Il matrimonio dell'ereditiera di Lauri Robinson

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Lauri Robinson IL MATRIMONIO DELL'EREDITIERA


Immagine di copertina: Darya Komarova/Shutterstock Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Marriage or Ruin for the Heiress Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2021 Lauri Robinson Traduzione di Elena Vezzalini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises ULC. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici luglio 2022 Questo volume è stato stampato nel giugno 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100% I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1312 dello 02/07/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Dedica

Questo libro è dedicato a Ivadelle Salmon, una fan meravigliosa


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Chicago, 1933 Incredula, Jolie Cramer rimase senza parole. Come non esserlo! Mai avrebbe immaginato che le sarebbe capitata una cosa simile. Essere venduta, come se fosse un abito esposto nella vetrina di un negozio. Un abito non era fatto solo di filo e stoffa. Dietro la sua realizzazione c'erano ore di disegni preparatori, di cucito, di stiratura. Così come in lei c'era di più. Aveva dei sentimenti, degli obiettivi, dei sogni. Mentre fissava fuori dalla finestra della sua camera da letto, che affacciava sul cortile della loro prestigiosa dimora nel centro città, costruita con mattoni e malta alcuni secoli prima, Jolie scosse il capo per scacciare l'incredulità che teneva in ostaggio la sua mente. La luce intensa di quella giornata estiva strideva con il gelo che sentiva dentro di sé. «Non potete dire sul serio.» «È un uomo facoltoso e importante. Per non parlare della sua avvenenza. Dovresti essere felice che abbia accettato.» Una caratteristica sensazione di calore pervase Jolie 7


mentre si girava per affrontare la madre. E una collera tanto ardente da cuocere un uovo in meno di un minuto prese il posto dell'incredulità. Tutti sapevano che Randal Osterlund era ricco e importante, e ogni donna di Chicago al di sotto dei quarant'anni lo considerava bello. I suoi occhi azzurri come il ghiaccio contrastavano piacevolmente con i capelli scuri e attiravano l'attenzione. Come gran parte delle persone, anche Jolie lo reputava un uomo attraente. Almeno fino all'ultima volta che l'aveva incontrato. In quell'occasione si era sentita mortificata e si era augurata di non rivederlo mai più. «Felice?» «Sì. Io ne sono stata lusingata.» La madre di Jolie si alzò in piedi, si accarezzò i corti riccioli castani che le sfioravano la nuca e poi si passò la mano sui capelli che aderivano alla testa in morbide ciocche ondulate. Quella era la sua acconciatura da una decina d'anni, anche se i capelli corti in voga negli anni Venti non erano più di moda. Con un sospiro esagerato, continuò: «Potrei prendere in considerazione l'idea di risposarmi; tuttavia, come sai, tuo padre è stato l'unico uomo della mia vita. Non c'è nessun altro al mondo come lui. Non mi rassegnerò mai alla sua morte. Mai. Ancora adesso ogni notte piango finché non mi addormento». Jolie si massaggiò la fronte a quelle parole di autocommiserazione, udite centinaia di volte. Non che non comprendesse la madre. Tutti loro avevano amato profondamente suo padre, un uomo fantastico, ma la moglie non sembrava rendersi conto che gli altri membri della famiglia erano ancora vivi. E che avevano bisogno che lei si comportasse come una madre. «Non c'è ragione di essere così turbata. Ne abbiamo già parlato, Jolie.» 8


«Averne parlato non significa che io abbia accettato» precisò lei. Non aveva accettato nulla. Anzi, quando la madre la settimana prima aveva dichiarato che solo il matrimonio avrebbe salvato la loro famiglia, lei aveva affermato che quella non era la soluzione, che c'erano altri modi per farlo. La madre lisciò un angolo del copriletto floreale su cui si era seduta. «Le tasse vanno pagate entro la fine del mese. Se non pagheremo, la casa sarà venduta dall'amministrazione comunale. Se ciò accadesse, saremmo costretti a trasferirci in Kansas a casa dello zio LeRoy. È questo che vuoi per tuo fratello e tua sorella? Per me? Per te?» No, non era quello che voleva. Jolie chiuse gli occhi, sopraffatta dalla disperazione, che oscurò ogni altra emozione che si agitava nel suo petto. Zio LeRoy, il fratello di sua madre e il loro unico parente ancora in vita, abitava in Kansas, stato che era flagellato non solo dalla Grande Depressione che aveva colpito l'intero Paese, ma anche da tempeste di sabbia che ricoprivano intere città. Jolie ne aveva sentito parlare alla radio, l'aveva letto nei giornali e nei resoconti che lo zio mandava loro nelle sue lettere. Quelle tempeste di sabbia che affliggevano le grandi pianure centrali erano all'origine della definizione Gli sporchi anni Trenta. Dannato crollo della Borsa del 1929! Tutto era cominciato da lì. Aveva sconvolto la nazione e la sua famiglia. Tre mesi dopo il crollo, suo padre era morto per un attacco di cuore e nei quattro anni successivi la moglie e i figli erano sopravvissuti a stento, grazie ai pochi beni immobili e al denaro che lui non aveva investito in Borsa. La loro non era stata la sola famiglia 9


colpita; tuttavia, a differenza di coloro che, dopo avere ammesso apertamente le loro gravi difficoltà finanziarie, avevano reagito o almeno provato a fare qualcosa di concreto, sua madre aveva tenuto nascosta la loro povertà. E continuava a farlo. Poche persone sapevano che i Cramer vivevano delle briciole che riuscivano a comprare con gli spiccioli che trovavano nel cestello della lavatrice e sotto i cuscini del divano. «Abbiamo venduto tutti gli oggetti di valore» dichiarò la madre. «Dei beni di tuo padre ci è rimasta solo la casa. Il tuo matrimonio è la nostra unica alternativa.» «Non è vero» obiettò Jolie. «Potremmo cercare un lavoro. Voi, io e Silas. Persino Chloe...» «Non voglio nemmeno sentirne parlare! Tuo padre si starà rivoltando nella tomba! Sai che era fermamente convinto che le donne non dovessero lavorare.» La madre si girò per dirigersi verso la porta. «A Silas mancano due anni di college. Dopo che si sarà laureato, provvederà alla famiglia. Fino ad allora, spetta a me farlo, e a te.» Aprì la porta della camera. «Ti suggerisco di andare a cambiarti. Randal sarà qui tra mezz'ora.» «Che cosa dovrei indossare?» Jolie alzò le mani in aria mentre la madre chiudeva la porta ignorando la sua domanda. «Gli abiti che possiedo sono stati messi tante volte che il tessuto è ormai liso» borbottò, avviandosi verso il letto su cui si lasciò cadere. Non era solita fare delle scenate, ma in quel momento non le sarebbe dispiaciuto. Randal Osterlund. Sbuffando, Jolie si girò sulla schiena e fissò il soffitto sconsolata. Di tutti gli uomini di Chicago, oh, perché proprio lui? 10


Poi si sollevò a sedere, quando il cuore cominciò a battere veloce come le ali di un colibrì. O forse non era un caso? Lui sapeva che la famiglia Cramer era diventata povera. Jolie si era augurata che dimenticasse il loro incontro alla drogheria, ma a quanto pareva le sue preghiere non erano state esaudite. Era stato molto imbarazzante. In banca c'era il denaro per coprire l'assegno, l'aveva depositato lei stessa il giorno prima, dopo essere stata pagata da Mrs. Rivard per la modifica di un abito. All'insaputa della madre, naturalmente, perché alle donne Cramer non era permesso lavorare per mantenersi. Jolie l'aveva fatto diverse volte, modificando dei vestiti o cucendo della biancheria intima per Mrs. Rivard e le sue amiche attempate, e versava il denaro in banca in modo che qualsiasi membro della famiglia potesse pagare la spesa con un assegno. Nessuno di loro aveva mai compilato un assegno scoperto, perciò era sicura che Amy Casswell avesse messo il suo nome sulla lista per dispetto. Amy la detestava da anni. Perché si era fermata al negozio dei Casswell? Perché? Sapeva che non avrebbe dovuto farlo! Per pura combinazione il cliente dopo di lei era Randal, e casualmente la cassiera gli aveva spiegato che il nome della famiglia Cramer era sulla lista, cioè nell'elenco delle persone che non potevano pagare con un assegno. La crisi economica aveva colpito molte famiglie e, oltre alla lista di persone a cui non si faceva credito, ce n'era un'altra che riportava i nomi di chi compilava assegni scoperti. Il nome dei Cramer era solo sulla lista dei Casswell. Jolie aveva acquistato poche cose e Randal si era offerto di pagarle. Umiliata, aveva rifiutato e aveva detto alla cassiera che non avrebbe mai più rimesso 11


piede in quel negozio. Dopo di che se n'era andata. Il fatto era accaduto due mesi prima. Jolie aveva chiesto ai familiari di non fare più la spesa da Casswell. Amy le aveva dichiarato guerra ai tempi della scuola elementare e le ostilità non erano mai cessate. Stando alle ultime notizie, Amy era andata in Europa o in Asia, o altrove, eppure, malgrado la distanza, non aveva smesso di mettere in imbarazzo Jolie. Il padre di Amy possedeva la più importante catena di negozi di alimentari dello Stato, perciò il crollo della Borsa non aveva avuto ripercussioni sui suoi affari. E non aveva toccato Amy. I suoi abiti erano sempre i più eleganti, il suo atteggiamento altezzoso. Con la mente affollata da quei pensieri, Jolie non riusciva a immaginare perché mai Randal Osterlund dovesse prendere in considerazione l'idea di sposare lei e non Amy. Non aveva senso. Amy Casswell era il tipo di donna che un uomo come lui avrebbe sposato. Jolie balzò in piedi. Ecco perché! L'anno prima, al matrimonio di Marie Beyer, ora Marie Gains, Amy l'aveva accusata di fare gli occhi dolci a Randal. Non era vero, anche se era decisamente affascinante con lo smoking. Quella doveva essere la ragione. Lui e Amy probabilmente uscivano insieme e poi avevano continuato a scriversi mentre lei era all'estero. Così adesso Amy stava cercando di umiliarla. Di nuovo. Quella doveva essere la ragione. Spinto da Amy, Randal voleva metterla in difficoltà. Dopo avere alimentato le speranze della sua famiglia, avrebbe rivelato le loro difficoltà economiche senza sposarla. Ma lei glielo avrebbe impedito. Questa volta Amy non l'avrebbe avuta vinta. 12


Con la determinazione di un'ape in cerca del fiore perfetto, Jolie attraversò la stanza di corsa, aprì l'armadio e prese l'unico vestito che poteva indossare per incontrare Randal. In realtà era un completo, gonna e blusa, che aveva realizzato con due vestiti vecchi. Le maniche della blusa, bianca a piccoli pois azzurri, erano svasate e terminavano giusto sotto i gomiti. La gonna, azzurra a pois bianchi, aveva la vita stretta e due strisce di tessuto bianco intorno all'orlo che le sfiorava le ginocchia. Era uno dei suoi abiti preferiti, perché nel crearlo si era ispirata alla moda del momento. L'avrebbe fatta sentire sicura di sé davanti a Randal. La sua famiglia forse era in ginocchio, lei no. Randal Osterlund fissava il portone della casa di mattoni in uno dei quartieri più vecchi del centro città, dove molti armatori e magnati delle ferrovie avevano costruito le loro dimore nel secolo precedente. Grazie alle grandi ricchezze accumulate nel tempo, quei quartieri si erano popolati. La sua casa, altrettanto grande e costosa, si trovava nella parte opposta della città, dove i nuovi ricchi avevano creato i loro quartieri negli ultimi vent'anni per distinguersi da quelle vecchie famiglie. Fortune ereditate e recenti. Randal conosceva bene le storie, i problemi e le tribolazioni che comportavano. E sapeva anche che in entrambi i quartieri c'erano molte case disabitate a causa del crollo della Borsa. Era suo compito assicurarsi che la casa non cambiasse proprietario e che gli Osterlund restassero tra le famiglie più ricche di Chicago. Un concetto che gli era stato inculcato fin dalla nascita. Suo nonno era arrivato in America con due spiccio13


li in tasca, che aveva usato per creare la fortuna di famiglia. Dopo avere trovato il petrolio in Pennsylvania, aveva venduto i giacimenti a Rockefeller e alla sua compagnia Standard Oil prima di trasferirsi a Chicago. Il figlio, padre di Randal, aveva aumentato la loro ricchezza investendo in Borsa e alla sua morte, avvenuta sette anni prima, aveva lasciato tutto in eredità al proprio figlio. Investimenti in Borsa. Il crollo aveva inciso negativamente sulle loro finanze, come su quelle di quasi ogni famiglia della nazione. Tuttavia Randal, prima della tragedia, aveva diversificato gli investimenti più di tante altre persone. Purtroppo non era una strategia sufficiente per guadagnare il denaro necessario a mantenere la loro posizione in società. Perciò suo nonno gli stava con il fiato sul collo, affinché si desse da fare per lasciare la sua impronta nel mondo finanziario. Quella che avrebbe mantenuto gli Osterlund al primo posto. È il denaro che fa un uomo. Era il motto con cui era stato cresciuto. Randal aveva scoperto il modo per arricchirsi, gli aeroplani, ma aveva trovato un ostacolo sul suo cammino. Il matrimonio. L'idea non gli piaceva. Era convinto che il matrimonio impedisse a un uomo di concentrarsi sui propri piani, sugli obiettivi... di essere se stesso. E l'amore... era pericoloso. Aveva visto molti uomini cadere in quella trappola. Uomini perbene, che credevano di avere trovato l'amore, la moglie perfetta, che poi li aveva lasciati per un altro, portando con sé il denaro del conto in banca. 14


A lui non sarebbe accaduto. Forse gli serviva un matrimonio, ma non avrebbe mai avuto bisogno dell'amore. Non avrebbe permesso a nessuna di spezzargli il cuore. Quando udì il rumore del pomello del portone che veniva girato, Randal si raddrizzò e si stampò un sorriso falso sul viso. Non era il tipo da innervosirsi facilmente, perciò lo stupiva la propria reazione all'idea di incontrare Jolie Cramer. L'aveva vista a un matrimonio l'anno prima ed era stato colpito dalla sua bellezza. Era quella la prima immagine che si era affacciata alla sua mente quando aveva preso in considerazione l'idea di sposarsi. «Mr. Osterlund, scusatemi, non avevo sentito bussare.» Amelia Cramer era una donna di mezza età, con i capelli castani corti. Sembrava dolce e modesta, tuttavia aveva un'aria scaltra. Randal si chiese se anche Jolie nascondesse la stessa scaltrezza dietro l'aspetto tranquillo e mite. La sua famiglia rischiava di perdere la casa e l'unica speranza di salvarla era che lei sposasse qualcuno disposto a pagare le tasse al posto loro. Quella persona era lui. Il fatto che Jolie fosse molto attraente era semplicemente un valore aggiunto. «Spero di non avervi fatto attendere troppo» si scusò Amelia. «Sono appena arrivato e non avevo ancora bussato, Mrs. Cramer.» «Vi prego, chiamatemi Amelia.» Con un sorriso civettuolo la madre di Jolie si sfiorò il lobo di un orecchio. «In fondo, tra poco diventeremo parenti.» Randal inarcò un sopracciglio. «Jolie è d'accordo?» «Sì, naturalmente» rispose Amelia con un altro sor15


riso sornione. «Accomodatevi, Jolie scenderà tra un istante. Sua sorella Chloe è andata ad avvertirla che siete arrivato.» Quella era la prova che Amelia aveva spiato il suo arrivo dalla finestra. Doveva essere davvero disperata. Lui non aveva creduto al racconto di Amy, secondo cui i Cramer avevano perso tutti i loro averi con il crollo della Borsa e Joseph, il capofamiglia, era morto per un attacco di cuore. Amy lo diceva di chiunque. Un paio di mesi prima tuttavia, dopo essersi fermato al negozio dei Casswell, dove aveva incontrato Jolie, aveva iniziato a domandarsi se Amy non avesse detto la verità. Quell'incontro inaspettato aveva posto Jolie in cima all'elenco delle possibili candidate al matrimonio. Altrettanto inaspettatamente l'opportunità di indagare se lei e la sua famiglia potessero essere interessate al suo piano si era presentata la mattina di quel giorno, quando si era per caso imbattuto in Amelia Cramer al palazzo di giustizia. «Gradite qualcosa da bere?» chiese Amelia mentre lo precedeva in salotto. Randal notò subito gli spazi vuoti sulle pareti, dove un tempo erano sicuramente appesi dei quadri, i pavimenti privi di tappeti, l'arredamento essenziale della stanza. La padrona di casa non fornì alcuna spiegazione per l'assenza degli oggetti mentre si fermava davanti a una piccola credenza di legno. «Posso offrirvi del vino o del brandy.» «No, grazie, sto bene così» disse Randal mentre la sua attenzione era catturata dallo scalone, con un'elegante balaustrata di legno scuro, che saliva al piano superiore. Alla sua vista si presentarono due tacchi 16


bianchi, che scendevano con grazia i gradini, e un paio di gambe eleganti coperte da calze. Poi vide un abito bianco e azzurro, che metteva in risalto un fisico snello. Alla fine ebbe una visuale completa di Jolie. Al matrimonio e anche al negozio, dove avevano rifiutato il suo assegno, Jolie aveva colpito Randal con la sua bellezza. In quel momento lui la guardò sotto una luce diversa. Se l'avesse ritenuta adatta a diventare sua moglie, e se lei avesse accettato, si sarebbero sposati. Un pensiero su cui riflettere. Per anni aveva giurato a se stesso che non si sarebbe sposato, né innamorato. L'ultima volta era accaduto qualche mese prima, quando Amy l'aveva messo di fronte a un ultimatum: se non l'avesse sposata, lei avrebbe cercato un altro marito. Randal le aveva augurato buona fortuna. Nessuna donna lo avrebbe mai dominato. Meno di una settimana dopo, Randal si era chiesto se avrebbe dovuto sposarla quando aveva scoperto che Carl Jansen stava meditando di vendere la sua azienda aeronautica, ma solo a un uomo sposato. Amy era partita da mesi e Randal, dopo aver valutato per un istante di contattarla, aveva optato per un'alternativa. Se proprio doveva sposarsi, voleva che la prescelta fosse una persona con cui avrebbe potuto vivere. E quella persona non era Amy, il cui unico interesse era il denaro. Per tutta la vita lui aveva avuto delle persone che gli stavano con il fiato sul collo per spingerlo a guadagnare di più, non aveva bisogno che anche sua moglie si aggiungesse alla schiera. Lui voleva una donna tranquilla e gentile, che sarebbe stata felice di governare la sua casa. Guardando Jolie che si fermava sull'ultimo gradino, Randal avanzò di un passo. «Buonasera, Miss Cramer.» 17


Lei gli rivolse un cenno del capo. «Mr. Osterlund.» Randal protese una mano e quando lei gli porse la propria la portò alle labbra per posarvi un bacio sul dorso, continuando a osservarla. «Siete deliziosa questa sera.» I capelli castano chiaro, raccolti in due bande ai lati della testa, lasciavano in mostra le piccole orecchie dai cui lobi pendevano due orecchini di perle. Ma furono gli occhi a catturare l'attenzione di Randal. Color marrone scuro, sprizzavano ostilità e lo indussero a chiedersi se fosse il caso di includerla nella sua lista, mettendola addirittura al primo posto. Jolie scese l'ultimo gradino e, con il chiaro intento di comunicargli che aveva trattenuto la mano troppo a lungo, la sottrasse alla sua stretta. «Ho prenotato un tavolo al ristorante del Congress Hotel» annunciò Randal, cercando di assumere il controllo della situazione. Anche se la madre aveva dichiarato che la figlia aveva accettato la sua proposta, Jolie non sembrava entusiasta all'idea. «Santo cielo, è il ristorante più elegante della città» esclamò Amelia. «Lo chef lavorava al Waldorf Astoria Hotel di New York prima di trasferirsi qui.» Jolie non commentò le parole della madre, tuttavia l'ostilità del suo sguardo si accentuò. Randal se ne accorse e disse: «Possiamo andare quando volete». Con il mento alzato, lei si diresse verso il portone. «Sono pronta.» Jolie non sembrava eccitata all'idea di sposarsi. Nemmeno lui lo era, tuttavia adorava le sfide e doveva ammettere che la prospettiva di conquistarla lo entusiasmava. La oltrepassò, aprì il portone e salutò la madre prima di seguire Jolie all'esterno. 18


La sua Cadillac blu nuova fiammante era parcheggiata nel vialetto. Randal non offrì il braccio a Jolie, che si diresse verso la portiera del passeggero. La luce della sera faceva brillare i capelli sciolti, che scendevano ben oltre le spalle. Guardando il vestito, che sembrava realizzato su misura, Randal si chiese se fossero poveri come qualcuno gli aveva fatto credere. Se non era vero, forse il suo piano non avrebbe funzionato. A meno che Jolie non si aspettasse altro dall'accordo... Randal aprì la portiera, aspettò che Jolie si fosse seduta, poi la richiuse e fece il giro dell'automobile passando da dietro. Jolie era conosciuta nella cerchia dei coetanei, eppure non aveva mai avuto un ragazzo fisso. Curioso. Secondo Amy, la ragione era che Jolie era carina quanto un gatto spelacchiato, cosa che era un'evidente bugia. Appena Randal ebbe messo in moto l'automobile, Jolie gli chiese: «Quando è tornata Amy?». Lui dovette concentrarsi un istante mentre faceva retromarcia nel vialetto e si sforzava di ricordare le ultime notizie che riguardavano Amy. Non avendo mai dato ascolto ai pettegolezzi, era possibile che gli fosse sfuggita la notizia del suo ritorno. Comunque, non gli interessava. «Non sapevo che fosse tornata.» Jolie si girò per fissarlo con gli occhi scuri colmi di disprezzo. «Non vi scrivevate?» «No.» «Perché?» Randal si strinse nelle spalle. «Perché avrei dovuto scriverle? Ha lasciato il Paese per cercare un marito ricco, le auguro di trovarlo.» Jolie aggrottò le sopracciglia. «Non eravate abbastanza ricco per lei?» 19


«Forse sì, ma non ero interessato a sposarla.» Il cipiglio si trasformò in un'espressione incredula. «Non è quello che ho udito.» «Forse avete ascoltato le persone sbagliate.» Jolie emise un leggero sbuffo dal naso. «Forse, ma ne dubito.» «Io no.» Un'altra stretta di spalle. «Non ho idea di dove sia Amy e non mi interessa.» «Però un tempo uscivate insieme.» «La accompagnavo alle feste, non significa che volessi sposarla.» Fu una sensazione, più che una certezza, che ispirò a Randal la domanda. «Perché voi due non siete mai andate d'accordo?» «Chi lo dice?» Randal la guardò e sorrise facendole capire che non le riusciva di nascondere l'avversione che provava per Amy, come Amy non nascondeva quella nei suoi confronti. Jolie strinse le labbra come se volesse trattenere un sorriso. «Presumo che vi abbia raccontato l'episodio dell'inchiostro.» «No, non ne so nulla.» Il tono di voce l'aveva incuriosito, però. Lei assunse un'aria pensierosa prima di domandare: «Non ve l'ha detto?». «No.» Dopo un altro istante di silenzio, Jolie chiese: «Siete qui per ciò che è accaduto nel negozio del padre? Perché sappiate che il mio assegno non era scoperto». Secondo Randal, la cassiera si sarebbe dovuta vergognare per come l'aveva trattata. Aveva pensato di seguire Jolie dopo che era uscita dal negozio e dirglielo, poi aveva immaginato che l'imbarazzo le avrebbe impedito di apprezzare il suo gesto. 20


«E» continuò Jolie, «so che questo... accordo tra noi ha a che fare con Amy.» Randal si concentrò sulla guida lungo la strada piena di curve che dal quartiere portava al centro della città. «Non c'entra niente quel giorno, e non ha niente a che fare con Amy.» Jolie aspettò che Randal si fermasse a un incrocio prima di fulminarlo con un'occhiata impossibile da ignorare. Lui si girò e aspettò, perché era evidente che stava per ribattere. «Allora di che cosa si tratta? Vi avverto che riconosco una bugia con la stessa facilità con cui smaschero un imbroglione.» Randal trattenne un sorriso e riportò lo sguardo sul traffico. La personalità di Jolie Cramer era più sfaccettata di quanto lui immaginasse e la cosa non gli dispiaceva. Anzi, apprezzava la sua franchezza. «Credevo che lo sapeste.» Imboccò la strada principale. «Ho bisogno di una moglie e mi pare di capire che a voi serva un marito.»

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Il matrimonio dell'ereditiera LAURI ROBINSON

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