NICOLE LOCKE
Il guerriero solitario
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: In Debt to the Enemy Lord Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2016 Nicole Locke Traduzione di Maria Grazia Bassissi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2017 Questo volume è stato stampato nel settembre 2017 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1087 del 25/10/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Prologo
Lui le stava accanto, impotente, alla prima luce del giorno. Si teneva in parte nell'ombra, mentre la donna era inginocchiata sulla fredda pavimentazione in pietra all'entrata della fortezza, con la luce del sole che trafiggeva come una lancia la sua forma raggomitolata. Piangeva. Dagli occhi gonfi le scendevano lacrime che cadevano sulle mani serrate. L'abito di fine tessuto grigio l'avvolgeva come un'ombra e i lunghi capelli neri, scarmigliati, sfioravano il pavimento. Improvvisamente, gettò indietro la testa come un animale ferito che mostra la giugulare al suo assassino e la cruda luce colpì la gola strozzata dai singhiozzi. Aprì la bocca, ma ne uscì solo un gutturale lamento, e poi fu il silenzio. D'improvviso, un suono che non avrebbe mai più dimenticato: sua madre urlò un nome che dopo quel giorno fu proibito proferire in sua presenza. «William!» Il corpo della donna si contorse, inarcandosi, il collo si tese nello sforzo di far uscire la voce. Il nome lo colpì come una frustata, mentre il respiro di lei usciva in rapidi ansiti. 5
Teague osservava la madre in lacrime. La guardò strapparsi quasi gli abiti di dosso, il corpo squassato da violenti singhiozzi. La osservava e non poteva fare nulla per cambiare la realtà. Per quanto lei piangesse, il padre non poteva udire quel richiamo. Suo padre era morto. Quando il messaggero aveva comunicato la notizia, lui si trovava a fianco di sua madre. Ora era nascosto dietro a una colonna, con i pugni serrati lungo i fianchi. Non piangeva la morte del padre. La sua sofferenza nasceva da un'emozione più profonda e oscura. Rabbia. La stessa che provava sin da quando aveva sentito la madre e la zia discutere, un paio di settimane addietro. Il loro tono era sommesso, ma alterato, e lui si era nascosto dietro alla tappezzeria verde per ascoltare la conversazione. Pur essendo solo un bambino, aveva capito, dalle loro concitate recriminazioni, che il padre non sarebbe più tornato. Suo padre era morto, ma la notizia non lo toccava. Per Teague, il padre era morto nel momento in cui aveva abbandonato il figlio e tradito la moglie. Non soffriva per la sua morte, ma si sentiva impotente davanti al dolore della madre. Lei piangeva, mentre lui non riusciva a versare una lacrima. Lei lo amava ancora, mentre lui non provava nulla. Erano stati entrambi rifiutati e traditi. Nonostante questo, era amore quello che si sentiva nell'urlo della madre. Teague uscì dall'ombra della colonna e le cinse il collo. La tenne stretta per un breve momento, poi d'un tratto lei si irrigidì ed emise un grido differente. Con una mano si strinse il ventre rigonfio e con l'altra afferrò le mani del figlio. «Teague! Teague, chiama aiuto!» boccheggiò. 6
Ai piedi della madre, il pavimento si scurÏ d'acqua e di rivoli rossi. Il liquido formò una pozza e gli sfiorò i piedi prima che lui potesse allontanarsi. Mentre correva a cercare aiuto, Teague fece una promessa a se stesso.
7
1
Galles, 1290 «Sto per morire» borbottò Anwen di Brynmor. «E per quale motivo? Perché, arrampicandomi su un albero, sono caduta e mi sono spezzata l'osso del collo. Ecco perché.» Girò di nuovo intorno all'immensa quercia. Gli spessi rami inferiori potevano facilmente sostenerla, ma non erano quelli a preoccuparla, perché lei sarebbe dovuta arrivare più in alto, fino ai rami più sottili spruzzati di verde. Non riusciva più a vedere il suo astore da caccia intrappolato in cima all'albero, ma ne sentiva i versi. «Oh, adesso hai bisogno di me, vero? Sarebbe stato meglio se mi avessi dato retta quando hai spezzato la filagna e sei volato via nella foresta di Dameg.» Fece un salto verso il ramo più basso ma lo mancò. L'ingombrante abito blu le intralciava i movimenti. Iniziò a slacciare in fretta il corpetto. «E invece no, ti ho chiamato e richiamato, ma tu hai semplicemente preso il volo trascinandoti dietro i tuoi geti di pelle. Ora però mi ascolti, vero? Adesso che sei rimasto impigliato.» 8
Una volta slacciato il corpetto, con una scrollata di spalle fece scivolare l'abito ai suoi piedi. Tremando e battendo i denti per la bassa temperatura, lo scavalcò. Faceva molto freddo nella foresta, sicuramente troppo per privarsi anche di un solo strato di vestiti. Ma almeno poteva sperare che a quest'ora del mattino non ci sarebbe stato nessun altro a sfidare il freddo e a contestare la sua mancanza di pudore. Prese l'abito, scuotendolo per rimuovere fango e pieghe, e lo stese con cura su un tronco di albero caduto. Era il più bello che aveva, nonostante l'orlo scucito e il buco nella manica. «Ti lascerei qui se potessi, Gully. Ma il buon Re d'Inghilterra e l'arrogante Signore di Gwalchdu ordinerebbero il taglio di una mano per la tua perdita.» Il piccolo rapace emise un forte grido. «Oh, sei anche tu per la pena di morte? Non sarò tuttavia io a essere punita, ma Melun. Il caro vecchio falconiere che si è sempre preso cura di te. Perciò verrò a prenderti solo per il suo bene, non di certo perché tengo alle tue penne.» Si avvicinò al tronco e, accucciandosi, prese la spinta per saltare, ma riuscì solo a lacerarsi le mani contro la corteccia e a cadere con il fondoschiena sul fango freddo e per gran parte ghiacciato. «Ahi!» Riprese fiato e cercò di controllare la rabbia che le saliva dentro. Sbattendo le mani a terra, diede sfogo alla sua frustrazione. «Perché non posso semplicemente tornarmene a casa? Lo sai che odio andare al villaggio di Gwalchdu, con le sue case dai tetti di paglia perfettamente ordinati e le strade linde e pulite.» Il pensiero di Gwalchdu la faceva arrabbiare ancora di più. Si alzò e gettò manciate di fango contro il tronco 9
dell'albero. «Invece, tu prendi e voli via, creandomi ancora più problemi. E adesso parlo anche da sola, maledetto uccello!» Saltando, afferrò il ramo con le mani già lacerate. Il dolore le trafisse le braccia, ma non lasciò la presa. Facendo dondolare le gambe, spinse i piedi sulla ruvida corteccia, ma le mani le scivolarono e fu travolta dalla rabbia. Era già abbastanza imbarazzante perdere la propria dignità e urlare contro un uccello. Ancora peggio mettersi a piagnucolare. E per cosa, poi? Solo per paragonare Brynmor a Gwalchdu? La sua dimora era cento volte meglio di Gwalchdu e lo sarebbe sempre stata. Strinse ancora più forte le dita intorno alla corteccia. Non avrebbe mollato la presa. Brynmor, con il suo spirito gallese, aveva combattuto fino all'ultimo contro gli inglesi, e lei non sarebbe stata da meno. Tirandosi su con tutta la sua forza, urlò. «Hai sentito?» Teague, Signore di Gwalchdu, fermò il cavallo. «Non c'è nessuno nella foresta di Dameg, a parte gli animali, gli alberi e i ghiaccioli che pendono dalle mie staffe.» Rhain represse un brivido. «E infatti non riesco a trovare un solo motivo valido per vagare in questa foresta dimenticata da Dio di mattina presto.» «Silenzio.» Rhain sbuffò, ma fece avvicinare il cavallo. Teague tese le orecchie per sentire ogni minimo suono oltre a quello degli zoccoli dei cavalli sul terreno ghiacciato. L'aria di fine autunno era impregnata dell'odore dei pini e della terra umida e si sentivano solo rumori leggeri prodotti dai piccoli animali. Se c'era qual10
cuno nella foresta, non si trovava di certo vicino a loro. Decidendo che si era trattato del verso di un uccello, borbottò: «Lo sai perché siamo qui. È l'unico posto in cui ci si può nascondere». «Non troveremo nessuno qui» obiettò Rhain. «Sono ormai passate ore da quando abbiamo ricevuto la minaccia e il nemico se ne sarà già andato. Possiamo solo cercare una traccia.» La frustrazione di Teague aumentò mentre spingeva il cavallo a proseguire. «E allora è una traccia che cercheremo.» Era troppo presto e troppo freddo per continuare la ricerca, con la minaccia di un temporale in arrivo. Se il suo nemico si trovava nella foresta, era più folle di quanto pensasse. Ma non poteva che essere un pazzo a minacciare un Signore della Marca. Un uomo che, più di dieci anni prima, aveva conquistato e mantenuto sempre più potere e possedimenti con le guerre tra Galles e Inghilterra. Un uomo che avrebbe potuto chiedere aiuto a Re Edoardo in persona. Ma Teague non voleva chiedere aiuto, non voleva attirare l'attenzione su ciò che minacciava la sua casa. Per questo lui e suo fratello conducevano da soli le ricerche. Tuttavia, fino ad allora non avevano trovato nessuna traccia del nemico. Un nemico che, senza motivo, gli inviava messaggi minacciosi. All'inizio, li aveva ignorati. In fondo, non era mai stato particolarmente amato dai suoi compatrioti gallesi e di certo neanche dagli inglesi. Si era comunque conquistato il rispetto di entrambe le parti. Sebbene i suoi compatrioti continuassero a guardare con odio agli inglesi, ormai la guerra era quasi finita. I gallesi non potevano fare altro che accettare il loro destino. Lui aveva di 11
certo accettato di essere considerato un traditore quando era passato dalla parte degli inglesi aiutando Re Edoardo a vincere la guerra e tenendosi Gwalchdu come sua dimora. No, non era affatto amato dai suoi compatrioti, quindi poteva ignorare qualche insignificante minaccia. Il fatto era che questi messaggi non minacciavano più solo lui, ma anche gli abitanti di Gwalchdu. Quando il nemico lasciava delle carcasse insanguinate di animali che vivevano protetti all'interno delle mura di Gwalchdu, facendo capire chiaramente che le difese della sua fortezza potevano essere facilmente aggirate, Teague non poteva più ignorare quelle minacce. Non riusciva a capire perché i messaggi arrivassero così tanto tempo dopo la fine della guerra, né quale fosse il loro scopo, dato che il nemico non faceva richieste. Teague sapeva solo che avrebbe messo fine a quella storia. «È stranamente silenzioso qui.» Rhain fece rallentare il passo al suo cavallo per seguirlo attraverso gli stretti passaggi tra gli alberi. «Quello che non capisco, fratello, è perché metti a repentaglio la tua preziosa vita per questo. Se il tuo nemico si nasconde qui, non fai che aiutarlo addentrandoti indifeso nel suo covo.» Teague si abbassò per schivare un ramo. Innervosito, il cavallo scartò di lato e dovette tirare forte le redini per evitare di ferirsi la gamba contro la corteccia. «Quel codardo non avrà il coraggio di affrontarmi a viso aperto, ma, Dio mi è testimone, lo troverò.» Avrebbe cercato il suo nemico e se l'avesse trovato... Tuttavia quelle parole non servivano a nulla. E nemmeno serviva continuare a discutere della propria sicurezza con il fratello. «Mi sono stancato di questa conversazio12
ne. Separiamoci fino a quando il sole non sarà alto in cielo.» Con la spada sguainata e nascosto dal denso fogliame, Teague restò immobile e rapito. Rhain poteva tornare da un momento all'altro, ma i suoi pensieri erano completamente annebbiati. Il sangue, che gli scorreva ardente nel corpo, si raccolse nei lombi. Qualsiasi cosa avesse immaginato di vedere udendo il forte scricchiolare di rami, quella ninfa dei boschi non rientrava nel novero. Stava in piedi sul ramo di un'enorme quercia. Gli dava le spalle e le sue braccia erano strette attorno al tronco dell'albero. I biondi capelli sciolti le ricadevano lungo la schiena mentre il suo sguardo era rivolto verso l'alto. Ma quello che lo immobilizzava non era trovarla in piedi aggrappata a un albero. Era il fatto che fosse praticamente... nuda. La sottile camiciola grigia che indossava era talmente logora che lasciava trasparire la colorazione rosata del suo fondoschiena e dagli ampi strappi nella stoffa si intravedeva la morbida pelle al di sotto. La donna si spinse su un ramo più alto e vi si mise a cavalcioni. Nello sforzo di afferrarlo, la camicia le aderì al corpo e la sua posizione mise in evidenza il profilo delle sue curve generose. Teague non poté fare a meno di protendersi per vederla meglio. Ma non era abbastanza e avanzò ancora. Così facendo era più esposto, ma non gli importava. La donna indossava la veste più seducente che lui avesse mai immaginato. «Ecco dove finirò, in purgatorio!» Lui si bloccò e ripose la spada. La voce roca non era 13
quella di una ninfa dei boschi, ma piuttosto di un'astiosa arpia. C'era qualcuno con lei. E questo colpì il suo desiderio come la punta di una fredda spada contro la gola. «Se non fosse per il cibo che cacci...» La sconosciuta si alzò goffamente, i piedi e le mani instabili, finché non si aggrappò di nuovo all'albero. «... cibo di cui non possiamo fare a meno, credo che potrei giocarmi le uniche possibilità con il falso Re Edoardo.» Riaccucciandosi nell'ombra, senza però perderla di vista, Teague rimase ad ascoltare quelle parole oltraggiose. I suoi movimenti erano bruschi, incerti, mentre la donna si tirava su, verso il ramo più alto. «È colpa del Traditore se sono appesa a quest'albero.» Chiunque fosse con lei, rimase in silenzio. Non solo la donna parlava di tradimento, usava anche le stesse parole del suo nemico. La sconosciuta continuò a salire sempre più in alto, fino a raggiungere i rami più sottili, senza fermarsi. «Stavo solo cercando di addestrarti, comprarti dei bei geti e tornare a casa.» Bilanciando il peso del suo corpo, si allontanò dal tronco e il ramo scricchiolò sonoramente finché lei non riuscì ad aggrapparsi a quello più in alto. «Non avevo alcuna intenzione di rimanere bloccata in questa maledetta foresta. E di certo non volevo essere costretta a comprare i tuoi geti dal nostro conciatore, che c'è stato rubato dal Traditore.» Lui si avvicinò di più, ormai certo che fosse sola. E fu allora che vide il suo obiettivo: un uccello con i lacci di pelle impigliati intorno alle zampe. La donna parlava all'uccello, blaterando parole ingiuriose che di sicuro non avrebbe voluto che nessuno ascoltasse. Specialmente non lui. 14
«Tipico del Traditore derubarci di tutto, quando si è alleato con la canaglia inglese.» Con le mani allungate verso l'alto, strisciò lontano dal tronco fino a trovarsi sotto il ramo sul quale era fermo l'uccello. Con una mano tirò i sottili lacci di pelle liberandone le zampe. «I gallesi avrebbero dovuto vincere la guerra. E lo avrebbero fatto, se l'onnipotente Signore di Gwalchdu non avesse cambiato bandiera. E a quale scopo? Riempire la sua grassa pancia!» Ecco il suo nemico. E non si trattava di un uomo, ma di una semplice donna, per di più bloccata su un albero. Teague sferzò la vegetazione secca con la spada e si portò al di sotto dei rami della quercia. Colta di sorpresa, la mano della donna perse la presa sul ramo superiore e quello sottile su cui poggiava oscillò sotto il suo peso. «Voi!» Anche da dove si trovava, lui vide l'incredulità sul suo volto, poi la consapevolezza e uno sguardo così pieno di odio che sapeva rispecchiare esattamente il suo. «Sì, io.» Il compiacimento di Teague era così forte, che si sentì come una volpe nell'atto di affondare le zanne nella preda. «E ora scenderete a pagare il vostro debito.» «Il mio debito?» sbottò lei, il corpo teso dalla rabbia. «Il mio debito!» ripeté, mentre il ramo sul quale poggiava protestava scricchiolando sotto il suo peso. Si girò verso il tronco, ma era troppo tardi. «Prendetemi!» urlò mentre il ramo si spezzava. Ormai priva di sostegno, agitò convulsamente le braccia, ma non bastò per evitare la caduta. Precipitando sbatté le braccia, il corpo e la testa contro i massicci rami, prima di cadere nelle sue braccia levandogli ogni traccia di aria dai polmoni. Il suo respiro, 15
tuttavia, si arrestò del tutto quando posò il corpo della donna, apparentemente senza vita, sul terreno. Respirava ancora, ma perdeva sangue dalla tempia sinistra. La adagiò e strappò un pezzo della sua tunica per avvolgerla intorno alla ferita. Cercando di evitare i profondi tagli sulle braccia e sulle gambe, si accertò che non ci fossero ossa rotte. Era illesa, eccetto la ferita alla testa che necessitava al più presto di cure. Era il suo nemico, ma era da sola. I capelli dorati erano macchiati di sangue e il pallore la faceva apparire cadaverica. Se l'avesse lasciata lì sarebbe sicuramente morta. La sollevò, posandosi delicatamente la sua testa nell'incavo della spalla, e richiamò il cavallo. Avrebbe di certo perso tempo prezioso per raggiungere Gwalchdu a piedi, ma non poteva rischiare di scuoterla troppo. Non era così che batteva i nemici; era la sua mano che li faceva cadere, non di certo un albero. «Cos'è successo?» Teague si voltò. Con ancora diverse miglia davanti a sé prima di raggiungere Gwalchdu, non si aspettava di incontrare anima viva. Gli ci volle un attimo per realizzare che si trattava di suo fratello e non di una presenza minacciosa. «Dove diavolo sei stato?» gli chiese. Rhain smontò da cavallo. «Dal tono con cui mi hai allontanato, non sembrava che la mia presenza ti fosse particolarmente gradita. Ti avrei avvertito dell'inutilità di separarci per continuare la ricerca. Se non fossi certo del contrario, avrei pensato che hai una scarsa opinione delle mie abilità di guerriero.» «Ora non ho tempo né per pensare né per rispondere 16
al tuo orgoglio ferito. La donna è gravemente ferita.» «Lascia che ti aiuti a salire sul cavallo e poi andrò ad avvertire suor Ffion.» «Non è morta!» Rhain protese le braccia. «Questo lo vedo, mio caro fratello, ma Ffion potrebbe avere le erbe necessarie per curarla.» Teague depose la donna nelle braccia di Rhain, poi salì sul suo cavallo e la prese di nuovo stringendola a sé. Durante le guerre di Re Edoardo aveva imparato bene a maneggiare i feriti, ma questa volta non si trattava di un soldato ricoperto da una pesante armatura. Questa era una donna ed era talmente leggera che sembrava di reggere una piuma. «Ffion non approverà di certo che tu porti in casa qualcuno, in questo momento» osservò Rhain. Soprattutto Ffion non sarebbe stata contenta di chi portava a casa. «E quando mai nostra zia approva qualcosa? Sembra che Dio abbia lasciato inascoltate le sue richieste quando ha deciso di affidarla alla mia protezione.» «Potresti sempre affidarla a uno degli abitanti del villaggio.» «No!» rispose Teague, sorpreso per primo della propria reazione. Non voleva lasciare la donna alle cure di qualcun altro. «Stiamo solo perdendo tempo. Fa' preparare la mia stanza.» Teague non prestò attenzione al fratello che si allontanava. Era concentrato sulla donna che giaceva tra le sue braccia. Immota, era così abbandonata contro di lui, che riusciva a sentire ogni singolo, debole respiro che attraversava il suo corpo. La striscia di tunica bianca con cui le aveva fasciato la testa era ormai completa17
mente impregnata e rossa di sangue, i suoi capelli erano un groviglio di foglie e corteccia e il suo viso era quasi trasparente. Ora poteva servirsi del cavallo, ma anche cosĂŹ il viaggio sarebbe stato lungo. Sperava solo che non fosse troppo tardi.
18
Un eroe per Bella CAROLINE KIMBERLY GIAMAICA-LONDRA, 1820 - Isabella ha bisogno di un eroe e il capitano Ashford, mercenario arrogante, ubriacone e incredibilmente avvenente, è l'unica scelta a sua disposizione!
La nuova strada di Lady Sybil MARGARET MALLORY SCOZIA, 1522 - La bellissima Sybil Douglas, ostaggio della regina, viene salvata da un guerriero scozzese, che pretende di essere vincolato a lei da un contratto di matrimonio.
L'occasione di Griffin VANESSA KELLY LONDRA, 1815 - Noto libertino proprietario di case da gioco e di piacere, l'ultima cosa che Griffin si aspetterebbe è di trovarsi affidato un neonato. Chiede quindi aiuto a Justine...
Il guerriero solitario NICOLE LOCKE GALLES, 1290 - Figlio di padre inglese e di madre gallese, Teague non appartiene a nessuno dei due popoli. Il bizzarro incontro con una sconosciuta mette fine ai suoi giorni solitari.
Il ritorno di William VANESSA KELLY LONDRA, 1815 - Il capitano William Endicott deve indagare su Evie Whitney, la giovane di cui è da sempre innamorato e che ha lasciato anni addietro dopo il loro primo bacio.
Il premio più ambito JULIANNE MACLEAN INGHILTERRA, 1881 - Lord Martin giunge sull'Isola di Wight per la regata di Cowes e viene a sapere di una bella vedova restia alle avventure. Considerandola il vero premio, lui...
Il patto dello scandalo DIANE GASTON INGHILTERRA, 1815 - Ross rimanda da anni la ricerca di una compagna destinata a essere la sua duchessa. E Genna Summerfield è di certo la meno adatta a ricoprire quel ruolo!
Per amore della Scozia SHARON CULLEN SCOZIA, 1746 - L'ultimo uomo a cui Cait vorrebbe offrire i propri servigi di guaritrice è il capoclan Iain Campbell, considerato da tutti un traditore. Quando però lei scopre che... Dal 2 novembre
Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con
ABBONATI!
-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS
Sì!
Voglio abbonarmi a I Grandi Romanzi Storici. Speditemi mensilmente 4 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).
7B0144
Cognome.............................................................Nome.................................................................. Via.....................................................................................................................N°........................ Località.............................................................................Prov...................CAP............................... Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................ Firma............................................................................................Data.......................................... Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2017. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Viale Monte Nero, 84 – 20135 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO