Il profumo della passione

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972 - Gli eredi perduti di Pembrook: Sebastian L. Heath 973 - Il passato della cortigiana - B. Stuart 974 - L'abito scarlatto - S. Mallory 975 - Una rosa nella tempesta - B. Joyce 976 - Sedotta da un principe - K. Hawkins 977 - I misteri di Belryth Abbey - A. Everett 978 - Gli eredi perduti di Pembrook: Tristan L. Heath 979 - Nel castello del Lupo - M. Moore 980 - Gli eredi perduti di Pembrook: Rafe L. Heath 981 - Una seconda opportunitĂ - J. Justiss 982 - La rosa e la spada - B. Joyce 983 - Intrighi d'autunno - A. Gracie 984 - Un campione per Lady Matilda - M. Fuller 985 - Innocente seduzione - S. Bennett 986 - Il segreto del soldato - M. Kaye 987 - Il Diavolo di Jedburgh - C. Robyns 988 - Il ritorno del libertino - J. Justiss 989 - Il ricatto del marchese - C. Merrill 990 - Il profumo della passione - S. Bennett 991 - La Signora di Dunborough - M. Moore


SARA BENNETT

Il profumo della passione


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Most Sinful Proposal Published by arrangement with Avon, an imprint of HarperCollins Publishers © 2010 Sara Bennett Traduzione di Anna Polo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2015 Questo volume è stato stampato nel settembre 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 990 del 15/10/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo

Collegio femminile di Miss Debenham Ballo di fine anno del 1837 Marissa Rotherhild attese che le risate e i commenti cessassero. Olivia Monteith aveva appena annunciato l'audace piano di sposare Nic Lacey il Vizioso e, nonostante fosse eccitata per l'amica, anche lei aveva delle notizie da condividere. Le cinque componenti del club Caccia al marito si calmarono. Venivano tutte – be', quasi tutte – da famiglie agiate e rispettabili e ci si aspettava che si sposassero per compiacerle. Il club era stato fondato proprio perché quel destino non le attirava; volevano qualcosa di più dalla vita e dal matrimonio ed erano decise a ottenerlo. «Ho scelto il mio futuro marito» annunciò Marissa quando tutti gli occhi furono puntati su di lei. «È George Kent.» Seguì una pausa imbarazzata, non proprio la reazione che si aspettava. Olivia le strinse una mano. «So che è molto bello e che parecchie ragazze hanno un debole per lui, ma... Marissa, tu sei la persona più intelligente che io conosca, e George Kent non ha certo la reputazione di uomo colto» le fece notare in tono serio. «Non 5


temi che finirai per annoiarti, con un tipo come lui?» «Olivia ha ragione» l'appoggiò Tina Smythe. «George Kent non è proprio un intellettuale ed è anche un tipo leggero. Sei sicura di voler sposare un uomo simile, Marissa?» «Voi non capite. George è divertente, mi fa ridere e con lui sto bene. È del tutto diverso da me ed è proprio questo il punto» insistette Marissa. «Sono cresciuta in un ambiente in cui si rideva poco e le discussioni a tavola riguardavano i muschi scozzesi, i licheni gallesi e le ultime piante carnivore scoperte in... in Amazzonia!» Trasse un profondo respiro. «I miei genitori non sono qui, stasera, e sapete perché?» Le altre giovani si scambiarono uno sguardo e scossero il capo. «Sono partiti per il continente, alla ricerca di una felce rara che cresce sui Pirenei.» Marissa inghiottì un improvviso fiotto di lacrime e scosse la testa. «Capisco la loro passione, davvero; potrei anche diventare come loro, ma non voglio. Desidero avere un marito che mi faccia ridere, invece di impressionarmi con le sue conoscenze di botanica. Voglio un marito che porti la luce del sole nella mia vita, e sono convinta che George Kent sia in grado di farlo.» Lady Averil annuì, ma Eugenie non pareva altrettanto convinta. «Tu sei un'intellettuale, Marissa, lo sappiamo tutti. A volte gli opposti si attraggono, è vero, ma non sempre le cose tra loro finiscono bene.» «Sì, sì» sbottò Marissa impaziente, scuotendo i riccioli neri. I suoi occhi scuri brillavano. «Se il mio fosse solo un capriccio capirei le tue preoccupazioni, ma ormai ho incontrato George diverse volte.» Arrossì all'improvviso interesse delle amiche. «Negli ultimi tempi ha partecipato alle serate su argomenti botanici organizzate dai miei genitori e mi ha sempre dedicato un'attenzione speciale. Sembra apprezzare la mia compagnia almeno quanto io apprezzo la sua, e a volte mi 6


fa girare la testa» concluse con un sorrisetto segreto. «George Kent che partecipa a serate sulla botanica?» ripeté Olivia, incredula. «Suo fratello, Lord Kent, è un'autorità nel campo delle rose, anche se non l'ho mai incontrato» spiegò Marissa. «Sta per conto suo e passa tutto il tempo a studiarle. Dopo la morte dei genitori, George è stato affidato a lui e se l'è più o meno dovuta cavare da solo, dunque, come vedete, abbiamo parecchie cose in comune.» Olivia sorrise. «Vedo che hai riflettuto a lungo sulla tua scelta; scusami se ho dubitato di te, Marissa. La prossima domanda è: come pensi di catturare George Kent?» Marissa incontrò gli sguardi curiosi delle amiche. «Il mese prossimo andrò a casa sua nel Surrey per un fine settimana, dunque penso di avere diverse occasioni di dargli la caccia. L'unico problema è che la nonna mi farà da chaperon e... be', non è certo un tipo che se ne sta in disparte. Non voglio che spaventi George e lo faccia fuggire a gambe levate.» Le ragazze si scambiarono sguardi divertiti: conoscevano tutte la nonna di Marissa. Lady Bethany veniva da un'epoca più aperta e liberale e non si faceva problemi a raccontare le proprie imprese, considerate eccentriche e sconvenienti dalla società più rigida in cui vivevano. Marissa le voleva un gran bene, ma era consapevole dell'effetto che faceva a chi non l'aveva mai incontrata. «Magari potrei chiuderla a chiave in camera» mormorò. Poi si rese conto di aver parlato ad alta voce e arrossì. «Se entrerà a far parte della sua famiglia, George dovrà abituarsi a Lady Bethany» dichiarò Eugenie con fermezza. «Sono sicura che a George non importerà, ma forse suo fratello potrebbe creare qualche problema» ammise 7


Marissa. «A sentir lui, Lord Kent è un vecchio noioso.» Olivia sollevò il suo bicchiere. «Propongo un brindisi a George Kent. Che Marissa possa esaudire il suo desiderio e sposarlo!» «A Marissa e George!» Svuotarono con solennità i bicchieri e un altro membro del club Caccia al marito si dispose a conquistare il futuro che desiderava. O almeno era ciò che pensava...

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Abbey Thorne Manor Surrey, Inghilterra Lord Valentine Kent capÏ di avere ospiti solo quando Morris, il maggiordomo, glielo annunciò. Non aveva nemmeno notato la sua presenza, fino a quando Morris non si era raschiato forte la gola, segno che stava aspettando da parecchio tempo. Valentine aggrottò la fronte, stringendo la lente di ingrandimento; un esemplare di rosa foetida era disteso sul tavolo davanti a lui. Il fiore giallo era arrivato quella mattina in un pacchetto inviato da uno dei suoi contatti, ma il viaggio per mare aveva causato notevoli danni: un angolo della scatola era intriso di acqua salata e l'interno era umido. Aveva riconosciuto subito il fiore e provato l'ormai familiare delusione. C'era un secondo pacchetto, ancora chiuso. Valentine non conosceva il mittente, ma non era strano: riceveva lettere e pacchetti da tutto il paese, contenenti esemplari o descrizioni di rose a cui dare un nome. Era uno dei massimi esperti in quel campo, ma la sua vera passione era una rosa in particolare, portata in Inghilterra parecchi secoli prima. Era una ricerca simile a quella del Santo Graal, un'ambizione durata tutta la vita, e ormai co9


minciava a temere che stesse diventando un'ossessione. Morris si raschiò la gola ancora più forte. Non intendeva andarsene, era chiaro. Valentine sospirò, rassegnato, e si girò verso di lui. «Cosa c'è, Morris? Ti avverto, sarà meglio che si tratti di una questione di vita o di morte.» «Le mie scuse, milord» rispose il maggiordomo con la solita voce monotona, il viso da bracco allungato in un'espressione afflitta. «Detesto interrompervi quando siete occupato, ma una giovane signora è venuta a trovare Mr. George e...» «Allora sarà meglio andarlo a chiamare.» «Credetemi, milord, ci ho provato» replicò Morris. «Purtroppo Mr. George è introvabile, ma ieri mi ha dato precise istruzioni di trattare con cortesia la sua ospite.» Valentine sospirò di nuovo. Maledizione, perché suo fratello non era là? L'ultima cosa di cui aveva voglia era intrattenere una sconosciuta; senza dubbio si trattava di una delle fanciulle prive di cervello che George prediligeva. Gliene aveva già inflitta qualcuna e lui gli aveva fatto giurare che non avrebbe invitato mai più nessuno ad Abbey Thorne Manor senza prima informarlo, dandogli la possibilità di rifugiarsi in camera sua o, se necessario, di andarsene di casa. «Chi è questa giovane signora che dev'essere trattata con cortesia?» domandò, burbero. Si alzò e infilò la giacca blu sulla camicia di lino bianco, lasciando che ricadesse sulle ampie spalle. Morris gli lanciò uno sguardo vitreo. Valentine era abituato alla sua silenziosa disapprovazione, quando si trattava di scegliere tra un indumento comodo e uno alla moda. La giacca un po' consunta era una delle sue preferite, i primi bottoni della camicia erano slacciati e quella mattina aveva evitato la cravatta. Non aveva importanza, pensò irritato. L'invitata di George doveva accettarlo com'era. «Il suo nome, Morris.» 10


«Ehm... Miss Marissa Rotherhild, milord» rispose il maggiordomo, distogliendo lo sguardo dall'aspetto trascurato del padrone. «È nel salottino giallo e...» «Rotherhild, Rotherhild... Perché mi sembra di conoscere questo nome?» Valentine uscì dalla stanza, scese le scale e percorse a grandi passi la galleria, diretto al salottino indicato dal maggiordomo. I suoi pensieri tornarono a George. Il ragazzo aveva bisogno di una mano ferma e una briglia stretta; come fratello maggiore e sostituto paterno Valentine aveva sempre fatto del suo meglio, ma ormai George era maggiorenne, aveva ereditato un po' di denaro e faceva ciò che voleva. Se solo si fosse interessato a qualcosa di diverso dai cavalli, dal gioco d'azzardo e dalle donne, lui avrebbe tirato un sospiro di sollievo, ma per il momento George non sembrava dare speranze al riguardo. Non che ci fosse malizia in lui. Bello, sorridente e amabile, suo fratello non era cattivo, ma forse un po' troppo noncurante. Cresciuto durante la guerra con Napoleone, Valentine non ricordava di essere mai stato giovane e spensierato come fratello. Naturalmente George lo riteneva troppo serio e noioso; lui non era d'accordo, ma cominciava a temere che quelle accuse contenessero una parte di verità. Aggrottò la fronte, cercò di ricordare l'ultima volta in cui aveva riso per semplice gioia di vivere e non ci riuscì. Morris schizzò ansimante davanti a lui per aprire la porta del salottino e Valentine entrò nella stanza alquanto fredda, dove aspettava la giovane invitata di George. Strinse gli occhi e con una certa irritazione si rese conto che in realtà le donne erano due: una anziana e regale, con capelli scuri striati di grigio e occhi neri che lo esaminavano in modo assai poco signorile, e l'altra... L'altra era la donna più bella che avesse mai visto. Valentine rimase immobile per un attimo, senza parole, notando i riccioli scuri acconciati con finta semplicità 11


sotto un elegante cappellino e la pelle chiara e liscia. Lei sollevò la testa per ricambiare il suo sguardo, i grandi occhi scuri frangiati da lunghe ciglia e le labbra che si aprirono come petali. «Miss Rotherhild, milord» mormorò Morris per rompere il silenzio. Si stava comportando in modo villano, si rese conto Valentine, e quel che era peggio i suoi pensieri avevano preso una piega poetica. L'ultima volta che lo aveva fatto... Be', aveva giurato di non cedere mai più a quella tentazione. «Miss Rotherhild» la salutò in tono brusco. Avvertiva una strana pulsazione alla testa e un calore in tutto il corpo, e si sentiva più virile e vivo che mai. «Lord Kent.» Miss Marissa Rotherhild si fece avanti, osservandolo con serietà, e gli porse la mano infilata in un guanto. Valentine la fissò, inebetito, fino a quando Morris non gli diede un colpetto alla schiena. Solo allora le prese le dita e le portò alle labbra con un gesto automatico. Il guanto e la pelle sottostante avevano un femminile profumo di violetta. «George... Intendo dire, vostro fratello, mi ha invitata al ricevimento di questo fine settimana, milord» spiegò Marissa. La parola ricevimento penetrò nella mente annebbiata di Valentine. Ritirò in fretta la mano e si girò verso il maggiordomo, fissandolo con uno sguardo penetrante. «Che cos'è questa storia, Morris?» chiese. Il domestico impallidì. «Non sapevo niente di un ricevimento, milord, ve lo giuro! Non oserei mai organizzare una cosa del genere senza aver prima chiesto il vostro permesso.» Marissa Rotherhild lanciò uno sguardo ansioso all'anziana compagna. «Che fine ha fatto George?» domandò Valentine con espressione truce. «Trovalo, Morris.» 12


Il maggiordomo abbozzò un inchino tremante e trotterellò via in fretta. Valentine si girò e si trovò davanti due paia di occhi scuri che lo guardavano con snervante intensità. «Sono sicuro che risolveremo questo malinteso non appena George sarà tornato, Miss Rotherhild, e...» Scese un silenzio imbarazzato. Fu Marissa a romperlo. «Perdonatemi, milord. Non vi ho presentato mia nonna, Lady Bethany.» Valentine si ritrovò esaminato da capo a piedi dalla signora, il cui viso rugoso di certo doveva essere stato bello come quello della nipote. «Piacere di conoscervi, Lord Kent. Avete davvero una splendida casa. Chi possiede una simile dimora dovrebbe aprirla agli ospiti. Se non avete organizzato un ricevimento per il fine settimana, ebbene, dovreste farlo.» «Preferisco la solitudine, Lady Bethany.» Marissa lo osservò seria da sotto il grazioso cappellino. «Spero che non ve la prenderete con George, Lord Kent. Dev'esserci senz'altro un malinteso. Sono sicura che non vi creerebbe mai un problema di proposito.» «George è un cucciolo senza cervello» sbottò Valentine con asprezza. Lei batté le palpebre. «Oh, no, vi sbagliate. Vostro fratello è... è una persona meravigliosa.» Quando si rese conto di ciò che aveva detto arrossì, mentre la nonna si copriva la bocca con la mano guantata, come se volesse nascondere una risata. Valentine non era mai stato geloso di George, ma in quel momento avvertì una strana fitta al petto. Quello scapestrato di suo fratello non era degno di Marissa Rotherhild. All'improvviso si trovò a riflettere sui modi migliori per rubargliela. Lord Kent non assomigliava affatto a George, rifletté Marissa sconcertata. George era sempre ordinato e vestito all'ultima moda, mentre suo fratello aveva l'aria di 13


un uomo che avesse dormito vestito. Non si era neanche rasato. Sulle guance si notava la barba bionda che iniziava a ricrescere, simile ai capelli color miele alquanto lunghi e disordinati. Avvertì l'urgenza di pettinarglieli con le dita; sorpresa da quell'impulso, strinse le mani a pugno per trattenersi. «George vi ha proprio fatto una buona impressione, Miss Rotherhild» commentò. Dal tono pareva che la stesse prendendo in giro. «Sono sicura che questo succeda con tutti quelli che lo conoscono, Lord Kent» ribatté lei con una certa freddezza. «Mia figlia e mio genero hanno l'impressione che George sia appassionato di botanica» intervenne la nonna. «Viene invitato a tutti i loro incontri e vi partecipa con regolarità.» Lord Kent sgranò gli occhi. Erano di un azzurro intenso, notò Marissa, e davvero penetranti. Non ne aveva mai visti di simili. Una volta qualcuno le aveva descritto il mar Egeo; forse gli occhi di Lord Kent avevano quel colore. «George che si interessa di botanica?» proruppe, incredulo. «Dio santo... e poi?» «Intendete dire che le piante non sono la sua passione?» domandò Lady Bethany con una nota soddisfatta nella voce. «Già, lo pensavo.» Si lasciò cadere su una poltrona di broccato, stanca di aspettare che Lord Kent la invitasse ad accomodarsi. Aveva dimenticato le buone maniere, era chiaro. «George non ha mai detto che le piante fossero la sua passione, nonna» puntualizzò Marissa, lanciandole uno sguardo di rimprovero. L'altra non si lasciò smontare. «Be', ha dato di certo questa impressione. Il professor Rotherhild stava addirittura pensando di invitarlo a partecipare a una spedizione per esaminare i licheni di Yell» aggiunse con un brivido. «È una località delle Isole Shetland, Lord Kent» 14


precisò. «Difficile immaginare un posto più remoto e spazzato dal vento.» Lord Kent aveva ascoltato il loro scambio in silenzio. «Rotherhild!» esclamò all'improvviso. «Sapevo di aver già sentito questo nome. Ma certo! Il professor Rotherhild è uno dei massimi esperti inglesi di licheni e muschi.» «È mio padre» confermò Marissa. «Mia madre preferisce le piante carnivore, soprattutto quelle che divorano gli insetti. Ne ha parecchie, nella serra, e le nutre con...» «Ti prego, Marissa, non ricordarmelo.» Lady Bethany rabbrividì di nuovo. «Mia figlia non mi assomiglia affatto, milord. Non riesco a capire dove abbia preso il suo amore per simili sgradevolezze.» Lord Kent increspò le labbra e puntò gli occhi azzurri su Marissa. «E qual è la vostra specialità, Miss Rotherhild?» domandò con la sua voce profonda. «Non ne ho, Lord Kent.» «Un vero peccato.» «La vicinanza dei miei genitori ha spento ogni entusiasmo per la botanica. Secondo George...» Poi ricordò che quei commenti non erano molto lusinghieri nei confronti del fratello e si corresse in fretta. «Secondo George non tutti nutrono gli stessi sentimenti per le piante.» «Ah, sì?» Lord Kent la fissò con quel suo sguardo penetrante, come se sapesse che non stava dicendo tutta la verità. Aveva ragione. Al loro primo incontro George aveva sostenuto che crescere con il professor Rotherhild, nel caso di Marissa e con il fratello maggiore nel suo, li aveva spinti a tenersi alla larga da qualsiasi cosa ricordasse anche vagamente una pianta. «Vostro fratello?» gli aveva chiesto, sorpresa e compiaciuta che avessero qualcosa in comune. «Sì. Colleziona rose in modo ossessivo, Miss Rotherhild.» «Almeno le rose sono belle e profumate.» 15


«Già, ma sono piene di spine!» Erano scoppiati a ridere e Marissa si era sentita finalmente compresa. Mentre conversavano aveva scoperto che George era cresciuto in circostanze simili alle sue e aveva dovuto sopportare a cena accese discussioni su oscure piante; i genitori non si accorgevano di lei e leggevano a voce alta articoli sui loro argomenti preferiti. La nonna simpatizzava, ma non comprendeva davvero il suo disagio. Le manie altrui offrivano spunti divertenti ai suoi commenti mordaci, ma Marissa non riusciva a ridere del comportamento eccentrico dei genitori. Sapeva che non intendevano trattarla con crudeltà, ma si sentiva comunque ignorata e isolata. Finché George non le aveva dato la sensazione di non essere più sola. Era come se avesse trovato l'anima gemella. Ecco perché il ricevimento ad Abbey Thorne Manor era così importante per lei. George era l'uomo che voleva sposare, ne era certa; quando l'aveva invitata, Marissa aveva deciso di approfittare di quel fine settimana per convincerlo di essere la donna perfetta per lui. E adesso lui non era lì a riceverla e, a giudicare dal comportamento di Lord Kent, era possibile che quel fine settimana non vi fosse alcun ricevimento. George aveva confuso le date o, peggio ancora, si era dimenticato di lei. Ricordò con dolore il giorno del suo decimo compleanno: tutti presi dalla loro ultima scoperta, i genitori si erano dimenticati di organizzarle la festa e lei aveva dovuto spiegare alle amiche deluse che non ci sarebbero stati né giochi né torte. L'eco di quell'umiliazione era ancora fresco nella sua memoria, così come il ricordo dei loro sguardi impietositi e sprezzanti. Lord Kent sospirò. Marissa sollevò lo sguardo di scatto, chiedendosi se le avesse letto in faccia quei sentimenti. La fissava con simpatia, ma per fortuna non le chiese cos'avesse. «Accomodatevi, Miss Rotherhild» la invitò. «Se c'è 16


qualcuno in grado di trovare George, quello è Morris. Conosce tutti i nascondigli di mio fratello. Presto il mistero sarà svelato, vedrete.» Marissa sedette sul bordo di una poltroncina accanto alla nonna e serrò la borsetta a reticella. Lady Bethany allungò una mano e le strinse le dita. «Non preoccuparti, cara. Almeno abbiamo fatto un giro in campagna. Se fossimo rimaste a Londra, forse avremmo dovuto accompagnare tuo padre in Scozia per aiutarlo a raccogliere muschi e licheni. Dubito di poter sopravvivere a un'altra visita a Yell.» Era vero, ma quel commento non attenuava la sua delusione per l'assenza di George. E poi come avrebbe fatto a spiegare alle amiche del club Caccia al marito che il suo piano era fallito ancor prima di cominciare? «Ah, Morris. Novità?» Marissa sollevò lo sguardo speranzosa, ma il maggiordomo scosse la testa con aria cupa. «Temo che Mr. George sia introvabile, milord.» «Hai guardato dappertutto?» «Sì, milord.» «Forse... bisognerebbe estendere le ricerche al di fuori della tenuta» suggerì Marissa. Magari George si trovava nei guai. Sì, doveva essere così. Non l'avrebbe mai abbandonata in quel modo, se non ci fosse stato qualche problema. Morris e Lord Kent si scambiarono uno sguardo. «Dubito che sia necessario, ma vedremo cosa possiamo fare. Nel frattempo, Morris, puoi far preparare le stanze da assegnare a Miss Rotherhild e Lady Bethany e informare Mrs. Beaumaris che abbiamo due ospiti a pranzo? Non è il caso che tornino a Londra solo perché quell'irresponsabile di mio fratello non è qui ad accoglierle. Sono venute per un fine settimana di festa e lo avranno.» Morris lo guardò con aria sgomenta, ma si riprese in 17


fretta. «Io... Certo. Come desiderate, milord.» Lord Kent annuì e rivolse un breve inchino alle due donne. «Se volete scusarmi, signore, ho alcune faccende di cui devo occuparmi. Ci vediamo a pranzo» si accomiatò. La porta si chiuse alle sue spalle e nonna e nipote rimasero sole. «Dobbiamo restare?» domandò Marissa, dubbiosa. «Forse sarebbe meglio inventare una scusa e tornare indietro. Quando arriveremo a Londra, i miei genitori saranno già partiti.» «No, Marissa, non partiremo» dichiarò Lady Bethany con fermezza. «Ho intenzione di rimanere qui. Non mi divertivo così tanto da anni. Il nostro ospite è davvero un tipo unico.» «Be', ecco, Lord Kent mi è sembrato piuttosto...» cominciò lei. «Trasandato? Oh, sì. Non è il solito gentiluomo inglese, ma è comunque molto virile. Mi ha fatto proprio sciogliere; non mi sentivo così da quando... be', ricordi del genere non sono adatti alle tue orecchie innocenti.» Un'altra delle maliziose rimembranze della nonna?, si chiese Marissa con amara ironia. Lord Kent era davvero virile? Senz'altro c'era qualcosa di solido e concreto in lui. Non aveva potuto fare a meno di notare la camicia sbottonata, la gola scoperta, la mascella non rasata e la giacca comoda e spiegazzata. Marissa moriva dalla voglia di dargli una bella rassettata. «Allora è deciso. Rimaniamo.» Lady Bethany inarcò le sopracciglia e la fissò con uno scintillio malizioso negli occhi scuri. Sapeva benissimo che cosa stava pensando sua nipote, era chiaro. «Sì, credo proprio di sì» acconsentì Marissa.

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Abbey Thorne Manor era una meraviglia. George gliene aveva parlato, ma fino a quando la carrozza non le aveva portate nella tranquilla, serena campagna del Surrey, Marissa non si era resa conto di quanto avesse ragione. Era una bella e antica residenza di mattoni rossi e travi scure. A quanto ricordava, George era molto più interessato alla casa londinese. «La campagna ha i suoi meriti, d'accordo, ma è una vera noia in confronto all'eccitazione della vita a Londra» aveva dichiarato con un sorriso malizioso. In quel momento Marissa si era detta d'accordo con lui, ma adesso, guardando dalla finestra della sua stanza il fossato e la campagna circostante, non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stato vivere in un posto simile. Quando non era impegnata in qualche spedizione, la sua famiglia abitava a Londra, in una casa grande e disordinata, senza tradizioni, cimeli e ritratti di antenati. Il padre non credeva nell'attaccamento al passato e la madre in genere era d'accordo con lui. George e suo fratello, invece, discendevano da una famiglia che viveva nella stessa casa e nella stessa tenuta da generazioni. Come si sarebbe sentita al posto loro? Probabilmente avrebbe provato un meraviglioso senso di identità e appartenenza. Fino a quel momento Marissa non si 19


era resa conto di quanto ne sentisse la mancanza. «Chi avrebbe mai pensato che un tipo come George Kent potesse venire da un luogo così incantevole?» La voce di Lady Bethany la riscosse. La nonna si era tolta cappello e guanti ed era andata a ispezionare le stanze assegnate a Marissa. La figura diritta ed elegante non mostrava alcuna traccia di stanchezza dopo un lungo viaggio e gli occhi scuri si guardavano intorno attenti. Emise un mormorio di apprezzamento davanti all'orologio in similoro sulla mensola del camino e lo esaminò da vicino con il pince-nez attaccato a una catenella dorata. «Dove pensi che sia finito?» Marissa incontrò quegli occhi acuti, a cui nulla sfuggiva, e adottò un tono leggero. «Non lo so, nonna. Forse ha dovuto occuparsi di qualche faccenda lontano da qui e non ha avuto il tempo di avvertirci.» «Chissà, potrebbe darsi. In tal caso, però, avrebbe potuto avvertire il fratello o i domestici.» «No, se si fosse trattato di qualcosa di... improvviso e urgente.» Era una debole scusa e Lady Bethany la ignorò, continuando la sua ispezione. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori. «Il fratello non gli assomiglia affatto, vero? George ha mai parlato di lui?» Marissa non si fidava di quel tono noncurante e la fissò sospettosa, chiedendosi dove volesse andare a parare. Lady Bethany però tenne gli occhi fissi sulla vista al di fuori della finestra. «Mi ha raccontato che è molto più grande di lui e lo ha praticamente cresciuto, dopo la morte del padre a Waterloo. Lord Kent è appassionato di botanica. George la definisce un'ossessione.» «In effetti non frequenta molto l'alta società londinese. Sai se è sposato?» «Credo che sia vedovo.» «Ah.» Lady Bethany sorrise. 20


«Nonna, è troppo giovane per voi!» protestò Marissa. Lady Bethany sorrise. «Ragazza maliziosa. Non stavo pensando a me.» «Allora a chi...» All'improvviso le parve meglio non prolungare quella conversazione e lasciar perdere le macchinazioni che in quel momento stavano di certo occupando la mente di sua nonna. Lady Bethany amava intromettersi negli affari di cuore altrui e per quanto le sue intenzioni fossero buone, non sempre il risultato dei suoi piani era quello sperato. Bastava guardare i suoi genitori. Lady Bethany aveva scelto un gentiluomo bello e ricco per la figlia, e si era ritrovata con un genero dalle mani sempre macchiate di verde a furia di maneggiare i muschi della sua collezione. Lady Bethany si sporse a osservare la torre rotonda che fungeva da guardiola e il ponte di pietra che attraversava il fossato. «Lord Kent ha detto che per questo fine settimana non era previsto alcun ricevimento, vero?» «Esatto.» «Be', un gentiluomo a cavallo di un bel baio ha appena varcato il ponte levatoio.» «George...» cominciò Marissa. Non osava quasi crederci. «No, mia cara, non si tratta di George. Il nuovo arrivato è molto più maturo di lui. Chi sarà mai? C'è forse un altro fratello che non abbiamo conosciuto, o magari un parente più anziano?» Marissa inghiottì la delusione. «No, i fratelli sono soltanto due e non ho mai sentito parlare di un parente più anziano. Forse scopriremo la sua identità a pranzo, nonna.» «Già. Non vedo l'ora» ammise Lady Bethany. «Confesso che non me lo aspettavo, quando siamo partite per il Surrey.» Le rivolse un sorriso innocente e uscì, seguita dallo sguardo sospettoso di Marissa. La nonna stava 21


tramando qualcosa; la conosceva abbastanza bene perché quella prospettiva la mettesse a disagio. Se solo George fosse stato lì! Si girò con un sospiro verso la finestra, come se si aspettasse di vederlo arrivare al galoppo. Dov'era andato, e perché? Aveva atteso con tanta trepidazione quel fine settimana; non vedeva l'ora di stare con lui, di girare insieme per la casa, di conversare e ridere. George era così diverso dai suoi genitori e dai loro amici. Marissa era sicura che l'attrazione tra loro fosse reciproca; dargli la caccia e conquistarlo le sembrava un'impresa facile, ma quella situazione inattesa l'aveva colmata di dubbi e confusione. A dir la verità non era sicura di saper dare la caccia a un uomo, soprattutto se lui non collaborava. Conosceva i metodi di accoppiamento delle piante, ma non sapeva granché delle persone. Le storie scandalose narrate dalla nonna non significavano molto per lei, visto che non aveva mai provato le passioni che Lady Bethany ricordava con tanto trasporto. Fino all'incontro con George, Marissa aveva temuto di riuscire a provare solo un affetto tiepido e formale, unito a una curiosità intellettuale e distaccata. Limitarsi ad apprezzare un marito era una prospettiva spaventosa; a giudicare da certi matrimoni di sua conoscenza, però, poteva andare anche peggio. Da quando aveva conosciuto George, tutto era cambiato e all'improvviso Marissa si era trovata a sperare in un futuro felice e appassionato. Ora però lui era scomparso, portandosi via quella speranza. «Kent, non sai come sono felice di trovarti a casa! Temevo fossi partito per il continente per esaminare qualche nuovo tipo di rosa.» Valentine ricambiò la stretta di mano. «Jasper! Cosa ti porta qui?» Lord Jasper era un uomo elegante e ordinato; quando 22


si tolse il cappello il cranio brillò attraverso le poche ciocche ramate rimaste, quasi fosse stato lucidato. Occhi nocciola luminosi e attenti e labbra sottili completavano il ritratto di un uomo assai poco incline a comportamenti impetuosi. «Sapevi che Von Hautt è in Inghilterra?» chiese, rispondendo alla domanda di Valentine. «Lo pensavo» aggiunse, davanti all'eloquente reazione dell'amico. «Be', è qui, e ho sentito dire che sta dando la caccia alla tua rosa.» Valentine lo guardò sorpreso. «La Rosa del Crociato? La sto cercando da vent'anni e mio padre lo ha fatto prima di me, ma non ne abbiamo mai trovato la minima traccia. Ormai la pista si è raffreddata. Pensavo di essere l'unico ancora convinto della sua esistenza...» «Se trovasse la Rosa del Crociato, Von Hautt diventerebbe famoso, ed è questo che vuole; pare che abbia ottenuto informazioni utili a rintracciarla.» «Quali informazioni?» «Un elenco di nomi.» Valentine lo fissò con uno sguardo penetrante. «Nomi?» «Sì. Quelli degli uomini che hanno partecipato alle Crociate con il tuo avo Richard de Fevre.» Molto tempo prima Abbey Thorne Manor era stato un castello ed era appartenuto ai de Fevre, un'antica famiglia imparentata con Valentine dal lato materno. Nel dodicesimo secolo la torre di legno era stata sostituita da una di pietra; era da lì che Richard de Fevre era partito alla volta della Terrasanta. Richard era un uomo pio, convinto che la lotta per liberare Gerusalemme dai Saraceni fosse un'impresa giusta e prima di partire aveva fatto voto di castità, giurando di non romperlo fino al suo ritorno a casa. Valentine si era chiesto spesso che cosa ne pensasse sua moglie. Richard si era messo in viaggio con alcuni vicini; per fortuna o per miracolo erano sopravvissuti e tornati tutti in Inghilterra. 23


In genere i crociati di ritorno dalla Terrasanta portavano con sé oro, gioielli, tappeti, arazzi e a volte anche ricordi più macabri strappati ai Saraceni uccisi, ma Richard aveva portato qualcos'altro. Una rosa. Si diceva che fosse molto più bella di qualsiasi altra esistente in Inghilterra e che mostrasse tutti i colori del tramonto. De Fevre l'aveva piantata nel suo giardino e la rosa era rimasta lì, riproducendosi per generazioni, fino a quando un antenato di Valentine non l'aveva distrutta. Secondo la leggenda, però, de Fevre aveva portato a casa non una sola rosa, ma due, e aveva donato la seconda a uno dei compagni, come ricompensa per avergli salvato la vita. Data la sua capacità di crescere spontaneamente, Valentine riteneva possibile che quella seconda rosa esistesse ancora nel giardino dei discendenti di quello sconosciuto compagno. Ritrovare la Rosa del Crociato e riportarla in seno alla famiglia era diventata la missione della sua vita. Ora veniva a sapere che il Barone Von Hautt aveva intrapreso la stessa ricerca, ma per motivi assai meno altruistici. «Dove avrà trovato una lista del genere?» domandò con rabbia trattenuta. Jasper scosse la testa. «Non ne ho idea, Kent. Speravo che lo sapessi tu. Di recente non hai ricevuto nulla di interessante?» «No, solo...» Valentine si interruppe. «Un momento: stamattina ho ricevuto due pacchetti, ma ne ho aperto solo uno.» Raggiunse in fretta lo scrittoio e trovò il pacco quadrato avvolto in carta marrone, con il suo indirizzo scritto da una mano tremula. Il nome del mittente non gli diceva nulla. Aprì il pacco senza esitare; un fascio di vecchi documenti si rovesciò sul piano della scrivania. In cima c'era un foglio coperto dalla stessa scrittura incerta con cui era stato vergato il suo indirizzo. 24


Valentine lo scorse in fretta. «Mmh, interessante. Viene da Seth Bonnie, l'attendente di mio padre durante il suo servizio nell'esercito. In effetti, ora che lo vedo nel contesto giusto, mi pare di ricordare questo nome» aggiunse, sollevando lo sguardo su Jasper. «Come mai ti scrive dopo tutto questo tempo? Tuo padre è morto a Waterloo, giusto?» «Sì.» Valentine continuò a leggere. «Bonnie sostiene di essere in possesso di alcuni documenti di mio padre. Voleva mandarmeli, ma è rimasto gravemente ferito a Waterloo e quando si è ripreso ormai li aveva dimenticati. Li ha ritrovati solo da poco, mentre metteva in ordine le sue cose in attesa dell'ultimo segnale di tromba, come chiama la morte.» Riprese a leggere. «Bonnie racconta di aver ricevuto la visita di uno sconosciuto. Un prussiano.» La sua voce si inasprì. «Von Hautt!» esclamò Jasper. «Sì. Ha chiesto a Bonnie se poteva esaminare le carte di mio padre e a quel punto lui si è ricordato di averle in casa. Gliele ha mostrate, ma senza lasciarlo da solo. Non si fidava di lui, dice. Von Hautt però ha preso degli appunti. Bonnie ci ha pensato sopra e adesso teme di aver commesso un errore, mostrando le carte di mio padre a uno sconosciuto. E così me le ha mandate» concluse Valentine. Jasper lo raggiunse alla scrivania. «C'è una lista di nomi?» domandò, trepidante. Valentine cominciò a passare in rassegna il fascio di documenti rosi dalle tarme e alla fine tirò fuori un pezzo di pergamena quasi sbriciolato. Un sorriso illuminò il suo volto bello e austero. «Credo di sì.» In quel momento suonò il gong che annunciava il pranzo. Valentine trasalì e sollevò lo sguardo; si sentiva stranamente diviso tra l'entusiasmo per quella nuova scoperta e il ricordo degli occhi scuri di Marissa. «Kent?» lo richiamò Jasper, aggrottando la fronte 25


perplesso. «Ci stavamo occupando di quella lista...» «Ho degli ospiti» spiegò Valentine, posando con cura la pergamena sullo scrittoio. «Ospiti? E allora? La rosa è più importante.» Valentine scrollò le spalle, a disagio. Jasper non avrebbe mai capito la perdita improvvisa della determinazione che aveva sempre accompagnato la sua ricerca. «In realtà è stato George a invitarli.» «E allora lascia che se ne occupi lui!» sbottò Jasper. «Potresti tenere in mano la chiave per ritrovare la Rosa del Crociato e ti preoccupi di ospiti che non hai neppure invitato?» Valentine però provava un senso di anticipazione che non aveva nulla a che vedere con le rose e con nessun tipo di pianta. Non si sentiva così da tanto tempo e non riusciva a spiegare quel cambiamento a se stesso, figurarsi a Jasper, dunque non ci provò nemmeno. «Sono il padrone di casa e ho un dovere nei loro confronti. Dopo pranzo riprenderemo la nostra ricerca, Jasper» gli assicurò. L'altro scosse la testa, frustrato, e lo seguì con riluttanza. Valentine girò la chiave nella serratura della porta e se la mise in tasca. «Von Hautt non conosce bene come noi la campagna inglese» ricordò all'amico. «Impiegherà più tempo a scoprire dove vivevano i compagni di de Fevre tanti secoli fa.» «Ha un vantaggio iniziale, però.» «Vinceremo noi, Jasper. A un tratto ne sono sicuro.» Valentine scoppiò in una risata impetuosa e del tutto insolita per lui. Stava per compiere trentaquattro anni, eppure aveva l'impressione di essere un ragazzino entusiasta, con il sangue che scorreva rapido nelle vene, il corpo forte e la mente lucida. Si sentiva così perché aveva finalmente un valido indizio sulla seconda Rosa del Crociato, o perché stava per pranzare con la bella Marissa Rotherhild? 26


Il ritorno del libertino JULIA JUSTISS INGHILTERRA, 1816 - Reduce da Waterloo, Dominic Ransleigh si ritira in campagna. Ma l'esuberante vicina di casa, Theodora Branwell, ha altre idee per riportarlo alla vita...

Il ricatto del marchese CHRISTINE MERRILL BATH, XIX SEC. - Per non finire in prigione Margot è costretta a cedere al ricatto dell'affascinante Marchese di Fanworth e a diventare prima la sua amante e poi la sua sposa!

Il profumo della passione SARA BENNETT INGHILTERRA, 1837 - Marissa vuole conoscere il piacere in tutte le sue sfumature, e vuole che a condurla in questo seducente viaggio sia Lord Valentine. C'è un solo problema...

La Signora di Dunborough MARGARET MOORE INGHILTERRA, 1214 - Lady Mavis è certa che dietro l'austera facciata di Sir Roland di Dunborough si nasconda un uomo sensibile e accetta di sposarlo. Ma già dopo le nozze...


I segreti di Sugarland BRONWYN SCOTT BARBADOS, 1835 - Ren Dryden eredita una piantagione di canna da zucchero a Barbados. Nonché una socia bella e sensuale che letteralmente lo strega! Ma troppi segreti li dividono.

Le tentazioni del duca SARA BENNETT INGHILTERRA, 1837 - Eugenie Belmont intende sposare Sinclair St. John, l'altezzoso Duca di Somerton. Tra i due scocca una scintilla inattesa, ma l'algido gentiluomo sa bene che...

Il riscatto di un gentiluomo MARGARET MCPHEE CARAIBI - LONDRA, 1812 - Kit North ha giurato che laverà la macchia che offusca il suo nome. Quando incontra la bellissima Kate Medhurst, però, tutti i suoi programmi vanno in fumo.

Giustizia per il guerriero DENISE LYNN INGHILTERRA, 1145 - Richard di Dunstan rapisce Isabella per vendetta e le impone il matrimonio. Durante il lungo inverno che trascorre con l'uomo, lei imparerà a conoscerlo e... Dal 2 novembre


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