il suo caffè si raffreddasse un po' prima di berlo. Gli era già bastata, per il momento, la sferzata di energia che gli aveva dato Brooke. L'eccitazione della caffeina aggiunta a quella provocata dalla sua vicinanza minacciava di fargli saltare le coronarie. «Ho per caso interrotto un romantico weekend?» Nic tossì bruscamente, rischiando che il caffè gli andasse di traverso. Serrò le dita intorno alla tazza, staccandola dalla bocca; poi, piano piano, allentò la presa, cercando di rilassarsi. 11


«Però non credo» continuò lei, allorché non ricevette risposta. «Altrimenti a quest'ora avresti già provato a cacciarmi.» Accidenti, la sua improvvisata lo aveva colto impreparato, e in una condizione psicologica non certo delle migliori per resistere al suo fascino. Non capiva più nulla quando lei gli stava accanto. Solo che doveva resisterle. No, non poteva averla. Sapeva solo il cielo quanto gli fosse costato separarsi da lei quando era scappato dalla California. Ora, però, che se l'era trovata davanti su quell'isola sperduta del Mediterraneo, a scandagliargli l'anima con quei suoi languidi occhioni verdi, come faceva a non cedere alla tentazione? Calò il silenzio. Lo schienale di legno della sdraio scricchiolò mentre lei vi si poggiava. Nic premette la tazza vuota contro il petto e socchiuse gli occhi ancora una volta. Averla lì con lui gli infondeva un senso di pace che non aveva il diritto di provare. Avvertiva un forte desiderio di cercare un contatto con lei, di intrecciare le dita alle sue. Ma non osava. «Capisco perché tu e tuo fratello abbiate comprato questa casa.» La voce dolce si infiltrò fra i suoi pensieri. «Starei seduta qui per ore ad ammirare il panorama.» Nic accennò una smorfia. Brooke non era il tipo da starsene seduta immobile da nessuna parte. Era sempre stata un vulcano, un'esplosione di entusiasmo ed energia. «Il mare è così azzurro e il villaggio, da quel poco che ho visto, è molto grazioso. Non vedo l'ora di esplorarlo.» Esplorarlo? Che cosa si era messa in testa? Doveva 12


escogitare il modo di sistemarla su un aereo al più presto e rispedirla in America, prima che potesse cedere alla tentazione. Con lei c'era poco da ragionare. Era una passionale, una che si lasciava trasportare dalle emozioni. E se si metteva in testa una cosa, era difficile farle cambiare idea. Stavolta, però, non era assolutamente il caso di assecondarla. Quando lei ruppe il silenzio, il tremolio nella voce tradì la sua agitazione. «Quando pensi di tornare?» «Mai» rispose a bruciapelo. Aveva bisogno, in quel momento, che il messaggio arrivasse forte e chiaro. «Non dirai sul serio.» Brooke si bloccò, offrendogli l'opportunità di ritrattare. Ma un'ombra calò sul suo viso quando lui rimase zitto. «Non ci posso credere. E il progetto? Il gruppo di lavoro? Non puoi mandare tutto all'aria così.» «Una persona è morta per un errore nel sistema che io ho progettato...» Lei lo afferrò per un braccio. «È stato Glen a spingere perché si facesse il test. Tu gli avevi detto che non eravate ancora pronti, no?» «Walter è morto» scandì, un rimbombo sordo di dolore nella voce. «Ed è colpa mia.» «E quindi? Vuoi mollare perché qualcosa è andato storto? Lo so, c'è di mezzo la perdita di una vita umana, ma vuoi davvero gettare al vento anni e anni di lavoro e di sacrifici? Per fare che cosa, poi?» Nic non aveva una risposta. Che cosa avrebbe mai potuto combinare di buono a Sherdana, a parte sposarsi e mettere al mondo un erede? Governare il Paese non gli interessava, non era roba per lui. Di quello si sarebbe occupato suo fratello Gabriel. In quanto a Christian, lui aveva la sua professione di esperto di in13


termediazione aziendale a tenerlo occupato. Tutto ciò che Nic voleva fare, che sapeva fare, era costruire razzi che avrebbero portato un giorno persone comuni nello spazio. Fallita l'impresa, la sua vita non aveva più alcun senso. «Comunque c'è dell'altro, lo sento» proseguì lei, serrando la stretta intorno al suo braccio. «Non provare a negarlo perché offenderesti la mia intelligenza.» Nic le batté un colpetto sul dorso della mano. «Non lo farei mai, dottoressa Davis.» Per quanto bella fosse, non sarebbe mai riuscita a conquistarlo se non fosse stata anche intelligente. Sex appeal e cervello erano un cocktail micidiale per lui. «A che numero di lauree sei arrivata, finora?» «Non esagerare. Ne ho solo due.» Brooke ritrasse la mano da sotto la sua, ribellandosi al suo tono pacato. «E non provare a cambiare discorso» lo rimproverò, stizzita. Ma mentre gli lanciava un'occhiataccia, un enorme sbadiglio le scardinò la mascella, nonostante gli sforzi per trattenerlo. «Sei stanca.» Nic era consapevole che mostrarsi premuroso poteva incoraggiarla, eppure era stato più forte di lui. «Sono praticamente in viaggio da ieri mattina. Hai idea di quanto ci voglia per arrivare fino a qui?» Chiuse gli occhi. «Circa venti ore. Ti dico solo che sull'aereo non sono riuscita a chiudere occhio.» «Come mai?» Un profondo sospiro le gonfiò i seni perfetti, spingendoli contro la camicetta di cotone smanicata. «Ero preoccupata per te, ecco perché.» Aveva trovato una scappatoia. In realtà, quella era, 14


nella lista, la quarta motivazione per cui aveva deciso di salire su un aereo e raggiungerlo di persona, piuttosto che cercare di avere sue notizie per telefono. Non se la sentiva, però, di dirgli che era incinta di otto settimane, dopo appena dieci minuti che era arrivata. C'erano prima tante domande che voleva rivolgergli sul perché l'avesse lasciata, sul perché avesse deciso, di punto in bianco, di troncare una storia che sembrava procedere a gonfie vele. Domande che si era finora tenute dentro, all'inizio perché stava troppo male per voler ascoltare qualunque spiegazione. Poi, c'era stato l'incidente del Griffin. Nic aveva lasciato la California senza che lei avesse avuto il tempo di chiedere un chiarimento. «Non c'è motivo di preoccuparsi» disse lui. «Sto bene.» «Certo» gli rispose asciutta, sforzandosi di nascondere dietro il sarcasmo il dispiacere per quella risposta. «Sembra ti sia passato sopra un treno.» Nic non mutò espressione, ma fu la voce a tradire il divertimento. «Hai reso bene l'idea.» Lei si soffermò sulle occhiaie, la barba incolta, l'aspetto in generale trascurato. Non lo aveva mai visto così spento, privo di vitalità. «Brooke, mi dici il vero motivo per cui sei qui?» Aveva la scusa pronta, ma lasciò stare. Eppure, le avrebbe sicuramente creduto se gli avesse detto che era lì per convincerlo a tornare a lavorare al progetto. Sarebbe stato molto più semplice sostenere che era stato suo fratello a mandarla. Tuttavia nulla era mai stato semplice con lui da quando lo conosceva. In ogni caso, Nic si meritava di sapere la verità. La prese alla larga, però. 15


«Sei scomparso senza neppure salutarmi.» Una volta capito perché si fosse rintanato in quel posto, gli avrebbe confessato il motivo principale per cui lo aveva seguito fino a Itaca. «Siccome seguitavi a non rispondere né alle mie telefonate, né alle mie mail, ho deciso di venire a cercarti per parlarti di persona.» Prese un bel respiro prima di addentrarsi in acque più profonde. «Voglio sapere perché mi hai lasciata.» Nic si infilò le dita fra i capelli neri spettinati, un gesto che tradiva la sua tensione. «Ti avevo detto...» «Che ero per te motivo di distrazione.» Brooke gli indirizzò un'occhiata affilata. Lui era esattamente il suo opposto. Sempre così serio, composto. Non si lasciava mai andare. Non si concedeva mai uno svago. Lei aveva preso come una sfida quel suo eccessivo rigore, per poi scoprire, dopo essersi stuzzicati per anni, che non era poi l'uomo integerrimo che voleva far credere di essere. «Che non ti facevo combinare granché.» Brooke emise un sospiro. Negli ultimi cinque mesi, Nic aveva smesso di lavorare anche nei weekend per raggiungerla e dedicarsi a lei completamente. Stare insieme era diventato come una droga per entrambi. Chi poteva immaginare che un bel giorno sarebbe saltato su a dire che voleva tornare alla sua vita fatta di solo lavoro? «Non capisco. Eravamo una coppia perfetta. Tu eri felice con me.» La bocca di Nic si assottigliò in un sorriso tirato. «Il problema è che non ero coinvolto come lo eri tu.» Brooke si morse le labbra e rifletté un istante su quanto aveva ascoltato. «Mi stai dicendo che mi hai lasciato perché ti avevo detto che ti amavo?» Era stato per lei naturale, a un certo punto, confessargli i propri 16


sentimenti. D'altra parte, non era mai stata brava a fingere. Ancora prima di dichiararsi apertamente, era certa che Nic avesse già capito benissimo che cosa provava per lui. «Dico che ho sbagliato a lasciare che le cose mi sfuggissero di mano.» «Perché non sei stato chiaro fin dall'inizio?» «Pensavo che fosse meno doloroso per te accettare che avessi preferito il lavoro. Lo sai quanto è importante per me.» «Anziché essere sincero e dirmi che non ero la donna giusta.» Eppure, dentro di sé, era convinta che Nic fosse contento della svolta passionale che aveva preso il loro rapporto. Erano amici da diverso tempo e Brooke poteva dire di conoscerlo abbastanza bene da capire che ci teneva a lei. Come era possibile che avesse preso una cantonata così grossa? La gravidanza l'aveva resa più riflessiva. Doveva concedersi del tempo per capire bene come comportarsi con lui. «Come al solito, il mio ottimismo prende il sopravvento» dichiarò in tono forzatamente leggero, sperando di non lasciar trasparire il dolore che le stringeva il petto. «Brooke...» «Bando alle chiacchiere» lo interruppe. «Che ne dici di portarmi a fare un giro della reggia?» «Esagerata... non è una reggia.» «Lo è per una abituata a tre camere e cucina.» Come risposta ricevette un mugugno. Nic si alzò in piedi e le fece cenno di precederlo. Prima di entrare in casa, Brooke si sfilò i sandali. La fredda pietra era 17


piacevole sotto le piante indolenzite. Un fremito la percorse quando, passandogli accanto, gli sfiorò un braccio. «Qui siamo nella zona living» le illustrò, adottando lo stesso atteggiamento, un po' da guida turistica, che usava quando accompagnava i potenziali finanziatori del progetto Griffin in giro per gli impianti. Brooke rimase colpita dagli enormi quadri astratti di colore rosso, blu e verde che occupavano la parete dietro i divani bianchi. Alla sua sinistra vi era la cucina a L, con un grande tavolo di vetro e otto sedie nere intorno che offrivano un netto contrasto con il bianco immacolato di tutto il resto. L'atmosfera informale invitava al relax. «Troppo bianco per i miei gusti, ma lo stacco con i quadri colorati funziona. Meravigliosi. Chi ne è l'artefice?» «Mia sorella.» Aveva anche una sorella? «Mi piacerebbe conoscerla.» Mentre pronunciava quelle parole, Brooke era comunque consapevole che non sarebbe mai successo. Nic le aveva fatto capire molto chiaramente di non volerla nella sua vita. Doveva prendere una decisione importante ed era per quel motivo che lo aveva raggiunto sull'isola greca. Aveva bisogno dell'aiuto di Nic per capire verso quali binari indirizzare la propria vita. «Glen sa della tua famiglia?» «Sì.» Ci rimase male. I due uomini avevano da sempre avuto un rapporto molto stretto, ma non si aspettava che Glen avesse dei segreti con lei. «Raccontami un po' dei tuoi fratelli.» Non sapeva 18


che cosa farsene, in realtà, di quelle informazioni. «Siamo in tre. Io sono quello di mezzo.» «Tre fratelli e una sorella» mormorò. Chi era Nic Alessandro? La persona che aveva ora davanti non aveva nulla dell'ingegnere aerospaziale, dal look serio e normale, che conosceva da anni. Per quanto un po' stropicciato, i bermuda color kaki e la camicia bianca a maniche corte lo avevano trasformato in un modello di Armani, in quello stile shabby chic che esercitava sempre il suo fascino sulle donne. Quella versione insolita di lui lo rendeva ai suoi occhi ancora più distante, inafferrabile. «Non c'è nessun altro di cui dovrei sapere?» Nonostante i suoi sforzi, non riuscì a controllare la tensione nella voce. «Una moglie, per esempio?» «Niente moglie.» Un tempo, avrebbe riso di quel suo tono così serio. Lo avrebbe preso in giro. Ma da quando l'aveva baciata, tutta la leggerezza era scomparsa. Nic l'aveva trasportata in un luogo dove il suo rifiuto aveva il potere di straziarle il cuore. «Chi è che si occupa della villa in vostra assenza?» Tenere la conversazione su dei toni leggeri era l'unico modo per impedire alla tristezza di prendere il sopravvento. «Abbiamo un custode, un tizio che vive in paese, che si occupa del giardino, della barca, della manutenzione ordinaria; e sua moglie, che viene a pulire la casa una volta a settimana, più spesso quando c'è qualcuno di noi che la abita, e anche cucina per noi.» Brooke rivolse lo sguardo all'indietro, verso la terrazza esterna con il suo tavolo da pranzo in legno e le sedie con i cuscini di tela grezza. Una piccola rampa 19


di scale conduceva a un'altra terrazza con altre sedie a sdraio. Vasi di erbette aromatiche appesi alle pareti smorzavano la durezza del cemento. «Che cosa c'è al piano di sopra?» Nic era al centro del soggiorno, le braccia conserte. «Le camere da letto.» «Ne posso usare una?» chiese timidamente. Un muscolo gli guizzò lungo la mascella. «Ci sono tanti alberghi deliziosi in paese.» «Mi stai cacciando? Non mi dire che sei così inospitale da mandarmi alla ricerca di un albergo, quando c'è così tanto spazio, qui.» Nic emise un roco brontolio. «Ti mostro dove puoi farti una doccia e dormire prima di tornare a casa.» Sebbene la ferisse che fosse così ansioso di liberarsi di lei, aveva in fondo lasciato la California con la consapevolezza che lui potesse non gradire la sua intrusione. «Allora, posso restare?» «Ma solo per questa notte.» Senza dire una parola, Brooke lo seguì di nuovo sulla splendida terrazza. Nic andò dritto verso la valigia che lei aveva lasciato accanto alle scale che conducevano alla spiaggia. «Incredibile quanto sia bello questo posto.» «La gente conosce maggiormente isole dell'Egeo come Mykonos, Santorini, Rodi» replicò lui, prendendo il bagaglio. «Posti che pullulano di turisti, immagino.» «Decisamente. Kioni attira più che altro navigatori, d'estate, come pure gli amanti delle arrampicate che preferiscono un'isola più tranquilla. Non c'è mai il pienone da queste parti. Su, la dépendance è da questa 20


parte» proclamò, dirigendosi verso un edificio a se stante. «Dovresti portarmi un po' in giro a visitare l'isola.» «No. Per ora ti riposi, poi andiamo a cercare un volo che ti riconduca a casa.» Brooke strabuzzò gli occhi alle parole di Nic, ma si sforzò di accogliere come una sfida il fatto che lui non vedesse l'ora di sbarazzarsi di lei. «Ho già prenotato il volo di ritorno fra una settimana.» «Ma non ti devi preparare per i tuoi studenti della Berkeley?» «Non ho ancora ottenuto il posto.» Sebbene Brooke fosse contenta del suo lavoro presso l'università di Santa Cruz, insegnare alla Berkeley era da sempre stato il suo sogno, fin dai tempi in cui era stata lei stessa una studentessa. Poi aveva iniziato una relazione con Nic e la distanza tra San Francisco e il Mojave Desert, dove era situato l'hangar in cui lui progettava e realizzava velivoli, era diventata un impedimento a ciò che più di tutto desiderava: una vita con Nic. Lui le indirizzò un'occhiata affilata. «Il colloquio è stato rimandato ancora.» «A quando?» «Non prima di qualche settimana.» In realtà, non sapeva con certezza quando l'avrebbero convocata. C'erano stati dei problemi organizzativi con il capo del personale che le aveva già cancellato due appuntamenti nell'ultimo mese. Non sapendo quante persone si fossero candidate per quel posto, non voleva crearsi false illusioni. In pochi erano in possesso delle sue credenziali, ma erano tanti quelli che in classe avevano più esperienza di lei. Prima che Nick all'improvviso le voltasse le spalle, aveva comin21


ciato a pensare che voleva stare il più vicino possibile a dove viveva e lavorava lui. Non le bastava vederlo solo nei weekend. Così, si era proposta per un posto di docente alla UCB e le era stata offerta la possibilità di cominciare a insegnare in autunno. Il weekend in cui Nic si era presentato da lei a San Francisco per dirle addio, Brooke si era preparata a tutt'altra conversazione. Pensava di dirgli che aveva intenzione di trasferirsi a Los Angeles. Solo che poi lui le aveva inferto quel colpo mortale e lei aveva deciso, di conseguenza, di rimettere in discussione il suo lavoro alla Berkeley. «Ne sei sicura?» chiese Nick, scettico. «Siamo già a luglio. Non credo che vogliano rimandare ancora la decisione. Non vorrei mai che tu rinunciassi al sogno di una vita per causa mia, perché sei rimasta qui, immaginando che avrei cambiato idea su noi due.» Eppure, quando era arrivata, aveva avuto la sensazione che lui fosse felice di vederla. Se l'era immaginata la gioia nei suoi occhi? Non sarebbe stata la prima volta che saltava a conclusioni sbagliate quando si trattava di un uomo. E Nic era bravissimo a nascondere le proprie emozioni. «Non preoccuparti del lavoro dei miei sogni» ribatté. «Sarà ancora lì quando tornerò.» Lo sperava. Giunti alla dépendance, Nic aprì la porta e depositò dentro il bagaglio. «Mi raccomando fai un pisolino. Sono sicuro che sarai stanchissima dopo tutte quelle ore di viaggio. Dopo esserti riposata, vieni a fare colazione.» «Non ho fame.» Tra le nausee mattutine e l'ansia, le era passato l'appetito. «E poi lo sai che, anche se sono 22


stanca, non riesco a dormire di giorno. Perché non mi porti, invece, a fare un giro in paese?» «Insisto. Dovresti riposarti.» Dal suo tono di voce, Brooke capì che non era assolutamente più il caso di ribattere. La sconcertava il muro che Nic aveva eretto tra loro. Avrebbe voluto abbatterlo a forza di lacrime e suppliche affinché cambiasse idea su di loro, ma una scena madre sarebbe solo servita ad allontanarlo ancora di più. Doveva usare il cervello. «Ho fatto tanta strada per venire a cercarti. Per parlarti.» «Più tardi.» Lo sguardo severo che le lanciò le fece capire che non era il caso di insistere. Infastidirlo sarebbe stato controproducente. Era necessario che Nic fosse calmo e ben disposto ad ascoltarla quando gli avrebbe dato la notizia che era incinta. Rimasta sola, Brooke si fece una doccia e indossò un maxi abito di cotone leggero con delle scritte tribali. Raccolse i capelli ancora umidi in una morbida treccia, con l'idea di raggiungerlo al più presto. Non voleva concedergli troppo tempo per pensare a come mandarla via. Non osava immaginare quale reazione avrebbe avuto Nic alla notizia che sarebbe diventato padre. Le aveva detto di non voler più tornare in California. Avrebbe forse cambiato idea? Parlare con Nic del colloquio alla Berkeley le fece venire in mente che era da diverso tempo che non controllava i messaggi. Estrasse il cellulare dalla tasca laterale della valigia e provò ad accenderlo, ma la batteria era scarica. Prese il caricabatterie, l'adattatore e attese che il telefono tornasse in vita. Quando lo scher23


mo si illuminò, si accorse che aveva oltre una decina di chiamate perse. Ebbe un tuffo al cuore quando ascoltò i messaggi. Il suo colloquio alla Berkeley era stato anticipato. Tempo tre giorni e si sarebbe dovuta presentare davanti al capo del personale della prestigiosa università. Il che significava che aveva meno tempo per dire a Nic che era incinta e immaginare quale tipo di futuro avrebbe avuto con lui. Lanciò il cellulare sul materasso e si sforzò di governare l'attacco d'ansia. Dopo qualche lungo respiro, la voglia di gettarsi sul letto e piangere era svanita. Sarebbe andato tutto bene, si disse. In un modo o nell'altro le cose si sarebbero aggiustate. Si stampò un bel sorriso sul viso e attraversò la terrazza. Mentre entrava in soggiorno, la calma assoluta che trovò dentro casa le disse che c'era qualcosa che non andava. Una rapida controllata in giro confermò i suoi sospetti, ma fu l'assenza dell'auto lungo il vialetto a demoralizzarla del tutto. Nic era sparito.

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2181 - L'ultimo erede di Andrea Laurence

Serafia sarebbe la moglie ideale per Gabriel, il futuro re di Alma. Ma voci che screditano la lealtà della sua famiglia verso i Montoro minacciano un qualsiasi futuro insieme. IL RITORNO DEI MONTORO

2182 - Sangue greco di Jules Bennett

Darcy Cooper pare perfetta e non solo come tata. Solo che Mikos è un sovrano greco e si ritrova combattuto tra il dovere verso il suo Paese e quella che sente essere la sua nuova famiglia.

2183 - Una scomoda verità di Barbara Dunlop

Dana Rivers vuole distruggere la compagnia di Shane Colborn ed è disposta a tutto pur di ottenere il suo scopo: a spiare, a mentire e addirittura a sedurre quel potente milionario. I SEGRETI DI CHICAGO

2184 - Tra seduzione e inganno di Charlene Sands

Mia D'Angelo rintraccia il padre della sua adorata nipotina rimasta orfana. Scoprirà così che, oltre a essere un buon padre, Adam Chase potrebbe diventare un ottimo marito.

2185 - Rischiosa scommessa di Rachel Bailey

Faith ha l'occasione di mostrare le sue capacità artistiche al suo capo, ma lui rimane impressionato non tanto dai disegni quanto dall'incredibile avvenenza di quella donna intraprendente.

2186 - I segreti del principe di Cat Schield

Quando Brooke trova l'uomo che le ha spezzato il cuore per annunciargli che diventerà padre, anche lui le riserva una strabiliante sorpresa: Nic Alessandro è infatti un principe.


dal 26 luglio 2187 - Matrimonio combinato di Kat Cantrell

Bella Montoro è destinata a un matrimonio principesco. Il marito scelto dal padre è il figlio di un potente magnate, però lei gli preferisce il gemello James. IL RITORNO DEI MONTORO

2188 - Ereditiera per caso di Elizabeth Bevarly

La cameriera Gracie Sumner ha ereditato una fortuna dal vecchio vicino. Alla sua porta si presenta il legittimo erede: Harrison Sage III, pronto a tutto pur di riprendersi ciò che gli spetta di diritto.

2189 - Rivalità familiare di Barbara Dunlop

Riley Ellis è in competizione con il fratellastro Shane. Quando incontra l'affascinante Kalissa, decide di servirsene contro Shane rischiando di perderla per sempre. I SEGRETI DI CHICAGO

2190 - Il dovere di un uomo di Charlene Sands

Emma scopre di essere incinta. Dylan, pur colpito da amnesia, le propone di sposarlo. Poi, un giorno, lui riacquista la memoria, e un'altra sconvolgente verità si affaccia alla sua mente.

2191 - La fidanzata del principe di Jules Bennett

Per Kate Barton non è difficile fingere di essere la fidanzata innamorata del Principe Lucas Silva e non la sua segretaria. Ma cosa farà quando lui recupererà la memoria?

2192 - L'irresistibile preda di Maisey Yates

Anna è cresciuta come un maschiaccio, ma ora vuole essere considerata una donna e per aiuto si rivolge al suo miglior amico Chase. E lui, da consumato seduttore, non si tira certo indietro.


I tuoi sogni più hot si stanno per avverare…

I romanzi che hai sempre desiderato ma non hai mai osato chiedere U   ,         . I       … “Vorrei che i romanzi di Jo Leigh non finissero mai… una lettura intrigante.“ Goodreads Reviews

L  … E             . “Una storia intrigante, sensuale… degna della penna di Leslie Kelly. Amazon.it

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