MARGARET MOORE
PERFIDE TRAME
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Overlord's Bride Harlequin Historical © 2001 Margaret Wilkins Traduzione di Laura Iervicella Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici aprile 2002 Seconda edizione I Romanzi Storici Harlequin Mondadori maggio 2015 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano I ROMANZI STORICI HARLEQUIN MONDADORI ISSN 1828 - 2660 Periodico mensile n. 145 dello 07/05/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 212 del 28/03/2006 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 «Smettila di guardarti attorno a bocca aperta» scattò Lord Perronet arricciando il naso con evidente irritazione, mentre aspettava che il cavallo della nipote raggiungesse il suo. «Hai un'espressione piuttosto sciocca.» Elizabeth distolse lo sguardo dal castello davanti a loro. L'imponente struttura si profilava minacciosa nella nebbia con l'aria di un mostro affamato che osservava la sua preda avvicinarsi. «Viste le cose inaspettate che mi sono accadute negli ultimi tre giorni, sarebbe tanto strano se fossi un tantino confusa?» Suo zio socchiuse gli occhi scrutandola con evidente disapprovazione, come aveva fatto di tanto in tanto da quando era arrivato a prenderla al convento. «Sei sempre la stessa» borbottò. «Speravo che dopo tutto questo tempo le suore fossero riuscite a domarti.» «Hanno tentato, zio. Hanno tentato.» Lui si limitò a grugnire con aria sarcastica, mentre continuava il suo insoddisfacente esame. Elizabeth sapeva di non essere una visione piacevole. Se lo fosse stata, non sarebbe stata mandata in convento otto anni prima, in quell'orribile luogo di morte vivente. Le avrebbero permesso di rimanere 5
con Lady Katherine DuMonde per portare a termine la propria educazione, prepararsi al matrimonio e adempiere ai suoi doveri come signora di un castello. Si sarebbe sposata. Avrebbe avuto dei bambini. «Devi sforzarti di comportarti con proprietà e decoro, come si conviene a una dama di nobili origini» le ordinò lui. «Senza dubbio preferireste che assomigliassi di più a mia cugina Geneviève.» «Quella sgualdrina? Questo proprio no.» Elizabeth trattenne il sorriso che le era salito alle labbra. Sarebbe dovuta essere la bella e raffinata Geneviève, sua cugina, a percorrere la strada verso il castello di Donhallow, quel giorno. Invece aveva compromesso il suo onore con un nobiluomo per metà gallese e per metà normanno e lo aveva sposato lasciando suo zio in un terribile dilemma. Infatti questi aveva già stipulato un accordo matrimoniale con il potente Lord Kirkheathe e piuttosto che romperlo, si era recato al convento del Santissimo Sacramento per parlare con Elizabeth e darle la facoltà di scegliere tra restare lì fino alla sua morte o prendere il posto di Geneviève come sposa di Lord Kirkheathe. Lei non aveva avuto un istante di esitazione. Era stata la decisione più semplice che avesse mai preso. Non poteva lasciarsi sfuggire l'unica opportunità di assaporare un qualche tipo di libertà in cambio di una schiavitù certa. «Non mi avete ancora detto niente di Lord Kir kheathe» esordì mentre proseguivano il cammino verso Donhallow. Adesso scorgeva un villaggio arroccato alla base delle sue mura, come dei contadini accalcati attorno a un caldo focolare. Si sorprese a pensare che quell'immagine era molto più piacevole 6
della prima impressione che la vista del maniero le aveva evocato. «Che cosa c'è da sapere?» replicò lo zio. «Kirkheathe è ricco, rispettato, ha parecchi amici a corte e noi dovremmo pregare il cielo che acconsenta a prendere te in moglie al posto di Geneviève.» «Che cosa accadrà se si rifiuterà di farlo?» Suo zio la guardò con i suoi duri occhi neri. «Diciamo che è meglio che lo faccia. Un uomo ha bisogno di tutti gli alleati possibili a corte.» Elizabeth piegò la testa da un lato. «Non vi fidate degli uomini del re che affermano di essere vostri amici?» L'uomo arrossì. «Non ho detto niente del genere.» «Per quale altro motivo dovreste cercare un'alleanza con Lord Kirkheathe? Le sue terre sono molto lontane dalle vostre.» «Da quando una ragazza che ha passato gli ultimi otto anni in convento capisce qualcosa di politica e di alleanze?» «Credete che là dentro la politica non esista e che non si contraggano e rompano alleanze? Oppure che non ci siano segreti da mantenere e che non si desideri il potere? Se siete convinto di questo, zio, non sono io la sprovveduta.» «Sciocchezze. Tutto quello che importa è che Lord Kirkheathe ti accetti e poi andrà tutto bene, per me e per te.» «Se devo limitarmi a trattare argomenti femminili, allora parlatemi di quest'uomo, zio.» «Che cosa c'è da sapere, oltre a quello che ti ho detto?» «È bello?» Suo zio scoppiò in una risata di scherno. «Non 7
credo che tu sia nella posizione di poterti preoccupare dell'aspetto del tuo futuro sposo.» «Dal momento che non sono una bellezza, ho pensato che se lui non è attraente, forse non baderà al mio aspetto.» Ancora una volta il vecchio lord la scrutò. «Staresti meglio senza quel soggolo. Tuttavia assomigli a Geneviève più di quanto non avrei mai creduto possibile.» Elizabeth gli rivolse un'occhiata sorpresa. Lei non aveva niente in comune con i lineamenti perfetti e con i capelli setosi della cugina. A dire il vero, non la vedeva da quando aveva lasciato la casa di Lady Katherine, ma... «È stata ammalata, di recente?» chiese, pensando che forse era accaduto qualcosa che aveva deturpato l'aspetto di Geneviève. «No. Sei tu che sei migliorata.» Mentre lo guardava con aria scettica, Elizabeth ripensò alle critiche e alle frasi canzonatorie delle altre ospiti del convento nei suoi confronti, soprattutto a quelle della madre superiora. No, non era carina. Allora perché anche suo zio la stava prendendo in giro? «Lui non lo sa, vero?» Lord Perronet si girò di scatto facendo impennare il cavallo. «Chi non sa che cosa?» «Lord Kirkheathe non sa di Geneviève.» «Non ho mai detto questo.» Nonostante il suo diniego, Elizabeth si rese conto di aver colto nel segno. «Quando avete intenzione di dirglielo, prima o dopo le nozze?» Suo zio guardò la strada davanti a sé e non rispose. «Se è un uomo importante, non dovreste cercare di 8
ingannarlo. Se ha degli amici a corte presto verrà a sapere di Geneviève e allora se la prenderà con voi, zio» insistette lei. «Inoltre io non vi permetterò di farlo. Non desidero affatto sposarmi sotto falso nome.» «Preferiresti tornare in convento?» «No» rispose Elizabeth con convinzione. La vita laggiù era stata un vero inferno. Aveva sofferto la fame, il freddo e la fatica, per non parlare delle innumerevoli punizioni a cui la madre superiora l'aveva sottoposta. «Ma non comincerò una nuova vita sulla base di una menzogna. Io non ho fatto niente di sbagliato e nemmeno voi. Di sicuro si renderà conto che state solo cercando di mantenere il vostro accordo. O forse aveva un debole per Geneviève? Non può averla conosciuta, altrimenti non vi sarebbe nemmeno venuto in mente di cercare di ingannarlo.» «Tutto quello che interessa a Lord Kirkheathe è che la sua sposa sia vergine.» «Bene, quanto a questo sono estremamente qualificata. Non ho più parlato a un uomo dal momento in cui sono entrata in convento fino a quando non siete venuto a prendermi. Perciò, zio, non vedo alcun bisogno di raccontare bugie. Inoltre mia cugina non si è imparentata con una famiglia influente, anche se gallese?» «Gallese con sangue normanno» precisò lui. «Comunque hai ragione, Elizabeth, anche se devo dire che non avevo alcuna intenzione di farti passare per Geneviève.» Non gli credette nemmeno per un istante. «L'importante è che ci siamo chiariti, zio.» «Io non reputavo che fosse necessario dirglielo. Dopotutto una Perronet è sempre una Perronet.» 9
«Ma io non sono Geneviève. Tanto per cominciare, sono più anziana di lei.» «Fidati di me, Elizabeth.» Le sue parole non le recarono alcun conforto, dal momento che scorgeva ancora la trepidazione nei suoi occhi. Che cosa sarebbe accaduto se Lord Kirkheathe non l'avesse voluta e l'avesse mandata via? «Io non gli parlerei con il tono che usi con me, Elizabeth» continuò serio suo zio. «Posso assicurarti che un uomo del suo rango e della sua reputazione non tollera una tale mancanza di rispetto.» «Prometto che sarò una sposa davvero umile e rispettosa, zio» dichiarò lei, decisa a fare di tutto pur di non tornare in convento. «La madre superiora si è adoperata con ogni mezzo per farmi diventare così.» «Non credo che ci sia riuscita.» «Mi ha insegnato come avere un aspetto modesto e come agire in modo rispettoso quando è necessario» chiarì Elizabeth. «Vorrei che ti comportassi così con me.» Gli rivolse un sorriso genuino. «Con voi sono me stessa. Non è meglio?» «No!» La sua replica pungente le fece male, ma aveva imparato anche troppo bene a nascondere i propri sentimenti feriti. «Quanti anni ha Lord Kirkheathe?» «Nemmeno questo importa.» «Se non è giovane, forse non vi sarà sfuggito che un giorno potrei essere vedova, una vedova molto ricca con dei grandi possedimenti.» Elizabeth aveva colpito di nuovo nel segno e quando lui la guardò lo fece, suo malgrado, con un certo rispetto. «Credo che abbia trentotto anni. Ma prima che 10
muoia tu potresti avere un figlio da lui che erediterebbe tutto.» «Spero che avremo molti bambini, maschi e femmine. Ha altri figli?» «No.» «È stato sposato prima?» Mentre sollevava la testa per scrutare il cielo grigio la faccia dello zio si imporporò. «Basta con le domande! Penso che stia per piovere. Sarà meglio che ci affrettiamo.» Gridò un ordine al comandante dei suoi uomini e un attimo dopo si stavano dirigendo al trotto verso il villaggio, mentre il castello incombeva cupo sopra di loro. Raymond D'Estienne era seduto sulla poltrona situata sopra la predella dell'enorme sala come un re sul suo trono e accarezzava con aria assente la testa del suo cane da caccia. Anche i suoi servitori erano in attesa e spiavano la porta tesi e preoccupati. Nessuno di loro osava parlare per non farsi notare da Lord Kirkheathe. In sua presenza preferivano tutti passare inosservati. Fuori la pioggia batteva contro le spesse mura del castello di Donhallow ed era così scrosciante, che il suo rumore si sentiva nonostante il fuoco crepitasse nel grande camino del salone. Il corteo di nozze era in ritardo. Perronet e la nipote, la sua sposa, sarebbero dovuti essere lì ore prima, si disse Raymond piuttosto seccato. Forse qualche altro intoppo li aveva costretti a rallentare di nuovo. Erano giorni che riceveva missive da parte di Lord Perronet con continue scuse per il suo ritardo. 11
Se l'uomo e la ragazza non fossero arrivati entro quel giorno, quella sarebbe stata la fine di tutto. Non era un mendicante e nemmeno un pesce che si poteva prendere all'amo. Aveva bisogno del denaro che gli era stato promesso in dote, ma avrebbe potuto trovare un'altra sposa, adesso che aveva deciso che era venuto il momento di risposarsi. Quanto all'aspetto della ragazza, quel particolare era meno importante dei soldi che il matrimonio avrebbe portato. Negli anni passati Raymond aveva cercato di mantenere il castello con gli introiti provenienti dai suoi possedimenti, ma Donhallow era antico ed erano necessarie riparazioni che non si sarebbe potuto permettere senza delle entrate aggiuntive. Piuttosto che lasciarlo andare in rovina, era disposto a prendersi una nuova moglie. Aveva anche bisogno di un alleato potente per evitare che il suo avversario ottenesse più appoggi di lui a corte. E Perronet e i suoi amici potevano fornirgli quello che gli serviva. Le sue mani si chiusero a pugno come succedeva ogni volta che pensava a Fane Montross, il suo detestato vicino. Si udì un grido provenire dall'esterno e tutti i servitori guardarono con aria nervosa il loro signore che non fece il minimo movimento. Dal momento che lo avevano fatto aspettare, li avrebbe attesi lì. Non sarebbe uscito fuori sotto la pioggia per dare loro il benvenuto. La porta del salone si spalancò e Barden, il comandante della guarnigione, entrò fermandosi in mezzo alla stanza, con il mantello e l'elmo grondanti di pioggia. «Lord Perronet e il suo seguito sono arrivati, milord» annunciò. 12
Raymond chinò il capo, ma non si mosse. Dovevano rendersi conto che era in collera. Barden, che aveva iniziato la sua carriera come soldato semplice, conosceva il suo padrone troppo bene per aspettarsi un'altra risposta. Con la sua caratteristica efficienza militare, si voltò e uscì. Qualche istante più tardi l'uscio si aprì di nuovo e la figura familiare di Lord Perronet comparve sulla soglia. Alle sue spalle c'era una donna avvolta in un mantello fradicio di pioggia. Senza dubbio si trattava della sua sposa. Mentre Raymond li osservava senza mutare espressione, Lord Perronet si avvicinò e fece un inchino lanciando un'occhiata sospettosa al cane di Lord Kirkheathe, Cadmus. «Perdonatemi per il ritardo, milord. Il tempo è stato inclemente, come sicuramente vi sarete reso conto anche voi, e abbiamo avuto dei problemi con un cavallo che si è azzoppato. Non potete immaginare quanto io sia contento che siamo arrivati a destinazione sani e salvi.» Fece un sorriso esitante che non servì a placare Raymond che tuttavia si alzò e piegò il capo a sua volta. «Permettetemi di presentarvi mia nipote, milord» continuò Perronet voltandosi e facendo un cenno alla giovane per invitarla a venire avanti. Lei avanzò lentamente facendo scivolare all'indietro il cappuccio di lana grigia del suo mantello, pesante per la pioggia. Perronet non aveva fatto che lodare la bellezza della nipote e Raymond si era convinto che stesse mentendo, o fosse piuttosto un'esagerazione tesa ad accrescere il valore della donna. Invece, con sua grande sorpresa, si rese conto che 13
aveva detto la verità. Il suo viso minuto era circondato da un severo soggolo, ma il velo sembrava enfatizzare i suoi lineamenti incantevoli. I grandi occhi nocciola, ombreggiati da lunghe ciglia, brillavano alla luce delle torce. Il suo naso era perfetto, per fortuna del tutto diverso da quello dello zio, e le sue guance sembravano morbide come il velluto. Poi c'erano le labbra, rosee e piene che sembravano fatte per baciare. Una sensazione di puro e violento desiderio, come non ne provava da tantissimo tempo, colpì Raymond con la stessa violenza del pugno di un nemico. Un bisogno urgente gli incendiò il sangue e pulsò dolorosamente nelle sue vene rammentandogli quanto fossero vuoti i suoi giorni. E le notti. Eppure, mentre quelle emozioni prendevano vita, lui si disse che erano sentimenti che non desiderava provare. Erano sintomo di debolezza. Aveva avuto la sventura di cadervi vittima già una volta e non avrebbe mai più ripetuto l'esperienza. La donna si fermò accanto allo zio. Guardò Perronet e poi tornò a rivolgere la sua attenzione a lui. «Io sono Elizabeth Perronet.» La sua voce era particolare come il suo viso, musicale, molto piacevole e al contempo determinata. Tuttavia non furono quelle caratteristiche a far accigliare Raymond. Lui avrebbe dovuto sposare Geneviève Perronet. «Milord» esordì Lord Perronet in tono conciliante dopo avere indirizzato un'occhiata fulminante alla ragazza. «Questa è l'altra mia nipote. Sfortunatamente Geneviève si è rivelata indegna di vostra signoria e dell'onore di diventare la vostra sposa. Tuttavia Elizabeth non ha niente da invidiare a sua cugina e può 14
sostituirla senza che voi perdiate nel cambio. Inoltre resta inteso che la dote rimane la stessa.» Raymond si rese conto che, di qualsiasi cosa si trattasse, quella conversazione non aveva bisogno di pubblico. Avrebbero potuto discuterne in tutta tranquillità nell'intimità dei suoi appartamenti. Fece cenno a Cadmus di restare lì e poi guardò con intenzione Lord Perronet, prima di voltarsi verso la scala che conduceva alle sue stanze. L'uomo si rivolse alla nipote. «Aspetta qui. Sistemerò tutto io.» «No, zio» replicò lei, senza darsi la pena di abbassare la voce. «Questo riguarda me, perciò dovrei prendere parte alla discussione. Non sono un soprammobile e nemmeno un pezzo di legno.» «Elizabeth» la mise in guardia Perronet. Raymond inarcò un sopracciglio. Lord Perronet si affrettò a raggiungerlo, seguito dalla ragazza. Una donna davvero audace. Questo era un bene o un male? Allicia non lo era stata, perlomeno non fino all'ultima notte della sua vita. Tornò a dirigersi verso le sue stanze e sentì che i due lo seguivano. «È muto?» sussurrò Elizabeth Perronet salendo le scale. Le labbra di Raymond si piegarono in un sorriso, mentre li attendeva all'ingresso del salotto privato. Fece entrare lo zio e poi, quando lei gli arrivò al fianco, rispose. «No, non sono muto» affermò con un sussurro ruvido, tutto quello che restava della sua voce un tempo melodiosa.
15
Perfide trame Margaret Moore Inghilterra, Medioevo - Quando lo zio le propone di sposarsi, Elizabeth accetta senza esitazioni per sfuggire alla terribile vita che conduce rinchiusa in convento. Ed è ancor più soddisfatta della decisione quando si trova al cospetto dell'affascinante Lord Kirkheathe, il futuro marito! Tuttavia l'uomo nasconde...
Signore della notte Deborah Hale Inghilterra, 1818 - Ritornato da Waterloo ferito nel corpo e nell'anima, Lord Lucius Daventry deve esaudire l'ultimo desiderio del nonno morente sposando Angela Lacewood. L'insignificante giovinetta di un tempo, però, si è trasformata in una donna bellissima, in grado di rischiarare la cupa notte del suo cuore.
La figlia del vicario Lyn Stone Inghilterra, 1856 - Sette anni prima Lord Nicholas era partito per l'India lasciando Emily con il cuore infranto e la reputazione compromessa. Ora è tornato, e corrono strane voci su di lui. Emily si introduce nel suo maniero per indagare e poi viene costretta a rimanervi a causa di un'epidemia. Ma lo scandalo...
Misteri veneziani Amanda McCabe Venezia, 1525 - Sotto l'aspetto dimesso Giulietta nasconde eccezionali poteri. Così, quando Marco Antonio Velazquez, ardito capitano spagnolo, la invita al più importante ballo in maschera di Venezia, lei si chiede come resistere al fascino magnetico dell'uomo più bello mai entrato nella sua bottega di profumi.
Il bacio del cavaliere Catherine March Inghilterra, 1277 - Dopo aver perso il fidanzato poco prima delle nozze, Lady Beatrice decide di ritirarsi in convento. Durante il viaggio, si trova da sola con Remy St. Leger, l'affascinante cavaliere che le fa da scorta. Avvertendo il desiderio di conoscere ciò a cui sta per rinunciare, gli chiede un bacio. Ma...
Emily e il duca Gayle Wilson Londra, 1813 - Nonostante un brevissimo matrimonio, Lady Emily non ha mai conosciuto l'amore e tanto meno la passione. I suoi sensi si risvegliano tuttavia quando incontra Lord Dominic Maitland, Duca di Avon, il quale però fa di tutto per umiliarla. In realtà, lui è un agente segreto al servizio della Corona e...
Il barone scalpellino Lyn Stone Scozia, 1856 - Ogni sei mesi, per ripagare i debiti contratti dal padre, James Garrow, Barone di Galioch, lascia la sua proprietà nelle Highlands e si trasferisce a Edimburgo per lavorare come scalpellino. Quando Lord Eastonby gli propone di sposare la focosa figlia Susanna, le prospettive del barone scalpellino cambiano.
Il tesoro del re Nicola Cornick Inghilterra, 1645 - Quattro anni dopo il suo fidanzamento con Lady Anne, Simon Greville torna al castello di Grafton, non come promesso sposo ma quale comandante delle truppe nemiche. E quando il maniero cade nelle mani di Simon, lui decide di rivendicare gli antichi diritti sulla fanciulla...
DALL'8 LUGLIO
Non rinunciare a leggere... RISPARMIA!
LE OFFERTE DEL MESE Segreti & Verità milionarie - solo 4,50 € ANZICHÈ 6,20 €
DAL 9 MAGGIO
Le collane più amate in una antologia da 3 romanzi sconto del 35 %: risparmi 3,40 €!
DAL 15 MAGGIO
www.harlequinmondadori.it – Seguici su
Tutte le sfumature della passione
Da quest’anno con un nuovo sensuale look!
Tuesday protegge il suo cuore tenendo a distanza ogni uomo, ma l’attrazione per un sexy musicista sta mettendo a dura prova le sue inibizioni.
I fratelli Hurley Sesso, peccati e rock’ n’ roll Belli e dannati, sono i musicisti più sexy di Chicago. “Assolutamente sensuale.” Carly Phillips, NYT Bestselling Author
LEI: Barista appassionata d’arte LUI: Pubblicitario di successo Fuori dalle lenzuola potrebbero essere compatibili o le differenze tra loro prevarranno? Jamie vorrebbe poter tirarsi indietro ma gli occhi azzurri di Miles e il suo corpo mozzafiato sono una tentazione continua! “Un vero must della letteratura erotica!” Book Crush Reviews
In edicola dal 28 maggio
www.harlequinmondadori.it - Seguici su
DEANNA RAYBOURN UNA PROTAGONISTA INDIMENTICABILE, SELVAGGIA E INDOMABILE COME IL VENTO DELLA SAVANA. “Un esotico viaggio per ritrovare se stessi. Magistrale.” Kirkus Reviews
“Preparatevi a partire per il Kenya di inizio ‘900, tra tradizioni Masai e lussuosi circoli europei, selvagge battute di caccia e infuocati tramonti africani. Un romanzo elegante e profondo, capace di toccare le corde del cuore.” Library Journal AFRICA, MON AMOUR Parigi, 1923. Delilah Drummond è nota nei circoli parigini per i suoi scandali. L’ultimo, però, è talmente grande da costringerla a trasferirsi in Kenya. Fairlight, questo il nome della casa, è ciò che rimane di uno sogno africano ormai sbiadito, un mondo dove espatriati dissoluti conducono la loro vita tra gin, musica jazz, sigarette e safari. Come signora della tenuta, anche Delilah si abbandona ai piaceri di questa società. Ma sullo sfondo di questa vita frivola si staglia l’integerrimo Ryder White. Così diverso dagli altri, diventerà la guida di Delilah alla scoperta della complicata bellezza di quel mondo sconosciuto che è l’Africa. Quando questo luogo sacro sarà profanato col sangue, lei scoprirà per che cosa vale la pena lottare.
In libreria dal 19 maggio
www.harlequinmondadori.it - Seguici su