Irs141 il campione del re

Page 1


CATHERINE MARCH

IL CAMPIONE DEL RE


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The King's Champion Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2007 Catherine March Traduzione di Federica Isola Pellegrini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici gennaio 2008 Questa edizione I Romanzi Storici Harlequin Mondadori gennaio 2015 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano I ROMANZI STORICI HARLEQUIN MONDADORI ISSN 1828 - 2660 Periodico mensile n. 141 del 15/01/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 212 del 28/03/2006 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Arundel Castle, 20 aprile 1289 Per festeggiare l'arrivo della primavera Edoardo I aveva indetto un torneo reale. Una fresca fragranza di erba e meli in fiore, cosĂŹ gradita dopo l'interminabile, crudo inverno, profumava l'aria. In netto contrasto con i delicati toni pastello dei fragili petali spiccavano i vivaci colori delle centinaia di padiglioni che si innalzavano nei prati intorno al castello. Alcune tende, di semplice tela, appartenevano a cavalieri di rango inferiore che speravano di vincere ricchi premi e acquistare prestigio con la loro abilitĂ nelle giostre, ma la maggior parte erano confezionate con strisce di tessuti preziosi, in varie combinazioni di tonalitĂ sgargianti; sulla sommitĂ di ognuna di esse garrivano al vento gli stendardi araldici. L'enorme radura brulicava di cavalieri e scudieri, araldi e cavalli, gentildonne che passeggiavano con i loro signori, e al suono di voci e di risate si mescolavano i colpi di martello dei maniscalchi, intenti a ferrare destrieri o a riparare armature ammaccate. Il cielo di un limpido azzurro si stendeva sopra di loro, i bambini scorrazzavano nel sole, finalmente liberi di sfogare le energie che erano stati costretti a reprimere durante i lunghi mesi invernali. 5


Due cavalieri, uno molto biondo e l'altro molto bruno, si aggiravano tra la folla, discutendo animatamente su meriti e demeriti dei loro avversari e intervallando la loro conversazione con qualche commento occasionale sulle varie filles de joie presenti quel giorno. Si inchinavano educatamente ai primi e sorridevano alle seconde, ammiccando sfacciatamente nella loro direzione. Furono obbligati ad arrestarsi di botto allorché due bambini sbucarono all'improvviso da dietro una fila di padiglioni a strisce gialle e rosse, su cui sventolava il vessillo di Lord Henry Raven di Ashton. Con un'imprecazione, il cavaliere biondo saltò indietro, afferrando il gomito dell'amico in un gesto di avvertimento di fronte a due spade di legno che fendevano l'aria. «Allez!» gridò uno dei bambini, attaccando l'altro con rapidissime stoccate sotto lo sguardo sbalordito dei due cavalieri. I bambini indossavano calzamaglie e tuniche di lino identiche, e il più aggressivo dei due portava un fazzoletto azzurro legato attorno alla testa. Sebbene più piccolo dell'altro, si batteva audacemente con aggraziate, agili mosse, vibrando la spada con una perizia che non tardò a far incespicare il suo avversario e a indurlo a chiedere: «Pax!» mentre cadeva a terra. Lanciando un grido di trionfo, il suo avversario sedette su di lui, descrivendo nell'aria un cerchio con la spada e annunciando la sua vittoria in tono giulivo. I due cavalieri applaudirono ed espressero il loro apprezzamento per quella dimostrazione di infantile maestria. Il bambino si voltò, fissandoli solennemente con i suoi occhi azzurri come fiordalisi. «Diamine, ma è una femmina!» esclamò il cavaliere dai capelli color della stoppia. «Santi numi!» Il suo compagno appariva altrettanto 6


allibito. «Avete mai visto una cosa simile, Austin?» Abbassandosi su un ginocchio, Austin Stratford chiuse fra le dita il mento delicato della bambina. «Vostra madre sa che cosa state facendo, madamigella?» Senza battere ciglio, lei gli scostò la mano con un colpo della sua spada di legno. Balzando in piedi, Austin si succhiò le nocche escoriate mentre il suo amico non tentava neppure di mascherare la sua ilarità. «Compatisco di tutto cuore l'uomo che sposerà questo piccolo demonio» dichiarò Troye de Valois con un sorriso malcelato. «Io non mi sposerò mai!» lo rimbeccò la bambina. «Mi batterò nei tornei e diventerò campione d'Inghilterra come mio zio.» «Davvero?» le sorrise Austin, studiando l'ovale perfetto del suo volto, certo che un giorno sarebbe diventata una vera bellezza e l'avrebbe attesa una sorte del tutto diversa. «E chi è vostro zio, se posso avere l'ardire di chiederlo?» «Ellie!» gemette il suo avversario sconfitto. «Lasciami alzare.» Lei balzò in piedi e tese la mano al ragazzo, che sbuffando e lamentandosi si spolverò la tunica. Nel frattempo la sua compagna di giochi osservava i due cavalieri, che le parvero altissimi mentre allungava il collo per guardarli in faccia. Uno era biondo e aveva una bocca ridente, l'altro era molto bruno, gli occhi più neri che castani, la bocca serrata in una linea dura. Nella tensione a stento repressa che emanava da lui si percepiva un che di minaccioso. Affrettandosi a distogliere lo sguardo dal suo viso, Ellie si rivolse al suo più affabile amico. Gonfiò il piccolo petto con palese fierezza. «È Remy St. Leger, campione d'Inghilterra, e non esiste nessuno in grado di superarlo.» 7


«E dite che è vostro zio?» I due cavalieri si scambiarono un'occhiata. «Esatto.» «Quanti anni avete, madamigella?» domandò Austin. «Ne compirò dieci il giorno di San Giorgio.» «E come mai una signora preferisce battersi piuttosto che sposarsi? Non è affatto semplice essere un cavaliere!» Ellie emise un suono sprezzante. «È talmente tedioso essere una signora! Non fanno che cucire, mangiare dolciumi e perdere tempo a parlare di cose sciocche. Perché non dovrei partecipare alle giostre? La tedesca Hildegarde Non-so-cosa lo fa, come quella donna turca di cui non ricordo il nome. E a volte battono gli uomini, da quelle deboli creature che sono. Guardate con quanta facilità ho sconfitto Rupert. È mio fratello, sapete, e ha due anni più di me. Oltre a essere più alto e più robusto.» «Chiudi la bocca!» Avvampando, Rupert le diede uno scappellotto. Soffocando a stento una risata, Austin si volse verso l'amico. Troye de Valois gli invidiò il fascino disinvolto che gli consentiva di conversare con tutti, fossero re, cavalieri o nobildonne, o perfino bambini. Esercitando uno sforzo su se stesso, intervenne in difesa del ragazzo con quella sua voce seria e sommessa, più adatta al rimprovero che all'encomio. «Vostro fratello è ancora un bambino, ma un giorno diventerà un uomo. Gli uomini possiedono una forza maggiore delle donne nelle spalle e nelle braccia.» Si interruppe e studiò la delicata struttura ossea della giovinetta, intuendo che non avrebbe mai posseduto la forza fisica della teutonica e della turca. «La vostra corporatura femminile non potrà mai competere con quella di un uomo.» 8


«Io non sono debole!» si indignò Ellie, fraintendendo le sue parole. Troye indietreggiò con le mani in alto in un gesto di resa, mentre Austin le avrebbe arruffato i capelli se non fossero stati coperti dal fazzoletto azzurro, tranne qualche ciocca ramata che sfuggiva qua e là. «Vi auguro buona fortuna, milady» si inchinò sorridendo. «Eleanor!» risuonò una voce stridula. «Eleanor, dove siete?» «La governante!» esclamarono all'unisono fratello e sorella, correndo via senza degnare i due uomini di un'altra occhiata. Dopo averli seguiti con lo sguardo finché scomparvero tra i padiglioni, i cavalieri proseguirono per la loro strada, e dimenticarono l'impertinente bambinaguerriera non appena altre cose richiamarono la loro attenzione. Troye intendeva distinguersi nel torneo, e possedeva sia l'abilità sia il coraggio per poterlo fare. L'ultimo giorno del torneo, la sorte gli assegnò come avversario il famoso Remy St. Leger. Mentre attendeva il segnale di attaccare e teneva a freno il suo destriero che scalpitava per l'impazienza, ripensò alla bambina e scrutò la lizza in tutta la sua lunghezza. Dopo una settimana di giostre, il terreno era reso ineguale e accidentato dal trepestio di tanti zoccoli. All'estremità opposta, in sella al suo stallone nero di Hannover, l'armatura placcata d'argento e la celata abbassata che scintillava al sole, St. Leger appariva inamovibile come una roccia. Aveva trentaquattro anni e lui appena venticinque, ma a suo avviso St. Leger era stato campione troppo a lungo ed era ora che si facesse da parte. «Laissez aller!» gridò il cerimoniere, agitando il suo vessillo per dare inizio alla gara. Troye affondò gli speroni nei fianchi del suo caval9


lo e rafforzò la stretta attorno alla lancia che portava sotto il braccio destro. Il terreno tremò mentre i due destrieri si slanciavano lungo il campo, e la folla assiepata ai due lati della lizza trattenne il fiato. I due avversari erano bene assortiti, ognuno saldo sulla sella, lo sguardo fisso davanti a sé attraverso la fessura della celata, mentre galoppavano l'uno verso l'altro. Un fragore di legno contro acciaio, lo schianto di una lancia che si spezza, poi il tonfo sordo prodotto da uno dei cavalieri che precipita al suolo. Per un momento regnò un silenzio attonito, che fu seguito da un gemito inorridito mentre tutti distoglievano lo sguardo dal campione disarcionato e lo portavano su Troye de Valois. I suoi pochi sostenitori applaudirono, ma la maggior parte degli spettatori erano sbigottiti. Per quanto riguardava i cavalieri, non ci fu rimpianto da parte di nessuno dei due, solo l'accettazione della superiorità della gioventù e la consapevolezza che certe cose devono giungere al termine per permettere ad altre di iniziare. Troye lanciò un grido di esultanza, scuotendo in aria il pugno chiuso, un flusso di adrenalina che gli scorreva nelle vene. Alla fine della giornata, però, quando si avvicinò al palco reale per ricevere il premio, scorse una bambina dai lunghi capelli color rame aggrappata alla ringhiera della tribuna soprastante per osservare la procedura. Anche se la riconobbe e le sorrise, lei si limitò a fissarlo con la massima serietà. Subito dopo si voltò e corse verso una donna bionda che non poteva che essere sua madre, a giudicare dai loro lineamenti assai simili e dagli occhi azzurri, sebbene il colore tanto diverso dei rispettivi capelli lo inducesse, per un istante, a dubitarne. Ma la bambina si lasciò cadere sul posto libero accanto alla donna e incrociò le braccia sul petto. Troye accettò il suo lingotto d'oro, ignorando le occhiate di ammirazione che gli scoccaro10


no le signore presenti nel palco. Il suo unico, vero amore si trovava a molte miglia da Londra e lui non prendeva alla leggera il giuramento di fedeltà che le aveva fatto. Tuttavia, su una femmina posò lo sguardo: la fanciulla che voleva diventare un cavaliere; un sorriso gli curvò le labbra al cenno riluttante con cui lei rese onore alla sua vittoria, un gesto incredibilmente maturo per una persona così giovane. Ellie era rimasta costernata nel veder cadere lo zio. Pur essendosi sentita salire le lacrime agli occhi, non ne aveva versata nemmeno una a causa della sleale ammirazione che aveva provato per il cavaliere che lo aveva atterrato. A onor del vero, era estremamente attraente, forte, audace, oltre che un esperto conoscitore del combattimento a singolar tenzone in tutte le sue forme. E lei non aveva potuto fare a meno di donargli il suo cuore. Poco dopo quell'incontro, lasciarono Arundel per tornare a casa. Suo zio non tardò a riprendersi dalla frattura al braccio e dalla contusione alla testa, e zia Beatrice annunciò con enorme sollievo che il marito si era finalmente deciso a riconoscere che il suo corpo non era più forte quanto il suo amor proprio e che era giunto il momento di ritirarsi dalle competizioni. Trascorse diverso tempo prima che suo padre, Lord Henry Raven di Ashton, li conducesse di nuovo a un torneo e, all'età di dodici anni, quando Ellie cominciò a subire i cambiamenti che preludevano allo sbocciare della sua femminilità, dietro le insistenze materne ripose la tunica e la spada di legno. Si rassegnò a diventare una signora, ma col passare del tempo scoprì che non costituiva poi un sacrificio così spaventoso. In effetti, ricavò un piacere insperato dal fatto di indossare 11


eleganti vesti di seta, di imparare a dirigere una casa in modo efficiente e, seguendo le istruzioni di zia Beatrice, a usare le erbe medicamentose per curare i lievi malesseri quotidiani. Adorava ascoltare le storie narrate dai trovatori girovaghi, racconti di gesta eroiche compiute da affascinanti cavalieri, che possedevano un'intraprendenza e un coraggio eccezionali. Nessuno di loro poteva reggere il confronto con suo zio Remy, ovviamente. Ma benché ai suoi occhi fosse il più aitante e il più ardimentoso di tutti i cavalieri del regno, era pur sempre suo zio e quindi non in grado di occupare il posto nel suo cuore che anelava a donare e a ricevere amore. Un posto che aveva già assegnato. Sua madre la preparava diligentemente alla vita futura, quella cioè di moglie di un cavaliere di rango elevato e di madre dei suoi figli, addestrandola nell'arte di essere una signora e una donna. A poco a poco, Ellie si accorse che il suo volto veniva considerato incantevole e la sua figura desiderabile. A mano a mano che cresceva notò che entrambi sortivano un certo effetto sull'altro sesso, ma purtroppo tutti gli uomini di sua conoscenza erano privi dei requisiti necessari. Quello che desiderava era un eroe. Un uomo dotato di vigore, coraggio e senso dell'onore, un uomo che avesse partecipato a molte battaglie e superato ogni sorta di avversità, un uomo che non avesse paura di farsi avanti e dimostrare il proprio valore, proprio come nei racconti dei trovatori. Conosceva un uomo del genere e nel corso degli anni aveva udito spesso menzionare il suo nome. Aveva quattordici anni quando si rese conto che tutti gli uomini che incontrava dovevano competere con quel modello di virtù che era Troye de Valois. Un uomo del genere non esisteva nel suo piccolo mondo, poiché la maggior parte dei cavalieri celibi si era recata prima nel Galles, per combattere in nome 12


del re, e di recente in Scozia, dato che Edoardo intendeva a tutti costi sottomettere gli intrepidi ribelli scozzesi. Ad Ashton Castle e nel circondario non erano rimasti che ragazzini - addestrati per diventare dei paggi o dei monaci - funzionari reali, oltre agli anziani, troppo logorati per issarsi su una sella e rassegnati a fungere da cavalieri personali di Lord Raven. Forse, in altre circostanze e se avesse incontrato dei giovani cavalieri, Ellie non si sarebbe aggrappata con tanta ostinazione all'immagine di Troye de Valois. Lo portava costantemente nel suo cuore, dove né la ragione né l'assenza riuscivano a smorzare l'ardore di quell'amore. Attendeva impaziente, in attesa che Madre Natura completasse la sua opera, trasformandola in una donna adulta. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Rupert venne scelto per entrare a far parte come cadetto della Guardia Personale del re, un gruppo elitario di uomini addestrati a difendere con la propria la vita del sovrano. Eleanor fece notare a suo padre che era ingiusto che il fratello potesse godere di quel privilegio mentre lei, un'ereditiera in età da marito, viveva segregata in campagna. Sua madre convenne che solo a corte avrebbero trovato un marito adatto alla loro figlia e, come Dio volle, intrapresero il viaggio verso Londra che Ellie aveva sognato per tanti anni. A sedici anni, la sua principale attrattiva non consisteva nello splendore della lunga chioma ramata né nella perfezione del volto, e neppure nella grazia flessuosa della figura, bensì nella luce interiore che si sprigionava da lei. Il suo amore per Troye de Valois non aveva subito un attimo di flessione nel corso degli anni. E mentre i suoi genitori valutavano gli eventuali pretendenti alla sua mano, Ellie non nutriva alcun dubbio sull'uomo che desiderava sposare. 13


Il campione del re Catherine March Inghilterra, 1295 - Nel cuore di Eleanor fin dall'infanzia c'è posto solo per un uomo: Troye de Valois. Ma il valoroso campione di Edoardo I per anni non si accorge neppure di lei, finché non ne compromette involontariamente l'onore salvandola da un'aggressione. Per impedire che l'onta distrugga la reputazione della giovane, il re ordina a Troye di farne la sua sposa. E quello che Ellie credeva il sogno della sua vita si trasforma in un incubo, perché il cavaliere, ancora innamorato della prima moglie, la tratta con rude freddezza. Quando il marito parte per andare a combattere in Scozia, lei decide di fuggire...

Menzogna e verità Laurel Ames Londra, 1809 - Una menzogna detta per paura ha condizionato la vita di Justi fin dalla nascita, ma il fatto che tutti la credano un ragazzo non le ha mai creato problemi... almeno fino alla morte del nonno e all'arrivo a Homeplace di Richard, un lontano cugino che deve farle da tutore fino al compimento della maggiore età. All'improvviso la verità inizia a bruciarle nel cuore, e non solo perché Gerard, il suo precettore, ha scoperto il segreto e la ricatta. A poco a poco, infatti, si è fatta strada in lei la consapevolezza di essere una donna, con tutti i desideri che questo comporta. Ma rivelarsi ora...


La maledizione dei Glamorgan Joanne Rock Galles, 1260 - Da quasi un secolo una maledizione condanna le donne dei Glamorgan a una vita senza amore. Ariana però non ha intenzione di morire zitella, e allorché una veggente le predice che al castello giungerà uno sconosciuto in cerca di una moglie, capisce di non poter sprecare l'occasione. E la sua determinazione si rafforza nel vedere che il cavaliere in questione, Roarke Barret, è un uomo molto attraente. Così, sapendo che il padre non osa proporla come possibile candidata, Ariana si fa passare per la cugina e convola a nozze con Roarke. Sconfiggere il malvagio sortilegio, tuttavia, non si rivelerà semplice come lei aveva sperato!

La contessa libertina Deborah Miles Inghilterra, 1810 - Tornata in Inghilterra per conoscere i familiari del defunto marito, Miranda scopre di essere stata scambiata per la dissoluta matrigna, nota come la Contessa Libertina, e risentita per la gelida accoglienza ricevuta decide di non chiarire l'equivoco. Leo Fitzgibbon, Duca di Belford, progetta di sbarazzarsi della scomoda parente offrendole una cospicua somma di denaro, ma lei non ci sta. Presto però la vera natura di Miranda comincia a emergere e il duca, di solito freddo e compassato, si sente sempre più combattuto fra il desiderio di corteggiare l'enigmatica contessa e il dovere di proteggere la reputazione della famiglia.

DAL 12 MARZO


-50% 6 romanzi, a metà prezzo Questo San Valentino scopri tutte

le sfumature dell’amore… nell’esclusivo cofanetto

*rapportato al prezzo abituale dei romanzi pubblicati nella serie *rapportato al prezzo abituale In edicola dal 22 gennaio dei romanzi pubblicati nella serie

Scopri le trame su www.harlequinmondadori.it Seguici su


NON VOGLIO FERIRTI. MA UNA VOLTA IN QUELLA CAMERA D’ALBERGO, SAPPI CHE AVRÒ QUELLO CHE VOGLIO. E NESSUNO MI POTRÀ FERMARE.

Affari, sesso e potere: un cocktail che tutti vorrebbero assaporare. VOGLIO TUTTO DI TE Siete pronte al romanzo perfetto? “Una storia carica di passione ed emozioni forti. Un protagonista sexy e oscuro. La Yates al suo meglio, favoloso.” Amazon Reviews

“Un romanzo imperdibile per le fan di Christian Grey.” Smash Blog Reviews

In libreria dal 10 febbraio

Scoprilo su www.harlequinmondadori.it - Seguici su


Tutte le sfumature della passione

Da quest’anno con nuovo sensuale look! A lei piace avere il controllo. Ma lui le farà cambiare idea… Finalmente in Italia la trilogia

I fratelli Hurley Sesso, peccati e rock’ n’ roll Belli e dannati, sono i musicisti più sexy di Chicago. “ Assolutamente sensuale.” Carly Phillips, NYT Bestselling Author

“Colpisce dritto al cuore.” Jaci Burton, NYT Bestselling Author

ESISTE UN LUOGO DOVE TUTTO È POSSIBILE... BENVENUTE AL DEN, L’ESCLUSIVO CLUB IN CUI I TABÙ E LE FANTASIE PIÙ SFRENATE POSSONO DIVENTARE REALTÀ. SIETE PRONTE A GIOCARE? L’appuntamento con il club Den è anche in libreria dove ti aspetta LASCIATI LEGARE.

In edicola dal 29 gennaio

www.harlequinmondadori.it - Seguici su


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.