Julia Williams
L'estate dell'amore
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Summer Season HarperCollins Publisher Limited, UK © 2011 Julia Williams Traduzione di Roberta Canovi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance agosto 2016 Questo volume è stato stampato nel luglio 2016 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 172 del 26/08/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Edward James 1894-1894 sp 1924
Constance Mary
1895-1975
Harry 1898-1918
Lily Clark 1874-1919
Lilian 1951-
sp
Joel 1975-
sp
Sam 2010-
sp
sp 1919
Claire Chambers 1975-2010
Freddie 1922-1994
1900-1975
Matilda “Tilly�
John Lyle (divorziato)
David Garrett
deceduto nella battaglia della Sambre
sp 1892
Daisy 1920-1990
Philip Matheson
Edward Handford 1872-1955
sp
Mary Henry
James Chandler
Prologo
Edward Edward sogna Lily. Lo raggiunge in giardino, stringendo in mano un mazzo di viole del pensiero. È estate e indossa un cappello a falda larga, che le ricade sulla schiena. «Tieni, sono per te» dice porgendogli i fiori, «perché i tuoi pensieri siano sereni.» Ride, e i suoi lunghi riccioli scuri svolazzano liberi nella brezza estiva. È sempre estate, con la Lily dei suoi sogni. Tende una mano per sfiorarla, per accarezzarla, per sentire che è di nuovo reale, che è sempre la sua Lily. Mentre allunga il braccio, lei sparge i petali nel vento, e il tocco della sua mano è leggero ed effimero come la brezza. Non appena cerca di afferrarla, lei è sparita, in un luogo dove sa che non può raggiungerla. Edward sogna Lily e si sveglia con il cuore pesante, la solitudine della vecchiaia e le lacrime che gli si formano negli occhi. Un giorno, presto, sa che la raggiungerà. Perché non può già essere quel giorno? Edward e Lily 1890-1892 In primavera le fantasie di un giovane uomo si trasformano in pensieri d'amore... 5
Alfred Tennyson, poeta - Locksley Hall «Edward, non mi avevi avvertito del tuo arrivo!» La madre si alzò per salutarlo quando Edward varcò il cancello del giardino; stava intrattenendo delle amiche in veranda, come era sua abitudine. Non l'aveva informata e aveva raggiunto la casa a piedi dalla stazione per farle una sorpresa; ora, però, era lui a essere colto alla sprovvista, desideroso com'era di averla tutta per sé e maldisposto a condividerla con quelle estranee che si scorgevano attraverso il pergolato ricoperto di rose, dove sorseggiavano disinvoltamente il tè nella calura estiva. «Volevo farvi una sorpresa» si giustificò. La gioia della madre al vederlo era tuttavia contagiosa e la sua sensazione di disagio svanì rapidamente. Era a casa, al Lovelace Cottage, una dimora più grande di quanto suggerisse il nome, accoccolata in un acro circa di terreno nel Sussex, sulle colline al confine col Surrey. L'aria era sempre più piacevole, in quel luogo, più pura, lontano dagli odori acri di Londra, dove studiava. «Vieni, accomodati» lo invitò la madre, prendendolo sottobraccio. «Devi mangiare qualcosa. Insisto.» «Sono desolato di aver interrotto il vostro tè, signore.» Edward accennò un inchino, sfiorandosi il cappello. Riconobbe vagamente alcune delle compagne della madre, tutte frequentatrici della parrocchia, ma ce n'erano un paio che gli risultarono sconosciute; nulla di strano, dato che era stato lontano per diversi mesi. «Non hai conosciuto la signora Clark, dico bene?» gli chiese la madre. «È la moglie del nuovo parroco. E siamo molto felici di averla tra noi: i fiori della chiesa non sono mai stati tanto belli.» «Oh, quello è merito di Lily, non mio» asserì l'interessata. «Mia figlia ha davvero un tocco speciale coi fiori. È sempre stato così, fin da quando era una bambi6
na. Ha fatto magie nel giardino della canonica, credetemi.» «Allora ha qualcosa in comune con Edward» dichiarò sua madre. «Sapete, lui studia botanica.» Botanica – una materia che il defunto e poco compianto padre non aveva mai preso sul serio. Era stato desiderio di John Handford che il figlio seguisse le sue orme nell'impresa di famiglia, che importava beni esotici dalle colonie; era un'impresa che lo aveva arricchito abbastanza da comprare quella bella casa coi suoi giardini. Ma, come aveva dimostrato nei confronti della moglie, il padre non aveva saputo apprezzare ciò che aveva. Il cottage e i giardini erano una mera ostentazione del suo successo, possedimenti da esibire, proprio come la madre di Edward. Non aveva mai apprezzato la bellezza e la pace della campagna, preferendo la vita caotica della città. Quando era morto, cinque anni prima, aveva lasciato la casa a Edward e l'impresa in parti uguali a Edward e alla moglie. Edward aveva venduto la propria quota al cugino Francis, più portato di lui negli affari; la madre, invece, l'aveva conservata, e la rendita le permetteva di vivere agiatamente mentre conduceva la casa in vece del figlio. Ed entrambi erano molto più felici di tale soluzione. «A proposito di Lily, dov'è?» domandò la signora Clark. «Dovremmo proprio andare, ora.» «Ho avuto l'impressione che le nostre chiacchiere cominciassero a tediarla» rispose la madre di Edward, «così l'ho mandata nel bosco.» Il bosco era un'area del giardino all'estremità della proprietà, presso il muro di cinta. Edward desiderava ritoccarla da tempo, ma non si era mai presentata l'occasione. In primavera era piena di campanule, gli alberi erano vecchi e cadenti, e secondo la sua opinione gettavano troppa ombra sulla casa. Avrebbe voluto diradarli 7
e ricavare nel mezzo uno spazio per un giardino più formale. La sua speranza era, dopo aver completato gli studi, di progettare giardini per l'aristocrazia locale, e intendeva cominciare proprio da lì. «Vado io a cercarla» si offrì Edward, lieto di sfuggire per un istante al chiacchiericcio delle donne. I gradini della veranda scendevano verso un prato erboso che si allargava intorno al cottage per sessanta metri circa. Nell'angolo in fondo a sinistra si innalzavano gli alberi in questione, in un avvallamento, e fu lì che si diresse Edward. Sulle prime non scorse nessuno, perciò si addentrò tra le piante fino a una radura dove notò una ragazza dai capelli scuri, incorniciata dalla luce del sole. Indossava un abito bianco di mussola ed era intenta a osservare i fiori che aveva in grembo. Morbidi riccioli le ricadevano sulla schiena e sul cappello che vi poggiava trattenuto dai lacci. Il vestito era macchiato d'erba e le mani apparivano piuttosto sporche. La prima impressione che ne ebbe Edward fu di una bambina piccola e senza dubbio capricciosa, e rimpianse di essersi offerto di andare a chiamarla. Poi lei alzò lo sguardo e i suoi preconcetti si dissolsero all'istante. Gli occhi verdi si spalancarono e la bocca a forma di cuore formò un oh di sorpresa nel vederlo; si portò le mani sottili alla bocca, mentre arrossiva di imbarazzo. Non era affatto una bambina, bensì una ragazza sul punto di diventare donna. Non aveva mai visto una simile bellezza radiosa, resa ancora più affascinante dall'inconsapevolezza di essere tale. «Buongiorno» lo salutò la ragazza, scrollandosi le margherite dal grembo prima di alzarsi con l'abito un po' in disordine. Non era molto alta, ma la sua struttura, per quanto minuta, non celava le forme femminili. Edward deglutì. «Siete Edward?» gli domandò. «Sì» rispose, ancora disorientato dall'errore della sua prima impressione. «Come lo sapete?» 8
«Oh, vostra madre parla sempre di voi» rispose. «Edward di qui, Edward di là. Io sono Lily.» «Sì, lo so. Vostra madre mi ha mandato a cercarvi.» «Oh.» Lily cambiò espressione. «Mi stavo divertendo. Suppongo che sarò riportata a casa dove mio padre mi riprenderà di nuovo perché mi comporto da maschiaccio.» Con aria afflitta, abbassò gli occhi sul vestito macchiato. Un ricciolo vagabondo le ricadde sul viso e lo sistemò senza pensare, ricordandogli la bambina per cui l'aveva scambiata. «Vi riprendono spesso per le vostre maniere da maschiaccio?» le chiese divertito Edward. C'era qualcosa di talmente vivace e poco affettato in Lily che era impossibile non rimanerne affascinati. «Sempre» confermò, con un'aria furbesca. «Non so come sia successo, ma ero così interessata alle piante che non mi sono accorta del disastro che stavo combinando sul vestito. Sapevate che crescono le viole del pensiero, in questo bosco? È un tale peccato nasconderle. Se fosse di mia proprietà, taglierei alcuni di questi alberi per realizzare un vero e proprio giardino, così da metterle in mostra.» «Ah, davvero?» Edward era combattuto tra ammirazione e irritazione. Era senz'altro la creatura più incantevole che avesse mai visto, tuttavia non apprezzava che gli dicesse cosa fare del suo giardino. «Oh, cielo.» Lily parve subito contrita. «Non avrei dovuto dirlo, vero? Vi prego di perdonarmi; non mi riguarda cosa fate del vostro giardino. È solo che le piante sono la mia passione.» «Dite sul serio?» L'ammirazione aveva vinto la battaglia. Edward le sorrise. «Sono anche la mia passione.» «L'ho rappresentata in modo corretto?» Lily lo guar9
dò con apprensione mentre Edward si avvicinava per valutare come procedeva il lavoro. Nei sei mesi da quando aveva lasciato l'università, Edward si era abituato ad avere Lily come assistente nelle escursioni nella campagna del Sussex, dove si recava per documentare flora e fauna. La madre, gli aveva confessato, aveva rinunciato a tenerla a casa per insegnarle i modi appropriati a una signorina. E anche se era una carriera poco convenzionale, imparare tutto sui fiori era pur sempre un'educazione, perciò la signora Clark si era lasciata persuadere a farla partecipare a quelle uscite con Edward, fintanto che Sarah, la governante, li avesse accompagnati come chaperon. In realtà, Sarah era piuttosto grossa e pigra, perciò la maggior parte delle volte li scortava fino al primo campo, dopodiché si sedeva per aspettare il loro ritorno. Questo significava che Lily e Edward passavano sempre più tempo insieme da soli, e di sicuro non ne erano dispiaciuti. «È perfetto» dichiarò, colpito dalla delicatezza del papavero che Lily aveva disegnato. Aveva una propensione innata per le piante e un talento per la loro rappresentazione realistica. L'idea di Edward era mettere insieme il materiale che aveva raccolto per realizzare un piccolo compendio della flora del Sussex, nella speranza non solo di guadagnare qualcosa con le proprie mani, ma anche di farsi una reputazione come serio botanico. Il suo desiderio era di andare all'estero, raggiungere i quattro angoli della terra e costruirsi quella reputazione riportando a casa piante esotiche che nessuno aveva mai visto. «Sentitelo» lo stuzzicò Lily quando glielo confessò. «Chi pensi di essere? Un grande esploratore come il dottor Livingstone?» «No» rispose con estrema serietà – la risata di Lily non faceva che accentuare quanto sapesse essere serio, a volte – «voglio solo vedere le meraviglie che ci sono 10
lontano da qui. Immagina di attraversare l'Amazzonia, o di percorrere i deserti del Sudan. Il mondo è talmente grande... voglio esplorarlo, voglio trovare qualcosa di nuovo e di diverso. E lo riporterei a casa per te.» «Oh, davvero?» commentò lei, la cui risata gli ricordava dei campanellini d'argento. Era impossibile non essere allegri quando si era in compagnia di Lily. Era come se facesse splendere il sole. «E se io non volessi le tue piante maleodoranti? Potrebbero essere velenose, per quel che ne sappiamo. E poi, perché dovresti cercare quelle esotiche, quando abbiamo dei bellissimi fiori proprio sulla nostra terra?» «Potrei portarti con me» ribatté Edward. «Potresti seguirmi come assistente.» «Quale audacia!» esclamò con un sorriso civettuolo. «Immagino che in questo caso Sarah dovrebbe comunque accompagnarci. Temo che non farebbe più di un passo nella giungla, però.» I suoi dolci occhi verdi le illuminavano il viso, e i riccioli esuberanti sfuggivano dalla treccia che avrebbe dovuto trattenerli per ricaderle lungo la schiena. Edward le prese il mento tra le mani e la baciò dolcemente sulle labbra. «Non è necessario che tu venga come mia assistente» disse allora. «Potresti accompagnarmi come moglie.» Una moglie. Prendere moglie. Quello sì che era un bel cambiamento. Edward si rigirò la parola nella mente. Di lì a pochi mesi Lily sarebbe stata sua e niente avrebbe più potuto separarli. Nel frattempo, aveva cominciato a lavorare per creare il giardino che aveva sempre sognato, ora con un nuovo scopo: voleva che fosse il suo regalo di nozze per Lily. «Guardate qui!» Ogni giorno, quando faceva progetti e leggeva libri sui giardini del passato, mostrava le proprie scoperte alla madre. Era affascinato dall'idea di re11
alizzare uno knot garden – un parterre di siepi di bosso ben potate e intrecciate a formare motivi geometrici – un giardino che sarebbe stato il simbolo del suo amore per Lily. «Guardare cosa, Edward?» rispondeva la madre, divertita. Era felice per lui, ne era ben consapevole. Era molto affezionata a Lily, e per il figlio non desiderava altro che felicità. «Vedete qui?» Edward le indicava gli schemi del Compleat Gardener's Practice, una guida di riferimento del sedicesimo secolo, che usava come base per le sue idee. «Il modo in cui hanno intrecciato le piante... Potrei fare qualcosa di simile. Sarebbe uno knot garden come non si è mai visto. E Lily lo amerà per sempre.» «Ne sono certa» confermò la madre con un sorriso. «Con un tale genio come creatore, come potrebbe essere altrimenti?» Edward ignorò la bonaria irrisione della madre, concentrandosi sui progetti. Disegnò il giardino con attenta precisione. Intendeva lasciare le vecchie querce sul fondo, ricavando il giardino nella parte centrale, racchiusa da sentieri di ghiaia. Dai bordi dei sentieri fino al muro avrebbe seminato piante perenni, mentre per il disegno vero e proprio voleva usare il bosso intrecciato con edera e rosmarino per formare un cuore, con la lettera E e la lettera L nel centro. Com'era d'uso all'epoca, avrebbe riempito gli spazi vuoti con dei fiori stagionali: viole del pensiero, che abbondavano nell'area, nontiscordardimé, gloxinia, ma in ciascuno dei quattro angoli sarebbe rimasto spazio per seminare delle piante per i bambini che avrebbero reso completa la loro felicità. E così Edward creò il giardino, realizzato con amore nella speranza del futuro; un giardino di cui sarebbe stato fiero per sempre. «Dove mi stai portando?» Lily moriva di curiosità 12
mentre si lasciava condurre, bendata, fino al giardino. «Ssh, è una sorpresa» continuava a ripeterle Edward. Aveva lavorato sodo per tenerle segreto ciò su cui si era concentrato negli ultimi mesi, adducendo, per tenerla lontano dall'area, la scusa che le vecchie querce erano diventate un pericolo per l'incolumità. Sperava che si sarebbe innamorata del giardino, tanto quanto lo amava lui, avendo riversato cuore e anima nel progetto. Aveva la sensazione che fosse l'opera migliore che avesse realizzato, e forse anche la migliore di tutte quelle che avrebbe realizzato in futuro. «Non gradisco le sorprese» protestò Lily. «Te ne prego, lasciami sbirciare.» «No» ribatté Edward con fermezza. «Più collabori e prima potrai vederlo.» Così dicendo, la prese per mano. «Attenta, qui c'è un gradino» la avvertì conducendola verso il giardino. Aprì il cancello di ferro battuto che aveva fatto costruire su misura. «Ora puoi guardare» la invitò sfilandole finalmente la benda, che non era altro che il foulard che le teneva saldo il cappello sulla testa. «Oh, Edward!» Lily si portò le mani alla bocca per la meraviglia al vedere il frutto del suo lavoro, un giardino fatto di amore e speranza. Un intreccio di cuori che rappresentava alla perfezione la loro unione. «Ti piace?» «Mi piace? Lo adoro!» Saltellò eccitata lungo il sentiero. «L'hai fatto per me?» «Certo che l'ho fatto per te» rispose. «È un giardino di nodi d'amore, dedicato al mio vero amore.» «Edward, non so cosa dire.» Commossa, Lily gli gettò le braccia al collo. «Di' solo che mi ami» le suggerì allora, facendosi serio. «Sempre» fu la pronta risposta. «Sempre.» La tenne stretta, posandole un bacio sulla fronte. Poi la accompagnò in fondo al giardino, dove si sedettero 13
sulla panchina in ferro battuto, anche quella commissionata all'uopo, che recava le loro iniziali. Non era mai stato tanto felice. Quello sarebbe sempre stato il loro posto speciale: un giardino che rappresentava la loro vita coniugale, una vita che, con Lily al fianco, avrebbe meritato di essere vissuta.
14
PARTE PRIMA Pagina
Romanzo
Il corso dell'estate
1
«Coraggio, bimbe, è ora di alzarsi! Oggi è un giorno importante!» Lauren entrò nella camera delle gemelle e restò a guardare due teste arruffate che lentamente emergevano dai piumini rosa confetto per prendere nota del circondario; ai piedi dei letti erano appese due uniformi nuove di zecca. Tirò le tende a fiori e si soffermò un istante ad ammirare il giardino del cottage in cui abitavano in affitto; c'era un fazzoletto di terra dove cresceva l'erba, e i vasi di lobelia, gerani, canne di vetro e alisso perenne erano ancora fioriti. Era accogliente e pulito, proprio come piaceva a lei. Il sole del mattino preannunciava il calore della giornata settembrina. Lauren tornò a voltarsi verso le bambine e il cuore le si strinse d'amore nel petto. Già quattro anni, il primo giorno di scuola. Dov'era volato il tempo? Sembravano trascorsi solo pochi minuti da quando erano nate, con tre settimane d'anticipo, in una bollente giornata di agosto; se avesse partorito rispettando il termine, avrebbe avuto un intero altro anno con loro: per come erano andate le cose, invece, sarebbero state le più piccole della classe. «Forza, bimbe» le incitò di nuovo mentre si sedeva sul letto di Izzie per farle il solletico sotto la coperta. Izzie di solito era la più lenta; soffrendo d'asma, era anche quella che le dava più preoccupazioni. Come da copione, il solletico attirò Immie che si unì a lei. Tutte e tre insieme si rotolarono sul letto per qualche minuto, ridendo, 17
prima che Lauren annunciasse di nuovo con tono fintamente severo: «È ora di andare a scuola». Ora che le ebbe vestite e accompagnate di sotto a fare colazione, Joel e Sam erano arrivati... puntuali, una volta tanto. «Gran giorno, oggi, eh?» esordì Joel quando vide Izzie e Immie sfilare nelle loro uniformi nuove. Erano così dolci con gli scamiciati grigi – di una taglia più grande, per accompagnarle nella crescita – le camicette bianche immacolate e i cardigan verdi. Le calze bianco latte lunghe fino alle ginocchia mettevano ancor più in risalto le scarpe nere di vernice, e i capelli biondi erano legati in una coda di cavallo, di cui Lauren era certa che, alla fine della giornata, sarebbe rimasto ben poco. Le due bambine sorrisero timidamente a Joel mentre lui sistemava Sam sul seggiolone. «Ti dispiace farci una foto?» gli domandò Lauren. «Così, per avere un ricordo.» «Nessun problema» rispose lui catturando l'immagine con la fotocamera del telefono. «Siete eccitate, bimbe?» «Sì» risposero le due in coro. «Direi» convenne Lauren. «Ho l'impressione che non abbiano chiuso occhio per tutta notte.» «Ops.» Joel fece una smorfia, quindi guardò l'orologio. «Accidenti, è già tardi. Sarà meglio che scappi.» «Oh, certo.» Lauren notò il suo sobrio abito grigio e si sentì in colpa per non aver ricordato subito che giorno fosse. «Buona fortuna. Spero non sia troppo pesante.» Gli sfiorò maldestramente il braccio, non essendo sicura che il gesto venisse apprezzato. Dopo la morte di Claire, il dolore che aveva afflitto entrambi li aveva fatti avvicinare. Fin troppo, aveva talvolta l'impressione, tanto che di recente aveva deciso di mantenere un po' di più le distanze. Joel le rivolse un sorriso tirato, gli occhi scuri che riflettevano la sua espressione triste e severa. «Dev'essere 18
fatto» replicò prima di posare un bacio sulla guancia di Sam. «Divertitevi a scuola, bambine.» Povero Joel. A trentasei anni era decisamente troppo giovane per essere vedovo. Per lui era dura essere solo con Sam; per questo, la maggior parte delle volte, Lauren lasciava correre quando la dava per scontata, il che succedeva sempre. Sentiva che lo doveva a Claire, prendersi cura di lui; aveva bisogno di aiuto, e lei intendeva darglielo, anche se non sempre rendeva le cose facili. Come sempre, provò una fitta di dolore. Era passato un anno, eppure una parte di lei si aspettava ancora di vedere Claire sulla porta del cottage, con Sam in braccio, come aveva fatto ogni giorno prima della sua morte improvvisa e scioccante. Lauren spedì le gemelle a lavarsi i denti e sparecchiò la tavola. Adorava quella cucina, così calda e piena di oggetti: i giochi dei bambini – una lavagna magnetica, una macchinina e un piccolo tavolo con quattro sedie – contendevano lo spazio al tavolo da pranzo di legno massello, alla lavastoviglie, alla lavatrice e al frigorifero. Anche se non c'erano molti piani d'appoggio, e quelli che c'erano erano coperti di libri di cucina, quella era senza dubbio la sua stanza preferita, il vero cuore della casa. Sollevato Sam dal seggiolone, lo sistemò nel passeggino che teneva lì per lui. Era stupido, lo sapeva, ma si sentiva ansiosa per le bambine, anche se per quasi un anno erano andate all'asilo del paese. Eppure... La scuola... Non a tempo pieno, all'inizio, visto che erano le più piccole; ma prima che se ne potesse rendere conto, sarebbero rimaste fuori casa per tutto il giorno e lei non le avrebbe più avute con sé nel pomeriggio. Se non ci fosse stato Sam cui badare, le giornate sarebbero state lunghe e solitarie. Proprio come le notti... Fu assalita dalla malinconia mentre percorreva il vialetto d'ingresso verso la familiare staccionata bianca e il cancelletto di ferro battuto che non c'era verso di non far 19
cigolare. Le gemelle camminavano ai lati del passeggino, raccontando a raffica come sarebbe stata la loro giornata. Non sembravano minimamente nervose; era solo Lauren che provava un vago senso di perdita, nel comprendere che da quel giorno in poi niente sarebbe più stato come prima. Imboccò la strada spingendo il passeggino, salutò la vicina Eileen, che stava portando fuori il cane, e svoltò a destra sulla strada principale che scendeva lungo la collina fino al centro di Heartsease, dove si trovava la scuola del paese. Pur essendo settembre, il sole era ancora caldo e pareva che sarebbe stata una di quelle giornate calde di fine estate di cui è meglio godere prima dell'arrivo dell'autunno. Gli alberi cominciavano a cambiare colore, gli ippocastani a maturare, e la brezza leggera faceva cadere le prime foglie. Erano giornate simili a quella che lei ricordava di più del periodo subito dopo che Troy se n'era andato, e quella stagione dell'anno per lei era sempre rimasta dolceamara. Proprio mentre cominciava ad abituarsi all'idea traumatica di essere madre, aveva dovuto affrontare lo shock ancora maggiore di essere una madre single. E in quel momento più che mai, mentre accompagnava le splendide figlie a scuola per la prima volta, avrebbe voluto che le circostanze fossero differenti. Joel salì in macchina col cuore pesante, all'incrocio svoltò a sinistra e ripercorse la collina per oltrepassare casa propria e uscire da Heartsease, in direzione del vicino paese di Chiverton. Percorse la tortuosa strada di campagna, fiancheggiata da alberi i cui rami creavano una sorta di volta sopra il nastro d'asfalto, le foglie che cominciavano a tingersi dei toni caldi dell'autunno. Amava la campagna ed era uno dei motivi per cui aveva rilevato il Lovelace Cottage quando la madre l'aveva ereditato e gli aveva proposto la cessione. Persino Claire, che sulle prime era stata riluttante a lasciare Londra per 20
andare a vivere in mezzo al nulla, come usava dire, aveva riconosciuto che dalla cima della collina il panorama sulla campagna del Sussex era straordinario. Claire. Il cuore si contrasse dolorosamente. Era passato un anno esatto. Possibile? Un anno e un giorno prima era stato così felice, così ricco e appagato... Aveva avuto tutto ciò di cui aveva bisogno senza rendersene conto, allora, e a volte non l'aveva apprezzato. Solo dopo aver perso Claire, quando il mondo gli era crollato addosso, aveva capito quanto era stato fortunato. Quel giorno sarebbe stato doloroso e difficile. Joel aveva promesso ai genitori di Claire di accompagnarli al cimitero, dall'altra parte di Chiverton, prima di unirsi a loro per il pranzo. Non era certo di riuscire ad affrontare un'altra giornata straziante in loro compagnia. Non che Marion e Colin non fossero cortesi e premurosi, anzi; anche se vivevano a più di un'ora di distanza, erano pronti a dargli una mano con Sam in qualsiasi momento, e per lui erano stati un grande sostegno. Gli avevano mostrato compassione anche se il loro dolore era altrettanto immenso. No, non sarebbero stati Marion e Colin a rendere quella giornata difficile. Era il suo senso di colpa per ciò che aveva fatto e per come aveva deluso Claire. Nel corso di quell'anno, non era passato giorno senza che le chiedesse scusa. Ogni singolo giorno. E quella mattina, sulla tomba, avrebbe deposto un mazzo di fresie, i suoi fiori preferiti, e le avrebbe chiesto scusa di nuovo. Eppure non sarebbe mai stato abbastanza. Joel sbatté le palpebre per ricacciare indietro le lacrime. C'era un bel sole, a differenza del giorno in cui si era svolto il funerale di Claire, che era stato il più lugubre e piovoso di cui avesse memoria. La chiesa era piena, e tantissime persone si erano dimostrate gentili e sollecite nei suoi confronti. Ma Joel era stato a malapena in grado di riconoscere la loro premura, rispondendo come un automa alle condoglianze, provando soltanto una sorta di 21
torpore che doveva essere shock. La tragedia era ancora sconvolgente, per quanto era stata improvvisa; come poteva una donna così bella e vibrante di vita come Claire esserci un giorno e il giorno dopo non esserci più? Avrebbe trascorso il resto della sua esistenza cercando di accettarlo. Notò con sollievo che era arrivato prima dei suoceri. Egoisticamente, voleva un po' di tempo per sé, per il proprio dolore privato. Raggiunse la tomba e la vista del suo nome scolpito sulla fredda pietra era ancora traumatica. Claire Harriet Lyle 1975-2010 Moglie, madre e figlia amorevole Strappataci troppo presto Non avrebbe mai superato la sensazione di irrealtà. Né ci si sarebbe abituato. Claire avrebbe dovuto essere lì con lui, accanto a Sam mentre imparava a camminare e a parlare, ad aiutare il marito a ristrutturare la casa e il giardino come avevano pianificato. Non avrebbe dovuto essere morta e sepolta su quella collina del Sussex. Provò un improvviso senso d'angoscia, e il dolore quasi gli tolse il fiato. Claire gli era stata strappata, e ormai era inutile chiederle scusa. Seduta tra gli scatoloni mezzi pieni, sul pavimento del soggiorno, Kezzie piangeva. Aveva l'impressione di piangere da un'eternità, da quando aveva preso la decisione di andarsene. Solo poche settimane prima, nel pieno dell'estate, aveva riempito altri scatoloni, tutta eccitata perché dal piccolo appartamento di Finsbury Park sarebbe andata a vivere con Richard. Il corso di paesaggismo era terminato, il rapporto con l'odiata società di web design interrotto. Davanti a loro si stendeva una nuova 22
vita: lei avrebbe progettato i giardini, Richard le architetture. Insieme avrebbero conquistato Chelsea e Hampton Court senza fare prigionieri. E ora quel sogno non si sarebbe mai avverato. L'ultimo mese era stato il più doloroso, confuso e assurdo che avesse mai vissuto in vita sua. Avrebbe dovuto chiamarlo di nuovo? In mezzo a quel caos, Kezzie ci pensò su. Era tentata. Era passata quasi una settimana dall'ultima volta in cui si erano sentiti, e la conversazione era stata penosa a causa dell'imbarazzo. In qualche modo, tuttavia, si aggrappava alla speranza che Richard potesse trovare dentro di sé la forza di perdonarla per ciò che aveva fatto. Serrò le palpebre al ricordo del disprezzo che gli aveva visto negli occhi durante l'ultimo incontro, della sua voce che ripeteva Mi hai deluso, Kezzie. Non posso fidarmi di te. Quella scena continuava a passarle e ripassarle in testa, senza sosta, come una giostra impazzita. Per quanto provasse a cancellarla, era lì ogni volta che chiudeva gli occhi. Un monito di ciò che aveva fatto, e di ciò che aveva perso. Ma tutti quegli squilli e quei vani messaggi a Richard cominciavano a farla sentire una povera demente, e persino Flick, la più comprensiva e dolce delle sue amiche, le aveva gentilmente fatto notare che stava perdendo la sua dignità con quei tentativi di riconquistarlo. «Devi dargli tempo, Kez» le aveva suggerito. «Così lo perderai di sicuro.» Kezzie sapeva che l'amica aveva ragione, ma spesso e volentieri, la sera tardi, dopo un bicchiere di vino, si era lasciata sedurre dalla tentazione di un'e-mail o di una telefonata, giusto per sentire la sua voce. L'ultima volta era stata mortificante: Richard aveva risposto con un Kezzie, ci sono qui i miei genitori, per favore non fare una scenata, e lei aveva riattaccato senza dire una parola. In quel momento aveva stabilito di aver toccato il fondo, di dover fuggire, andare da qualche parte, per non rischiare 23
di incrociarlo per caso o di trovarsi davanti un qualcosa che glielo avrebbe ricordato. E lupus in fabula era comparsa zia Jo, arrivata a Londra per una visita inaspettata. Vedendo lo stato in cui versava l'adorata nipote, aveva concluso su due piedi che Kezzie aveva bisogno di una via di fuga. «E per un vero colpo di fortuna, tesoro, posso lasciarti casa mia.» «Che cosa vuoi dire?» le aveva chiesto lei. «Parto per il giro del mondo insieme a Mickey; staremo via un anno» aveva spiegato Jo, riferendosi all'ultimo dei suoi toy boy. «Ti ricordi di lui, vero? Andiamo a cercare noi stessi, e magari a sposarci in Tailandia.» Aveva ridacchiato tutta eccitata. «Puoi restare al cottage finché desideri; anche tutto l'anno, se ne hai bisogno, piccola mia.» «Dici davvero?» Kezzie aveva deglutito tra le lacrime. Era la soluzione perfetta. Doveva allontanarsi da Londra, dall'incidente che aveva segnato la fine del suo rapporto con Richard, dal pasticcio che aveva combinato. Aveva bisogno di tempo e di spazio per rimettere insieme le idee, per rimettersi in sesto. Restare a Londra a piangere per Richard non le avrebbe fatto alcun bene; non sarebbe mai tornato da lei e lei non faceva altro che prolungare l'agonia. E così si era ritrovata a riempire altri scatoloni. Ogni singolo oggetto le ricordava gli ultimi due splendidi anni insieme a Richard, dall'attestato del corso di architettura del paesaggio, che aveva seguito su suo consiglio, alla foto di loro due a passeggio nel Lake District, dove lui le aveva proposto di andare a vivere insieme. E poi c'erano i guanti da giardinaggio che le aveva regalato a Natale, gli orecchini d'argento che aveva scelto per lei per il compleanno. A Londra, non poteva non pensare a Richard: andare via era l'unica possibilità per lasciarselo alle spalle. Prese il telefono e compose il suo numero. Era l'ultima 24
volta che l'avrebbe fatto. L'ultimissima volta. Rispose la segreteria telefonica; facendo un profondo respiro, ascoltò il messaggio e attese il bip che la invitava a lasciare il proprio. «Ciao, Richard» esordì tentando di controllare il tremito nella voce. «Sono Kezzie. Me ne vado da Londra, non ti tormenterò più.» Mise giù il telefono, tremando come una foglia, le lacrime che le rigavano le guance. Ma era fatta. Si guardò intorno, in mezzo al caos, e lentamente cominciò a organizzare il lavoro. Non c'era altra possibilità: l'estate era finita e stava arrivando l'autunno.
25
Il significato dei fiori
Agapanto Giacinto blu Croco Narciso Non ti scordar di me Geranio Gloxinia Viola del pensiero Malvone Impatiens Edera Peonia Petunia Rosmarino Bucaneve Pisello odoroso Garofano bianco Giglio bianco Glicine
Immortalità Costanza Allegria, contentezza Gioia, felicità Amore vero, ricordo Vera amicizia Amore a prima vista Pensieri d’amore Ambizione, fertilità Amore materno Amore coniugale, fedeltà Guarigione, auspicio di buona fortuna La tua presenza mi conforta Ricordo Speranza Piacere beato, ti penso Buona fortuna Purezza Benvenuto
La promessa nuziale di Cara Connelly Il sexy milionario Adam ha una missione: dare la caccia all'uomo che reputa colpevole dei suoi guai. Per farlo ha bisogno di qualcuno in gamba e così chiama l'ex procuratore Madeline St. Clair. Lei, cinque anni prima, era stata vicina dall'inchiodarlo con l'accusa di furto, ma lui l'ha fatta franca. Ora, è tornato e...
Determinati ad amarle di Nora Roberts Due uomini forti e determinati a raggiungere ciò che vogliono, soprattutto se si tratta delle donne che cercano da sempre. Dopo la morte del padre e la scoperta che le sue finanze sono in rovina, Eden decide di iniziare una nuova vita. Investe tutto ciò che le è rimasto in un campus estivo per sole ragazze. Qui incontra...
Il giocatore di J. R. Ward Spietato potrebbe essere il secondo nome di Gray. Lui fa parte di quei potenti carismatici e influenti che manovrano Washington, e che tutti ascoltano. Ma il motivo per cui ora si trova a Saranac Lake non è legato al suo lavoro. Una questione di famiglia ha sgretolato il suo cuore indurito è per questo quando rivede Joy...
L'estate dell'amore di Julia Williams Lovelace Cottage ha disperato bisogno di una ristrutturazione. Il suo proprietario, Joel, sta lottando per venire a patti con la vita in veste di vedovo e padre single. I suoi piani per sistemare la casa e il giardino gli appaiono improvvisamente come un fardello troppo grande da sopportare. La vita di Lauren, invece, è una sorta di...
Baciami di Susan Mallery A Fool's Gold tutto può accadere, anche che un uomo solitario riesca a trovare la donna che gli catturerà il cuore. Phoebe ha un animo gentile, ma ha imparato a proprie spese che aiutare gli altri a ogni costo può anche essere rischioso. Nonostante avesse deciso di tenersi per un po' lontana dai guai, non riesce a tirarsi indietro quando la sua migliore amica le chiede di aiutarla nella sua proprietà a Fool's Gold. Da ragazza di città quale è, Phoebe si ritrova così a indossare dei panni completamente diversi. Zane è un uomo solitario e rude, e non è certo il tipo di persona ben disposta nei confronti dei turisti desiderosi di scoprire la vita di provincia. Questa volta però deve rimboccarsi le maniche e accompagnare dei visitatori insieme a...
Solo per questa volta di Gina Showalter Beck Ockley è milionario. Ha provato sulla propria pelle il dolore della perdita e ora è seriamente intenzionato a evitarlo per il resto della propria vita. Si è trasferito nella cittadina di Strawberry Valley, Oklahoma, per dedicarsi al lavoro, ai pochi amici dei quali si fida e per concedersi un po' di piacevole relax. D'altra parte è, e sempre sarà, un irriducibile playboy, il cui motto è "giusto una volta". Quando Harlow Glass è nei paraggi, però, è meglio stare all'erta. Bellezza del sud dal passato burrascoso, sembra destinata a essere una delle tante tacche sulla testiera di Beck, ma il suo calore appassionato riesce a fare breccia nel muro che in lui bandiva completamente i sentimenti. Harlow, però, ha perso tutto ciò che amava e ora...
Dal 14 ottobre
I tuoi sogni più hot si stanno per avverare…
I romanzi che hai sempre desiderato ma non hai mai osato chiedere
L F: , N Y T, USA T P W. Giochi proibiti, intriganti avventure. Attenzione, anche i desideri scottanti possono diventare raltà… “È in grado di soddisfare qualsiasi vostro desiderio. Incandescente, sensuale, magnifica.“ Library Journal
L : , … . “Uno sguardo intenso sulla relazione uomo-donna, un eccellente lavoro psicologico.” The Literary Times
In edicola e sul nostro store dal 18 agosto
www.harpercollins.it – Seguici su
Inghilterra, 1884 - Adele Wilson vuole solo una cosa: evitare gli scandali. Ecco perché ha accettato di sposare un gentile e onesto nobile inglese. Ma l’incontro con il Barone di Alcester potrebbe cambiare tutto… SERIE DOLLAR PRINCESSES – LA NOBILTÀ È TUTTO.
Londra, 1811 - Pierson Stratton, Visconte Wakefield, un tempo aveva tutto, ma la guerra ha rovinato ogni cosa. Ora vorrebbe solo un po’ di solitudine, ma Louisa, giovane vivace e molesta, non è per nulla disposta a lasciarlo in pace. - LE ADORABILI ZITELLE DI KEMPTON.
Inghilterra, 1815 - Convinto con l’inganno
a prendere in moglie Lillian e a partire per la guerra in cerca di onore, dopo sette anni Gerry torna in Inghilterra coperto di gloria. La sua casa, però è stata trasformata in un covo di corruzione e malaffare. Lillian è davvero truffatrice senza scrupoli?
Inghilterra, XIII secolo - Rimasta vedova subito dopo le nozze, Lady Eleanor Peyton dovrà lavorare fianco a fianco con William Rudhale, amministratore del maniero del padre. Bello, brillante, rispettoso… ma il suo comportamento fosse solo frutto di una scommessa?
Dal 3 agosto in edicola e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su
Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con
A B B O N ATI!
-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS
Sì!
Voglio abbonarmi ad Harmony Romance. Speditemi bimestralmente 2 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 6.90 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 11.70 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).
6B0256
Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza i romanzi Harmony Romance. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2016. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO