Intrigo in corsia

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CAROL MARINELLI

Intrigo in corsia


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Playboy on Her Christmas List Harlequin Mills & Boon Medical Romance © 2016 Carol Marinelli Traduzione di Silvia Calandra Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Bianca dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE BIANCA ISSN 1122 - 5420 Periodico settimanale n. 1768 del 12/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 377 dello 09/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 «Holly, rimetti subito via quelle decorazioni. Ti ho già detto che ce ne sono già abbastanza. Siamo in un Pronto Soccorso, non in un reparto pediatrico.» Holly, infagottata nella divisa larga e sformata, e carica di addobbi luccicanti e pupazzi di neve d'argento, sobbalzò quando sentì la voce dal forte accento irlandese di Kay e si rese conto che la caposala era seduta alla postazione delle infermiere. L'aveva colta in flagrante! Holly aveva pensato che anche Daniel Chandler, il sostituto dell'aiuto medico, fosse in pausa pranzo e invece stava sorseggiando il caffè seduto alla scrivania e si sentì subito avvampare per essere stata rimproverata pubblicamente davanti al garbato Daniel. «Credevo fossi andata a casa» ammise Holly, rivolgendosi a Kay. «Lo so» rispose la collega aspramente, ma poi sospirò. «Mi sono fermata per cercare di organizzare i turni di Natale.» «Non erano già a posto?» Holly corrugò la fronte. L'ultima cosa che voleva era che cambiassero. Aveva già deciso da parecchie settimane di trascorrere il Natale con la sua famiglia. Ma Kay aveva altre idee e spiegò a Holly il motivo per cui le cose sarebbero potute cambiare. «Già, ma nel frattempo due persone si sono messe in 5


malattia. Per fortuna Nora si è offerta di lavorare la notte di Natale, ma siamo parecchio tirati. Adesso, se non ti dispiace, rimetti a posto le decorazioni e per favore, legati i capelli.» «Li ho già legati.» «No, Holly, ti sbagli.» Quando iniziava il turno, i lunghi e ricci capelli castani di Holly erano sempre legati in una bella coda, ma poi lentamente le ciocche si liberavano. Mentre Holly sgattaiolava in magazzino, Daniel si ritrovò a sorridere. Lavorava come sostituto al The Primary solo da un paio di mesi ma gli erano bastati per capire che Holly Jacobs prendeva molto sul serio le decorazioni natalizie. Aveva aspettato tutto il pomeriggio che Kay finisse il turno alle quattro e andasse a casa in modo da preparare per Natale, come diceva lei. Il The Primary Hospital era una clinica universitaria moderna e molto frequentata nella zona nord di Londra. Era ben diverso dal Royal dove Daniel aveva iniziato il suo internato ed era diventato aiuto in Medicina d'Urgenza. Suo padre, uno stimato professore di chirurgia, avrebbe detto che lavorare al The Primary era un passo indietro nella carriera. Ma di sicuro lo stimato professor Marcus Chandler non immaginava il motivo per cui il figlio si accontentava di fare sostituzioni in vari ospedali di Londra quando avrebbe potuto avere un posto fisso con orari ideali al Royal. Tuttavia per Daniel lavorare al The Primary era, se non un passo avanti, senz'altro un passo nella giusta direzione. Quando aveva iniziato a fare i primi turni, Kay aveva alzato gli occhi al cielo all'idea di dover gestire un altro medico di passaggio, ma ben presto si era resa conto che Daniel faceva molto bene il proprio lavoro. Non solo. A Daniel piaceva il suo lavoro. Lì non aveva una reputazione da salvaguardare. Doveva solo 6


pensare a impegnarsi e a farsi apprezzare per le proprie capacità. E in effetti era stato notato. «Lo sai che si libera un posto da primario» gli disse Kay, fissando il computer mentre parlava. «Lo so» rispose Daniel. «Ho già detto al dottor Edwards che non sono interessato.» «Non siamo abbastanza bravi per te, Daniel?» «Si era liberato un posto da primario anche al Royal quando sono venuto via» precisò lui. «E ho rifiutato anche quello.» «Sei un vero mistero» osservò Kay e rise, spolverando un po' di polvere d'argento che Holly si era lasciata alle spalle. «Holly metterebbe lustrini ovunque» borbottò. «Siamo in un Pronto Soccorso, non nella capanna di Babbo Natale. La gente non ha voglia di rallegrarsi per le festività quando capita qui. Questo periodo dell'anno è già abbastanza difficile per i nostri pazienti. Sono già stanca del Natale e siamo solo al 2 di dicembre.» «A chi lo dici» convenne Daniel. «Neanche tu sei un fan del Natale?» gli domandò. «Già.» «Il Natale tira fuori il peggio delle persone. Dovresti vedere cosa diventa questo posto la notte di Natale.» Tornò a fissare il monitor del computer, pur continuando a parlare con Daniel. «Stasera vai alla festa organizzata dal Pronto Soccorso?» «No.» Kay rise per la risposta secca e corrugò la fronte. «Come mai sei ancora qui? Credevo sostituissi il tuo amico fino al matrimonio e lui mi pare si sia sposato la settimana scorsa. O sbaglio?» «Non ti sbagli.» Daniel annuì e continuò a scrivere. Aveva terminato il suo incarico al Royal alla fine di settembre e aveva fatto qualche turno fino al matrimonio di Rupert, il suo miglior amico. Ben presto si sa7


rebbe preso un anno sabbatico. Per prima cosa sarebbe andato a sciare in Svizzera e poi... be', avrebbe deciso in seguito. «Perché non sei partito subito a settembre? Potevi sempre tornare per il matrimonio?» gli chiese Kay. «Oh, no... una volta che me ne vado, non torno più» le spiegò scrollando il capo. «Complimenti per il pensiero profondo!» commentò Holly riapparendo senza le decorazioni e i pupazzi di neve. Si era di nuovo legata i capelli che ora erano tutti pieni di polvere scintillante e guardò Kay con espressione preoccupata. Quest'anno aveva davvero assolutamente bisogno di avere il Natale libero. Holly sapeva che se avessero cambiato i turni, per lei sarebbe finita male... Lo scorso anno, più o meno in quel periodo, a sua madre era stato diagnosticato un tumore al seno e, benché Holly avrebbe dovuto essere di turno sia a Natale sia all'ultimo dell'anno, Kay era stata fantastica e le aveva dato dieci giorni di ferie per stare in famiglia. Il problema era che a una diagnosi di cancro non seguiva una cronologia di eventi ben definita con una conclusione che indicasse la fine di tutto. L'anno prima era stato spaventoso. Ogni volta che non era di turno, Holly aveva dovuto fare avanti e indietro da casa dei suoi con la sua piccola auto rossa per seguire le cure di sua madre. Recentemente Esther aveva dovuto sottoporsi a un altro ciclo di chemioterapia e anche se cominciava a stare meglio voleva tutta la famiglia riunita per Natale. E ultimamente ciò che Esther voleva, Esther lo otteneva! Holly sospirò. Amava molto la sua famiglia ma la situazione era diventata a dir poco difficile. Anche se sperava che Kay sarebbe stata comprensiva al momento di metter mano ai turni, aveva bisogno di certezze. «Kay, posso parlarti un attimo?» 8


«Se è per i turni, la risposta è no. Ho già preso nota della tua richiesta. E poi, sì, lo so» aggiunse, «che è anche il tuo compleanno.» «Non mi dire, Holly, che sei stata un Gesù Bambino?» chiese Daniel. «Perché credi che mi abbiano chiamata Holly?» «Perché sei spinosa.» Era una battuta, perché in realtà non lo era affatto. Era allegra, solare. Con lei si poteva scherzare e prenderla in giro senza che si offendesse. Era sempre molto brillante. «Allora» chiese Daniel, «non festeggi mai il compleanno?» «Al contrario» scrollò il capo lei. «I miei genitori fanno sempre in modo che si festeggi.» «Ma certo, Polly.» Il suo riferimento a Pollyanna la fece sorridere. «Sempre meglio che essere cinici. Perciò» chiese lei, tornando alla conversazione in cui si era inserita, «perché non sei partito e tornato in tempo per il matrimonio?» «Bisognava organizzare l'addio al celibato» spiegò Daniel. «Potevi tornare un paio di settimane prima.» «La futura moglie di Rupert è abbastanza ansiosa e temeva che gli avrei tirato un bidone se avessi lasciato il Paese. In effetti aveva ragione a preoccuparsi... Ve l'ho detto, quando vado via, poi non torno indietro.» Questo aspetto di Daniel non piaceva a Holly. Lui aveva già fatto diverse sostituzioni in ospedale e lei si stava abituando alla sua presenza. Oppure si stava abituando alla sensazione di avere un frullino a pieno regime nel petto. Daniel era a dir poco affascinante. Sì, era alto, con i folti capelli neri e un profumo che le faceva venire la pelle d'oca. Ma erano stati i suoi occhi a farle girare la testa. 9


Blu come il mare. Come se l'artista che li aveva dipinti avesse lasciato incompiuto il proprio capolavoro dimenticandosi di aggiungere qualche pagliuzza argentea e dei puntini verde acqua. Quegli occhi erano di un delizioso azzurro intenso, con l'iride cerchiata di nero, e Holly non era stata capace di distogliere lo sguardo quando li aveva visti per la prima volta. Avrebbe voluto scusarsi, giustificarsi dicendo che cercava le pagliuzze argentate e le gocce color acqua, e invece era rimasta incantata. E lui pure. Davanti agli occhi verdi di lei colmi di stupore. «Tutto bene?» le aveva chiesto. «Ho un dolore addominale...» Holly aveva provato a spiegargli che c'era un paziente che aspettava di essere visitato nel cubicolo quattro, ma era così turbata che non era riuscita a esprimersi in maniera comprensibile. «E senso di nausea.» «Allora sdraiati che ti do un'occhiata.» La sua voce era altezzosa e il suo senso dell'umorismo scontato, e lei era stata tentata di assecondarlo e fare come le aveva detto. Invece aveva sorriso. «Ti aspetto nel cubicolo quattro.» Il suo dolore addominale in realtà era quello di una ventiquattrenne con una sospetta appendicite. Daniel aveva raggiunto Holly e l'aveva trovata che reggeva una bacinella al paziente. Le aveva sorriso lasciandole intendere che avrebbe preferito trovare lei distesa sul lettino. «Peccato» aveva commentato. Ma quel piccolo flirt, enorme per Holly, per lui era una passeggiata nel parco. Era gentile e garbato e da quanto lei aveva potuto capire cambiava spesso compagnia femminile, e comunque, a dire il vero, loro due non sembravano neanche molto compatibili. A parte... «Com'era il matrimonio?» chiese Holly che era cu10


riosa di sapere perché avesse rimandato il viaggio. «Come tutti i matrimoni» rispose Daniel, mentre Holly balzava in piedi e si sedeva sulla panchina accanto a dove lui stava scrivendo i suoi appunti. «Lungo.» «Com'era vestita la sposa?» gli chiese ancora. «Se non sbaglio, indossava un abito» continuò lui. «Probabilmente bianco.» «Mi piacciono i matrimoni d'inverno» sospirò Holly. «Specialmente quando nevica.» «In chiesa si gelava» spiegò lui e, dal tono di voce, si capiva che il suo approccio a quel genere di eventi era molto poco romantico. «Poi si è messo a diluviare quando è stato il momento di fare le foto.» «Sei andato da solo o con qualcuno?» gli chiese Kay, senza distogliere lo sguardo dal monitor. «Non vado mai accompagnato ai matrimoni.» Daniel scrollò il capo. «Diciamo che non mi succede da molto tempo. Ho imparato di persona che se porti una ragazza, poi lei dà per scontato che la nostra relazione sia seria. Questa volta ero il testimone perciò tutti si aspettavano che mi facessi accompagnare dalla damigella della sposa.» «E l'hai fatto?» chiese Kay. «Sarebbe stato troppo impegnativo» disse Daniel, lanciandole un'occhiata fugace e maliziosa, e lei si rese conto che se mai avesse avuto una storia con lui sarebbe stata in mani molto discrete. «Comunque» continuò Daniel, «volevo fare la cosa giusta per Rupert. Era stato molto buono con me quando...» Non terminò, o meglio lasciò in sospeso la frase che aveva iniziato. «È un ottimo amico.» «Come mai non hai preso il primo volo dopo il matrimonio?» insistette Kay. «È che...» Scrollò piano le spalle e pose fine alla conversazione. Daniel non rispose... lo faceva spesso. Era brillante quando si trattava di flirtare, ma se la 11


conversazione prendeva una piega troppo personale, la bloccava subito. Daniel tornò alla cartella clinica e Kay, dopo aver dato un'ultima occhiata ai turni, spense il monitor. «Vado a casa» annunciò. «Daniel, pensi che ci rivedremo?» «Non credo» rispose lui. «Buon viaggio, allora» lo salutò Kay, indubbiamente dispiaciuta, poi si rivolse a Holly. «Noi ci vediamo stasera al pub. Il personale del turno di notte dovrebbe arrivare un po' prima per permettervi di arrivare a un orario decente. Come pensate di venire?» «In taxi» rispose. «Anna, Laura e io veniamo insieme. Vuoi unirti a noi, Daniel? C'è posto per un'altra persona.» «No, grazie.» Non diede spiegazioni e per fortuna non sollevò lo sguardo mentre parlava perché, nonostante i suoi sforzi, Holly sentiva di aver reclinato leggermente le spalle e infatti subito le raddrizzò. In effetti, era meglio che quella sera Daniel non ci fosse perché Holly temeva che avrebbe potuto comportarsi stupidamente con lui. E sarebbe stato anche tutto inutile perché quello era il suo ultimo turno e a breve sarebbe partito. Aveva sentito dire in giro che Daniel non si faceva certo mancare avventure da una notte. E lei invece era un tipo completamente diverso. Un'eccezione per lui, però, l'avrebbe fatta. Sarebbe stato meraviglioso poter vestire i panni della cattiva. Qualche volta, a parte le battute e il simpatico flirtare, sentiva che lui la guardava e percepiva una tensione tra loro che Holly era quasi certa non fosse a senso unico. Era chiaro che Daniel fosse un donnaiolo nato, ma non si trattava solo di questo. C'era qualcosa nei suoi occhi che le faceva sentire le farfalle nello stomaco. 12


E a proposito di stomaco, Holly si rese conto di essere affamata. «Vado a mangiare qualcosa intanto che qui è tranquillo. Ci vediamo più tardi, Kay.» «Sicuro» le rispose. «Ah, aspetta. Ho un regalo per te.» Sorrise a Daniel. «E anche per te.» Kay era fantastica con i regali. Stupidaggini, cose divertenti. Ma non era generosa solo con lo staff, perché organizzava diverse raccolte di fondi durante l'anno in favore dei senzatetto. Kay aveva a cuore le persone meno fortunate. Tirò fuori un borsone da sotto la panca e consegnò a entrambi un calendario dell'Avvento. «Li ho presi in un discount» ammise Kay, soddisfatta del proprio acquisto. «Ce n'è per tutti.» «Ci sono dentro i cioccolatini» osservò Daniel aprendo una finestrella. «Naturalmente. Non avevi mai visto un calendario dell'Avvento?» chiese Kay. «In effetti, mai.» «Oggi è già il due perciò puoi mangiare anche quello di ieri» gli spiegò. «Ma da domani, uno al giorno.» Daniel sorrise a Holly di traverso come per dirle che non appena Kay se ne fosse andata li avrebbe mangiati tutti e venticinque, e Holly rispose al sorriso scrollando il capo. «Uno al giorno» lo ammonì. «Non sono un campione della moderazione.» Ah... Qualche volta, a dire il vero troppo spesso, se ne usciva con quelle battute e di solito Holly se le lasciava scivolare addosso, ma ultimamente era sempre più difficile. «Io invece ho un ottimo autocontrollo» replicò Holly e lo vide inarcare un sopracciglio. Stavano parlando di cioccolato, si disse Holly. E in quell'ambito, se non altro, di autocontrollo ne aveva. Per quello che riguardava Daniel, invece, sentiva di 13


averne un po' meno. Per fortuna partiva, pensò. Aveva una cotta gigantesca per lui e da molto tempo non ci era più abituata. A ventotto anni Holly aveva creduto che i giorni dei sogni selvaggi e delle paturnie fossero finiti. Si sbagliava. Kay stava per allontanarsi quando videro arrivare di corsa Laura, la caposala di turno quella sera. «Holly... In rianimazione... C'è un arresto cardiaco in arrivo. Un uomo di cinquantacinque anni, è stato male a casa.» Holly annuì e, dimenticandosi della cena, si alzò dalla panca. Daniel saltò giù dallo sgabello e la seguì, e insieme andarono a prepararsi ad accogliere il paziente. «Posso restare e vedere se hanno bisogno di me...» si offrì Kay, e Holly pensò che Laura, come al solito, avrebbe precisato che se la sarebbero cavata. Invece guardò Kay con espressione preoccupata. «Posso parlarti un attimo, Kay?» le chiese Laura. Mentre Laura prendeva Kay in disparte, Holly chiamò l'equipe di emergenza per avvertirli dell'arresto cardiaco in arrivo e poi iniziò a predisporre tutto il necessario per il paziente. Fino all'arrivo dell'equipe sarebbe stato Daniel a occuparsi dell'uomo, e per quanto aveva imparato a conoscerlo Holly sapeva che sarebbe stato in grado di affrontare qualsiasi situazione. «Cos'è successo?» chiese Daniel, mentre preparava qualche siringa osservando Laura e Kay che parlavano in un angolo. «Non lo so» scrollò le spalle Holly. «Ma qualcosa di sicuro.» Tutto era pronto per ricevere il paziente e proprio quando dalle alte finestre sopra di loro videro la luce blu lampeggiante, Kay andò verso di loro e con un tono di voce serio spiegò che il paziente in arrivo era il marito di Nora. Holly deglutì. Nora Hewitt era una caposala e tutti 14


l'adoravano. Paul, suo marito, era un uomo fantastico. Passava spesso a salutarli in Pronto Soccorso e aveva sempre una parola gentile per tutti. Quella sera avrebbe dovuto partecipare anche lui alla festa di Natale al pub. E invece stava rischiando la vita. Sentirono provenire da fuori il rumore dei singhiozzi e del pianto, anche se a Holly non parve di riconoscere Nora. «La figlia è sconvolta» li informò il paramedico. «Anna...» Kay chiamò qualcuno per assistere i familiari. «Dov'è la squadra di rianimazione?» chiese Holly in tono concitato. Era ansiosa che il team di emergenza arrivasse in tempo per intervenire tempestivamente. «Non ti preoccupare che ce la caveremo» disse Daniel con voce profonda, e Holly gli lanciò un'occhiata. Era dietro la testiera del letto di rianimazione su cui i paramedici stavano trasferendo Paul e, come al solito, era calmo e distaccato. Esattamente quello che ci voleva in quel momento.

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1767 - In vacanza col dottore di A. Andrews L'infermiera Felicity sta finalmente facendo il viaggio che sogna da una vita. Il dottor Callum sta fuggendo da un presente difficile da accettare. Nessuno dei due è alla ricerca di un'avventura, eppure la passione irrompe nel vagone del treno di lusso su cui stanno viaggiando. LO SCAMBIO DI NATALE 1768 - Intrigo in corsia di C. Marinelli Una notte fra le sue braccia e Holly non ha alcun dubbio: il dottor Daniel è l'uomo della sua vita. Peccato che lui non la pensi allo stesso modo. Daniel è infatti un playboy convinto, innamorato della propria libertà. Per convincerlo a concederle una chance, Holly ha bisogno di un piano. 1769 - Fidanzati a Natale di S. Carlisle La dottoressa Ellen Cox è volata in Honduras per liberarsi dalle catene di una vita noiosa e troppo prevedibile, ma non avrebbe mai immaginato di sostituirle con quelle ben più pericolose del desiderio per il suo nuovo, misterioso capo, il dottor Chance Freeman. 1770 - Il dono più bello di E. Forbes Jess: Sette anni dopo aver perso la testa per un ragazzo australiano e aver concepito la nostra bambina, sono tornata al Moose Ridge Ski Resort, dove tutto è cominciato. Lucas: Non ho mai dimenticato Jess e rincontrarla nei luoghi che hanno visto nascere il nostro amore, mi destabilizza.


Dal 20 gennaio

1771 - Un dottore per marito di A. O'Neill Arrivata a Miami per concentrarsi sul lavoro e lasciarsi il passato alle spalle, Saoirse sa che, per poter rimanere in America e costruirsi un futuro, ha bisogno della green card e quindi di un marito. Chi meglio di Santiago, suo nuovo e sexy collega, può incarnare quel ruolo alla perfezione? DOTTORI A MIAMI 1772 - Innamorarsi a Parigi di L. Heaton Quando l'ostetrico Sam Saint si sveglia in un letto d'ospedale, scopre di aver cancellato gli ultimi due anni della propria vita. Sconvolto, non riconosce neppure la bellissima donna che veglia accanto a lui. Lo shock è ancora più grande quando scopre che lei è sua moglie. Ed è incinta! 1773 - Un guaio per l'infermiera di W.S. Marcus Quando l'infermiera Kira si sveglia a casa di una sua paziente, capisce di essersi cacciata in un enorme guaio. E infatti l'uomo che l'ha portata lì non è altri che il figlio della donna di cui avrebbe dovuto prendersi cura, lo stesso che ha cercato di sedurre la sera prima in un bar. Ma quando Kira perde il lavoro... 1774 - Il mio miracolo sei tu di L. Marshall Wesley: Sono sempre stato abituato a ottenere ciò che volevo. E adesso che sono finito su una sedia a rotelle, ho intenzione di dimostrare a tutti di essere ancora padrone della mia vita. Questa volta, però, avrò bisogno di una mano, e a darmela sarà l'unica donna che non sono mai riuscito a dimenticare.


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