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Tutto inizia‌ con un bacio. Una collana fresca, dolce e maliziosa, dove vivere storie d’amore romantiche e sexy, come un bacio a fior di labbra.
Buona lettura!
Nina Harrington Nina ha sempre adorato i libri, tanto che all'età di undici anni aveva già deciso che da grande sarebbe diventata una bibliotecaria, così avrebbe potuto leggere tutti i libri che avrebbe desiderato, quando avrebbe voluto! La vita poi l'ha portata a fare, invece, i lavori più disparati sino a quando il suo più grande sogno si è realizzato: diventare una scrittrice. Nina quando non scrive si dedica a diversi hobbies: cucinare, mangiare, bere del buon vino, chiacchierare con le persone da cui poi trae spesso spunto per i suoi romanzi.
NINA HARRINGTON
QUANDO IL CIOCCOLATO NON BASTA...
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: When Chocolate is not Enough... Harlequin Mills & Boon Romance © 2012 Nina Harrington Traduzione di Elisabetta Motta Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Kiss maggio 2013 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY KISS ISSN 2282 - 0868 Periodico mensile n. 3 del 17/05/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 433 del 22/11/2012 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Rendi speciale la tua serata d'addio al nubilato con le parti del corpo maschili di cioccolato! Max Treveleyn si fermò stupito davanti allo striscione color crema che pubblicizzava il banco delle Stuzzicanti Delizie di Tara. Questa era Londra, dove i catering per le feste realizzavano grandi affari. Ma le parti anatomiche di cioccolato? Era l'ultima novità che si sarebbe aspettato di vedere a una classica fiera del cioccolato artigianale. Max allungò lo sguardo sulle teste delle signore che affollavano lo stand per gustare gli assaggi prima di effettuare le loro scelte. Non osò pensare che cosa quelle clienti avrebbero fatto con i loro acquisti una volta a casa ma, di sicuro, quel banco stava facendo affari per essere l'ora di pranzo di un lunedì. Guardò l'orologio digitale sopra l'ingresso della metropolitana. Aveva venti minuti al massimo per trovare la galleria d'arte dove aveva appuntamento per pranzare con la sua ex moglie, Kate, ma si sarebbe potuto concedere qualche minuto per scoprire quanto fosse arrivato lon5
tano il cioccolato biologico dalla sua ultima visita a Londra. Fu solo mentre si avvicinava che Max notò la minuta e vivace ragazza bionda dietro il banco; era completamente nascosta dalla folla di clienti che agitavano i soldi e indicavano i vassoi con le parti del corpo riprodotte in modo perfetto e a grandezza naturale. La biondina indossava una maglietta con stampate sul davanti le parole Le Delizie di Tara. In un altro luogo, con un pubblico diverso, quella frase sarebbe potuta essere fraintesa, specialmente perché la T-shirt era esibita da una giovane donna prosperosa. Era lei la famosa Tara? I cioccolatini sembravano andare a ruba e a Max ci vollero alcuni minuti per avanzare e conquistarsi un posto in prima fila. Se solo il cioccolato biologico che lui produceva fosse stato tanto popolare quanto quello venduto sul banco non si sarebbe più dovuto preoccupare del futuro della sua piantagione di cacao a St. Lucia. Ma forse le parti del corpo di cioccolato non erano proprio i prodotti di cui aveva bisogno per assicurarsi un guadagno extra. La bionda sollevò lo sguardo su di lui, sbatté le ciglia due volte e sorrise. «Buongiorno, bel signore. Cerca qualcosa per il suo addio al celibato? Ho quello che fa per lei.» Si chinò sotto il bancone e tirò fuori un vassoio di praline al latte che gli prosciugarono letteralmente il respiro. «È il suo giorno fortunato. Abbiamo una speciale offerta su tutte le parti del corpo.» Lui tossì con garbo prima di scuotere la testa. «Uhm... grazie, ma oggi non ho bisogno di dita dei 6
piedi al cioccolato al latte, anche se sono sicuro che saranno deliziose» rispose quando riuscì a inalare aria nei polmoni. «Le dispiace se scatto delle foto del suo stand? È... come dire... originale.» La ragazza lo fissò a bocca aperta per un secondo, prima di gettare indietro la testa ed emettere una sonora risata che riecheggiò su tutta la strada di Londra dove si svolgeva la fiera. Il tipo di risata che le tolse quasi il respiro. «Daisy! Uno dei nostri gentili clienti vuole immortalare i tuoi prodotti. Sei d'accordo?» Max allungò lo sguardo dietro la bionda, verso un'alta brunetta con le ciocche dai riflessi ramati; la ragazza indossava dei pantaloni da chef e una giacca bianca ed era intenta a frugare all'interno di larghi contenitori di plastica. Quando indirizzò un'occhiata a Max, gli occhi e la bocca le si illuminarono di un ampio sorriso che le increspò le guance, mentre si tingevano di rosa. «Solo se compra qualcosa.» Si girò e gli presentò un vassoio di seni al cioccolato al latte. Un seme di cacao al centro aggiungeva il tocco finale. «Li ho anche al caffè, se preferisce. O forse la dolce Tara può tentarla con degli assaggi misti? Puro cioccolato biologico, naturalmente, e realizzati dalla persona che le sta di fronte.» La brunetta agitò il vassoio sotto le narici di Max e lui, occhi semichiusi, inalò il meraviglioso aroma di fine cioccolato fruttato. Avvicinò il naso più del necessario e, con un balzo all'indietro, aprì gli occhi e li focalizzò sulla visione frontale. «Wow. Che profumo fantastico! C'è anche un'ag7
giunta di lampone, dico bene?» chiese lui. «Lampone biologico ed estratto di vaniglia.» Annuì. «Ma mi dica quanti ne vuole, perché li sto vendendo tutti velocemente per gli addii al celibato. Giugno è un mese meraviglioso per sposarsi, non crede?» Il flash di un ricordo attraversò la mente di Max. Champagne frizzante, kilt e balli scozzesi nel piccolo salone del paese dalla temperatura glaciale, scelto dai genitori di Kate per il loro matrimonio. Quella giornata di giugno era stata fredda, umida e ventosa, ma lui non lo aveva nemmeno notato. Erano entrambi giovani e idealisti, con sogni pazzeschi della loro nuova vita a St. Lucia. Peccato che la dura realtà avesse fatto scoppiare la loro bolla di magia troppo in fretta. Un gruppo di signore in cerca di originali golosità al cioccolato lo spinsero e lui, mentre si girava per rispondere alle loro scuse, si ricordò che la brunetta stava ancora aspettando una risposta. «È ancora qui con me?» lo sollecitò scherzosa con un sorriso. «Sembrava essersi estraniato in un mondo tutto suo.» «Mi ha rammentato il mio matrimonio. E ha ragione, giugno è un mese fantastico per sposarsi.» Deglutì un nodo di angoscia, poi le rivolse un sorriso e un occhiolino. «Grazie.» «Fa parte del servizio. E, mi dica...» indicò con un cenno il vassoio, «... quanti ne vuole? Due è il numero solito, tre stravagante e quattro per i golosi. Ma decida lei.» Max sollevò lo sguardo. Il sole accendeva di riflessi 8
rossi i capelli castani di quella ragazza e le illuminava il viso a forma di cuore. Un paio di grandi occhi verdi gli sorrisero e, sotto il suo sguardo, la bocca si sollevò per creare un triangolo di pieghe che si allungò dal piccolo mento alle guance rosate. In qualche modo, lui riuscì ad allontanare quel persistente senso di sconfitta e rimpianto per il fallimento del suo matrimonio, determinato a godersi quel dolce momento. «Sono sicuro che i suoi... seni siano deliziosi» farfugliò, provocando un ridacchiare soffocato tra gli altri clienti. «Intendo i seni di cioccolato, naturalmente. Ma a me piace solo il cioccolato fondente. Se è extra fondente, ancora meglio.» Il sorriso della ragazza svanì e lui si sentì subito in colpa per averle fatto perdere del tempo, quando in realtà non aveva intenzione di acquistare nulla. «Ma c'è qualcosa che può fare per aiutarmi» aggiunse. «Davvero?» chiese lei, inarcando le sopracciglia. «Mi sembra difficile, considerato che nemmeno i miei speciali seni riescono a tentarla.» Quando sorrise, un angolo della bocca si sollevò più dell'altro e lui notò che la pelle diafana sulla punta del suo naso era spruzzata di lentiggini. Capelli rossi, occhi verdi e lentiggini. Combinazione killer. Il cuore incominciò a battergli forte, al punto da costringerlo a distogliere lo sguardo e fingere di concentrarlo sull'insegna dello stand. Era evidentemente più stanco di quanto avesse pensato se il sorriso di una giovane donna era riuscito ad accendere gli interruttori che aveva spento da qualche tempo. 9
Niente più fidanzate. Aveva già sacrificato un matrimonio per la sua ossessione di coltivare cacao e non aveva intenzione di rischiare di nuovo. Ridacchiò per coprire l'imbarazzo, prima di rispondere alla domanda. «Ha qualcosa per una festa di compleanno di bambini? Mia figlia compirà otto anni la prossima settimana.» «Ah, un uomo di famiglia» osservò lei in tono mieloso. «Perché non me l'ha detto prima? Abbiamo venduto tutti i cioccolatini per bambini stamattina, ma mi lasci controllare se è rimasto qualche animaletto.» Frugò nelle scatole di plastica, probabilmente ignara che, nel chinarsi, i suoi pantaloni da chef aderivano come una seconda pelle al suo attraente fondoschiena. «Orsetti o conigli?» chiese con una voce armoniosa. «Al latte o fondente? Oh... ed è rimasta anche l'uvetta passa ricoperta di cioccolato. I bambini ne vanno matti.» Tirò fuori un vassoio, lo allungò verso Max e lui esaminò il contenuto. Perfetti coniglietti di cioccolato al latte con orecchie rosa lo fissarono. «Sembrano deliziosi» commentò. «Li prendo tutti e... anche un sacchetto di uvetta. Le dispiace se ne assaggio un chicco, Denise...?» «Prego! E... mi chiamo Daisy, non Denise» corresse prima di allungargli il vassoio. «Tara e io amiamo organizzare i catering per le feste di bambini. Sono così divertenti.» Strizzò l'occhio. «Un meraviglioso regalo di compleanno. La sua bambina sarà l'invidia di tutte le sue amichette.» Max stava per aprire la bocca e dirle che era il pro10
prietario di una piantagione di cacao a St. Lucia quando Daisy prese un chicco di uvetta ricoperto di cioccolato fondente e, senza esitare né chiedergli il permesso, glielo infilò in bocca. Le dita gli sfiorarono le labbra e, per una frazione di secondo, Max sentì una connessione così semplice e naturale che dovette nascondere il suo imbarazzo concentrandosi sul cibo. Cioccolato biologico. Era la causa principale di quella situazione. Ma era passato tanto tempo... «Che cosa ne pensa?» chiese del tutto ignara di essere responsabile della bollente reazione che si era scatenata nel suo petto. «Per le feste degli adulti intingo la frutta nell'alcol per smorzare il sapore troppo dolce, ma questa uvetta al cioccolato è al gusto di mela. Sembra funzionare.» Max masticò per qualche secondo, poi deglutì. «Wow!» Strizzò gli occhi e cercò di nascondere una smorfia. «Devo ammettere che preferisco un gusto più amaro e sto cercando di convincere mia figlia a evitare di mangiare troppe cose dolci così, se non le dispiace, prenderò una piccola quantità di uvetta.» «Scusi?» Lui scosse la testa. «Non voglio sentirmi responsabile di un eccesso di zuccheri e additivi in un gruppo di bambini di otto anni.» Tara emise un fischio mentre passava con un vassoio vuoto. «Ops. Terreno pericoloso. Ha appena pronunciato la parola sbagliata. Si prepari a schivare il colpo.» Max si girò verso Daisy che stava emettendo un pe11
sante sospiro, la testa inclinata da un lato, gli occhi stretti. La sua voce risuonò gelida. «Prima di tutto gli unici additivi che uso nel mio cioccolato sono frutta biologica e zucchero. E, seconda cosa, i bambini adorano l'uvetta. Ho cercato di usare del cioccolato al naturale ma, ogni volta, è rimasto nel piatto.» «Peccato» commentò lui. Prese un'altra uvetta e la mise sotto il naso. «Non riesco a sentire nemmeno l'odore del cioccolato. Forse dovrebbe provare con le fave di cacao più amaro? Si sentirebbe di più il sapore del cioccolato.» La brunetta restò con la bocca aperta per un secondo, prima di sollevare il mento e incrociare le braccia. «Oh, davvero? Continui» reagì Daisy con una voce falsamente melliflua. «Sono affascinata nel sentire come potrei migliorare la ricetta su cui ho lavorato negli ultimi sei mesi. Sono ansiosa di ascoltare quali altri consigli preziosi potrebbe avere per me.» Max si schiarì la voce. Aveva detto di nuovo la cosa inappropriata, ma gli piaceva la sfida. Il tempo di rilanciare la palla e vedere quanto in alto sarebbe rimbalzata. «Sto solo dicendo che potrebbe non essere la migliore scelta per ricoprire la frutta disidratata. E questo è un cioccolato di ottima qualità, vero?» Daisy non rispose subito perché in quel momento Tara, che stava servendo un giovane uomo in abito grigio, scoppiò a ridere. «Certo» intervenne. «E mi costa una fortuna ogni settimana. Ma Daisy insiste che il cioccolato belga sia il migliore. Non butterà via i soldi.» Tara puntò le pinze contro Daisy. «Ehi, bella ragazza, hai un appuntamento da qualche altra parte. 12
Su... sbrigati. Mi occuperò io del tuo gentile cliente. E grazie ancora per avermi aiutato.» Daisy guardò l'orologio e sussultò. «Se l'orario è esatto, sono nei guai.» Aggiunse un altro chicco di uvetta al vassoio di coniglietti e lo spinse verso Max. «Spero che sua figlia avrà un'indimenticabile festa di compleanno. Anche se tutto questo cioccolato dolce di sicuro le bucherà i denti. Arrivederci.» E con un agile movimento delle mani, si slacciò il grembiule, lo salutò con un cenno delle dita che non erano occupate a reggere il sacchetto e si allontanò dallo stand prima che Max potesse replicare. Quest'ultimo aveva appena recuperato i suoi sensi quando si guardò attorno per scoprire che la bionda era di fronte a lui, le pinze nella mano ricoperta da un guanto come un chirurgo pronto a operare. «Buongiorno di nuovo. Mi chiamo Tara. Con quali altre golosità potrei tentarla oggi?» Max camminava con passo baldanzoso sull'asfalto assolato di Londra, facendo oscillare il sacchetto delle Delizie di Tara con una mano, la valigetta a tracolla sulla spalla. Era in ritardo per il suo appuntamento con Kate, ma era valsa la pena conoscere le incantevoli Daisy e Tara. Le cose erano di sicuro cambiate nel mondo del cioccolato artigianale se quelle due giovani donne erano esempi tipici. La maggior parte dei cioccolatieri che lui conosceva erano anziani uomini che gestivano catene di negozi o produttori su larga scala di famosi marchi di cioccolato venduti in tutto il mondo. Niente seni 13
o altre forme strane. Peccato. Quelle ragazze avevano avuto l'idea giusta. Gustare il cioccolato era un piacere. E quello sarebbe stato un modo divertente per farlo. Avrebbe condiviso i coniglietti con Kate e Freya. Max si soffermò a guardare il riflesso della sua immagine sulla vetrina di un'elegante boutique e sussultò. Si passò una mano sul mento. Il suo aspetto non era dei migliori. Aveva dormito poco nelle ultime notti per dedicarsi al raccolto del cacao, collassando a letto per sfinimento solo quando era troppo buio per continuare a lavorare in sicurezza. Forse avrebbe dovuto concedersi del tempo per lavarsi e rasarsi nella toilette dell'aeroporto dopo il volo notturno, prima di prendere la metropolitana per Londra? Kate lo avrebbe perdonato per non avere lo stesso taglio di capelli e stile nel vestire del suo nuovo fidanzato che era un importante banchiere di Londra, ma non avrebbe apprezzato se si fosse presentato al ristorante sciatto e trasandato. Lui le doveva molto di più. Specialmente dal momento che gli aveva chiesto di incontrarlo a pranzo prima di andare a prendere la loro figlia a scuola. Un ampio sorriso spuntò sul viso di Max, cancellando l'ansia e la preoccupazione. Sarebbe anche potuto essere un idiota, ma aveva fatto qualcosa di meraviglioso quando aveva sposato Kate e insieme avevano portato al mondo un bellissimo raggio di sole come Freya Treveleyn. Quasi otto anni, la loro creatura era intelligente e preziosa. Nelle cupe giornate di pioggia tropicale, quando i semi di cacao infracidivano sotto l'acqua e lui faceva i salti mortali 14
per pagare i salari ai suoi lavoratori, solo vedere la fotografia della sua bambina sul comodino riusciva a dargli la carica necessaria per continuare quel lavoro. Freya era il motivo per cui lottava per rendere la sua piantagione di cacao un successo. Era la sua ispirazione, la sua motivazione e la ragione per cui s'impegnava con sacrificio. Anche se questo significava essere costretto a lasciarla con sua madre a Londra per la maggior parte dell'anno. Un gruppo di turisti gli bloccò il passo e Max dovette scansarsi sulla strada per qualche secondo, guardandosi dai ciclisti scellerati, gli autobus in corsa e i taxi neri. Non si era mai sentito a suo agio in quella favolosa città in continuo fermento, con i rumori e il chiasso delle persone e del traffico. La sua casa era la piantagione nella foresta caraibica dove era cresciuto. L'unico inquinamento acustico veniva dagli stormi di colorati pappagalli selvatici che volavano dalle cime degli alberi per ciangottare ai lavoratori quando questi disturbavano la loro quiete. Cercò di ignorare il caos e la folla di gente che sembravano stordirlo e si sentì sollevato quando infine scorse l'ingresso della galleria d'arte. Qualche minuto più tardi, Max, valigetta a tracolla, si guardò attorno nell'affollato ristorante e individuò la donna che una volta era stata sua moglie, seduta sul bordo di una sedia del migliore tavolo della sala. Catherine Ormandy Treveleyn indossava un abito di lino color caramello, sandali dorati e gioielli abbinati. I lunghi capelli biondi le ricadevano mollemente sulle 15
spalle. Era elegante. Sofisticata. Perfetta. Ma per lui sarebbe sempre stata la studentessa universitaria con lo zaino sulle spalle, capitata per caso nella piantagione mentre stava andando a incontrare le sue amiche sulla spiaggia. Aveva perso la strada. E lui la testa e il cuore nello stesso giorno. Era quella la donna con cui aveva sognato di gestire una piantagione di cacao biologico nelle Indie Occidentali, sotto il sole caldo dei Caraibi. Finché non era andato tutto male. Finché lei non aveva deciso che il suo futuro era a Londra e che lui, se non l'avesse seguita, sarebbe rimasto a St. Lucia con il suo unico, vero amore: la piantagione. Kate la definiva l'amante contro cui era impossibile lottare e aveva ragione. Max aveva sacrificato la famiglia per la piantagione. Un'altra ragione in più per fare in modo che non fallisse. Kate sollevò lo sguardo dal suo bicchiere di vino mentre Max avanzava. Controllò l'orologio con un sorriso e una lieve scrollata di testa quando lui si chinò a baciarla sulla guancia. «Scusa se ti ho fatto aspettare.» Le regalò un caldo sorriso. «Sei adorabile, come sempre. La mia debole scusa è la fiera del cioccolato fuori della stazione della metropolitana. Mi perdoni? Ho comprato qualcosa per Freya.» Kate gli depositò un caloroso bacio sulla guancia. «La puntualità non è mai stata il tuo forte. Vedo che non porti l'orologio che ti ho regalato a Natale.» Max scrollò le spalle. «Gli orologi non fanno per me. 16
Dovresti saperlo.» Le fece l'occhiolino mentre sedeva. «Come sta la nostra principessa oggi?» Un lieve ammiccare con la testa fu la sua risposta, accompagnato da un sorriso. «In ottima forma. Ed è ansiosa di vederti. Hai sempre in programma di andare a prenderla all'uscita da scuola, vero?» Gli allungò il cestino del pane e lui inalò la deliziosa fragranza di focaccia fresca al rosmarino. Annuì e concentrò l'attenzione sul cibo in tavola, ricordandosi all'improvviso di essere affamato. «Assolutamente. Sembra tutto molto raffinato e buono qui» aggiunse. «Si mangia divinamente e mi sono concessa la libertà di ordinare il tuo piatto preferito, lasagne al forno. Una delle poche pietanze che non trovi nel tuo paradiso tropicale.» «Mi conosci troppo bene» commentò Max e le passò il sacchetto di carta che gli aveva dato Tara. «In questo caso scambio la lasagna con dei coniglietti al cioccolato. Posso aggiungerli al rinfresco della festa della prossima settimana? Lo so che si può comprare cioccolato biologico dappertutto a Londra, ma lo stand era gestito da due graziose ragazze e i coniglietti sembravano invitanti.» Kate sbirciò all'interno del sacchetto, poi fissò Max dall'altra parte del tavolo. «Tu compri cioccolato? Questa sì che è una novità! Il solo pensiero di uno stand di cioccolato ti fa diventare matto. Questi coniglietti devono essere davvero buoni oppure... le ragazze erano particolarmente attraenti.» Allungò la mano per tirare fuori dal suo colletto una ciocca di capelli. «Con questa chioma lunga e 17
rigogliosa, non passi certo inosservato agli occhi delle donne.» Max sbuffò. «Una è più che sufficiente nella mia vita in questo momento. Ricordi quello speciale regalo di compleanno che ha voluto?» Quando la sua ex moglie inarcò interrogativamente un sopracciglio, lui batté una mano sulla borsa ai suoi piedi. «Ho finito di scolpire due pappagalli la settimana scorsa. Sono come quelli che ha visto nella foto che le ho mandato. Spero che le piacciano.» «Di sicuro. Ma non restare deluso se preferisce il nuovo gioco elettronico che le ha comprato Anton. Ha quasi otto anni, Max. La sua vita ruota attorno ai video game, ai compiti di scuola e alle amichette. St. Lucia è solo un posto sulla cartina geografica dove suo padre trascorre qualche settimana o un mese di seguito. Mi dispiace se suona brutale, ma non voglio che tu pensi che lei sia ingrata» affermò Kate con voce addolcita. «Una ragione in più per cui dovrei portare Freya a passare le vacanze estive con me sull'isola. Adesso è abbastanza grande per guardarsi dai pericoli e gli altri bambini della fattoria le dimostrerebbero quanto sarebbe divertente.» Kate si appoggiò allo schienale della sedia e sorseggiò il vino bianco. «Abbiamo già affrontato questo discorso, Max. Luglio e agosto sono i periodi più impegnativi per te. So che faresti di tutto per tenere al sicuro Freya, ma saresti troppo preso dal lavoro per condividere del tempo con lei e l'isola è un posto rischioso per una bambina di città.» «Hai ragione» convenne lui, le braccia allungate sul 18
tavolo. «Tagliamo il cacao in estate. Ma niente è più importante per me della nostra preziosa creatura. E le donne della piantagione mi stanno supplicando di portare Freya in visita. Potrei avere una squadra speciale di tate a disposizione. Massima attenzione e sovralimentazione incluse. Sarebbe super viziata!» «Bene» approvò Kate, «potrebbe essere un'opzione da considerare. Ma, a proposito di vacanze estive, ti ho chiesto di incontrarci qui senza Freya, perché c'è qualcosa che devo dirti.» Fece una breve pausa e Max notò che una vena sulla tempia le pulsava al ritmo del respiro. Un chiaro segno che era nervosa. Chissà che cosa aveva da dirgli. Interessante. «Su, Kate. Di che cosa si tratta?» la sollecitò. Le sue spalle sembrarono rilassarsi per qualche secondo e lei lo fissò per un breve momento prima di incominciare: «Anton mi ha chiesto di sposarlo e io gli ho detto di sì. Sceglieremo l'anello la prossima settimana e vorrei comunicarlo a Freya il giorno del suo compleanno per farle una sorpresa. Ma volevo che tu fossi il primo a saperlo». Sposarsi! Fu come se qualcuno gli avesse versato sulla testa un secchio di acqua fredda. Aveva sempre saputo che sarebbe potuto succedere. Erano entrambi single e lei era una donna deliziosa che amava fare vita sociale a Londra. Ma frequentare un banchiere francese era molto diverso dallo sposarlo. Era felice che avesse trovato qualcuno che l'amasse e che ricambiasse il suo sentimento, ma non si aspettava 19
di affrontare quella realtà così presto. Era come se la sottile corda che ancora li univa si fosse all'improvviso allungata assottigliandosi sempre di più, rischiando di spezzarsi. Avevano fatto il possibile e si erano ripromessi di mantenere il loro rapporto amichevole per il bene della loro figlia. D'un tratto, si sentì come se stesse perdendo il controllo. E non c'era niente che potesse fare per cambiare le cose. Lei lo stava guardando, aspettandosi una qualche risposta. Doveva dire qualcosa. Una qualunque cosa. L'aria tra loro si caricò di tensione. Scostandosi indietro i capelli, Max chinò la testa e scoppiò a ridere. «Ti sposi? È meraviglioso! Congratulazioni, Kate. Sono felice per te. Anton è un uomo fortunato. Potrò essere il tuo testimone?» Fino a quel momento non aveva nemmeno notato che Kate stesse trattenendo il respiro, ma il suo ridacchiare gli indicò ciò che aveva bisogno di sapere. Era nervosa e temeva che la notizia potesse sconvolgerlo. Pazzesco. Il loro matrimonio era naufragato a causa della sua ossessione per il cacao, delle sue assenze, della sua negligenza. Kate meritava un'opportunità di felicità. «No. Non potrai essere il mio testimone, Max, ma grazie per la comprensione. È una situazione imbarazzante, vero? Sono passati solo tre anni da quando abbiamo divorziato e io sto per risposarmi.» Allungò la mano su quella di lei per darle una stretta, 20
prima di tirarsi indietro e rispondere con un sorriso. «Non preoccuparti, Kate. Sono davvero contento per te. Gli ultimi anni sono stati duri e io non sono stato di grande aiuto. Meriti di essere felice. Anton è una persona affidabile e sarebbe un idiota a non essere pazzo di te. Buona fortuna a entrambi.» Sollevò il bicchiere in un brindisi, solo per fare qualcosa con le mani, mentre la sua mente era già alle prese con le conseguenze della situazione. «Allora, quando sarà il matrimonio? Stai organizzando un evento spettacolare o una cerimonia intima?» «Una grande festa, naturalmente! La famiglia di Anton ci ha offerto il loro castello in Provenza e pagherà le spese del ricevimento come regalo di nozze. Dovresti vederlo, Max... è spettacolare, la location perfetta per un matrimonio. Sarà davvero magico!» «Un castello?» Ridacchiò. «Un bel cambiamento dal tuo primo matrimonio. Quel vecchio salone era gelido.» «Lo so!» Rise, poi si passò una mano tra i capelli. «E per quanto riguarda il periodo... ecco la mia seconda notizia. So che ti sconvolgerà perché abbiamo scelto di sposarci la primavera prossima e mi piacerebbe che Freya trascorresse l'estate con noi al castello in Francia, quest'anno.» Max posò il bicchiere e sospirò, poi contò fino a cinque prima di rispondere: «Pensavo che ci fossimo accordati a Natale che Freya avrebbe passato le vacanze estive con me al cottage, visto che mi impedisci di portarla sull'isola. In questo modo saresti potuta stare da sola insieme ad Anton». 21
«Sì, è vero, ma adesso i programmi sono cambiati, Max. La famiglia di Anton l'ha vista solo una volta e so che sono tutti ansiosi di conoscerla meglio.» Il calore nella voce di Kate stava in qualche modo sciogliendo il ghiaccio che aveva iniziato a formarsi attorno al suo cuore. «Non devi preoccuparti che Freya starà sola al castello. Anton ha tanti nipoti con cui potrà giocare e si divertirà. Sarà la prima opportunità che avrà di incontrare la famiglia di Anton. La sua nuova famiglia. Le piacerà» concluse con convinzione. Max emise un pesante sospiro e lottò per controllare la rabbia, unita al senso di perdita e delusione nella sua voce. «Questo la condizionerebbe. Come potrebbe scegliere tra un castello francese, dove sarebbe coccolata da una nuova famiglia e il fatiscente cottage di mia nonna, in mezzo al nulla, con soltanto suo padre a intrattenerla? Il fatto che io stia pianificando questa vacanza da Natale non conta niente, vero? Anche se ciò vorrà dire che non avrò tempo per stare con lei prima che ritorni a scuola a settembre.» Kate sembrò comprensiva ma determinata. «Lo so che è duro per te, ma avere Freya con noi quest'estate la renderà partecipe dei preparativi per il matrimonio. Dei cambiamenti nella nostra vita.» Max tamburellò il tavolo con le dita nel tentativo di controllare la pazienza. «Non sono d'accordo su questo, Kate, ma immagino che non conta la mia opinione ma quello che è meglio per Freya. E quali sono i tuoi programmi per il futuro? Resterai nella casa di Londra dopo il matrimonio?» 22
Lei annuì. «Anton ha un ottimo lavoro qui. Ci sono tante stanze e Freya non si allontanerebbe dalla sua scuola e dai suoi compagni. Penso che sarà la scelta migliore, Max.» Lui sistemò le posate sul tavolo mentre formulava la sua successiva domanda, gli occhi concentrati sull'allineamento perfetto del coltello e della forchetta. «Mi fido del tuo giudizio, Kate. Mi sono sempre fidato. So che non faresti entrare Anton nella vita di Freya se tu non fossi sicura che sarebbe un'influenza positiva per lei. Ma io? Che ruolo avrò?» Un nodo gli si formò in gola mentre le rivolgeva la domanda di cui temeva la risposta. «Quanto tempo passerà prima che mia figlia incominci a chiamare Anton papà?» Kate gli prese la mano, costringendolo ad alzare la testa, poi chinò il viso a incontrare il suo sguardo. «Anton sa che tu farai parte delle nostre vite. È molto legato a Freya... Certo, lei condividerà la casa con lui e lo vedrà ogni giorno, ma sa bene chi è suo padre. E io farò in modo che non lo dimentichi mai.» Max annuì, temendo che la voce tradisse la sua vulnerabilità. «Grazie, ma penso che dovrei esserci anch'io quando le dirai del matrimonio. Per aiutarla a capire che io non mi allontanerò da lei o la cederò ad Anton come un pacco indesiderato.» Cercò di mantenere il dolore lontano dalle parole, ma Kate lo guardò preoccupata. «Lei lo sa. Abbiamo cresciuto una bambina intelligente. È per il bene di nostra figlia, Max. Ma, possiamo parlarne più tardi? Godiamoci il pranzo, adesso. So 23
che qui hanno una straordinaria, nuova, chef pasticcera.» Lo stuzzicante profumo di lasagna gratinata salvò la sua giornata mentre il cameriere serviva le pietanze, bloccandogli la visione della donna che aveva pagato il prezzo della sua ossessione per una piantagione di cacao. La donna che stava per presentare alla loro figlia un nuovo patrigno. Lei gli sorrise dall'altra parte del tavolo. «Adesso raccontami della conferenza sul cacao biologico del prossimo fine settimana. In Cornovaglia, vero? Sembra eccitante. Voglio sapere tutto!»
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1 La migliore delle ex di A. CARSON Kate Anderson, sei un'ex reginetta e un'ex moglie, ma non sarai mai un'ex del sesso! Ecco perché alla festa con i suoi vecchi compagni di scuola si presenterà con l'uomo più eccitante e canaglia che abbia mai conosciuto, Memphis. Il suo corpo sarà ancora stropicciato a dovere.
2 In un letto di diamanti di N. MARSH Ruby Seaborn ha bisogno di soldi per evitare il crollo delle gioiellerie di famiglia ed è disposta a tutto, anche a scendere a patti con il diavolo, che ha un nome preciso, Jax Maroney. Lui, infatti, ha bisogno di rifarsi una reputazione, e per questo non rifiuterà un accordo.
3 Quando il cioccolato non basta... di N. HARRINGTON Profumo intenso di cioccolato, praline che ti si sciolgono in bocca, Max Treveleyn è già conquistato! Il maestro pasticciere che ha realizzato quelle sublimi prelibatezze si chiama Daisy Flynn, un bocconcino niente male. Lui ha da farle una proposta molto allettante...
4 Ti prego non spogliarti di L. ASHTON Ella Cartwright non ha dubbi, è lei la migliore, il modello a cui tutti si ispirano. Ora, un suo vecchio compagno di liceo, Jake Donner, ha bisogno di un consulente d'immagine e ha pienamente ragione! Qui serve una mano dal cielo, ma anche un completo firmato!
DAL 30 LUGLIO
5 Pazzo viaggio per due di A. ANDREWS Per Sadie sarà un lungo viaggio: la jeep le farà rivoltare lo stomaco come una frittella; dovrà mangiare solo ortaggi per non perdere la linea faticosamente raggiunta e in più dovrà passare notte e giorno con quel sexy ed eccitante di Kent senza nemmeno sfiorarlo, dato che lui la ignora.
6 La dea dell'amore di S. NARAYANAN È ufficiale: Riya non ha mai dimenticato Dhruv! Altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo si sia risvegliato alla sua sola presenza. Piccolo dettaglio: lui l'ha già scaricata una volta e lei non vuole ripetere l'esperienza. Riya, se facessi una doccia gelata?
7 Il testimone cerca la sua sposa di F. HARPER Damien Stone questo è il tuo sesto matrimonio... Non sarebbe ora di fare la parte dello sposo? Potrebbe rifarsi con la damigella d'onore. No, impossibile, è quell'eccentrica e vulcanica di Zoe St. James, che tra l'altro non le toglie gli occhi di dosso. Quando finirà questa tortura?
8 L'uomo giusto (non) aspetta di N. LOGAN Aimee si è innamorata a prima vista del suo salvatore, Sam, che ha due occhi che potrebbero sciogliere tutta la calotta polare. E dire che la situazione non è delle più felici, dato che è sull'orlo di un precipizio, con la sola cintura di sicurezza che la separa dal fondo del burrone.
ANTOLOGIE da 3 ROMANZI ďŹ rmate dalle autrici delle serie piĂš amate. Il MEGLIO, selezionato per te. Antologia firmata ANNE MATHER: autrice Harmony amatissima, con piĂš di 150 romanzi pubblicati e 100 milioni di copie vendute. Dallo stile inconfondibile, sa raccontare i sentimenti e gli intricati legami di coppia, appassionando la lettrice pagina dopo pagina.
Un unico, imperdibile volume per tre romanzi firmati da grandi autrici appartenenti alla New York Times Bestsellers List. Tre storie dal sapore ardito, impudente, torrido e fantasioso, tutte con personaggi unici che conquistano il cuore. Dal 25 maggio Scoprili su www.eHarmony.it - Seguici su
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OMBRE SU NEW YORK UN MIX DI MISTERO, STORIA E PASSIONE.
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sensualità e mistero, personaggi affascinanti e un’ambientazione storica incantevole. Leggerla è un piacere.” Booklist
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Un nuovo HISTORICAL CRIME della serie dedicata alle indagini di Francesca Cahill, dama dell’Alta Società con la passione per il mistero. Caso dopo caso, questa Sherlock Holmes bella e raffinata cattura le lettrici per gli intrecci gialli ben costruiti e l’affascinante setting storico.
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