Innamorarsi a parigi

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LOUISA HEATON

Innamorarsi a Parigi


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Reunited by Their Pregnancy Surprise Harlequin Mills & Boon Medical Romance © 2017 Louisa Heaton Traduzione di Federica Ressi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2018 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Bianca gennaio 2018 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE BIANCA ISSN 1122 - 5420 Periodico settimanale n. 1772 del 13/01/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 377 dello 09/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Emily percorse a passo spedito e cadenzato il corridoio che conduceva alla stanza ormai familiare in cui era stato trasferito Sam dopo la breve permanenza in Terapia intensiva. Era una visione vestita nel suo abito elegante, i ricci biondo miele tirati indietro dagli occhiali da sole e la grossa borsa firmata appesa al braccio. Il viso, splendido anche senza l'aiuto del trucco, era teso. Aveva delle ombre scure sotto gli occhi. E chi la vide notò che si rigirava freneticamente la fede attorno all'anulare. Il Beverly West Hospital era l'ospedale piÚ grande e prestigioso di Los Angeles. Le cure prestate a Sam erano state sorprendenti. Dall'istante in cui era stato prelevato dalla loro auto accartocciata e condotto in ospedale a sirene spiegate, Emily non aveva dubitato nemmeno per un secondo del livello dell'assistenza che entrambi avrebbero ricevuto. Se si escludeva quell'istante in cui le avevano comunicato il risultato del test di gravidanza... Fuori dalla stanza c'era la dottoressa Waters, che discuteva a bassa voce con il suo team consultando la cartella clinica di Sam. Avevano un'aria seria. Preoccupata. Ma perchÊ? Non l'avevano appena chiamata per dirle che stava cominciando a risvegliarsi? Era un bene, no? 5


La dottoressa alzò lo sguardo quando la sentì avvicinarsi e le andò incontro esibendo un sorriso. «Signora Saint...» «Si è svegliato?» Emily si mordicchiò il labbro e riprese a giocherellare nervosamente con la fede. Ecco. Era giunta l'ora della verità. Stava per entrare nella stanza e avrebbe trovato o un uomo felice di essere vivo e disposto ad affrontare qualunque problema oppure quell'orso di marito che aveva dovuto sopportare negli ultimi, difficili mesi. «Sì. È stanco, e di tanto in tanto si riassopisce... il che è normale considerato il trauma cranico subito. I pazienti in coma di solito impiegano un giorno o due per svegliarsi completamente.» «Posso vederlo? Parlare con lui?» La dottoressa Waters aveva chiamato nelle prime ore del mattino, ma lei non si era alzata per rispondere. Da un pezzo se ne stava nel letto vuoto a fissare il soffitto, nel tentativo di decidere cosa fosse meglio fare. Lasciare Sam o restare e lottare per salvare il loro matrimonio? Un giorno aveva persino tirato fuori una valigia e l'aveva aperta sul letto, ed era rimasta lì a osservarla in preda all'indecisione. Tutto le era sembrato chiaro prima dell'incidente. Ma adesso che lui stava male? Adesso che lei aveva scoperto di essere incinta? Aveva rimesso a posto la valigia. Con la mente era tornata a tutte le volte in cui Sam si era rifiutato di discutere di avere figli, zittendola non appena sollevava la questione. Ormai si parlavano a malapena. Il cervello le si era quasi spaccato in due nel tentativo di scoprire cosa si celasse dietro il comportamento di suo marito. Aveva ipotizzato uno scenario dopo l'altro, ma nessuno di essi le era sembrato plausibile, e a6


veva cominciato a credere che Sam forse non voleva avere un figlio con lei. Emily aveva fissato le ante chiuse dell'armadio, sapendo che avrebbe fatto ciò che era giusto: dare a Sam il tempo di riprendersi e poi dirgli della gravidanza. Perché ora che il bambino non era più ipotetico ma reale... forse lui avrebbe cambiato idea. Non poteva lasciarlo prima di rivelargli la verità. E se alla notizia della gravidanza avesse continuato a rifiutare di essere presente per lei e il bambino che sarebbe nato, allora se ne sarebbe andata. Anche se con il cuore spezzato. Non voleva lasciarlo, ma Sam aveva reso intollerabile la vita insieme. La dottoressa Waters si spostò, guardando i colleghi, che capirono tutti l'implicito suggerimento che forse era meglio che se ne andassero, permettendole di parlare con la signora Saint da sola. Le rivolsero dei sorrisi di solidarietà e si allontanarono in fretta. «Certo, ma prima di entrare c'è una cosa che deve sapere.» Le si gelò il sangue. C'era un problema? Forse un danno cerebrale? Ma Sam si era ripreso in fretta! Il coma era stato breve, i parametri erano tornati nella norma... «Di che si tratta?» Sam poteva avere un problema grave. Poteva essere diventato cieco. O sordo. Avere delle difficoltà a parlare o a deglutire. «L'avevo informata dell'eventuale danno cerebrale che poteva riportare Sam, e dopo una rapida visita a suo marito, crediamo che possa esserci una sorta di deficit della memoria... in sostanza, un'amnesia. Potrebbe essere una cosa temporanea, naturalmente. Potrebbe ricordare di nuovo tutto dopo una bella dormita. Ma in 7


questo momento Sam sembra... disorientato a livello temporale.» Emily tirò un sospiro di sollievo. Amnesia? Aveva temuto il peggio! Un'amnesia temporanea era perfettamente curabile. «Tutto qui?» La dottoressa Waters corrugò la fronte. «L'amnesia è un disturbo di una certa rilevanza. Non sono sicura che lei capisca quello che...» «Voglio vederlo.» Interruppe la dottoressa ed entrò nella stanza di Sam. Aveva aspettato tanto questo momento. Dieci lunghi giorni. Nulla li avrebbe più tenuti separati. Dieci giorni. Le erano sembrati una vita intera. In quei dieci giorni, certe volte gli aveva tenuto la mano, altre gli aveva letto il giornale, sperando che il suono della sua voce lo riportasse da lei. Altre ancora era rimasta lì seduta a guardarlo, meditando sulla situazione, cercando di capire dove avessero sbagliato e come avrebbero potuto rimediare. «Sam?» Suo marito giaceva a letto, il viso pallido e rilassato in contrasto con i cuscini bianchi inamidati dell'ospedale, gli occhi azzurri che si stavano aprendo lentamente, infastiditi dalla luce, prima di posarsi su di lei. E il suo sorriso! È passato tantissimo tempo dall'ultima volta che mi hai sorriso così... La sembrò di rivivere il loro primo appuntamento. Come quella volta, ora la stava guardando come se fosse già innamorato di lei. Come se lei non avesse difetti. Come se non lo avesse fatto impazzire con infinite richieste di metter su famiglia. Okay, impazzire forse no, ma aveva tentato di intavolare il discorso un sacco di 8


volte. Alla fine persino lei aveva rifiutato di parlarne. Le loro conversazioni finivano sempre per trasformarsi in liti, e così aveva deciso che sarebbe stato più facile non discuterne affatto. Forse era stata una pessima decisione evitare ogni comunicazione tra loro. Ma aveva cercato di proteggere il loro matrimonio, impedire che finisse. Trattenendo il respiro, corse al suo capezzale, lasciando cadere la borsa sul pavimento mentre gli prendeva la mano tesa, si chinava a baciarlo. Nulla importava in quel momento, solo il fatto che fosse vivo. Di nuovo insieme a lei. Non le importava che avessero litigato. Era soltanto felice che fosse sveglio. Reattivo. Che la stesse guardando sorridendo e... «Come ti senti?» Gli accarezzò il viso, in cerca di indizi, segnali di disagio. Per assicurarsi che non soffrisse. Il suo istinto di infermiera e ostetrica la spingeva ad assicurarsi che tutto fosse a posto. «Meglio adesso che ti vedo, Em» disse con voce roca, stringendole le dita, e lei osservò le loro mani intrecciate con un sorriso. Tutti quei giorni passati a tenergli la mano senza percepire un segno di vita. Era così bello toccarlo di nuovo. Trarre forza da lui. «Ero talmente preoccupata!» Si sedette sul bordo del letto. Sam chiuse gli occhi per qualche istante, come se non riuscisse a tollerare la consapevolezza che fosse tanto preoccupata per lui. «La dottoressa dice che abbiamo avuto un incidente.» La confusione sul suo viso era straziante, ma Emily immaginava che fosse per l'amnesia di cui aveva parlato la dottoressa Waters. Sam non ricordava l'incidente. 9


A volte la mente escludeva certi brutti episodi, per preservare se stessa da ulteriori sofferenze. Come un meccanismo di sicurezza. «Sì.» «Tu ti sei fatta male?» La preoccupazione nella sua voce la rassicurò. Teneva ancora a lei! Non era arrabbiato per quello che era successo. Era un bene, no? Ci voleva un'esperienza del genere per aprire gli occhi e comprendere cos'era importante nella vita. Erano più forti insieme che separati. «Non proprio. Solo un colpo di frusta.» Lui corrugò la fronte. «I colpi di frusta possono essere una cosa seria, Em. Ti sei fatta visitare dai medici?» Allungò una mano per accarezzarle il viso, poi la sua mano scese sulle spalle e il collo per massaggiarle i muscoli, ma doveva sentirsi stanco perché il suo braccio ricadde sul letto e lui chiuse per un attimo gli occhi. «Guarda come sono ridotto. Debole come un gattino.» «Hai bisogno di riposare. Sei rimasto in coma per dieci giorni.» «Dieci giorni?» Sembrava turbato. «Eri in coma farmacologico, Sam. Hai subito un trauma cranico.» Lui sospirò e chiuse di nuovo gli occhi, ed Emily capì che si era riaddormentato. E lei non aveva ancora avuto modo di comunicargli le novità. Può aspettare. Ha aspettato fino adesso. Che differenza fa qualche ora in più? In quel momento era felice di vederla. Sollevato. Tutti i segni della sua agitazione erano spariti. Si parlavano. Una cosa che non facevano praticamente da settimane, e le era mancato tutto questo. 10


Ma era strano, no?, che fosse tanto felice di rivederla. Dopo gli ultimi giorni di silenzio glaciale, le settimane di liti e contrasti... Le faceva piacere che fosse gentile. Preoccupato per il suo colpo di frusta, preoccupato per la sua salute, ma non ci era abituata. E la cosa la turbava. Dover aspettare ancora un po' per dirgli della gravidanza era un bene. Perché non aveva idea di come avrebbe reagito. Forse avrebbero ripreso a farsi la guerra l'un l'altra. Non le spiaceva rimandare. Emily fissò la mano di Sam nella sua, se la portò alle labbra e la baciò, inalando l'odore di lui, respirandolo come ossigeno vitale. Poi si alzò dal letto e si sistemò sulla solita poltrona, fissando a lungo e intensamente suo marito. Stava tornando da lei. Le aveva sorriso! Ebbe la certezza che tutto si sarebbe risolto. Sam tornò in sé. Aveva un terribile mal di testa, ma era ancora in ospedale, attaccato a Dio sa quanti cavi e monitor, e accanto a lui, con la testa reclinata su una spalla, addormentata, c'era la sua bellissima fidanzata, Emily. Sembrava stanca. Addirittura esausta. Il viso, nascosto dai suoi meravigliosi capelli, era un po' pallido. Ma poi pensò che fosse normale. Lei o qualcun altro non gli avevano forse detto che era stato in coma per dieci giorni? In seguito a un incidente che non riusciva nemmeno a ricordare? Dieci giorni. Cosa si era perso? Probabilmente non molto. Mancava più o meno un mese al compleanno di Emily, quindi su questo versante era tutto a posto. Aveva organizzato una grossa sorpresa. Sperava di portarla a Las Vegas. 11


Era strano, però. Solo dieci giorni e i capelli di Emily sembravano più lunghi. E schiariti dal sole. Quella tonalità miele sembrava più chiara del solito. E quei vestiti nuovi? Non li aveva mai visti. Ma in fondo Emily adorava fare shopping. Forse era andata in giro e si era tolta qualche sfizio mentre aspettava che lui si riprendesse. Alzò la testa dal cuscino per controllarsi. Niente fasciature o ingessature agli arti. Aveva avuto soltanto un trauma cranico? Questo spiegava il mal di testa, e il fatto che fosse rimasto privo di conoscenza per un po'. Non sopportava di trovarsi in ospedale, perché avevano ancora tantissime cose da fare. Non solo dovevano dire a tutti che Emily aveva accettato la sua proposta di matrimonio, ma c'era anche un sacco di lavoro da sbrigare! La sua idea di aprire un Centro per le nascite esclusivo – il Monterey Birth Centre – era a un passo dalla realizzazione. Avevano visitato le sale la settimana prima e tutto era sembrato perfetto. Erano quasi pronti per la Grande Inaugurazione. Sarebbe stato un evento memorabile. Voleva che il Monterey fosse il più importante centro per le nascite di tutti gli Stati Uniti. Voleva che la gente ambisse a far venire al mondo i propri figli lì, per godere di un'esperienza ineguagliabile. Era dovuto andare a caccia di finanziamenti. Ma aveva trovato qualcuno – perlopiù ex pazienti – disposto a sponsorizzare e promuovere il Monterey. Si era assicurato un valido consiglio d'amministrazione – capitanato da lui ed Emily, naturalmente – e la sua eccitazione per il progetto gli aveva infuso un entusiasmo mai provato prima d'ora. Chiedere a Emily di sposarlo era stata la ciliegina sulla torta. E lei aveva detto di sì. Così adesso immagi12


nava di essere anche nel pieno dei preparativi per il matrimonio! Non uscivano insieme da molto. Sei mesi? Ma c'era qualcosa in lei... qualcosa che lo aveva catturato. Gli era sembrata talmente... vulnerabile quando si erano conosciuti. Non era riuscito a individuare l'origine di quella vulnerabilità e, a essere sincero, erano stati talmente occupati al lavoro che non gli era sembrato affatto importante dopo un po'. Emily era sbocciata al suo fianco, ispirata dalla loro visione comune. Era tutto ciò che poteva desiderare e la amava profondamente. Adorava far nascere bambini, proprio come lui. Non è che la Grande Inaugurazione era stata rimandata in attesa che lui si riprendesse? Per un breve istante rimase lì a fissarla, il cuore gonfio d'amore per la donna al suo fianco, ma dopo un minuto o due non ce la fece più e le prese la mano. Aveva bisogno di toccarla. Lei si svegliò all'istante. «Sam?» Lui sorrise e si portò la sua mano alle labbra e la baciò. «La bella addormentata.» Lei controllò l'orologio in preda alla confusione. «Ho dormito per tre ore!» Si strofinò gli occhi e poi lo guardò preoccupata. «Come ti senti? Hai dolore da qualche parte?» «Solo un po' di mal di testa.» «Devo chiamare un'infermiera?» «No, va bene così. È comprensibile, considerando il trauma cranico. Sono sicuro che ci sia una flebo di morfina qui da qualche parte...» Guardò l'asta e poi le sorrise. «Mi sei mancata.» Le strinse le dita, desiderando di poterla abbracciare, di farla sdraiare sul letto accanto a sé. 13


Sembrava un po' apprensiva. «Sei stato in coma.» «Continui a ripeterlo. E tu, invece, come stai? Problemi con il Monterey di cui devo essere informato?» Emily aggrottò la fronte e scosse la testa. «No, va tutto bene.» Lui si lasciò sfuggire un sospiro. «Meno male. Harry come ha risolto il problema alle finestre? Ha apportato i cambiamenti che gli abbiamo chiesto?» Lei lo guardò, con la fronte sempre più corrugata. «Cosa?» «Le tende della Suite Nightingale. Abbiamo deciso di cambiarle con un colore più chiaro. Ha risolto? La grande inaugurazione è tra pochi giorni.» Emily continuò a fissarlo, interdetta. «Ma di che stai parlando?» «Le tende erano troppo scure. Quella suite sarà la nostra punta di diamante... voglio che sia tutto a posto per la presentazione alla stampa. Pensa alle foto che...» «Presentazione alla stampa? Non ne facciamo una da...» Si interruppe e lo osservò, trattenendo il respiro. «Sam, che giorno è oggi, secondo te?» Lui chiuse gli occhi e ci pensò su. Le aveva chiesto di sposarlo di venerdì, era rimasto in coma per dieci giorni, quindi oggi doveva essere... «Lunedì? Martedì, forse?» Lei scosse il capo. «No, intendevo dire la data. Mese e anno.» Mese e anno? Ma di che parlava? Era rimasto incosciente per dieci giorni, o almeno così gli avevano riferito! Le disse la data e poi osservò svanire quel poco colore rimastole sul viso. Lei distolse lo sguardo, i capelli biondi che le nascondevano il volto mentre gli lasciava la mano. Quel suo allontanarsi lo rese nervoso. «Perché me lo 14


chiedi? Non mi sono sbagliato di tanto, no?» La sentì tirar su col naso. La osservò mentre prendeva un fazzoletto dalla borsa e si tamponava gli occhi prima di voltarsi a guardarlo, preparandosi a dire qualcosa che chiaramente lui non sarebbe stato pronto ad ascoltare. «Sam... siamo sposati da diciotto mesi. Il centro per le nascite ormai è aperto e funzionante da più di un anno.» Sam la fissò a lungo. Deglutì dolorosamente e serrò i pugni. Diciotto mesi? No, è ridicolo... «Perché dici così? Ti sembrano scherzi da fare?» Una lacrima le scivolò lungo la guancia e con voce rotta gli disse: «Sono seria». «Emily...» «Sam, per favore, ascoltami...» Ma lui non la stava a sentire. Non più. Em gli stava facendo uno scherzo crudele, e lui non sapeva perché, ma i medici gli avrebbero detto la verità! Anche le infermiere. Che cosa ridicola. Sam suonò il campanello, ripetutamente, ignorando le suppliche e le grida di Emily. Si era alzata, si coprì la bocca con la mano, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime... La porta si aprì ed entrò un'infermiera che non aveva mai visto prima. Guardò Emily con preoccupazione prima di rivolgersi a lui. «Dottor Saint?» «Devo vedere il medico che si occupa del mio caso.» L'infermiera continuò a spostare lo sguardo dall'uno all'altra, incerta su cosa stesse succedendo. «La dottoressa Waters ha finito il turno ed è andata a casa. Posso chiamare...» 15


«Chiami qualcuno!» Guardò Emily, era furioso con lei, e la vide afferrare la borsa e correre fuori dalla stanza. L'infermiera annuì e subito dopo uscì, e una volta rimasto solo la sua rabbia cominciò a dissolversi. Sposati da diciotto mesi? Emily era impazzita. Forse era lei che aveva preso una botta in testa e non lui! Rimase lì, in attesa che qualcuno venisse a dirgli la verità. Non era possibile che avesse perso tutto quel tempo.

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2 Emily si allontanò di corsa dalla stanza di Sam e si accasciò contro la parete opposta. Scivolò sul pavimento, come un pupazzo senza fili. Sam non ricordava! Non sapeva quanto tempo fosse passato! Pensava che... L'infermiera che l'aveva seguita fuori la raggiunse, si chinò e le cinse le spalle con un braccio. «Si sente bene, signora Saint?» Riusciva a malapena a respirare... quindi no, non si sentiva affatto bene. Ma riuscì, sforzandosi, a fare un respiro profondo e a rimettersi in piedi. «La dottoressa mi ha detto... la dottoressa Waters... mi ha detto che Sam aveva una lieve amnesia, ma pensavo intendesse che... che aveva dimenticato l'incidente. Non due interi anni della sua vita!» Era troppo da affrontare. E non riusciva a immaginare cosa provasse lui! Be', non c'era nulla da immaginare in fondo... era furioso. E riusciva a capire il perché. Sam era un uomo determinato, non si fermava mai. E aveva dimenticato tutto. L'inaugurazione del Centro, la prima nascita e tutte quelle che erano seguite, le recensioni straordinarie che avevano ricevuto, le raccomandazioni, celebrità, persone facoltose... membri di famiglie reali avevano partorito lì. 17


E aveva dimenticato anche il matrimonio. I preparativi, la prima notte di nozze, la luna di miele a Parigi... Le liti... e che gli ho detto che lo avrei lasciato! Emily si morse forte il labbro e accettò un bicchiere d'acqua dall'infermiera. «Grazie.» «Chiamerò il medico di turno.» Emily annuì. «La ringrazio.» Sorrise debolmente all'infermiera, notando il sollievo sul suo viso, il nome sul tesserino... Melanie. «Penso sia meglio mostrargli il giornale di oggi. Non sono sicura che mi creda.» Melanie parve incerta. «Forse è meglio che lo faccia il medico.» «Forse. O magari dovrei farlo io? Ha una copia del giornale di oggi?» Non che volesse tornare là dentro per dirglielo. «Chiunque sia di turno, vorrei che parlasse anche con me. Ho bisogno di sapere cosa comporta tutto ciò: perché è successo; cosa dovremmo fare...» I suoi pensieri virarono verso uno scenario da incubo, in cui Sam non recuperava più la memoria di quei due anni e lei doveva ragguagliarlo di continuo su tutto. Le sue assenze da casa, le liti... E devo anche trovare il modo per dirgli che sono incinta! Il peso di tutti quei doveri la schiacciò. Fu travolta da un'ondata di nausea e sentì il sapore della bile in fondo alla gola, nonostante l'acqua fresca che aveva bevuto. C'era un modo facile per dire all'uomo con cui sei sposata che litigavate di continuo e che due settimane prima gli avevi annunciato che lo avresti lasciato? Perché ti rifiuti di avere un figlio con me e oh, a proposito, sono incinta! L'ho scoperto dopo l'incidente. Mi hanno sottoposto a una serie di esami. Cercò di scervellarsi per ricordare tutto ciò che ave18


va letto sull'amnesia, ma a parte le informazioni di base non era sicura di sapere altro. Non era il suo campo di specializzazione. Era un'ostetrica. Assisteva le partorienti. Sapeva che c'erano diversi tipi d'amnesia, permanente o temporanea. Se l'amnesia di Sam era temporanea, allora avrebbe riacquistato la memoria da solo e tutto sarebbe tornato come prima... Ma io stavo per lasciarlo. Deglutì a fatica, rivivendo il giorno in cui aveva tirato fuori quella valigia. Poi si portò una mano all'addome. Questo non riguardava più solo lei e Sam. C'era di mezzo un bambino, e non aveva intenzione di permettere che il padre lo respingesse ancor prima che fosse nato. Sapeva cosa voleva dire sentirsi abbandonata e indesiderata. Era doloroso. Ti lasciava disorientata. Ti spingeva a metterti costantemente in discussione. Non avrebbe permesso che suo figlio vivesse un'esperienza simile. Emily finì di bere e accartocciò il bicchiere. Lo buttò nella spazzatura e tornò da Sam. Posò la mano sulla maniglia, fece un respiro profondo. Stava per entrare quando Melanie ricomparve. «Ho un giornale per lei.» «Grazie.» «E il dottore arriverà non appena avrà finito con un altro paziente.» Emily annuì, deglutendo a fatica. «Perfetto.» Osservò Melanie che andava a rispondere al telefono e poi, dopo un respiro profondo, aprì la porta ed entrò nella stanza. I loro sguardi si incontrarono. Ce la farò, devo solo essere forte. «Devo dirti una cosa.» 19


1771 - Un dottore per marito di A. O'Neil Arrivata a Miami per concentrarsi sul lavoro e lasciarsi il passato alle spalle, Saoirse sa che, per poter rimanere in America e costruirsi un futuro, ha bisogno della green card e quindi di un marito. Chi meglio di Santiago, suo nuovo e sexy collega, può incarnare quel ruolo alla perfezione? DOTTORI A MIAMI 1772 - Innamorarsi a Parigi di L. Heaton Quando il ginecologo Sam Saint si sveglia in un letto d'ospedale, scopre di aver cancellato gli ultimi due anni della propria vita. Sconvolto, non riconosce neppure la bellissima donna che veglia accanto a lui. Lo shock è ancora più grande quando scopre che lei è sua moglie. Ed è incinta! 1773 - Un guaio per l'infermiera di W.S. Marcus Quando l'infermiera Kira si sveglia a casa di una sua paziente, capisce di essersi cacciata in un enorme guaio. L'uomo che l'ha portata lì non è altri che il figlio della donna di cui avrebbe dovuto prendersi cura, lo stesso che ha cercato di sedurre la sera prima in un bar. Ma quando Kira perde il lavoro... 1774 - Il mio miracolo sei tu di L. Marshall Wesley: Sono sempre stato abituato a ottenere ciò che volevo. E adesso che sono finito su una sedia a rotelle, ho intenzione di dimostrare a tutti di essere ancora padrone della mia vita. Questa volta, però, avrò bisogno di una mano, e a darmela sarà l'unica donna che non sono mai riuscito a dimenticare.


Dal 20 febbraio

1775 - Una notte a Las Vegas di A. Ruttan Il chirurgo Kiri non credeva che avrebbe mai più rivisto Alejandro Valentino, l'esotico ballerino con cui cinque anni prima ha trascorso una notte folle a Las Vegas, una notte che ha cambiato la sua vita per sempre. E invece Alejandro è lì in piedi davanti a lei, e lavoreranno insieme. DOTTORI A MIAMI 1776 - Weekend col dottore di L. Martyn L'infermiera Lindsey sa che ballare con l'enigmatico nuovo acquisto del Pronto Soccorso durante le nozze di un loro amico comune significa mettersi nei guai... ma non appena Dante la prende per mano, lei non riesce a resistergli. E quando la notte insieme si trasforma in un fine settimana bollente... 1777 - Il dono dell'infermiera di W. S. Marcus Krissy è convinta di poter essere una buona madre per il bambino che porta in grembo, anche se è single! Se solo Spencer, il padrino di suo figlio, fosse d'accordo con lei... Il passato li divide, ma sotto il dolore, la rabbia e l'astio reciproco cova un'attrazione che è difficile ignorare. 1778 - Le ferite del cuore di M. Evans Beau: Ho perso mia moglie e sto crescendo mia figlia da solo. Non avevo bisogno che una donna come Aurora venisse a stravolgermi la vita. Non sono ancora pronto a innamorarmi di nuovo, ma il tempo trascorso insieme a lei ha risvegliato sentimenti che avevo soffocato troppo a lungo.


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