L'uomo del destino

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1001 - Il fascino del libertino - S. Bennett 1002 - Segreti pericolosi - E. Dreyer 1003 - L'amante del laird - V. Sinclair 1004 - Misteri e complotti - E. Dreyer 1005 - Il guerriero di ghiaccio - M. Willingham 1006 - Doppia identitĂ - E. Boyle 1007 - L'amante spagnola - M. Kaye 1008 - Un'ereditiera da sedurre - S. Bennett 1009 - Incontro di primavera - A. Gracie 1010 - La sposa guerriera - M. Styles 1011 - Le fantasie di una giovane inglese - B. Scott 1012 - Passione tra le dune - L. Martin 1013 - Il principe e la ladra - K. Hawkins 1014 - Equivoci d'amore - E. Boyle 1015 - Faida scozzese - T. Brisbin 1016 - Amore, scandali e merletti - C. Linden 1017 - La scoperta della baronessa - L. Carlyle 1018 - Il rapimento di Lady Rowena - C. Townend 1019 - La musa segreta - E. Redgold 1020 - Un'americana a Londra - J. MacLean 1021 - L'uomo del destino - E. Boyle 1022 - Il guerriero di fuoco - M. Willingham 1023 - La sposa dello scandalo - D. Gaston


ELIZABETH BOYLE

L'uomo del destino


Immagine di copertina: Jon Paul Studios Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: If Wishes Were Earls Avon Books An imprint of HarperCollins Publishers © 2014 Elizabeth Boyle Traduzione di Graziella Reggio Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con HarperCollins Publishers, LLC, New York, U.S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici giugno 2016 Questo volume è stato stampato nel maggio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1021 dello 08/06/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo

È soltanto una notte, mia adorata Miss Darby, però mi basterà per condurvi nei cieli stellati del piacere. Ve lo prometto: venite con me e, a partire da stasera, regnerete per sempre come regina del mio cuore. Il Principe Sanjit a Miss Darby da L'ardito patto di Miss Darby Owle Park, agosto 1810 Ballo mascherato «Ah, eccovi, Harry. Non oso quasi chiedervi cosa diavolo stiate facendo...» Miss Harriet Hathaway alzò lo sguardo dal suo angolino tranquillo nel patio e vide il Conte di Roxley nel vano della porta. Un vero eroe. Sembrava Lancillotto con la cotta di maglia scintillante, il sorcotto blu e la corazza di cuoio decorata d'oro che ne valorizzavano la statura e la forza, e si era preso la briga di venire a soccorrerla. Non 5


le era stato facile uscire di soppiatto in modo da farsi notare soltanto da lui. Che comunque aveva impiegato almeno mezz'ora a rintracciarla. «Oh, Roxley, siete voi?» finse di meravigliarsi lei. «Vi ho riconosciuto a stento.» «Vorrei poter affermare lo stesso di voi.» Corrugando la fronte, il giovane conte la esaminò da capo a piedi. «Sono stato inviato da mia zia, o Regina del Nilo, per stabilire se aspettate Cesare oppure Antonio.» Aveva passato la serata a ballare con libertini e tipi poco raccomandabili in attesa del suo intervento, e infine era giunto... anche se era stato incaricato dalla zia. Harriet comunque non si perdeva nei dettagli, poiché Roxley era arrivato e per lei rappresentava la grande occasione. «Cesare o Antonio, chiedete? Nessuno dei due» dichiarò. «Li trovo entrambi piuttosto noiosi.» «Ma loro non vi giudicano affatto così» replicò lui scendendo nel patio e guardando verso il giardino, alle spalle della fanciulla. «Avete provocato un certo scompiglio con quel costume, sfacciatella.» Lei sorrise con falsa innocenza. «Davvero?» Come ovvio, lo aveva previsto sin dall'istante in cui lo aveva indossato. E se l'era quasi tolto per rifugiarsi in abiti più modesti da giovane lattaia. Ma dopo che Pansy, la cameriera personale dell'amica Daphne, le aveva raccolto i capelli neri in un intrico di treccine, incoronandoli con un diadema d'oro di aspidi attorcigliati, e poi l'aveva truccata con la polvere nera d'antimonio, era diventato chiaro che non si poteva più tornare indietro. Roxley la raggiunse ai margini del patio. Là fuori, lontano dal calore soffocante della sala da ballo, la dolce brezza estiva profumata di rose invitava a prendere una boccata d'aria. 6


L'atmosfera era magica, o quasi. Il conte la scrutò di nuovo e si accigliò. «Non dovreste stare qui da sola.» «Non sono sola» lo smentì lei. «Ci siete voi. Comunque ho voglia di visitare il giardino.» Notò il suo cipiglio degno di Lancillotto e, puntando i pugni sui fianchi, gli chiese: «Che problema c'è?». «Il... vestito che indossate» si lamentò lui, agitando le mani. «Avrebbe dovuto portarlo Daphne.» Questo non lo calmò. «Stento a credere che mia zia vi abbia permesso di uscire con quel vergognoso straccetto.» Ecco distrutta la magia. «Non c'è niente di male nel costume» ribatté Harriet. «È storico quanto il vostro.» E sono più coperta di quando mi avete baciata nel giardino di Sir Mauris, fu tentata di rammentargli. Ma forse il bacio non era stato memorabile per Roxley quanto per lei... Alzò gli occhi e lo vide infuriato. «Certo, storico! Il mio è decente» le rinfacciò. «Non c'è da stupirsi se Antonio perse l'onore.» Lei optò per la sfacciataggine. Era meglio del timore che Roxley non desiderasse più baciarla. «Magari lo vado a cercare per chiedergli se vuole passeggiare insieme a me.» Poiché l'unico Antonio presente nel salone era Lord Fieldgate, riuscì a incupirlo ancora di più. Per gran parte della serata, il licenzioso visconte aveva monopolizzato la sua attenzione, definendola la Cleopatra perfetta. Il conte non aveva ancora finito di protestare. «Molto comodo per Fieldgate che l'improvvisa partenza di Miss Dale...» «Fuga d'amore» lo corresse Harriet. «Questo resta ancora da vedere» commentò Roxley. 7


«Si potrà definire tale se si sposeranno!» esclamò. «Quando si sposeranno.» «Così insistete nell'affermare» obiettò Roxley. «Insisto» dichiarò con fermezza lei. Daphne non sarebbe mai scappata in quel modo se non avesse previsto di celebrare le nozze. Era impensabile. «Inoltre, se ne occuperà Preston.» «Il duca farà del suo meglio, certo. Deve solo rintracciare Lord Henry e Miss Dale prima che intervenga il cugino di Daphne.» Il Visconte Dale. Harriet si augurava che la sua carrozza uscisse di strada. Era un insopportabile bacchettone e minacciava di scombussolare i piani dell'amica. «Il vero amore supera ogni difficoltà» dichiarò con intima certezza. O almeno così accadeva nei romanzi di Miss Darby. Comunque bastava guardare Tabitha e Preston, oltre che Daphne e Lord Henry, per averne la prova. E a quel punto l'occasione si presentava a lei e al bel Conte di Roxley... Harriet lo guardò in cerca di conferme. «Il vero amore?» la schernì lui. «Harry, mi stupite. Vi ho sempre giudicata la ragazza più assennata di mia conoscenza, invece...» Continuò sullo stesso tono, ma lei smise di ascoltarlo dopo quella dannata parola. Ragazza. Anche se assennata era quasi altrettanto offensivo. Avrebbe mai smesso di considerarla una bambina? Di sicuro non l'aveva ritenuta tale mentre la baciava a Londra. Da allora aveva cambiato idea? Impossibile. L'aveva baciata, santo cielo! Non lo avrebbe fatto se... Harriet scosse la testa, assalita dai dubbi. Gli stessi 8


che la tormentavano sin dal suo arrivo alla tenuta del Duca di Preston. E se Roxley non l'avesse giudicata degna di diventare la sua contessa? Paragonandosi alle altre giovani presenti, Harriet si rendeva conto di avere un sacco di difetti. Intanto le mancava l'educazione di Bath, adatta alle signorine di buona famiglia, che non le era stata certo fornita dal precettore del fratello. Rideva troppo forte. La sua abilità al ricamo era inesistente, così come quella al pianoforte e con gli acquarelli. In breve, non era abbastanza raffinata per diventare una contessa. Nemmeno quella di Roxley. Ma forse a lui non importava, si ripeté per l'ennesima volta. Senza dubbio c'era un sistema per scoprirlo. Harriet si raddrizzò con lentezza, poi abbassò un poco una spalla, lasciando scivolare il fermaglio che tratteneva la leggera sopravveste di seta, a rischio di farla cadere. L'intero abito era così, dava l'impressione di reggere per miracolo, senza nascondere davvero il corpo. Sotto il primo strato di seta ce n'era un altro dorato e scintillante, e sotto ancora un diafano velo. Le tele impalpabili, sovrapposte, celavano le trasparenze, ma quando aveva indossato per la prima volta il costume lei si era sentita nuda. Al momento voleva verificare se anche Roxley avesse quell'impressione. Inclinando appena il capo, gli lanciò un'occhiata. «Sì, be'...» balbettò lui, fissandola. Pareva incerto se intervenire o meno, poiché per salvaguardare il suo pudore avrebbe dovuto toccarla. Quindi Harriet continuò a stuzzicarlo, muovendo ancora la spalla. Forse proprio così Cleopatra aveva se9


dotto Antonio. Roxley sembrava pietrificato, cosa che la inebriava. Ma appena prima che il leggero indumento scivolasse giù, lui afferrò la spilla e la rimise a posto, sfiorandole la pelle nuda con le dita calde e forti. Harriet s'immaginò che le levasse il fermaglio. Lo guardò negli occhi e vi colse il desiderio. Roxley avrebbe potuto prenderla in braccio e... «Dannazione, Harry...» imprecò invece ritirando di colpo la mano, che aveva trattenuto un istante più del dovuto. Poi scese i gradini del patio, come in fuga. «Che problema c'è?» Harriet sperava di apparire innocente, ma non lo era affatto. Quel contatto fugace l'aveva lasciata tremante, vogliosa di altro. «Niente... ho solo bisogno d'aria. Sono uscito per stare al fresco.» «Credevo mi cercaste» gli rammentò lei suadente. «Be', se questa è la vostra esigenza, è perfetto. La provo anch'io.» Lo seguì in giardino, incapace di impedirselo. Lui le scoccò un'occhiataccia. «Harry...» «Sì, Roxley?» La giovane tentò di mostrarsi disinvolta. «Non mi potete accompagnare.» Indicò alle loro spalle il patio bene illuminato. «Per quale motivo?» gli chiese lei, fingendo di non capire. Il conte non sembrava disposto a discuterne, ma rispose comunque: «Non è decoroso». «Decoroso?» Harriet rise come di uno scherzo. «Che sciocchezza. Da quanto tempo ci conosciamo?» «Da sempre» borbottò lui. «E abbiamo mai commesso azioni scandalose?» Lo raggiunse e gli girò attorno come una gatta. A parte quel bacio... 10


«Non proprio» mormorò Roxley con voce un po' strozzata. Fissò per un istante la sua spalla nuda e subito distolse lo sguardo. Era una sorta di ammissione, o almeno così sperava lei. «Allora cosa c'è di male se mi scortate in giardino per una boccata d'aria fresca? Del resto avete promesso ai miei fratelli di tenermi d'occhio. E lo fate, no?» «Be', sì...» «Preferirebbero che uscissi con Lord Fieldgate?» Insomma, Roxley, era tentata di chiedergli, mi vorreste qui fuori con quel mascalzone? «Al diavolo, Harry... Certo che no.» Nemmeno lei. «E quindi?» Al momento Roxley somigliava davvero a Lancillotto, combattuto fra la lealtà al suo signore e sentimenti meno onorevoli. Harriet si augurava che prevalessero questi ultimi. E così fu, con sua grande gioia. Almeno in parte. Lui borbottò qualche parola tra sé, poi la prese per un gomito e la condusse sul vialetto. «Venite, dunque. Però non battete più le ciglia in quel modo.» La guardò infuriato. «Se vi vedesse vostra madre...» «È a Kempton.» «Dove dovreste stare anche voi.» Pareva quasi una minaccia. «La colpa è di mia zia. Ha sbagliato a portarvi a Londra. Vi ha cambiata» aggiunse lui con un altro rapido sguardo. «E non in meglio.» «Non vedo nulla di scandaloso in una breve passeggiata in giardino. L'ho fatta prima con Lord Kipps e non è successo niente di male. Del resto, mi aveva incoraggiata proprio vostra zia.» «Sul serio?» Non ne pareva molto contento. Dopo la prima svolta si fermarono, poiché sotto il pergolato c'era una coppia avvinghiata – una ninfa ac11


quatica e Nettuno – che si baciava con passione, mormorando paroline dolci. «Mia adorata...» «Come avete capito che ero io?» «Impossibile non riconoscervi...» «Vedete?» sibilò Roxley dopo averli superati. «Molto meglio unirvi a me che a Fieldgate.» «Già, immagino.» Il tono stillava delusione. Il conte si fermò sui propri passi. «Immaginate? Non avete idea di cosa combinerebbe quel libertino qui fuori? Da solo con voi?» Harriet scrollò le spalle. Gli pareva davvero il caso di domandarglielo? Lei aveva cinque fratelli. Le era ben chiaro come si sarebbe comportato Fieldgate, avendone la possibilità. Proprio come Roxley quella sera a Londra. Anche se, a sua discolpa, era ubriaco. Magari non ricordava nemmeno di averla baciata, oppure, peggio ancora, preferiva dimenticarlo. Harriet prese fiato, consapevole che l'unico sistema per indurlo ad ammettere alcunché era provocarlo. Almeno un poco... «Suppongo che, da autentico furfante, tenterebbe di approfittare di me...» Sospirò, fingendosi compiaciuta. «Senza dubbio» confermò Roxley con profonda disapprovazione. «Lo pensate davvero?» «È chiaro» confermò lui sbuffando. «Ci avrebbe provato già nel patio.» «Ottima notizia» commentò lei. Sollevò quindi l'orlo dell'abito, girò sui tacchi e si diresse a passo di marcia verso il salone da ballo. Roxley la raggiunse nei pressi della coppia ancora stretta in un focoso abbraccio. Con discrezione, per quanto possibile, la ricondusse sul vialetto. «Dove dia12


mine andate?» le domandò, trascinandola con sé. «Credevo fosse evidente, almeno per un libertino come voi. A cercare il visconte.» «Fieldgate?» Pareva sbalordito. «Sì. C'è forse un altro fascinoso visconte che non ho notato?» Stringendo i denti, Roxley proseguì fra i platani. Harriet si augurava che quella strada portasse alla perdizione, com'era capitato all'altra giovane signora. Un fremito d'invidia, assai poco dignitoso, la percorse. «Perché mai vorreste che quello stupido approfittasse di voi?» le chiese lui, indignato. «Perché io sono soltanto stata baciata, mentre quella signorina...» Indicò con un cenno alle proprie spalle. «Che per inciso credo sia Miss Nashe...» Roxley ruotò il capo. «Dubito che...» A quel punto, però, ne riconobbe il costume. «Ve l'avevo detto» si vantò Harriet dopo qualche passo. «Erano Miss Nashe e Lord Kipps.» E dire che Lord Kipps aveva percorso con lei lo stesso vialetto, ma non aveva tentato di baciarla! Tuttavia non era una ricca ereditiera come Miss Nashe, ma la modesta Harriet Hathaway. Una zitella di Kempton, dotata soltanto di un misero gruzzoletto per le piccole spese. Perché non era bionda e minuta come Daphne né aveva ereditato un patrimonio come Tabitha? Roxley stava ancora osservando la coppia di amanti. «Allora ci possiamo aspettare un annuncio verso mezzanotte. Beato Kipps. Ha preso in prestito il motto della mia famiglia.» «Ad usque fidelis?» citò Harriet, pensando che Fedele sino alla fine non c'entrasse nulla con quanto stava accadendo sotto il pergolato. 13


«No, l'altro. Quello che i Marshom giudicano più adeguato.» «Ossia?» «Sposati bene e inganna spesso.» Questo la colse di sorpresa. «I Marshom sostengono l'infedeltà coniugale?» «No.» Lui scoppiò a ridere. «Purtroppo tendiamo ad amare con tutto noi stessi e per la vita. Siamo assai sentimentali: cerchiamo soltanto di innamorarci di una signora con il borsellino pieno. E, quando si svuota, non resta altro che vivere di espedienti. I miei genitori erano un esempio perfetto.» «Volete dire che si mantenevano barando al gioco?» «Certo. Se non altro per tener testa ai debiti.» «Allora è un vero peccato» commentò Harriet lanciando un'occhiata a Miss Nashe, contenta che avesse accalappiato un conte diverso da quello che interessava a lei. «Che cosa?» le domandò Roxley. «Kipps ha attratto l'attenzione di Miss Nashe senza lasciarvi il tempo di incantarla... e aggiudicarvi il suo borsellino gonfio.» Lui scrollò le spalle. Si erano fermati sotto un grande albero. «A dire il vero, sono contrariato dalla sua scelta.» «Speravate di sposarla voi?» Per sostenersi, Harriet puntò una mano contro il tronco. Lui rise. «No, micetta. Non ho mai avuto questa intenzione. Però ho scommesso che avrebbe incastrato Lord Henry.» Micetta. Harriet sospirò per il termine affettuoso. Serbava mille promesse, come una margherita sfogliata. M'ama... Rise di lui e delle proprie speranze. «Non vi resta 14


che barare.» Appoggiò il dorso all'albero, assorbendone la forza. «Non avete ancora risposto alla mia domanda.» Roxley affondò la punta dello stivale nella terra morbida. Lei gli scoccò un'occhiata. «Quale?» «Perché diavolo sareste voluta uscire in giardino insieme a Fieldgate?» «Per il semplice motivo che desidero un bacio. Come si deve e da un uomo esperto.» Harriet lasciò vagare lo sguardo in direzione della dimora, soddisfatta per aver centrato il bersaglio. In maniera spettacolare. «Come si deve? Fra tutte le offese...» sbottò lui. Lei rise ancora e, accorgendosi di essere caduto in trappola, Roxley la imitò. «Santo cielo, Harry!» Si scostò un poco. «Sarete la mia rovina.» «Ebbene, se desiderate baciarmi... ancora...» «No» negò il conte. «Se ne siete sicuro...» Harriet si sforzò di apparire indifferente, come se la decisa replica non l'avesse ferita. «Lo sono.» Perché era tanto determinato? «Ma nel caso...» «Harry» la interruppe lui, «evitate di insistere. Un bacio è bastato.» «Quindi lo ricordate!» Lo fissò in volto. «Come dimenticarlo?» La voce bassa e profonda risvegliò in lei un desiderio struggente. «Tuttavia siete irragionevole» proseguì il conte. «Se vi rovinassi, i vostri fratelli mi sparerebbero un colpo.» «Nel caso migliore» concesse Harriet. In realtà gli avrebbero puntato la pistola tutti e cinque. Purtroppo lo sapeva anche lui. «E poiché non gradirei una morte prematura davanti al plotone di esecu15


zione, temo che, per questa sera, la vostra voglia di un bacio resterà insoddisfatta.» Proprio come il sogno di venire amata. Con passione. Harriet puntò di nuovo gli occhi verso il pergolato. Com'era ingiusto! E dire che fino a pochi mesi prima non ci pensava nemmeno. Era contenta della sua vita, consapevole che una zitella di Kempton non era destinata alle nozze, ai baci, a... Eppure, a partire dal fatidico giorno in cui la carrozza di Preston si era guastata a Kempton e lei aveva rivisto Roxley dopo tanti anni, non aveva potuto impedirsi di sognare l'impossibile. E così, dopo essersi recata a Londra con Tabitha e Daphne e aver visto le sue migliori amiche trovare all'improvviso la felicità e l'amore, aveva cominciato a sperare. Ed eccola là, insieme all'unico uomo che avesse mai voluto, in un giardino al chiaro di luna. Perché non agognare un bacio? Un altro e un altro ancora... «Nessuno lo verrebbe a sapere» sussurrò. «Qualcuno lo scopre sempre, micetta» l'avvisò Roxley. Aveva girato attorno al tronco e vi si era appoggiato come lei, ma dall'altro lato. Harriet avrebbe tanto voluto cancellare la distanza che li separava. «Non ci sono segreti nel ton» aggiunse lui. Ebbene, a lei non importava se l'intera popolazione dell'Inghilterra, dell'Irlanda e della Scozia ne fosse venuta a conoscenza. Non era una ricca ereditiera piena di pretendenti e nessuno aspirava alla sua mano. Ma la vera domanda era: l'avrebbe baciata? «Roxley?» «Sì, Harry?» Quel nomignolo la irritava. Lo doveva proprio usa16


re? Prese comunque fiato e gli domandò: «Cosa vedete quando mi guardate?». «Non molto» ammise lui. «Nel caso non lo aveste notato, c'è piuttosto buio qua fuori.» Lei aggirò il tronco, sfiorando con i polpastrelli la corteccia ruvida, finché non si ritrovò al suo fianco. «Oh, smettete di essere lui. Non mi piace.» «Lui chi?» «Sapete bene cosa intendo.» Stava perdendo la pazienza. Se Roxley avesse continuato così, sarebbe andata a cercare Fieldgate. «Piantatela di comportarvi come l'idiota che vi crede tutta Londra.» «Ma è un tipo simpatico.» «È un seccatore capace solo di confondere le idee.» «È proprio questo il punto, piccola sfacciata.» «Io so chi siete.» «Sul serio?» Le sussurrò la domanda all'orecchio, voltando un poco il capo. Emozionata, lei riuscì soltanto a rispondere: «Sì». Sì, sapeva chi era Roxley. L'unico che le avesse mai fatto battere il cuore in quel modo. Poi lui si avvicinò, sfiorando con la gamba l'orlo del vestito e obbligandola ad aggrapparsi all'albero per sostenersi. «Nessuno vi crederà mai, micetta.» Micetta. Non Harry, ma micetta, la sua micetta. Harriet alzò lo sguardo verso il breve tratto di cielo visibile attraverso le fronde e scorse una stella solitaria. Espresse un desiderio. «Non avete bisogno di nascondervi da me» mormorò. Aveva assistito per mesi al suo gioco, lo aveva visto recitare, in società, il ruolo del fatuo libertino. Ma non corrispondeva all'uomo che le era noto, che l'aveva baciata nel giardino di Sir Mauris, a Londra. Il conte che conosceva sin dall'infanzia. 17


No. Il giovane che Harriet amava, adorava, desiderava, era quello che, al momento, la stava fissando, determinato a fare la cosa giusta. Aveva scelto un costume perfetto per il ballo in maschera: Lancillotto, il cavaliere diviso tra la passione e il dovere. E così le domandò, infatti, vicino alla disperazione: «Perché siete cresciuta, Harry? Non potevate rimanere a Kempton, e restare la mia tremenda monella?». «Lo sono ancora.» «Sì, ma in un modo tutto diverso, impossibile.» «Perché mai, Roxley?» Non lo sarebbe, se mi baciaste. «Ho promesso ai vostri fratelli di sorvegliarvi.» Lei si avvicinò ancora, afferrò i risvolti della giacca e fece l'impensabile, bisbigliando intanto: «E allora chiudete gli occhi».

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Un'americana a Londra JULIANNE MACLEAN LONDRA - PARIGI, 1881 - Sophia Wilson va a Londra da New York in cerca di un marito. E il cupo Duca di Wentworth la corteggia... per il denaro che l'ereditiera porterebbe in dote?

L'uomo del destino ELIZABETH BOYLE INGHILTERRA, 1811 - Da sempre Harriet è convinta che il Conte di Roxley sia l'uomo della sua vita. Quando però scopre che lui sta per chiedere la mano di un'altra...

Il guerriero di fuoco MICHELLE WILLINGHAM IRLANDA, 1172 - In missione per il re, Raine de Garenne incontra la bellissima Carice, che sta fuggendo proprio dall'uomo che gli è stato ordinato di uccidere. E il suo cuore...

La sposa dello scandalo DIANE GASTON LONDRA - BRUXELLES, 1815 - La vita di Tess Summerfield è un'imbarazzante serie di scandali. Costretta a un matrimonio riparatore con Marc Glenville, finiranno mai le sue sfortune?


Il ballo dello scandalo JULIANNE MACLEAN INGHILTERRA, 1883 - Clara Wilson ha attraversato l'oceano per sposare un nobile inglese. Peccato che alla prima uscita incappi in un ballo tutt'altro che rispettabile e finisca tra le braccia di...

Gioco d'inganni LUCY ASHFORD KENT, 1815 - Dopo la guerra, Ellie si trasferisce sulle coste del Kent infestate di contrabbandieri. Qui incontra il misterioso Luke Danbury, che la coinvolge in un pericoloso gioco di inganni.

La promessa del cavaliere NICOLE LOCKE SCOZIA, 1296 - Robert di Dent è il più feroce degli uomini di Re Edoardo I in terra di Scozia. Quando incontra in un villaggio distrutto una giovane scozzese e quattro bimbi spaventati...

Scandali, inganni e verità CAROLINE LINDEN INGHILTERRA, 1822 - Abigail Weston è bella, brillante e ricca. Certo non immagina di innamorarsi dell'uomo sbagliato, Sebastian Vane. Ferito nel corpo e nello spirito dalla guerra, infatti... Dall'1 luglio


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