AMY ANDREWS
In vacanza col dottore
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Swept Away by the Seductive Stranger Harlequin Mills & Boon Medical Romance © 2016 Amy Andrews Traduzione di Rita Orrico Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Bianca dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE BIANCA ISSN 1122 - 5420 Periodico settimanale n. 1767 dello 05/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 377 dello 09/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Bisognava essere completamente ciechi per non notare la bionda sexy seduta poco distante. Grazie a una combinazione di ottime cure, lo scorrere del tempo e il fatto che lei fosse alla sua destra, Callum Hollingsworth per fortuna ci vedeva. In realtà, la prima cosa che aveva notato di lei era stata la risata. Stava parlando al telefono e benché il tono di voce fosse basso, le sue risa risuonavano nel bar affollato. Un suono spontaneo e spensierato, quasi smodato e lui non poté fare a meno di ammirarla. Lui non aveva avuto molte ragioni di essere allegro negli ultimi tempi, e mentre osservava la donna da dietro le lenti scure degli occhiali, provò una punta d'invidia. Lei aveva i capelli color del miele che le sfioravano le spalle in morbidi ricci e l'abbronzatura s'intravedeva sulla gola e sulle braccia. Le gambe snelle ma non magre erano fasciate in un paio di jeans e alti stivali con le frange, che le conferivano l'aspetto di una cow-girl, più che di una dominatrice. Non portava gioielli e il viso era privo di trucco. Pur senza traccia di ornamenti o lustrini, la giovane donna riluceva come una gemma nella luce del sole che filtrava attraverso le ampie vetrate del vecchio bar della stazione. Forse era davvero il modo in cui ride5
va, con tutto il corpo, che la distingueva da tutti gli altri avventori del bar. Oppure lo spontaneo candore. Magari erano gli stivali. Di qualsiasi cosa si trattasse, Cal era felice di quella piacevole distrazione mentre aspettava l'arrivo del suo treno. Avrebbe dovuto rallegrarsi: stava per affrontare uno dei più celebri e grandiosi tratti di ferrovia del mondo, sull'iconico treno Indian Pacific. Stava per lasciare Sydney alla volta di un luogo in cui nessuno conosceva lui o il capitombolo che aveva fatto la sua carriera. In quei due mesi lontano da casa avrebbe resettato l'orologio e reinventato se stesso. Una volta tornato, avrebbe mostrato a tutti che non gliene importava un accidenti. Prima si arrendeva all'idea che la sua vecchia vita era finita e prima poteva darsi da fare per ricominciare. Stavolta, si sarebbe sforzato di essere felice. Non ne poteva più della nuvola scura che lo seguiva da due anni a quella parte e quale mezzo migliore per dissiparla che trasferirsi a millequattrocento chilometri di distanza? In quel momento fu annunciata la partenza dell'Indian Pacific, e Callum si alzò, raccogliendo le sue cose. La donna al telefono accavallò le gambe e continuò a parlare, segno che non aspettava lo stesso treno. Lui ne fu deluso. In cuor suo aveva sperato di poterla conoscere sul treno e, come in un film di James Bond, trovarsi una bellissima donna tra le lenzuola, quella notte. Subito si diede del pazzo e scuotendo la testa uscì dal bar diretto al binario dieci. Felicity Mitchell fu pervasa da un fremito d'eccitazione quando salì a bordo del lussuoso treno e fu condotta nel suo scompartimento da un uomo che si era presentato come Donald, l'assistente ai viaggiatori. 6
Superò diversi altri scompartimenti con le porte aperte e sorrise alle coppie all'interno. Prenotare una suite in classe platino sull'Indian Pacific era stata una vera stravaganza. Avrebbe potuto percorrere la tratta Sydney-Adelaide in una classe più economica, risparmiando un sacco di soldi, ma guardare il mondo scorrere fuori dal finestrino di una comoda suite era sempre stato il suo sogno. Aveva speso ciò che restava della sua eredità per quel viaggio, ma sapeva che suo nonno, pace all'anima sua, sarebbe stato fiero di lei. Uno degli scompartimenti che superarono era chiuso e Donald andò a fermarsi davanti alla porta di quello successivo. «Eccoci qui» annunciò lo steward, facendole cenno di precederlo all'interno. La suite, rivestita di lucidi pannelli di legno, era dominata da un'ampia finestra che si apriva sul paesaggio esterno. Un bel divano, che sarebbe diventato il suo letto a due piazze, era strategicamente sistemato tra la finestra e un piccolo armadio, davanti al quale erano stati depositati i suoi bagagli. Su un tavolino da caffè le avevano fatto trovare un piatto di formaggio e biscotti salati. Donald le mostrò il bagno personale, le diede alcune informazioni sul servizio offerto sul treno e le domandò se desiderasse un bicchiere di champagne per cominciare il suo viaggio. «Grazie, Donald, mi farebbe molto piacere.» Felicity attese che lui fosse uscito prima di concedersi una piccola danza di gioia e lasciarsi cadere sul divano con un sospiro di beatitudine. Fuori dalla finestra, il binario era affollato di persone, solo alcune delle quali in partenza sul lussuoso Indian Pacific. Lei non riusciva a credere di essere una dei pochi privilegiati. 7
Donald fece ritorno con una flûte di champagne. «Lei sarà con noi solo fino a Adelaide, vero?» «Sì, anche se mi piacerebbe percorrere tutto il tragitto fino a Perth. Un giorno, forse.» L'Indian Pacific si chiamava così perché attraversava tutta la parte meridionale dell'Australia, dalla costa dell'oceano Indiano a quella del Pacifico e viceversa. L'intero tragitto durava tre giorni, mentre per Felicity si sarebbe trattato di un viaggio di ventiquattro ore fino a Adelaide. «Penso che le piacerà comunque» osservò l'uomo. «Non ho dubbi» replicò lei con un sorriso. «Aspettavo questo momento da tutta la vita.» Quando si ritrovò di nuovo sola, guardò fuori dalla finestra. Il treno si mosse lentamente, lasciando dietro di sé la stazione di Sydney e dando inizio a quell'avventura. Felicity riemerse dalla sua suite mezz'ora più tardi. La città era ormai lontana e si stavano inoltrando nelle Blue Mountain; era giunto il momento di fare la conoscenza degli altri viaggiatori. La porta dello scompartimento adiacente era ancora chiusa e lei rifletté che forse non era ancora occupato. Avrebbe comunque incontrato gli altri nella lounge del treno. Infatti il suo ingresso fu accolto dal sorriso di una mezza dozzina di persone. Lei si fermò al bar e ordinò un'altra flûte di champagne da un giovane barista di nome Travis. Col bicchiere in mano, si diresse verso i divanetti semicircolari dove erano seduti gli altri viaggiatori. «Salve» esordì. Il gruppo la salutò all'unisono. «Si sieda qui con noi, mia cara» la invitò un uomo anziano con un forte accento scozzese. La donna al suo fianco si spostò per 8
farle posto. «Se posso dirlo, lei non rientra proprio nella fascia d'età del resto di noi.» Felicity scoppiò a ridere. «Ho un'anima antica.» In effetti, tutti i presenti dovevano aver superato la sessantina. Era evidente che i viaggi di quel tipo erano più una prerogativa dei pensionati che di giovani raffinati e alla moda, ma per Felicity andava bene così. Non era mai stata una persona trendy e di certo non era raffinata. Era un'infermiera di provincia a cui piacevano le persone, soprattutto quelle anziane. Lo studio medico in cui lavorava aveva molti pazienti di una certa età e lei si soffermava spesso a chiacchierare con loro. Non c'era ragione di credere che i viaggiatori di quel treno fossero molto diversi. «Che lavoro fa, mia cara?» le domandò una bella donna dai capelli grigi. Sul punto di rispondere, Felicity prese una decisione improvvisa. Se avesse rivelato di essere un'infermiera, potevano succedere solo due cose: per le prossime ventiquattro ore le avrebbero raccontato tutti i loro malanni passati o presenti, oppure le avrebbero preso la mano ripetendole che era un angelo. Se era sfortunata, sarebbero accadute entrambe le cose. Poteva anche essere un'infermiera, ma non era una santa e di certo non un angelo e di fronte a parole come quella si sentiva sempre a disagio. Inoltre, su quel treno da sogno non voleva essere l'infermiera di un piccolo centro dove tutti conoscevano il suo nome. Non voleva essere la ragazza della porta accanto, ma una giovane donna affascinante e ricercata quanto ciò che la circondava. Voleva indossare un abito elegante per cena e bere un Martini mentre chiacchierava del più e del meno con dei perfetti sconosciuti. «Oh, sono solo una funzionaria statale» replicò con un gesto vago della mano. Non che fosse un impiego 9
più affascinante di quello dell'infermiera, ma era abbastanza generico da scoraggiare una conversazione in merito. «Lei invece cosa fa?» domandò di rimando alla donna dai capelli argentei. Questa, che disse di chiamarsi Judy, si lanciò in una tiritera sul lavoro che aveva fatto per quarant'anni, alla quale seguì una discussione generale sull'economia che si tramutò presto in un corale resoconto di viaggi. Felicity era in paradiso. Era su un treno circondata da persone simpatiche e brillanti mentre all'esterno scorrevano gli splendidi paesaggi delle Blue Mountains. Per ventiquattro ore era determinata a essere una persona diversa. L'indomani pomeriggio sarebbe stata di nuovo a casa dove tutti la conoscevano e la fermavano per strada per consultarla sull'influenza del loro bambino o su una misteriosa allergia. Dove tutti la chiamavano Flick, i coetanei la trattavano da vecchia amica e le donne più anziane cercavano di appiopparle ogni maschio disponibile. Il domani era fin troppo vicino. Oggi nessuno la conosceva e lei si sarebbe goduta quel divertente anonimato il più a lungo possibile. La prima cosa che Callum vide quando entrò nel vagone ristorante alle sette in punto, fu la bionda che aveva notato al bar della stazione. Batté le palpebre due volte per assicurarsi che fosse davvero lei: la sua vista non era delle migliori, dopotutto. Poi lei rise e quel suono gli andò dritto al cuore e s'irradiò alle vene. Non c'erano dubbi, era proprio lei. Se avesse saputo che anche quella donna viaggiava in classe platino, non avrebbe sprecato le ultime ore a leggere un bollet10
tino medico che aveva ricevuto via mail dal suo nuovo capo. «Posso indirizzarla a un tavolo, signore?» domandò lo steward. «No» replicò Callum con decisione. I tavoli erano apparecchiati per quattro persone ciascuno e accanto a lei c'era un posto ancora vuoto. «Ne ho già trovato uno.» Un angolo della bocca di Donald si piegò all'insù. «Ottima scelta, signore.» Gli occorsero pochi secondi per raggiungere il tavolo in questione. «Scusatemi, è libero questo posto?» La conversazione si arrestò e tutti e tre i commensali sollevarono lo sguardo su di lui. Gli unici occhi di cui lui si accorse davvero furono quelli della fantomatica bionda. Erano color grigio fumo, contornati da lunghe ciglia. Lei lo fissò per un lungo momento e Cal non distolse lo sguardo. Gli piaceva pensare che anche lei avesse percepito l'immediata scintilla tra loro. Si era cambiata e indossava un abito nero aderente con le spalline incrociate che metteva in mostra il collo sottile. Per la bocca aveva scelto un lucidalabbra rosa. I capelli sembravano più ricci che quel pomeriggio al bar. L'uomo anziano seduto di fronte a lei gli diede un caloroso benvenuto. «Si sieda, giovanotto e salvi questa giovane fanciulla dalle chiacchiere di due vecchietti.» Callum non se lo fece ripetere due volte. Non aveva mai creduto nell'amore a prima vista, ma era un fervido sostenitore del desiderio a prima vista. Per quanto arrugginito fosse, sapeva riconoscere l'interesse sessuale quando lo vedeva. Di certo lei non lo stava guardando con compassio11
ne, come era successo con fin troppe donne negli ultimi due anni. «Io mi chiamo Jock e questa è mia moglie Thelma. La nostra giovane amica è Felicity.» Callum strinse la mano di marito e moglie e poi la offrì alla bionda. Felicity. «Piacere di conoscerti» mormorò. I loro occhi s'incontrarono di nuovo e la consapevolezza tra loro divenne quasi tangibile. «Eri al bar della stazione» esclamò lei dopo la stretta di mano. Callum le lasciò andare la mano con riluttanza. «Sì.» Il fatto che si ricordasse di averlo visto lo riempì di soddisfazione. Che l'avesse osservato di sottecchi, come aveva fatto lui? «Non mi ero accorta che tu fossi nella mia stessa carrozza.» «Avevo del lavoro da finire» spiegò Callum con un sorriso, «così mi sono chiuso dentro per un po'. Sto al numero otto.» «Tu non stai al nove, Felicity?» rilevò Jock in tono gioviale. «Siete vicini di scompartimento.» Callum le sorrise e mandò una silenziosa preghiera di ringraziamento all'universo. La sorte gli stava davvero dando una mano. Lei ricambiò il sorriso e per la prima volta dall'incidente, lui sentì i sensi risvegliarsi con prepotenza. «Lei che cosa fa?» Callum si sforzò di distogliere lo sguardo da Felicity e rivolgere l'attenzione anche agli altri compagni di viaggio. Era il genere di distrazione mondana di cui aveva bisogno, ma dopo cena era ben deciso a monopolizzare la bella bionda al suo fianco. «Scrivo manuali tecnici» replicò. La bugia ben collaudata sorse spontanea alle sue labbra. Non si era ancora abituato alla verità e cioè che un tempo era stato 12
un abile chirurgo vascolare e ora si ritrovava a fare il medico generico. Inoltre, un'occhiata al resto dei presenti e alla loro età media gli fece temere uno scenario ben noto: dozzine di domande mediche alle quali non aveva nessuna voglia di rispondere. Quella sera non voleva essere un dottore, di nessun tipo. Preferiva dimenticare le amare delusioni della sua carriera ed essere una persona qualsiasi. «In che cosa consiste?» volle sapere Thelma. «Tutta roba noiosa come articoli e manuali industriali, niente di eccitante» fu la risposta, volta a liquidare in fretta la questione. «E lei, Thelma? Lavora ancora?» Spostare l'attenzione sugli altri fu una tattica vincente. La conversazione fu animata e gradevole durante tutte e tre le squisite portate. Felicity si rivelò un'abile conversatrice e Callum si rilassò al punto di ridere, di tanto in tanto. L'attrazione che provava per lei come donna non si attenuò, ma non sentiva più l'urgenza impellente di restare solo con lei. Come lui, anche lei sembrava riluttante a parlare di se stessa e fu molto brava a dirottare il discorso ogni volta sugli altri o su argomenti generici come il viaggio, i film o lo sport. Di conseguenza la cena finì in un battibaleno. Incredibile come in quelle due ore Callum fosse riuscito a non pensare nemmeno una volta all'incidente e alle ripercussioni che aveva avuto sulla sua vita. Nessuno ci era riuscito negli ultimi due anni e mezzo. All'improvviso, si sentì più giovane di almeno dieci anni. «Alcuni di noi vanno al bar per un drink» annunciò Jock alla fine, ripiegando il tovagliolo. «Mi auguro che vogliate unirvi a noi, voi due.» «Ma certo» replicò Felicity, prima di voltarsi verso 13
Callum con un sorriso sulle splendide labbra. «Ti va? O hai altro lavoro da fare?» Callum, in realtà, avrebbe voluto invitarla nel suo scompartimento per un drink privato. Si guardarono per un attimo in silenzio e lei arrossì leggermente, tanto che lui si chiese se gli avesse letto nella mente. Quella donna era uno strano miscuglio di entusiasmo ed esitazione e lui non voleva sembrare invadente o metterla in imbarazzo, ma dal suo sguardo così espressivo s'intuiva che anche a lei piaceva la sua compagnia. «Mi sembra un'ottima idea» capitolò alla fine. Cosa che non impedì alla sua fantasia di immaginare un finale di serata ancora più stuzzicante. Felicity trovò difficile concentrarsi sulla conversazione, troppo conscia della vicinanza dell'uomo che sedeva accanto a lei. Ogni volta che parlava o rideva, le vibrazioni si trasmettevano alla sua gamba, incollata a quella di lui, e da lì si diffondevano in tutto il suo corpo. Aveva l'impressione che entrambi giocassero a prendere tempo e lei era eccitata e terrorizzata in ugual misura. Fingersi una persona diversa si era rivelato più difficile del previsto, però doveva anche ammettere di non essersi mai sentita tanto viva. Nemmeno con Ned. Certo, lui era stato l'amore della sua vita e quando l'aveva lasciata aveva sofferto molto, ma il loro era stato un sentimento tenero, nato dall'amicizia di una vita. Ciò che provava in quel momento era ben altra cosa. Era davvero convinta di poterlo fare? Abbordare uno sconosciuto su un treno, o lasciare che fosse lui a sedurla? Non che fosse un'esperta in materia, ma i segnali fino a quel momento erano chiari e un'intera not14
te colma di possibilità si prospettava davanti a loro. Uno dopo l'altro, i loro compagni di viaggio lasciarono il bar diretti nei loro scompartimenti e Felicity accarezzò l'idea di fare la cosa più saggia e imitarli. Alla fine però, non se ne andò. «Bene» annunciò Jock alzandosi e aiutando la moglie a fare altrettanto. «Non siamo abituati a fare così tardi e la mia indigestione si fa sentire di nuovo, perciò ci ritiriamo anche noi.» Felicity sorrise e augurò loro la buonanotte, tremendamente conscia degli occhi di Callum fissi su di lei. «Wow» mormorò lui quando furono soli e lasciò scorrere lo sguardo sul suo viso, le labbra e il collo. «Cominciavo a credere che non andassero più a dormire.» Lei arrossì, ma non fece commenti, perché aveva pensato la stessa cosa. Lui picchiettò sul bicchiere con un dito. «Beviamo ancora un drink?» Felicity esitò. Il momento era arrivato di decidere se essere la ragazza della porta accanto o la donna misteriosa su un treno. «Sono solo le undici» cercò di persuaderla lui. «Prometto di riportarti al tuo scompartimento prima che si trasformi in una zucca.» Lei ridacchiò. «Buona risposta.» Quando lui si alzò per andare a ordinare, lei ne approfittò per osservarlo. L'aveva notato nel bar della stazione ed era rimasta colpita dal suo aspetto, ma era sembrato così pensieroso e sulle sue, che lei aveva rinunciato all'idea di fare la sua conoscenza. Quella sera però, si era rivelato un compagno fantastico. C'era ancora un che di tenebroso nel suo sguardo, però era stato brillante e socievole con i loro compagni di viaggio e il modo in cui l'aveva guardata più di una volta le a15
1767 - In vacanza col dottore di A. Andrews L'infermiera Felicity sta finalmente facendo il viaggio che sogna da una vita. Il dottor Callum sta fuggendo da un presente difficile da accettare. Nessuno dei due è alla ricerca di un'avventura, eppure la passione irrompe nel vagone del treno di lusso su cui stanno viaggiando. LO SCAMBIO DI NATALE 1768 - Intrigo in corsia di C. Marinelli Una notte fra le sue braccia e Holly non ha alcun dubbio: il dottor Daniel è l'uomo della sua vita. Peccato che lui non la pensi allo stesso modo. Daniel è infatti un playboy convinto, innamorato della propria libertà. Per convincerlo a concederle una chance, Holly ha bisogno di un piano. 1769 - Fidanzati a Natale di S. Carlisle La dottoressa Ellen Cox è volata in Honduras per liberarsi dalle catene di una vita noiosa e troppo prevedibile, ma non avrebbe mai immaginato di sostituirle con quelle ben più pericolose del desiderio per il suo nuovo, misterioso capo, il dottor Chance Freeman. 1770 - Il dono più bello di E. Forbes Jess: Sette anni dopo aver perso la testa per un ragazzo australiano e aver concepito la nostra bambina, sono tornata al Moose Ridge Ski Resort, dove tutto è cominciato. Lucas: Non ho mai dimenticato Jess e rincontrarla nei luoghi che hanno visto nascere il nostro amore, mi destabilizza.
Dal 20 gennaio
1771 - Un dottore per marito di A. O'Neill Arrivata a Miami per concentrarsi sul lavoro e lasciarsi il passato alle spalle, Saoirse sa che, per poter rimanere in America e costruirsi un futuro, ha bisogno della green card e quindi di un marito. Chi meglio di Santiago, suo nuovo e sexy collega, può incarnare quel ruolo alla perfezione? DOTTORI A MIAMI 1772 - Innamorarsi a Parigi di L. Heaton Quando l'ostetrico Sam Saint si sveglia in un letto d'ospedale, scopre di aver cancellato gli ultimi due anni della propria vita. Sconvolto, non riconosce neppure la bellissima donna che veglia accanto a lui. Lo shock è ancora più grande quando scopre che lei è sua moglie. Ed è incinta! 1773 - Un guaio per l'infermiera di W.S. Marcus Quando l'infermiera Kira si sveglia a casa di una sua paziente, capisce di essersi cacciata in un enorme guaio. E infatti l'uomo che l'ha portata lì non è altri che il figlio della donna di cui avrebbe dovuto prendersi cura, lo stesso che ha cercato di sedurre la sera prima in un bar. Ma quando Kira perde il lavoro... 1774 - Il mio miracolo sei tu di L. Marshall Wesley: Sono sempre stato abituato a ottenere ciò che volevo. E adesso che sono finito su una sedia a rotelle, ho intenzione di dimostrare a tutti di essere ancora padrone della mia vita. Questa volta, però, avrò bisogno di una mano, e a darmela sarà l'unica donna che non sono mai riuscito a dimenticare.
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