Il natale del milionario

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Susan Meier

Il Natale del milionario


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Mistletoe Kiss with the Boss Harlequin Mills & Boon Romance © 2016 Linda Susan Meier Traduzione di Federica Jean Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly novembre 2017 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2723 del 14/11/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Sentendo il campanello dell'ascensore che arrivava al piano terra del prestigioso hotel di Parigi, Kristen Anderson si sentì battere forte il cuore. Si voltò verso la porta, preparandosi a parlare. Ne uscirono due americane di mezza età. Kristen non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi delusa, perché qualcuno le toccò la spalla e le disse qualcosa in francese, una lingua che non conosceva. Si girò e vide un uomo vestito in completo blu, senza dubbio l'impiegato della reception. «Mi spiace, non parlo francese» disse in inglese, perché la sua lingua madre, il grennediano, non era parlata da quasi nessuno, all'estero. Il campanello dell'ascensore suonò di nuovo e Kristen si voltò di scatto verso di esso. «Signorina, posso chiederle chi sta aspettando?» le chiese l'impiegato, in perfetto inglese. Lei indicò l'uomo alto dalle spalle larghe che stava uscendo dall'ascensore. «Lui.» Fece due passi verso Dean Suminski, direttore esecutivo e presidente della Suminski Stuff, ma l'impiegato tentò di trattenerla per un braccio. «Non può disturbare i nostri ospiti.» 5


Attraversando la hall verso l'uscita, Dean Suminski si infilò un cappotto grigio scurissimo. Guardava verso il basso e lei ebbe l'impressione che fosse un modo per ignorare chiunque gli stesse intorno. Ma non si sarebbe fatta intimidire da così poco. Convincerlo a venire a Grennady e valutare se trasferirvi la sua azienda era la missione che si era prefissata. Inoltre, avvicinarlo e parlargli le sarebbe servito come esercizio per il futuro, quando avrebbe contattato ogni giorno persone come lui per la sua associazione benefica. «Mi spiace» disse, liberandosi con calma ma con decisione dalla stretta dell'impiegato. «Un giorno dovrò costruire scuole in Paesi in via di sviluppo. Devo imparare a chiedere quello che voglio.» Fece un altro passo verso l'uomo in grigio. «Signor Suminski!» Lui la ignorò completamente. «Signor Suminski» ripeté, seguendolo verso la porta. «Mi servono solo due minuti del suo tempo.» Con la coda dell'occhio, vide l'impiegato della reception fare un cenno a un uomo grande e grosso che si trovava in fondo alla sala. Nel frattempo, però, Suminski uscì dall'ingresso e lei lo seguì, raggiungendolo quando si fermò accanto a una limousine. «Soltanto due minuti, per favore.» Nel silenzio di quella fredda mattina di dicembre, davanti all'ingresso di un hotel centrale ma situato un po' in disparte dal traffico di Parigi, lui sospirò. Poi si voltò verso Kristen. «Chi è lei?» Quando gli occhi scuri di lui si soffermarono sul suo viso, Kristen si sentì mancare il respiro. Suminski aveva la fronte alta, il naso diritto e zigomi pronun6


ciati, che davano qualcosa di affilato e implacabile al suo viso, e non una ciocca dei suoi capelli corvini era fuori posto. Vedendo che lei non rispondeva, lui disse: «Bene», e fece per voltarsi verso l'auto. «Mi chiamo Kristen Anderson» si affrettò a dire lei, interrompendosi per prendere una boccata d'aria quando si accorse che il suo tono era un po' stridulo. Poi ricominciò, con voce più tranquilla e decisa. «Grennady vorrebbe che lei prendesse in considerazione di trasferire da noi la sua azienda.» Lui la guardò di nuovo. «Il principe Alex sa già che non sono interessato.» Il principe Alex era il marito della datrice di lavoro di Kristen, la principessa Eva. Come assistente esecutiva della futura regina di Grennady, Kristen sapeva già che Alex non aveva voluto includere la Suminski Stuff nell'elenco delle società hi-tech che stavano contattando per risollevare l'economia del Paese. Tuttavia, a questo punto, non restavano molte candidate. «È per questo che non figurava nell'elenco?» Lui le rivolse un sorriso che non aveva niente di amichevole. «C'è un elenco?» «C'era.» «Immagino che siate arrivati inutilmente in fondo all'elenco, se hanno mandato lei a intercettarmi qui.» Kristen deglutì. Quegli occhi scuri troppo intensi la scrutavano come se fossero in grado di leggerle nel pensiero. Aveva sentito dire che quell'uomo era abilissimo a valutare i suoi interlocutori. Rimasto orfano a quattro anni, allevato da una nonna che lo considerava un peso, aveva cominciato a giocare ai videogiochi per distrarsi. Si era diplomato a soli quattordici 7


anni e poi si era laureato in economia, perché aveva già studiato programmazione da autodidatta. Era brillante e arrogante. Ed era anche la loro ultima possibilità. Kristen si fece coraggio. «Se potesse dedicarmi due minuti del suo tempo, potrei convincerla a prendere in considerazione l'idea di trasferirsi a Grennady.» «Non ho in programma di trasferire la mia società.» «Sbaglia e se mi lascerà parlare gliene spiegherò i motivi.» Lui aggrottò la fronte e per un attimo Kristen si sentì intimorita. Forse il principe Alex aveva avuto buoni motivi per non volerlo includere nell'elenco. Forse lei stava commettendo un errore, parlando con lui. Forse, anche se Grennady aveva bisogno di sviluppare il settore hi-tech per dare impiego ai suoi giovani altamente qualificati, la Suminski Stuff non era la risposta. Indietreggiò di un passo. «Bene, mi spiace di averla disturbata. Buona giornata.» Lui inclinò il capo di lato. «Si sta arrendendo? Pensavo che avrebbe resistito di più.» Kristen aggrottò la fronte, confusa. «Co... cosa?» «È venuta fin qui a Parigi» le disse lui. «Ha trovato il coraggio di corrermi dietro gridando in una hall di un albergo di lusso. E poi, quando finalmente ha la mia attenzione, si arrende?» Le sorrise. «Peccato.» Si voltò per andar via, ma lei lo trattenne per un braccio. «Cosa avrebbe fatto, al mio posto?» Gli occhi scuri di Dean incontrarono i suoi e lei deglutì di nuovo. Accidenti, era sciocco sentirsi inti8


morita da lui solo perché era ricchissimo. E alto. E affascinante. E la guardava in un modo che le metteva i brividi. «Okay» gli disse, cercando di usare un tono deciso. «Vorrei che mi ascoltasse per quindici minuti.» «Non erano due minuti?» «Mi riferivo alla versione senza le fotografie.» Lui alzò il viso verso il cielo azzurro e poi guardò di nuovo Kristen. «Va bene. Salga in automobile. Sto andando all'aeroporto. Avrà a disposizione tutto il tragitto per parlarmi.» Lei si sentì animare di nuova speranza. Forse Suminski non era poi tanto male. «Davvero?» Lui indicò la limousine nera che lo aspettava. «Lezione numero uno: non metterti mai a discutere quando ti capita un colpo di fortuna.» L'autista aprì la portiera e Kristen entrò senza esitare, prendendo posto sui comodi sedili di pelle. Dean Suminski le si sedette accanto. Passò qualche secondo di silenzio mentre l'autista prendeva posto dietro al volante. Nel frattempo, Dean aveva estratto il cellulare e stava digitando un messaggio. Mentre l'automobile partiva, Kristen disse: «Immagino che sappia già qualcosa su Grennady». «Signorina Anderson, ho una grande azienda internazionale e conosco chi gestisce le risorse mondiali. Ho conosciuto il principe Alex di Xaviera qualche anno fa e quando si è sposato ho fatto qualche ricerca.» «Perché le interessava chi ha sposato?» Lui ridacchiò. «Lei investirebbe in una regione instabile?» «Ma questo non c'entra con il matrimonio di Alex. E poi, quella regione è sempre instabile.» 9


«È un'instabilità controllata, grazie a persone come il padre del principe Alex, re Ronaldo. Volevo assicurarmi che il matrimonio di Alex non intaccasse la sua posizione.» Lei annuì. «Quindi sa che il nostro Paese è ben governato.» «All'inizio dell'anno, un colpo di stato ha quasi rovesciato re Mason.» «Ma il golpe è fallito. Il re ha sempre avuto la situazione sotto controllo.» Poi, vedendo l'espressione di Dean, si corresse: «Be', adesso l'ha sotto controllo». «Questo è vero.» «Stiamo vivendo una specie di Rinascimento e lei potrebbe avvantaggiarsene.» «Gli affari mi vanno già a gonfie vele. Non mi serve altro.» Il suo cellulare squillò e lui lo prese subito. «Mi scusi, ma pochissime persone hanno questo numero. Deve essere importante.» Si portò l'apparecchio all'orecchio. «Pronto?» Una pausa. «Bonjour, Maurice! Je suis désolé. Je dois partir plus tôt que prévu...» Kristen aggrottò la fronte, sentendolo parlare in francese. Lei conosceva solo l'inglese, oltre al grennediano, ma avrebbe dovuto studiare altri idiomi, se voleva gestire un'associazione benefica internazionale. Mentre lui parlava, Kristen si guardò intorno nell'automobile. Era abituata a viaggiare in limousine con la principessa, ma stavolta era diverso: non era la segretaria di una persona importante, ma un'interlocutrice. Se non altro, Dean la stava prendendo sul serio e lei provava una grande soddisfazione a fare il primo 10


passo verso la vita e il lavoro che desiderava davvero. Anche se le piaceva l'incarico che le aveva affidato la principessa Eva, aveva una laurea in economia e un grande sogno. Quando era al liceo, aveva un'amica di penna: Aasera era sua coetanea che viveva in Iraq. I suoi tre fratelli erano andati a scuola, ma lei e le sue due sorelle no. Aasera non si era persa d'animo e aveva studiato come autodidatta, usando i libri dei suoi fratelli. Era una ragazza coraggiosa e decisa. Aveva sempre pensato che il suo Paese sarebbe stato diverso se le donne fossero state istruite e aveva sognato di contribuire alla loro istruzione. Quando era morta tragicamente in un bombardamento, Kristen aveva giurato a se stessa di trasformare quel sogno in realtà. Si stava preparando da anni e ora cominciava finalmente a pensare che ce l'avrebbe fatta. Dean riagganciò. «Mi scusi.» «Non c'è problema.» Non aveva nemmeno finito di parlare, quando il cellulare di lui suonò di nuovo. Lui le fece un gesto di scuse. «Mi spiace, devo rispondere.» Stavolta, lei lo sentì parlare fluentemente spagnolo. Per ingannare il tempo, guardò fuori dal finestrino, ammirando la bellezza di Parigi, i caffè all'aperto dai tavolini affollati nonostante il freddo della mattina. Non riusciva quasi a credere di aver avuto il coraggio di utilizzare i propri risparmi per venire a cercare Dean Suminski, ma adesso era a Parigi e stava parlando con lui alla pari. Dopo tre anni come segretaria di Eva, si sentiva pronta a passare a qualcosa di nuovo. Lui continuava a conversare al telefono, mentre gli 11


edifici si diradavano sempre più intorno a loro. All'improvviso, apparve un piccolo aeroporto privato, con qualche hangar grigio e azzurro. Sulle piste c'erano cinque aerei, da uno piccolissimo a uno abbastanza grande da ospitare l'intero parlamento di Grennady. Dean Suminski era ancora al telefono quando la limousine si fermò di fronte a uno degli aerei più piccoli. Continuò a parlare mentre l'autista apriva la portiera e, sempre col cellulare appiccicato all'orecchio, le fece segno di scendere dall'auto. Solo quando l'ebbe raggiunta, chiuse la comunicazione. «Non è colpa mia. Come le ho detto, quando mi chiamano a questo numero devo proprio rispondere. Però mi sento in colpa per averla portata fin qui inutilmente. Quindi, se vuole, può venire con me a New York. Così avrà nove ore circa per spiegarmi tutto.» Lei restò a bocca aperta. «New York?» «Non ha abbastanza tempo?» «Io...» Non voleva rivelargli che aveva utilizzato i propri risparmi per viaggiare fino a Parigi e non poteva permettersi di perdere il volo di ritorno a casa la mattina dopo. Non voleva nemmeno dirgli che la sua capa era nel Paese natale del marito, Xaviera, dove stavano celebrando il compleanno della principessa Ginny. E soprattutto non voleva confessare che la principessa Eva non aveva idea di dove fosse e non l'aveva autorizzata a parlare con lui. Desiderava fare una sorpresa alla famiglia reale, convincendo Dean Suminski a venire in visita a gennaio. Sarebbe stato un ringraziamento, ma anche un modo di dimostrare loro le sue capacità. Così, quando 12


avesse dato le dimissioni per fondare la sua società di beneficenza, le avrebbero dato il loro appoggio. Inoltre voleva dimostrare a se stessa di avere le capacità di realizzare il suo sogno. Se fosse riuscita a persuadere Suminski a trasferire l'azienda a Grennady, sarebbe riuscita anche a convincere potenziali donatori a investire milioni di dollari nelle sue scuole. «Una volta arrivati a New York, l'aereo la riporterà a Parigi. O a Grennady, se preferisce.» Kristen annuì. «È generoso da parte sua.» Lui aggrottò leggermente la fronte. «Generoso?» Poi distolse lo sguardo per un istante. «Non si tratta di generosità. Le ho promesso di darle il tempo di cercare di convincermi e io onoro le mie promesse.» Di colpo, Kristen comprese che Dean era interessato alla sua proposta. Avrebbe potuto mandarla a quel paese davanti all'hotel e invece prima le aveva dato un passaggio in limousine e ora, dato che non era riuscita a parlargli, la stava dando un'altra possibilità. Prese un profondo respiro e rispose: «Va bene, verrò a New York».

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2722 - Un segreto per la principessa di B. Wallace La principessa Arianna di Corinthia è fuggita in incognito a New York per evitare uno scandalo. Spera, lontano dal suo regno, di riuscire a prendere la decisione giusta. Ma un destino beffardo la spinge tra le braccia di Max Brown, bellissimo ristoratore. 2723 - Il Natale del milionario di S. Meier Quando Kristen chiede al milionario Dean di sovvenzionare il suo progetto di aiuti nel Terzo mondo, lui accetta di buon grado, ma vuole una contropartita: lei dovrà accompagnarlo a un esclusivo party di Natale. Dean ha un animo ferito e valide ragioni per detestare quella ricorrenza, ma Kristen spera di... 2724 - Un ballo da favola di K. Shepherd Ashleigh è a Londra da poco, e quando si trova a pulire l'appartamento vuoto del milionario greco Lukas cede alla tentazione di stabilirvisi. Lukas torna all'improvviso, la scopre, ma invece di cacciarla le fa una proposta intrigante e in cambio del suo sì la ospiterà fino a Capodanno. FAVOLE SOTTO IL VISCHIO 2725 - Un regalo per il capo di J. Faye Quanto Holly conosce Finn, il milionario per cui lavora? Non sa del suo progetto a favore dei bambini svantaggiati, o che sia uno dei principali finanziatori del più importante ballo di beneficenza di New York... ma sa che dopo una magica notte insieme è diventato ancora più difficile non desiderarlo.


dal 5 dicembre 2726 - Un principe al bivio di B. Wallace Un fugace bacio sotto il vischio tra Rosa e Armando stupisce entrambi per l'intensità dell'emozione che suscita. Loro, però, non sono fatti per stare insieme. Lui è il principe Armando Santoro di Corinthia, e il suo destino è un matrimonio politico. L'amore, però, non conosce le regole di corte... 2727 - Amore sulla soglia di K. Hardy L'ultima relazione di Amy è finita perché non poteva avere figli, il matrimonio di Josh è terminato perché la moglie lo ha lasciato per un altro. Sono vicini di casa, si conoscono poco ma entrambi hanno chiuso con l'amore. E se invece fosse l'amore a cercare loro nelle fattezze di una neonata lasciata sulla soglia di casa? 2728 - Un Natale perfetto di S. Wilson Grace ha sempre amato il Natale, ma questo è il primo senza la sua adorata nonna. Per far fronte alla mancanza ha deciso di passarlo lavorando nell'hotel presso cui fa la cameriera. Finlay Armstrong è il proprietario dell'hotel e, come Scrooge, odia quella festività e tutto ciò che la riguarda. FAVOLE SOTTO IL VISCHIO 2729 - Un uomo nuovo di S. Pembroke Quando il quasi ex marito, il milionario Jacob Foster, ricompare nella sua vita, Clara non riesce a rifiutare. Sarà un'ottima occasione per verificare se quell'uomo è ancora il distratto maniaco del lavoro da cui è fuggita o se è finalmente pronto per conoscere il segreto che lei custodisce da anni.


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