Inganno e redenzione

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Rachael Thomas

si è innamorata della lettura fin da bambina, e una volta teenager ha scoperto l'affascinante mondo dei romanzi rosa cominciando a desiderare di diventare lei stessa una scrittrice. All'età di circa vent'anni si è trasferita in Galles, dove ha conosciuto e sposato il suo personalissimo eroe, e quando i loro due figli sono stati abbastanza grandi Rachael ha deciso che era giunto per lei il momento di provare a realizzare il suo antico desiderio. Le sono serviti anni di studio e duri sforzi, che per fortuna sua - e nostra! - non si sono dimostrati vani e le hanno consentito di coronare quel sogno. Visita il suo sito www.rachaelthomas.co.uk


I PERDUTI AMORI DEI DI SIONE Una ricerca di verità, la promessa di una travolgente passione Per circa sessant’anni, Giovanni Di Sione ha custodito un incredibile segreto. Ma con l’avvicinarsi degli ultimi giorni della sua vita, ha deciso che i nipoti debbano conoscere la verità. Ognuno di loro verrà inviato in giro per il mondo, alla ricerca dei suoi Perduti Amori, inestimabili ricordi e uniche testimonianze della sua storia, della sua vera identità, del suo unico e grande amore. Ciascuno di questi preziosi oggetti avvicinerà i rampolli della famiglia alla verità, e li obbligherà a intraprendere un viaggio verso una meta che nessuno di loro poteva anche solo immaginare.


RACHAEL THOMAS

Inganno e redenzione


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: To Blackmail a Di Sione Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2016 Harlequin Books S.A. Special thanks and acknowledgment are given to Rachael Thomas for her contribution to The Billionaire's Legacy series Traduzione di Velia De Magistris Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony maggio 2017 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2017 da CPI, Barcelona COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3177 del 12/05/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Bianca Di Sione cercò con lo sguardo sua sorella Allegra fra le persone che affollavano la sala conferenze. Il vocio stava diventando sempre più intenso man mano che la grande stanza si riempiva, ma lei lo notò appena. La sensazione che sua sorella avesse dei problemi non accennava ad attenuarsi. Non che Allegra le avesse detto qualcosa al riguardo. Non era da lei confidarsi, nemmeno con i suoi familiari. Infine la vide camminare verso il palco, e la sua impressione s'intensificò. Allegra era evidentemente tesa e aveva il viso pallido, e ora lei stava per darle altre preoccupazioni, pensò, pungolata dai sensi di colpa. Ma aveva bisogno di parlare con qualcuno della malattia del nonno, e sua sorella era sempre stata pronta ad ascoltarla. Allegra aveva assunto il ruolo di capofamiglia sin da quando i loro genitori avevano perso la vita in un tragico incidente d'auto; al tempo erano tutti dei bambini, e da allora era stata una presenza sicura e costante per i suoi fratelli. Allegra cominciò il suo discorso, ma proprio lei non riusciva a concentrarsi, si rese conto Bianca. Continuava a ripensare alla richiesta che le aveva fatto il nonno poco più di una settimana prima. Non aveva voluto stressarlo domandandogli maggiori informazioni al riguardo, ora 5


però desiderava averlo fatto. Perché per dare avvio alle sue ricerche, poteva basarsi solo sulla favola dei Perduti Amori, quella che il nonno Giovanni aveva raccontato a lei e ai suoi sei fratelli innumerevoli volte durante gli anni. Giovanni aveva già chiesto ad altri nipoti di recuperare per lui uno dei Perduti Amori, oggetti molto preziosi che apparentemente aveva venduto una volta arrivato in America per procurarsi il denaro necessario per fondare la Di Sione Shipping. Oggetti che il nonno aveva sempre definito come la legittima eredità della famiglia. «Signorina Di Sione... Che piacevole sorpresa.» Sottratta al filo delle sue riflessioni da quella voce maschile profonda e dal marcato accento straniero, Bianca si girò e si ritrovò faccia a faccia con Liev Dragunov. Molto elegante nella giacca scura, gli occhi grigi che scintillavano enfatizzando i lineamenti duri ma perfetti del suo viso, era affascinante e imponente esattamente come lo era stato il primo giorno in cui lo aveva visto, quando l'aveva contattata per assumerla. No, capì Bianca, non poteva affrontarlo, non in quel momento. Ma quell'uomo davvero non poteva accettare un no come risposta? «Signor Dragunov, spero che lei sia qui per dei buoni motivi» replicò a disagio, proprio come lo era stata una settimana prima, quando lui era entrato nel suo ufficio. Quella persona le comunicava un profondo turbamento, per quanto non fosse in grado di identificarne la ragione. «Non faccio mai niente senza un buon motivo» dichiarò lui. Non era immune al suo fascino, capì Bianca mentre lo osservava, una consapevolezza che servì solo ad agitarla di più. Raddrizzò le spalle, come nell'inconsapevole tentativo di bilanciare la sua imponente altezza. «Il che è 6


possibile, ma quale ragione potrebbe averla portata qui, signor Dragunov?» domandò. «Ginevra è molto distante da New York» aggiunse, costringendosi a sostenere il suo gelido sguardo e ad assumere quell'atteggiamento sicuro che era di fondamentale importanza nel suo lavoro. «Poiché ho elargito una cospicua somma alla Di Sione Foundation, ho reputato opportuno controllare di persona come sarà usata» spiegò lui, avanzando di un passo per annullare la distanza che li separava. «Forse è interessato a creare nuove opportunità di lavoro per le donne dei paesi in via di sviluppo?» ipotizzò Bianca, il tono scettico. Era possibile che avesse approfittato della conferenza per avere la possibilità di avvicinarla, eppure era stata molto chiara quando gli aveva detto di non potersi occupare della sua campagna pubblicitaria, rifletté. Strinse la sua cartella al petto, incapace di capire perché quell'uomo la innervosisse e la eccitasse tanto al contempo. Era come se riuscisse a suscitare in lei emozioni profonde, un'impresa in cui tutti avevano fallito. Di conseguenza la sua reazione era difendersi... Ma da cosa? Già stava incontrando difficoltà nel formulare un discorso di senso compiuto, esattamente come le era successo quando lo aveva ricevuto nel suo ufficio. In quell'occasione aveva dato la colpa della sua confusione alla richiesta del nonno, ora però quella scusa non reggeva. Liev Dragunov era un avversario da non sottovalutare, uno però che al momento non aveva la forza per combattere. Continuò a sostenere il suo sguardo con l'intenzione di non concedergli alcun vantaggio. Aveva imparato quel trucco già quando era molto giovane, cioè esibire un atteggiamento calmo e controllato nonostante l'agitazione 7


interiore. In realtà le era già capitato di sentirsi a disagio al cospetto di un uomo, ma mai quel fenomeno aveva assunto proporzioni simili. Ovviamente il milionario russo non avrebbe mai saputo di essere in grado di resuscitare tutte le sue antiche insicurezze grazie a una sola, glaciale occhiata. «No, ma sono interessato a lei» replicò lui. Una risposta diretta che la colse in contropiede. Solo una volta un uomo era stato così esplicito nei suoi confronti, e lei era caduta nel tranello. Dopo dieci anni, l'umiliazione subita la sera del ballo di fine anno le bruciava ancora, ravvivata adesso da un virtuale sconosciuto del quale istintivamente non si fidava, ma da cui era attratta come una falena dalla fiamma. Cosa aveva Liev Dragunov di tanto speciale?, si chiese Bianca; poi mentalmente scosse la testa. La sua vita al momento era troppo frenetica per sprecare tempo prezioso in inutili congetture. «Le ho già spiegato la settimana scorsa che non posso rappresentare la sua azienda» affermò, forse più bruscamente di quanto avrebbe voluto. «Non le credo» precisò Liev, sporgendosi in avanti. Un soffio del suo dopobarba le solleticò le narici. Era come incatenata dal suo sguardo, si rese conto Bianca. All'improvviso sembrava incapace di far arrivare aria ai polmoni. Ma proprio quando si convinse di non essere più in grado di ostentare la sua maschera di indifferenza, lui arretrò di un passo. «E sono certo che nemmeno lei ci creda» sottolineò Liev. Adesso il tizio stava esagerando, decise Bianca; probabilmente avrebbe dovuto chiamare gli addetti alla sicurezza per farlo accompagnare all'uscita. Però aveva donato un'ingente somma alla fondazione di sua sorella, giusto? Dunque non poteva trattarlo in quel modo. Alle8


gra non aveva bisogno di altre preoccupazioni solo perché un milionario prepotente e borioso non sapeva accettare un rifiuto, di conseguenza avrebbe dovuto risolvere la situazione personalmente. Gli avrebbe spiegato, con molta pazienza e ancora una volta, di essere impossibilitata a lavorare per lui poiché era un rivale in affari del suo cliente più importante. In qualche modo doveva farglielo capire. «Non scherzavo, signor Dragunov» dichiarò, indossando di nuovo quella maschera professionale cui sempre faceva ricorso quando qualcosa la disturbava emotivamente. «Purtroppo adesso non ho proprio il tempo per continuare questa discussione, ma la esorto a prendere un appuntamento con la mia segretaria in modo da poterci incontrare di nuovo a New York. E ora, se vuole scusarmi, mia sorella mi aspetta» concluse mentre dalla sala si levava un applauso che sottolineava la fine dell'intervento di Allegra. Dragunov continuò a fissarla, quasi stesse tentando di leggerle l'anima, quasi sapesse da cosa lei stava fuggendo. Quel tizio probabilmente immaginava quale effetto avesse su di lei e la cosa non le piaceva, non le piaceva affatto, decise. «Venga a cena con me questa sera, signorina Di Sione. Se dopo non avrà cambiato idea sulla possibilità di rappresentare la mia azienda, le prometto che non insisterò oltre.» Cena? Con lui? E perché il cuore aveva preso a martellarle nel petto a quella prospettiva? «La mia risposta sarebbe la stessa» ribadì Bianca, ostentando un'indifferenza che era ben lungi dal provare. In fin dei conti, non era mai stata invitata a cena da un uomo. «In questo caso, avremmo almeno avuto il piacere di 9


godere per un paio di ore della compagnia reciproca» commentò lui, un sorrisetto che gli aleggiava sulle labbra. Chissà se era capace di un vero sorriso, si chiese Bianca. Un'espressione che gli avrebbe illuminato il viso dai lineamenti duri, rendendolo ancora più irresistibile. «Se acconsentissi» iniziò, pur non riuscendo a spiegarsi perché stesse giocando con il fuoco così sconsideratamente, «lei scoprirebbe solo di aver sprecato una serata.» «È un rischio che sono pronto a correre» precisò Liev. Questa volta aveva sorriso davvero, e non si era sbagliata, rifletté Bianca. Aveva un sorriso assassino in grado di evocare desideri del tutto inappropriati, in particolare per lei. «Quello che sto tentando di dirle è che io non cambierò la mia opinione, per nulla al mondo» dichiarò. «Solo una cena, signorina Di Sione» ripeté Liev. «Lei alloggia in questo albergo, giusto?» Aveva sollevato un braccio per guardare l'orologio che portava al polso e suo malgrado Bianca si ritrovò a fissare la sua mano. Una mano forte, dalle dita lunghe e abbronzate. «Sì» confermò insospettita. Apparentemente sapeva troppe cose sul suo conto, e a quel punto voleva scoprire il perché di tanta insistenza. «Ci vediamo nella hall alle diciannove e trenta» concluse Liev. Aveva parlato con un tono che non ammetteva repliche, ma si sbagliava, pensò Bianca, e di molto. Perché in quella determinata circostanza era lei ad avere il coltello dalla parte del manico. «Non credo sia una buona idea» sentenziò. C'era qualcosa in lui che lo differenziava da qualsiasi altro uomo avesse conosciuto in precedenza, ma non riusciva a identificare cosa. Ovviamente, dopo il loro incontro a New York aveva condotto qualche ricer10


ca sul suo conto, cosa che faceva di solito per ogni possibile nuovo cliente, ma non aveva scoperto nulla di importante, o perlomeno nulla che le sconsigliasse di rifiutare la sua proposta di lavoro oltre al fatto che era uno dei più temibili avversari professionali di suo fratello, titolare di un'azienda di grande successo, l'ICE. «Una cena di affari è tutto quello che le chiedo» puntualizzò Liev, lo sforzo di mantenere calmo il tono della voce adesso evidente. «Onestamente spero ancora di poterla persuadere a rappresentarmi.» «Questo non sarà mai possibile...» «Solo una cena» la interruppe lui. Un sorrisetto soddisfatto che gli incurvava gli angoli della bocca, Liev osservò Bianca mentre valutava la sua proposta. Finalmente era riuscito ad aprire una crepa nell'armatura della bella principessa di ghiaccio, pensò. I suoi precedenti tentativi, strettamente professionali, erano falliti ma infine, come succedeva con tutte le donne, la promessa di una cena a lume di candela era bastata per risolvere il problema. Aveva avuto l'idea vedendo sulla scrivania di Bianca il catalogo di un'asta di gioielli. Se era così frivola da provare tanto interesse per le pietre preziose, non avrebbe rifiutato una cena in un ristorante lussuoso ed esclusivo, per quanto offerta con la scusa di un incontro di lavoro. Quando l'aveva invitata un'immagine non desiderata si era dipinta nella sua mente: Bianca seduta davanti a lui, i lunghi capelli castani liberi di accarezzarle le spalle, lo splendido viso appena illuminato dalla debole fiamma delle candele. Una visione che gli aveva fatto divampare un fuoco dentro, e no, non era una reazione accettabile. Con determinazione respinse quei pensieri perché de11


siderare fisicamente Bianca Di Sione non faceva parte del piano. La strategia invece prevedeva di assumerla come PR solo per fare il primo passo verso il suo scopo finale. Lei era un mezzo necessario per raggiungere un traguardo, nulla di più. «Solo una cena, questo è tutto» ribadì Bianca. «Ha la mia parola.» «Perché dovrei fidarmi? Io non la conosco, signor Dragunov. Anche se lei è proprietario di una multinazionale, è molto difficile trovare informazioni sul suo conto.» Così aveva condotto le doverose ricerche del caso, ragionò Liev. Pur rifiutando la generosa somma che le aveva offerto, era comunque abbastanza interessata da volerne sapere di più. Come sempre, erano i soldi a fare la differenza. «Lo stesso potrei dire di lei, signorina Di Sione» affermò. Era un esperto nell'arte della riservatezza e a giudicare da come gestiva il suo lavoro, lei non era da meno. «Il che significa che anche lei ha indagato su di me» dedusse Bianca, un sorriso che le incurvava le labbra. Chissà come sarebbe stato baciare quelle labbra, si chiese Liev. Chissà se erano morbide come sembravano, e se... Di nuovo cancellò alla svelta quei pensieri, irritato dalla sua vulnerabilità davanti al fascino di quella donna. «Non è forse questo il punto cruciale nel mondo degli affari? Conoscere i propri nemici?» ipotizzò. Lui di certo sapeva chi erano i suoi nemici. Lo sapeva sin da quando aveva solo dodici anni, e i suoi genitori erano morti a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, devastati dal dolore e dalla vergogna. Dopo la perdita dell'azienda di famiglia e della casa, aveva visto suo padre sprofondare nell'oblio dato dall'alcol, troppo depresso anche per occuparsi della moglie 12


gravemente malata. Quei ricordi erano impressi nella sua mente, ferite mai guarite del tutto. La famiglia felice di un tempo, il futuro brillante che li aveva attesi, tutto era stato distrutto ancor prima della fine dei suoi genitori, e lui non aveva potuto fare nulla per ovviare alla situazione. In un batter d'occhio si era ritrovato solo, costretto a vivere per strada e a rubare per procurarsi il cibo. Oh sì, sapeva bene chi fosse il suo nemico. Dubitava invece che lei conoscesse anche solo il significato della parola nemico, poiché era cresciuta viziata e coccolata, protetta dalle brutture del mondo dall'altisonante cognome che portava. Di sicuro non le era mai mancato nulla. L'unica cosa che condividevano era la perdita dei genitori. Per il resto, appartenevano a due pianeti diversi. «Nemici?» ripeté Bianca, una luce di sorpresa che le illuminava i grandi occhi blu. «Perché, è questo che siamo?» In qualche modo si era distratto ed era andato troppo vicino a rivelare la verità. «Come potrebbe un qualsiasi uomo essere nemico di una donna bella come lei?» replicò Liev alla svelta, ottenendo in risposta un'inaspettata risata, un suono fresco e cristallino che sollecitò ricordi di una passata felicità. «Ora si sta spingendo troppo oltre, signor Dragunov» lo rimproverò Bianca. In realtà era molto bella, decise Liev guardandola in viso, soprattutto quando un sorriso spazzava via la maschera di freddezza che amava esibire. «Ci vediamo questa sera, signorina Di Sione» concluse poi lui andandosene, pressoché certo che entro la fine di quella giornata si sarebbe assicurato i suoi servizi professionali. E quello sarebbe stato il primo passo per mettere in 13


moto la sua vendetta contro l'azienda che aveva annientato i suoi genitori. «Sei certa di stare bene?» domandò Bianca rivolgendosi a sua sorella, mentre quest'ultima quasi crollava su una poltrona nella stanza riservata agli organizzatori. La conferenza era stata un vero successo, ma non aveva mai visto sua sorella così stanca, ragionò. Anzi, di solito avrebbe avuto il morale alle stelle dopo un simile evento. Ovviamente la malattia del nonno aveva il suo peso, e anche l'insistenza con cui Giovanni stava chiedendo a tutti i nipoti di ritrovare oggetti di un valore inestimabile che un tempo gli erano appartenuti, e che lui definiva i Perduti Amori. Suo fratello Matteo era stato il primo a ricevere l'incarico, che aveva già portato a termine con successo, seguito a stretto giro da Allegra. Da bambini avevano ascoltato innumerevoli volte il nonno che raccontava una fiaba basata sui preziosi oggetti che era stato costretto a vendere quando era arrivato in America, giovane e senza un soldo. Per loro però si era sempre trattato di una favola, ed era stato sconcertante scoprire che invece la storia aveva un fondo di verità. Né lei né i suoi fratelli conoscevano i fatti, in ogni caso era determinata a riportare al nonno il braccialetto di cui le aveva parlato. «Chi era quel tizio con cui ti ho vista discutere prima?» domandò a sua volta Allegra. «Speravo me lo dicessi tu, poiché è uno dei tuoi sponsor principali.» Bianca riempì due bicchieri di vino e ne porse uno alla sorella, allarmandosi ancora di più quando lei lo rifiutò. «Per quanto ne so io, è un milionario russo. Mi ha chiesto di gestire una campagna pubblicitaria per la sua azienda. Ha insistito molto, anzi troppo, al riguardo. Sospetto persino che abbia donato una cospicua 14


somma alla tua fondazione solo per seguirmi fin qui.» «E il problema sarebbe?» «In primo luogo io rappresento l'ICE, che è in competizione con Liev Dragunov. Ma non si tratta solo di questo. C'è qualcosa in lui che mi sfugge» ammise Bianca. «Qualcosa di poco chiaro» precisò. «A me sembra molto affascinante. Dovresti smetterla di sospettare di tutti gli uomini che incontri» la ammonì Allegra. «La storia con Dominic risale ormai a dieci anni fa.» «Allora sarai felice di sapere che ho accettato il suo invito a cena... Una cena di lavoro, ovviamente.» «Certo, di lavoro» confermò Allegra sorridendo. «No, non crearti false aspettative» si affrettò a precisare Bianca. «La mia unica preoccupazione al momento è il nonno» continuò, «e le sue richieste. Mi chiedo perché questi Perduti Amori siano così importanti per lui.» «Non ne ho idea» ammise Allegra. «Apparentemente non c'è alcun collegamento fra la collana di Matteo e il mio scrigno Fabergé. Ancora mi domando come sia possibile che il nonno possedesse oggetti di un tale valore... In ogni caso, era così felice quando ha visto il cofanetto. Lo accarezzava, quasi fosse davvero un amore perduto.» «Ho incaricato un investigatore di rintracciare il braccialetto, e pare che sarà messo all'asta a New York la settimana prossima» raccontò Bianca. «Ho contattato il proprietario e gli ho proposto di vendermelo in privato, ma lui preferisce cederlo al miglior offerente.» «Almeno lo hai localizzato, e non sarà difficile entrarne in possesso. Ti basterà partecipare all'asta.» «Vero» confermò Bianca, chiedendosi ancora una volta cosa fosse accaduto a sua sorella in Dar-Aman, dove era arrivata sulle tracce dello scrigno, perché qualcosa doveva esserle successo. «Tutta questa storia però per 15


me non ha senso, ma se il braccialetto servirà a far sorridere il nonno nonostante la sua malattia, allora farò di tutto per recuperarlo.» Allegra guardò l'orologio. «Ora non dovresti andare se non vuoi fare tardi al tuo appuntamento?» Già, il suo appuntamento, pensò Bianca. In realtà si era già pentita di aver accettato l'invito di Dragunov perché per nessun motivo al mondo avrebbe acconsentito a lavorare per lui. Il fatto poi che fosse così insistente enfatizzava il suo disagio, provocato da quella ostinata convinzione che il tizio nascondesse qualcosa. «Sì, suppongo che tu abbia ragione» confermò. «Non è bello far aspettare un multimilionario.» Quando entrò nel bar purtroppo era in considerevole ritardo. Lo localizzò subito accanto al bancone, la sua imponente presenza che praticamente dominava la sala. Era seduto su un alto sgabello e le dava le spalle, così, mentre si avvicinava, ebbe il tempo di ammirare l'ampia schiena muscolosa, segno di un fisico invidiato dagli uomini e desiderato dalle donne. Tutto in lui dichiarava successo, dalla costosa giacca di sartoria che indossava all'orologio di oro bianco che portava al polso. E poi c'era quell'aura di potere che lo circondava, e che di sicuro contribuiva al suo fascino. Un fascino che qualsiasi donna avrebbe subito, ma non lei, decise. Lei non aveva alcuna intenzione di farsi coinvolgere da un uomo enigmatico e pericoloso... Non di nuovo. «Mi perdoni per il ritardo» esordì quando lo raggiunse, inducendolo così a girarsi. Lui la squadrò dalla testa ai piedi, e per fortuna aveva scelto l'abbigliamento giusto, pensò Bianca, un abito nero abbastanza elegante ma anche tanto morigerato da non causare strane idee. Si accomodò sullo sgabello di fianco al suo e commi16


se l'errore di guardarlo negli occhi. Occhi grigi striati di blu, come le acque dell'oceano baciate dai raggi del sole estivo. Occhi stupefacenti. «Non è forse quello che tutte le donne fanno? Arrivare in ritardo?» commentò Liev. «No, io sono molto precisa. Purtroppo sono stata trattenuta da un problema familiare, e mi scuso.» «Mi sono preso la libertà di ordinare champagne.» Liev fece un cenno al barista, che si affrettò a stappare una bottiglia e a riempire due calici. «Sembra che lei abbia molte idee preconcette per quello che riguarda le donne, signor Dragunov» sottolineò Bianca. Lui sollevò la sua coppa e la sfidò con lo sguardo a rifiutare il brindisi, ma qualcosa prese vita dentro di lei. Qualcosa che la spingeva ad accettare il confronto con Dragunov, e a vincerlo; così sollevò a sua volta il bicchiere e sorrise. «Forse adesso vorrà spiegarmi perché insiste così tanto per assumermi, al punto da seguirmi sin qui adottando come scusa la volontà di donare una grossa cifra alla fondazione di mia sorella» disse. «Allora abbiamo davvero qualcosa per cui brindare. Finalmente stiamo parlando di lavoro» puntualizzò lui. E di lavoro avrebbero continuato a parlare, decise Bianca. Non poteva permettere al bel russo di distrarla con il suo fascino da quelli che al momento erano i suoi principali traguardi, cioè riportare il braccialetto al nonno e organizzare la più favolosa campagna pubblicitaria per il lancio sul mercato del nuovo prodotto di Dario. «La prego però di non giungere a conclusioni sbagliate» sottolineò, «perché non ho alcuna intenzione di accettare la sua proposta.» Forse era il sogno di ogni donna fatto persona, concesse, ma l'istinto continuava a consigliarle di non fidarsi di lui. 17


«Credo che l'ICE sia fra i suoi clienti» disse Liev, l'espressione del viso ora seria. «È corretto» confermò Bianca. «Lei per caso è in competizione con l'ICE?» «In questo caso, sarebbe un problema?» le domandò lui lanciandole un'occhiata sospettosa. «Di certo sarebbe un conflitto d'interessi. Poiché sembra che lei sia molto informato sul mio lavoro, saprà anche che io rappresentando l'ICE, rappresento anche mio fratello Dario.» Sentendo menzionare Dario Di Sione, proprietario dell'ICE e primo destinatario della sua vendetta, Liev non batté ciglio. Come ogni buon giocatore d'azzardo, faceva in modo di non lasciar mai capire all'avversario i punti che aveva in mano. «La mia azienda produce hardware e software che sono di complemento a quelli prodotti dall'ICE» argomentò. «Di conseguenza, non siamo in diretta competizione.» «Signor Dragunov, io mi occupo delle pubbliche relazioni dell'ICE» ripeté Bianca, puntando il mento in avanti, «cioè dell'azienda leader del settore. Non capisco perché dovrei mettere a rischio un contratto così prestigioso per occuparmi della sua impresa, che siate in competizione o no.» Irritato da quella sottintesa minimizzazione della sua abilità professionale, Liev strinse i denti. D'accordo, forse la sua azienda non era leader del settore, ma l'uomo di affari che era diventato certamente non accettava di essere liquidato in quel modo. Non lo aveva tollerato nemmeno quando aveva cominciato dal basso, ricostruendo l'impresa di suo padre dalle ceneri dopo la scalata ostile da parte dell'ICE, e di sicuro non lo avrebbe sopportato 18


adesso. «Sarebbe di aiuto se venissi nel suo ufficio per mostrarle alcuni esempi dei miei prodotti? Magari mercoledì prossimo?» Bianca scosse la testa. «No, mi dispiace, ma non cambierebbe niente. Inoltre quel giorno devo partecipare a un'asta» aggiunse, poi si alzò e prese la borsetta, dichiarando così terminata la loro cena ancor prima che iniziasse. Dunque non si era sbagliato, rifletté Liev, la principessa di ghiaccio aveva una passione per i gioielli, il che confermava la prima impressione che aveva avuto di lei, una ricca ragazza viziata, fatta della stessa pasta della donna che un tempo aveva creduto di voler sposare. «Molto bene, signorina Di Sione, ha chiarito il suo pensiero» dichiarò, il tono gelido che però non sortì alcun effetto su di lei. La guardò, spense definitivamente la scintilla di attrazione che aveva provato nei suoi confronti e ricordò a se stesso perché, in primo luogo, aveva bisogno di lei. Il suo piano per scoprire tutto quello che doveva sapere sull'ICE forse avrebbe subito un lieve rallentamento a causa del rifiuto di Bianca, ma non aveva ancora finito con lei, niente affatto. L'affascinante signorina Di Sione era la chiave per vendicarsi dell'azienda che aveva mandato in rovina i suoi genitori e distrutto la sua famiglia, portandogli via tutto, inclusa la sua libertà. C'era più di una strada per ottenere ciò che voleva, e lei gli aveva appena inconsapevolmente offerto un'alternativa.

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Dal 13 giugno

3182 - Un uomo come nessun altro di C. Mortimer Michael sarà anche l'artefice del successo delle gallerie Archangel, ma non significa che sia un uomo perfetto. Ultima puntata de I FRATELLI D'ANGELO.

3183 - L'ultima amante dello sceicco di R. Thomas Destiny sa di giocare con il fuoco accettando l'offerta di lavoro dello sceicco Zafir Al Asmari... Lasciati rapire da I PRINCIPI DEL DESERTO.

3184 - Segretamente sua di C. Shaw Innamorata di Leandro Vialli, quando scopre di non rappresentare nulla per lui Marnie decide di andarsene. Pensi di essere FATTA PER L UI?

3185 - Dolce scoperta di C. Crews

Soddisfazione, ecco cosa dovrebbe provare Dante dopo aver esaudito il desiderio del nonno. Invece... Quarto episodio de I PERDUTI AMORI DEI DI SIONE.

3186 - L'amnesia del capo

di D. Collins Amy ha da tempo perso la testa per Cesar, il suo irresistibile capo, ma quando scopre che lui è fidanzato... Fatti portare A L ETTO COL CAPO!

3187 - Peccati dal passato

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3188 - Salvata da un milionario di K. Lawrence Tess sarà anche giovane e inesperta, ma sa perfettamente cosa vuole in un uomo. Non perdere l'appuntamento con INTERNATIONAL TYCOON.

3189 - Come sedurre un greco di J. Porter Per anni Morgan è comparsa sulle riviste come fidanzatina d'America, ma poi la sua famiglia cade in disgrazia. Torna ad ardere il FUOCO GRECO.


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