J2572 dolci segreti tra ex

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Susan Meier

Dolci segreti tra ex


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Father for Her Triplets Harlequin Mills & Boon Romance © 2013 Linda Susan Meier Traduzione di Laura Polli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly settembre 2014 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2572 del 16/09/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Il vantaggio di essere ricchi erano, naturalmente, i giocattoli. Non c'era niente che Wyatt McKenzie volesse e non potesse avere. In una tiepida mattina di aprile, percorrendo l'autostrada che portava a Newland, Maryland, Wyatt aumentò la velocità della sua moto di grossa cilindrata e sorrise. Adorava quel genere di giocattoli. Un altro vantaggio di essere ricchi era il potere. Non che lui avesse la possibilità di scatenare una guerra, o di controllare la vita delle persone che dipendevano da lui per lavoro e reddito. Il potere che gli piaceva era quello che aveva sulla sua agenda di impegni quotidiani. Come quel giorno, tanto per fare un esempio. Sua nonna era morta un mese prima, ed era arrivato il momento di svuotare la casa e metterla in vendita. La famiglia avrebbe potuto assumere qualcuno che svolgesse quel compito, ma l'anziana signora McKenzie aveva avuto l'abitudine di riporre denaro e preziosi nei luoghi più impensati. Quando nessuno dei suoi gioielli era stato trovato nella sua casa di città in Florida, la madre di Wyatt aveva immaginato che la suocera li custodisse in quella in cui abitava quando tornava nel Maryland. E Wyatt si era offerto di andare in moto a Newland per effettuare un sopralluogo in casa della nonna. Inoltre, dopo lunghi mesi di furiose battaglie legali, una 5


settimana prima era riuscito a liquidare definitivamente la sua ex fidanzata, e aveva sentito il bisogno di festeggiare in qualche modo l'avvenimento. Quel lungo viaggio in moto per recuperare i gioielli di sua nonna gli era sembrato un'ottima scusa per concedersi una breve pausa di relax e archiviare una volta per tutte il passato. Si era concesso un mese intero di vacanza, informando semplicemente Arnie, il suo assistente, di cancellare tutti i suoi impegni per le prossime quattro settimane, senza fornire alcuna spiegazione o giustificazione. Si era limitato a dire: Me ne vado, ci vediamo il mese prossimo. Wyatt diminuì la velocità imboccando la rampa di uscita dell'autostrada per Newland, la piccola città in cui era nato e cresciuto. Dopo avere acquistato la casa editrice che pubblicava i suoi romanzi a fumetti, si era trasferito con tutta la famiglia in Florida, dove si godeva la vita fra sole e mare. I suoi genitori tornavano ogni tanto a Newland, per andare a far visita ai parenti. Sua nonna aveva trascorso per anni stagioni intere in Florida. Ma per quanto lo riguardava erano trascorsi quindici anni dall'ultima volta che era stato a Newland. Adesso era tornato, anche se molto cambiato. Era un uomo ricco. Non era più il ragazzo timido che suscitava simpatia ma che molti avevano preso in giro. Il nerd alto e magro che non aveva mai dato lustro alla propria classe durante i saggi di ginnastica. Ora invece si era trasformato in un fusto di più di un metro e novanta, che si allenava quasi tutti i giorni e che era riuscito a fare fortuna con la sua passione per la tecnologia e il disegno. Immaginando il benvenuto che stava per ricevere dai suoi concittadini sorrise, imboccando Main Street e poi Cape Cod, il viale dove aveva abitato sua nonna, e infine la sua villetta bassa, con le persiane azzurre, il giardino circondato da un'alta siepe che cercava di garantire un minimo 6


di privacy dalla proprietà accanto, praticamente identica. Una zona residenziale modesta, tranquilla. Esattamente come lo stile di vita della maggioranza degli abitanti di Newland. Uno stile molto diverso da quello costoso e brillante che lui conduceva in Florida, fra lavoro, sport acquatici, cocktail party, galà per raccogliere fondi da destinare in beneficenza. Entrò nel vialetto e posteggiò la moto. Tolse il casco, infilò gli occhiali da sole e si diresse verso il garage. La saracinesca di legno si aprì senza neppure bisogno di usare la chiave. Nessuna serratura o impianto di allarme per sua nonna, pensò Wyatt. Newland era un luogo sicuro oltre che tranquillo, molto diverso da quello in cui abitava attualmente. La sicurezza delle piccole città... Dove si conoscevano i vicini di casa. Si diventava amici. Gli mancava tutto questo, inutile negarlo, pensò a quel punto, inspirando il tipico odore di olio e benzina che aleggiava nella rimessa. Si voltò per andare a prendere la moto. «Ehi, signore» disse una voce infantile con un leggero difetto nel pronunciare la esse. Wyatt si guardò intorno, ma non vide nessuno. «Ehi, signore! » Questa volta il tono era più deciso. Wyatt guardò nella direzione da cui proveniva la voce e vide un bambino di quattro o cinque anni vicino a una fenditura della siepe che gli sorrideva. «Ciao. È tua la moto?» «Sì» annuì Wyatt avvicinandosi alla siepe. Il bambino aveva occhi castani e capelli dello stesso colore tagliati corti. Era magro e indossava jeans e maglietta macchiati d'erba. «Posso fare un giro con la tua moto?» Wyatt valutò con lo sguardo il suo interlocutore e scosse il capo. «Devi aspettare ancora qualche anno prima di potere guidare una moto... Come ti chiami?» «Owen!» chiamò a quel punto una voce femminile che Wyatt riconobbe subito. 7


Impossibile dimenticarla, pensò, trattenendo il respiro. Missy. Missy Johnson Brooks, la ragazza più carina del liceo. Nipote della vicina di casa di sua nonna. La ragazza a cui aveva accettato di dare lezioni di algebra per avere la possibilità di stare seduto vicino a lei. «Owen! Tesoro, dove sei?» Calda e melodiosa, quella voce gli suscitò una vera e propria ondata di ricordi adolescenziali. «Immagino che tu sia Owen» dedusse, osservando il bambino. Il piccolo annuì sorridendo. Un istante dopo una donna comparve accanto alla fenditura della siepe, i lunghi capelli biondi raccolti alla base della nuca. Nel corso di quei quindici anni, lui era cambiato parecchio, pensò Wyatt. Per Missy, invece, sembrava che il tempo non fosse passato. Era bellissima, proprio come se la ricordava. Occhi grigioazzurri, bocca ben disegnata, pelle candida, figura alta e ben modellata, che non passava inosservata nemmeno con il semplice paio di pantaloncini e maglietta che indossava. A trentatré anni, Missy aveva ancora un paio di gambe perfette, come quando aveva fatto parte delle cheerleaders della squadra di football della Newland High School. Aveva avuto occasione di frequentare Missy grazie all'algebra e al fatto che le loro rispettive nonne erano state vicine di casa. A quell'epoca Missy era stata eletta capitano delle cheerleaders, reginetta di bellezza del liceo, reginetta della festa del diploma, reginetta di un mucchio di altre manifestazioni scolastiche. E lui, invece, visto che era stato solo il re dei nerds, aveva sognato di baciarla fin da quando aveva avuto dodici anni. Insomma aveva avuto una cotta terribile per lei... «Posso fare qualcosa per lei?» gli domandò Missy, riportandolo bruscamente alla realtà. 8


Da quel tono formale, Wyatt si rese conto che lei non lo aveva riconosciuto. Fantastico, pensò, abbozzando un sorriso. «Davvero non ti ricordi di me?» «Dovrei?» «Be', è stato grazie a me che sei riuscita a superare l'esame di algebra.» Missy lo fissò un istante poi trattenne il respiro. «Wyatt?» «Proprio io, in carne e ossa» le confermò sorridendo. Missy osservò la giacca di pelle nera che lui indossava, i jeans, il casco che aveva sottobraccio e rimase un istante senza parole, come se non riuscisse a far combaciare il ricordo del nerd del liceo con l'uomo che aveva di fronte. «Wyatt?» ripeté, incredula. «In effetti sono un po' cambiato» ammise lui con un sorriso, togliendo gli occhiali da sole. Lei lo guardò in un modo che gli fece scorrere più velocemente il sangue nelle vene. In quel momento gli sembrò di essere tornato adolescente, con una cotta furiosa per la ragazza più bella del liceo. E la sua naturale inclinazione a cogliere l'occasione scattò subito. «È tuo figlio?» domandò, accennando a Owen. «Sì» annuì lei, posando una mano sui capelli a spazzola del bambino. «Mamma! Mamma!» esclamò una bambina bionda, raggiungendola di corsa. «Lainie mi ha picchiata» piagnucolò, aggrappandosi a lei. «Non è vero!» gridò una bambina bruna, che aveva rincorso l'altra. Wyatt si accigliò. Missy aveva tre bambini? «Questi sono i miei figli gemelli, Owen, Helaina e Claire» li presentò Missy con una punta di orgoglio. «Gemelli?» ripeté Wyatt, sorpreso. «Proprio così» gli confermò lei. Oh, santo cielo... «Immagino che tu e tuo marito siate...» Wyatt tacque un 9


istante, cercando l'aggettivo giusto. Stanchi, stressati, disperati? «Molto orgogliosi di loro» concluse. Missy spinse dolcemente i suoi tre figli verso casa. «Tornate dentro. Vi raggiungo subito» mormorò. Anche se un po' a malincuore, i bambini obbedirono e Missy si voltò di nuovo verso l'uomo che si trovava dall'altra parte della siepe, pensando che Wyatt McKenzie era l'uomo più attraente che le fosse mai capitato di incontrare. Bruno, alto, muscoloso, con uno splendido paio di occhi scuri, sembrava l'eroe di uno dei suoi film d'azione preferiti. Come aveva fatto a non accorgersi di lui al liceo? Cosa diamine aveva avuto al posto degli occhi? Il cuore le accelerò i battiti, facendo fatica a far combaciare il ricordo che aveva di Wyatt con il fusto che aveva di fronte. La vista di lui, inoltre, le riportò alla mente ricordi che preferiva tenere relegati in un angolo della mente. «Io e il mio compagno ci siamo lasciati» lo informò. «Mi spiace» mormorò Wyatt. «A me no. Meglio così. E tu?» «Sono anch'io reduce da una delusione sentimentale» la informò brevemente. Di una cosa era certa... Ai tempi del liceo Wyatt non aveva avuto quella voce calda e virile, pensò Missy, sentendo un delizioso brivido lungo la schiena. Com'era possibile provare un'attrazione così intensa e immediata per un ex compagno di scuola? L'esperienza non le aveva insegnato nulla? Si era già innamorata di un uomo che non aveva meritato la sua fiducia, e adesso si ritrovava da sola con tre figli da crescere. No, aveva imparato la lezione... Non avrebbe più lasciato che gli ormoni guidassero la sua vita. Non avrebbe ripetuto lo stesso errore. Si schiarì la voce. «Ho sentito dire che hai fatto fortuna dopo essertene andato da Newland.» «È vero. Scrivo e disegno romanzi a fumetti.» «Si guadagna tanto disegnando e scrivendo?» «I diritti d'autore rendono parecchio» ammise lui, abboz10


zando un sorriso. «Ma sono anche proprietario della mia casa editrice.» Missy non rispose, continuando a sentirsi attratta da lui come un magnete. Se Wyatt le avesse sorriso in quel modo al liceo, probabilmente sarebbe svenuta. Grazie al cielo adesso non era più una ragazzina, era una donna adulta, molto più saggia e sapeva come resistere a un sorriso del genere. «Possiedi una casa editrice?» «Credevo lo sapessero tutti qui a Newland. A quanto pare ci sono meno pettegoli di quanto immaginavo» replicò lui con una punta di divertimento. «Se è per questo ce ne sono anche troppi, ma negli ultimi anni ho avuto poco tempo da dedicare alle chiacchiere.» «Lo immagino» annuì Wyatt, notando che i bambini erano tornati di soppiatto vicino alla siepe, chiaramente incuriositi da quello sconosciuto che stava parlando con la loro mamma. Missy lo guardò negli occhi, cauta. Wyatt non era l'unico a essere cambiato dai tempi del liceo. Forse lei non era diventata ricca ma non se n'era stata con le mani in mano. Non si stava limitando a crescere tre gemelli. «Anch'io sono titolare di un'impresa» lo informò. «Davvero?» le domandò, interessato. Missy distolse lo sguardo, irritata dall'assurda attrazione che provava per Wyatt. Poi rammentò che era sempre stato una persona speciale. Un ragazzo estremamente brillante negli studi, molto sensibile, sempre educato nei suoi confronti. Chissà, forse aveva ancora un cuore tenero sotto la giacca di pelle nera da ribelle... Quel pensiero non fece che aumentare il senso di disagio che provava. Se Wyatt non era più così, si augurava che quell'estraneo sexy e sicuro di sé non rovinasse il ricordo dell'unico ragazzo dolce e gentile che aveva conosciuto nella sua vita. Di più, non voleva che Wyatt scoprisse altri particolari del suo passato. Discutere della sua attività professionale avrebbe potuto 11


provocare domande che avrebbero suscitato ricordi di cui preferiva non parlare. «Si tratta solo di una piccola società» minimizzò Missy. «Si comincia sempre in piccolo.» Lei annuì. Wyatt sorrise di nuovo, guardò i gemelli poi accennò alla moto. «Sarà meglio che la metta in garage.» Missy non fu affatto sorpresa che stesse cercando una scusa per mettere fine alla conversazione. A quale uomo ricco, attraente e con la passione per le motociclette poteva interessare una donna con tre figli? Tre gemelli, tre adorabili pesti che non sapevano nascondere il loro bisogno di attenzioni e affetto? Era contenta che Wyatt stesse cercando una scusa per tagliare la corda, ma questo non impedì che certi ricordi le affiorassero nella mente. Ricordi di lui che l'aiutava a preparare la verifica di algebra, che le rivolgeva la timida richiesta di un appuntamento. Di lei che non era riuscita a mantenere la parola data. Di colpo provò l'impulso di scusarsi per quel fatto avvenuto quindici anni prima, ma non riuscì a dire nulla. Si rese conto di non poter parlare senza dire anche cose che l'avrebbero messa in imbarazzo. «Mi ha fatto piacere rivederti» riuscì soltanto a replicare lei. «Anche a me» rispose Wyatt, rivolgendole un altro irresistibile sorriso. Non appena lo sconosciuto scomparve dalla loro vista, i tre gemelli corsero via ed entrarono in casa dalla porta di servizio. Missy li seguì, ma al contrario di loro, anziché fermarsi in cucina andò in salotto. Rendendosi conto che stava tremando, si raggomitolò sul divano, affondando il viso in uno dei cuscini. Avrebbe dovuto immaginare che rivedere uno dei suoi compagni di liceo le avrebbe fatto ricordare il giorno peggiore della sua vita. 12


Un giorno che avrebbe dovuto essere speciale, quello del suo diploma... Terminata la cerimonia, suo padre si era fermato in un bar e si era ubriacato. Di ritorno a casa in quello stato, aveva picchiato la moglie, preso a schiaffi Althea, la figlia minore, gettandola contro una parete e fratturandole un braccio. Lei era intervenuta, e nel tentativo di difendere sua madre e la sorellina suo padre le aveva rovinato l'abito che aveva indossato per la cerimonia del diploma, tirandole addosso della candeggina. Per Althea, la piccola che sua madre aveva definito un miracolo e suo padre un errore, era stato necessario andare al Pronto Soccorso. Dopo che Althea era stata ingessata, un'assistente sociale era entrata in sala medicazioni. «Dov'è vostra madre?» aveva domandato. «È uscita per trascorrere la serata con alcune amiche. Io ho diciotto anni e stavo facendo da babysitter a mia sorella» aveva replicato lei. L'assistente sociale l'aveva osservata, perplessa. A quel punto lei le aveva mostrato la patente per provarle che era maggiorenne. Quando l'assistente sociale se n'era andata, Althea aveva scosso il capo. «Avresti dovuto dirle la verità» aveva mormorato. «Vuoi finire in affido in casa di sconosciuti?» le aveva risposto. «O peggio ancora, vuoi che papà picchi la mamma fino a ucciderla? Be', io non voglio né l'una né l'altra cosa.» E così il segreto era rimasto tale... Missy sospirò. Sua madre era deceduta di recente. Althea se n'era andata da Newland. Si era trasferita in California, per gli studi universitari e dove adesso abitava e lavorava. E il loro padre? Anche lui in un certo senso se n'era andato. Gestiva ancora il suo ristorante ma trascorreva ogni minuto libero in qualche pub, consumando alcolici e giocando d'azzardo. Le 13


vacanze, quando non era ubriaco, le trascorreva nei casinò di Atlantic City. Le uniche volte che suo padre si faceva vivo era quando aveva bisogno di denaro. Una piccola mano si posò sulla sua spalla. «Mamma, stai male?» chiese una vocina preoccupata. Owen. Con il suo lieve difetto di pronuncia e il cuore tenero. Missy mise da parte il cuscino. «No, va tutto bene, tesoro, non ti preoccupare» rispose, anche se non era esattamente così. Dopo che il padre dei suoi figli l'aveva abbandonata, prosciugandole il conto in banca e lasciandola con tre bambini da crescere, si era resa conto di non potersi fidare di nessun uomo. L'unica persona su cui poteva contare era se stessa. E così avrebbe fatto d'ora in avanti. Non si sarebbe mai più fidata di un uomo. Nemmeno di Wyatt McKenzie e dei suoi modi gentili. Wyatt entrò in casa di sua nonna pensando all'incontro di poco prima con Missy. Per anni ne aveva conservato il ricordo come diciottenne reginetta di bellezza del liceo. Dopo tanti anni era ancora bellissima, ma l'espressione di lei era cambiata. Era una donna adulta adesso, un'imprenditrice madre di tre figli. Quello che non riusciva a capire era perché quell'incontro inaspettato lo aveva turbato tanto. Anche lui adesso non era più un ragazzo. Aveva lasciato Newland, fatto fortuna, avuto i suoi alti e bassi sentimentali, proprio come Missy. Perché gli sembrava così strano che la vita avesse segnato anche lei? Il suo cellulare cominciò a squillare in quel momento. Lo estrasse da una tasca della giacca e sul display lesse il numero del suo assistente. «Sì, Arnie, che succede?» «Volevo avvertirti che i Wizard Awards sono stati annunciati stamattina e tre delle storie che hai scritto e illustra14


to fanno parte della rosa dei possibili vincitori!» lo informò Arnie. «Wow» commentò Wyatt in tono piatto, senza riuscire a provare alcun guizzo di eccitazione a quella notizia. In quel momento la sua attenzione era ancora focalizzata su Missy. Da qualcosa nel suo sguardo aveva intuito che lei non era felice. «Pensavo avresti accolto con maggiore entusiasmo la notizia» osservò Arnie. «Ti assicuro che le nomination a un premio così prestigioso mi fanno molto piacere.» «Sono più che meritate. Le storie che scrivi sono a dir poco fantastiche.» Wyatt abbozzò un sorriso. Sì, il suo lavoro era fantastico. Non era vanitoso per natura, ma era orgoglioso dei risultati che aveva ottenuto e... Un pensiero improvviso gli attraversò la mente. Di colpo capì per quale ragione Missy gli era sembrata così a disagio durante il loro breve colloquio. Gli aveva fatto il bidone. Avevano avuto un appuntamento la sera dopo la consegna dei diplomi ma lei non si era fatta vedere. A dire il vero non l'aveva più vista nemmeno a casa di sua nonna per tutta l'estate. Non l'aveva più incontrata per strada, non aveva risposto alle sue telefonate e ai messaggi che le aveva lasciato, e lui aveva passato giugno, luglio e agosto a chiedersi cosa le fosse successo. A settembre era partito per il college, senza riuscire a scoprire per quale ragione Missy aveva accettato di partecipare alla festa con lui ma poi non si era fatta viva. «Grazie mille per avermi informato, Arnie» disse, prima di riagganciare. Missy gli doveva una spiegazione, pensò. Quindici anni prima, timido com'era stato, se l'avesse incontrata probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di chiederle perché gli aveva dato buca. A trentatré anni, sicuro di sé, ricco e famoso com'era, 15


non aveva alcuna difficoltĂ ad affrontare la questione. In quel momento si rese conto che non stava soffrendo affatto per il recente fallimento sentimentale. La storia con la sua ex fiamma era morta e sepolta. Quella con Missy, invece, non lo era affatto. Era molto piĂš personale e profonda. E ci teneva a conoscere tutti i dettagli.

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2570 - Una chef per il capo

di M. Douglas Rico mai avrebbe pensato che assumere Neen gli avrebbe dato così tanta soddisfazione. La donna è una vera forza della natura, oltre a essere fantastica sotto ogni punto di vista. Peccato che Rico abbia smesso di mischiare gli affari con il piacere. Ma la cosa, ora, non sarà affatto semplice.

2571 - Aperitivo tra... amici?

di A. Weaver Matt è il nuovo vicino di casa di Callie, peccato che sia stato anche il migliore amico del suo defunto marito. Il fascino dell'uomo è sempre stato incontestabile e ora la donna sente di provare per lui qualcosa che non dovrebbe sentire. Che fare? Callie, lo saluti, lo inviti a bere e poi amici come prima...

2572 - Dolci segreti tra ex

di S. Meier Wyatt vorrebbe solo riposare e trascorrere in relax qualche giorno di vacanza, e invece tutto viene stravolto quando scopre che la nuova vicina di casa è Missy, la sua ex fiamma del liceo. C'è qualcosa che non va e Wyatt vuole scoprire che cosa. QUANDO L'AMORE NON VA IN VACANZA, primo appuntamento.

2573 - Corteggiato da una principessa

di C. Rimmer La principessa Rhiannon ha appena scoperto di essere incinta della sua guardia del corpo, Marcus. Lui appena lo saprà vorrà sposarla, ma lei non intende sposarsi solo per dovere. Prima lo farà innamorare perdutamente. La CASATA DEI BRAVO è tornata con un'altra avvincente puntata.


dal 7 ottobre 2574 - Dimmi ancora di sì

di S. Jump Emily Watson è tornata alla locanda in cui ha passato tanti momenti felici. Ora è qui per ritrovare se stessa e per riflettere sulle importanti decisioni che deve prendere: chiedere il divorzio e crescere il bambino che aspetta da sola. Primo appuntamento con LE RAGAZZE DEL PAN DI ZENZERO.

2575 - Vacanze con il capo

di S. Meier Althea Johnson ne è convinta: lassù qualcuno la ama. Non potrebbe essere altrimenti. È appena diventata la tata di due bambini adorabili e in più dovrà trattare con il loro papà: single e molto avvenente. Troverà forse l'amore? Ultimo appuntamento con QUANDO L'AMORE NON VA IN VACANZA.

2576 Come riconquisto il milionario

di S. Pembroke Uomini! Si può fare a meno di loro? Lucinda Myles se lo sta chiedendo spesso ultimamente, specialmente da quando Ben Hampton è tornato nella sua vita più affascinante, sensuale e magnetico che mai, ma... ovviamente c'è un ma, sempre superficiale e insofferente a qualsiasi tipo di legame.

2577 - Sposerò una principessa

di C. Rimmer Noah Cordell pare abbia trovato la futura signora Cordell. Pelle di porcella, corpo ben proporzionato... L'unico insignificante particolare è che la ragazza è la principessa Alice, la più dispotica e allergica ai legami sentimentali di tutta la famiglia reale. Nuovo appuntamento con LA CASATA DEI BRAVO.


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