Incontro di mezzanotte

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FAVOLE SOTTO IL VISCHIO Emma, Grace, Ashleigh e Sophie lavorano tutte per la stessa agenzia di cameriere di Londra e ognuna di loro ha sogni e speranze che sembrano irrealizzabili. Qualcosa, però, sta per cambiare. Che sia grazie alla magia del Natale? Le luci sfavillanti, gli abeti decorati da palline multicolori, i bastoncini di zucchero rossi e bianchi... si ha la sensazione che possa accadere qualcosa di straordinario da un momento all'altro. A volte, però, il destino va aiutato... e se a dare la spinta nella direzione giusta sono le tue migliori amiche, allora il successo è garantito, specialmente se si parla d'amore! In Incontro di mezzanotte, Sophie, lo spirito creativo delle Maids In Chelsea, avrà un appuntamento inaspettato... grazie a una nevicata. Bloccata in una strada di Londra, si scontra con l'affascinante Marco Santoro. L'atmosfera ovattata e il silenzio della notte li spingono l'uno tra le braccia dell'altra. Al mattino, però, lei fugge dalla loro camera d'albergo, e senza neppure lasciare una scarpetta di cristallo dietro di sé. Ancora prima che Marco possa iniziare a cercarla, il destino viene in suo soccorso durante il veglione di San Silvestro. Dicono che baciarsi a mezzanotte porti fortuna... e Marco intende verificare di persona questa teoria. Con Sophie, naturalmente!


Jessica Gilmore

Incontro di mezzanotte


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Her New Year Baby Secret Harlequin Mills & Boon Romance © 2017 Harlequin Books S.A. Special thanks and acknowledgment are given to Jessica Gilmore for her contribution to the Maids Under the Mistletoe series Traduzione di Paola Picasso Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2018 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly gennaio 2018 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2732 del 16/01/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Primi di dicembre, Chelsea, Londra «Aspetta! Fermati! Oh, no...» Sophie Bradshaw si bloccò e guardò l'autobus ripartire senza di lei. «Fantastico» borbottò, stringendosi nella giacca per proteggersi dal freddo. Si voltò con cautela per paura di scivolare sul terreno ghiacciato, sperando di vedere arrivare un altro mezzo. Illusione. Quella sera a Londra gli autobus non passavano a coppie. Avrebbe dovuto aspettare venti minuti prima di vederne arrivare uno. A peggiorare la situazione, i leggeri fiocchi di neve che per tutta la giornata avevano spolverato di bianco le strade di Chelsea, si erano infittiti e l'assalivano a ondate, spinti da un vento gelido. Sophie lanciò uno sguardo alla fila di taxi. Poteva prenderne uno, per una volta. Che male avrebbe fatto? Il punto era che sul suo conto in banca restavano solo quaranta sterline. Mancava una settimana alla paga e purtroppo non aveva ancora comprato i regali di Natale. Doveva aspettare, sperando che la sua cara amica e collega Ashleigh la raggiungesse. Chiacchierando con 5


lei della serata, avrebbe dimenticato le mani intirizzite e i piedi gelati. Diamine! Per tre lunghe ore aveva portato avanti e indietro pesanti vassoi per servire gli ospiti di alto rango e aveva ricevuto come compenso numerosi spintoni, due sgambetti e una pacca sul didietro. Per fortuna in quel momento aveva avuto le mani occupate, altrimenti avrebbe stampato l'impronta delle sue cinque dita sul viso di Mister Manolesta, gesto che le avrebbe dato una grande soddisfazione, ma non sarebbe stato un acceleratore per la sua carriera. Sollevando fino al naso il bavero della giacca, si voltò di nuovo ma non vide segno di Ashleigh. Per somma sfortuna il cellulare era scarico e nelle strade innevate non passava nessuno. Gli occhi le si velarono di lacrime. Non era solo il freddo o la stanchezza a farla piangere, bensì la sensazione di essere invisibile. Non fare la bambina, si disse. Il suo lavoro era faticoso, ma doveva ringraziare Dio di essersi trovata tra colleghe simpatiche e cordiali. Il suo monolocale era così angusto da impedirle di ospitare Ashleigh anche per poco tempo? Se non altro, aveva trovato un appartamentino a un prezzo accessibile. Si sentiva sola? Mille volte meglio essere sola che con la persona sbagliata. Adesso la nevicata era così fitta da impedirle di vedere in fondo alla strada. Ashleigh non appariva e nemmeno l'autobus benché fossero passati più di venti minuti. Soffiandosi sulle dita gelate, lanciò uno sguardo bramoso all'ingresso dell'albergo in cui aveva prestato servizio quella sera. Dopo aver trottato per ore, servendo dame arroganti e uomini dalle mani lunghe, non si sarebbero rifiutati di ospitarla, se vi si fosse ri6


fugiata per qualche minuto. Tra l'altro, stando al caldo e non dovendosi asciugare gli occhi ogni momento, avrebbe visto facilmente sia la sua amica, che l'autobus. Presa quella decisione, Sophie s'incamminò verso l'albergo. Procedeva a testa bassa per difendersi dal vento gelido, con i piedi che affondavano in uno spesso strato di neve e stava per raggiungere la porta dell'hotel quando andò a sbattere contro un uomo. Sorpresa, gridò e agitò le braccia per mantenere l'equilibrio, ma sarebbe caduta se lo sconosciuto non l'avesse sorretta. Alzando lo sguardo, si trovò a fissare due occhi nerissimi, circondati da ciglia folte e lunghe. Un italiano, pensò lei. Era stata salvata da un italiano con due occhi incantevoli. «Non vede che sta nevicando? Deve stare più attenta, altrimenti finirà per fare del male a qualcuno, o a se stessa.» Irritata dal quel tono saccente, Sophie si liberò dalla sua stretta e fece un passo indietro. «Nevica? Dunque i fiocchi bianchi che cadono sono neve? Grazie d'avermelo spiegato.» L'uomo restò sorpreso un istante, poi accennò un sorriso che lo trasformò. Doveva essere irresistibile quando era rilassato, pensò lei, poi si disse immediatamente che il suo aspetto non era importante. Il fatto essenziale era che gli era franata addosso. «Mi scusi. Lei ha ragione. Non guardavo dove andavo. Avevo fretta di entrare nell'albergo. Ho aspettato a lungo un mezzo di trasporto, ma temo che dovrò andare a casa a piedi» spiegò, guardandosi le scarpe a tacco alto, perfette per il lavoro, ma inadatte a camminare nella neve. 7


«Tipico di Londra. Bastano pochi fiocchi di neve e i taxi spariscono.» Sophie non volle contraddirlo, facendogli notare che non si trattava di pochi fiocchi di neve e che lei non cercava un taxi, ma un più modesto autobus. «Succede sempre quando nevica» commentò con naturalezza, come se fosse una londinese abituata a quel clima. «E lei non è vestita in modo appropriato» affermò lui con disapprovazione, poi, prima che lei potesse reagire, si tolse il cappotto e glielo avvolse intorno alle spalle. «Se non si copre, prenderà una polmonite.» L'orgoglio lottò contro il freddo e perse. «Io... la ringrazio, ma quando sono uscita non nevicava» mormorò, stringendosi nel pastrano. La fodera era di seta e il colletto aveva un leggero profumo di limone, maschile come l'uomo che le stava davanti. «Sophie Bradshaw» si presentò, sporgendo solo la punta delle dita dall'indumento. «Marco Santoro» replicò lui, stringendole la mano e trasmettendole un lungo brivido lungo la spina dorsale. Sophie si spaventò. Era da molto tempo che non reagiva in quel modo al contatto con un uomo, ma la sensazione che aveva provato era gradevole. Sorridendo, lo guardò negli occhi con una spavalderia che destò il suo interesse. «Dovrei restituirle il cappotto, ringraziarla d'avermi soccorso e lasciarla andare» dichiarò senza accennare a privarsi del meraviglioso calore che sentiva. Le piaceva guardare il volto incisivo di lui, l'ombra di barba sulle guance, la bocca ben disegnata. Ammirava anche il suo abito che delineava un corpo forte e ben fatto. 8


Le piacevano gli uomini che sapevano vestirsi... Quella ragazza maldestra gli aveva offerto un'ottima scusa per andarsene, pensò lui. La sola cosa che doveva fare era salutarla e riprendersi il cappotto. Stava per farlo, ma si bloccò. Era attratto dal modo in cui lei sollevava il mento e dallo sguardo combattivo dei suoi occhi azzurri. Quegli elementi rappresentavano un piacevole cambiamento rispetto alle persone noiose con cui aveva trascorso la serata. «Aspetti di essersi scaldata. Non ho fretta. Dopo essere stato al chiuso in questo albergo» spiegò, indicando il Chelsea Grand Hotel. «Sentivo il bisogno di un po' d'aria fresca. Ho partecipato al ricevimento più affollato che abbia mai visto.» «Anch'io. Non era soffocante?» «Insopportabile» convenne lui. «Peccato che non l'abbia vista. Avrebbe vivacizzato una serata noiosissima. Nessuno ama queste riunioni per promuovere le esportazioni, ma è necessario parteciparvi, non crede?» «Oh, sì. Spero che la serata non sia stata troppo pesante.» Invece di rispondere, Marco la osservò. La ragazza era di media altezza. Aveva i capelli biondi raccolti in uno stretto chignon, gli occhi azzurri e le labbra piene. Non era artefatta come le donne che frequentava di solito, anche se ormai erano passati sei mesi dall'ultima con cui era uscito. Se il fato aveva deciso di farli incontrare, chi era lui per lamentarsi? Sorridendo, la guardò negli occhi. «Per un po' ho temuto che lo fosse, ma adesso... intravedo delle piacevoli possibilità.» 9


Comprendendo il significato di quella frase, Sophie arrossì e arretrò di un passo. «È stato... bello conoscerla, signor Santoro, ma adesso devo proprio cercare di tornare a casa. Grazie d'avermi prestato il suo cappotto. Ormai mi sono riscaldata e posso aspettare l'autobus per qualche minuto. Sono sicura che non tarderà. Londra è famosa per la puntualità dei mezzi pubblici, no?» «Una alternativa sarebbe aspettare al caldo che la tempesta di neve passi. Sta a lei decidere.» Sophie aprì la bocca, ma la richiuse. Marco immaginò che stesse valutando che cosa fare. Probabilmente stava pensando che non lo conosceva, ma che con quella fitta nevicata avrebbe avuto notevoli difficoltà a tornare a casa. Che male poteva farle bere qualcosa seduta comodamente al caldo? E forse anche lei aveva avvertito la stessa sensazione che impediva a lui di riappropriarsi del cappotto e andarsene e che le rendeva difficile rispondergli con un semplice no. Sophie emise un piccolo sospiro che segnalò la sua resa. «Grazie. Una bibita mi farebbe bene.» «Ottimo. Ha un posto in cui preferirebbe andare? No. Allora la guiderò io.» Marco la prese sottobraccio senza che lei si ribellasse. Era leggera e fragile. Percorsero King's Road, senza aprire bocca. La città imbiancata sembrava uscita da una cartolina. Ogni parola sarebbe stata superflua. Il bar che aveva scelto era a poca distanza. Rimodernato di recente, offriva lunghe tavolate per delle comitive e dei separé per le coppie. Marco la guidò verso il più nascosto e segnalò a un cameriere di portare loro una bottiglia di prosecco. Sophie diede un'occhiata ai due divanetti divisi da 10


un tavolino rotondo e all'ingresso nascosto di quella nicchia. «Mi scusi un momento. Vado a rinfrescarmi.» «Faccia con comodo» rispose lui, sedendosi e prendendo in mano un bicchiere con espressione soddisfatta. La serata iniziata in modo così noioso gli stava prospettando uno scenario molto, molto gradevole. Che cosa sto facendo? Che cosa sto facendo? Sophie si prese la testa fra le mani. Non aveva visto il listino dei prezzi, ma aveva capito subito che quel locale era fuori dalla sua portata. Ogni lampada valeva più di tutti i suoi mobili. Non era nemmeno necessario leggere nella mente delle persone per capire perché Marco Santoro avesse scelto quel piccolo separé nascosto. Non le era mai capitato che un uomo elegante e bello cercasse di sedurla. Chissà cosa sarebbe successo se gli avesse permesso di tentare, solo per una volta? Il bagno era lussuoso come il bar, con le pareti a specchio e il lavello inserito in una lunga mensola di marmo lucido. Sophie vi buttò sopra la borsa, si tolse il cappotto e si controllò. Abito nero, collant velato, scarpe nere. Trucco minimo. Capelli raccolti. Poteva apparire meglio di così. Si sciolse i capelli e li spazzolò, constatando con gratitudine che riprendevano subito la loro ondulazione naturale. Si passò un rossetto color corallo sulle labbra, ravvivò le guance e sottolineò gli occhi con l'eyeliner. L'ultimo tocco fu un velo di cipria e fu pronta. I capelli e il viso andavano bene, ma il suo vestito, benché gli avesse apportato alcune modifiche, sarebbe 11


stato piÚ adatto a una funzione religiosa che a una serata galante in un bar. Frugando nella borsa, tirò fuori una lunga catena d'argento che si mise intorno al collo e due orecchini dello stesso metallo. Niente male, si disse, chiudendo la borsa e buttandosi la tracolla sulla spalla. Avrebbe bevuto qualcosa e avrebbe trascorso un'ora, al massimo due, con un uomo che le mostrava dell'interesse. Uno che non la conosceva e non la compativa. Per un'ora o due sarebbe stata una persona diversa. Una ragazza di Chelsea che partecipava alle feste, civettava con gli uomini attraenti e sorrideva alle cameriere che le portavano un drink. Non si vergognava del mestiere che faceva. Lavorava sodo e si manteneva, cosa che non si poteva dire delle signore eleganti che l'assumevano per fare le pulizie. Clio, la proprietaria di Maids in Chelsea, aveva creato la sua agenzia partendo da zero e adesso era nota per fornire il personale migliore. Sophie e le sue colleghe erano orgogliose della loro reputazione, ma nel loro lavoro non c'era niente di affascinante. PerchÊ allora non assaporare per qualche momento il piacere di sentirsi parte del mondo che di solito serviva? Non se lo meritava? In fondo era quasi Natale...

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2 Ultimo dell'anno «È fantastico, Grace. Sono felice per te. Quando me lo farai conoscere? Questa sera allo Snowflake Ball? Non sto nella pelle. Ci vediamo là. Ciao. Ti voglio bene.» Posato il telefono, Sophie osservò la stanza. Se ci fosse stato un metro di pavimento libero si sarebbe buttata per terra, ma dato che ogni centimetro del salottino-camera da pranzo-cucinotto era pieno di rotoli e di pezze di stoffa, si appoggiò contro la parete e deglutì a fatica. Cenerentola si era risentita quando le sorellastre l'avevano lasciata da sola mentre loro andavano al ballo? No, era stata ben contenta di sedersi davanti al fuoco, circondata dai topolini e da altri animaletti a mangiare una mela. Okay, forse un po' ci era rimasta male, ma come si sarebbe sentita se invece di essere stata esclusa dal ballo, l'avessero assunta come cameriera e avesse dovuto guardare le sorellastre che ballavano con conti e marchesi? Si sarebbe mangiata il fegato. Sophie sospirò. Non era invidiosa. Al contrario era 13


sinceramente felice per le sue amiche che avevano trovato dei compagni meravigliosi. Se lo meritavano tutte, ma avevano trovato anche il vero amore... e tutto questo proprio prima dello Snowflake Ball! L'anno precedente, la notte di capodanno era stata bellissima. Aveva lavorato come cameriera insieme a Emma e a Grace e aveva introdotto per la prima volta Ashleigh. Gli organizzatori avevano assicurato che le inservienti avrebbero avuto delle pause, che le mance sarebbero state generose e che, al termine della serata, avrebbero offerto a tutte un delizioso buffet e dello champagne. Era stato il veglione più bello che ricordasse. Adesso era cambiato tutto. Per prima cosa Emma si era imbattuta nel suo marito segreto che non vedeva da anni, Jack Westwood, nientemeno che il Conte di Redminster, e dopo qualche settimana difficile i due si erano riconciliati. Poco dopo Ashleigh si era innamorata del bellissimo milionario greco Lukas mentre lavorava in casa sua. E a Natale le aveva telefonato per annunciarle il suo fidanzamento. E Grace era rimasta single ben poco. La vigilia di Natale, mentre lei tornava a Manchester su un treno affollato per trascorrere due giorni con i suoi familiari che l'avrebbero criticata per il modo in cui viveva, Grace era stata ammaliata dall'affascinante Finlay Armstrong che quella sera l'avrebbe portata al ballo in veste d'invitata. «Sophie Bradshaw, sei una persona orribile» disse ad alta voce. «Nessuno più di Grace merita d'essere felice.» Grace era sola al mondo, così sola che durante le feste natalizie aveva preferito lavorare piuttosto che 14


trascorrerle in perfetta solitudine, mentre lei aveva i genitori e dei parenti e, anche se non andava d'accordo con loro, per lo meno sapeva che esistevano. Sì, Grace meritava d'essere fortunata e felice, ma lo meritava anche lei. Sospirando, Sophie si sedette sul divano, disponendosi a combinare qualcosa con tutte le stoffe che aveva intorno. Il suo ex, Harry, era stato bravissimo nel distruggere la sua fiducia nei rappresentanti del sesso forte, ma la sua felicità non risiedeva tra le braccia di un uomo, per quanto potesse essere titolato, ricco e bello. Era nei suoi sogni che giaceva. Nei modelli che creava, nella sua fantasia, perciò se quella sera doveva servire al ballo, l'avrebbe fatto sorridendo e si sarebbe rallegrata per le amiche. C'era forse qualcosa che non andava in lei, come aveva sempre sostenuto Harry? Quel Natale aveva avuto la sua breve avventura romantica, solo che era finita... non a mezzanotte, bensì alle cinque del mattino. A quell'ora aveva deciso di sgattaiolare fuori dall'albergo senza lasciare un messaggio, o tantomeno una scarpetta di vetro. Tuttavia era sicura che Lukas, Finlay, o Jack non avrebbero lasciato niente d'intentato pur di ritrovare le loro donne. Ogni volta che intravedeva un uomo bruno, vestito in modo elegante, fatto che a Chelsea capitava almeno trenta volte al giorno, il cuore le saltava in gola. In realtà l'ultima immagine di Marco Santoro che aveva visto grazie alla luce che proveniva dal bagno, era quella del corpo seminudo disteso sul letto mentre lei raccoglieva le sue cose. Da quel giorno, pur avendo confessato alle sue amiche d'aver avuto una breve avventura con lui, non 15


l'aveva più cercato. Non solo lui era fuori dalla sua portata, ma non voleva commettere l'errore di scambiare la concupiscenza per qualcosa di più profondo. Però, che notte incredibile era stata! Il suono del citofono la distolse dai pensieri proprio mentre ricordava la bocca di Marco. Precipitandosi alla porta sollevò il citofono. «Sì?» «Sophie, sono Ashleigh.» Udendo l'accento australiano dell'amica, Sophie cambiò umore. Anche se le sue amiche avrebbero sposato degli uomini ricchissimi e potenti, il loro legame sarebbe rimasto immutato. «Sali» le disse, premendo un pulsante e guardandosi intorno. Era possibile mettere un po' di ordine in trenta secondi? Fece appena in tempo a raccogliere dal pavimento degli scampoli che sentì bussare alla porta. L'aprì e si trovò davanti non solo Ashleigh, ma anche Grace ed Emma che reggevano una bottiglia di champagne e un grosso involucro bianco. «Sorpresa!» gridarono in coro, entrando e diffondendo nell'ambiente un delicato profumo e il ticchettio di tacchi alti. La regola per lo Snowflake Ball era che gli abiti dovevano essere bianchi, o color argento, ma la bionda e alta Emma aveva calzato delle scarpette rosse. Grace, pazza di gioia, era splendida in un vestito argentato, mentre Ashleigh aveva scelto un modello color avorio che faceva risaltare i suoi capelli ramati e gli occhi verdi. Erano tutte bellissime. Sophie evitò di guardare il suo vestito nero che aveva appeso a una stampella dopo averlo stirato. «Che piacere vedervi» esclamò. Poi si rivolse ad 16


Ashleigh. «Com'è possibile che siate già qui? Tu devi avermi telefonato da dietro l'angolo.» «Dal taxi» confermò l'amica con gli occhi che le ridevano. «Congratulazioni. Quando conoscerò Lukas, gli dirò che è un uomo fortunato. Ti abbraccerei, ma non voglio sgualcire il tuo vestito.» «Dove sono i bicchieri?» domandò Emma, andando nel cucinotto e aprendo lo sportello di un pensile pieno di piatti, tazze e bicchieri. «Eccoli!» gridò pomposamente, sistemandoli sul tavolo prima di stappare la bottiglia. Si trattava di vero champagne, notò Sophie. Solo poche settimane prima, si sarebbero accontentate tutte di brindare con della gassosa, ma in poco tempo tra lei e le altre si era aperta una voragine, come era successo dieci anni prima, quando lei aveva deciso di mettersi a lavorare, invece d'iscriversi all'università come alcune sue compagne. Emma stappò la bottiglia e fece per versarle il vino frizzante, ma lei glielo impedì. «Clio consiglia di non bere prima di entrare in servizio e tra un'ora devo essere all'albergo per la riunione con lo staff.» «Niente affatto!» annunciò Ashleigh trionfalmente. «Abbiamo chiesto a Keisha di sostituirti. Tu verrai al ballo con noi, Sophie Bradshaw. Ecco qui l'invito ufficiale» concluse, consegnandole una busta. «Ho sempre sognato di essere una fata madrina» affermò Grace, prendendo in mano il bicchiere che Emma le porgeva. Occhi sbarrati, espressione confusa, Sophie guardò le sue amiche. «Io... che cosa?» domandò. «Verrai allo Snowflake Ball.» «Interverrai come nostra ospite.» 17


2730 - Il diario della duchessa

di J. Faye Il milionario Grayson Landers per sfuggire a un ciclone mediatico si rifugia nel meraviglioso regno di Mirraccino. Lady Annabelle DiSalvo, nipote del re, si trova sull'isola per risolvere il mistero della morte della madre, avvenuta anni prima, certa che il ritrovamento del suo diario possa aiutarla.

2731 - Un milionario dal nulla

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2732 - Incontro di mezzanotte

di J. Gilmore Sophie e Marco si incontrano a Londra sotto una tormenta di neve, e dopo una notte d'amore si perdono di vista. Sophie fa la cameriera, Marco appartiene a una nobile casata veneziana e sta sfuggendo alle pressioni matrimoniali della famiglia. Quando i due si vedono di nuovo... FAVOLE SOTTO IL VISCHIO

2733 - Un anno nuovo a New York

di A. Bolter New York rappresenta un'occasione per Holly , giovane artista con un difficile passato. L'appartamento dove dovrebbe abitare però è occupato da Ethan, il ricco erede della società proprietaria dell'alloggio, e mandarlo via non sarà facile. Tuttavia, forse Holly potrebbe raggiungere un accordo.


dal 1 febbraio 2734 - Il destino di una notte

di J. Faye Pur avendo un debole per lui da quando lo conosce, Elena ha sempre voluto salvaguardare l'amicizia che da una vita la lega a Luca DiSalvo. Ma l'amore può far compiere gesti inaspettati dalle conseguenze impreviste... Per rimettere insieme i pezzi ed evitare uno scandalo c'è un'unica soluzione: il matrimonio.

2735 - Principessa a tempo

di B. Hannay Quando Rafael le chiede di recitare la parte della fidanzata, in cambio della somma di denaro che potrebbe aiutare la sua nuova famiglia, Cecilia decide di accettare. Non appena i due hanno modo di conoscersi meglio l'amore scoppia inatteso, e come in una fiaba il lieto fine sembra dietro l'angolo. Ma...

2736 - L'amore del passato

di C. McKellen Elena Jones ha avuto un'intensa relazione con Caleb Araya, affascinante milionario. La loro storia era finita lasciando entrambi col cuore spezzato, e non è facile per lei recarsi in Spagna a chiedere aiuto proprio a Caleb. Ma ancora meno facile è ricevere da lui un secco rifiuto. IN FUGA CON L'AMORE

2737 - San Valentino sotto le stelle

di T. Beharrie Per Jordan lasciare la moglie era stata la cosa più difficile che avesse mai dovuto fare. Quando i due sono messi forzatamente di nuovo uno accanto all'altro, la situazione non sembra affatto facile. Ritrovarsi però non è poi così difficile: si tratta solo di capire se è troppo tardi per un nuovo inizio.


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