L'impiccato

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Faye Kellerman

L’IMPICCATO traduzione di Silvia Arienti


ISBN 978-88-6905-186-9 Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Hangman William Morrow An Imprint of HarperCollins Publishers © 2010 Plot Line, Inc. Traduzione di Silvia Arienti Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con HarperCollins Publishers LLC, New York, U.S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Diamanti giugno 2017


Dedica

Per Jonathan – uomo perfetto dalla A alla Z E per Lila e Oscar – baci e abbracci



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Le fotografie la ritraevano malconcia e piena di lividi – un labbro gonfio, entrambi gli occhi neri, il volto tumefatto e lucido. Per Decker era quasi impossibile associare quelle istantanee alla creatura incredibilmente attraente che gli sedeva davanti. Terry era molto cambiata negli ultimi quindici anni. Da bellissima sedicenne si era trasformata in una donna straordinariamente elegante. Con l'età il suo viso era diventato più morbido e arrotondato e aveva assunto la raffinata fragilità tipica delle bellezze vittoriane. Gli occhi di Decker si spostarono dalle fotografie al suo volto. Inarcò un sopracciglio. «Non è un bello spettacolo, vero?» disse. «Tuo marito ti ha proprio conciata per le feste.» Strizzando gli occhi, Decker poteva ancora scorgere le tracce delle percosse ricevute – in alcuni punti infatti erano visibili delle sfumature verdastre. «E queste fotografie risalgono a circa sei settimane fa?» «Più o meno.» La donna si sistemò meglio sul divano. «Il corpo è una macchina sorprendente. Assisto a riprese miracolose tutti i giorni.» Essendo un medico, Terry sapeva di cosa stava parlando. A dimostrazione della sua forza di carattere, era riuscita a laurearsi in medicina e a crescere un bambino malgrado fosse sposata con un pazzo maniaco. Era raro vederla così abbattuta. «Sei sicura di volere andare fino in fondo? Intendi 7


davvero incontrarlo qui a Los Angeles?» «Ho rimandato l'inevitabile il più a lungo possibile» rispose Terry. «Non ha nessun senso nascondersi. Se Chris vuole trovarmi, ci riuscirà. Ma non sono preoccupata per me, quanto per Gabe. Se lo faccio incazzare troppo, temo che possa prendersela con lui. Devo aspettare che abbia raggiunto la maggiore età, tenente, prima di poter prendere qualsiasi decisione riguardante la mia vita.» «Quanti anni ha Gabe?» «Per l'anagrafe, tra quattro mesi compirà quindici anni. Ma di testa, è un uomo maturo.» Decker annuì. Erano accomodati nella suite di un elegante hotel a Bel Air, California. Le varie tonalità di beige dell'arredamento lo rendevano un ambiente molto rilassante. Accanto all'ingresso c'era un angolo bar ben fornito e un bancone di marmo per la preparazione dei drink. Terry si era rannicchiata su un divano situato di fronte a un caminetto di pietra. Decker si era accomodato alla sua sinistra, su una poltroncina da cui poteva vedere il patio privato, abbellito da lussureggianti felci, palme e fiori – un'oasi di pace per le anime ferite. «Come puoi essere certa di riuscire a sopravvivere fin quando Gabe avrà compiuto diciotto anni?» Terry rifletté sulla domanda prima di rispondere. «Sai quanto sia freddo e calcolatore mio marito. Questa è la prima volta in assoluto che alza un dito su di me.» «E allora, cos'è successo?» «Un malinteso.» Alzò gli occhi verso il soffitto, evitando di incrociare lo sguardo di Decker. «Ha trovato delle carte mediche e ha pensato che avessi abortito. Quando finalmente sono riuscita a farlo smettere di picchiarmi e a spiegargli la situazione, si è reso conto 8


di avere letto male il nome. È stata la mia sorellastra ad abortire.» «Ha confuso Melissa con Teresa?» «Il nostro secondo nome è uguale. Io mi chiamo Teresa Anne. Lei Melissa Anne. È una cosa stupida, ma anche mio padre lo è. Uso ancora il cognome McLaughlin, come la mia sorellastra, perché è quello che compare sui diplomi e sui documenti. Ha frainteso e mi ha aggredito. Non che gli stiano a cuore i bambini, ma l'idea che potessi avere distrutto la sua progenie gli ha fatto perdere il controllo. Per fortuna non aveva una pistola a portata di mano.» Scrollò le spalle. «Perché l'hai sposato, Terry?» domandò Decker. «Voleva che la nostra relazione diventasse ufficiale. Mi era difficile rifiutare dal momento che era lui a mantenerci. Non avrei mai potuto finire gli studi di medicina senza i suoi soldi.» Fece una pausa. «Per la maggior parte del tempo ci lascia soli. Si butta nel lavoro, nell'alcol e nelle droghe, oppure si dedica ad altre donne. Io e Gabe siamo abituati a stargli alla larga. Le nostre interazioni sono neutrali e alle volte piacevoli. È generoso e sa essere affascinante quando desidera qualcosa. Gli do quello che vuole e tutto fila liscio.» «Salvo eccezioni.» Decker sollevò le fotografie. «Cosa vuoi che faccia esattamente, dottoressa?» «Ho accettato di vederlo, tenente, ma non per tornare con lui. Perlomeno, non subito. Non so come reagirà a questa notizia. Dato che non posso sfuggirgli, voglio che acconsenta a una separazione temporanea. Niente di definitivo – non mi converrebbe – voglio soltanto che mi lasci stare ancora un po' da sola.» «Per quanto tempo?» «Una trentina d'anni, forse.» Terry sorrise. «In realtà, vorrei trasferirmi nuovamente a Los Angeles fin9


ché Gabe non finisce il liceo. Ho trovato una casa in affitto a Beverly Hills. Non solo voglio che accetti questa separazione, ma anche che si accolli tutte le spese.» «Come pensi di farcela?» «Guardami.» Sorrise nuovamente. «Lui mi ha cresciuta, ma lo stesso vale per me.» «Però senti bisogno di essere protetta.» «Può succedere di tutto quando si ha a che fare con un animale selvaggio. Meglio prendere precauzioni.» «Ci sono molti uomini più giovani e più forti di me, ragazzi che probabilmente saprebbero difenderti molto meglio.» «Oh, ti prego! Chris li metterebbe al tappeto senza problemi. È più... prudente con te intorno. Ti rispetta.» «Mi ha sparato, una volta.» «Se avesse voluto ucciderti, l'avrebbe fatto.» «Lo so» disse Decker. «Voleva dimostrare chi comandava.» Buttò fuori l'aria. «E, cosa ancora più importante, a Chris piace sparare alla gente. Con me, il divertimento era doppio.» Terry abbassò lo sguardo. «Si vanta che tu gli chieda dei favori. È vero?» Decker sogghignò. «Gli chiedo qualche informazione di tanto in tanto. Utilizzerei qualsiasi fonte per riuscire a risolvere un caso.» Osservò il viso di Terry – la carnagione lattea, gli occhi color nocciola, i lunghi capelli castani. Alcuni fili grigi erano l'unica testimonianza di una vita sempre sul filo del rasoio. Indossava un ampio vestito senza maniche – di seta, con disegni geometrici arancioni, verdi e gialli. I piedi nudi spuntavano da sotto l'orlo. «Quando dovrebbe arrivare in città?» «Gli ho detto di venire qui in hotel domenica a mezzogiorno. Ho pensato fosse un buon orario.» 10


«Dove si troverà tuo figlio in quel momento?» «In una sala prove dell'UCLA. Gabe ha un cellulare. Se ha bisogno di me, mi chiamerà. È un ragazzo molto indipendente. Deve esserlo per forza.» I suoi occhi vagarono lontano. «È così in gamba... l'esatto contrario di suo padre. Data la sua educazione, a questo punto avrebbe dovuto già essere stato un paio di volte in un centro di riabilitazione. Invece è fin troppo maturo. Mi preoccupa. C'è un intero mondo dentro di lui che non riesce a esprimere. Merita davvero di meglio.» Si portò le mani alla bocca e batté le palpebre per ricacciare indietro le lacrime. «Ti ringrazio per essere venuto in mio aiuto.» «Assicurati che io faccia davvero qualcosa prima di ringraziarmi.» Decker guardò il suo orologio da polso. Lo aspettavano a casa già da mezz'ora. «Okay, Terry, domenica ci sarò. Ma dovrai fare come dico io. Penserò a un piano perché questo incontro avvenga a modo mio. Innanzitutto, dovrai aspettare in camera da letto finché non l'avrò reso innocuo. Solo allora potrai uscire.» «D'accordo.» «Inoltre, dovrai dire a Gabe di non tornare fino a quando non gli avrai dato il segnale di via libera. Non voglio che compaia nel bel mezzo di una situazione difficile.» «Mi sembra ragionevole.» La stanza rimase silenziosa per alcuni istanti. Poi Terry si alzò. «Grazie infinite, tenente. Spero che il compenso sia sufficiente?» «È più che sufficiente. È estremamente generoso.» «C'è una cosa da dire su Chris, non ama badare a spese. Se ti avessi offerto meno, se la sarebbe presa.» «Se non vuoi che lo faccia, non lo farò» disse Decker. 11


«Certo che non voglio» rispose Rina. «Quell'uomo ti ha sparato, per la miseria!» «Allora la richiamo e le dico di no.» «Ormai è un po' tardi, non credi?» Rina si alzò e cominciò a sparecchiare il tavolo del salotto – due piatti e due bicchieri. Hannah non faceva quasi più colazione con loro. L'autunno successivo avrebbe cominciato il college in Israele. Mancavano solo tre mesi alla fine del liceo e la davano già per persa. Decker seguì la moglie in cucina. «Dimmi, cosa vuoi che faccia?» Quando Rina aprì il rubinetto dell'acqua, aggiunse: «Lascia fare a me». «No, li lavo io.» «O, ancora meglio, perché non usi la lavastoviglie?» «Per due piatti?» Contando i bicchieri, le posate, le pentole e le padelle, c'era molto di più, ma preferì non contraddirla. «Avrei dovuto consultarti prima di accettare, mi dispiace.» «Non voglio delle scuse. Sono preoccupata per la tua vita. È un sicario, Peter.» «Non mi ucciderà.» «Non dici sempre che le questioni familiari sono le più pericolose perché entrano in gioco le emozioni?» «Sì, se non si è preparati.» «Non pensi che la tua presenza infiammerà gli animi?» «Forse. Ma se non avesse nessuno a proteggerla, potrebbe andare peggio.» «Allora lascia che assuma una guardia del corpo. Perché devi farlo tu?» «Ritiene che io abbia buone possibilità di disinnescare la collera di Chris.» «Disinnescare è la parola giusta» commentò Rina. «Quell'uomo è una bomba a orologeria!» Scosse il capo 12


e fece scorrere l'acqua. Senza aggiungere altro, porse a Decker il primo piatto. «Grazie per la colazione. Le uova alla Benedict con il salmone affumicato erano una vera delizia.» «Ogni uomo merita un ultimo pasto.» «Non è divertente.» Rina gli passò un altro piatto. «Se ti dovesse succedere qualcosa, non te lo perdonerei mai.» «Ricevuto.» «Non m'interessa di lei. Sono certa che sia una donna per bene, ma si è infilata da sola in questo casino.» Rina sentì il sangue cominciare a ribollire per la rabbia. «Perché devi essere tu a tirarla fuori? La sua richiesta d'aiuto è chutzpadik.» Decker mise via il piatto e le appoggiò le mani sulle spalle. Le punte dei suoi capelli neri le svolazzarono intorno al collo, regalando al suo volto un'espressione sbarazzina. Rina era tutto il contrario. Forte, concentrata, determinata... questi erano gli aggettivi più adatti per descriverla. «Le telefono e le dico di no.» «Non puoi farlo adesso, Peter. Chris dovrebbe arrivare tra un paio d'ore. Inoltre, se ti tirassi indietro adesso, ti giudicherebbe uno smidollato, ed è il peggio che possa succedere. Sei in trappola.» Si sollevò sulle punte e gli baciò il naso. Era alto e robusto, ma anche Donatti. «Credo che dovrei accompagnarti.» «Non ci pensare neppure. Piuttosto, preferisco rinunciare.» «Gli sono sempre piaciuta.» «Proprio per questo sarebbe tentato di spararmi. Ha una cotta per te.» «Non ha una cotta per me...» «Non sai quanto ti sbagli.» «Be', lascia almeno che ti accompagni in città. Andrò a trovare i miei genitori.» 13


«Si può fare.» Decker guardò l'orologio della cucina. «Lascia tutto così. Metterò in ordine quando torno.» «Devi andare via subito?» «Voglio sistemare la stanza prima del suo arrivo.» «Va bene. Vado a prendere la borsa. Chiamami quando hai finito e tutto si è risolto.» «Lo farò. Promesso.» «Certo, certo.» Rina se lo scrollò di dosso. «Il matrimonio non dovrebbe essere una promessa di amore, rispetto e obbedienza?» «Qualcosa del genere» le rispose Decker. «Modestia a parte, credo di aver sempre adempiuto i miei voti.» «Sì, i primi due» ammise Rina. «È il terzo però quello che ti crea più problemi.»

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Questo volume è stato stampato nel maggio 2017 presso la Rotolito Lombarda - Milano


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