Il coraggio di lily

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1037 - Una sposa da proteggere - T. Brisbin 1038 - Diario di una signorina del ton - J. McQuiston 1039 - Il signore del deserto - M. Kaye 1040 - A spasso con un libertino - E. Leigh 1041 - La missione della novizia - M. Moore 1042 - Passato, scandali e fiori d'arancio - C. Linden 1043 - Per il cuore di un'attrice - E. Redgold 1044 - Un dono inaspettato - A. Burrows 1045 - La maschera del libertino - E. Leigh 1046 - Un campione per Miss Jenna - B. Scott 1047 - Inciso nel cuore - E. Hobbes 1048 - L'errore di Caroline - A. Everett 1049 - Cuori sotto assedio - N. Locke 1050 - Il vicario e la scrittrice - E. Leigh 1051 - Incontri proibiti con il visconte - J. Justiss 1052 - Una debuttante da sposare - V. Lorret 1053 - Per coraggio e per amore - M. Fuller 1054 - Pericolo a corte - J. Landon 1055 - Un bacio sconveniente - C. Kimberly 1056 - Una naufraga per lo sceicco - M. Kaye 1057 - Manuale per zitelle impenitenti - J. McQuiston 1058 - Il rapimento di Lady Fia - T. Brisbin 1059 - Il coraggio di Lily - J. MacLean


JULIANNE MACLEAN

Il coraggio di Lily


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Love According to Lily Avon Books Published by arrangement with HarperCollins Publisher © 2005 Julianne MacLean Traduzione di Anna Polo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici marzo 2017 Questo volume è stato stampato nel febbraio 2017 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1059 del 22/03/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Prologo

Wentworth Castle, Yorkshire Estate 1872 Edward Peter Wallis, Conte di Whitby, ventuno anni, si portò alle labbra la tazza di caffè e decise che non voleva morire. O meglio, che non voleva invecchiare: essere giovane era molto più divertente. «Sta arrivando la tua sorellina» osservò rivolto all'amico James, Duca di Wentworth, seduto davanti a lui al tavolo della colazione. L'avevano fatto portare fuori, nella soleggiata veranda di pietra poiché avevano bisogno di aria fresca per smaltire i postumi dell'eccessivo consumo di brandy della sera prima. In quel momento però sembrava una decisione stupida: il sole gettava un riflesso così accecante sulla caffettiera d'argento da costringerli a strizzare gli occhi, il che non era l'ideale, quando c'era di mezzo un mal di testa martellante. «Guarda come corre!» continuò Edward. Si appoggiò allo schienale della sedia e osservò le gonne azzurre e bianche della bimba che ondeggiavano da ogni 5


parte. «Non mi chiederà ancora di giocare a nascondino, vero?» «Magari a ce l'hai» rispose James irritato, appoggiando la fronte a un dito. Whitby indossava i vestiti del giorno prima e aveva la barba lunga. Si sentiva sporco e alquanto disgustoso, eppure non riuscì a trattenere un sorriso guardando Lily che correva verso di loro con un sorriso smagliante e il vestitino pulito. Aveva appena compiuto nove anni. Edward si sporse verso l'amico. «Secondo te quando si renderà conto che siamo ancora mezzi ubriachi? I suoi occhi innocenti non si accorgono che barcolliamo quando la cerchiamo dietro i rosai, o dovunque si nasconda.» Abbassò la voce fino a ridurla a un sussurro. «E ridacchia, James. Non sa che la troviamo perché riusciamo a sentirla.» Rise a sua volta e prese un altro sorso di caffè. «Parla per te, Edward. Tu sarai ancora mezzo sbronzo, ma io sono abbastanza sobrio da sentire il cervello che mi martella» borbottò James. «Se Lily mi chiede di inseguirla...» «Le dirai di andare a giocare con le bambole.» Lily si fermò sulla veranda, ansimando e sorridendo. Le lucenti trecce scure erano legate da nastri dello stesso azzurro della fascia che le attraversava il vestito. «Lord Whitby! Sapevo che vi avrei trovato qui stamattina!» esclamò. «E come facevi a saperlo, Lily?» le chiese lui. Si sporse in avanti e appoggiò i gomiti alle ginocchia, ignorando il dolore alla testa. «Te l'ha detto un uccellino? O forse è stato il ragno che hai sulla spalla...» aggiunse indicandolo. 6


Lily trasalì e lo spazzò via. «Dove?» Edward scoppiò a ridere nonostante l'emicrania. «Siete un burlone, Lord Whitby» lo rimproverò Lily. «E avete bisogno di fare il bagno. Anche James. Puzzate di sigaro.» Edward inarcò le sopracciglia. «I bambini piccoli sono proprio la bocca della verità» commentò. «Non sono piccola» protestò Lily. «Ora dovrete essere voi a cercarmi. Chiudete gli occhi.» Divertito e come sempre incapace di rifiutarle qualsiasi cosa, Whitby obbedì. Lily si allontanò veloce verso sinistra, con gli stivaletti che ticchettavano sulle pietre della veranda. «Venite a cercarmi!» strillò pochi secondi dopo. Edward non aveva nessuna voglia di alzarsi e tanto meno di muoversi. «Perché non vai tu, James?» borbottò. «Dopotutto è tua sorella.» «Ma l'ha chiesto a te» obiettò James. «Lo chiede sempre a me.» «Perché io cerco di non giocare con lei. Hai ancora molto da imparare, quando si tratta di scoraggiare attenzioni femminili indesiderate, amico mio.» Sapendo che non sarebbe riuscito a convincerlo a intrattenere Lily, Edward si alzò a fatica dalla sedia. «Le attenzioni femminili indesiderate non esistono, James... nemmeno quando vengono da una bimba di nove anni.» Trasse un respiro profondo e attraversò a malincuore la veranda. «Arrivo!» gridò. Scese i gradini e notò subito l'orlo del vestito di Lily dietro la vaschetta per gli uccelli; non era abbastanza grande da nasconderla, eppure lei pensava di essere invisibile. Edward scosse la testa ridacchiando. «Forse sei dietro alle azalee.» Si avvicinò alla vasca. «O sotto la panchina!» 7


Lily si lasciò sfuggire una risatina. «Che cosa sento?» Edward si fermò a pochi passi da lei. «Mi sa che ti sei nascosta nella siepe!» La bambina ridacchiò di nuovo e lui si avventò sulla vaschetta. «Trovata!» Lily strillò e corse via. Lui la inseguì e l'afferrò per la vita, facendole il solletico fino a quando non si chinò stringendosi il fianco. Rise e gridò tanto che lui dovette smetterla e tapparsi le orecchie. «Bontà divina, Lily, la mia testa!» Lei si raddrizzò. «State diventando troppo anziano per questo, Lord Whitby? Uno di questi giorni non vorrete più giocare con me e diventerete vecchio e noioso come James.» «James non è vecchio.» «Be', di certo è noioso» sbottò Lily dispettosa. Edward si sentì in dovere di difendere l'amico... o forse voleva aiutarla a capire che suo fratello era un uomo complicato. Se appariva tanto riservato, aveva le sue ragioni. «È noioso perché non vuole giocare a nascondino con te? Be', di certo ha altri lati interessanti.» Avrebbe potuto elencarne parecchi. «Non gioca mai a niente. È praticamente un vecchio, tremendo come mio padre.» Edward la fissò con improvvisa serietà. «Ne dubito, Lily» dichiarò in tono di gentile rimprovero. Lei scrollò le spalle, ma Edward si rese conto che era già pentita di quel paragone, dato che il padre era stato un uomo freddo e crudele. Lui si chinò per guardarla negli occhi. «Ti prometto che non smetterò mai di giocare con te, Lily. Non ho intenzione di invecchiare.» «Tutti invecchiano.» 8


«Io no.» Edward si raddrizzò e mise i pugni sui fianchi. «Io resterò per sempre giovane... perlomeno nel cuore.» Lily sorrise. «E io crescerò e quando sarò grande ci sposeremo. Mi piacerebbe molto.» «Sposarci? Santo cielo, Lily, che cosa ti viene in mente? Sono il peggior libertino del mondo e tu sei una bambina.» Edward le tirò una treccia e tornò verso la veranda; aveva un disperato bisogno di un'altra tazza di caffè. Dopo tutto quell'esercizio il mal di testa era tornato più martellante che mai. Si massaggiò la nuca e non diede il minimo peso al fatto che Lily fosse corsa via senza una parola.

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Wentworth Castle, Yorkshire Ottobre 1885 Con il sole del tardo pomeriggio che filtrava dalle tende di pizzo e immergeva la stanza in una luce intensa, Lily Langdon era seduta alla scrivania e batteva impaziente un piede per terra. Allo stesso tempo picchiettava la penna sulla lettera che stava cercando di scrivere. Lanciò un'occhiata all'orologio sulla mensola; la luce del sole si rifletteva sul quadrante placcato in oro e argento. Quel giorno era agitata e nervosa e non poteva fingere di ignorarne il motivo. La partita di caccia organizzata ogni anno da suo fratello James stava per cominciare. Gli ospiti erano arrivati durante la giornata e presto avrebbe dovuto prepararsi per la cena, indossando un abito elegante e pesanti gioielli. Lily aveva già compiuto la propria scelta: una creazione della sartoria Worth di satin azzurro scuro con l'orlo decorato di rose di velluto nero. Non le restava che scegliere gli orecchini da abbinare alla collana di 10


zaffiri, poi sarebbe stata pronta a scendere da basso a incontrare gli ospiti in salotto. Invasa da una sgradevole ansia, continuò a battere la penna sulla scrivania. Ritrovarsi in una stanza piena di sconosciuti la metteva in agitazione. Certo, non erano tutti sconosciuti. C'erano anche familiari e amici, alcuni dei quali frequentava da sempre. Forse era proprio per questo che si sentiva tanto ansiosa. Bussarono alla porta. Lily si alzò, attraversò la stanza e l'aprì. «Madre...» Marion, la duchessa vedova, era ferma in corridoio con le mani strette davanti a sé. Portava un vestito da giorno nero con le maniche lunghe e il colletto alto e i capelli grigio scuro erano raccolti in una crocchia sulla nuca. «Lily, devo parlarti.» Lei fece un passo indietro e la invitò a entrare. Mentre la madre si guardava intorno, soffermandosi sulla pila di lettere non finite sullo scrittorio e il romanzo moderno aperto sul letto, Lily fu presa da un senso di inadeguatezza. Si mosse in fretta per chiudere il libro e girarlo con la copertina verso il basso, chiedendosi se sarebbe mai riuscita a ignorare il peso della disapprovazione materna nei suoi confronti. Marion non capiva la natura romantica della figlia, in particolare quando questa la spingeva a sottrarsi ai suoi doveri. Era una donna rigida e priva di senso dell'umorismo e non si sarebbe mai sognata di mettere in discussione quelle che riteneva responsabilità irrinunciabili. Si sedette su una poltroncina e Lily sul divano di fronte. Si guardarono un momento a disagio, poi la madre ruppe il silenzio. 11


«Come sai, gli ospiti sono arrivati nel corso della giornata» esordì. Lily annuì. «Un gentiluomo in particolare è giunto non più di un'ora fa. Ho chiesto a Sophia di invitarlo perché lo ritengo affascinante e rispettabile. È Lord Richard, il figlio minore del Conte di Stellerton.» Un figlio minore, notò lei stringendosi le mani in grembo. Un tempo la madre avrebbe preso in considerazione come possibile marito solo un primogenito... dopotutto Lily era la figlia di un duca. Ora però aveva ventidue anni e non era esattamente ignara della vita. Sospettava che la madre cominciasse a sentirsi disperata. «Quanti anni ha?» chiese, alla ricerca di domande calme e intelligenti. In realtà avrebbe voluto alzarsi di scatto e dichiarare che non aveva bisogno di essere guidata come una pecora che segue il pastore. Non lo fece, forse perché aveva davvero bisogno di una guida. Lily non si fidava del proprio giudizio quando si trattava degli uomini. Sapeva per esperienza diretta che la passione poteva accecare e far perdere ogni lucidità: anni prima si era infatuata di Pierre, un affascinante francese che era poi risultato molto diverso da ciò che lei credeva. E poi c'era Edward, Conte di Whitby. Sempre lui. Non la vedeva come una donna, ma come una bimba o una sorella. Sperare in qualcosa di più era irrealistico e sciocco. Dunque sì, aveva bisogno di essere guidata, visto che voleva andare avanti con la propria vita. «Lord Richard ha ventisei anni» rispose la madre. «L'ho incontrato al suo arrivo e posso assicurarti che è molto bello.» 12


Lily abbassò lo sguardo. «Non considero la bellezza la qualità più importante in un marito, lo sapete.» «Be', una volta lo hai fatto» la rimbeccò la madre. Lily si chiese se sarebbe mai riuscita a farsi perdonare l'errore commesso con Pierre. «Si aspetta di conoscermi stasera?» volle sapere. «È per questo che è venuto?» «Sì. Come te, non apprezza Londra durante la stagione mondana ed è alla ricerca di una tranquilla ragazza di campagna.» Suonava promettente. «Cosa pensavi di indossare stasera?» «L'abito di Worth azzurro scuro con le rose di velluto nero» rispose Lily. La madre ci pensò su un momento. «Magari qualcosa di più tradizionale... Che ne dici del vestito verde da portare con il cameo?» In effetti era una tenuta più castigata, con le maniche lunghe e la scollatura ornata di pizzo assai meno audace di quella dell'abito azzurro. «Se pensate che sia più adatto...» «Sì, lo penso. Lord Richard ha un'ottima reputazione. È appena diventato cappellano nella tenuta del padre e il conte sembra convinto che lo attenda un futuro brillante in seno alla Chiesa. Un giorno potrebbe perfino diventare vescovo.» Lily incrociò le caviglie e strinse le mani in grembo. «Sembra l'ideale, tuttavia se scoprisse quello che è successo con...» Era difficile pronunciare il nome di Pierre. Non le piaceva ricordare quanto era stata sciocca. «Forse non mi vorrà» aggiunse. «Potrei pregiudicare le sue possibilità di diventare vescovo.» La madre aggrottò le sopracciglia. «Ormai è acqua 13


passata» dichiarò con fermezza. «Nessuno lo sa, al di fuori della famiglia.» «Whitby lo sa.» Marion rimase in silenzio per un momento. Non faceva mistero dell'avversione che aveva nutrito fin dall'inizio per il conte. Era diventato amico di James da giovanissimo e aveva esercitato su di lui un'influenza che lei non era mai riuscita a eguagliare. «Sì, è così, anche se preferirei di no» ammise con voce tesa. «Se anni fa avessi potuto dire la mia...» Si interruppe, poi riprese a parlare. «Comunque ormai è acqua passata» ripeté. «Eri giovane e hai commesso un errore, ma per fortuna non ci sono stati effetti duraturi.» Ossia non aveva perso la verginità. «Ma se Lord Richard mi approvasse e volesse sposarmi, dovrei dirgli quello che ho fatto?» Un'immagine della squallida locanda dove l'aveva portata Pierre le si affacciò nella mente. Lily si affrettò a scacciarla. «Non riesco a immaginarmi a nascondere un segreto simile a mio marito.» La madre si accigliò. «E perché no?» Lily sperimentò il consueto misto di frustrazione e pietà che provava sempre quando la duchessa faceva commenti del genere. I genitori non si erano mai amati ed era dunque probabile che la madre avesse nascosto molte cose al marito. Da quando James aveva sposato Sophia, però, Lily aveva visto con i suoi occhi un matrimonio del tutto diverso. Si amavano e avevano la più completa fiducia l'uno nell'altro, qualcosa che non avrebbe mai immaginato fosse possibile. E ora anche lei voleva apertura e onestà nel proprio matrimonio, proprio come succe14


deva a James e a Sophia. Ah, e naturalmente anche passione. Se Lord Richard e qualsiasi altro corteggiatore avessero saputo cos'aveva combinato in Francia anni prima, forse non si sarebbe mai sposata... Lily trasalì. A volte si sentiva sul bordo di un baratro, con la sensazione che sarebbe precipitata da una parte o dall'altra. Ma quale sarebbe stata? Avrebbe finito per diventare chiusa e amareggiata come la madre o aperta e affettuosa come Sophia? Avvertì una stretta al petto per l'ansia di compiere la scelta giusta, prima di perdere l'equilibrio e lasciarsi trasportare dal vento. «Stasera mettiti il vestito verde e il cameo» ripeté Marion. «Ti donano.» «Grazie, madre.» Lily si alzò e l'accompagnò alla porta. Più tardi, però, mentre seduta al tavolino da toeletta lasciava che Aline, la sua cameriera personale, le acconciasse i capelli, si ritrovò a chiedersi che cos'avrebbe pensato un altro uomo dell'abito verde e del cameo. Sospettava che avrebbe preferito quello azzurro, con la scollatura audace. Alla fine accettò l'idea che con ogni probabilità Whitby non avrebbe nemmeno notato che cosa indossava. Si sarebbe concentrato sulle altre donne, come faceva sempre... il motivo per cui lei doveva assolutamente dimenticarlo. Quante volte se lo era ripromesso... Lily guardò l'immagine riflessa nello specchio, pensò all'infanzia e sentì il suono distante della propria risata mentre correva per il giardino, giocando a nascondino con Whitby. Le visite dell'amico di James getta15


vano sempre una luce brillante sulla sua esistenza cupa, vissuta in una casa dove non si rideva mai. Provò una fitta di dolore e desiderio per quei momenti lontani e si posò una mano sul petto. «Vi sentite bene, milady?» le chiese Aline. «Sì, sto bene.» Non era vero, però. Era molto tempo che non si sentiva bene. Avrebbe tanto voluto viaggiare all'indietro negli anni e ritrovare la ragazza di una volta. Una ragazza capace di evitare le ombre, che non aveva paura di agire seguendo le passioni. Dov'era finita?, si chiese curiosa. Era scomparsa o una parte di lei era ancora sepolta da qualche parte? Lily si sporse verso lo specchio e osservò i propri occhi azzurri.

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