Ami Weaver
Aperitivo tra... amici?
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: In the Line of Duty Harlequin Mills & Boon Romance © 2013 Ami Weaver Traduzione di Raffaella Fontana Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly settembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2571 dello 09/09/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 Le prime cose che Matt Bowden aveva tirato fuori da uno degli scatoloni erano state: la macchina per il caffè, lo spazzolino da denti, il caricabatterie del cellulare, vestiti puliti e la ciotola del cane. Nella vita era importante sapere cosa contava davvero, e quella mattina, dopo aver lasciato uscire Aldo – un incrocio tra un pastore tedesco e Dio solo sapeva cos'altro – nel giardino sul retro, era contento di aver programmato tutto in anticipo. Fece un profondo sospiro ed entrò nella cucina della villetta appena affittata. Uhm... caffè! Tornare a Grand Rapids, Michigan, il paese in cui era cresciuto, era l'ultima cosa che avrebbe pensato di fare, ma quando, subito dopo aver lasciato l'esercito, il suo ex commilitone, Brice, e sua moglie Marley, lo avevano chiamato per proporgli di aprire con loro un'agenzia di viaggi-avventura, non aveva potuto rifiutare. Per uno come lui, amante degli sport e delle attività all'aria aperta, era un lavoro semplicemente perfetto. E così eccolo lì, almeno per il momento, visto che non era mai stato bravo a mettere le radici, ragion per cui la vita nell'esercito gli era parsa così attraente. Non che in quel posto gli restasse granché: sua 5
madre si era trasferita in Texas quando lui era entrato nell'esercito subito dopo le scuole superiori, e così, tranne che per partecipare a un paio di matrimoni, in quasi vent'anni non aveva più avuto occasione di tornare in Michigan. Matt scosse la testa. Chi l'avrebbe mai detto? Contava di restare nell'esercito per un'altra decina d'anni, ma dopo l'ultima missione a Kabul i suoi programmi erano cambiati. Mentre si versava la prima tazza di caffè, l'abbaiare di un cane attirò la sua attenzione. Che strano, il rumore proveniva dalla strada, Aldo invece si trovava in giardino. Matt si fece largo tra gli scatoloni e raggiunse la finestra sul davanti giusto in tempo per vedere Aldo con le zampe sul petto di una donna dai capelli rossi. Imprecando, Matt spalancò la porta di casa e si precipitò fuori in calzini. In marzo. Infischiandosene del freddo e del gelo, corse gridando il nome del cane. «Mi scusi tanto, signora!» esclamò afferrando Aldo per il collare. «Deve essere riuscito ad aprire il cancello.» A quel punto Matt sollevò lo sguardo dapprima sul seno, dopotutto era un uomo, e poi sul volto della sconosciuta. I lineamenti contratti per l'irritazione gli erano familiari: Callie Marshall. Wow. Il cuore gli accelerò all'improvviso, il che era fuori luogo, visto che si trattava della vedova del suo migliore amico. Ci mise un attimo per riaversi dalla sorpresa. «Scusami, Callie. Di solito non scappa.» Lei inclinò la testa e spalancò gli occhi. La sua espressione era passata dalla rabbia allo sbigottimento e allo shock vero e proprio. «Matt? Aspetta... ma... 6
non avevo idea che fossi... il mio vicino.» Matt si sentiva stranamente a disagio. «Già, mi sono appena trasferito. Intendevo venirti a trovare. Come te la passi?» La domanda suonava inadeguata persino alle sue orecchie, visto quello che lei aveva passato nell'ultimo anno e mezzo. La vedova del suo migliore amico abitava proprio nella casa di fronte alla sua. Oh, Signore! Lei gli rivolse un debole sorriso. «Va un po' meglio.» Si ripulì la maglia dal fango e lo sguardo di Matt cadde nuovamente sul suo seno. Dannazione. Deglutì e si sforzò di guardare altrove. «Mi dispiace davvero. Aldo di solito non è così indisciplinato.» «Non so se lo sai, ma io, così come molti dei vicini, ho due figli. Non possiamo permettere che un cane indisciplinato si aggiri liberamente per la strada.» «Capisco.» Aveva ragione, ma pensava davvero che avrebbe permesso al suo cane di andare in giro a far del male ai passanti? «È semplicemente un po' su di giri, sai, con tutte le novità.» «Immagino» fece lei asciutta. «Adesso però devo andare a cambiarmi, altrimenti farò tardi al lavoro.» Così dicendo lo fissò accigliata. «E mi pare che tu ti debba cambiare le calze.» Lui abbassò lo sguardo sui suoi piedi mezzo congelati. «Già, sono uscito di corsa. E scusami ancora, Callie.» «Cerca di tenerlo legato. Mi ha fatto piacere rivederti, Matt.» Si voltò e si allontanò mentre lui riportava di peso il cane in giardino. Per precauzione avrebbe cambiato la serratura del cancello. Callie aveva ragione: non poteva permettere ad Aldo di uscire indisturbato e di andare a seminare il panico nel vicinato, o a farsi mettere sotto da una macchina. 7
Ma Callie... Matt aveva davvero intenzione di andare a trovarla. Visto che era in missione in Afghanistan non era nemmeno riuscito ad andare al funerale del suo amico. Quando ripensava a Jason, avvertiva ancora una fitta al cuore. In ogni caso non si aspettava certo di incontrarla così presto, né tanto meno di averla come vicina di casa. Non si poteva certo dire che fosse apparsa contenta di rivederlo. Forse l'ultima cosa di cui aveva bisogno era qualcuno che le ricordasse costantemente il marito scomparso. Se lo avesse saputo, avrebbe affittato un'altra casa? Ormai che importanza poteva avere? «Cosa ti è saltato in mente?» chiese Matt carezzando le orecchie del cane. Da quando lo aveva portato a casa dall'Afghanistan, aveva cercato di addestrarlo e l'animale aveva fatto notevoli progressi, ma restava ancora molta strada da percorrere. D'altro canto era la prima volta che saltava addosso a qualcuno in quella maniera. Ancora una volta il suo pensiero andò a Callie. Chissà come stava? Era difficile dirlo dopo un incontro così rapido, ma da quel che aveva potuto vedere, la sua casa era ben tenuta, così forse le cose non erano troppo difficili. Negli ultimi mesi gli era capitato di pensare a lei di quando in quando e, pur non sapendo che fossero i suoi, guardando fuori dalla finestra il mattino prima, aveva scorto dei bambini. Adesso lo sapeva, e per qualche motivo non li avrebbe più guardati allo stesso modo. Callie era ancora furiosa quando uscì di casa per andare al salone di bellezza. Non era lunedì, ma la sensazione era quella: i capricci dei bambini, la ciotola di cereali rovesciata sulla maglietta pulita di 8
Liam e, dulcis in fundo, le zampacce di quel cane sulla maglia. Per non parlare dello shock nel rivedere il vecchio amico di Jason, Matt Bowden. Fece un profondo respiro. L'amico di Jason. Per quanto debole, Matt era pur sempre un legame con suo marito. Con il suo passato. E lei non sapeva come questa cosa la facesse sentire. Certo, le capitava continuamente di incontrare gente che aveva conosciuto Jason, ma Matt era il suo migliore amico. Lo erano stati per tutta la vita. Ciononostante Callie non poteva certo dire di conoscerlo. Era stato una sorta di presenza discreta e distante. Lo aveva accettato per il semplice fatto che suo marito gli era molto affezionato. Del resto, visto che era nell'esercito, Matt non aveva molte possibilità di partecipare ai loro barbecue. Non era nemmeno riuscito a essere presente al funerale. Era in missione quando Jason, un vigile del fuoco, era morto in un incidente sul lavoro. Ci era voluto un po', ma adesso Callie iniziava a sentirsi meglio. Erano stati i suoi figli a darle la forza di andare avanti, ma aver rivisto Matt l'aveva nuovamente destabilizzata. Se solo avesse saputo che era tornato a casa... Del resto anche lui era parso molto sorpreso. Temeva di essersi comportata in maniera maleducata. D'accordo, era una giornataccia, ma non era certo colpa sua, inoltre si era scusato per l'incidente col cane. Parcheggiò il furgoncino al solito posto vicino al salone ed entrò di corsa. «Scusami tanto, Lori» esordì, anche se l'aveva chiamata per avvertirla del ritardo. «Non ti preoccupare» la tranquillizzò l'amica, che 9
nella fattispecie era anche il suo capo. «Cosa è successo?» Callie appese la giacca, che per fortuna non si era sporcata. «Mi hai parlato di un nuovo vicino di casa» continuò la donna, come sempre molto perspicace. «È single?» Callie rimase paralizzata per un attimo. «Non saprei. È un vecchio amico di Jason. Erano anni che non lo vedevo.» L'ultima volta che aveva sentito parlare di lui, era fidanzato. Erano trascorsi parecchi anni, il che significava che probabilmente adesso c'era una signora Bowden. In effetti, Matt aveva detto che si erano trasferiti, eppure Jason non le aveva mai parlato di un matrimonio. «Un vecchio amico di Jason. Molto bene. Speriamo che sia single. E com'è, bello?» Su questo non c'erano dubbi. Callie era stupita di essere riuscita a notarlo pur nella concitazione del momento, eppure ricordava alla perfezione le sue spalle ampie, le grandi mani, le cosce muscolose e i meravigliosi occhi azzurri. I suoi occhi le erano sempre piaciuti. La sua presa sul collare del cane era ferma ma delicata al tempo stesso e i capelli erano tagliati corti. «Si direbbe proprio di sì» fece Lori con un sorriso e Callie divenne paonazza. «Non saprei» riuscì a rispondere. Era passato tanto di quel tempo dall'ultima volta in cui aveva guardato un uomo che non fosse suo marito che l'idea la lasciò disorientata. «L'incontro è durato un attimo, e poi ero concentrata sulle zampe del cane.» «Mi sembra naturale, ma la prossima volta che lo incontri potrai osservarlo meglio.» 10
Callie scoppiò a ridere. «O magari potresti venire da me e osservarlo tu stessa.» «Chissà, forse lo farò» replicò Lori con un sorrisetto. In quel momento entrò nel salone la prima cliente della giornata e Callie non poté ribattere, ma dentro di sé aveva deciso che avrebbe cresciuto i suoi figli da sola. Non sarebbe mai riuscita a trovare un uomo in grado di prendere il posto di Jason e di sicuro non sarebbe stato quel Matt, che era stato persino loro testimone di nozze. No, non poteva correre rischi, né per sé né per i propri figli. Per il resto della giornata non toccarono più l'argomento Matt, eppure Callie non riusciva a toglierselo dalla testa, il che la rendeva irritabile. Parcheggiò nel vialetto di ingresso alla casa e prima di scendere dal furgoncino controllò che il cane non fosse nei paraggi. Non le era parso cattivo, semplicemente indisciplinato, ma preferiva che non si avvicinasse troppo ai suoi figli. Accertatasi che la via fosse libera, andò a prendere i bambini da Colleen, una vicina di casa che gestiva una specie di asilo. «Ciao, Callie» la salutò la donna. «Sono pronti per andare. Ho visto che stamattina hai incontrato il nuovo vicino di casa.» «Ehm, sì... o meglio, il suo cane» disse raccogliendo gli zaini dei bambini. «Se solo non fossi sposata...» fece Colleen. «Ma lo sei» le ricordò l'amica prima di fare una breve pausa. «Si chiama Matt Bowden. Era un amico di Jason.» 11
Il sorriso sparì immediatamente dalla faccia di Colleen. «Oh, mi dispiace.» Callie scosse la testa. «Non ti preoccupare. Non lo conosco molto bene. Era nell'esercito, non so altro. Lui e Jason erano amici d'infanzia.» Chissà se i genitori di Jason sapevano che era tornato in paese? Se anche ne fossero stati a conoscenza non le avevano detto niente. «La cosa ti dà fastidio?» «Dubito che lo vedrò molto spesso, in ogni caso non è un problema.» Sempre che avesse tenuto quel cane al guinzaglio. Per il resto poteva gestire la situazione. Quanto ai suoi figli, non avrebbe detto loro che il nuovo vicino era un amico del papà. I due piccoli fecero irruzione nell'ingresso e la abbracciarono. Durante la confusione che precedeva sempre la cena, Callie riuscì a non pensare a Matt, o perlomeno non troppo. Nell'aria si respirava una promessa di primavera, così Callie lasciò la porta aperta. Quando vide i figli sull'uscio, andò subito a controllare cosa stesse succedendo. Quel cane era di ritorno. «Cane!» fece Liam sorridendo. «Ma non è il nostro cane» affermò lei con determinazione, sollevando lo sguardo in direzione della casa di fronte. La luce era accesa e sul vialetto era parcheggiata una macchina. Il cancello era aperto. «Vado subito a riportarlo a casa sua.» «Possiamo venire anche noi?» chiese Eli eccitato, ma Callie scosse la testa. «Se volete potete restare sul portico e guardare.» 12
In quel modo avrebbe anche potuto tenerli d'occhio: due piccioni con una fava. Callie allungò una mano con circospezione. «Forza, amico. Si torna a casa» disse, ma il cane si sdraiò scodinzolando forte. «No! Alzati. È ora di andare a casa.» «Non è ben addestrato» osservò Eli, divertito. «Dove abita?» «Laggiù.» Con l'amico di vostro padre, pensò senza dirlo. Ma perché era così fissata su quel dettaglio? Era appena riuscita a trascinare il cane giù dalle scale quando furono raggiunti da Matt. «Callie, mi dispiace tanto. Dannato cane!» esclamò scuotendo la testa. «Aldo. Come diavolo sei arrivato qui?» Aldo scodinzolò e abbaiò. «Il cancello è aperto» gli fece notare lei, rimuovendo la mano dal collare del cane in modo da evitare qualsiasi contatto con Matt. La grande mano di lui sfiorò quella di Callie e il calore generato da quel contatto per poco non le fece perdere l'equilibrio. Che strano, non si era mai sentita così. La sua risata le riecheggiò dentro. «Oh, adesso capisco» disse accarezzando il cane con affetto, poi la guardò. Quegli incredibili occhi azzurri sembrarono penetrarle l'anima. «Sono spiacente, Callie. Non so esattamente quale sia il problema, ma tu gli piaci.» Sembrava quasi sorpreso. Callie si irrigidì. «Strano, vero? Spero proprio che riparerai quel cancello. Non vorrai certo che finisca sotto una macchina.» Gli rivolse un mezzo sorriso e si voltò per tornare in casa, dove sarebbe stata al sicuro. Lui la afferrò per un braccio e la trattenne. «Quanti anni hanno?» chiese a bassa voce guardando Liam ed Eli, e Callie sentì suo malgrado una 13
fitta al cuore. Eppure era normale che chiedesse: erano i figli del suo migliore amico. Doveva essere difficile anche per lui. «Liam ha tre anni ed Eli cinque. Buonanotte.» Lei si voltò e tornò in casa, lasciando Matt sul vialetto con quel cane indisciplinato.
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