La maschera del playboy

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QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...

Il ritorno dell’autrice da oltre 2 milioni di copie vendute nel mondo.

UN’ATTRAZIONE MAGNETICA,

UN AMORE MAI DIMENTICATO.

È GIUSTO

CONCEDERE AL CUORE UNA

SECONDA OPPORTUNITÀ?

“Un’autrice da leggere e rileggere milioni di volte. La adoro.” Goodreads Review

Con oltre 70 romanzi, è nella classifica di USA Today e New York Times.

FINZIONE E REALTÀ, PIACERE E LAVORO. I CONFINI SONO QUALCOSA DI MOLTO LABILE… E BASTA POCO PER CEDERE AL RICHIAMO DEL CUORE. “Un romanzo di amori intriganti, folli e appassionati.” Amazon Reviews

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Londra, 1837 - Averil Martindale ha dichiarato alle amiche del club Caccia al marito che sposerà Rufus Blainey, Conte di Southbrook. Il suo cuore, però, è impegnato in altri e ben più importanti propositi. ULTIMO APPUNTAMENTO CON LA SERIE CACCIA AL MARITO.

Londra, 1817 - Vale la pena di rinunciare a una vita di agi per cercare l’amore? Jane Chance vorrebbe portare avanti un matrimonio di convenienza, ma l’incontro con Zachary Black sconvolgerà tutte le sue certezze.

Svezia, 830 d.C. - Pochi hanno osato sfidare la bellissima Sayrid Avildottar e nessuno si è mai rivelato alla sua altezza prima di Hrolf Eymundsson. Ma non per questo è disposta a donarle il suo cuore.

Caraibi, 1836 - Uno sconosciuto si intrufola nella vita della giovane Bryn Rutherford, l’uomo più sensuale che lei abbia mai visto. Lei è una fanciulla rispettabile, ma come resistere alla passione?

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MAYA BLAKE

La maschera del playboy


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Ultimate Playboy Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2014 Maya Blake Traduzione di Velia De Magistris Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony marzo 2016 Questo volume è stato stampato nel febbraio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3067 del 18/03/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 New York Narciso Valentino fissò incerto la scatola che gli era appena stata consegnata. Larga e piatta, di pelle, bordata da una cordicella di velluto, era chiusa con una borchia di oro puro a forma di ferro di cavallo. Di solito guardandola avrebbe provato piacere, e un senso di anticipazione. Purtroppo la noia che sembrava aver assunto residenza stabile nella sua esistenza ormai da un mese, cioè da quando aveva compiuto trent'anni, pareva averlo privato della capacità di gioire. Lucia, l'ultima in ordine cronologico delle sue amanti, lo aveva accusato di essersi trasformato in un tedioso uomo di mezz'età prima di uscire teatralmente dalla sua vita due settimane prima. Un sorriso gli incurvò le labbra. Aveva festeggiato la fine della loro storia con un weekend ad Aspen in compagnia di amici, tutti maschi, e si era concesso una piccola consolazione con un'istruttrice di sci norvegese molto entusiasta e disponibile. La noia però era tornata troppo presto. Si alzò dalla poltrona posta dietro la scrivania e si avvicinò alla finestra dell'ufficio che offriva una vista spettacolare di New York. Una città che in parte gli apparteneva, pensò. 5


Il denaro era sexy. Il denaro era sinonimo di potere. E L'Alchimista di Wall Street, come i giornalisti amavano definirlo, si era meritato la sua fetta di sesso e di potere. L'opportunità di godere di due delle sue cose preferite adesso era contenuta nella scatola che era appoggiata sulla scrivania. Una scatola che però era ancora chiusa dopo un'ora dalla sua consegna. Scosse la testa, tornò a sedersi e sganciò la borchia. La maschera che risplendeva sul fondo di velluto nero era davvero splendida. D'argento con bordature di onice, tempestata di cristalli Swarovski, perfetta nei dettagli e nel complicato disegno, era opera di una mano attenta e diligente. Lui valutava molto l'attenzione e la diligenza. Erano le due qualità che lo avevano reso un milionario a diciotto anni, e multimilionario a venticinque. Grazie alla sua enorme ricchezza, aveva ottenuto l'ammissione al Q Virtus, il club per gentiluomini più esclusivo del mondo, la cui riunione trimestrale era il motivo dell'invio della maschera. Sollevò la maschera, ne esaminò l'interno di velluto che conteneva il microchip di sicurezza e dove era inciso il suo soprannome, L'Alchimista, e il luogo dove si sarebbe svolta la riunione, il Q Virtus di Macao. Fece scorrere le dita sulla lucida superficie, sperando di provare un minimo di eccitazione. Nulla. Sospirando, rimise la maschera al suo posto e spostò l'attenzione sul secondo oggetto contenuto nella scatola. La lista. Zeus, lo pseudonimo che usava il capo del circolo, forniva sempre una lista di chi avrebbe aderito alla riunione. Lui aveva scelto di non intervenire alle ultime due poiché aveva già concluso affari milionari con la maggior parte dei più importanti partecipanti. Distrattamente scorse l'elenco con lo sguardo e arriva6


to al quarto nome finalmente avvertì l'eccitazione, anche se di un tipo diverso, pericoloso. Giacomo Valentino... Caro papà. Il fattore decisivo di scelta. Rimise la lista nella scatola e accese il computer per poi richiamare la cartella che conteneva le informazioni su suo padre. Il rapporto che l'investigatore privato gli inviava regolarmente ogni settimana affermava che il vecchio si era già abbastanza ripreso dopo il colpo che lui gli aveva sferrato tre mesi prima. Ripreso abbastanza, ma non del tutto. Svelto, cominciò a esaminare i resoconti degli ultimi investimenti finanziari fatti da suo padre. Certo, non s'illudeva di avere in quel modo un vantaggio, sapeva che il vecchio seguiva nello stesso modo gli andamenti della sua carriera. D'altra parte, la partita non sarebbe stata tanto interessante se i benefici fossero stati destinati a uno solo dei giocatori, decise. Tuttavia non poteva negare di essere molto soddisfatto per aver vinto le ultime tre mani. Spense il computer, ripose la maschera in cassaforte e indossò la giacca. Avrebbe comunicato la sua adesione a Zeus più tardi quella stessa mattina, pensò, non appena avesse approntato un piano per mettere in ginocchio suo padre, e questa volta per sempre. Internet era un luogo insidioso, ragionò Ruby Trevelli mentre, seduta sul divano, fissava il monitor del laptop che aveva in grembo. Ma era anche uno strumento essenziale per rintracciare un maledetto figlio di buona donna. Che fosse costretta a cercare online una soluzione al suo problema la irritava e frustrava in ugual maniera, poiché era uno dei suoi punti fermi evitare di avere qualsiasi cosa a che fare con i social media. L'unica volta che aveva stupidamente inserito il suo nome in un motore di ricerca, il volume di false informazioni sul suo conto che aveva reperito l'aveva distolta dal riprovarci di nuovo. 7


E aveva scoperto anche abbastanza sul conto dei suoi genitori da segnarla a vita, se non fosse stata già segnata. Quella sera però non aveva scelta, perché nonostante le decine di telefonate, ogni suo tentativo di parlare con un dirigente della Narciso Media Corporation era fallito miseramente. Diavolo, aveva già sprecato un'ora del suo tempo solo per capire che il proprietario della NMC era un plurimilionario trentenne che si chiamava Narciso Valentino. Scosse la testa. Che razza di persone potevano imporre al proprio figlio un nome come Narciso?, si chiese. Era come invitare bande di bulletti a infierire sul povero bambino. D'altro canto, un nome così bizzarro aveva favorito la sua ricerca. Però... Però le pagine da esaminare erano davvero centinaia. Rifiutando di accettare l'impossibilità di trovare una soluzione per la sua precaria situazione finanziaria, digitò la successiva domanda. Dove sarà Narciso Valentino stasera? Il motore di ricerca le fornì immediatamente la home page di una popolare rivista scandalistica, una che lei aveva incrociato sulla sua strada già quando, a dieci anni, aveva ricevuto in dono il suo primo computer e aveva visto le foto dei suoi genitori in prima pagina. Nei quattordici anni che erano passati da allora, aveva evitato accuratamente di leggere quel periodico, così come adesso evitava accuratamente i suoi genitori. Incredibile quanto fosse stato facile trovarlo, ragionò qualche secondo dopo, leggendo la lista di celebrità che annunciavano tranquillamente i loro spostamenti per la serata. Accanto al nome di Narciso Valentino era indicato quello di un locale notturno cubano situato a Manhattan, il Riga. Lanciò uno sguardo all'orologio appeso alla parete. Sbrigandosi, poteva essere lì entro un'ora, pensò, il cuore che le martellava nel petto. Detestava i confronti almeno 8


quanto i suoi genitori li adoravano, ma dopo settimane trascorse a caccia di una soluzione, non le restava davvero altra scelta. Lei aveva usato tutti i suoi risparmi, e contato sul premio vinto partecipando a un reality show prodotto dalla NMC, per mettere insieme la somma necessaria a entrare in società con Simon Whittaker e aprire un ristorante, il Dolce Italia. Ma ora il suo sodalizio con Simon, proprietario del venticinque per cento dell'attività, apparteneva al passato. Strinse i pugni ricordando il loro ultimo, sgradevole litigio. Scoprire che l'uomo per cui aveva iniziato a provare profondi sentimenti era già sposato con un figlio in arrivo era stato di per sé abbastanza sconvolgente, ma poi Simon aveva tentato di convincerla ad andare a letto con lui nonostante il fatto che avesse una moglie. Lui si era limitato a sorridere per la sua reazione indignata ma lei, grazie all'esempio dei suoi genitori, conosceva bene le conseguenze dell'infedeltà e lo aveva tagliato fuori dalla sua vita senza alcuna esitazione. Naturalmente, questo significava che il peso economico per il Dolce Italia adesso ricadeva solo sulle sue spalle. Da qui la sua necessità di contattare Narciso Valentino. Doveva costringerlo a onorare la promessa fatta dalla sua azienda. In fin dei conti, un contratto era un contratto... Una limousine nera e scintillante stava parcheggiando davanti al club quando infine Ruby svoltò l'angolo, dopo un tragitto in metropolitana durato il doppio del tempo previsto a causa del ritardo del treno. In bilico sui sandali dal tacco altissimo, lanciò uno sguardo all'orologio che portava al polso e si affrettò verso l'ingresso del Riga. Mentre camminava a testa bassa per scansare le pozzanghere lasciate da uno degli improvvisi acquazzoni ti9


pici del mese di aprile, una risata maschile attrasse la sua attenzione. Un buttafuori grande e grosso aveva rimosso il cordone rosso per far passare due uomini, entrambi molto alti, che erano usciti dalla sala Vip in compagnia di un paio di donne stupende. Il primo uomo era abbastanza bello da meritarsi un secondo sguardo, ma fu il secondo a lasciarla addirittura senza fiato. Capelli neri come l'ala di un corvo, ondulati sulla nuca e tanto lunghi da sfiorare il colletto della camicia. Sopracciglia arcuate, naso dritto e labbra piene che promettevano un tipo di piacere peccaminoso, o almeno quello che lei immaginava fosse un piacere peccaminoso. E a giudicare dall'espressione determinata dipinta sul suo viso, quel tizio era abituato a onorare sempre le sue promesse. «Ehi, signorina. Pensa di entrare, o preferisce trascorrere la serata lì dov'è?» La domanda del buttafuori la sottrasse alla sua contemplazione, ma solo per pochi istanti. Subito si girò per guardare di nuovo l'uomo, che ormai si stava allontanando permettendole soltanto un'ultima occhiata al suo profilo perfetto. La bocca improvvisamente arsa, Ruby si strinse nel soprabito come per sedare i brividi che le correvano lungo la schiena, e lo seguì con lo sguardo. La sventola bionda al suo fianco gli rivolse un brillante sorriso. L'uomo spostò la mano che fino ad allora le aveva appoggiato sulla schiena verso le natiche, ne palpeggiò una, poi la aiutò a salire nella limousine. Prese posto a sua volta, aspettò che l'altra coppia li raggiungesse e un secondo dopo la berlina si avviò lungo la strada. Anche quando la lussuosa vettura fu inghiottita dal traffico serale, Ruby rimase a fissare a lungo il punto in cui era sparita, preda della sgradevole sensazione di essere arrivata troppo tardi. 10


«Mi scusi, potrebbe dirmi chi è il tizio che è salito per primo nella limousine?» chiese al buttafuori. Il gorilla le scoccò un'occhiata incredula. «Certo, ovviamente non può dirmelo» riprese lei. «Rispettiamo la privacy dei ricchi, giusto?» «Giusto» replicò l'omone. «Ora, entra o va via?» «Entro» rispose prontamente Ruby, anche se il sospetto di aver mancato per poco Narciso Valentino stava diventando sempre più forte. «Oh, perfetto. Fatto» commentò il buttafuori dopo averle impresso sul polso un timbro. «Lo mostri al bar. Il primo drink è offerto dalla casa» precisò, strizzandole l'occhio. Ruby annuì poi, sorridendo, varcò la soglia. Se la sua ipotesi era sbagliata e Narciso Valentino si trovava ancora nel locale, almeno avrebbe potuto sorseggiare un fantastico cocktail analcolico mentre lo cercava, pensò. Aveva lavorato in club simili durante gli anni dell'università, sapeva quanto fossero costose le consumazioni. Ecco perché, un'ora dopo, ingoiò l'ultima goccia del suo ormai tiepido Tiffany Blue mentre si arrendeva al fatto che l'uomo che aveva visto salire nella limousine era Narciso Valentino. Rassegnata, si guardò intorno in cerca di un posto dove appoggiare il bicchiere, e allora sentì delle voci. «Ne sei certa?» «Sì che lo sono. Narciso ci sarà.» Ruby s'immobilizzò, poi si girò verso uno dei tanti salottini delimitati da corde amaranto che li segnalavano come aree riservate ai VIP. Due donne fasciate in abiti scintillanti e risplendenti di gioielli probabilmente falsi sorseggiavano champagne sedute su un divanetto. La decenza la induceva a non origliare, ma la disperazione la inchiodò al pavimento. «Come fai a saperlo? Non c'era alle due ultime riunioni» sottolineò la bionda. 11


«Te l'ho detto, l'ho sentito mentre lo comunicava al tizio che era con lui stasera» replicò la sua amica dai capelli rosso fiammanti. «Se riuscirò ad avere un ingaggio come Petite Q, potrebbe essere la mia occasione.» «Come? Ti vestirai da clown nella speranza di farti notare da lui?» «Sai, a volte succedono cose impossibili» confermò la rossa. «Bene, nevicherà all'inferno prima che io mi spinga a tanto solo per abbordare un uomo» sbuffò la bionda. La rossa atteggiò le labbra vermiglie a un broncio. «Ma ne vale la pena» insistette. «Immaginiamo che Narciso Valentino cada ai miei piedi... È un'opportunità che davvero non posso lasciarmi sfuggire.» «D'accordo, darò uno sguardo al sito web. E, a proposito, dove diavolo si trova Macao?» «Mmh... In Europa, forse?» Il cuore che le martellava nel petto, Ruby prese il cellulare dalla borsetta da sera e annotò sull'agenda le informazioni che aveva raccolto. Un'ora e mezzo dopo, seduta sul letto di casa sua, incrociò le dita e inviò i moduli online che aveva trovato su Internet. Probabilmente era solo un vicolo cieco, ragionò. Probabilmente non avrebbe mai superato qualsiasi colloquio ci fosse da superare per ottenere il lavoro. Diavolo, magari avrebbe dovuto sottoporsi a visita psichiatrica, considerato che si stava candidando per un posto di hostess presso il Q Virtus, uno dei club più esclusivi e segreti del mondo. Quasi sicuramente avrebbe solo sprecato tempo e denaro, ma doveva provare. A ogni giorno che passava, il suo sospirato traguardo si allontanava sempre più. L'alternativa, cioè cedere alle pressioni di sua madre e collaborare professionalmente con la famiglia, era a dir poco inaccettabile. Nella migliore delle ipotesi, sarebbe diventata di nuovo la pedina che i suoi genitori usavano 12


per farsi la guerra. Nella peggiore, i suoi genitori avrebbero tentato di coinvolgerla nel loro assurdo stile di vita, tipico dei famosi a caccia di ulteriore notorietà. Avevano trasformato la sua infanzia in un inferno. Anche adesso le bastava passare davanti a un cartellone pubblicitario per sapere che stavano ancora reciprocamente distruggendo le loro esistenze, e sempre documentando ogni istante per mostrarlo al mondo intero. Il Riccardo e Paloma Trevelli Show, un cortometraggio verità che raccontava la vita di due famosi chef, andava in onda quotidianamente in prima serata sin da quando lei potesse ricordare. Da piccola, la sua routine di ogni giorno aveva incluso almeno due squadre di operatori televisivi pronti a riprendere ogni suo movimento, oltre a quelli dei suoi genitori. Per un breve periodo, grazie allo show era diventata la ragazzina più popolare della scuola, e questo le era andato bene. Poi suo padre aveva iniziato una relazione extraconiugale. La sua pubblica ammissione di infedeltà e l'altrettanta pubblica disperazione della moglie avevano fatto svettare gli indici di gradimento. Le fasi della loro successiva riconciliazione erano state seguite con il fiato sospeso dalla popolazione di metà del pianeta. Quando suo padre aveva tradito la moglie per la seconda volta, si era aperto un dibattito nazionale sulle conseguenze che un comportamento simile aveva sullo sviluppo emotivo di un'adolescente, cioè lei. Perfetti sconosciuti avevano iniziato a fermarla per strada, compiangendola perché era una Trevelli, o insultandola per la stessa ragione. Andare via da casa per frequentare l'università le aveva concesso un po' di sollievo, ma non tanto da permetterle di sfuggire alle proprie radici. Presto era diventato evidente che non aveva altri talenti se non quello della cucina. Scoprire che il gene dei Trevelli era davvero radicato 13


nel suo DNA era stato brutto, ma non inaspettato. Era stato la ragione per cui aveva chiuso con Simon senza un ripensamento, la ragione per cui aveva giurato di non permettere mai ai suoi genitori di influenzare la sua vita. Proprio per questo aveva bisogno di parlare con Narciso Valentino. Un brivido di consapevolezza le increspò la pelle mentre rivedeva la scena che si era svolta davanti all'ingresso del Riga. Ricordò la sensualità che emanava da lui in modo quasi tangibile, e le sue lunghe dita abbronzate che stringevano la natica della bionda... E perché mai lei adesso stava pensando a uno sconosciuto che palpeggiava il sedere della sua ragazza? Sistemò il guanciale e spense la lampada. Non poteva controllare il futuro, ma poteva controllare la scelta fra il continuare a fantasticare su una mano forte che sembrava capace di regalare grandi piaceri a una donna, oppure concedersi una buona nottata di sonno. Si era quasi addormentata quando il cellulare emise un beep per segnalare l'arrivo di un messaggio. Sospirando, prese il telefono. La luce del display nella camera buia le ferì gli occhi, ma anche così lesse senza alcun problema le parole. Era stata convocata per un colloquio di lavoro, esattamente per la posizione di Petite Q.

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