I segreti di wiscombe

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1009 - Incontro di primavera - A. Gracie 1010 - La sposa guerriera - M. Styles 1011 - Le fantasie di una giovane inglese - B. Scott 1012 - Passione tra le dune - L. Martin 1013 - Il principe e la ladra - K. Hawkins 1014 - Equivoci d'amore - E. Boyle 1015 - Faida scozzese - T. Brisbin 1016 - Amore, scandali e merletti - C. Linden 1017 - La scoperta della baronessa - L. Carlyle 1018 - Il rapimento di Lady Rowena - C. Townend 1019 - La musa segreta - E. Redgold 1020 - Un'americana a Londra - J. MacLean 1021 - L'uomo del destino - E. Boyle 1022 - Il guerriero di fuoco - M. Willingham 1023 - La sposa dello scandalo - D. Gaston 1024 - Il ballo dello scandalo - J. MacLean 1025 - Gioco d'inganni - L. Ashford 1026 - La promessa del cavaliere - N. Locke 1027 - Scandali, inganni e veritĂ - C. Linden 1028 - Un barone per l'ereditiera - J. MacLean 1029 - La solitudine del visconte - E. Boyle 1030 - I segreti di Wiscombe Chase - C. Merrill 1031 - Un bacio per scommessa - E. Hobbes


CHRISTINE MERRILL

I segreti di Wiscombe Chase


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Secrets of Wiscombe Chase Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2016 Christine Merrill Traduzione di Rossana Lanfredi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici agosto 2016 Questo volume è stato stampato nel luglio 2016 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1030 del 17/08/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Inghilterra, 1808 «Miss North, volete farmi l'onore di unirvi a me nel sacro vincolo del matrimonio?» Lillian North si sforzò di sorridere al povero giovane inginocchiato davanti a lei sul tappeto del salotto, e si preparò a dargli l'unica risposta che le fosse consentita. C'era stato un tempo in cui aveva sognato di vivere una grande storia d'amore. Quella era la fantasia di quasi tutte le ragazze. Certe illusioni, però, erano rimaste nella sua cameretta di bambina, insieme agli altri sogni di principesse e impavidi cavalieri che, in sella ai loro destrieri, accorrevano a salvarle. Quando aveva debuttato in società, suo padre e Ronald le avevano spiegato come andava davvero il mondo. Lei aveva il compito di essere graziosa, amabile e docile per attirare il maggior numero possibile di proposte di matrimonio dai gentiluomini dell'alta società. Alla fine si sarebbe sposata, e si sarebbe 5


sposata bene. Ma sarebbe stato con un uomo scelto da suo padre, e lei non avrebbe avuto nessuna voce in capitolo. Aveva soggiornato a Londra per mesi, sia quell'anno che il precedente. Aveva danzato da Almack's fino a consumarsi le scarpine, aveva sorriso tanto da farsi dolere le guance ed era stata così docile che ormai tutti dovevano crederla una povera sciocca. Le sembrava di essere stata presentata a ogni buon partito d'Inghilterra e, se alcuni li aveva preferiti ad altri, non si era mai concessa di provare un particolare attaccamento nei confronti di nessuno. Non doveva mai dimenticare che la decisione finale non sarebbe spettata a lei. Aveva fatto come le avevano detto e aveva gettato una rete, adeguatamente provvista di esca, più ampia possibile. Poi, al momento giusto, suo padre e suo fratello l'avrebbero tirata e avrebbero valutato la sua pesca. Avrebbero scartato i gentiluomini che valevano poco e ne avrebbero tenuto non più di due o tre tra i migliori. Dopodiché, sarebbero cominciati i veri negoziati, al termine dei quali lei, tutta addobbata di fiori, sarebbe stata spedita lungo la navata di St. George per mettersi al fianco di un rampollo della nobiltà. Suo padre le aveva assicurato che non si sarebbe accontentato di nulla di meno di una cattedrale londinese e di uno sposo che avrebbe fatto diventare verdi d'invidia le altre fanciulle. Ma, a quanto pareva, tutti quei piani, durati una Stagione e mezza, erano sfumati. All'improvviso, infatti, era stata portata fuori città e le era stato comunicato che la scelta era stata fatta. 6


Avrebbe sposato Gerald Wiscombe. E chi era? Le sembrava di avere gettato la rete e avere pescato un enigma. Si rese conto che le sue metafore erano confuse come i suoi pensieri, ma non la si poteva certo biasimare se si sentiva tanto smarrita. Mr. Wiscombe per lei era un perfetto sconosciuto. Nonostante non lo si potesse definire un tipo memorabile, era sicura che si sarebbe ricordata di lui se lo avesse già incontrato, se non altro perché era diverso da tutti gli uomini che l'avevano corteggiata a Londra. Lily aveva pregato ogni notte che il suo futuro marito avesse altre doti oltre a ricchezza e lignaggio. Forse non era realistico sognare un matrimonio d'amore, ma la vita che l'aspettava sarebbe stata più serena se si fosse almeno basata sul rispetto reciproco. Quando si era presa del tempo per cercarle, aveva trovato qualche qualità in ciascuno dei gentiluomini che le avevano fatto da accompagnatori. Perché mai ora non riusciva a vedere nulla che le facesse apprezzare la scelta di suo padre? Tanto per cominciare, Mr. Wiscombe era troppo giovane per essere preso sul serio: appena diventato maggiorenne, aveva soltanto un anno più di lei. Non aveva nemmeno ancora finito l'università e sembrava più interessato ai suoi esami finali di matematica che a sposarla. A dirla tutta, si era persino rifiutato di venire a Londra per corteggiarla, ed era stata lei a dover andare a Cambridge per incontrarlo, in modo che l'incombenza di chiederle la mano non interrompesse i suoi studi. Il disinteresse e la giovinezza di Mr. Wiscombe 7


erano poi ulteriormente accentuati da un abbigliamento del tutto fuori moda e da una certa goffaggine di modi. Dov'era dunque la sua tanto preziosa educazione? Su quel volto rotondo e morbido non vi era traccia di arguzia o sottile ironia, e quando sorrideva lo spazio che aveva tra i denti anteriori lo faceva sembrare un allocco. Ebbene, l'aspetto non è tutto, rammentò Lily a se stessa. Dopo avere danzato con uomini così vecchi che avrebbero potuto generarla, si era imposta di non badare alle apparenze. E anche il cervello non era necessario se si avevano rango e denaro. Sì, ma tali considerazioni continuavano a non spiegare il perché di Gerald Wiscombe. Soltanto poche settimane prima, suo padre aveva storto il naso davanti a un baronetto intenzionato a corteggiarla poiché non aveva un titolo abbastanza elevato per diventare suo genero. Ora, però, era soltanto un semplice signore quello che si dondolava incerto sulle ginocchia nel salottino di una locanda, in attesa della sua risposta. Doveva essere davvero ricco per compensare il fatto di non avere un titolo. Anche se, a dire il vero, Mr. Wiscombe non aveva comprato nemmeno una bottiglia di vino per celebrare la giornata, e non si era fatto tagliare un vestito nuovo per fare buona impressione su di lei. I polsini della sua giacca erano consunti e i bottoni opachi davano l'impressione di potersi staccare da un momento all'altro dal tessuto. «Io non ho molto» dichiarò lui, confermando i peggiori timori di Lily. «Non appartengo a una fa8


miglia importante. A dirla tutta, non ho proprio nessuna famiglia. Sono l'ultimo dei Wiscombe e il patrimonio familiare è andato perduto una generazione fa.» «Mi dispiace» replicò lei, ma più che dispiaciuta era perplessa. «Oh, ma naturalmente Wiscombe Chase è incantevole.» Una dimora di campagna? Un sorriso incoraggiante curvò le labbra di Lily. «Cioè, era incantevole» si corresse subito lui con una scrollata di spalle, e aggrottò le sopracciglia, come se non avesse inteso dire una bugia. «Ora avrebbe bisogno di molti lavori e di un'amorevole mano femminile.» Il che probabilmente significava che la dimora in questione era un rudere e che Mr. Wiscombe era in cerca di una moglie ricca che la ristrutturasse. Quel giovane era l'esatto opposto dei gentiluomini che le era stato ordinato di accalappiare. Era evidente che a un certo punto suo padre aveva abbandonato quel progetto e lei non ne era stata informata. D'altronde, quando mai il genitore non era stato impegnato a ordire qualche piano? E di solito quelle trame lo lasciavano in condizioni migliori di prima, mentre coloro che avevano avuto rapporti con lui si ritrovavano più poveri e meno rispettati. Eppure ben pochi lo avrebbero definito un truffatore. Le sue vittime preferivano pensare a lui come a quel fortunato di Mr. North. Lily era sempre stata all'interno dell'invisibile confine che separava la sua famiglia dal resto del 9


mondo. Per quanto precarie sembrassero le cose, tutto sarebbe andato bene per lei, lo sapeva. Perché era una North. Fino a oggi, almeno. Suo padre non si rendeva conto che la reputazione di una fanciulla era una cosa fragile come il cristallo? Il matrimonio era un vincolo definitivo, quasi indissolubile. Lui non poteva vendere sua figlia e poi riprendersela sulla base di qualche esile clausola contrattuale, come la miniera boliviana di smeraldi che lei gli aveva visto vendere con profitto già tre volte. Cosa ancora peggiore, poi, Lily era sola nella sua ignoranza. Suo fratello Ronald aveva protestato quando era stato costretto a scortarla per tutta Londra alla caccia di un buon partito, ma era stato lui a presentarle Mr. Wiscombe e ora sembrava impaziente quanto suo padre di vederli sposati. «Miss North?» la incalzò Mr. Wiscombe, giacché il silenzio che era seguito alla sua proposta si prolungava. Lily abbassò lo sguardo su quello che con ogni probabilità era il suo futuro marito. Il ragazzo aveva il volto levato su di lei, le labbra leggermente dischiuse. Le ricordò un uccellino appena nato, implume, che aspettava di essere nutrito, e la colse il timore che il giovane avis Wiscombe stesse per essere sospinto troppo presto fuori dal nido finendo per essere ingoiato dai predatori in attesa, la famigerata specie dei North. Quel pensiero rese ancora più preoccupante la frase successiva del poveretto. «Non vi infastidirò, se è ciò che temete.» Ora arrossiva. «Ci occorre 10


tempo per conoscerci prima di arrivare a quello. Vostro padre ha promesso di acquistarmi una nomina a ufficiale nell'esercito, così che possa fare carriera. Starò lontano per alcuni anni e quando tornerò avrò abbastanza denaro perché possiamo vivere bene. E poi...» Il mistero si infittiva. Prima di tutto Mr. Wiscombe aveva pronunciato la parola infastidirò con un tono tale che Lily aveva compreso volesse intendere qualcosa di preciso. E lui supponeva che lei avesse capito cosa. Ebbene, in un certo senso, forse aveva davvero capito. Doveva essersi riferito a ciò che accadeva fra marito e moglie. Lily non aveva una madre che le spiegasse certi dettagli e non aveva il coraggio di chiedere a suo padre. D'altronde, se si trattava di qualcosa di fastidioso, non era sicura di volere sapere di più. Ma davvero quel giovane aveva intenzione di arruolarsi su precisa richiesta del genitore e di stare via diversi anni? Ridicolo. Lily dubitava che Gerald Wiscombe avrebbe resistito più di qualche minuto davanti ai francesi, figuriamoci qualche anno... Suo padre voleva forse deliberatamente mandarlo alla morte? No, non poteva crederlo, non voleva crederlo. Phineas North poteva non essere del tutto onesto, ma non era un uomo crudele, non che lei sapesse, almeno. Tuttavia, tanto più cercava di respingerla, quanto più le colmava la mente la gelida certezza che fosse proprio quella l'idea di suo padre. Se era disposto a sacrificare la figlia come una pedina su una scacchiera, che speranza aveva quel povero 11


giovane di sopravvivere fino allo scacco matto finale? Ebbene, se era quello il gioco, lei si sarebbe rifiutata di prendervi parte. Sarebbe stata una menzogna affermare che provava affetto per l'uomo che aveva davanti, ma non voleva nemmeno che gli succedesse nulla di male. Come avrebbe potuto vivere con la consapevolezza che il suo matrimonio era poco meno che una sentenza di morte per suo marito? Non le sarebbe mai stato permesso di rifiutare, però forse, se fosse riuscita a indurre Mr. Wiscombe a ritirare la sua proposta, la questione si sarebbe sistemata da sé. Lily si inumidì le labbra. «Siete sicuro che sia saggio chiedermi in moglie?» Lui batté le palpebre come se non avesse capito. Forse era davvero un po' ottuso. «L'esercito sarà molto pericoloso.» Aveva parlato lentamente, così che Mr. Wiscombe potesse capire, ma giacché la sua obiezione non sembrò ottenere nessun risultato, aggiunse, con enfasi: «Inoltre non c'è nessuna garanzia che tra qualche anno torniate con un piccolo patrimonio. A dirla tutta, c'è il rischio che non torniate affatto». Per tutta risposta lui batté ancora una volta le ciglia sugli acquosi occhi grigi in quel suo volto rotondo e le rivolse un altro sorrisetto idiota. «Potreste restare ucciso» insisté Lily. Ora la sua voce aveva una nota irritata. Non voleva arrabbiarsi, ma lui non poteva essere così stupido. Non poteva costringerla a sillabargli lettera per lettera la trappola in cui stava per cadere. 12


Infine una mano morbida si allungò a coprire la sua. «Oh, non dovete preoccuparvi di questo. Naturalmente è una possibilità, ma ce ne sono anche altre, altrettanto cupe. Potrei cadere da cavallo e spezzarmi il collo prima ancora di avere pronunciato le promesse matrimoniali. Oppure essere incenerito da un fulmine mentre colgo fiori in giardino. Oppure ancora potrei sopravvivere alla guerra e vivere fino a un'età molto, molto avanzata.» Mr. Wiscombe batté di nuovo le palpebre e aggiunse: «Non avete paura di quello, vero?». Paura? Chi mai avrebbe potuto avere paura di una evenienza tanto improbabile? Ora lui la fissava come se fosse lei a non capire la gravità della situazione. D'un tratto Lily si rese conto che per tutto quel tempo il giovane aveva studiato lei... proprio come lei aveva studiato lui. «Comprenderete che, se mi sposerete, sarà finché morte non ci separi» le disse, e fece una pausa, per permetterle di assorbire quelle parole. «Anche se, infatti, è evidente che presumete il contrario, la mia morte potrebbe sopravvenire molto, molto in là nel tempo.» La credeva dunque tanto stupida da sottovalutare il giuramento che avrebbe pronunciato davanti all'altare? O l'aveva appena insultata, insinuando che lei lo sposava nella speranza che morisse presto? Ah, sarebbe stato orribile... anche se forse un fondo di verità c'era. Mr. Wiscombe continuava a fissarla battendo le palpebre su quegli occhi innocenti. C'era qualcosa però nascosto in quelle profondità, e non sembrava 13


l'impazienza di un giovane promesso sposo. La luce che vi brillava era gelida come il riflesso del sole sul freddo ferro. Quello che il giovane provava quando la guardava non era passione e nemmeno affetto, ma cupa determinazione. Le sue parole erano state un ultimo tentativo di indurla a dimostrare di essere una donna di valore e ammettere che non voleva sposarlo. Se Lily avesse risposto sĂŹ alla sua proposta, lui avrebbe pensato che era astuta e avida come il resto della sua famiglia, e che voleva attirarlo in quel matrimonio nella speranza di restare presto vedova. Si irrigidĂŹ. Qualunque altra fanciulla avrebbe ritratto la mano e respinto quella proposta senza pensarci due volte. E se mai avessero avuto occasione di incontrarsi ancora, cosa che non sarebbe accaduta, avrebbe ignorato il giovane che gliel'aveva presentata. Se gli piacevano tanto i suoi libri di matematica, ebbene che si sposasse con loro. Dal canto suo lei sarebbe tornata dagli attraenti, titolati gentiluomini che frequentavano Almack's e lo avrebbe dimenticato. Mr. Wiscombe, invece, avrebbe fatto ritorno nel suo rudere e, una volta lĂ , si sarebbe leccato le ferite riflettendo su quella giornata con tutto l'imbarazzo che si meritava. Ma lei non era qualunque altra ragazza. Lei era la figlia di Phineas North e se avesse respinto Mr. Wiscombe suo padre l'avrebbe chiusa nella sua camera fino a che non avesse fatto come le era stato ordinato. D'altronde, se anche fosse riuscita a liberarsi di Gerald Wiscombe, non c'era nessuna garanzia che la prossima scelta di suo padre sarebbe stata 14


migliore. A dire il vero, rischiava di essere molto, molto peggiore. Sì, era in trappola e condannata, proprio come il ragazzo inginocchiato davanti a lei. Così abbassò su di lui quello che sperava fosse uno sguardo distaccato, ma in fondo benevolo. «Sono del tutto cosciente delle parole che si pronunciano durante un matrimonio, Mr. Wiscombe, e ho abbastanza intelletto per comprenderne il significato. Se ci sposeremo, sarà per la vita. Lunga...» E gli scoccò un'altra, eloquente occhiata. «... o breve che sia. Sono anche consapevole che il vincolo del matrimonio vi dà il diritto, come prima voi stesso avete detto, di infastidirmi ogni volta che lo deciderete. Ma se voi non avete il buonsenso di avere paura di Napoleone, perché mai io dovrei avere paura di sposarvi?» Per un istante tutto cambiò, e non in meglio. Mr. Wiscombe le dedicò quel suo sorriso a denti larghi, degno di un idiota. Poi si alzò, ma anziché tentare di baciarla, le strinse virilmente la mano. «Molto bene, allora siamo d'accordo. Ci sposeremo non appena vostro padre otterrà la licenza. Poi, quando tornerò dalla Penisola, cominceremo la nostra vita insieme.» Povero sciocco. E che altro poteva fare lei se non annuire? Forse, una volta che fosse partito, sarebbe riuscita a convincere Ronald a dirle che cosa stava davvero succedendo. Ma c'era una cosa che sapeva già: se Gerald Wiscombe aveva deciso di stringere un accordo con Phineas North, il suo futuro e il suo destino erano segnati.

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Un barone per l'ereditiera JULIANNE MACLEAN INGHILTERRA, 1884 - L'americana Adele viene salvata dal misterioso Barone di Alcester. Damien rappresenta tutto ciò che lei rifugge, eppure fa vibrare corde sconosciute nel suo cuore.

La solitudine del visconte ELIZABETH BOYLE LONDRA, 1811 - Il Visconte Wakefield torna in patria ferito nell'animo e nel corpo. Finché Louisa lo travolge con la propria esuberanza, riportando nel suo mondo la luce... e forse l'amore.

I segreti di Wiscombe Chase CHRISTINE MERRILL INGHILTERRA, 1815 - Dopo tanti anni di guerra, Gerald Wiscombe trova la propria casa trasformata in bisca, un figlio e una bellissima truffatrice come moglie. Ma non tutto è come sembra...

Un bacio per scommessa ELISABETH HOBBES INGHILTERRA, XIII SEC. - Quando la giovanissima vedova Lady Eleanor conosce William Rudhale, le sue convinzioni sui vantaggi della libertà vacillano. Lui è innamorato... o è solo una scommessa?


Un amore in sospeso ANNE HERRIES LONDRA, 1818 - Harry Brockley ha rinunciato al matrimonio quando si è innamorato di Samantha, moglie del suo colonnello. Anni dopo, chiede aiuto proprio a Sam e...

La sposa sbagliata GAYLE CALLEN INGHILTERRA - SCOZIA, 1727 - Riona viene rapita nel cuore della notte da Hugh McCallum, convinto che sia la sua promessa sposa. Ma la giovane è la Catriona Duff sbagliata.

Il nemico scozzese NICOLE LOCKE SCOZIA, 1296 - Costretta a partire con il nemico Caird alla ricerca della verità, Mairead affronta un viaggio pieno di pericoli e insidie per la sua vita, ma soprattutto per il suo cuore...

Passione, scandali e segreti CAROLINE LINDEN LONDRA, 1822 - Penelope considera il Visconte Atherton un rampollo viziato. Quando si ritrova in una situazione scandalosa, è però lui a correre in suo aiuto offrendosi di sposarla. Dall'1 settembre


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