Il segreto della dana di Jenni Fletcher

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JENNI FLETCHER

Il segreto della dama


Immagine di copertina: Mark Owen/Trevillion Images Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Marriage Made in Secret Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2021 Jenni Fletcher Traduzione di Graziella Reggio Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special gennaio 2022 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2021 da CPI Moravia Books I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 317S del 27/01/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Dedica

Al miglior trio di compagni di lockdown che avrei mai potuto desiderare.


1 Palazzo di Vincennes, Francia, estate 1325 «Vostra Grazia!» Mathilde scattò in piedi, allarmata, quando un ragazzo fece irruzione come un piccolo assassino sorridente nella sala privata della regina, provocando un coro di strilli attutiti da parte delle dame riunite nel locale. Se fosse accaduto a Londra, pensò lei, sarebbe stato trascinato subito alla Torre per aver generato un simile scompiglio, invece, per sua fortuna, si trovavano molto lontano dall'Inghilterra, in un palazzo a est di Parigi, in un pomeriggio tranquillo e piovoso. Il fanciullo ansimava, con le guance arrossate, ma aveva il volto animato dall'entusiasmo, quasi avesse previsto che il suo arrivo improvviso sarebbe stato accolto bene. Con notevole sorpresa di quasi tutti i presenti, si rivelò nel giusto. Si lasciò cadere su un ginocchio senza aggiungere altro, eppure la Regina Isabella alzò subito lo sguardo dal libro dal bordo dorato di racconti arturiani e sorrise. Isabella, nata Principessa di Francia e al presente Regina incoronata d'Inghilterra, sorrise. Per giunta non 7


si limitò a incurvare appena le labbra, sussiegosa e regale, ma elargì al ragazzo un raro sorriso autentico, che la trasformò in viso e accese una vivida luce negli occhi azzurri, di norma impenetrabili. Mathilde rimase a guardare, incantata. La prima volta che aveva posato lo sguardo sulla sovrana, l'aveva giudicata la donna più bella del mondo, ma in quel preciso istante superava persino se stessa, al pari di un giglio che schiudeva i petali ai raggi del sole, mutandosi da bocciolo grazioso e delicato in splendido fiore dalla bellezza radiosa e consapevole. Quando Isabella si levò imperiosa in piedi, l'effetto divenne ancora più palese, poiché le pieghe della sopravveste giallo chiaro catturarono la luce delle decine di candele, disposte tutto intorno, e brillarono come oro fuso. Era impossibile non contemplare una figura così abbagliante. «Madame Baudin è arrivata?» La sovrana inarcò un sopracciglio sottile e il giovane messaggero annuì, ancora affannato per la corsa. «Bene.» Lo congedò con un gesto elegante. «Aspetta fuori.» Il ragazzino arretrò fino all'uscita e la regina rivolse a Mathilde uno sguardo indagatore, strizzando un poco le palpebre. «Voi. Vi chiamate Mathilde, giusto?» «Sì, Vostra Grazia.» Con nervosismo, lei si abbassò in una riverenza e, nel farlo, lasciò cadere il ricamo. Nel corso di due mesi, la sovrana aveva appena dato segno di accorgersi della sua presenza e, di sicuro, non aveva mai pronunciato il suo nome. L'aveva sempre trattata con lo stesso risentito disdegno che riservava a tutti i nuovi membri del suo seguito. Del resto non la si 8


poteva biasimare. La servivano soltanto perché il re aveva rinchiuso le sue leali dame di compagnia francesi e le aveva sostituite con spie inglesi, ma almeno lei non era una spia. Mathilde non era nessuno, la figlia di un uomo al quale il monarca doveva un favore, un'aggiunta dell'ultimo momento alla scorta di Isabella, prima che s'imbarcasse per la Francia per una missione diplomatica. Lei era giovane e inesperta, come le altre dame non cessavano di rammentarle. Nonché sconosciuta e impoverita, lasciava intendere il loro tono, ed era vero, anche se Mathilde non poteva farci nulla. La sua famiglia non era importante né ricca e nemmeno di nobiltà elevata, tuttavia la lealtà dimostrata in passato dal padre era stata sufficiente per assicurarle un posto a corte. Era un grande onore, eppure, come si ripeteva ogni giorno, lei avrebbe preferito che fosse stato conferito a qualcun altro. «Avvicinatevi.» La regina sollevò una mano curatissima per indicarle di farsi avanti e Mathilde obbedì all'istante. Con la coda dell'occhio vide Lady Berthe, la capofila delle spie, avanzare di un passo, prima di venir bloccata da un'occhiata severa di Isabella. «Cecily?» La durezza si mitigò mentre la sovrana chiamava una delle dame inglesi più anziane, quelle entrate al suo servizio quand'era giunta per la prima volta a Londra come giovane sposa, diciassette anni addietro. Ormai ne rimanevano soltanto due: Lady Cecily d'Abernon e Katharine Sykes, entrambe ferocemente protettive nei suoi confronti. «Sì, Vostra Grazia?» le domandò Lady Cecily con una rapida riverenza. 9


«Stasera desidero indossare l'abito lilla con le rifiniture argento, tuttavia temo che ci sia uno strappo in una manica.» «Credo che abbiate ragione, Vostra Grazia.» Che fosse vero o falso, il volto della signora era una maschera d'innocenza. «Anzi, parecchi capi del vostro guardaroba richiedono cure. Adesso abbiamo il tempo per rammendarli, se Vostra Grazia ci scusa...» «Certo.» Isabella chinò un poco la testa, quasi avesse elargito un grande favore. «Rimarrà qui Mathilde a tenermi compagnia. E anche Kat.» Dopo un'altra riverenza, Lady Cecily sospinse le spie fuori dalla stanza, prima che riuscissero a escogitare un pretesto per trattenersi. «Adesso va meglio.» La sovrana attese che la porta venisse richiusa, poi emise un lungo sospiro, quasi avesse trattenuto il fiato fino ad allora. «Quanti anni avete, Mathilde?» «Diciassette, Vostra Grazia.» «Così grande? E con occhi tanto graziosi. Eppure non siete ancora sposata?» «No, Vostra Grazia.» Mathilde arrossì, lusingata dal complimento, malgrado il commento pungente. La sorella Hawise le aveva sempre detto che gli occhi erano la sua caratteristica migliore, di un castano scuro e profondo, com'erano stati quelli della madre. Ma per quanto riguardava il resto della sua persona, si rendeva conto di essere piuttosto ordinaria. Abbastanza carina, ma priva di una vera bellezza e soprattutto di una dote. Per questo Mathilde non era coniugata. Ed era anche il motivo, o almeno uno dei motivi, per cui era stata man10


data a corte. A casa era soltanto una bocca in più da sfamare, mentre così si guadagnava da vivere. «Non è il caso di mostrarvi tanto in imbarazzo. C'è di peggio che rimanere nubili, vero, Kat?» Isabella scambiò un'occhiata d'intesa con la vedova Katharine, che si limitò a sbuffare. «Ditemi, cosa preferireste tra un cattivo consorte o nessun marito?» Mathilde esitò, stupita dalla domanda. Non le era mai capitato di dover riflettere sulla questione, tuttavia la regina attendeva una risposta e la fissava con tutta la forza penetrante dei suoi occhi azzurri. «Nessun marito, penso, Vostra Grazia.» «Allora forse siete proprio la ragazza che cerco.» L'espressione di Isabella si addolcì. «Provenite dall'Inghilterra settentrionale, giusto?» «Sì, Vostra Grazia. Dal maniero di Rudstone, nei pressi di Scarborough.» «Ah, ora rammento. Vostro padre aiutò il mio consorte durante la rivolta.» «Infatti» confermò lei, annuendo con prontezza. Dopo quattordici anni, il genitore coglieva ancora ogni occasione per raccontare del giorno in cui Re Edoardo II era entrato a cavallo nel cortile del maniero, in fuga dalle truppe di Tommaso di Lancaster. «Gli offrì cibo e cavalli riposati, poi cavalcò al suo fianco fino a York. Ripete sempre che è stato il più grande onore della sua vita.» «E in effetti lo era... ai tempi.» L'ombra di un'emozione attraversò il volto della regina, così fugace che fu impossibile identificarla. Impazienza? Fastidio? Mathilde puntò lo sguardo sul tappeto, temendo di aver 11


detto qualcosa di sgradevole. «Dunque di recente mio marito l'ha ripagato offrendovi un posto nel mio seguito?» «Sì, Vostra Grazia. Mio padre mi ha portata a Londra per richiederlo.» E poi l'aveva abbandonata nella capitale, pensò lei, mordendosi la lingua per impedirsi di pronunciare quelle parole ad alta voce. «Dunque non avete altri legami con il sovrano... o i suoi amici?» «Nessuno, Vostra Grazia» confermò la giovane in tutta sincerità. Aveva scorto il re soltanto da lontano e non sapeva nulla dei suoi amici. «Bene. Cosa ne pensate, Kat? È degna di fiducia?» «Altrimenti ne risponderà a me.» «Lo sono, Vostra Grazia» replicò senza indugio Mathilde, indignata da eventuali sospetti del contrario. «Vi credo, ragazza.» Il tono di Isabella era rassicurante. Per la prima volta dacché aveva lasciato la famiglia, Mathilde provò un senso di vicinanza con qualcuno. No, si corresse all'istante, era il termine sbagliato. Non avrebbe mai potuto essere vicina alla sovrana, però in un certo senso le sue parole la fecero sentire meno isolata. «Venite qui.» Isabella prese posto sul sedile sotto la finestra, il più lontano possibile dalla porta, e posò il palmo sul cuscino di velluto porpora, al proprio fianco. «Grazie, Vostra Grazia.» Mathilde lanciò un rapido sguardo a Katharine, in piedi a braccia conserte come una sentinella, prima di obbedire, con il cuore che martellava per l'emozione e le ginocchia scosse dal nervosismo. Fu contenta di sedersi prima che cedessero del 12


tutto, benché fosse strano stare accanto a una donna straordinaria come la regina. Come età, avevano soltanto tredici anni di differenza, però Isabella incarnava tutto ciò che Mathilde non sarebbe mai stata, non avrebbe mai potuto essere. «Mathilde, ho una richiesta da farvi, ma deve rimanere un segreto tra noi.» Dopo una pausa significativa, Isabella spiegò: «Mi occorre una persona come voi per recapitare un messaggio. Cecily è indisposta da qualche tempo e Kat non è più in grado di camminare a lungo e in fretta come prima». Premette insieme le labbra quando la dama di compagnia emise un verso di sdegno dal lato opposto del locale. «Pensate di potermi aiutare?» «Ne sarei onorata, Vostra Grazia.» «Lo immaginavo.» La regina si sfilò dal dito un anello d'oro e rubini. «Sapevo che eravate diversa dalle altre. Porgetemi la mano.» Mathilde trattenne il fiato mentre Isabella le poneva sul palmo il gioiello scintillante. Sembrava assai prezioso e con ogni probabilità valeva quanto il raccolto di parecchi anni, a casa. «Ora, il ragazzo vi accompagnerà da una persona, un ospite. Mostrategli quest'anello e ditegli di raggiungermi al più presto nell'appartamento del Re di Francia.» «Sì, Vostra Grazia, ma...» Mathilde aggrottò le sopracciglia. Con il messaggero aveva fatto riferimento a una certa Madame Baudin... «Un inganno necessario.» Isabella parve comprendere la sua confusione e lanciò un'occhiata eloquente verso lo spogliatoio. «Quando le altre vi chiederanno, e 13


non mancheranno di farlo, risponderete che una vecchia bambinaia della mia infanzia è venuta in visita. Non importa se ci crederanno o meno. Conta soltanto che non scoprano la verità. Deve restare un nostro segreto, vi è chiaro?» «Sì, Vostra Grazia.» «Vi ringrazio.» La regina le sfiorò una guancia. C'era un che di materno nel gesto, pensò Mathilde, una tenerezza che le scaldò il cuore. «Ricordatevi di non fidarvi di nessuno, tranne che di me, Katharine e Lady Cecily.» Mathilde annuì, si alzò e si abbassò in un altro inchino senza richiedere ulteriori spiegazioni. L'identità dell'ospite non la riguardava e l'espressione arcigna di Katharine l'avvisava di non ficcare il naso nella questione. In verità non le interessava chi fosse. Isabella, la sua regina, le aveva toccato la guancia e chiesto aiuto. Al momento importava soltanto questo.

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Giochi di potere ANNE O'BRIEN Inghilterra, 1444 - Il potere di Re Enrico VI è ormai appeso a un filo, mentre la Guerra delle Rose devasta il Paese, costringendo tutti a scegliere da che parte stare fra York e Lancaster. Ma dalle ceneri di questo conflitto una famiglia di umili origini contadine, guidata da tre donne visionarie capaci di sfidare il corso della storia, inizia a costruire il suo potere affidandosi all'astuzia, all'ambizione e alla fortuna. Superando la prigionia, la violenza e il tradimento, i Paston riescono ad assicurarsi il possesso di un castello e di numerose tenute e infine un posto di rilievo nella politica e negli intrighi della corte degli York. Ma il successo genera gelosie e pericolosi nemici...

Il segreto della dama JENNI FLETCHER Francia-Inghilterra, 1325 - Non c'è nulla che Isabella di Francia, Regina d'Inghilterra, non tenterebbe per riconquistare il posto che le spetta e deporre il tirannico marito, Edoardo II. Persino marciare su suolo inglese con un piccolo esercito e guidare un colpo di Stato. Chiunque sia al suo servizio o cada nelle sue trame di potere si trova quindi in acque turbolente. Tra costoro c'è la giovane Mathilde Gosselin, dama di compagnia a lei fedele, almeno sino a quando non si innamora della spia Henry Wright. La fiducia è un bene prezioso alla corte della sovrana, ed entrambi hanno troppo da perdere, comprese le loro vite, per correre dei rischi, tuttavia il destino continua a incrociare le loro strade... e resistere all'amore diventa sempre più difficile.


I fantasmi di Lord Darlington ANNA BRADLEY Inghilterra, 1795 - Indagare sotto le mentite spoglie di una cameriera è un'esperienza del tutto nuova per Cecilia Gilchrist, che tuttavia è intenzionata a portare a temine la missione che le è stata assegnata. Ma una volta che si stabilisce al Castello di Darlington, scoprire se il misterioso marchese ha davvero assassinato la moglie si dimostra più complicato di quanto avesse immaginato. Per quanto sia evidente, infatti, che lui nasconde più di un segreto, come credere che dietro ai suoi bellissimi e sconvolgenti occhi azzurri si celi un gelido assassino? Seguire ogni sua mossa, poi, non fa altro che avvicinarla sempre di più a lui, e se il cuore la ingannasse, Cecilia potrebbe pagare quell'errore con la vita...

La duchessa perfetta LORRAINE HEATH Londra, 1874 - Hugh Brinsley-Norton, il Duca di Kingsland, deve trovare con urgenza una duchessa. Tuttavia, riportare al suo antico splendore il ducato, ormai in rovina, è un'impresa che richiede tutto il suo impegno e che di certo gli lascia poco tempo per occuparsi di sentimenti. Decide così di pubblicare un annuncio invitando le giovani donne del ton a scrivergli, spiegando perché dovrebbero essere le prescelte, e affida a Penelope, la sua segretaria, il compito di selezionare la futura sposa. Ma quando tra le risposte compare un messaggio minatorio, Hugh si rende conto con stupore di essere disposto a rischiare tutto, compreso il cuore, per tenere al sicuro tra le sue braccia proprio la coraggiosa e bellissima Penelope.

Dall'11 marzo


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