L'inferno dei vivi

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JACQUELINE NAVIN

L'INFERNO DEI VIVI


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Flower and the Sword Harlequin Historical © 1998 Jacqueline Navin Traduzione di Mariadele Scala Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici novembre 2002 Questa edizione I Romanzi Storici gennaio 2018 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2017 da CPI, Barcelona I ROMANZI STORICI ISSN 1828 - 2660 Periodico mensile n. 189 del 12/01/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 212 del 28/03/2006 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Prologo Cornovaglia, Inghilterra Febbraio 1197 La schiena eretta, le mani strette in grembo, Lily sedeva immobile nella semioscurità del crepuscolo fissando vacuamente ciò che la circondava, chiusa a tutto ciò che il mondo aveva da offrire. La sofferenza la cullava nelle sue braccia come una vecchia amica, che i suoi occhi asciutti e il suo viso composto non riuscivano a ingannare. L'indomani avrebbe sposato un uomo che aveva visto una sola volta. Un uomo buono, con un sorriso gentile, ma che non avrebbe mai potuto amare perché l'amore era morto in lei. Lily non capiva ancora come mai tutta la sua felicità si fosse ridotta in cenere. O perché. Non era nemmeno certa di essere colpevole, ma i sensi di colpa le divoravano l'anima e avviluppavano il suo cuore infranto in una rete di disperazione e di sconforto. L'uomo che amava non c'era più, e con lui erano svaniti tutti i suoi sogni...

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1 Cornovaglia, Inghilterra Luglio 1196 «Mio Dio, guarda» disse Andrew al fratello. Rogan St. Cyr scrutò l'orizzonte con curioso interesse. Scura sentinella di guardia al mare spumeggiante, il castello di Charolais stava appollaiato sulla cima di un'alta scogliera. Al pari di Tintagel, il vicino maniero di trista fama, Charolais era il risultato di un abile incastro di fredde pietre grigie. Spartano, forse, ma non certo grottesco. La sua inquietante presenza era da imputare più all'atmosfera creata dagli elementi che lo circondavano: il mare burrascoso, il cielo livido e la brulla brughiera che si stendeva a perdita d'occhio. Rogan avvertì un insolito crampo allo stomaco. Quand'era stata l'ultima volta che si era sentito così nervoso?, si chiese cercando invano nella memoria. Oh, una certa inquietudine lo assaliva sempre prima di una battaglia. Ma quell'ansia era una sensazione alla quale non era abituato. Non era l'uomo adatto al compito che lo attendeva, pensò per l'ennesima volta. Non era un abile diploma6


tico, non era un fine parlatore e non sapeva dispensare falsi elogi. Era un guerriero, solo un guerriero. Ma era anche un uomo d'onore ed era per questo che era lì. «Mi si stanno rizzando i capelli sulla nuca, lo giuro» borbottò Andrew mentre si avvicinavano al castello. Rogan spronò il suo cavallo al galoppo, assecondando col corpo il ritmo dello stallone nero. Sembrava perfettamente tranquillo e sicuro, ma niente sfuggì ai suoi occhi indagatori quando varcò le mura seguito dai suoi uomini e avanzò nel cortile inferiore. «So che questo incarico ti pesa» disse ancora Andrew, vagamente imbarazzato dal silenzio del fratello. «Non puoi immaginare quanto» confermò Rogan dopo un breve silenzio. Quando varcarono il portone interno, si trovarono di fronte l'imponente massa del castello, semplice e disadorna come una monolitica lapide sepolcrale. Quel paragone procurò a Rogan un brivido lungo la schiena. I due fratelli fecero fermare i cavalli e balzarono a terra. «Perdio, perché diavolo continui a fissarmi?» scattò Rogan, non sopportando più lo sguardo penetrante di Andrew. «Bestemmiare è un peccato» osservò questi con un sorriso. Rogan lo guardò con espressione attonita. Raramente il fratello minore prendeva qualcosa sul serio, meno di tutto il peccato, anche se era un uomo di chiesa, pensò mentre consegnava le redini a uno dei suoi uomini e si guardava attorno perplesso. «Garven, resta fuori con gli altri. Andrew, vieni con me.» 7


Dalla massiccia porta guarnita di borchie, una guardia lo squadrò con curiosità. Rogan si presentò all'uomo, che rispose sgranando gli occhi e accennando un inchino. Rogan e Andrew entrarono nell'enorme sala. Il rumore dei loro stivali sul pavimento di pietra creò un'eco spettrale fra le volte dell'alto soffitto. File di finestre inserite in elaborate aperture ad arco erano chiuse per impedire al calore del tardo pomeriggio di entrare. Un'esposizione di armi, scudi e vessilli con lo stemma di famiglia era collocata sulle pareti accanto a preziosi arazzi che riproducevano scene di battaglie. Quegli arazzi erano sicuramente opera delle dame del castello per celebrare il valore militare dei loro mariti e dei loro figli. «Marshand è un uomo ricco» mormorò Rogan massaggiandosi il collo. «Non avrà difficoltà a radunare un esercito.» «Siamo qui per assicurarci che non lo faccia» gli ricordò Andrew con tono pacato. «Strisceremo a terra come si conviene e cercheremo di blandire il suo orgoglio ferito. Ci perdonerà, vedrai. Anche se continuo a pensare che Alexander sarebbe dovuto venire di persona a presentare le sue scuse e a...» «Con le sue ciance sull'amore, quell'idiota avrebbe peggiorato la situazione» sbottò Rogan con sarcasmo. «Scommetto che non credi nell'amore» ridacchiò Andrew. «Infatti» confermò Rogan, il bel viso atteggiato a una smorfia dura. «Bene, anch'io non so dire se ci credo o no. Non mi è mai capitato d'innamorarmi e non penso che succederà mai. Ho fatto voto di castità e anche se posso es8


sere liberato dagli altri obblighi, non verrò mai meno a quel giuramento. Tuttavia devo dire che il nostro collerico fratello sembra molto felice con la bella figlia del mercante.» «Non confondere la lussuria con l'amore, Andrew. A giudicare dal tempo che passano nelle loro stanze, direi che si tratta più di un istinto primitivo che di un fremito del cuore.» Rogan si guardò attorno, soffermando lo sguardo sui pigri cavalieri sovrappeso che poltrivano qua e là, giocando a scacchi e tracannando idromele. «Alexander ha la mente confusa e l'onore della nostra famiglia è in gioco.» «Sono d'accordo. E tocca sempre a te difenderlo.» Era vero. Anche se Alexander era il primogenito e in quanto tale aveva ereditato il ducato e le sue vaste proprietà, era Rogan, il secondogenito, ad addossarsi tutte le responsabilità. Rogan aveva sperato che durante i quattro anni in cui era rimasto assente, impegnato a combattere in Terra Santa, Alexander si fosse deciso ad assumersi anche gli oneri della sua posizione di privilegio, ma il borioso, impetuoso fratello non aveva imparato niente in materia di tatto e di disciplina personale. Ora, a meno di un anno dal ritorno di Rogan dalla Crociata di Re Riccardo, Alex aveva commesso la più grossa leggerezza della sua vita. Rogan tornò a passarsi una mano fra i capelli, ignorando il ciuffo ribelle che gli ricadeva sulla fronte. «Marshand dov'è?» Come evocato da quel moto d'impazienza, una esclamazione tonante annunciò l'arrivo del padrone di casa. Rogan si girò e si trovò di fronte Enguerrand Mar9


shand, un uomo di bassa statura e con un corpo dalle insolite proporzioni. Le strette brache mettevano in evidenza due gambe troppo magre per un addome tanto prominente. I pochi capelli che gli rimanevano formavano una coroncina attorno alla nuca. Il sorriso che gli incurvava le labbra svanì quando i suoi occhi si posarono su Rogan e poi si spostarono su Andrew. «Il duca dov'è?» chiese con tono imperioso. «Sono Rogan St. Cyr, il fratello di Alexander. E questo è il mio fratello minore, padre Andrew» rispose Rogan, provando un'immediata antipatia per quel borioso nanerottolo. «Quando mi hanno avvertito che erano i vessilli di Windemere quelli che sventolavano fuori del castello, ho pensato che fosse il duca» replicò Enguerrand, degnando Andrew di un fugace sguardo. «Padre?» chiamò una dura voce femminile. Rogan non si era accorto della presenza della giovane donna che stava alle spalle di Enguerrand. Alta e slanciata, con un incarnato perfetto e lineamenti simmetrici, era sicuramente una bellezza. Era pettinata alla moda del momento, con i capelli raccolti che mettevano in risalto gli zigomi prominenti. Doveva essere Catherine, la donna che Alexander si era rifiutato di sposare, pensò Rogan. Aveva sentito parlare della sua avvenenza, anche se la rigida, assoluta perfezione dei suoi lineamenti esprimeva una freddezza alquanto scostante. «Qualcosa non va?» domandò Catherine. «Sono qui proprio per questo» l'informò Rogan. Era così teso che temeva di non riuscire a mantenere la calma. «Forse dovremmo sederci» propose Andrew, indi10


cando il gruppo di sedie disposte davanti al grande camino. «Voglio sapere che cosa sta succedendo» replicò Enguerrand con impazienza. «Perché il duca non è venuto con voi?» Non era il caso di indugiare oltre, decise Rogan respirando profondamente. «Mio fratello non verrà. Sono qui per presentarvi le formali scuse della mia famiglia e per informarvi che Alexander intende interrompere le trattative con voi per ottenere la mano di vostra figlia.» Fece una pausa prima di soggiungere: «Mio fratello ha deciso di sposare un'altra donna». «Sposare un'altra donna?» esclamò Catherine dopo un breve silenzio. «Chi?» Quella era senz'altro la parte peggiore della faccenda. «La figlia di un mercante. Il suo nome è Carina.» «Vuole sposare la figlia di un mercante?» scattò Enguerrand con voce stridula. «Non volete sedervi?» gli chiese Andrew mettendogli una mano sul braccio. «Penso che dovremmo...» «Toglietemi quella mano di dosso!» tuonò Enguerrand. «Come volete» replicò Andrew ritraendosi. «Mio fratello ha scelto la sua sposa seguendo l'amore» spiegò Rogan, stupito di poter mettere da parte ogni scusa. Le precedenti apprensioni erano sparite e stava di fronte a Enguerrand come a un qualsiasi altro avversario. Solo che questa volta la tenzone si svolgeva a parole e non con le armi. Tuttavia la sua mano avrebbe voluto sentire sotto le dita il contatto sicuro dell'elsa della sua spada e dovette serrare il pugno per controllare quell'impulso. «Amore?» ripeté Catherine con sarcasmo. 11


Andrew si strinse nelle spalle. «Chi può spiegare quell'indefinibile emozione? Colpisce anche le persone più nobili e può essere...» «Questa è un'offesa!» sentenziò Enguerrand. «Il duca e io stavamo trattando il prezzo della sposa! Fino a che punto pensava di spingersi? Rompere un contratto è un crimine!» Era l'accusa che Rogan aveva paventato. Socchiuse gli occhi, pronto a lanciarsi in difesa del fratello quando colse con la coda dell'occhio un movimento che attirò la sua attenzione. Si voltò e rimase incantato alla vista della donna più leggiadra che avesse mai incontrato. Nonostante l'abito stretto e scolorito che indossava, non molto diverso da quello di una fantesca, lei era una visione incantevole con la massa di riccioli biondi, che le ricadevano fino alla vita come la criniera dei leoni che Rogan aveva visto parecchie volte nel corso dei suoi viaggi, e gli occhi di un'incredibile sfumatura di blu. No, erano verdi. No, erano una via di mezzo, come il colore dell'acqua di un mare dei Tropici. Ammaliato da tanta beltà, Rogan la fissò senza parlare mentre la fanciulla avanzava verso di lui e si profondeva in un inchino. Quando abbassò il capo, la massa di riccioli le coprì il viso, impedendogli di vederlo bene. «Vostra Grazia» mormorò lei. Rogan rimase immobile per un momento, poi allungò impulsivamente una mano e le sollevò il mento con due dita, obbligandola a guardarlo. Quei meravigliosi occhi incontrarono i suoi, mentre gli rivolgeva un timido, lieve sorriso. «Lily, rialzati!» la redarguì Enguerrand. 12


Confusa, la leggiadra fanciulla si guardò attorno, quasi aspettasse una risposta dai presenti. «Non è il duca, sciocca» sbuffò Catherine. «Sollevati! Dov'eri?» «Ero nel frutteto» rispose Lily. Lanciò una occhiata incerta a Rogan e poi si rialzò. «Elspeth dov'è?» «Nella cappella, credo.» Lily lanciò un'altra fuggevole occhiata verso Rogan, il quale avvertì istintivamente che era imbarazzata per essere stata rimproverata di fronte a lui. «Sono Rogan, il fratello di Alexander» si sentì in dovere di spiegarle con un sorriso. «E voi dovete essere Lady Lily.» «Sì» confermò lei con una vocina lieve come una brezza. «Voglio una spiegazione!» incalzò Enguerrand. «Voglio parlare con il duca. Per quel che ne so, potrebbe essere un inganno. Non vi ho mai visto.» «Non è un inganno, Enguerrand» affermò Rogan deciso. Ma sembrava meno concentrato sul suo scopo. Lily seguiva la conversazione con espressione tra lo stupito e l'allarmato. L'alternarsi di queste due emozioni sul suo bel viso era assolutamente affascinante. «Sapete che Alexander era riluttante a sottoscrivere il contratto» soggiunse Rogan, cercando di ritrovare il controllo della situazione. «Aveva dato la sua parola!» tuonò Enguerrand. «Bene, devo dire che state reagendo in modo sorprendentemente pacato» intervenne Andrew per allentare la tensione. Enguerrand sgranò gli occhi. Non era vero, e lo sapeva. Tuttavia Andrew continuò imperterrito. 13


«Conosco molti uomini meno importanti di voi, Enguerrand, che avrebbero già sguainato la spada e ci avrebbero infilzato senza attendere una spiegazione. Oh, siete infuriato, e non vi biasimo. Avete il diritto di protestare, e anche la vostra leggiadra figliola ha il diritto di mostrare il suo sdegno. Ma vedo che siete un uomo di nobili principi e sapete quanto sia importante cercare di capire. Vi ammiro davvero.» Muto, Enguerrand fissava il giovane St. Cyr con espressione stupefatta. «Certo, nella presente condizione del paese, con Giovanni che aspira alla corona e i baroni in sommossa, un comportamento avventato non è degno di un uomo saggio quale voi siete» proseguì Andrew. «Accidenti, potrebbe significare guerra, e la guerra decimerebbe due casate. Spero che sarete d'accordo con me nel convenire che non ne varrebbe la pena. Ma non tutti avrebbero il giudizio di capirlo e di fare quello che è meglio per la popolazione.» I complimenti di Andrew colsero incredibilmente nel segno. Preso alla sprovvista, Enguerrand parve confuso, ma anche più rilassato. «Già» borbottò. «È proprio una brutta faccenda.» Ma sembrava che si fosse calmato. Almeno per il momento. Alle spalle del padre, Catherine sbuffò sommessamente. Rogan scambiò una breve occhiata con il fratello e Andrew inarcò impercettibilmente le sopracciglia in segno di trionfo. Quando si girò, Rogan vide che Lily aveva scorto il gesto irriverente di Andrew e cercava di frenare un sorriso. Quella semplice manifestazione di complicità lo colmò di un grande calore e dovette fare uno sforzo per tornare a guardare verso il padrone di casa. Enguerrand era ancora infuriato. Però li invitò a se14


dersi al suo tavolo e ordinò che venisse servito un rinfresco. Rogan accettò l'ospitalità, sollevato che Enguerrand si fosse calmato. Almeno per il momento. Catherine, invece, era ancora infuriata. Mettendo da parte l'interesse per la più gentile sorella, Rogan le offrì cavallerescamente il braccio. La gelida bellezza bionda lo fulminò con lo sguardo, ma poi i suoi occhi parvero riscaldarsi, come se avesse scorto in lui qualcosa che prima non aveva notato. «Non sono un duca e nemmeno un eroe delle Crociate. Sono solo un umile prete, ma mi hanno detto che sono piuttosto amabile» sentì che Andrew diceva a Lily. «Posso avere l'onore di scortarvi?» Lily doveva aver accettato il braccio del fratello, pensò Rogan, perché udì un sommesso grazie in risposta. Era geloso del fratello minore, si rese conto con imbarazzo.

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2 Lily Marshand aveva la piĂš straordinaria delle sensazioni che un essere umano possa provare. Le sembrava che il noioso, familiare, prevedibile mondo in cui viveva fosse stato interamente trasformato tanto che tutto le appariva nuovo, interessante, vibrante. Da quando lui l'aveva toccata, il suo cuore palpitava e i pensieri turbinavano vorticosamente nella sua mente. Rogan St. Cyr. Signore, com'era bello! Che fosse un guerriero era evidente. Bastava guardare la sua figura muscolosa e l'agilitĂ dei suoi movimenti misurati. I capelli, di un colore simile a quello del rame brunito, si arricciavano appena sulla nuca. Dal naso diritto al mento volitivo, ai denti candidi che brillavano quando sorrideva, tutto in lui era splendido. Ma non solo. Era stato gentile con lei e quando l'aveva guardata con quegli insoliti occhi grigi, Lily aveva provato qualcosa d'incomprensibile, ma straordinariamente eccitante. Che stupida! Probabilmente Rogan St. Cyr si comportava cosĂŹ con tutte. Probabilmente aveva immaginato lo sguardo famelico che le aveva rivolto e il sensuale sorriso che gli aveva incurvato le labbra quando i loro occhi si erano incontrati. Tuttavia era felice che non fosse il fidanzato di Ca16


therine. O meglio l'ex fidanzato di Catherine, stando alla nuova piega che avevano preso gli eventi. A un tratto, Lily si rese conto che Andrew le stava parlando. «Chiedo scusa» si affrettò a giustificarsi. «Che cosa dicevate?» «Stavo solo osservando che non penso che Rogan sia contento della sistemazione» ripeté Andrew. «Oh, quale sistemazione?» chiese Lily irrigidendosi al solo sentir pronunciare il nome di Rogan. «Quella dei posti a tavola. Sta cercando di blandire Catherine. Ditemi, ha qualche possibilità di riuscirci?» Lily provò un'immediata simpatia per quel giovane, che non doveva avere molto più della sua età, ossia diciannove anni. Prima non l'aveva quasi notato, troppo impressionata dal suo imponente fratello, ma ora vide che aveva occhi ridenti e un sorriso gentile. «Sono certa che vostro fratello troverà le parole adatte» osservò, incapace di resistere alla tentazione di sbirciare verso Rogan, che parlava con Catherine. La sorella lo ascoltava con espressione quasi cordiale e sembrava interessata a quello che le veniva detto. «Di solito mio fratello è un uomo di poche parole» proseguì Andrew, sporgendo il capo per constatare di persona come andavano le cose. «Strano, Rogan non è il più abile dei diplomatici. Be', forse non si era mai messo alla prova. O forse Catherine sta semplicemente soccombendo al suo fascino. È risaputo che le donne lo trovano affascinante. Il suo viso piace e il suo leggendario coraggio sul campo di battaglia le ammalia, se mi perdonate l'orgoglio fraterno. Ma penso che il particolare più sorprendente sia che lui sembra non curarsi affatto della loro ammirazione. Per qualche ar17


cano motivo, questo disinteresse attrae ancora di più le donne.» «Davvero?» fece Lily fingendo noncuranza. Non voleva che Andrew annoverasse anche lei nella schiera delle innumerevoli ammiratrici di Rogan. «Spero di non avervi scandalizzato» disse Andrew con un lieve sorriso. «Oh, no!» si affrettò a rassicurarlo Lily. «Forse discorsi del genere non sono adatti a orecchie delicate. Mi sono lasciato andare troppo e vi chiedo scusa. Sarà meglio cambiare argomento.» «No, vi prego!» esclamò Lily. «Voglio dire, raramente ho l'opportunità di parlare con ospiti e so poco di quello che accade nel mondo. Mi piacerebbe conoscere di più.» «Ah, v'interessa sapere qualcosa di Rogan?» domandò Andrew con un ampio sorriso. Lily tossicchiò, cercando di liberarsi dalla trappola nella quale era inconsapevolmente caduta. «Sono curiosa di vedere se sarà capace di blandire Catherine. Mia sorella è piuttosto irascibile e sarebbe bello se vostro fratello riuscisse a persuaderla con i suoi modi accattivanti.» «Già» commentò Andrew, ma Lily comprese che non le credeva. Infatti soggiunse con fare malizioso: «Bene, ho l'impressione che anche Rogan sia interessato a voi. Continua a guardarci con aria truce. Credo sia geloso». Lily girò il capo e vide che Rogan la stava veramente fissando, ma non si mostrò imbarazzato di essere stato sorpreso. Avvampando, Lily tornò a voltarsi, cercando disperatamente di cambiare argomento di conversazione. «Oh, non vi ho parlato dei fantasmi di 18


Charolais. È un soggetto che v'interessa, padre Andrew?» «Ce ne sono?» domandò lui educatamente. Lily tremava al punto che le sue mani erano malferme quando sollevò la coppa del vino. Imponendosi di non gettare più sguardi furtivi verso il fondo del tavolo, iniziò il suo racconto. Il pomeriggio passò abbastanza piacevolmente, considerando le circostanze di quella riunione. Il padre di Lily offrì ospitalità ai due fratelli St. Cyr finché la questione non fosse stata risolta. Quando Rogan accettò l'invito, Lily sentì un brivido lungo la schiena. Rogan St. Cyr sarebbe rimasto al castello per un'intera settimana! Purtroppo lui era impegnato con Catherine, che non si era placata come Lily aveva sperato. Conosceva la sorella e temeva i suoi accessi d'ira. Però Catherine sembrava gradire le attenzioni dell'affascinante guerriero, nonostante l'indignazione per essere stata rifiutata dal duca. Ma la sorella maggiore era sempre stata volubile. Era abitudine della famiglia Marshand che le donne si ritirassero presto e lasciassero gli uomini ai brindisi serali. Quella sera Lily seguì con riluttanza la sorella su per lo scalone che conduceva alle camere da letto, ma non prima di aver gettato un ultimo sguardo all'uomo che aveva catturato la sua attenzione. Si stupì di vedere che gli occhi grigi di Rogan St. Cyr fossero di nuovo fissi su di lei. Ammaliata da quello sguardo, evitò per miracolo di urtare contro Catherine. Con il cuore in gola, Lily si girò e volò su per le scale. 19


Più tardi, seduta davanti allo specchio della sua camera da letto, Lily si spazzolava distrattamente i capelli. Era così immersa nelle sue fantasticherie che non sentì che la porta si apriva, né udì i passi leggeri che si muovevano sulla spessa stuoia che ricopriva il pavimento. «È vero?» chiese una vocina nel silenzio del locale. Spaventata, Lily lasciò cadere la spazzola e si girò. «Elspeth, mi hai spaventato! Non ti ho sentito entrare.» La fanciulla di undici anni, un bel cherubino dal viso d'angelo con un'aureola di riccioli biondi, le sorrise, ma i suoi dolci occhioni azzurri erano velati. «Dove sei stata?» le chiese Lily scrutandola. «In cappella a recitare il rosario» rispose Elspeth con un sorriso beato. «C'è una tale pace là dentro. Sono rimasta a vegliare come i monaci del Santissimo Sacramento e mi sono dimenticata del banchetto» spiegò con una punta di timore, come se Lily potesse disapprovare. Lei non lo fece, ma Elspeth era una creatura timida e paurosa. «Spero che papà non si sia arrabbiato» soggiunse allarmata. «Non preoccuparti, non si è accorto della tua assenza» la rassicurò Lily sorridendole. «Allora è vero che il duca non sposerà più Catherine?» chiese Elspeth corrugando la fronte delicata. «Sì, temo di sì» annuì Lily tornando a girarsi verso lo specchio. «Ha mandato i suoi fratelli ad avvertire nostro padre. Li hai visti? Uno è un prete e l'altro...» Con quali parole poteva descrivere Rogan? «Sì, sì, li ho visti» confermò Elspeth. «Erano nella sala grande quando sono entrata. Stavano seduti davanti al camino.» 20


«Che cosa stavano facendo? Erano soli o c'era qualcuno con loro?» domandò Lily balzando in piedi. «Erano soli e stavano parlando» rispose Elspeth confusa. «Oh, sono così nervosa!» esclamò Lily andando avanti e indietro per la stanza non sapendo se confidarsi o meno con lei. Divideva tutto con Elspeth, ma una bambina poteva capire il tumulto di emozioni che l'agitavano in quel momento? La comparsa di Catherine sulla soglia la salvò dal dover prendere una decisione. La sorella era pallida e aveva un aspetto macabro nella tremula luce diffusa dalle torce appese alle pareti. «Elspeth, non sei venuta a mangiare» disse con la sua voce dura. «Ero in cappella a pregare» si giustificò Elspeth in un soffio. «Quanto a te, Lily» proseguì Catherine volgendosi verso l'altra sorella, «hai screditato la nostra famiglia con il tuo vestito e il tuo inqualificabile comportamento.» L'imbarazzante ricordo di aver scambiato Lord Rogan per il duca colse Lily alla sprovvista, ma non a causa della disapprovazione di Catherine. Che cosa aveva pensato Rogan del suo errore? L'aveva giudicata una sciocca? «Ti sei resa ridicola» incalzò Catherine. Avvampando per la vergogna, Lily si ammonì per essersi lasciata di nuovo umiliare da Catherine. Conosceva gli odiosi sotterfugi della sorella maggiore, ma non riusciva a esserne indifferente. «Sorella, ho saputo della brutta novità che hai ricevuto» mormorò Elspeth. 21


Senza muovere un muscolo, il viso di Catherine si trasformò in una maschera d'ira. Elspeth si fece piccola piccola, soffocando un'esclamazione di paura che però Lily udì. Quel piccolo lamento cancellò dalla sua mente le ambasce personali e la riempì di un'incontrollabile furia protettiva. Si alzò in piedi e si mise al fianco di Elspeth. «Sì, piccola. Sembra che non mi sposerò come era stato stabilito» confermò Catherine con tono gelido. I suoi occhi brillavano come due lame taglienti. «Ma non tutto è perduto» soggiunse mutando impercettibilmente espressione. «A volte una sventura si può trasformare in una favorevole occasione.» Lily si mise davanti alla sorellina, scorgendo le avvisaglie di uno dei tipici accessi d'ira di Catherine, che Elspeth paventava tanto. «Non combinarne una delle tue, Catherine. Lord Rogan è un uomo d'onore. È venuto qui per fare ammenda.» «E la farà» asserì Catherine lanciandole una occhiata fulminante. Di nuovo mutò espressione e atteggiamento, squadrando Lily da capo a piedi con fare sprezzante. «Durante la permanenza a Charolais dei fratelli St. Cyr, non voglio che tu ci metta più in imbarazzo, Lily. Siccome è chiaro che non sai comportarti come si conviene, sarebbe meglio se rimanessi in camera tua o nel solario con le altre dame, a cucire e tessere.» Lily socchiuse gli occhi e si mise le mani sui fianchi. «Non sei nostra madre, Catherine. Lei non ci avrebbe mai parlato così. Lei era dolce e gentile e non avrebbe approvato il modo in cui dirigi questo castello. Non ti permetterò di maltrattare Elspeth, e non mi nasconderò solo perché non ti piaccio.» 22


«Vedremo» commentò Catherine con una risatina girandole le spalle e apprestandosi a uscire. Lily strabuzzò gli occhi e fece le boccacce, mentre Elspeth si copriva la bocca con le mani per soffocare un grido di raccapriccio. «E non credere che non sappia che mi stai facendo gli sberleffi» la redarguì Catherine mentre si allontanava lungo il corridoio. «Mio Dio, è una vera croce!» esclamò Lily lasciandosi cadere sul letto. Elspeth lanciò un'occhiata circospetta verso la porta, come se temesse di veder riapparire all'improvviso la terribile sorella. Poi, rassicurata, si avvicinò a Lily e le prese una mano. «Mi fa paura» le confidò in tono sommesso. «Non devi farti intimidire da lei, Elspeth» la confortò affettuosamente Lily. «Ha un così brutto carattere. Chissà che cosa farà adesso?» Elspeth rabbrividì. «Non sopporta di essere contrastata. Ti ricordi i nostri coniglietti?» Rabbrividendo suo malgrado, Lily strinse la mano della sorellina. Quando erano piccole avevano ricevuto in dono un coniglietto per ciascuna in occasione del Natale. Quello di Catherine si era ammalato e dopo pochi giorni era morto. Lei si era infuriata e aveva detto che non era giusto. Il giorno appresso, gli altri due coniglietti erano stati trovati morti nelle loro gabbiette. «Non pensarci» la esortò Lily. «Non abbiamo mai avuto le prove che fosse stata lei a ucciderli. E anche se l'avesse fatto, deve essersene pentita. Non ha mai fatto nient'altro di male contro anima viva.» «A parte la servitù» mormorò Elspeth con un brivi23


do. «Dory mi ha detto che un giorno l'ha sorpresa a parlare con Kenneth in cucina e ha dato in escandescenze.» «Catherine può essere dura, è vero, ma fra fare una sfuriata e fare materialmente del male c'è una bella differenza» osservò Lily con pacatezza. «Nostro padre non lo permetterà» soggiunse, notando che Elspeth non sembrava convinta, come del resto non lo era lei stessa. «Con l'aiuto di Nostro Signore» sussurrò Elspeth. «Certamente, con l'aiuto di Nostro Signore. Adesso vado a fare due passi» annunciò Lily. «La serata è fresca e ho bisogno di un poco di aria.» «Non puoi! Catherine si arrabbierà» obiettò Elspeth allarmata. «Non lo saprà» replicò Lily alzandosi in piedi. «E poi non mi lascerò intimidire dai suoi stupidi ordini. Buonanotte, tesoro.» «Lily!» la richiamò Elspeth, ma lei era già uscita dalla stanza. «Avrei preferito che ci fossimo accampati fuori con il resto degli uomini invece di restare in questo orribile posto» si lamentò Andrew. «Ho la tremenda sensazione che Marshand possa comparire da un momento all'altro con una scure in mano!» Rogan si strinse nelle spalle con noncuranza. «Non aveva senso dormire al caldo quando avevamo la possibilità di rimanere nel confortevole fresco del castello.» «Confortevole fresco un corno! Hai messo gli occhi sulla fanciulla. Quel piccolo fiore di Lily, voglio dire. Ho visto come la guardavi durante il banchetto.» 24


«La fanciulla?» proruppe Rogan con stupore. «Ti riferisci a quella che hai corteggiato per tutta la sera?» «Non è vero. Volevo solo essere amabile.» «Ti piaceva, ammettilo.» «Naturalmente. È molto leggiadra. Anzi, incantevole. Vuoi negare che ti sarebbe piaciuto essere al mio posto?» «Ho un difficile compito da svolgere» disse Rogan facendosi serio. «Metti sempre il dovere al primo posto?» Rogan non rispose e per un istante fra i due fratelli scese un silenzio carico d'inespresse preoccupazioni. «Credo che tu abbia avuto successo» dichiarò Andrew alla fine. «Mmh?» «Mi riferivo a Catherine. L'hai convinta. Credevo che ti volesse mangiare con gli occhi.» «Sì, ha lo sguardo di un predatore» convenne Rogan. «Non mi vergogno di confessare che mi fa paura. La sua bellezza è fredda, e i suoi occhi possono... congelare. Non l'hai notato? Sono proprio raggelanti. Prima ce ne andremo di qui, meglio sarà.» «Prima dobbiamo sistemare molte cose» dichiarò Rogan massaggiandosi il collo. «Ti riferisci alla fanciulla?» «Quale fanciulla?» «Lily, naturalmente. Non fare il finto tonto.» Rogan inarcò distrattamente un sopracciglio. «Mi è sembrata simpatica. Devo ammettere che ha attirato la mia attenzione. Ma non penserai che sarei tanto sciocco da concedermi una distrazione di quel genere, vero?» 25


«Perché no? Non pensi mai a quello che vuoi? Gli obblighi di famiglia sono importanti, ma non vanno presi troppo seriamente, lo sai.» «Calmati, Andrew, o invecchierai prima del tempo» celiò Rogan. «Non è mia abitudine insidiare le vergini.» «Non le hai staccato gli occhi di dosso per tutto il banchetto.» «Mio Dio, fratello, sono un uomo. E non sono cieco. E non ho fatto voto di castità come te. Stavo solo ammirandola. Come ti ho detto, mi ha fatto una buona impressione.» Rogan sospirò e ammise: «Sì, è vero. È molto seducente». «E tu l'hai colpita. Non ha fatto che parlare di te» riferì Andrew, ignorando il gesto d'impazienza del fratello. «Meno di un'ora fa l'ho vista dirigersi in giardino. Starà sicuramente passeggiando fra le rose in fiore, fantasticando sul vero amore» soggiunse col tono drammatico di un bardo. «Sarebbe stata una buona compagna per Alex» bofonchiò Rogan. «L'hai vista andare in giardino, hai detto? Quanto tempo fa?» «Meno di un'ora.» Rogan fissò a lungo il fratello, poi si alzò in piedi. «Anch'io ho voglia di fare quattro passi all'aperto. Mi è sempre piaciuto respirare una boccata d'aria prima di ritirarmi per la notte.» Si avviò verso la porta, indugiando sulla soglia, incerto sulla direzione da prendere. «Da quella parte» disse Andrew puntando l'indice verso il corridoio.

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L'inferno dei vivi Jacqueline Navin Cornovaglia, 1197 - Lily, la dolce, ingenua, schietta, appassionata fanciulla di cui il prode Rogan St. Cyr si è invaghito a prima vista e che ha sposato senza frapporre indugi è in realtà una donna spietata e malvagia? È colei che ha tramato contro di lui e ha tradito la sua fiducia permettendo che lo accusassero di un crimine infamante, lo gettassero in carcere e attentassero alla sua vita? Torturato dai dubbi e ossessionato dai propositi di vendetta, Rogan è deciso a scoprirlo, perché, nonostante tutte le apparenze siano contro la bella moglie, quello che prova per lei è un sentimento vero e profondo.

Il Pavone Kasey Michaels Inghilterra, 1816 - L'affascinante Barone Christian St. Clair è l'idolo indiscusso dell'alta società londinese, colui che detta legge in fatto di moda e può decretare con una sola parola il successo o la rovina di chiunque. Ma dietro l'insospettabile facciata del dandy frivolo si nasconde in realtà il Pavone, un fuorilegge di idee liberali che si batte per i diritti dei più poveri e le cui gesta suscitano grande scalpore tra la ricca nobiltà inglese. Per questo sono in molti a volerlo smascherare, prima fra tutti la reginetta della Stagione, Gabrielle Laurence, che ammira il Pavone almeno quanto disprezza St. Clair.


Per volere del re Diana Hall Inghilterra, 1154 - Nella vita di Roen de Galliard non c'è posto per l'amore. Tuttavia, quando il valoroso guerriero viene incaricato da Enrico II di scoprire chi sia il traditore che si annida nel castello di Woodshadow e che minaccia la vita di lady Lenora, non gli resta che obbedire. Le cose si complicano quando, per proteggere la bellissima giovane, Roen si vede costretto a sposarla mentre Lenora lo detesta con tutta se stessa. Come se non bastasse, la loro vita matrimoniale non inizia sotto i migliori auspici dal momento che i due verranno tenuti separati da malintesi e cospirazioni di corte, che alla fine però...

Prigioniera di uno sconosciuto Patricia Frances Rowell Inghilterra, 1811 - Durante una cavalcata nel parco della sua tenuta, Persephone Hathersage viene rapita da uno sconosciuto che si presenta con il suggestivo nome di Lord Hades e la conduce nel suo antico maniero. Qui, a poco a poco, ogni timore scompare dal cuore della fanciulla, sostituito da una quanto mai inopportuna attrazione per il suo affascinante e premuroso carceriere. Mille domande si rincorrono nella sua mente: perché Hades l'ha rapita, salvandole la vita? Chi è in realtà, e come mai vive nascosto in quel rifugio inaccessibile?

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Indimenticabili emozioni di altri tempi Inghilterra, XIX secolo L’affascinante Lionel è da sempre innamorato della ribelle e impertinente Lily, che tuttavia non potrà mai avere a causa della sua condizione di figlia illegittima. Ma una verità troppo a lungo taciuta sta per essere scoperta…

Inghilterra, 1815 Decisa a recuperare il tempo perduto con la figlia, data in adozione alla nascita due anni prima, Grace Bertram accetta il posto di governante nella casa del Marchese di Ravenwell, dove vive la piccola Clara. Una scelta che le cambierà di nuovo la vita.

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