JEANINE ENGLERT
Il figlio segreto del laird
Immagine di copertina: Magdalena Russocka/Trevillion Images Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Highlander's Secret Son Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2021 Jeanine Englert Traduzione di Rossana Lanfredi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2021 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special novembre 2021 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2021 da CPI Moravia Books I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 315S del 27/11/2021 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Dedica
A mio marito Brian, che mi ha insegnato a diventare protagonista della mia vita. Grazie per avere sempre creduto in me... Ti amo infinitamente.
1 Glencoe, Scozia Maggio 1743 «Alza le mani, ladro!» gridò Brandon Campbell, guardando il giovane. Il bastardo era immerso fino alla vita nelle scure acque del Lago Leven e s'immobilizzò mentre Brandon si avvicinava alla riva con il suo stallone. Quasi gli dispiaceva per il giovane. Senza dubbio era stupido come una pietra. Perché fermarsi a fare il bagno dopo avere rubato uova di gallina e carne secca? Dopotutto, era ad appena mezza giornata di cammino dalle nascoste profondità del Passo di Glencoe. Un brivido di allarme percorse la schiena di Brandon mentre socchiudeva gli occhi al sole del tramonto. Già, perché? Sollevò una mano per segnalare ai due uomini dietro di lui di fermarsi, poi scese dal cavallo ed estrasse il pugnale dal fodero che portava attaccato alla cintura. Se quella era una trappola, il ragazzo avrebbe fatto fuori solo lui. Non aveva intenzione di rischiare altre vittime, il clan dei Campbell aveva già subito troppe perdite nel corso dell'ultimo anno. E i responsabili erano stati i MacDonald. 7
A ogni passo che faceva verso la riva, Brandon si sentiva serrare sempre di più il petto in una morsa. La schiena del ragazzo era coperta da una ragnatela di cicatrici e quelle creste di carne rosata erano la testimonianza che la sua pelle era stata martoriata, era guarita e ora era pronta per essere di nuovo straziata. Brandon si fermò. Il giovane non si era mosso, l'acqua intorno alla sua vita restava tranquilla e ferma. Aveva una corporatura snella, i suoi muscoli sembravano robusti, ma ancora poco sviluppati. I capelli rosso scuro, bagnati, gli sfioravano la base del collo. Poteva avere vent'anni? Brandon ne dubitava. Dio del cielo. Non voleva uccidere un ragazzino che non aveva ancora la barba. Aveva già ammazzato troppi uomini che ora tormentavano i suoi sogni, non v'era necessità di aggiungerne un altro al conteggio. Ma i ladri non potevano farla franca. Una semplice coperta grigia era stesa sull'erba e i gusci scuri delle uova di gallina, insieme ai pezzi di carne secca, sembravano incitarlo ad andare avanti. Ci doveva essere ordine. Conseguenze. Castighi, se necessario e, in quanto nuovo laird, a lui spettava infliggerli, anche se non voleva. «Voltati» ordinò. Il ragazzo non si mosse. «Voltati, ladro. O entrerò nell'acqua.» Il ragazzo si mosse e fece per abbassare le braccia sul corpo. «No! Non farlo. Tieni le mani lungo i fianchi, i palmi aperti, e girati! Voglio vedere la faccia del ladro che mi deruba.» Gli sembrò di sentire un'imprecazione soffocata che 8
proveniva dal giovane, ma era troppo lontano e non riuscì a capire che cosa avesse detto. Il ragazzo abbassò le braccia, le distese lungo i fianchi, aprì i palmi e si girò. La vista di un paio di seni perfetti tolse il respiro a Brandon. «Voltatevi!» urlò ai suoi uomini. Quelli obbedirono, e mentre lui continuava a guardare la ragazza, un senso di perdita e un moto di collera gli salirono dal ventre alla gola con il sapore di una birra di cattiva qualità. Fiona MacDonald. «Se credessi negli spiriti, direi che sei uno spaventoso spettro, Fiona MacDonald.» Brandon roteò le spalle e spostò il peso del corpo da un piede all'altro. Rivederla dopo tanto tempo lo turbava e lo faceva infuriare nello stesso tempo. Come sempre accadeva. Deglutì. Dannazione! Invece di coprirsi, lei si passò le dita fra i capelli umidi e nel movimento i suoi seni si sollevarono e si abbassarono in modo alquanto provocante. Nei suoi occhi verdi brillava una luce impertinente, proprio come quando era bambina. Poi quegli occhi diventarono più scuri e il suo sorriso scomparve; le labbra si fecero una sottile linea piatta. «Potrei dire lo stesso di te, mio laird» rispose, piazzandosi le mani sui fianchi. Il membro di Brandon fremette alla vista del suo corpo. No. La sua bellezza era una distrazione, lo era sempre stata. Una distrazione di cui lui non aveva bisogno. Non quel giorno. E ora che lei era stata beccata nel territorio dei Campbell – a rubare, dopo tutto il caos e la 9
distruzione che aveva già causato – avrebbe dovuto essere punita. Nessun Campbell, in quel momento, aveva il cuore tenero nei confronti dei MacDonald, di nessuno di loro, soprattutto verso quella pecorella smarrita da tempo. «Esci da quella maledetta acqua prima che venga a penderti. Ho cose più urgenti da fare.» «Se insisti...» replicò lei, quindi cominciò a emergere dal lago senza prendersi la briga di coprire... niente. «Ferma!» le ordinò lui. Lei si fermò, l'acqua che le lambiva l'ombelico. Un ombelico che ancora tormentava i sogni di Brandon. Il destino era un maligno tentatore. Odiava quella donna che aveva tradito lui e il suo clan, e gli aveva spezzato il cuore, ma non riusciva a soffocare l'impulso di proteggerla. Era pur sempre una donna e meritava un minimo di decoro, anche se era una traditrice fino al midollo. Brandon perlustrò con lo sguardo il terreno. Dov'erano i suoi vestiti? Alzando gli occhi al cielo, tornò al suo cavallo e sfilò un plaid dei Campbell dalla cinghia. Fiona non era degna di indossare quei colori, ma glielo gettò comunque. Lei lo prese e gli regalò un sorriso che somigliava più a una pugnalata. Brandon rispose nello stesso modo, guardandola uscire dall'acqua e risalire la riva. Si era legata il plaid su una spalla per assicurarlo meglio. Il lampo impertinente tornò a illuminarle gli occhi verdi e lui serrò i pugni lungo i fianchi. Un senso di disagio lo percorse. Fiona aveva in mente qualcosa. «Malcolm, legale le mani» ordinò, e il soldato si voltò verso di lui. 10
Vedendo la sua esitazione, Brandon si fermò. Malcolm era nuovo nel clan e non sapeva di cosa lei era capace. «Può sembrare una donna dolce, ma non la conosci. Potrebbe ucciderti in un lampo, lavarsi il sangue dalle mani e poi gustarsi una mela all'ombra di un ramo. Non lasciarti ingannare dalla sua bellezza. È una guerriera e una traditrice. E ora legala.» Fiona gli rivolse un altro sorrisetto. Oh, no. Brandon fece un movimento verso Malcolm, ma era troppo tardi. Fiona sfilò la spada dal fodero del soldato, in un lampo gli girò intorno e gli sferrò un calcio sulla parte posteriore del ginocchio, dandogli nello stesso momento una gomitata sul collo. Uno degli uomini migliori del clan si accasciò a terra come una bambola di stracci. Ecco, quella era l'ultima cosa di cui lui aveva bisogno. Brandon sospirò. «Fi!» gridò irritato. «Non costringermi a lottare con te e a buttarti a terra!» «Che cosa ti fa pensare che ci riusciresti?» Lei si muoveva avanti e indietro sui piedi nudi, come un lupo che valuta la preda. Lo percorse tutto con lo sguardo, poi corrugò la fronte. «Sembri un po' più rammollito di quel che ricordavo.» «Mio laird, volete che...» «No, Hugh» ringhiò Brandon. «Ci penso io. È tempo che sistemiamo una volta per tutte quello che è accaduto fra noi.» E aveva davvero intenzione di farlo. L'ira gli scorreva nelle vene e Brandon ardeva dal desiderio di punirla 11
per ciò che aveva fatto al suo clan, alla sua famiglia... e a lui. Ma non avrebbe usato la spada. Si tolse la cintura e la mise da un lato. Poi roteò spalle e collo e assunse la posizione di lotta. «Davvero rifiuti la spada?» chiese lei, scuotendo la testa. «Sì.» «Bene.» Fiona gettò a sua volta la lama sull'erba. «Allora ti sconfiggerò senza» aggiunse con un sorrisetto. «Oppure puoi permettermi di legarti e portarti dentro senza tutte queste scaramucce. Tanto avrò la meglio su di te. Succede sempre così.» «Ah, questo nuovo ruolo di laird ti ha reso più arrogante di quel che ricordavo.» «Un ruolo che tu mi hai gettato addosso... se ben rammenti.» Fiona esitò per un istante e Brandon immediatamente approfittò del vantaggio. Si lanciò contro di lei ed entrambi finirono a terra, in un groviglio di gambe e braccia. Lei gli sferrò diversi calci sulle cosce e un pugno sul naso prima che Brandon la bloccasse sul terreno. Ansimando, le sussurrò all'orecchio: «Arrenditi, Fi. Non voglio farti male». «Me lo hai già fatto» rispose piano lei, e s'immobilizzò sotto la sua stretta. I brividi percorsero la pelle di Brandon e la sensazione del corpo di Fiona sotto il proprio gli inondò la mente di ricordi di genere ben diverso. Di un tempo in cui avrebbe dato qualunque cosa per battersi con lei, su un campo o in qualsiasi altro posto. 12
«Anche tu mi hai fatto male» ribatté. Poi imprecò sottovoce, si alzò e la tirò in piedi. «La corda» ordinò. Malcolm, che se ne stava rosso in volto e imbarazzato poco lontano, gliela tirò. Brandon le legò i polsi davanti al corpo. Si asciugò il sangue che gli colava dal naso con la manica della tunica e si diresse verso la coperta sulla quale c'erano le uova e la carne secca. Accanto al cibo vide un altro fagotto, ma quando si inginocchiò per prenderlo restò raggelato. Dio del cielo. Mentre scostava il tessuto, quasi perse l'equilibrio, tuttavia riuscì a riprendersi. Passandosi una mano sul volto, fissò i luminosi occhi azzurri di un bellissimo bambino dai capelli castani. Quella mattina era piena di sorprese. Il piccolo lanciò un gridolino deliziato, gli sorrise e batté le manine. Brandon non poté fare a meno di rispondere al sorriso. Poi si girò verso Fiona. Lei abbassò lo sguardo. «Brandon, ti presento William. Tuo figlio.»
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