L'erede dei borgia

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JENNIE LUCAS

L'erede dei Borgia


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Ring for Vincenzo's Heir Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2016 Jennie Lucas Traduzione di Laura Giovanna Scolari Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3230 dello 05/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 «Hai due opzioni, Scarlett.» Gli occhi bramosi del suo ex capo si spostarono lentamente dal ventre gravido ai suoi seni rigonfi, che premevano contro il tessuto dell'abito nero premaman. «O firmi queste carte per dare in affido tuo figlio una volta nato e diventi subito mia moglie, o...» «O cosa?» Scarlett Ravenwood cercò di scostarsi dalle scartoffie che le stavano premendo contro, ma la mole massiccia di muscoli dell'uomo occupava gran parte del sedile posteriore della limousine. «O farò in modo che il dottor Marston ti dichiari incapace di intendere e di volere. E ti farò internare.» Le sue labbra carnose si curvarono in un sorriso compiaciuto. «È per il tuo stesso bene, sia chiaro. Perché qualsiasi donna sana di mente vorrebbe sposarmi, è ovvio. E poi anche in questo caso perderesti comunque il tuo bambino, non credi?» Scarlett lo fissò, accorgendosi a malapena degli edifici scintillanti di Manhattan che scorrevano alle spalle dell'uomo mentre percorrevano la Fifth Avenue. Blaise Falkner era bello e ricco. E un mostro. «Stai scherzando, vero?» Non riuscì a trattenere una risata nervosa. «Dai, Blaise, in che secolo pensi di vivere?» «Nel secolo in cui un uomo ricco è libero di fare ciò che vuole.» Allungando la mano, attorcigliò un ricciolo di lunghi capelli rossi attorno al suo dito. «E chi mai potrebbe impedirmelo? Tu?» La bocca di Scarlett si seccò. Gli ultimi due anni li aveva 5


trascorsi nella sua residenza dell'Upper East Side come aiuto infermiera per assistere la madre morente, e un po' alla volta le avances di Blaise si erano fatte sempre più insistenti. Solo la madre dispotica, inorridita al pensiero che il suo prezioso erede potesse arrivare a compromettersi con il personale domestico, era riuscita a tenerlo a freno. Ora però la signora Falkner era morta, e Blaise era ricco oltre ogni immaginazione. Mentre Scarlett non era altro che un'orfana approdata a New York alla disperata ricerca di un lavoro. Non appena arrivata, l'avevano confinata in camera con l'ammalata, costretta a obbedire ai duri ordini delle infermiere e a eseguire i compiti più ingrati, prendendosi cura di un'invalida perfida e irascibile. Non aveva amici a New York. Nessuno che potesse prendere le sue difese. Eccetto... No, ripeté a se stessa con tono disperato. Non lui. Non poteva farlo. Non l'avrebbe fatto. E se Blaise avesse avuto ragione? Se fosse riuscita a sfuggirgli e ad andare alla polizia, ma non le avessero creduto? Lui e quel tirapiedi del suo psichiatra sarebbero riusciti a mettere in pratica le loro minacce? Quando quel mattino al funerale le aveva chiesto senza tanti preamboli di sposarlo, letteralmente sulla tomba di sua madre, lei aveva cercato di riderci sopra, dicendogli che se ne sarebbe andata da New York. Ed era rimasta sorpresa quando lui si era offerto di accompagnarla alla stazione degli autobus. Così aveva accettato, ignorando il segnale d'avvertimento del proprio intuito. Avrebbe dovuto capirlo subito che non si sarebbe arreso così facilmente. Ma mai si sarebbe immaginata che potesse arrivare a tanto. Minacciarla per costringerla ad abbandonare il suo bambino e diventare sua moglie? Pensava che Blaise non fosse nient'altro che un playboy egoista e capriccioso che la bramava come un bambino viziato desidera a ogni costo un giocattolo che non può avere, ma si sbagliava di grosso. In realtà era un pazzo. «Be'?» chiese Blaise. «Qual è la tua risposta?» 6


«Perché vorresti sposare proprio me?» domandò Scarlett con voce flebile. Poi sospirò, cercando di far leva sul suo narcisismo. «Sei un bellissimo uomo, affascinante e ricco. Qualsiasi donna sarebbe più che felice di sposarti.» Qualsiasi donna che non ti conosca, aggiunse in silenzio. «Ma io voglio te.» Le afferrò il polso abbastanza forte da farla trasalire. «Mi hai sempre rifiutato. Poi ti fai mettere incinta da un altro e non vuoi dirmi nemmeno chi è.» Strinse i denti. «Una volta sposati, però, sarò l'unico uomo che potrà toccarti, e non appena nascerà il marmocchio e ce ne saremo liberati tu sarai mia. Per sempre.» Scarlett cercò di soffocare il panico crescente. Mentre la limousine proseguiva sulla Fifth Avenue, scorse la cattedrale di St. Swithun alla fine della strada. Un'idea disperata si fece largo nella sua mente. Poteva...? Sì. Poteva e l'avrebbe fatto. Anche se non faceva parte del suo piano. La sua intenzione era stata quella di comprare un biglietto dell'autobus diretto verso sud, di utilizzare i suoi pochi risparmi per iniziare una nuova vita in un posto dove batteva sempre il sole e i fiori sbocciavano tutto l'anno, e crescere suo figlio da sola. Ma come spesso diceva suo padre quando era ancora piccola, serviva sempre un nuovo piano per affrontare una nuova sfida. Anche se il piano che ora aveva in mente la terrorizzava. Era come passare dalla padella alla brace. Perché se Blaise Falkner era poco più di una scintilla, Vincenzo Borgia era il fuoco. Vin Borgia. S'immaginò gli occhi scuri del padre del bambino che portava in grembo, così passionali un attimo prima, glaciali quello successivo. Disegnò mentalmente i tratti duri della mascella. Il vigore del suo corpo. L'ardore del suo desiderio. Un brivido le attraversò il corpo. E se lui... Non pensarci!, ripeté a se stessa con fermezza. Una cosa impossibile per volta. 7


Un'altra massima che aveva imparato da suo padre. Non appena l'autista iniziò a rallentare davanti al semaforo rosso, capì che quello sarebbe stato il momento giusto. Adesso o mai più. Fece un respiro profondo, poi aprì gli occhi con un accenno di sorriso. «Blaise...» Scarlett si sporse in avanti nascondendo la mano destra, stretta a pugno. «Sai cosa mi sarebbe sempre piaciuto fare...?» «Che cosa?» sussurrò lui, leccandosi le labbra mentre abbassava lo sguardo sul suo seno. «Questo!» esclamò lei assestandogli un sonoro montante alla mascella. La bocca gli si chiuse e la testa balzò all'indietro, costringendolo a lasciare la presa. Senza nemmeno aspettare che la limousine fosse del tutto ferma, Scarlett diede uno strattone alla maniglia e si catapultò fuori, sul marciapiede. Sbarazzandosi dei tacchi, strinse la mano sul ventre in modo protettivo e si mise a correre a perdifiato verso la chiesa. La giornata era perfetta per sposarsi. Era il primo di ottobre e tutti gli alberi della città erano adornati di giallo, arancio e rosso. St. Swithun era la più famosa cattedrale di New York, il luogo in cui venivano celebrati i battesimi, i matrimoni e i funerali dei ricchi e dei potenti. L'edificio di marmo grigio svettava nel bel mezzo della città, con le sue guglie altissime che si elevavano fiere fino a tuffarsi nel cielo azzurro chiaro. Ansimando mentre correva, Scarlett gettò lo sguardo sul logoro orologio dorato che un tempo era appartenuto a sua madre, sperando di non essere arrivata troppo tardi. Una Rolls-Royce era parcheggiata accanto al marciapiede, ornata con nastri e fiori. Un autista in uniforme aspettava lì vicino. Alcune guardie del corpo munite di occhiali scuri, espressione dura e auricolari, sorvegliavano i gradini della chiesa e l'intero perimetro. La cerimonia quindi era già iniziata. Scarlett aveva letto l'annuncio sul New York Times qualche mese prima, e da allora aveva cercato in tutti i modi di non pensarci. Ma i det8


tagli le erano rimasti impressi nella memoria, e ora ne era felice, perché solo Vin Borgia avrebbe potuto aiutarla. Una guardia del corpo la fulminò con lo sguardo. «Signorina, si allontani...» Stringendosi la pancia in modo teatrale, Scarlett avanzò barcollando sul marciapiede. «Aiuto! Un uomo mi sta inseguendo, vuole rapire il mio bambino!» «Che... che cosa?» balbettò la guardia del corpo. Lei lo oltrepassò, urlandogli: «Chiami la polizia!». «Ehi! Ma non può...» Scarlett salì di corsa i gradini della cattedrale, cercando di riprendere fiato. «Si fermi subito!» Una seconda guardia del corpo si diresse verso di lei con un'espressione minacciosa dipinta in volto, ma si voltò non appena sentì il grido del suo collega mentre due degli scagnozzi di Blaise avevano iniziato a colpirlo, in basso sul marciapiede. «Ma che co...» Approfittando della sua distrazione, Scarlett aprì il portone della cattedrale ed entrò. L'ombra più totale la costrinse a sbattere le palpebre per abituarsi alla poca luce, e quando riaprì gli occhi vide davanti a sé un matrimonio da fiaba. Centinaia d'invitati erano seduti tra i vari banchi e davanti all'altare, sotto una cascata di rose bianche, gigli e orchidee, c'era una sposa incantevole, in piedi accanto all'uomo più bello al mondo. Era la prima volta che vedeva Vin dopo quella magica notte in cui avevano concepito il bambino, e a quella vista Scarlett trattenne il fiato. «Se qualcuno è a conoscenza di un motivo» recitò l'arcivescovo davanti agli invitati, «per cui questa coppia non debba unirsi nel sacro vincolo del matrimonio...» Sentì un rumore metallico dietro di sé, poi l'ansimare di Blaise mentre irrompeva all'interno della cattedrale. «... parli ora o taccia per sempre.» Disperata, Scarlett avanzò traballando verso il centro della navata. Alzando la mano, gridò: «Per favore, fermatevi!». 9


Seguì un boato collettivo quando gli invitati si girarono, puntandole gli occhi addosso. Inclusi la sposa e lo sposo. Scarlett si mise le mani sul viso, sentendosi quasi mancare. Non era facile parlare, visto che riusciva a malapena a prendere fiato, quindi concentrò la propria attenzione sull'unica persona di cui le importava. «Per favore, Vin, mi devi aiutare.» Le si strozzò la voce in gola, ma poi riprese con più forza, pensando al bambino che portava in grembo e che dipendeva completamente da lei. «Il mio capo sta cercando di portarci via il nostro bambino.» A differenza di molti sposi, Vincenzo Borgia, Vin per gli amici, aveva dormito profondamente la notte prima del matrimonio. Sapeva benissimo che cosa l'aspettava l'indomani. Avrebbe sposato la donna perfetta. Il corteggiamento di Anne Dumaine era stato semplice, e con la stessa facilità era avvenuto il loro fidanzamento. Nessun disaccordo. Nessun intoppo emotivo. Niente sesso, o almeno non ancora. Ma quel giorno le loro vite si sarebbero unite, così come le loro famiglie e quel che più importava, le loro imprese. Non appena la SkyWorld Airways di Vin si fosse fusa con la Air Transatlantique del padre della sposa, lui sarebbe riuscito a guadagnare in un sol colpo trenta nuove rotte transatlantiche, incluse le redditizie tratte New York-Londra e Boston-Parigi. La compagnia di Vin avrebbe raddoppiato le proprie dimensioni, e a condizioni molto vantaggiose. Perché mai Jacques Dumaine non avrebbe dovuto mostrarsi più che generoso con il suo futuro genero? Dopo quel giorno non ci sarebbero più state sorprese nella vita di Vin. Nessuna incertezza, nessun interrogativo sul proprio futuro. Amava quel pensiero. Sì, Vin aveva dormito bene la sera precedente, e quella stessa notte, dopo aver fatto finalmente l'amore con la sua sposa, che aveva insistito per restare illibata sino al matri10


monio, avrebbe dormito ancora meglio. Così sarebbe stato per tutte le successive notti della sua vita ordinata e piacevolmente prevedibile. E che male c'era nel non sentirsi attratto più di tanto da sua moglie? Magari era una buona cosa, visto che gli era stato detto che la passione svaniva presto dopo il matrimonio. Nel suo caso, quindi, non avrebbe sentito la mancanza di qualcosa che non aveva mai provato. Anche se lui e Anne sembravano avere ben poche cose in comune, a parte l'idea del matrimonio e dell'unione delle due imprese, che differenza faceva? Uomini e donne avevano interessi diversi. Non dovevano per forza assomigliarsi. Lui avrebbe colmato le debolezze della moglie. Lei avrebbe colmato le sue. Perché fra tutti i difetti di cui era stato accusato dai suoi nemici e dalle sue ex amanti, ce n'era sicuramente qualcuno di veritiero. Non aveva pazienza. Ed era privo di empatia. Nel mondo degli affari certo erano punti di forza, ma una volta avuti dei figli, sapeva bene che la pazienza e l'empatia erano doti che bisognava possedere in grande quantità. Si sentiva pronto ad accasarsi. Voleva una famiglia. Era stata questa la ragione principale che l'aveva spinto a sposarsi, oltre a quella di voler creare un vero e proprio impero. Ma non era stata l'unica. Dopo l'ultima scappatella che aveva avuto, una notte esplosiva con una splendida rossa con cui aveva fatto il miglior sesso della sua vita, aveva deciso di smetterla con gli incontri occasionali. Così, qualche mese più tardi, aveva chiesto ad Anne Dumaine di sposarlo. Era stata una scelta oculata. Nata a Montreal, Anne era bellissima, e sarebbe stata senz'altro una buona madre e un'ottima compagna d'affari. Parlava svariate lingue, tra cui il francese e l'italiano, e aveva una laurea in economia internazionale. Ma la cosa più importante era la sua dote alquanto appetitosa, ovvero la Air Transatlantique. Vin ora le sorrideva, lei in piedi davanti a lui, in attesa di scambiarsi la promessa nuziale. Somigliava alla principessa 11


Grace, pensò, bionda e algida, con un casto abito bianco e un lungo velo di pizzo che era stato cucito a mano dalle suore belghe. Divina. L'immagine della sposa perfetta. «Se qualcuno è a conoscenza di un motivo» recitò con tono solenne l'arcivescovo incaricato di celebrare il matrimonio, «per cui questa coppia non debba unirsi nel sacro vincolo del matrimonio...» Ci fu un po' di scompiglio, e un forte botto. Dei passi. Con la coda dell'occhio Vin vide girarsi le teste degli invitati. Si rifiutò di guardare, sarebbe stato irrispettoso, ma il suo sorriso si fece un po' forzato. «... parli ora o taccia per sempre» concluse il celebrante. «Per favore, fermatevi!» Era una voce femminile. Vin serrò la mascella. Chi osava interrompere il loro matrimonio? Una delle sue ex amanti con il dente avvelenato? Com'era riuscita a superare le guardie del corpo? Furioso, si voltò. Vin rimase pietrificato quando vide davanti a sé due occhi verdi contornati da ciglia nere in un viso dai lineamenti delicati a forma di cuore, e sulle spalle una luminosa cascata di capelli rosso acceso. Era lì, in piedi, circondata dalla pietra grigia della cattedrale, un sogno divenuto realtà. Scarlett. Colei che aveva perseguitato i suoi sogni negli ultimi mesi. La giovane e innocente ragazza dai capelli di fuoco che aveva passato con lui una notte indimenticabile e che era fuggita via la mattina successiva prima che fosse riuscito a strapparle il numero di telefono, o anche solo il suo cognome. Mai nessuna donna lo aveva trattato così male, infiammandogli il sangue e scomparendo poi all'improvviso come Cenerentola, senza lasciargli nemmeno una dannata scarpetta di cristallo. Era vestita tutta di nero. E perché era scalza? Il suo seno traboccava dalla scollatura dell'abito. Lo sguardo di Vin tornò bruscamente a posarsi sul suo ventre. Non poteva essere... «Per favore, Vin, mi devi aiutare» riuscì a dire con voce 12


strozzata. «Il mio capo sta cercando di portarci via il nostro bambino!» Per un istante Vin la fissò in preda al panico, incapace di comprendere le sue parole. Il nostro bambino? Nostro? Si levò un brusio collettivo non appena gli invitati si girarono a fissarlo, in attesa della sua reazione. Vin sentì il sangue divampare, per poi farsi improvvisamente gelido quando si rese conto che tutte le sue certezze, sul matrimonio, sulla sua privacy, sulla sua vita, si stavano pian piano sgretolando tra le sue dita. Vide lo sguardo minaccioso sul viso rubicondo del padre di Anne, e gli occhi scioccati della madre. Per fortuna non aveva una propria famiglia a cui dover dare delle spiegazioni. Si girò verso la sposa, temendo di scorgere qualche lacrima o un'espressione di sofferta agonia sul suo volto, temendo di doverle spiegare che non l'aveva tradita, certo che no, perché la cosa era accaduta mesi prima che s'incontrassero. Ma il bellissimo viso di Anne non lasciava trasparire alcuna emozione. «Scusami...» borbottò. «Dammi un minuto.» «Prenditi tutto il tempo che ti serve.» Vin percorse lentamente la navata verso Scarlett. Le persone che lo osservavano dai banchi sembrarono come svanire, i loro visi sfocati in macchie di colore indistinto. Quando si fermò davanti alla donna, il cuore gli batteva all'impazzata. Gettò uno sguardo al suo ventre, poi mormorò: «Sei incinta?». Lei lo guardò negli occhi. «Sì.» «Il bambino è mio?» Scarlett alzò il mento. «Credi che potrei mentirti?» Vin si ricordò del flebile gemito di dolore quando l'aveva posseduta la prima volta, mentre stringeva il suo corpo immacolato così caldo, rigido e teso contro il proprio, nell'oscurità della sua camera da letto. Si ricordò di come le aveva asciugato le lacrime con un bacio, finché il dolore era 13


scomparso trasformandosi in qualcosa di molto diverso. «Non avresti potuto dirmelo prima?» sbottò. «Mi dispiace» sussurrò Scarlett. «Non volevo...» Girò lo sguardo, e un'espressione di paura comparve sul suo volto. Tre uomini stavano risalendo la navata a passo svelto, e il loro capo aveva stampata in faccia una fredda smorfia di rabbia. «Eccoti, piccola...» L'uomo si interruppe, afferrando con prepotenza il polso di Scarlett. «Questa è una questione privata» ringhiò a Vin, guardandolo a malapena negli occhi. «Ritorni alla sua cerimonia.» Vin fu quasi tentato di farlo. Lasciarli andare sarebbe stato più semplice. Sentiva su di sé la pressione della sposa in attesa, della fusione imminente delle due compagnie, della famiglia di lei, della cattedrale, dell'arcivescovo e dei tanti invitati, alcuni dei quali erano arrivati dall'altra parte del mondo pur di essere presenti all'evento. Avrebbe potuto convincersi che Scarlett stesse mentendo e voltarle le spalle. Sarebbe potuto tornare a recitare con calma la sua promessa nuziale, che l'avrebbe legato per sempre ad Anne. Ma qualcosa lo fermò. Forse fu la brutalità con cui l'uomo serrò a tenaglia la sua mano sull'esile polso di Scarlett. O il modo in cui lui e i suoi due scagnozzi la stavano trascinando lungo la navata, nonostante i suoi inutili tentativi di ribellione. Forse fu l'espressione di panico e di terrore che vide scolpita sul suo bel viso, mentre tutti quei ricchi e potenti invitati la fissavano in silenzio, senza far nulla per intervenire. O forse era il fantasma del suo passato, a lungo represso, che gli ricordava come si era sentito impotente e non amato la volta in cui era stato trascinato via dalla sua stessa casa, contro la sua volontà. Qualunque cosa fosse, Vin fece quello che non faceva da tanto, tantissimo tempo. Si lasciò coinvolgere. «Fermatevi subito!» ordinò. L'uomo si girò di scatto verso di lui. «Ne rimanga fuori.» 14


Vin lo inseguì. «La signorina non vuole venire via con lei.» «La signorina è scioccata. È una povera pazza.» L'uomo, elegante e dalla corporatura robusta, le diede uno strattone al polso. «La sto portando dal mio psichiatra. Se ne starà rinchiusa in qualche struttura per molto, molto tempo.» «No...» gemette Scarlett. Alzò lo sguardo verso Vin, con gli occhi imperlati di lacrime. «Non sono pazza. Una volta quest'uomo era il mio capo. E ora vuole costringermi a sposarlo e ad abbandonare il nostro bambino.» Abbandonare il nostro bambino. Le quattro parole trafissero il cuore di Vin come un pugnale. Non avrebbe permesso in alcun modo a quell'uomo di portarla via con sé. La sua voce si fece glaciale. «La lasci andare.» «Crede di riuscire a fermarmi?» «Evidentemente non sa chi sono» replicò Vin in tono pacato. L'uomo lo guardò con disprezzo. «Non ne ho...» La sua voce si affievolì di colpo. «Borgia.» Esalò le due sillabe a denti stretti. Vin percepì la paura negli occhi dell'uomo. Era una reazione a cui era ormai abituato. «Io... io non mi ero accorto...» Vin lanciò un'occhiata alle sue guardie del corpo, che nel frattempo erano entrate nella cattedrale e stavano circondando gli altri uomini, pronti a intervenire. Fece loro un rapido cenno con la testa, per tranquillizzarli. Poi si rivolse all'uomo che teneva Scarlett. «Se ne vada. Adesso.» Quello obbedì all'istante, liberando la presa in modo brusco. Si voltò e fuggì dalla cattedrale, seguito alla svelta dalle sue due guardie del corpo. Un boato si levò all'improvviso dai quattro angoli della chiesa. Scarlett si lanciò tra le braccia di Vin, premendo il proprio corpo contro il suo completo da cerimonia. E fu allora che un giovane spuntò fuori da uno dei banchi centrali. «Anne, te l'avevo detto! Non sposarlo! Che 15


t'importa se verrai diseredata?» Rivolgendo lo sguardo all'intera navata, lo sconosciuto annunciò forte e risoluto: «È da sei mesi che vado a letto con la sposa». A quel punto scoppiò il caos più totale. Il padre della sposa iniziò a gridare, la madre a piangere disperata, e davanti a una tale confusione la sposa svenne con delicata discrezione, scomparendo in un ammasso vaporoso di tulle bianco. Ma Vin se ne accorse a malapena. Perché tutto il suo mondo ora girava attorno a due cose. Le lacrime di sollievo di Scarlett mentre gemeva appoggiata al suo petto, e il tremito di quel corpo gravido, cullato nel calore del suo abbraccio.

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3231 - Scommessa greca di T. Pammi I soldi non sono un problema per Dimitri. Lo è invece lei, Jasmine, la sola che conosca l'abisso da cui è riuscito a fuggire. Torna il FUOCO GRECO.

3232 - Un segreto per lo sceicco di M. Cox Quando Zafir scopre di avere un figlio, capisce di essere disposto a tutto per tenerlo con sé. Non perdere I PRINCIPI DEL DESERTO di questo mese.

3233 - Notti proibite con il principe di N. Anderson Da quando ha perso l'amore della sua vita, il principe Antonio non ha più toccato una donna... Seconda parte de IL T RONO DI SAN FELIPE.

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