La nuova strada di lady sybil

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MARGARET MALLORY

La nuova strada di Lady Sybil


Immagine di copertina: Cover Model Photo from PeriodImages.com Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Claimed by a Highlander © 2016 Margaret Mallory Traduzione di Lorenza Braga Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2017 Questo volume è stato stampato nel settembre 2017 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1085 dell'11/10/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Prologo

Edimburgo, Scozia, dicembre 1513 Rory MacKenzie si asciugò la pioggia ghiacciata dal viso e zoppicò fino a un'altra taverna. La gamba ferita gli pulsava, aveva lo stomaco vuoto ed era senza soldi, ma quelli non erano i peggiori dei suoi problemi. Aspettò che gli occhi si abituassero alla penombra, poi fece scorrere lo sguardo sui presenti. Maledizione. Nessuno, a parte una cameriera e alcuni anziani clienti abituali. Curvandosi per evitare di sbattere la testa sulle travi annerite del soffitto, attraversò la stanza. Per abitudine, scelse una panca vuota da dove poteva osservare la porta. Strinse i denti per la stilettata di dolore che gli attraversò la gamba e si sedette, poi fece un paio di lenti respiri profondi. «Buonasera a voi» esordì, parlando in scozzese agli avventori, che erano mercanti, a giudicare dal ventre sporgente e dagli indumenti tipici delle Lowlands. «Sono un MacKenzie e speravo di trovare alcuni uomini del mio clan in città.» «Non ne ho visti, di recente» rispose un vecchio con la pipa tra i denti, e gli altri scossero la testa. Rory dubitava che potessero distinguere un MacKenzie da un altro highlander, ma aveva già cercato in 5


città senza avere fortuna. Conosceva la maggior parte delle taverne dove i membri del suo clan si ritrovavano. Che diavolo avrebbe fatto ora? Aveva camminato per giorni solo per arrivare a Edimburgo. Doveva tornare a casa a Kintail per proteggere suo fratello. «Sembra che tu te la sia vista brutta, ragazzo» commentò l'uomo con la pipa. «Gli inglesi mi hanno tenuto prigioniero dopo Flodden» spiegò Rory, tornando con il pensiero alla disastrosa battaglia. Gli inglesi avevano fatto prigionieri i nobili per chiedere un riscatto e avevano ucciso gli altri. «Sono fuggito qualche giorno fa.» Sapeva che non doveva aspettarsi che suo zio pagasse il riscatto. «Fuggito?» Uno dei vecchi fischiò. «Raccontaci come è andata e ti pagherò un boccale di birra.» Rory aveva la completa attenzione di tutti ora, inclusa la cameriera, una donna di corporatura notevole con ciocche di capelli unti che le uscivano dalla cuffietta. «Aggiungete una scodella di stufato e vi narrerò una storia che vi farà rizzare i capelli.» Rory non abbellì il racconto. Quei vecchi mercanti non avevano mai combattuto, quindi sgranarono gli occhi alla cruda verità. Rabbrividirono quando lui accennò al numero di frustate che aveva ricevuto dopo il primo tentativo di fuga. Le frustate erano una cosa da poco, ma i dannati inglesi gli avevano preso il cavallo e tutte le armi: la sua spada a doppio taglio, l'ascia e diversi pugnali. «Mi servono un cavallo e una lama per tornare a casa» affermò, esponendo il proprio problema. Sarebbe occorso troppo tempo a piedi e solo uno sciocco avrebbe viaggiato nelle Highlands disarmato. «Non potete comprarli con un racconto o il vostro bell'aspetto, sapete» commentò uno degli avventori, e gli altri sghignazzarono. 6


Rory aveva preso in considerazione di rubare un cavallo ma, dopo Flodden, la città temeva un attacco dagli inglesi e c'erano uomini armati ovunque. Non poteva rischiare di farsi acciuffare e di non riuscire a tornare a casa. «Sono bravo con le carte. Conoscete un gioco che mi offra la possibilità di vincere tale somma?» «Sufficiente per comprare un cavallo e una spada?» chiese un uomo pelato con le guance rosse. Risero tutti, tranne il vecchio con la pipa, che chiese alla cameriera: «Mattie, quei nobili eleganti non stanno giocando nella stanza sul retro questa sera?». «Zitto!» Lei colpì l'uomo con lo straccio sudicio. «Mi hanno dato parecchi soldi per garantire loro intimità e donne pulite. Non vogliono mischiarsi con noi popolani.» «Io sono il figlio di un capoclan delle Highlands, perciò valgo tanto quanto quei nobili delle Lowlands.» Di più, in realtà. Quando la donna continuò a esitare, Rory allargò le braccia e le fece il suo miglior sorriso. «Suvvia, Mattie, aiutate un ragazzo.» «Quale donna potrebbe dire di no a quel viso grazioso? E va bene, giovane demonio.» Ora gli serviva qualcosa con cui iniziare a giocare. «Se uno di voi mi presterà una moneta d'argento, gliela restituirò raddoppiata.» Quando la sua richiesta venne accolta da un altro scoppio di risa, la disperazione gli strinse le viscere. Non sarebbe mai dovuto stare così a lungo lontano da suo fratello Brian. Quando aveva risposto alla chiamata alle armi del re, non aveva previsto di essere trattenuto come prigioniero per due mesi. Il suo fratellastro aveva sedici anni come lui e avrebbe dovuto essere in grado di badare a se stesso. Tuttavia, anche se Rory era più giovane di sei mesi, si era sempre sentito più vecchio. Brian aveva il cuore 7


troppo tenero, non vedeva le persone per quello che erano ma per come voleva che fossero. Era pericoloso per qualunque uomo, ma soprattutto per uno che presto avrebbe assolto i doveri di capoclan. Rory stava riconsiderando l'idea di rubare un cavallo quando la cameriera si sedette accanto a lui e gli mise un braccio intorno al collo. «Ti presterò io un po' di soldi per giocare.» Si infilò una mano nel corpetto ed estrasse una moneta d'argento dai seni abbondanti. «Non ve ne pentirete» rispose lui, ma quando fece per prendere la moneta, lei l'allontanò dalla sua portata. «Promettimi che se non riuscirai a ripagarmi in denaro, mi ripagherai in altro modo.» A Rory si serrò lo stomaco. Oltre a essere poco attraente, era probabile che Mattie avesse la sifilide. Ma lui non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che suo fratello fosse in pericolo, quindi non ebbe scelta. «Sulla tomba di mia madre.» Ignorando il dolore alla gamba, si alzò e seguì la donna dietro una tenda in un corridoio buio. In fondo, la luce filtrava da una porta socchiusa. «Fai attenzione, bello, quelli sono uomini potenti» gli sussurrò Mattie. «Non mi sarai utile da morto.» Rory si sporse per vedere gli ospiti all'interno. Erano cinque, tutti giovani e ben vestiti, seduti intorno a un tavolo con le carte e pile di monete. «Chi sono?» chiese sottovoce. «Quello è il nuovo capoclan Douglas, quello accanto a lui è suo fratello» rispose la donna, indicando due uomini con i capelli neri, che sembravano avere poco più di vent'anni. «Il loro padre è stato ucciso a Flodden con il re e il loro nonno, Archibald V, quindi il giovane Archibald è diventato conte.» Rory non aveva mai incontrato Archibald Douglas, 8


ma una volta aveva scorto di sfuggita le belle sorelle Douglas che attraversavano Edimburgo a cavallo. Sorrise tra sé, ricordando una giovane che rideva, con scintillanti occhi violetti e capelli neri come una notte priva di luna. «Si dice che questo capoclan Douglas stia confortando la nostra regina addolorata» sottolineò Mattie, riportando l'attenzione di Rory al presente. «Credo che gli altri uomini siano Boyd e Drummond, parenti stretti dei Douglas.» Archibald Douglas doveva averla sentita, perché spostò lo sguardo sulla soglia e gridò: «Chi ci hai portato, Mattie?». Rory entrò nella stanza senza avere idea di quanto quella notte avrebbe cambiato il suo destino.

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Castello di Kilspindie, venti miglia da Edimburgo, marzo 1522 Sybil posò il disegno e si coprì il volto con le mani gelate. Desiderava che arrivasse qualcuno a portarla via dalle grinfie della regina. Era infuriata con i fratelli, perché l'avevano abbandonata; dopo averle mandato rassicurazioni per mesi e averle ordinato di aspettare lì, erano fuggiti in Francia, lasciandola in balia della pietà della cognata. Come se quella donna malevola ne possedesse. Un'ombra si allungò su di lei. Come è riuscito James a trovarmi qui? Non aveva lasciato il calore della sala per sedere sotto quell'albero sul terreno ghiacciato perché voleva compagnia. Soprattutto la sua. «Pensavo aveste rinunciato, James. Vi ho detto che non lo farò, quindi andatevene.» Quando non udì l'uomo allontanarsi, Sybil fu tentata di dargli un calcio. Esasperata, abbassò le mani e inspirò. Un imponente guerriero delle Highlands torreggiava su di lei. Il cuore le batté forte quando spostò lo sguardo dalla gigantesca spada ai pugnali e all'ascia infilati in cintura e poi al suo ampio torace muscoloso. 10


Non aveva ancora raggiunto il viso dell'uomo quando lui parlò con una voce profonda che sembrò far vibrare il suolo sotto di lei. «Il mio nome è Rory MacKenzie. Sono venuto per voi.» Per lei? Sudò freddo. La regina l'aveva trovata. «Non ho fatto niente di male. Quali sono le accuse contro di me?» L'highlander bofonchiò qualcosa e tese la mano. Sybil la ignorò e si costrinse a sollevare lo sguardo su di lui. Malgrado gli intensi occhi verdi che erano inchiodati su di lei come quelli di un gatto selvatico che aveva trovato la preda, lo trovò straordinariamente attraente. Era giovane, con lineamenti forti e mascolini e lei sapeva che le dame a corte avrebbero ucciso pur di avere quella sfumatura di capelli ramati. «Dobbiamo andare» la esortò lui, riportando la sua attenzione al pericolo in cui si trovava. «Non merito una scorta completa?» Per quanto incutesse soggezione quel MacKenzie, era strano che la regina mandasse un solo uomo a prenderla. «È più facile fuggire senza attirare l'attenzione se viaggiamo da soli» precisò lui. Sybil rimase a bocca aperta. «Fuggire?» «Sì. Dobbiamo affrettarci.» «Pensavo che ci avessero abbandonati tutti.» Le spuntarono le lacrime. In molti l'avevano chiamata amica solo poche settimane prima. «Non tutti» rispose l'uomo, sempre con la mano tesa. Lei ebbe la tentazione di scappare via con quello sconosciuto, ma aveva imparato da piccola a non fidarsi troppo. «Vi ha mandato James?» chiese. «Chi diavolo è James?» «Ditemi chi vi ha mandato e basta.» «Non mi ha mandato nessuno» ribatté lui, sembran11


do offeso come se lo avesse insultato. Poi si lasciò cadere su un ginocchio e lei lo vide in volto da vicino. Era di una bellezza pericolosa. «Chi siete?» gli chiese in un sussurro. «Vostro marito, Rory Ian Fraser MacKenzie. Sono venuto a reclamarvi.» Ah, quell'highlander non era giunto per lei, dopotutto. «Un vero peccato, maledizione» borbottò tra sé. «Essere scurrile non si addice a una signora. E che vi piaccia o no, abbiamo un contratto matrimoniale.» Giacché a volte le coppie non si incontravano fino alle nozze, Sybil non rimase sorpresa che l'highlander non avesse riconosciuto la sua sposa. Fu tentata di non rivelargli che aveva trovato la donna sbagliata finché non fossero stati a miglia di distanza. Ma quando lui avesse appreso la verità, probabilmente l'avrebbe scaricata lungo la strada. «Temo abbiate commesso un errore» gli disse. «Senza dubbio. Ma sono comunque obbligato. Un MacKenzie non si rimangia la parola.» «È confortante, in un uomo. Ma ciò che intendevo è che non sono chi pensate io sia.» Che diavolo ci stava facendo lì? Avrebbe dovuto stracciare quel contratto di matrimonio molto tempo prima. Aveva avuto solo sedici anni quando lo aveva firmato. I re scozzesi rinnegavano di continuo gli impegni presi nella minore età, perché non avrebbe dovuto farlo lui? Lo sguardo di Rory vagò di nuovo sulla fanciulla. Ah, se era bella. Dal momento in cui l'aveva spiata, seduta sotto l'albero, gli aveva tolto il fiato. Ma poi si era coperta il viso incantevole e lui aveva scorto le dita inanellate, le scarpette raffinate, il mantello di velluto. L'ultima cosa che gli serviva era una creatura di corte come moglie. Senza dubbio, il capoclan dei 12


Douglas si era pentito più di lui dell'accordo che aveva stretto. Negli ultimi otto anni, Rory aveva progettato molte volte di recarsi nelle terre dei Douglas per informare Archibald che voleva annullare l'accordo, ma non gli era mai sembrato il momento giusto. Alla fine si era deciso a sistemare la questione perché voleva essere libero di sposarsi. E adesso, non poteva più farlo. Maledizione! Scombussolava tutti i suoi piani. Se solo avesse agito prima. Quando aveva raggiunto Stirling, Rory aveva sentito della caduta in disgrazia dei Douglas e aveva capito di aver perso la sua occasione. Non poteva abbandonare la fanciulla ora che gli uomini della sua famiglia erano stati accusati di tradimento ed erano fuggiti dal Paese. «Forse posso aiutarvi.» La giovane interruppe quegli spiacevoli pensieri. «Chi è la donna che state cercando?» Lo infastidiva che la sua fidanzata trovasse così difficile credere che fosse venuto per lei. Era chiaro che lo riteneva indegno. «La mia promessa sposa è Lady Sybil Douglas, nipote del famoso Archibald Douglas V e sorella dell'attuale Archibal Douglas, capoclan e conte, marito della regina» dichiarò. Quando lei lo fissò con gli occhi della stessa sfumatura delle violette, a Rory si bloccò il cuore nel petto. Il colore vivido contrastava con quello dei suoi capelli corvini, la pelle d'avorio e le labbra rosse, piene. «Siete ancora più graziosa di un tempo.» Non parlava mai senza volerlo, ma le parole gli erano sfuggite di bocca prima che la testa acconsentisse. «Sono sicura che non ci siamo mai incontrati prima di oggi.» Non si erano incontrati, ma lui l'aveva vista attraversare Edimburgo con le sorelle molti anni addietro. Non era più quella ragazza. Rory non riuscì a impedi13


re al proprio sguardo di scivolare sui suoi seni prosperosi e sulla rotondità dei fianchi. Era una donna formosa, il tipo che gli piaceva. «E non siamo fidanzati. Se lo fossimo, mi sarebbe stato detto» ribatté lei. Senza dubbio non era il marito che lei si aspettava. Aveva gli stivali e il plaid infangati dal lungo viaggio sotto le piogge invernali. Anche senza il fango, non assomigliava agli uomini di corte da cui lei di certo era abituata a farsi adulare. «Ecco il contratto matrimoniale con la firma di vostro fratello.» Rory estrasse la pergamena che aveva portato sotto la camicia fin da Kintail, gliela mise tra le mani e indicò la firma in fondo. Quando gli occhi della fanciulla iniziarono a scorrere le righe, lo colpì che lei sapesse leggere. La bocca le si aprì mentre lo sguardo percorreva il foglio. Ah, ogni suo movimento era seducente. Terminato di leggere, fissò gli occhi viola su di lui. «Non capisco. Come avete convinto mio fratello a firmarlo?» «Stavamo giocando d'azzardo e lui è rimasto senza denaro.» «Mio fratello mi ha ceduta in una partita a carte?» «Non si aspettava di perdere.» La giovane aprì la bocca, però sembrarono mancarle le parole. «Ma non perde mai» affermò, infine. «Quella volta, sì.» «Non ci credo. Quando è successo? Otto anni fa?» «Sì. È stato poco dopo Flodden.» «Avete firmato un contratto per sposarmi e avete aspettato otto anni per reclamarmi?» «Vostro fratello diceva che eravate troppo giovane e che avrei dovuto attendere un po'.» «È un po' che sono cresciuta. In ogni caso, non sarò vostra moglie. Questo contratto è...» 14


«Sentite, donna, possiamo decidere in seguito se vogliamo rinunciare all'accordo, fintanto che non consumiamo il matrimonio...» Lo sguardo gli cadde di nuovo sui suoi seni e perse il filo di quello che intendeva dire. Scosse la testa. Non era il momento di farsi distrarre, ma con tutto il sangue che gli affluiva all'inguine, non riusciva a pensare. «Mi state dicendo che devo mettere la mia vita nelle mani di un perfetto sconosciuto, un selvaggio highlander per giunta, e che sistemeremo le cose in seguito?» «La guardia reale sta venendo a prendervi. Se desiderate fuggire, dobbiamo farlo ora.» Lady Sybil balzò in piedi. Quando Rory vide che il colore le era defluito dal viso, si pentì della propria schiettezza. Ma ora che finalmente comprendeva l'urgenza della situazione, lei sembrò decidere senza indugio. «Farò preparare subito i bauli alla servitù. Quanto è grande la vostra carrozza?» «Carrozza? Non ci sono strade dove andremo. E non abbiamo di certo tempo per prendere le vostre cose.» «Ma... non posso sparire così! Mia cugina si preoccuperà. Devo dirle dove sto andando.» «Non lo direte a nessuno. Qualcuno, tra i domestici, ha fatto sapere alla regina che eravate qui.» «Sarà stata l'ignobile moglie di mio zio. Userò la mia carta da disegno per scrivere un biglietto a mia cugina, così non si preoccuperà.» Rory represse l'impazienza mentre scrutava le colline in direzione di Edimburgo. Lei gli si mise alle spalle. Per tutti i santi, la prima volta che sua moglie lo toccava era per usare la sua schiena come un dannato tavolo. «Sono stata salvata» disse lei a voce alta mentre la penna si muoveva. «Non preoccuparti. Ti manderò 15


notizie appena riuscirò. Sempre con affetto, S.» Quindi piegò la pergamena, la sistemò alla base dell'albero e vi posò sopra un sasso. «Abbiamo indugiato anche troppo» dichiarò Rory e la sollevò sul suo cavallo. Se ne sarebbe pentito. Se ne pentiva già. Tuttavia, quando salì dietro di lei e la strinse a sé, il cuore gli batté più forte. E i venti cavalieri che erano appena comparsi in cima alla collina non c'entravano niente.

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Un eroe per Bella CAROLINE KIMBERLY GIAMAICA-LONDRA, 1820 - Isabella ha bisogno di un eroe e il capitano Ashford, mercenario arrogante, ubriacone e incredibilmente avvenente, è l'unica scelta a sua disposizione!

La nuova strada di Lady Sybil MARGARET MALLORY SCOZIA, 1522 - La bellissima Sybil Douglas, ostaggio della regina, viene salvata da un guerriero scozzese, che pretende di essere vincolato a lei da un contratto di matrimonio.

L'occasione di Griffin VANESSA KELLY LONDRA, 1815 - Noto libertino proprietario di case da gioco e di piacere, l'ultima cosa che Griffin si aspetterebbe è di trovarsi affidato un neonato. Chiede quindi aiuto a Justine...

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Il ritorno di William VANESSA KELLY LONDRA, 1815 - Il capitano William Endicott deve indagare su Evie Whitney, la giovane di cui è da sempre innamorato e che ha lasciato anni addietro dopo il loro primo bacio.

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Per amore della Scozia SHARON CULLEN SCOZIA, 1746 - L'ultimo uomo a cui Cait vorrebbe offrire i propri servigi di guaritrice è il capoclan Iain Campbell, considerato da tutti un traditore. Quando però lei scopre che... Dal 2 novembre


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