Londra, 23 dicembre 1823
Piccoli, scintillanti fiocchi di neve gli volteg gia v ano attorno, scendendo lievi dal cielo come fra mmen ti di luna venuti ad ammantare la terra del la loro serena, purificatrice bellezza. Non era tardi ‒ le quattro appena passate, se c 'era da credere alle campane di St. Paul ‒ ma faceva già buio. Quella sera la luna era nascosta dietro una fitta coltre di nuvole e l 'unica luce era fornita dai rari lampioni a gas , dalle vetrine dei negozi e dalle case.
Benché per strada ci fosse ancora tanta gente che faceva acquisti, lavorava o semplicemente esisteva, re gnava un insolito silenzio. Il potere della neve, che ammutoli va il mondo. Non in senso mi nac cioso, ma reverenz ia le, come se tutto e tutti de ci dessero di concerto di fermarsi per apprezzarne la magia. Eppure nell 'aria aleggiava un 'eccitazione sommes sa, nelle poche voci e risate che gli giun ge vano al l 'orecchio. L 'eccitazione e le promesse di que l p eriodo dell 'anno , di tempo da trascorrere con la f a miglia o gli amici, pieni di speranza, gioia e allegri a.
Giocherellando con il pesante mazzo di chiavi che aveva in tasca, Freddie alzò lo sguardo sul l 'e d ificio che gli stava davanti e si chiese vagamente se la sensazione fosse in qualche modo simile a quella che aveva preso pos sesso del suo petto.
Era eccitato per la p romessa di ciò che lo aspe ttava in qu ella casa di quattro piani, che par eva rappez za ta con matt o ni e pietra come per un ripens amento, dopo la costruzione degli edifici adiacenti. E dopo dieci anni t rascorsi in mare, a toccare ogni a ngolo del globo, doveva ammettere che l 'idea di mettere radici, di passare qualche anno sulla terraferma , a veva un fascino che lui poteva classificare come ec citazione.
Riponeva speranze nel futuro, in ciò che quella d imora po teva riservargli. Non avev a famiglia, né a mici con cui condividerla, ma la casa avrebbe porta to il nome dell 'uomo che per lui era stato quanto di più simile a una famiglia. Lo scopo cui l 'av reb be destinat a era un omaggio a quell 'uomo e a tutto ciò che gli aveva insegn ato. La casa av rebbe te sti monia to tutto questo e, forse, sarebbe bastato.
Dovrà bastare.
E spero che questo posto, questo sforzo, con tribuirà a redimere i miei peccati.
Lì avrebbe costruito qualcosa di buono. Qualcosa di degno. Avrebbe realizzato il suo impegno a co ndurre una buona vita, a onorare la seconda possibil ità che, per ragioni ignote, gli era stata concessa.
A cominciare da stasera.
Con rinnovato ardore, Freddie si aggiustò la sa cca sulla spalla, sollevò il suo piccolo baule, prese le chiavi e si avviò verso la porta principale, se mi n a-
scosta accanto alle finestre a bovindo chiuse. Con un gesto deciso , aprì la porta, dura da spingere a cau sa dell 'età e dell 'abbandono, ed entrò.
Fu accolto da una nuvola di po lvere e di aria u mida e soffocante e, per non aggiungere anche la neve alla lista, richiuse in fretta la porta. Lasciò c a dere il baule con un tonfo che echeggiò nello spazio vuoto, ci posò sopra anche la sacca, poi la palpò al la rice rca del pacco di can dele e dell 'acciarino che aveva p re so pro prio per quella evenienza.
Dovette fare alcuni tentativi, a causa delle mani in tirizzite, nonostante i guanti di pelle pesanti, ma al la fine la fiamma si accese e lui la schermò in fre t ta con la mano, prima che gli spifferi gelidi che si infilavano sibilando nelle fessure dell a porta la spe gnessero. Calpestando dei mucchietti di... no , non era sicuro di volerlo sapere... si diresse al sa lotto principale e lasciò ricadere la mano che proteg geva la fiamma.
Pe rfetto.
La stanza quadrata, con il soffitto basso, sarebbe stata perfetta, lo aveva sempre saputo. Lì avrebbe al lestito il negozio, gremito di oggetti ricercati prove nienti da tutto il mondo. Già immaginava i delica ti vetri prodotti da un artigiano di Venezia su quel la parete, dove avrebbero catturato la luce del mat tino; e laggiù, sopra il tavolo, le scatole musicali fab bri cate dalla famiglia turca che lo aveva ospitato l 'anno addietro . E poi pezze di seta, cotone, lana e lino, ac quistate da tess itori di tutto il mondo. La sua me r canzia avrebbe incantato anche la clientela più e si gente, se fosse riuscito ad attirarla nel suo neg ozio. E lui si sarebbe mantenuto con le vendite me n-
tre metteva da parte del denaro per costruire il resto della sua at tività. La sua famiglia gli aveva in se gn ato come co n travvenire alla legge; Mr. Walton e gli anni passati a navigare con i migliori mercanti del mondo gli avevano insegnato a rispettarla, a rea li zzare tutti i suoi sogni secondo i principi che aveva giu rato di osse rvare.
Girovagando per casa, notò fogli di giornale e schegge di vetro cadute dalle finestre, ragnatele e tracce di topi. Pezzi di corda e legno, persino un supporto per cappelli. C 'era un vecchio banco ne robusto di quercia massiccia, che aveva soltanto bi sogno di una rinfrescata per tornare a essere come nuovo, dopo essere stato il banco di una merceria. Era parte di ciò che gli aveva fatto apparire pe rfetto quel posto.
E di sopra c 'erano le stanze dove avrebbe ricavato il suo alloggio, l 'ufficio e il magazzino. Anche i pre cedenti proprietari avevano suddiviso l 'edificio con cri teri simili a quelli che Freddie immaginava ; certo , ci sarebbe voluto molto lavoro per renderlo ef ficiente , o quanto meno abitabile, ma con il tempo a vrebbe anche potuto modernizzarlo. La casa aveva una buona stru ttura e carattere. Vuota, sì, ma con un gran d e potenziale. Anche le ombre erano prome ttenti. Ed era la sensazione di essere arrivato , che l o aveva fatto decidere per quella casa e nes sun 'altra.
Andando verso il salotto sul retro, identico a quello sul davanti, ma con meno giornali e senza banco ne né supporto per cappelli, e poi di sotto in cucina, Freddie ridacchiò tr a sé mentre ripensava a co me l 'avvocato era quasi caduto dalla sedia quando gli aveva a nnunciato che intendeva trasferirsi in
quel la casa non appena fosse stata ufficialmente sua. Gli bastavano un tetto, una coperta e , sì, un camino funzionante. Non gli serviva altro; in eff etti, era soprav vissuto con meno.
Molto, molto meno.
Forse, una volta sistemata la casa, avrebbe preso un inquilino; magari qualcuno che gestisse il ne gozio appena lui lo avesse impostato come desider ava. Per il momento si sarebbe sistemato. L 'indo mani avrebbe iniziato a pulire; i mobili che aveva ordin ato sarebbero arrivati, e allora il suo lavoro sa rebbe v eramente iniziato . Non gli faceva paura la vorare sodo , e avere un intento preciso avrebbe reso tutto più semplice.
Vedrete , Mr . Walton. Vi renderò orgoglioso. Un 'ora dopo , Freddie si era sistemato in cucina. A veva pulito, allestito un giaciglio in un angolo, per fino acceso il fuoco, dopo avere sfidato di nuovo la temperatura gelida per procurarsi del carbone almeno per la notte e dell 'acqua. Andando lì aveva già comprato p a ne, formaggio e birra, quindi era p ronto per godersi la se rata nella sua nuova casa.
Solo che, proprio mentre stava allestendo il suo piccolo banchetto inaugurale, capì che avrebbe d ovuto affrontare il freddo un 'ultima volta, non es sendosi rifornito di un vaso da notte o almeno di un se c chio. Non importava: avrebbe usato il gabinetto esterno e magari, mentre c 'era, av rebbe frugato nel mucchio di immondizia che era stat o gentilmente lascia to nel suo minu sco l o ma utile cortile privato, e con un po ' di fortuna avrebbe trova to qualcosa da utilizzare in mezzo a mobili e oggetti dismessi e i nservibili e rottami in genere. Aggiunse alla lista di
fac cende da sbrigare anche il mucchio della spazz atura, si infilò il cappotto, s alì le scale e andò alla porta di ser v izio .
Quando la aprì, un suo no catturò la sua at ten zione. Qualcosa a metà tra un fruscio e dei colpi. Con le so pracciglia aggrottate, si voltò e guardò alla sua destra, scorgendo l 'ombra buia che era il mu cchio di rifiuti al quale aveva appena pensato, e liquidò il suono come quel lo dei topi che probabilmente prosperavano in quell 'immondez zaio .
Almeno finché non mise piede in cortile e notò le tracce sulla neve : impronte di scarpe .
N iente topi , allora.
«Ehi » chiamò nel buio , i capelli ritti sulla nuca .
Lentamente, si chinò e r ac colse da terra la gamba rot ta di un tavolo, nel caso gli avesse fatto como do un 'arma. Non che ne avesse proprio biso gno per essere... efficiente ; tuttavia poteva sempre servire a sco po intimidatorio e, in general e, per evitare uno scontro fisico . La vio lenza apparteneva al pa ssato , ma quell 'epoca era finita. «So che sei qui» ag giunse , inoltrandosi lentamente nel cortile così da a ffron tare il mucchio di spazzatura a viso a perto .
« Vie ni fuori subito o chiamerò la ronda, e te la v edrai con loro .»
Nuov i rumori.
Legna spostata e fruscio di vestiti.
Il mucchio si mosse come se fosse vivo quando una figura emerse, e Freddie fece un passo indietro, al chiaro di luna, per vedere meglio . Ringraziò il cielo che aveva spazzato via le nuvole, anche se solo per pochi minuti , ma il vapore del fiato restava sospeso davanti ai suoi occhi, annebbiando gli la v i -
sta. Alzò il braccio, imitando al meglio una posa mi na cciosa.
Non sapeva cosa aspettarsi , ma di sicuro non quello che si trovò davanti .
Una ragazza ‒ una donna forse, non riusciva a vederla bene ‒ strisciò fuori dal suo nascondiglio, verso la luce. Aveva i capelli corti, arruffati e non lavati da chissà quanto tempo. I suoi indumen ti l ogori e strappati ricordavano a malapena ciò che e r ano stati un tempo : un semplice vestito di lino, un mantello di l ana e stivali bassi. Niente cappello né sciarpa, né guanti.
L 'apparizione si raddrizzò lentamente: alta, sì, alta quanto lui, ma pelle e ossa. Si strin geva forte tra le braccia, tesa e pronta a scattare al minimo se gn ale di pericolo , e fu allora che Freddie incontrò i suoi oc chi, rotondi, spalancati per la paura, verdi o ma rroni, pensò, anche se con quella luce non poteva e sserne certo . Strana mente, questo lo infastid ì. Così come la vista delle guan ce incavate e delle labbra screpolate, che notò quando la donna le s errò, tr emante per il freddo e l'agitazione.
Dannazione!
«Scusa te, signore » mormorò la donna come per rassicurarlo . « Non volevo fare niente di male . Cr edevo che la casa fosse vuota. »
«Lo era » rispose lui. «Io sono il nuovo pro prie tario. »
«Me ne v ado subito , signore. » La donna si di resse con cautela verso il passaggio al lato della casa , che dava sulla strada. Ah , pensò Freddie, ag giungendo alla sua lista di faccend e domestiche: ri pa r are il cancello rotto e la recinzione . « Non volevo fa-
re niente di ma le » ripeté la sconosciuta.
« Dove anda t e? » le chiese , burbero, co strin gen d ola a fermarsi .
Lei non rispose , e questa fu u n a risposta chiara.
Sarebbe andata a cercare un altro vicolo, un ' altra porta, un altro posto che non sarebbe stato sicuro, per dormire, e probabilmente sarebbe morta, con siderate le sue attuali condizioni. Una parte di lui v oleva lasciarla andare. Un 'altra sapeva che accoglierla lo avrebbe reso responsabile per lei. Cosa che non voleva né gli serviva . Di certo non si era andato a cercare una tale responsabilità.
E Mr. Walton ha mai cercato te?
Un 'immagine del ragazzino spaventato, affamato e smarrito che era stato gli si affacciò alla mente. Il ragazzin o che Mr. Walton aveva trovato in un fo sso, un po ' come que ll a donna.
Mr. Walton non si era girato dall 'altra parte.
Mr. Walton lo aveva visto come un segno della Provvidenza e, sebbene Freddie non credesse più in queste cose, sapeva che non poteva nemmeno vo ltarle le spalle.
Sarebbe stato un insulto alle sue convinzioni fermamente radicate, oltre che alla memoria dell 'uomo che cercava di onorare con ogni suo re spiro.
« Come ti chiami? » chiese con un sospiro, l ascian do cadere l 'arma improvvisata.
La d onna sobbalzò per il rumore improvviso, poi sbatté le palpebre come se , di tutte le domande o r eazioni possibili, quella di Freddie fosse l'unica in aspettata.
«Philomena. »
Ph ilomena. Strano n ome.
«Io sono Freddie. Freddie Walton » si presentò . «Eb bene, hai due opzioni , Ph ilomena. Puoi scom p arire nella notte e probabilmente morire di freddo o qualcos 'altro entro dom ani ma ttina. Oppure puoi passare la notte in casa. » Indicò la porta. «Ci sono soltanto cibo, fuoco e acqua per lavarti. Per quel che vale, s ta ' si cu ra che non ti farò del male. Sul mio onore, non ti farò del male. »
Ph ilomena lo studiò attentamente per un lungo istante, cercando, Freddie lo capì, qualsiasi indizio che lui potesse rivelarsi una minaccia pe ggiore dell 'inverno e addirittura d ella città stessa. Le sue sce lte, i suoi pensieri le tu rbinavano negli occhi.
«Perché? » alitò alla fine, la domanda che se m brava quasi scritta nelle nuvolette brumose del suo al ito .
«Perché non posso far e diversamente. »
Fu tentato, per la prima volta, di raccontarle il suo passato , d i dirle : Perché qualcuno una volta ha fatto lo stesso per me . Solo che non poteva. Erano estranei e tali sarebbero rimasti fin o all 'indomani mat tina, quando si sarebb ero separati.
Ph ilomena annuì.
« Va ' dentro, allora » le disse. «Io... ti raggiungo tra un momento . Scaldati, poi ci l averemo entrambi pri ma di cenare. »
Con un 'ultima occhiata, lei corse dentro.
Freddie fece quello per cui era uscito e riuscì pe rsino a trovare un secchio che sarebbe stato utile per la notte. La sua mente era già percorsa da mille pensieri: avrebbe dovuto portare in casa altra acqua, in modo che la ragazza potesse lavarsi un po ' meglio , prestarle degl i indumenti per la notte... E
quan to denaro le avrebbe dato il giorno dopo , al momento di sep ararsi?
Perché, anche se il loro accordo valeva solo per una notte, si sarebbe assicurato che lei avesse il n ecessario per andare avanti .
Chissà come , Freddie sapeva già nel profondo del cuore che quell 'accordo sarebbe durato ben più di una notte.