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Julie Kagawa
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L'uomo giusto per questa notte
Dieci minuti di seduzione
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Seduce Me Incognito Harlequin Blaze © 2014 Jolie Kramer © 2008 Peggy A. Hoffmann Traduzione di Anna De Figueiredo Traduzione di Paola Picasso Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation dicembre 2015 Prima edizione Harmony Temptation aprile 2009 Questa edizione Harmony Temptation dicembre 2015 Questo volume è stato stampato nel novembre 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY TEMPTATION ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 339 dello 03/12/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
JO LEIGH
L'uomo giusto per questa notte
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«Okay, signore.» Shannon Fitzgerald, il fondatore – o, per meglio dire, l'ideatore – della moda più nuova e trendy del momento per trovare un partner, un compagno, un amante o un marito, alzò in alto una scatola aperta. «Siete pronte?» Nessuna rispose. Natalie Gellar era assolutamente certa che nessuna riuscisse nemmeno a respirare, ciononostante tutte le ventiquattro donne presenti nella stanza si sporsero in avanti, le mani tese, i cuori in gola, piene di speranza e aspettativa. Era mercoledì sera e cinque lunghi tavoli erano stati disposti a formare un rettangolo nella sala comunitaria della chiesa di San Marco. «Allora...» Natalie tenne la posizione, spalla a spalla con le altre, decisa a fare il necessario per prendere la scheda giusta. Quella perfetta per trovare l'uomo che le avrebbe finalmente cambiato la vita. «Via!» Shannon fece cadere l'ultimo pacchetto di schede al centro dei tavoli e si tolse subito di mezzo perché all'unisono il gruppo si precipitò all'assalto. Natalie afferrò quante più schede riuscì ad agguantare, scorrendo in fretta i dati, ignorando le foto, scartando avvocati, commercialisti, musicisti, patiti di football, baseball e hockey. Ecco, un amante della lettura... ma non del genere che piaceva a lei. Le schede furono rimescolate. Sospiri, esclama7
zioni, brontolii, scuse risuonavano nel locale, ma Natalie era troppo presa da quanto stava facendo per badarci. Bibliotecario! La parola le balzò davanti agli occhi e nella lista delle preferenze tra Matrimonio, Appuntamento o Avventura di una notte era stata scelta la prima. Le mani le tremarono mentre leggeva il resto. Lo sconosciuto preferiva cucinare che andare al ristorante e secondo l'opinione di Tracy Jackson, la donna che lo aveva presentato, era un cuoco molto bravo. Aveva una passione per il videogioco World of Warcraft, cosa che lei non amava... ma la perfezione al mondo non esisteva. E poi cercava un'anima gemella, qualcuno che si adattasse a lui come la panna sulle fragole. Magnifico! Era persino meglio di quanto avesse sperato. Quindi poteva girare la scheda e vedere che aspetto avesse Max Zimm. Agitata per quello che aveva appena letto, s'impose di calmarsi, dopo tutto la prima impressione poteva essere esatta o del tutto priva di significato. Quindi se Max avesse avuto baffi a manubrio oppure occhi a palla, non le importava, perché era il contenuto che contava, non la confezione esterna. Così dopo un respiro profondo girò la scheda e mancò poco che svenisse. Il bibliotecario era una cannonata, uno schianto! Lei distolse lo sguardo dalla foto per guardare Denise. Era stata l'amica a consigliarle Uomini super offresi. «Caspita, è davvero bello, no?» «Direi che nemmeno bellissimo gli rende giustizia. Posso...» «No.» Denise sospirò rassegnata. «Okay. Perché l'hai scelto?» Natalie volse di nuovo la scheda sperando di non aver avuto qualche disturbo neurologico. «Bibliotecario, vuole sposarsi. Desidera un'anima gemella che sia per lui come panna sulle fragole.» L'amica le tolse il cartoncino di mano. «No, non è possibile. Chi l'ha presentato?» Denise continuò a fissare rapita la foto mentre gridava: «Tracy Jackson? C'è Tracy Jackson?». Era 8
l'immagine sputata della classica bibliotecaria con il cardigan, gli occhiali sul naso, l'espressione compunta e stava sbuffando come una ciminiera. Nessuno comunque le rispose. «Come è possibile che a Manhattan ci sia un bibliotecario con un aspetto simile senza che noi lo sapessimo?» si chiese Natalie. «Non ne ho idea. Però non li conosciamo tutti.» «Ma non è tipo da passare inosservato, qualcuna ce l'avrebbe detto. Avrà partecipato a qualche conferenza, qualche presentazione di libri, per la miseria! Così non ha senso...» Denise sollevò un sopracciglio. «Lo ha se lavora per un comitato.» Lei considerò in silenzio l'ipotesi. «Forse è una specie di genio che lavora per un'agenzia governativa segreta.» «Natalie, è già bello da togliere il fiato, che altro vuoi?» «Okay, okay. Forse è da poco arrivato in zona, forse ha lavorato all'estero, in Europa.» «Chi è?» s'informò Iris Corcoran, un'altra neofita di Uomini super offresi. «Ha un fratello gemello, per caso?» Natalie sorrise e si strinse la scheda al petto. «Pensavo non t'interessasse l'aspetto fisico» le fece notare Iris. «Infatti, è stato il retro della sua scheda che mi ha colpito.» Denise sbuffò per l'ennesima volta. «Lo ammetto, anche il davanti. Ma l'avrei scelto lo stesso.» «Non mi meraviglierei se comparisse sulla copertina di Gorgeous Guy Monthly» fu il commento di Iris. «Può avere l'aspetto di un attore, ma non montarti la testa. Qui dentro ci sono uomini di ogni genere.» Denise alzò la sua scheda. L'uomo era piacente, forse con i capelli un po' radi ma con un bel sorriso. «Suona il clarinetto nell'American Symphony Orchestra.» «È carino» disse Iris. «Francamente quello che mi elettrizza è che ognuno di loro è presentato da una donna iscritta al circolo.» 9
«Hai ragione» concordò Natalie. Per lei Uomini super offresi era stato un dono della Provvidenza. Non era una bellezza mozzafiato, le interessava più il lavoro che la vita sociale e le piaceva stare in casa. «Ora che Oliver è uscito di scena...» «Oh, volevo chiamarti quando ho saputo che vi eravate lasciati» si scusò Iris. Lei liquidò la questione con un gesto di noncuranza. «Sto bene. Meglio che bene direi. Avevo la sensazione che stesse per dichiararsi e, invece di esserne felice, temevo quel momento; quando poi è successo, non si è nemmeno preoccupato di regalarmi un anello. Ha detto che potevo comprarne uno da sola, bastava che non costasse più di quarantadue dollari, ed è stata una specie di risveglio. Non so come ho fatto a stare con lui così tanto. Comunque se questo Max non è l'uomo giusto per me, rimetterò la scheda nel mucchio.» Iris le strinse il braccio. «Brava!» Denise si chinò a sussurrarle: «Se decidi di rinunciare, voglio saperlo per prima». «Qualcuno ha chiamato Tracy Jackson?» chiese una donna che non faceva parte del loro gruppo. «Sei tu?» domandò Denise. «No, solo un'amica. Tracy avrebbe dovuto essere qui, ma aveva una riunione a Toronto. Ha presentato due suoi amici. Io non li conosco, però se piacciono a Tracy, potete star sicure che sono al top.» Natalie si rilassò un poco, avrebbe sempre potuto telefonarle per avere maggiori informazioni prima di chiamare Max. «Io sono Sandy e tu Denise, vero? Lavori alla biblioteca della Columbia University se non sbaglio.» Seguirono le presentazioni che l'aiutarono a tornare con i piedi per terra anche se ancora non riusciva a capacitarsi della propria fortuna. Avrebbe dovuto alzarsi, farsi una doccia, vestirsi, chiamare qualcuno, darsi una mossa. A giudicare da quello che dicevano alla TV, il tempo era magnifico e chi non era fuori a saltel10
lare al sole sotto il cielo azzurro era un idiota. Era il terzo giorno delle sue tre settimane di vacanza, per cui Max poteva ancora fare quello che più gli piaceva, e dopo tre anni di lavoro stressante con un livello di adrenalina al massimo, l'idea di saltellare non compariva nella lista delle sue priorità. Però aveva fame. Sospirò rassegnato guardando la sua unica compagna e migliore sorgente di distrazione: una televisione ad alta definizione. Non aveva idea di quali squadre di baseball stessero giocando, del resto non c'era da meravigliarsi. Dopo aver dormito ben nove ore di fila, si era trascinato sino al divano e lì era rimasto passando da un sonno a un altro. Sì, avrebbe dovuto uscire. Un semplice proposito che però richiedeva una serie di decisioni: cosa mettersi, dove andare, come arrivarci e se andarci da solo. Provare a rimorchiare? Era già esausto solo a pensarci. Dopo un periodo di lavoro così lungo e pesante, non aveva voglia di prendere decisioni per il resto della vita. Con un'unica eccezione, cioè cosa fare nella vita in futuro. Non era una questione retorica, doveva realmente decidersi e presto. Aveva intenzione di chiamare suo padre e chiedergli consiglio, ma, dato che era un giorno lavorativo, avrebbe aspettato la sera. Il caso della responsabilità civile gli aveva divorato la vita, il che aveva significato non sentire regolarmente i suoi genitori. Loro gli avevano detto di non preoccuparsi, ma gli erano mancati, così come suo fratello: del resto anche Mike era stato occupatissimo ad aprire una nuova galleria d'arte. Si aggiustò il cuscino dietro la testa rendendosi conto che avrebbe dovuto farsi una bella doccia. Quella maledetta pigrizia era tutta colpa di Manhattan. L'unico esercizio che aveva fatto era stato ritirare gli acquisti ordinati, e cioè pasti già pronti, provviste alimentari, panni lavati e stirati. Una persona riusciva a procurarsi qualsiasi cosa in quella città, in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora, e lui piaceva da impazzire. Come gli piacevano gli hamburger. Lo stomaco brontolò di 11
riflesso, così allungò un braccio per prendere il telefono e digitare il numero del suo fornitore abituale, Paul's Da Burger Joint. Dopo aver ordinato un Alpin Burger, la mano gli cadde sul fianco come un peso morto. Non era possibile sentirsi addosso una tale stanchezza per tanto tempo. Che fosse malato? O forse dipendeva dal fatto che aveva lavorato per tre eterni anni, cento ore a settimana senza una pausa reale. Ne era valsa la pena, ogni singola ora. Adesso infatti i soci anziani dello studio legale Latham, Kirkland and Jones stavano decidendo quanti bei soldini dovevano tirar fuori per renderlo felice, abbastanza felice da convincerlo a restare. E tenere lontani i cacciatori di teste che già avevano incominciato a chiamarlo. Lo studio aveva vinto una causa invincibile soprattutto per le sue idee e il suo duro e tenace lavoro di ricerca. L'industria di pesce in scatola chiamata in giudizio quasi non credeva ancora di esserne uscita indenne e continuava a mandare regali e champagne in ufficio oltre ad averlo contattato di persona per congratularsi. Quel periodo di vacanza non aveva soltanto lo scopo di permettergli di riposarsi, ma anche di tenere in allarme lo studio mentre lui prendeva in considerazione ogni opzione: un nuovo ufficio, l'uso della suite esclusiva a Londra e della villa a Malibu in California. Una volta riuscita l'impresa di staccarsi dal divano, la doccia gli parve una meraviglia. Il getto dell'acqua calda sui muscoli ebbe un effetto rilassante e lo aiutò a ricordare che esisteva anche una vita reale, un'opzione da non scartare almeno sino al prossimo mega caso. Più tardi avrebbe fatto una capatina al suo locale preferito. Lo Swift aveva un'atmosfera tranquilla, belle donne e un'ottima scelta di birre... Le belle donne erano essenziali. Ma quando ebbe finito di radersi, si sentiva esausto e la voglia di uscire si era praticamente estinta. Il bar sarebbe rimasto al suo posto anche l'indomani sera, e chissà, forse a quel punto sarebbe tornato a essere di nuovo se stesso. Dieci minuti prima che andasse via da San Marco, Bob12
bie, la parrucchiera che Natalie aveva conosciuto nella riunione del mese passato, la prese da parte per parlarle della scheda che lei aveva presentato. Randy era amico del suo inquilino, Fred Mason. Entrambi lavoravano al Museo d'Arte Moderna e tutti e tre amavano le carte e i giochi da tavolo. Randy era un uomo solido e meraviglioso. In realtà all'inizio aveva vagheggiato l'idea di avere una storia con lui, ma non era la persona adatta, perché non aveva una particolare predilezione per i film, il che per lei era un dato più che negativo. Dopo che Natalie l'ebbe rassicurata, Bobbie chiamò Randy e in cinque minuti decisero un appuntamento. Lei la osservò allontanarsi, ma non raggiunse le amiche: erano le sette di sera, Tracy Jackson poteva avere il tempo di parlare. «Pronto?» «Tracy, sono Natalie Gellar. È appena terminata la distribuzione delle schede di Uomini super offresi.» «Com'è andata?» «Alla grande. Spero di non disturbarti.» «Ma per nulla! Però sto aspettando un taxi da un momento all'altro. Hai scelto uno dei miei ragazzi?» «Max Zimm.» «È proprio come l'ho descritto, ti piacerà moltissimo, vedrai. Ecco la macchina, scusa.» «Nessun problema.» «Chiamami sabato, dovrei aver finito.» «Va bene, grazie.» Chiuse la comunicazione e ritornò a guardare il viso di Max. I capelli neri erano un po' spettinati, ma in modo naturale, come per un colpo di vento, tanto da darle la voglia di passarci in mezzo le dita. Le labbra erano arcuate in un sorriso caldo e le folte sopracciglia mettevano in evidenza un paio di occhi stupendi. Un'affascinante mescolanza di verde al centro delle pupille e di azzurro ai lati. Non aveva mai conosciuto nessuno con una caratteristica simile, qualcosa che l'attirava come una calamita. Chissà che effetto doveva fare vederlo di persona. 13
Il pensiero di telefonargli la metteva in ansia: era giĂ difficile di per sĂŠ chiamare un uomo per chiedergli un appuntamento e immaginare Max Zimm all'altro capo della linea le toglieva addirittura il respiro. Gli uomini della sua vita non avevano mai avuto niente di speciale. Oliver era totalmente normale, anonimo quasi, avrebbe potuto essere una spia o un ladro tanto passava inosservato. Comunque l'unico crimine che poteva commettere era lasciare il pollice sulla bilancia quando pesava il manzo sotto sale per i clienti. Doveva chiamare Max subito, perchĂŠ se adesso le fosse passata l'eccitazione, la tensione nervosa, non avrebbe piĂš avuto il coraggio di avvicinarlo.
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339 L'uomo giusto per questa notte di J. Leigh Per la prima volta la riservata Natalie partecipa a un evento in cui sono le ragazze a scegliere uomini disponibili tramite un menu. All'inizio è titubante ma, quando incontra l'uomo in carne e ossa, Natalie si convince che, già che c'è, tanto vale provarlo per una notte!
Dieci minuti di seduzione di K. Hoffmann Quando la scrittrice Lily incontra l'uomo su cui fantastica da più di un anno, decide di trasformarsi in una delle protagoniste dei suoi romanzi, sfacciate, sexy e provocanti. In un attimo Lucy diventa il suo alter ego, Lacey St.Clair, e decide di fare pratica proprio su Aidan.
340 Paradiso di fuoco di L. Kelly In fuga da uno scandalo e dai paparazzi, Madison scappa in Costa Rica per concedersi una pausa. Se poi, in quel paradiso, dovesse trovare qualcuno con cui ingannare l'attesa, non si tirerà certo indietro. E Leo, aitante pompiere, risponde proprio ai suoi requisiti.
L'amante del letto accanto di S. Hunter Se durante il giorno Joy è calma e controllata, di notte i suoi sogni vengono popolati da fantasie così esplicite da sembrare vere. Il protagonista assomiglia pericolosamente a Rafe, il suo vicino di casa. Forse è arrivato per lei il momento di farsi un eccitante regalo di Natale.
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